Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 August 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 4 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 11
Regione
Pari opportunità: presentato il primo master universitario
 
La parità uomo donna è ancora una verità solo sulla carta. Per attuarla serve ancora molto lavoro e soprattutto personale qualificato. Per questo è stato presentato a Cagliari dall’Ufficio regionale della Consigliera di Parità il primo master sardo sulle pari opportunità. Sarà un corso universitario di secondo livello organizzato dalla facoltà di Scienze politiche della durata di un anno. L’80% dei 40 posti disponibili sarà riservato alle donne, anche extracomunitarie, di cui il 60% a chi ha già un’occupazione stabile e il 40%a precarie o disoccupate. Con nuovi finanziamenti poi saranno possibili anche alcune borse di studio. Informazioni, costi e procedure di iscrizione sul sito internet www.unica.it (settore didattica, post lauream). La scadenza è per il 10 settembre.
CONCILIAZIONE «Le donne vogliono lavorare ma allo stesso tempo avere una famiglia», ha sottolineato l’organizzatrice e direttrice del master Anna Oppo. I dati diffusi dall’assessorato al Lavoro non sono incoraggianti. A fronte dell’alto numero di laureate (in Sardegna il 60% contro il 40% dei colleghi uomini) sono ancora poche quelle che riescono a conciliare casa-lavoro. L’Isola ha infatti il tasso più basso di fecondità in Italia, le donne cioè non mettono su famiglia. «È solo con la collaborazione a tutti i livelli che è possibile», ha aggiunto la neo assessore del Lavoro Romina Congera, «costruire una società dove le donne non debbano pagare il prezzo più alto della crisi economica e sociale». ( an. ber. )
 
2 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 11
Formazione
Multimedia, un corso a Cagliari
 
Iscrizioni aperte al corso di tecnico superiore per la comunicazione e il multimedia. A promuoverlo è un’associazione temporanea di imprese con ente capofila l’istituto tecnico commerciale Fabio Besta di Cagliari. Ne fanno parte anche il Cirem (Centro interuniversitario ricerche economiche e mobilità), l’Università di Cagliari (dipartimento per le ricerche economiche e sociali), il Centro servizi promozionali per le imprese (azienda speciale della Camera di commercio di Cagliari) e la sezione di Cagliari della Onlus Associazione Italia Nostra.
DESTINATARI Il corso è riservato a 25 giovani tra i 19 e i 29 anni, cittadini europei, residenti in Sardegna e con diploma di istruzione secondaria superiore. È prevista la partecipazione di 5 uditori. Il corso inizierà il 10 settembre e si articolerà in 1.200 ore, divise in due semestri, 760 ore in aula all’Itc Besta e 440 di stage in aziende del settore.
ISCRIZIONI Aperte dal 2 luglio, le iscrizioni scadranno alle 14 del prossimo 18 agosto. Le domande dovranno essere presentate a mano o spedite per posta al Besta, in via Cesare Cabras a Monserrato. L’iscrizione dovrà avvenire per doppio canale: on line e con invio del modulo risultante dall’iscrizione on line. Ci si dovrà collegare al sito htpp://www.bdp.it/ifts/cipe/index.php. L’elenco dei candidati ammessi alla prova di selezione sarà affissa all’albo della scuola dal 24 agosto e sarà anche consultabile su www.istitutobesta.it o www.sardegna.ifsitalia.net. L’esame di selezione avrà luogo al Besta il 27 agosto, seguiranno i colloqui dal 29 al 31 agosto. La graduatoria sarà pubblicata il 4 settembre.

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Donne uguali anche nel lavoro 
Un master dell’Ateneo per promuovere le pari opportunità 
di Stefania Siddi 
 
