Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 August 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 4 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cultura Estate Pagina 108
Cuccurada, rebus per gli archeologi
 
Mogoro. Sulla collina di Mogoro che domina tutta la piana del Campidano spuntano le imponenti rovine del complesso nuragico di Cuccurada, tra i più interessanti e originali della Sardegna. Dieci anni di scavi hanno restituito le testimonianze che partono dall’età del rame (2500 a.C.) e arrivano alla civiltà nuragica (nono secolo avanti Cristo). Poi il vuoto di 1500 anni, presumibilmente dovuto all’abbondono del luogo, e quindi il ritorno dell’uomo nella tarda epoca romana. Gli archeologi, man mano che andavano avanti i lavori, si sono trovati di fronte a una serie incredibile di rebus, ad ogni nuova scoperta una sorpresa che rendeva difficile l’interpretazione del sito. E tanti misteri ancora da svelare. «Il complesso di Cuccurada è davvero qualcosa di unico in Sardegna» afferma l’archeologo Giovanni Cicilloni che sin dall’inizio ha seguito i cantieri di ricerca e si sente un po’ come il "custode" dei segreti di questa collina.
Arrivando da Cagliari sulla 131, al bivio per Mogoro, si nota subito l’altura con i possenti ruderi di pietra e una torre coperta da una tettoia di plastica per proteggere l’interno appena scavato. Giunti in cima si capisce perché le antiche popolazioni dell’Oristanese si erano scelte un punto simile per costruire una delle loro fortezza. Da quassù si domina a 360 gradi un territorio enorme: da una parte lo sguardo spazia sino al mare di Oristano e a Villacidro, dall’altra a Villanovaforru e alle colline della zona, tutte segnate dai resti di numerosi nuraghi. «È probabile che gli abitanti di Cuccurada avessero forti legami con le altre tribù del territorio divise solo dal Rio Mogoro che passa proprio qua sotto ed oggi quasi scomparso», sottolinea Cicilloni. E aggiunge: «In origine Cuccurada era una fortezza circondata da un villaggio, ma successivamente si può pensare che sia diventato un luogo di cerimonie e di culto. Questo in età nuragica e anche nel quarto secolo dopo Cristo quando i tardo romani hanno ripreso a frequentare il sito abbandonato da oltre un millennio». Da dove viene questa convinzione? «Quando abbiamo scavato il muro a su-est è venuto fuori un pozzo da cui si accedeva solo dall’alto: all’interno abbiamo rinvenuto moltissimi reperti di crani ovini, caprini, bovini, spilloni, lucerne, un centinaio di monetine di bronzo e frammenti di vetro. Sono reperti che riportano a culti pagani, giudaici e cristiani, evidentemente praticati insieme in un periodo di convivenza tra le varie religioni».
La scoperta di Cuccurada risale al 1994 quando si diede il via alla prima delle sette campagne di scavo (l’ultima nel 2003). Sino a quel momento il sito era praticamente sconosciuto, appena esplorato negli anni ’50 da Giovanni Lilliu e poi da uno studioso locale, Cornelio Puxeddu. Sulla collina spuntava solo qualche imponente masso di basalto, quanto bastava per far pensare che lì sotto si trovasse un nuraghe. Ne era convintissimo l’autorevole archeologo dell’università di Cagliari Enrico Atzeni, cresciuto proprio a Mogoro. Giocava in casa, come Lilliu a Barumini. Così Atzeni riuscì a mobilitare tutte le istituzioni per dare il via agli scavi. Direzione scientifica al professore e all’archeologa della Soprintendenza Emmina Usai, esperta del territorio oristanese, conduzione dei cantieri a due giovani ed emergenti ricercatori: Riccardo Cicilloni e Giuseppina Ragucci. Per la prima volta in Sardegna Università, Soprintendenza e Comune di Mogoro (che da allora impegna cospiqui fondi e decine di operai del paese) lavorano insieme per un’impresa ciclopica. Oggi possiamo vedere i risultati di questo sforzo: «Abbiamo riportato alla luce il grosso del complesso, ma chissà cosa c’è ancora sotto la collina» sottolinea Cicilloni. Il problema è che sono finiti i soldi e in attesa di un nuovo finanziamento il cantiere di scavo e di valorizzazione del sito si è fermato.
Insieme a Emmina Usai, il giovane archeologo guida alla scoperta di un luogo dove si sono succedute diverse civiltà. Superata la recinzione si trova una costruzione di pietre di basalto nero destinata ad accogliere biglietteria e servizi turistici. Poche decine di metri nella macchia e si arriva alla base delle grandiose rovine. Siamo di fronte a un nuraghe complesso "polilobato", cioè composto da un corpo centrale, quattro torri e alcuni cortili interni. Nella corte centrale si notano i circoli di pietra di tre capanne: singolarissimo, questo ritrovamento, che si collega alle capanne individuate all’esterno. «Tutto fa pensare a una fortezza di epoca nuragica costruita sui resti che risalgono all’età eneolitica di Cultura Monte Claro», dice Cicilloni.
Al di fuori del complesso emergono due misteriose costruzioni, in parte ancora da indagare e interpretare. A settanta metri un’opera ciclopica di massi, unica nel suo genere e per questo indecifrabile. Sul ciglio della collina una muraglia, sempre in tecnica ciclopica, a forma di ellisse e lunga 17 metri, simile a quella scoperta a Monte Baranta-Olmedo.
Durante le campagne di ricerca prima è stata scavata la collina, già utilizzata come cava di basalto e devastata in epoca recente dalla dinamite usata per spaccare le pietre. Via via sono venute fuori le rovine del nuraghe e numerose pietre bianche che probabilmente circondavano la sommità delle torri come un castello medioevale. Gli abitanti erano costruttori geniali perché realizzarono diverse scale per unire i piani e i vani risalenti a epoche diverse. Si notano i gradini di colore bianco e nero alternato, a dimostrazione di un gusto estetico inedito nella zona. «Per consentirne l’accesso abbiamo dovuto ripristinare molte parti, con un lavoro davvero impegnativo oggi, figuriamoci tremila anni fa. All’interno abbiamo recuperato migliaia di frammenti di ceramica e persino un bellissimo bronzetto che faranno parte della collezione del futuro museo di Mogoro», conclude Cicilloni. In abbondanza raccolti frammenti neri di ossidiana, a conferma dei legami tra gli abitanti di Cuccurada e i vicini di Monte Arci dove si trova il più importante giacimento del Mediterraneo. 
Carlo Figari
 
