Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 August 2007

Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna
 


 

 
1 - L’UNIONE SARDA
Cultura Estate - Pagina 108
Lacrime di stelle nella notte magica
Oggi, San Lorenzo, tutti a guardare il cielo per esprimere un segreto desiderio
Magari, per qualche strano scherzo del destino, alla fine si avverano pure. Quei desideri irraggiungibili che mai si sarebbero potuti tramutare in realtà se non fossero stati espressi nella notte magica da cui i non-sognatori sono severamente banditi. Tanto vale provarci. «Tutti abbiamo la necessità di essere strabici, con un occhio rivolto al cielo e l'altro verso la terra». Padre Salvatore Morittu trova subito una giustificazione valida al peccato di fantasia stellare e lancia una rilettura in chiave spirituale della notte di oggi, la notte di San Lorenzo. Superstizione? Certo che no. Stupidaggini da sciocchi? Nemmeno. «Può essere invece l'occasione per un arricchimento personale. Una ricerca di pace e anche la volontà di trascendere da quelli che sono i comunissimi desideri quotidiani. Aldilà degli aspetti mitici, la visione del cielo è un'immagine che ci consente di spaziare».
Per recuperare una dimensione del silenzio la ricetta sarebbe quindi scritta a tratti luminescenti proprio sopra la nostra testa, nella volta celeste da scrutarsi in tutti i suoi segnali portafortuna. Non a caso il desiderio che esprime padre Morittu è «che domani il cielo possa diventare la mia casa». Un modo per dire: stelle, concedetemi di andare in Paradiso.
Se oggi le stelle cadenti sono segnali positivi, un tempo gli antichi le interpretavano come messaggi di un imminente avvenimento infausto. Nelle mitologie orientali, in quelle greche e latine, poi, erano considerate lacrime di divinità, che piangevano a causa di disastri già avvenuti o annunciati. Sarà la tradizione cristiana a introdurre alcuni fattori positivi. In ogni caso, sempre partendo dalla disgrazia. Non a caso l'iconografia vedrebbe San Lorenzo martirizzato, nel III secolo dopo Cristo, in modo atroce: bruciato vivo sopra una graticola, per cui il fenomeno astronomico non sarebbe altro che la derivazione del suo pianto infuocato. Che paradossalmente guarisce e concede la grazia.
Giuseppe Marci, docente di Filologia italiana della Facoltà di Lingue dell'ateneo di Cagliari, per riflettere su questo contrasto, trae ispirazione dal cinema: «Il film dei fratelli Taviani "La morte di San Lorenzo" riporta a un momento di guerra e allo stesso tempo di speranza aiutando a riflettere. Dovremmo imparare dalle stelle, dalla loro capacità di fare sciame, di creare sinergia». Il suo personalissimo sogno un po' si avvicina a questa considerazione: «Poter dare il mio contributo perché i giovani con cui lavoro riescano ad avere successo e fare strada». E il riferimento è al mondo della ricerca universitaria.
In ogni caso, ognuno è certamente libero di confrontarsi con l'evento astronomico come gli pare, che sia pio, materialista o finto sognatore della pace del mondo. L'espressione dei desideri al cadere di una stella non è un'abitudine al tramonto. E trascina molti insospettabili lontani dalle luci artificiali della città alla ricerca di un cielo terso e limpido. Non si può definire propriamente religioso l'approccio di Massimo Deiana, preside della Facoltà di Giurisprudenza e docente di Diritto della Navigazione. «Devo essere sincero? Vorrei riuscire a comprare una barca, anche piccola. Così almeno potrei osservare le stelle direttamente dal mare».
Non si può probabilmente permettere uno yacht, o almeno non gliene importa nulla di sognarlo, Antonietta Adamo, fruttivendola di 70 anni, che dietro le cassette di cetrioli e cocomeri sogna «ovviamente salute, lavoro e serenità, ma anche un figlio un po' più desideroso di trovare un posto di lavoro». Salute e famiglia sono nel cuore anche del sindaco di Cagliari Emilio Floris, che ci tiene però a fare una distinzione sostanziale tra desideri personali e di primo cittadino. «Emilio Floris sogna famiglia e figli che vadano sempre d'accordo. Ai soldi ci pensa chi non li ha oppure chi ne possiede e vorrebbe averne di più, per cui a me è sufficiente la pace interiore. Il sindaco, invece, sogna una Cagliari diversa, che possa contare sempre più sulla collaborazione tra amministrazione e cittadini».
C'è anche chi se ne infischia altamente di fare qualsiasi richiesta che trovi riscontro nella vita reale. «Non ho mai espresso nessun desiderio, non riesco a sognare con le stelle cadenti», dice Umberto Angius, autista del Comune di Cagliari. Per lui nessun appostamento nella notte di San Lorenzo.
Forse non è il caso di Angius ma se c'è qualcosa che non si dovrebbe mai fare durante il mese di agosto, almeno per evitare di perdere l'ispirazione, è leggere Giovanni Pascoli. O, almeno, soffermarsi sulla poesia 10 agosto , che esordisce con i versi: San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Ritornava una rondine al tetto: l'uccisero. L'associazione del poeta è alla morte del padre, ucciso proprio in quel giorno. Meglio leggerlo a settembre.
Massimo Dadea, assessore regionale agli Affari generali, non pensa di certo a Pascoli quando rivolge il pensiero ai «bambini bielorussi e alle prospettiva che alcuni di loro possano restare in Sardigna. Esprimerò questo desiderio». Poi un sogno culturale: «Vorrei poter leggere tutti i libri che in genere non riesco neppure a sfogliare per carenza di tempo». Andrà a vedere le stelle cadenti a Calaverde, dove sta trascorrendo le vacanze. Non manca chi non chiede nulla, non perché respinga il fatto di elemosinare regali dal cielo ma per pura questione di equilibrio personale e familiare già raggiunto. «Mi accontento di quello che ho, non ho mai avuto grandi ambizioni e sto bene così», dice Fausto Saba, mestiere spazzino. Carica l'attrezzatura sul portabagagli dell'Ape e va via. Dopo aver sorriso. Beato lui che non ha bisogno delle stelle cadenti.
Mariangela Lampis 

