Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 September 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna
1 - L'Unione Sarda
Prima Pagina Pagina 1
Sardegna e ricerca
Università, così si perdono i fondi
di Beniamino Moro
 
In un documento presentato congiuntamente il 2 agosto dai ministri dell'Università Fabio Mussi e del Tesoro Padoa Schioppa, sono stati presentati gli impegni del governo per un "patto per l'università e la ricerca". L'impegno più significativo che viene evidenziato è che d'ora in avanti un terzo dei fondi incentivanti del ministero dell'Università verranno attribuiti ai singoli atenei sulla base dei risultati dell'attività di ricerca scientifica conseguiti da ciascuno di essi. I risultati della ricerca scientifica sono già stati misurati oggettivamente l'anno scorso da un organismo di valutazione nazionale, il Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca), che a breve sarà sostituito dall'Anvur (Agenzia nazionale di valutazione dell'Università e della ricerca). Il patto proposto dai due ministri dovrà rafforzare la cultura della valutazione, adottando parametri oggettivi da sottoporre a verifica periodica, in modo da aprire spazi per la ricerca in piena autonomia di giovani ricercatori, attirare bravi studiosi dall'esterno, promuovere l'internazionalizzazione e incentivare la mobilità nazionale ed internazionale di studenti, ricercatori e professori.
Come si colloca l'Ateneo di Cagliari rispetto a questi problemi? Sarà in grado di perseguire gli obiettivi che il Ministro Mussi indica come irrinunciabili per il miglioramento qualitativo dell'Università italiana, tanto che al perseguimento di questi condiziona la futura assegnazione dei fondi? Alcune recenti vicende purtroppo non depongono favorevolmente. In un recente editoriale su questo giornale, Giuseppe Marci lamentava il fatto che valenti studiosi della nostra Università, che vengono accolti e valorizzati in programmi di PhD in America e in altre università internazionali, quando tornano non trovano più posto perché in molti casi il campo della ricerca è loro precluso e ogni spazio è occupato da quelli che sono rimasti, anche se di minor ingegno.
Altro caso che può essere citato è quello della Facoltà di Economia che non ha chiamato il vincitore di un concorso da essa stessa bandito, nonostante si trattasse di un economista di levatura internazionale, con PhD (Dottorato di ricerca) dell'Università di Stanford, al sesto posto nel mondo per la ricerca in economia. Tutte le università del mondo fanno a gara per accaparrarsi studiosi di questa levatura, per il prestigio e le relazioni scientifiche che essi sono in grado di promuovere e per la qualità dell'insegnamento di cui beneficiano gli studenti. La sua chiamata avrebbe dato ulteriore prestigio al nostro Ateneo e alle ricerche in campo economico, tenuto conto che la maggior parte dei lavori della Facoltà di Economia di Cagliari (6 su 9) ammessi con giudizio positivo nella recente valutazione nazionale dell'attività di ricerca (Civr) sono stati quelli del Dipartimento di Economia, dove questo studioso si sarebbe collocato. Così, la Facoltà avrà un bravo studioso in meno e meno fondi a disposizione. Se la nostra Università non si dota di una seria politica della ricerca, essa è destinata a finire non in serie B, ma in serie C o nel torneo dei dilettanti.
 
 
2 - L'Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 33
Sassari. Il migliore ha collezionato 56,25 punti su ottanta. Il peggiore è andato sotto zero: -2,25
La ritirata dei dottori somari
Maglia nera ai sassaresi nei test di Medicina
 
