Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 July 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 7 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 11
Il Crel chiama a raccolta le imprese: il denaro nell’isola costa più che altrove
«Credito, serve una nuova politica»
 
«La caduta di produttività del sistema industriale sardo impone una nuova politica del credito». Gino Mereu e Francesco Porcu, presidente e vice del Crel, fanno il punto sulla crisi economica dell’isola in un seminario (il prossimo si terrà il 16 luglio) organizzato ieri a Cagliari. Il Comitato regionale dell’economia e del lavoro ha chiamato a raccolta le imprese per discutere del ruolo del credito come «leva fondamentale dello sviluppo della regione».
I PROBLEMI Li ha ricordati Riccardo De Lisa, docente dell’Università di Cagliari: «Le criticità derivano da una maggiore rischiosità delle Pmi sarde, che contribuisce a mantenere più elevati i prezzi dei prestiti (circa +1%) rispetto al resto d’Italia. A ciò si aggiunge una diminuzione delle risorse pubbliche, che rende necessario il ricorso al mercato: l’ammontare di prestiti agevolati, infatti, è passato da 376 milioni di euro del 2003 a 188 milioni nel 2006». La ricetta di De Lisa: «Mitigare il rischio di credito delle imprese, sfruttare le risorse aggiuntive, come quelle comunitarie, e mettere in piedi politiche ampiamente condivise e concertate».
I CONFIDI Sarà decisivo il contributo dei Confidi, consorzi che rilasciano garanzie alle banche in favore delle società iscritte. Ieri, al seminario del Crel, hanno partecipato i responsabili dei principali Confidi isolani: il Confidi Sardegna di Confindustria (guidato da Giovanni Cavalieri), delle cooperative (diretto da Riccardo Barbieri), dell’agricoltura (coordinato da Roberto Grassa) e il Confidi degli artigiani (guidato da Dino Barranu). Dalla discussione sono emerse due necessità: la crescita dimensionale dei consorzi e un ruolo più efficace della Regione. «In Sardegna ci sono 36 Confidi: sono tanti», commenta Cavalieri. «In Germania ce ne sono solo 50, in Italia 780. Di fronte a questi numeri», continua, «la Regione dovrebbe favorire i processi di aggregazione, erogando contributi mirati». Per Cavalieri, è poi importante che la Giunta Soru sfrutti le agevolazioni comunitarie «per la creazione di un fondo di controgaranzia: strumento che rafforzerebbe i Confidi nella loro attività».
Lanfranco Olivieri
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
Al via un seminario universitario: esperti internazionali a confronto
Danza, un’arte per guarire
 
Una settimana di studio, dibattiti e approfondimento sull’utilizzazione dell’arte nel quadro terapeutico: partirà il 23 luglio la quattordicesima edizione dell’università estiva di Danzaterapia. L’iniziativa è rivolta a chi opera nel settore della salute (medici, psicologi, fisioterapisti, educatori), della pedagogia (insegnanti) e a chiunque desideri approfondire la conoscenza di questa disciplina. Gli esperti confronteranno le loro esperienze e le diverse tecniche applicate in Italia e all’estero. Gli incontri, organizzati dal Centro studi danza animazione arte terapia di Cagliari, diretto dal fisiatra Vincenzo Puxeddu, si svolgeranno dal 23 al 29 luglio al Tanka village di Villasimius .
La danza terapia, nasce nel 1940, quando negli Stati Uniti alcune donne iniziarono ad operare con bambini psicotici, con esperienze sia individuali che di gruppo.
In Italia le prime esperienze risalgono agli anni Settanta: nel corso dei decenni le applicazioni e gli studi sono stati ulteriormente approfonditi, dando vita a numerose associazioni, scuole di formazione e modelli teorici. Attualmente è presente in Italia l’associazione professionale italiana, istituita nel 1997, che definisce la danza terapia come “una disciplina specifica orientata a promuovere l’integrazione fisica, emotiva cognitiva e relazionale, la maturità affettiva e la qualità della vita della persona”.
Interverranno ai dibattiti dell’Università estiva e racconteranno le loro esperienze Bernardo Carpiniello, direttore della clinica psichiatrica dell’Università di Cagliari, Jeanette Mac Donald, danzaterapeuta inglese, Concetto Gullotta, neuropsichiatra, Andrea Meloni, attore e autore teatrale, Federica Tecchiati, danzaterapeuta e insegnante di yoga. ( s. se. ) 
 