 
2 - L’UNIONE SARDA
Quartu S.Elena - Pagina 19
In rete
Quattro tesi di laurea sulla città
La città fonte d'ispirazione per i laureandi.
Saranno pubblicate nel sito internet del Comune alcune tesi realizzate da neodottori della facoltà d'Ingegneria. La prima, realizzata da Antonio Caria, riguarda un'ipotesi di recupero del cuore della città trasformando l'area tra il mercato e il Municipio in una grande piazza adatta anche per gli spettacoli. Francesca Murgia e Ornella Neroni, invece, si sono concentrate sulla fascia di Is Arenas, nel parco di Molentargius: è qui, sia sul versante quartese sia su quello cagliaritano, che si concentrano numerosi casi di abusivismo edilizio.
Un'emergenza ambientale da affrontare: le due studentesse hanno messo a confronto diverse ipotesi. Di ambiente si è occupata anche Samuela Perra: la sua tesi ha riguardato la certificazione energetica degli edifici con alcune considerazioni sulle potenzialità dei mattoni in terra cruda, materiale utilizzato nelle vecchie abitazioni quartesi. Veronica Sarritzu ha studiato invece Palazzo Todde, l'edificio liberty all'inizio di via Vittorio Emanuele: dello stesso stile in città ci sono più di trenta testimonianze. (g. mdn.) 
 
