Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 June 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 8 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Il Sardegna

1 – L’Unione Sarda
Commenti Pagina 15
Scuole elementari
Maestre demotivate e mamme isteriche
di Franco Cabras*
 
I test di selezione per l’iscrizione alle facoltà universitarie a numero chiuso e la pubblicazione di varie graduatorie ripropongono ogni anno il problema del non invidiabile stato della scuola in Sardegna. La scuola è la rappresentazione di ciò che le famiglie e la società vogliono che essa sia. Le famiglie hanno tolto il prestigio sociale a moltissimi insegnanti elementari (ormai quasi tutte donne) i quali, di conseguenza, non hanno più autorità carismatica nei confronti dei loro alunni. Un tempo l’insegnante era rispettato e, tra l’altro, gli si dava del lei. "Lo ha detto la maestra" era la frase che metteva tutti a tacere: era la prova della verità. Mettere in discussione davanti ai propri figli le cose dette dalla maestra era un tabù. Ugualmente, le punizioni inflitte dalla maestra erano considerate sempre meritate. Ovviamente, non tutte le maestre erano degne di tanta considerazione: tra loro c’erano, così come ci sono oggi, le ignoranti, le incapaci di trasmettere il loro sapere, le dispensatrici gratuite di punizioni ingiuste e talvolta umilianti (vedasi, a proposito, Le bacchette di Lula del maestro Albino Bernardini). Ciò significa che la scuola di 50 e 40 anni fa non era un esempio di perfezione. Tuttavia, nonostante le sue manchevolezze, essa era migliore di quella attuale: con la collaborazione delle famiglie e delle istituzioni riusciva, o almeno ci tentava, a trasmettere il sapere cognitivo e certi valori: disciplina, sacrificio, decoro e igiene personale, lealtà, senso civico, amor patrio, impegno e determinazione nel perseguire gli obiettivi, rispetto del prossimo e soprattutto degli anziani. C’è una cosa che, salvo poche eccezioni, gli insegnanti elementari di ieri, così come quelli di oggi, non insegnavano ai loro alunni: apporre correttamente la propria firma, facendo precedere il nome al cognome. Un diplomato o un laureato che non sanno firmare correttamente rischiano di non trovare lavoro. Oggi non è più così: durante i colloqui dedicati alle informazioni alle famiglie, si assiste con frequenza a monologhi di mamme che, urlando, pretendono di insegnare alle maestre il loro mestiere. Le cose si aggravano se le maestre si permettono di fare osservazioni sull’impegno scolastico dei bambini o sulla loro condotta: salvo poche eccezioni, tutti i genitori sostengono che i propri figli (mischineddos) sono oberati dai troppi compiti, studiano moltissimo e sono preparatissimi, sono educatissimi, non è vero che disturbano in classe, non è vero che usano in continuazione i telefonini, non è vero che talvolta tengono altri comportamenti disdicevoli. Questi atteggiamenti sono diffusi in gran parte delle famiglie, che si sentono impegnate ad evitare ai propri figli, dall’inizio della scuola materna fino alla laurea e oltre, ogni difficoltà e si pongono in posizione conflittuale su un versante opposto a quello della scuola. Tuttavia, per rispetto della verità e a scanso di equivoci, è giusto sottolineare che non tutti i bambini e non tutti i genitori si comportano in maniera conflittuale, maleducata o scorretta. Ovviamente non è in discussione il fatto che i genitori abbiano il dovere inderogabile di amare i propri figli, di proteggerli, di aiutarli a risolvere i loro problemi e di difenderli con vigore e determinazione tutte le volte che hanno ragione e non quando hanno torto. Tuttavia questo non basta: devono anche educarli (ponendo regole e impartendo le meritate e congrue punizioni), aiutarli e guidarli a diventare adulti in grado di affrontare la vita, che non è una strada in discesa, in condizione di autonomia e di consapevolezza. In generale, le autorità scolastiche, anche di fronte ai fatti più eclatanti (bambini che vengono giustamente ripresi perché mandano aff... le maestre o danno loro le testate in pancia senza alcun motivo), di fronte alle lamentele dei genitori, tendono a dare ragione a questi ultimi. In queste condizioni, mi pare giustificato che molte maestre si sentano scoraggiate e profondamente frustrate: sono osteggiate dalle famiglie e non sono adeguatamente difese dalle autorità scolastiche. Risultato: cari alunni, fate quello volete, passerete tutti alla classe successiva con un buon giudizio, sia chi si comporta bene, studia e merita di essere promosso, sia chi se ne infischia e non sa nulla. In tal modo si raggiunge la pace sociale e sono tutti contenti: alunni, famiglie, dirigenti scolastici e responsabili politici dell’istruzione pubblica. Queste sono le premesse dei problemi che si aggravano nelle scuole medie, in quelle superiori e nell’università.
*Università di Cagliari
 
2 – L’Unione Sarda
Prima Pagina
Dietro la crisi della scuola
Liquidazione da prof e onorevoli stipendi
di Giuseppe Marci
 