In un quiz in cui la risposta giusta alle ottanta domande su cultura generale, biologia, chimica, fisica e matematica, era sempre la risposta indicata con la lettera A, i candidati sassaresi si sono rivelati i meno ferrati, o i meno svegli.
In un quiz in cui la risposta giusta alle ottanta domande su cultura generale, biologia, chimica, fisica e matematica, era sempre la risposta indicata con la lettera A, i candidati sassaresi si sono rivelati i meno ferrati, o i meno svegli.
Inseguendo il camice bianco per ora hanno guadagnato la maglia nera.
Secondo i dati dei test di ingresso a Medicina, pubblicati ieri sul sito del Ministero dell'Università, i medici in pectore dell'Ateneo di Sassari sono i peggiori d'Italia. In un quiz in cui la risposta giusta alle ottanta domande su cultura generale, biologia, chimica, fisica e matematica, era sempre la risposta indicata con la lettera A, i candidati sassaresi si sono rivelati i meno ferrati, o i meno svegli: sono stati così superati nei voti finali dagli aspiranti studenti in Medicina di trentasette atenei italiani. A Sassari fra i 597 candidati per conquistare uno dei cento posti a disposizione, il più bravo è riuscito a raggiungere lo scarno punteggio di 56,25. Il centesimo, pari merito con altri due colleghi, l'ha spuntata con un 37. Il peggiore di tutti, l'ultimo in graduatoria, è riuscito addirittura ad andare sotto zero: per lui il punteggio finale è stato meno 2,25. Una autentica figuraccia rispetto ai risultati dei test nelle altre università della Penisola, dove al primo posto brilla uno studente di Bari che ha marcato giusto 76 domande su 80. In realtà le domande cui rispondere erano 78, perché le numero 71 e 79 erano state annullate in quanto contenevano errori. Certo gli studenti in corsa per guadagnarsi un banco a Medicina e chirurgia nella loro debacle, sono in buona compagnia nell'Ateneo sassarese. I loro colleghi che aspiravano a un posto nei corsi di Medicina veterinaria la maglia nera sono riusciti a schivarla per un soffio. Nella classifica globale delle università italiane, i risultati del test di ammissione li vede penultimi. Qui in corsa c'erano 148 ragazzi per 43 posti disponibili. Il primo dei candidati sassaresi ha guadagnato 53,75 punti. Peggio sono riusciti a fare solo a Teramo, dove il migliore ha racimolato appena 52 punti. Così Sassari su quattordici Atenei si è classificato dodicesimo (mancano i risultati di Catanzaro).
Anche in questo caso il test prevedeva ottanta quesiti e anche in questo caso tutte le risposte esatte erano le risposte indicate con la lettera A. Nelle altre facoltà a numero chiuso i candidati nell'Ateneo sassarese se la sono cavata in maniera più dignitosa: ad Architettura i punteggi dei test collocano Sassari al dodicesimo posto su trentatré.
Qui lo studente migliore ha conquistato 58,75 punti: primo fra i 199 aspiranti a uno dei quaranta posti a disposizione. Senza infamia e senza lode anche il risultato dei test per essere ammessi a Odontoiatria e protesi dentaria: in questo caso il più bravo fra i trecentotre concorrenti a uno dei diciannove posti in palio, si è visto assegnare un buon 67,75. Un punteggio che vale all'Ateneo di Sassari il quattordicesimo posto su trentatré. Per tutti i test le graduatorie finale con punteggi e soluzione alle domande è pubblicata sul sito del Ministero dell'università.
Lì, sulle pagine web ministeriali, sono affisse, senza i nomi dei candidati, gioie e dolori di tutti gli aspiranti studenti d'Italia.
VINCENZO GAROFALO
(Unioneonline)
 
Provincia di Sassari Pagina 33
L'inchiesta
Tre atenei nel mirino degli inquirenti
 
Un'inchiesta su tre atenei del Sud Italia accerterà se nei test di ammissione alle Facoltà "a numero chiuso" si sono verificati brogli.
Un'inchiesta su tre atenei del Sud Italia accerterà se nei test di ammissione alle Facoltà "a numero chiuso" si sono verificati brogli.
A insinuare il dubbio sui risultati pubblicati nel sito del Ministero dell'Università è lo stesso ministro, Fabio Mussi. Il membro del Governo Prodi, scorrendo la classifica virtuale dei migliori Atenei, ha parlato senza mezzi termini di «anomalie». A finire sotto inchiesta saranno le Università di Bari, Messina e Catanzaro. Nelle prime due i risultati dei test sono stati sorprendenti, registrando punteggi più alti della media. Bari spicca in vetta alla classifica con un 76 assegnato allo studente più bravo. Così bravo da riuscire a sbagliare solo due risposte: su ottanta quesiti, infatti, settantotto erano validi, due erano stati annullati dallo stesso Ministero perché contenevano degli errori nel testo. A Messina è andata la piazza d'onore, con uno studente che ha superato il test con un 73. L'altro ateneo sotto inchiesta è quello di Catanzaro. É l'unico a non avere ancora inviato i risultati dei test al Ministero: una ragione sufficiente per far storcere il naso al ministro Mussi, deciso ad andare fino in fondo per verificare cosa possa essere successo. L'inchiesta dovrà quindi convalidare il tourbillon di cifre che riferiscono dei test di ammissione affrontati da settantamila candidati in tutta Italia. Risultati che piazzano l'Università di Sassari all'ultimo posto con il miglior studente fermo a 56,25. La classifica degli ultimi vede prima di Sassari l'Università di Salerno, con 61,50, e l'ateneo Piemonte orientale di Vercelli con 62,25. Cagliari si piazza al quintultimo posto con lo studente principe che raggiunge il punteggio di 63,75. Risultati che davanti ai dubbi del Ministro potrebbero valere come una medaglia all'onestà. (v. g.)
 