  
3 - L’UNIONE SARDA
Quartu S.Elena - Pagina 19
Proposta dell'Università per “avvicinare” le periferie
Aree pedonali e asfalto colorato
Dalle Fornaci Picci al Municipio: un progetto dell'Università per unire il centro alla periferia recuperando gli spazi aperti.
L'idea è nata dalla collaborazione tra la facoltà di Ingegneria e l'assessorato comunale ai Lavori pubblici. L'anno scorso gli studenti del corso di Architettura degli spazi aperti, coordinati dalla professoressa Cesarina Siddi, hanno studiato per diversi mesi quel tassello di città che va dal confine con Quartucciu a piazza Dessì. In tutto sono stati coinvolti una quarantina di ragazzi tra cui alcuni ungheresi che hanno studiato nell'ateneo cagliaritano con il progetto Erasmus.
Sono stati creati diversi gruppi di lavoro che hanno studiato le varie ipotesi d'intervento. Per unire idealmente l'intera zona si è ipotizzato di utilizzare getti di bitume colorato in modo da creare un percorso ben visibile. Tasselli fondamentali sono il recupero delle ex Fornaci Picci e anche una rivisitazione del parco Matteotti che si trova a metà percorso.
Per via Eligio Porcu non si esclude la chiusura al traffico per farne una passeggiata pedonale. Stesso destino anche per la piazza tra il Municipio e il Mercato civico con tanto di parcheggio sotterraneo e percorsi alternativi per le auto.
«Abbiamo ragionato a priori con l'amministrazione comunale», spiega Cesarina Siddi, «gli studenti hanno fatto uno studio dell'area completo, senza tralasciare alcun aspetto. Sono stati esaminati anche i flussi veicolari e quelli pedonali». Materiale che sarà utilizzato per i lavori sul Piano strategico comunale, il documento che dovrà dettare le linee guida dello sviluppo della città per i prossimi trent'anni. (g. mdn.)  


4 - L’UNIONE SARDA
Quartu S.Elena - Pagina 19
Un piano per salvare il centro
Allo studio di esperti il recupero dei rioni storici
Comune. Istituito un ufficio tecnico ad hoc. Saranno fissate le regole per evitare nuovi scempi edilizi
Nasce il laboratorio per il recupero del centro storico. Uno staff coordinerà tutti gli interventi a cominciare dagli appalti. Saranno fissate anche regole sul colore delle pareti e sui materiali da utilizzare.
Dal colore dei muri ai materiali da utilizzare. Nasce il laboratorio comunale per il recupero del centro storico: un gruppo di tecnici dell'Urbanistica, Edilizia privata, Lavori pubblici, Beni culturali e Programmazione strategica coordinerà tutti gli interventi nella parte antica della città. Si inizia con gli appalti pubblici, ma nei prossimi mesi il laboratorio diventerà un punto di riferimento anche per i cittadini. I privati avranno un unico interlocutore per i lavori di ristrutturazione delle vecchie case campidanesi.
I LAVORI Gli uffici sono già al lavoro per recuperare tutti i documenti sul centro storico, comprese le vecchie cartografie che sono in grado di fotografare com'era la città prima del boom edilizio, dagli anni Cinquanta del secolo scorso in poi, che ha sconvolto la sua parte più antica: settanta ettari che ancora conservano un patrimonio inestimabile che merita di essere preservato. Un punto di partenza per poi mettere a fuoco gli interventi di recupero cercando un equilibrio tra tradizione e innovazione: le esigenze di una famiglia che decide di abitare in centro non sono certamente le stesse di mezzo secolo fa.
I MATERIALI Punto fondamentale è anche quello di contribuire alla riscoperta dell'utilizzo di materiali da costruzione tradizionali individuando gli artigiani che ancora sono esperti nelle tecniche di costruzione tradizionale. «Quartu», commenta il direttore del dipartimento di Architettura dell'Università di Cagliari, Antonello Sanna, tra i fautori dell'attuale Piano urbanistico, «ha il più grande centro storico di terra cruda di tutta l'Italia. È indispensabile preservarlo evitando le brutture del passato: oggi ci sono palazzi affianco a case campidanesi. Il recupero deve tener conto della necessità di evitare che si guardi o si getti ombra in casa d'altri».
GLI INTERVENTI Sarà realizzato un manuale per il riutilizzo delle abitazioni nel centro storico per rendere chiaro quali sono gli interventi. In futuro ci potrebbe essere spazio per attività turistiche, come bed and breackfast o il sistema di albergo diffuso, in grado di portare i visitatori a vivere dall'interno il cuore antico della città. Non prima, però, di avergli dato un volto più accattivante: l'obiettivo dell'amministrazione comunale è di allontanare il traffico dal centro storico e rimettendo mano alle vie che ancora conservano scorci suggestivi.
APPALTI Sono stati consegnati i lavori per rifare la pavimentazione del cosiddetto «Fuso di Cepola». Si inizierà con piazza Santa Maria e via XX Settembre per poi proseguire con via Garibaldi e piazza Dessì.
Al posto dell'asfalto sarà sistemata una nuova pavimentazione in granito (nei vicoli invece sarà gettato del calcestruzzo architettonico), ma saranno rifatti anche i sottoservizi. Tutto questo grazie a un finanziamento regionale, ottenuto nel 2003, di 930 mila euro che in parte è stato concesso anche agli abitanti del rione per rifare le facciate e i tetti delle abitazioni.
AGEVOLAZIONI Incentivi che fino a ieri erano riservati soltanto a poche parti del centro storico, come il fuso di Cepola, che avevano un proprio piano particolareggiato. In futuro anche gli abitanti delle altre zone del cuore antico della città potranno ottenere i contributi regionali: il Consiglio comunale ha approvato la nuova perimetrazione del centro storico che avrà valore di piano particolareggiato. Nei giorni scorsi è arrivato il via libera da parte della Regione: ora si attendono i progetti del laboratorio.
Giovanni Manca Di Nissa (Unioneonline)
 