 2 – L’Unione Sarda
Prov Ogliastra Pagina 32
Provincia. Elini: il presidente Carta smentisce l’assessore
Università a distanza, Giunta divisa
 
Sul paventato rischio di chiusura della facoltà telematica di giurisprudenza di Elini si divide la giunta provinciale. Il caso politico nasce dalle dichiarazioni dell’assessore alla Cultura Giorgio Murino che accusava parte della maggioranza di non avere a cuore le sorti della sezione universitaria. Tempo un giorno e arriva la replica del presidente della provincia Piero Carta. «Le dichiarazioni rilasciate alla stampa dall’assessore Murino sulla sezione universitaria di istanza ad Elini destano sorpresa e appaiono imprecisate oltre che fuori luogo. La giunta ha stanziato a sostegno di ciascuna sezione universitaria in Ogliastra la somma di 20 mila euro, 48 mila euro per la sola sezione di Elini. Se c’è qualcosa che non va è l’assessore Murino a doverlo spiegare ai compaesani di Elini». Alla polemica a distanza ora è destinato a seguire un immediato, profondo chiarimento. Già oggi infatti la Giunta provinciale si riunisce per riprendere l’attività dopo la pausa estiva.
Intanto è partita la petizione da parte dei 47 iscritti alla facoltà a distanza, che chiedono venga loro garantito il diritto di proseguire il percorso di studi iniziato.L’allarme chiusura è scattato quando gli studenti sono venuti a conoscenza che i finanziamenti di cui dispone il comune di Elini non sarebbero sufficienti a continuare l’esperienza didattica a distanza. La sezione universitaria di Elini è stata istituita nel 2003 in seguito ad un accordo tra il comune e l’università di Sassari. Da allora il vecchio municipio del piccolo comune ha ospitato le lezioni in video conferenza frequentate da studenti di tutta l’Ogliastra. A luglio la sezione universitaria ha festeggiato il suo primo laureato.
Maria Franca Campus