 
3 - L'Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 18
L'indagine. Allarme della Diocesi su dispersione e abbandoni. Negativi i dati Istat
Istruzione, Cagliari sempre più giù
«È più grave non andare a scuola che non andare a messa»
La Chiesa per cercare soluzioni ha riunito intorno a un tavolo Regione, Provincia, Comune e Ufficio scolastico regionale.
 
Scuola e università sarde indossano troppe maglie nere: dispersione scolastica, assenteismo, abbandoni dei corsi di laurea senza aver dato alcun esame. Numeri impietosi che collocano la Sardegna all'ultimo posto a livello nazionale. E se le graduatorie sono impietose, anche l'atteggiamento del mondo della politica è da condannare: assiste immobile alla situazione, senza far nulla. Per questo la Chiesa lancia un grido di dolore e in occasione del quarantesimo anniversario della morte di Don Milani riunisce intorno a un tavolo Regione, Provincia, Comune e Ufficio scolastico regionale per cercare soluzioni a un problema che non può più essere trascurato.
Scuola e università sarde indossano troppe maglie nere: dispersione scolastica, assenteismo, abbandoni dei corsi di laurea senza aver dato alcun esame. Numeri impietosi che collocano la Sardegna all'ultimo posto a livello nazionale. E se le graduatorie sono impietose, anche l'atteggiamento del mondo della politica è da condannare: assiste immobile alla situazione, senza far nulla. Per questo la Chiesa lancia un grido di dolore e in occasione del quarantesimo anniversario della morte di Don Milani riunisce intorno a un tavolo Regione, Provincia, Comune e Ufficio scolastico regionale per cercare soluzioni a un problema che non può più essere trascurato.
Secondo l'ultimo rapporto di Tuttoscuola, che ha spulciato dati Istat, dei ministeri della Pubblica Istruzione e dell'Interno, Cagliari è all'ultimo posto tra le grandi città, così come Nuoro, Sassari e Oristano nella graduatoria generale che prende in considerazione più di un centinaio di indicatori (tra questi i risultati scolastici degli studenti, il personale, gli strumenti didattici e informatici, le politiche a vantaggio della scuola, i servizi e gli edifici scolastici). Allarmanti le percentuali sulla dispersione scolastica che arriva al 23 per cento e che colloca la Sardegna al terzultimo posto in Italia, ma soprattutto della scolarizzazione (ultima piazza) e del numero di studenti ripetenti (anche in questo caso l'Isola occupa il gradino più basso in Italia). Le cose non vanno meglio nei primi anni di Università: il venti per cento dei ragazzi che si iscrivono abbandonano dopo due anni, molto spesso senza aver dato neanche un esame.
«Visti questi numeri - ha commentato l'arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Mani - possiamo dire che è più peccato non andare a scuola che non andare a messa». L'allarme riguarda anche le scuole cattoliche che da anni sono in caduta libera. Non tanto per le richieste (ogni anno molti studenti non si possono iscrivere) ma per il basso numero di insegnanti religiosi. Assumere laici sarebbe troppo oneroso così importanti scuole di diversi ordini cattolici hanno chiuso. Un panorama desolante che deve cambiare. Per questo l'arcidiocesi di Cagliari ha organizzato una due giorni (oggi e domani all'auditorium diocesano di via Cogoni) per interrogarsi sulla nostra scuola.
«È in gioco il futuro dei nostri ragazzi - ha sottolineato Mani - che abbandonano la scuola e si lasciano conquistare dalla delinquenza». Oggi, dalle 16,30, gli interventi di Edoardo Martinelli (alunno della scuola di Barbiana, fondata da Don Milani) e Marco Meloni (dell'ufficio studi Arel). Domani, dalle 9,30, i tavoli di lavoro e in serata, alle 18,30, il confronto tra politici, con il presidente della Regione, Renato Soru, della Provincia, Graziano Milia, il sindaco di Cagliari, Emilio Floris, e il direttore regionale dell'ufficio scolastico, Armando Pietrella.
 