 CAGLIARI. Se la condizione delle donne in Sardegna sembra uguale a quella degli uomini, leggendo i dati si scopre una situazione che è al limite dell’allarme sociale. Le donne studiano di più, sono il 60% dei laureati, ma accedere al mercato del lavoro o fare carriera è un percorso pieno di ostacoli e barriere invalicabili. Nell’isola lavora meno del 40% delle donne contro il 67% degli uomini.
 Va un po’ meglio che nel Sud-Italia ma siamo ben lontani dai tassi di occupazione delle regioni del centro e del nord, che pure pongono l’Italia al terzultimo posto fra i trenta paesi dell’Ocse. Se l’occupazione è scarsa, la disoccupazione e la precarietà sono stigme quasi tutte al femminile. La conseguenza è un tasso di natalità che è il più basso in Italia. In Sardegna il trenta per cento delle donne in età fertile rinuncia ad avere figli a causa delle precarie condizioni di lavoro e della mancanza di servizi. C’è chi rinuncia a una famiglia o rimanda il momento di realizzare i propri obbiettivi privati perchè la gestione di un bambino condiziona spesso irreparabilmente i risultati della professione. Avere figli resta un privilegio riservato a chi ha un lavoro dipendente stabile. È una situazione difficile ma sono spesso le più giovani a non percepire il problema, perché nella scuola e nell’università le discriminazioni di genere sono assenti.
 Cambiare la situazione però si può e si deve, ma gli interventi tampone a posteriori non bastano. Bisogna creare le condizioni e la cultura per promuovere la parità di genere. Per questo la facoltà di scienze politiche dell’Università ha organizzato un master di secondo livello per esperti in promozione delle pari opportunità. L’iniziativa - che rientra nel quadro dell’anno europeo delle pari opportunità per tutti - è partita grazie al sostegno della consigliera regionale di parità Luisa Marilotti, quella provinciale Tonina Dedoni, Paola Giuntelli dell’Associazione delle imprenditrici e dirigenti d’azienda Aidda e Rossella Pinna, assessore provinciale alla cultura, politiche sociali e pari opportunità del Medio Campidano.
 I contenuti del master sono stati presentati ieri all’assessorato regionale del lavoro da Anna Oppo e Aide Esu della facoltà di scienze politiche. Si tratta di un master altamente professionalizzante e innovativo perché tutte le discipline vengono studiate con un ottica di genere e quindi con un tocco di originalità.
 Le lezioni si terranno il venerdì e il sabato. A sottolineare l’importanza dell’evento è intervenuta anche il neo assessore Romina Congera. Il termine per la presentazione delle domande è il dieci settembre.
 Per ulteriori informazioni, è possibile visitare il sito spol.unica.it/master.po/default.htm o scrivere all’indirizzo consiglieraparita@regione.sardegna.it.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Fatto del giorno
«Il loro obiettivo: tornare a casa ricchi» 
Tutti gli studi concordano. Ma non tengono conto delle nuove generazioni 
Sabrina Zedda
 
 CAGLIARI. L’etichetta di «figli poveri d’un paese sconosciuto» per loro non va certo bene: fossero rimasti a casa, non avrebbero vissuto poi tanto male. Il fatto è che quello che avevano non gli bastava: loro vogliono arricchirsi, macinano soldi. Loro sono i cinesi residenti a Cagliari: 546 in tutto (secondo dati Istat del 2006), mille e più in provincia.
 Non sono certo i numeri delle prosperose zone del nord e centro Italia, ma è interessante scoprire che si tratta di dati cresciuti a livello esponenziale negli ultimi anni. A dirlo sono anche alcune pubblicazioni e diverse ricerche. Come quella pubblicata da «Sardegna economica», il periodico della Camera di commercio. L’autrice è Maria Luisa Gentileschi del dipartimento di Ricerche economiche e sociali dell’università, che pur riconoscendo come a Cagliari «la presenza cinese è molto recente» dà un’idea di quella che è stata l’espansione: 166 nel 1996, ben 1.370 alla fine del 2004. Un boom, verrebbe quasi da dire. Ma come è stato possibile? Una delle spiegazioni, scrive Gentileschi, è nella «teoria del riempimento dei vuoti»: dopo aver esaurito l’insediamento economico nelle altre regioni ormai affollate, i cinesi hanno preso di mira nuove frontiere e tra queste la Sardegna. D’altronde non sarebbe potuto essere altrimenti se si considera che i preferiscono aree dove la concorrenza (fra loro) sia meno forte.
 
 Lavorare per fare soldi a palate, e non semplicemente per mettere da parte il gruzzolo da inviare ai familiari rimasti in patria. «Oggi come oggi - spiega Etnie in transito, volume curato da Marco Zurru, docente di Scienze politiche a Cagliari - il cinese potrebbe condurre una vita decorosa anche in Cina. Se emigra lo fa per far soldi e raggiungere il successo».
 Nel Cagliaritano, i cinesi sono forti soprattutto nell’autoimprenditorialità: commercio al dettaglio o vendita all’ingrosso, ambulantato e la storica ristorazione. Attività esercitate in proprio, in alcuni casi insieme al clan familiare, ma sempre come «padroncini». Attività sorte, nella maggior parte dei casi, nel comune dove sono immigrati e risiedono: «Non perché abbiano la necessità far coincidere il luogo di lavoro con quello di residenza come invece preferiscono altre etnie - scrive Maria Luisa Gentileschi - la scelta dei cinesi è soprattutto economica». Ottimizzano tutto, figuariamoci il tempo: preferiscono essere stanziali che pendolari. Basta guardarsi attorno per capire come siano stati capaci di conquistare il territorio con avanzate a macchia di leopardo ma sempre strategiche e redditizie.
 Non altrettanto si può dire della loro integrazione, nonostante mandino i figli nelle scuole pubbliche e non si siano isolati in una chinatown.
 La verità è che l’integrazione completa forse neppure li interessa: la vita lontano dal paese dove sono nati da loro è considerata solo un momento di transito: vogliono ritornare. E dovrà deve essere un ritorno trionfale, perché chi in Cina è rimasto ad aspettarli possa essere orgoglioso del clan. Sarà forse per questo che, come si legge nel libro di Marco Zurru, «i cinesi non consumano le cose della nostra società», rifiutando «il superfluo» come viaggiare o andare al cinema. Anche se forse i figli nati in Italia non la pensano esattamente così.
 
 

Questionnaire and social

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