3 – L’Unione Sarda
Commenti Pagina 15
Nuova frontiera dell’architettura
Aria di rivoluzione nanotecnologica
di Mariopaolo Fadda*
 
 Vetrate autopulenti e termoprotettive, calcestruzzo che divora smog, rivestimenti fotosintetici che producono energia, o in grado di eliminare virus e batteri dall’atmosfera con cui vengono a contatto; non stiamo parlando dell’ultima fiction fantascientifica hollywoodiana ma di scenari architettonici contemporanei innescati dall’irrompere della rivoluzione nanotecnologica. La chiesa del Giubileo di Richard Meier a Roma, per esempio, è realizzata con un calcestruzzo che intrappola lo smog in una matrice di nanoparticelle di anidride titanica, decomponendole.
Alla mostra organizzata dalla galleria d’arte newyorkese Max Protetch sulla ricostruzione di Ground Zero, c’erano proposte progettuali imperniante sulla nanotecnologia, focalizzate principalmente sulla “pelle” degli edifici. L’architetto Marwan Al-Sayed enfatizzava il fatto che esiste già una tecnologia in grado di rendere la pelle degli edifici “intelligente”, la nanotecnologia, appunto. La sua intenzione era far sì che l’edificio trasmettesse all’esterno le emozioni interne, adattandosi a tempo, stagioni, ora del giorno, umore degli occupanti o della città o della nazione, feste ed eventi mondiali.
Uno dei primi a predire, alla fine degli anni ’50, la nanotecnologia fu il fisico Richard P. Feynman, ma è stato un altro fisico, K. Eric Drexler, a coniare il termine, negli anni ’80, per descrivere la progettazione e la costruzione di sistemi molecolari alla scala del nanometro (un miliardesimo di metro).
In campo architettonico, le implicazioni della nanotecnologia si annunciano di enorme importanza: la relazione non sarà più tra un soggetto (architetto) e un oggetto (edificio), ma tra due soggetti. Gli edifici saranno sempre meno strutture morte, inerti, per somigliare invece sempre più a organismi viventi che ci costringeranno a una relazione di tipo psicologico con essi.
Dave McNair - giornalista che si occupa di architettura - pone interrogativi che oggi suonano bizzarri ma, tra qualche anno, saranno all’ordine del giorno: “E se un edificio si costruisse, riparasse, smantellasse e riciclasse da sé? Se fosse equipaggiato con sensori che seguono i vostri movimenti nello spazio e adattasse la sua forma, finitura, luce, suoni e calore alla vostra presenza? E, infine, se voi gli parlaste e lui rispondesse?”. Oggi sono oltre 300 i prodotti che la rivoluzione nanotecnologica ha reso commercialmente disponibili. “I nanotubi - dice Peter Yeadon, architetto canadese - sono più resistenti dell’acciaio - Possono condurre o isolare la corrente elettrica, ricavare energia dalla luce, filtrare inquinanti (...), possono anche auto-assemblarsi, cioè autocostruirsi”.
I nanotubi al carbonio consentiranno di realizzare edifici molto resistenti e altamente flessibili, come il prototipo della Carbon Tower, progettato da Peter Testa and Devyn Weiser. Un edificio di 40 piani fuori dalla norma, perché di regola prevalgono le resistenze all’innovazione da parte di proprietari, pubblica amministrazione, enti e agenzie di controllo, imprenditori edili. Se a ciò aggiungiamo l’arretratezza normativa, ci rendiamo conto del perché la sperimentazione di nuovi materiali e processi costruttivi sia così asfittica. Se la professione si trova confinata in queste ristrettezze operative, tocca all’università e agli istituti di ricerca colmare il vuoto. In uno studio condotto in collaborazione dalla Ball State University e dall’Illinois Institute of Technology, i ragazzi dei corsi di architettura hanno progettato abitazioni con l’uso di nanotubi trasparenti al carbonio, nanosensori piccoli abbastanza da essere incorporati non solo nelle componenti dell’edificio ma anche nei suoi utenti, punti di luce quantica in grado di cambiare colore e opacità di pareti, pavimenti e soffitti.
Le premesse di questo progresso tecnologico sono allettanti, ma bisogna sottolineare che ogni nuova tecnologia comporta anche svantaggi, dubbi, interrogativi. Essa migliora la nostra vita ma non è in grado di modificare i nostri bisogni non materiali. Verità, spiritualità, affetto, emozione, non sono cose che i virtuosismi hi-tech o le infatuazioni tecno-utopiche possono soddisfare.
La nanotecnologia, inoltre, trasformerà il nostro ambiente; è essenziale che la usiamo per formarne uno più salutare, confortevole e umano. Lance Hosey - professore alla University of Virginia - accusa gli architetti di anteporre spesso l’estetica all’etica: “Nel nostro affare amoroso con la tecnologia, dimentichiamo spesso di discuterne l’uso. Tutti i grandi edifici sono un matrimonio di tecnica e scopo, ma in molta recente architettura, costruita e non, la tecnica eclissa lo scopo (...), dobbiamo essere vigili nel perseguire il nostro obiettivo o il futuro dell’architettura non avrà più bisogno di noi”. Condivisibile quest’ultimo richiamo alla responsabilità sociale, senza la quale l’architetto di domani rischia di contare molto meno di un nanobot, ossia un robot creato dalla nanotecnologia.
*Architetto, Los Angeles 