 
 
Matteo Vercelli
1 - La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Attualità
A Sassari va la maglia nera
I risultati sul sito del ministero
 
ROMA. La maglia nera dei test di accesso alla facoltà di Medicina viene indossata quest’anno da Sassari. Almeno questo è quanto risulta dai risultati dei quiz che si sono svolti lo scorso 4 settembre in 37 città italiane.
ROMA. La maglia nera dei test di accesso alla facoltà di Medicina viene indossata quest’anno da Sassari. Almeno questo è quanto risulta dai risultati dei quiz che si sono svolti lo scorso 4 settembre in 37 città italiane.
In base ai dati pubblicati sul sito del ministero dell’Università, infatti, il primo classificato nell’ateneo sardo ha ottenuto un punteggio totale di 56.25, il più basso rispetto a tutti i «numeri uno» delle altre università in cui si e’ svolto il test.
Segue Salerno, dove il punteggio massimo ottenuto è stato di 61.50; terzo posto per il punteggio del primo classificato dell’ateneo «Piemonte Orientale» di Vercelli, che ha raggiunto quota 62.25.
Gli aspiranti camici bianchi dovevano rispondere a 80 domande relative a quattro aree tematiche: Logica e cultura generale, Biologia, Chimica, Fisica e Matematica. Il punteggio massimo raggiungibile è sceso a 78 dopo la eliminazione di due domande (la 71 e la 79) perché contenevano degli errori.
Continuando nella classifica al contrario degli atenei dove si sono presentati studenti meno preparati, al quarto posto troviamo Milano, dove alla Bicocca il primo classificato ha ottenuto un punteggio totale di 63.50. Si torna poi di nuovo in Sardegna, a Cagliari, dove il primo classificato ha preso 63.75. Sesto posto per Chieti, dove il più bravo ha ottenuto il punteggio di 64.
A Bari, invece, gli aspiranti medici più bravi. Nell’ateneo pugliese, infatti, il primo classificato ha ottenuto il punteggio record di 76, con solo due domande sbagliate. Segue Messina, dove il punteggio massimo ottenuto è stato di 73, e dove per trovare un punteggio pari al primo posto di Sassari, bisogna scendere fino alla 83esima posizione.
E’ stato il ministro dell’Università, Fabio Mussi, a parlare di «anomalie», che emergono dai risultati di un ateneo del Sud: scorrendo l’elenco dei primi cinque risultati per ogni ateneo emergono voti più alti della media in due degli atenei al centro del ciclone, Bari e Messina.
 
Pagina 11 - Attualità
Test truccati a Medicina
Trentamila euro per superare i quiz: sette indagati
Soluzioni via sms in tempo reale a Bari, Ancona e Chieti
 