 




5 - LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 8 - Cagliari
Le matricole dell’università hanno cinque opportunità di scelta 
Oristano. Si avvicina il tempo delle scelte per gli studenti. Nell’anno accademico è prevista la presenza di cinque corsi di laurea nella sede gemmata dell’Università di Oristano. La vera novità è che verranno riaperte le immatricolazioni per il curriculum di Archeologia Subacquea della facoltà di Lettere dell’Università di Sassari. Gli altri corsi sono tutti confermati e saranno le lauree in Economia e gestione dei servizi turistici, Biotecnologie industriali, Viticoltura ed enologia e infine Tecnologie alimentari. Tutte le informazioni sulle scandeze e sui testi d’ingresso possono essere ottenute alla Segreteria Studenti in via Carmine (dal lunedi’ al venerdì dalle 11 alle 13; tel. 0783/779086) o sul sito ufficiale www.consorziouno.it

 
6 - LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 1 - Cagliari
Cariche e mandati
Università, bocciato lo statuto 
Cagliari. Il ministero ha bocciato lo statuto riveduto e corretto dell’Università. A giugno il Senato accademico aveva modificato la durata della carica e del mandato di rettore e presidi delle facoltà. Da Roma un mese dopo è arrivato il no del ministero, che però nei fatti avrà solo il peso del richiamo. Perché a settembre il Senato accademico, con una maggioranza di tre quinti, potrebbe riapprovare lo statuto come previsto dall’autonomia universitaria, senza passare più sotto il controllo ministeriale.
A giugno il parlamento dei professori - oltre al rettore Pasquale Mistretta, gli undici presidi di facoltà - aveva deciso che il rettore puà restare in carica massimo quattro anni, con la possibilità di essere rieletto per due volte consecutive, mentre per i presidi tre anni di governo e due mandati consecutivi. Una differenza sostanziale con il vecchio statuto che adesso ritorna in vigore fino alla nuova votazione del Senato accademico e che prevedeva per il rettore tre anni di carica e un massimo di quattro mandati consecutivi, quattro anni e tre mandati consecutivi per i presidi di facoltà. Adesso bisognerà vedere quali saranmo, a settembre, le decisioni del Senato accademico.

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