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Il Centro Alzheimer adesso è una felice realtà 
La struttura, al terzo piano di San Camillo, ospiterà 15 pazienti per 8 ore al giorno 
Il progetto è frutto di un accordo innovativo fra l’associazione e l’azienda sanitaria 
 
SASSARI. È stato inaugurato a San Camillo il Centro Sperimentale Alzheimer. Una importante struttura che contribuirà all’assistenza dei malati e delle loro famiglie. Il primo esempio di accordo fra un’associazione di volontariato e la Asl che, per esplicita volontà dell’assessore regionale Dirindin, verserà un consistente rimborso spese per tutta l’attività.
 «Sono molto orgoglioso di aver ottenuto questo risultato perchè si tratta del frutto di un lavoro durato tanti anni - ha detto il presidente dell’associazione Alzheimer Gianfranco Favini -. Adesso possiamo dire che gli ammalati di questa provincia potranno godere di un servizio di prima qualità». E in effetti, almeno sulla carta, la struttura sembrerebbe in grado di offrire un aiuto importante non soltanto ai pazienti ma anche ai familiari che, alle prese con patologie di questo tipo, si trovano ad affrontare situazioni difficilissime.
 Il Centro Sperimentale è situato al terzo piano della struttura di San Camillo e occupa circa mille metri quadri suddiviso in diversi ambienti. Nello stesso piano si trova anche l’Unita di Valutazione Alzheimer della clinica neurologica universitaria. Il Centro ospiterà 15 malati con demenze lievi-moderate dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17 e il sabato dalle 9 alle 14 (esclusi i giorni festivi) per cicli di massimo 4 mesi. Il servizio è gratuito per gli utenti.
 Gli ammalati e le loro famiglie troveranno assistenza da parte di uno staff di professionisti fra cui due neuropsicologi (Emiliano Deiana e Franca Sulas), tre operatori sociosanitari, un educatore, un fisioterapista e un infermiere professionale.
 Gli operatori svolgeranno attività occupazionali, cioè impegneranno le persone che hanno disturbi della memoria e della concentrazione, problemi di orientamento e altre caratteristiche delle demenze lievi in attività pratiche stimolanti. Si parla di riabilitazione cognitiva e fisica del malato ma anche di danzaterapia e musicoterapia. Ma le persone, nel corso della giornata, saranno coinvolte nello svolgimento di attività che trovano più consone alla loro storia e alla loro personalità. Inoltre lo staff provvederà a dare aiuto e consigli pratici alle famiglie che, al di fuori dell’orario di assistenza, devono sobbarcarsi il maggior carico di cura.
 «L’approccio - specifica Favini - mira a ritardare il progredire dei deficit cognitivo-funzionali, a recuperare le funzioni residue, garantendo forme di tutela e sostegno». Insomma, si tratta, fino a che è possibile, di consentire al paziente si mantenere il più a lungo possibile la propria autonomia partendo da programmi studiati individualmente. Il Centro si incarica, inoltre, della adeguata formazione professionale degli operatori. I pazienti mangeranno nei locali appositamente predisposti dalla associazione secondo diete personalizzate e la cucina potrà essere utilizzata dagli ospiti che avranno voglia di cimentarsi ai fornelli.
 Interessante è la forma di accordo (della durata di due anni) fra l’associazione e la Asl. Secondo il contratto firmato da Gianfranco Favini e dall’ex direttore generale Bruno Zanaroli la Asl verserà 270 mila euro all’anno al Centro come rimborso spese. Coprirà inoltre le spese relative al consumo energetico, ai pasti e alle pulizie. L’associazione Alzheimer metterà di suo ogni anno 40 mila euro e con il rimborso della Asl retribuirà il personale. L’azienda sanitaria ha adeguato i locali mentre l’associazione li ha arredati.
 Per informazioni relative alla presentazione delle domande di ammissione al Centro è possibile telefonare ai numeri 079254722, 0792598548, 3476598549, 3391911675.
Gabriella Grimaldi
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 49 - Inserto Estate
Teorie sul sottosviluppo 
Il sociologo Bottazzi presenta il suo ultimo lavoro 
 