ROMA. Fino a 30 mila euro per superare il test di ammissione alla facoltà di Medicina. Dopo le polemiche per gli errori scoperti nei quiz svoltisi il 4 e 5 settembre in 37 atenei italiani, a Bari, Ancona e Chieti scoppia lo scandalo.
ROMA. Fino a 30 mila euro per superare il test di ammissione alla facoltà di Medicina. Dopo le polemiche per gli errori scoperti nei quiz svoltisi il 4 e 5 settembre in 37 atenei italiani, a Bari, Ancona e Chieti scoppia lo scandalo.
Le soluzioni dei test sarebbero state fornite a 50 candidati in tempo reale durante le preselezioni attraverso l’uso di telefonini ultrapiatti nascosti nelle zone intime o auricolari. Sette gli indagati. Costava fino a 8.000 euro frequentare un corso di preparazione con la garanzia di essere «assistiti» durante il test di ammissione alla facoltà di Medicina e Odontoiatria, e altri 30.000 se l’esame veniva superato. Ad accertarlo sono stati una ventina di finanzieri che a Bari si sono infiltrati tra i candidati. Uno di loro, un maresciallo, per poco non ha superato il test, «e senza alcun aiuto». La loro indagine, avviata un anno fa dalla Procura di Bari, ha portato alla scoperta di «un fenomeno - ha detto il procuratore Emilio Marzano - davvero preoccupante» e quindi all’operazione «Ippocrate» scattata ieri con una serie di perquisizioni e sequestri anche a Chieti e Ancona e 7 persone indagate a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa ai danni dello Stato.
Tra gli indagati figurano un medico in pensione, che organizzava il corso di preparazione al test pagato profumatamente dagli studenti, la moglie e il figlio del medico, un docente di Chieti, un dirigente del Policlinico di Bari con il figlio studente in Medicina. Secondo la Procura, si tratterebbe di una vera e propria organizzazione dotata di cosiddetti «gruppi di ascolto» che avrebbe provveduto a fornire a 50 candidati le risposte dei test nel corso dell’ultima prova di ammissione. Avevano fatto in modo di far iscrivere alla prova per ogni studente almeno una o più persone che lo avrebbero aiutato concordando anche la composizione delle aule. Gli studenti, tutti vestiti con abiti degli stessi colori, bianco e nero, per potersi riconoscere, si sono presentati alla prova con due telefonini, uno lo hanno consegnato all’ingresso, l’altro nascosto in tasca o nella biancheria intima consentiva di comunicare con l’esterno attraverso auricolari e altri strumenti con tecnologia ‘bluetooth’. Gli investigatori hanno intercettato telefonate e sms e hanno filmato persone che portavano all’esterno dell’aula le domande perchè fossero recapitate da altri complici in scooter a due «sale operative» dove i quesiti venivano risolti e inviati per sms o per telefono ai candidati. Non solo. Le schede telefoniche erano state sostituite poco prima delle prove, per evitare il rischio di intercettazioni, e intestate a cittadini stranieri o anziani.
Intanto il ministro dell’Università Mussi denuncia che «ci sarebbero buste aperte prima di un concorso in un’altra università» e assicura che «se si accerta che i quiz erano a qualcuno noti il giorno prima, perchè trafugati, lì il concorso salta». Su una presunta sottrazione di test sta indagando la Procura di Catanzaro, ma anche a Messina la guardia di finanza ha sequestrato la documentazione dei test del 2005.
Da più parti si chiede l’abolizione di questo esame e l’annullamento delle ultime prove. E si annuncia già una valanga di ricorsi da parte di chi ha svolto regolarmente i test.
 
2 - La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Olbia
L’alberghiero di Arzachena fa il tutto esaurito
L’università degli chef si specializza, oltre 500 iscritti e nuova sede a Budoni
Il preside Felice Catasta sogna di creare a breve anche il corso di russo
di Gianna Zazzara
 
ARZACHENA. Per i più ambiziosi il sogno è diventare famosi come Ferran Adrià, il guru della gastronomia spagnola, uno dei cento uomini più influenti del globo. Per chi ha aspirazioni più popolari basterebbe invece qualche comparsata tra i fornelli della "Prova del cuoco". Poi ci sono gli aspiranti sommelier, i barman, i capisala delle navi. Sono gli studenti dell’istituto alberghiero che quest’anno ha registrato un boom di iscrizioni.
«Ogni giorno arrivano decine di richieste - conferma il preside Felice Catasta -. Quest’anno gli alunni che frequenteranno l’istituto saranno più di 500, ai quali si aggiungono i 52 studenti della nuova sede di Budoni che aprirà i battenti lunedì prossimo, il primo giorno di scuola». Che l’istituto alberghiero sia in cime alle preferenze degli studenti sardi è la novità del 2007: le iscrizioni crescono di anno in anno.
Come si spiega la corsa all’iscrizione? «Fino a un paio di anni fa le scuole professionali erano le ancelle dell’istruzione italiana. Si puntava solo sui licei e sulla formazione classica. Ora invece c’è un cambio di rotta: si sta puntando sull’istruzione tecnico-professionale. E a ragione. Gli sbocchi professionali che offre l’istituto professionale sono diversi. E i diplomati che decidono di non proseguire gli studi universitari non hanno difficoltà a trovare un lavoro». E non potrebbe essere diversamente dal momento che l’istituto alberghiero di Arzachena sorge in una delle province a più forte vocazione turistica. «Siamo fortunati, è vero - ammette il preside -. I ragazzi si iscrivono qui perché hanno la certezza, una volta finiti gli studi, di trovare un lavoro. La Costa Smeralda, il paradiso del turismo internazionale, è a pochi passi da qui ed è uno sbocco naturale per i ragazzi». Da anni infatti gli studenti, durante l’estate, mettono in pratica quanto hanno imparato in aula negli alberghi a cinque stelle della Starwood. «Gli stage estivi sono un momento formativo importante per i ragazzi. E costituiscono le basi per il lavoro futuro, quello che li attende una volta terminato il corso di studi». E così i ragazzi, al termine delle lezioni, si trasferiscono in massa a Porto Cervo e dintorni. Smoking e farfallino al collo, come richiede l’etichetta, fanno di questi giovani perfetti barman, cuochi e maitre di sala. Ma anche i cuochi e gli chef del futuro fanno le prove tra pentole e fornelli. «La Costa Smeralda è un forte traino. Gli alberghi a cinque stelle della Starwood accolgono ogni estate decine e decine di studenti - dice Felice Catasta -. Il boom delle iscrizioni di quest’anno credo sia dovuto anche a questo». E che la scuola alberghiera di Arzachena sia una fucina di talenti lo dimostra il fatto che molti ex studenti siano diventati manager di alto livello. «Franco Mulas, il direttore dell’hotel Cervo, è un nostro ex alunno - dice il preside con orgoglio -. E come lui ce ne sono tanti altri sparsi in tutta Italia». Sarà per questo che l’istituto di Arzachena è il più desiderato di tutta la Sardegna. «Arrivano da tutta l’isola. Stiamo facendo l’impossibile per accontentare tutti. E proprio per questo quest’anno è stata aperta la sede staccata di Budoni». Il sogno del preside? «Inserire il russo tra gli insegnamenti delle lingue. Ormai, se si vuole lavorare in Costa Smeralda, è indispensabile».
 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Nuoro
Il progetto punterà a prevenire rischi ambientali
Venti studenti a caccia di discariche
Provincia e Università lanciano il censimento delle aree degradate
 