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Cagliari
Elini. I finanziamenti per l’Università a distanza 
Carta bacchetta Murino 
 
ELINI. Il presidente della Provincia, Piero Carta, smentisce l’assessore provinciale alla Cultura, Giorgio Murino. «La Provincia - spiega Carta - ha speso 48mila euro per sostenere la sezione universitaria (a distanza) di Elini. Le dichiarazioni di Murino destano sorpresa e appaiono imprecise, oltre che fuori luogo». Carta sottolinea che l’ente intermedio ha stanziato, a sostegno di ciascuna sezione universitaria in Ogliastra, la somma di 20mila euro. E 48mila per la sola sezione di Elini».(l.cu.)
 
 2 – La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Sassari
FACOLTÀ DI ARCHITETTURA 
Prorogato il termine per l’iscrizione ai test di ingresso 
 
ALGHERO. E’ stato prorogato alle 12 di mercoledì 29 agosto il termine per le iscrizioni ai test attraverso ai quali si accede alla facoltà di Architettura. Questi i corsi di laurea a numero programmato: laurea specialistica quinquennale in Architettura a ciclo unico; laurea triennale in Scienze dell’architettura “per non frequentanti” (il corso è rivolto a quegli studenti che non hanno la possibilità di frequentare a tempo pieno i corsi e gran parte delle sezioni teoriche saranno erogate a distanza mentre le attività di laboratorio prevedono attività in presenza nei fine settimana e l’uso di strumenti di lavoro cooperativo a distanza); laurea triennale in Pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale; laurea triennale in Design (un nuovo corso di laurea che sarà attivato proprio da questo settembre).
 Fino al 14 settembre è invece possibile iscriversi al corso di laurea specialistica biennale in Pianificazione e politiche per l’ambiente, un corso di studi interuniversitario e internazionale, organizzato in collaborazione con l’Università Iuav di Venezia e l’Universitat Autònoma de Barcelona. L’esperienza di studio si svolge in tre città: Venezia, Barcellona e Alghero. Alla fine del corso di studi verranno rilasciati due titoli: la laurea specialistica e il Master in Estudis Territorials i de la Plobaciò, rilasciato da l’Universtat Autònoma de Barcelona. Possono iscrivere laureati in Architettura, Pianificazione, Ingegneria ambientale, Economia, Geografia, Agraria, Ecologia, Scienze ambientali, Scienze forestali, Scienze naturali, Giurisprudenza. Per questo corso non è previsto test di ingresso. La facoltà di Architettura di Alghero è nata nel 2002, prima facoltà di Architettura in Sardegna. Una facoltà all’altezza delle migliori esperienze internazionali per la qualità dell’insegnamento, la qualità della ricerca e la qualità della vita, con un progetto didattico che si misura con le problematiche della Sardegna, ma è capace di fare di Alghero un ambiente internazionale di incontro e di relazione tra architetti, urbanisti, pianificatori, designer, docenti, studiosi e studenti italiani e stranieri. Finora è stata garantita agli studenti la possibilità di fare esperienze formative all’estero anche con l’Erasmus, di partecipare a scuole estive internazionali, di vivere esperienze professionali nei tirocini, anche post laurea, ad Amsterdam, Cracovia, Lisbona, Shanghai, Pechino, Madrid, Mosca, San Paolo, Parigi e Barcellona,
 La strutturazione dei piani di studio è orientata al progetto già dal primo anno; ciò consente di applicare direttamente quanto appreso nelle sezioni teoriche dei corsi: in questo modo può essere acquisita la capacità di trasformare i concetti appresi in progetti e ci si abitua ai ritmi e alle scadenze imposte dalle attività professionali.
 

Questionnaire and social

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