NUORO. Il nuovo libro di Gianfranco Bottazzi «Sviluppo e sottosviluppo» con sottotitolo «Idee, teorie, speranze e delusioni» (edizioni Aìsara, pagina 447, Euro 30) verrà presentato oggi (venerdì 5 luglio) a Nuoro, salone della Camera di commercio di via Papandrea. Con l’autore ne parleranno Mario Abis (sociologo, presidente di Makno & Consulting), Mario Rosso (direttore generale dell’Ansa), Pietro Soddu e Mario Zidda (sindaco di Nuoro). Introduce e coordina, Giacomo Mameli.
Con chi confrontarsi in un mondo dominato dai «precari»? Col sociologo della modernizzazione Alain Touraine e parlare di sviluppo oppure leggere l’americano Ian Roxborough e analizzare le sue «Teorie del sottosviluppo»? Difficile rispondere. Perché nelle 447 pagine del saggio di Bottazzi ci si imbatte felicemente in un’opera omnia su due delle parole che l’economia, la politica e la sociologia oggi usano maggiormente. Un libro destinato sicuramente alle università e al mercato internazionale perché scritto attorno a due parole supergettonate ma usate spesso, se non a sproposito, certo a cuor leggero e con poche competenze. Due parole altrettanto presenti nella pubblicistica regional popolare sarda e in quella nazionale e internazionale.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Cagliari
 
Provincia. Per i neo-diplomati 
Via ai corsi per le selezioni universitarie 
 
CARBONIA. Inizieranno il 18 luglio alle 9 i corsi di preparazione ai test universitari che l’assessorato provinciale alle politiche della scuola e alla formazione professionale ha organizzato per consentire a neo diplomati e maturati di poter superare le selezioni per le facoltà di medicina, odontoiatria, veterinaria a numero chiuso. «I corsi - ha spiegato l’assessore Tiziana Frongia - sono stati organizzati per consentire ai giovani di partecipare ai test universitari con un’adeguata preparazione. Il corso è articolato in 53 ore di lezioni: 15 di biologia, 15 di chimica e 23 di matematica e fisica secondo il programma dell’Università di Cagliari». Il corso di svolgerà allo Scientifico, le iscrizioni si ricevono nella sede della Provincia a Carbonia, in via Fertilia e ad Iglesias. Informazioni sul sito www.provincia.carboniaiglesias.it o telefonando allo 0781 6695216.(ea) 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Seminario sul progetto Itaca per la tutela del paesaggio 
 
SASSARI. Un seminario per fare il punto sull’accresciuta sensibilità e competenza di quanti, ormai ad un anno dall’avvio delle lezioni, seguono i corsi e i laboratori didattici del Progetto Itaca. È questo lo spirito del seminario tematico in programma il 10 luglio alle 10,30 all’hotel Mediterraneo di Cagliari, che sarà anche l’occasione per la rappresentazione e il commento di alcuni casi di studio trattati nei laboratori didattici.
 Il seminario si inserisce appunto all’interno del Progetto Itaca (Interventi sulla tutela del paesaggio) messo in atto dalle università degli Studi di Sassari e di Cagliari unite in un’Associazione temporanea di scopo. Il progetto Itaca è finanziato dalla Regione e cofinanziato dalla Comunità Europea. Ha ricevuto il patrocinio dall’assessorato regionale al Lavoro e dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed è stato fortemente voluto dall’amministrazione regionale. L’obiettivo del Progetto Itaca è quello di adeguare la competenza degli specialisti della tutela del paesaggio con riguardo alla conoscenza e agli interventi sui paesaggi che caratterizzano il territorio sardo.
 Il progetto formativo è diretto a oltre 700 destinatari provenienti dalle diverse Asl distribuiti in 31 classi localizzate nelle 8 province del territorio regionale.
 
 

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