NUORO. Le microdiscariche, ma non solo: al setaccio attraverso il progetto di monitoraggio della Provincia di Nuoro e dell’Università degli studi di Sassari (dipartimento di Botanica e Economia Vegetale) tutte le situazioni a rischio di degrado ambientale, fuori dalle città e dentro.
NUORO. Le microdiscariche, ma non solo: al setaccio attraverso il progetto di monitoraggio della Provincia di Nuoro e dell’Università degli studi di Sassari (dipartimento di Botanica e Economia Vegetale) tutte le situazioni a rischio di degrado ambientale, fuori dalle città e dentro.
Saranno venti ragazzi universitari (a titolo gratuito con solo la copertura assicurativa del caso) che attraverso lo strumento del tirocinio formativo, censiranno il fenomeno nel nuorese. In una conferenza stampa ieri mattina nella sede della Provincia si è parlato dell’organizzazione che istituzioni e Università si sono voluti dare, per affrontare l’emergenza: scoprire le discariche e bonificarle ma soprattutto, studiare i comportamenti che rendono possibile una tale pratica e provare a eliminarli attraverso la predisposizione di un progetto che vada incontro alle resistenze finora presenti. «Il termine microdiscariche è stato adottato per indicare depositi abusivi di dimensioni modeste, di rifiuti domestici e di piccole attività artigianali e industriali - ha spiegato l’assessore all’Ambiente Rocco Cementano - attraverso lo studio del fenomeno, capiremo la tipologia di abbandono e lo stato dei rifiuti, l’elevata densità nel territorio delle microdiscariche, arrivando a individuare un fattore rilevante di contaminazione del suolo e di rischio ambientale. Saranno i comuni invece attraverso una convenzione con noi ad occuparsi della bonifica».
Il modello da adottare consiste nella metodologia Marr (si tratta del modello di analisi di rischio relativo). Un modello già applicato nel primo step dello studio condotto dall’università di Sassari, sede di Nuoro, sull’area industriale di Ottana. Il progetto della Provincia crea anche sbocchi occupazionali. Su questo aspetto si è soffermato l’assessore al Lavoro Tore Porcu: «Come Provincia fungiamo da collegamento tra il mondo dello studio e il mondo del lavoro - ha spiegato l’assessore - utilizzando uno strumento formativo come quello dei tirocini che finora avevamo adottato solo per il privato. È interessante adesso sperimentare questa opportunità e si spera successivamente nuovo lavoro, all’interno della Pubblica Amministrazione. Dell’impegno nel progetto dell’Università di Sassari ha parlato anche il responsabile della sezione di Pedologia, Sergio Vacca.

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