Ho incontrato una collega dei (lontani) anni universitari che non vedevo da tempo. Laurea in filosofia, ha insegnato una vita nelle scuole. Con onore. Le brillano gli occhi, quando dice: «I miei studenti hanno fatto strada, all’università». Il tempo non le ha tolto vivacità, intelligenza e indipendenza di giudizio. Una voce fuori dal coro e una vera "rompiscatole", in una sinistra che aveva, alle volte, paura dei pensieri liberi e non ignorava liturgie e conformismi, poi prevalsi. Ricorda ancora, con un sorriso, la volta che da sola tenne testa a un intero ufficio di segreteria del disciolto Pci. Uomini severi, quelli, resi forti dall’esperienza politica e dall’età, contro una ragazzina: ma non riuscirono a prevalere. Non ride più, invece, quando racconta d’essere andata in pensione, lo scorso anno, dopo circa quaranta di servizio, e ancora non ha avuto quel che le spetta come liquidazione. Questioni concernenti gli istituti pensionistici, momentanei (si spera) problemi di liquidità, trascuratezza. «E pensare - dice - che la mia liquidazione equivale a tre mensilità di un consigliere regionale». Ed è questo, si capisce, che soprattutto la turba e l’offende, ricordando gli anni di lavoro e la fatica spesa, i lunghi viaggi per raggiungere sedi disagiate, aule sperdute, non di rado fredde e maleodoranti, libri comprati di tasca per gli alunni che non ne avevano. E nessuno l’ha mai chiamata "onorevole", né ha pensato di metterle a disposizione un’auto blu con autista, tendine e aria condizionata, né un ufficio confortevole con portaborse all’uscio. «Ma neppure ho avuto - aggiunge ironica - qualcuno che potesse minacciare di mandarmi a casa da un momento all’altro, su due piedi e per sua indiscutibile decisione. Del mio servizio sapevano di non poter fare a meno». Poi si fa seria: «Non voterò più». Mi guarda, come se aspettasse un cenno di disapprovazione, e chiede: «Pensi che sia diventata qualunquista?» Non lo so, non lo penso, non mi sembra giusto emettere un giudizio su una vicenda così sofferta e che la tocca nel profondo. Che tutti quanti ci tocca, quelli che viviamo senza privilegi, che non possiamo (o non vogliamo) sollevare il telefono per chiamare l’amico degli amici, che non facciamo cordate per sostenere i nostri interessi personali o di gruppo, che avevamo pensato la politica come un’azione orientata verso il bene della collettività e osserviamo un po’ sgomenti l’attuale sconfortante scenario. Siamo diventati qualunquisti, come teme la mia interlocutrice o non è piuttosto intollerabile il limite estremo raggiunto dalle cose, in Sardegna e in Italia? Certo è che a lei (e a tutti gli altri come lei) dobbiamo rendere omaggio: il valore morale è quello che risulta a gioco lungo e come bilancio di una vita. Non quello, autoproclamato fin dal principio o quando le vicende sono in corso e i frutti dell’albero ancora acerbi non possono testimoniare la buona qualità del ramo su cui sono nati.
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
Come combattere la sordità
 
Problemi all’udito, sordità e terapie per limitare i disagi di chi, per malattia o età, inizia a sentire sempre meno. Se ne parlerà domani e sabato al T-hotel in un convegno sui percorsi diagnostici e terapeutici a cui parteciperanno il direttore della clinica di otorinolaringoiatria dell’Università, Ernesto Proto, il titolare della cattedra di audiologia Enzo D’Auria, il collega Francesco Panu e numerosi altri esperti di audiologia e di malattie dell’orecchio. Tra i numerosi relatori Edoardo Arslan (Padova), Salvatore Bacciu (Parma), Elisabetta Genovese (Modena), Mario Sanna (Chieti) e i cagliaritano Vassilios Fanos. Il dibattito si concentrerà sulla prevenzione della sordità nei bambini con screening neonatale che consente l’individuazione precoce dei neonati sordi e la possibilità di mandarli in centri qualificati per la diagnosi e la cura. La sordità neonatale colpisce un neonato ogni mille: la diagnosi e la terapia precoci della sordità infantile nel periodo fra il primo e terzo anno di vita consentono una adeguata acquisizione del linguaggio. «La diagnosi precoce e i trattamenti sui bambini sono uno dei temi cardine di questo convegno» spiega Francesco Panu, responsabile scientifico del meeting, «ma tratteremo anche delle nuove frontiere della chirurgia della sordità che comprendono i dispositivi impiantabili nell’orecchio, della protesizzazione acustica, della riabilitazione del paziente sordo e delle novità nella ricerca in campo audiologico». Le nuove protesi, apparecchiature sofisticate di ultima generazione, possono essere impiantate dal chirurgo direttamente nell’orecchio in maniera permanete e ridurre enormemente i problemi d’udito di molti pazienti. (fr.p.)
 
4 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 11
Confindustria
Mirto sardo, aziende soddisfatte per l’indicazione geografica
 
Confindustria vince la battaglia per il Mirto di Sardegna, inserito fra le indicazioni geografiche comunitarie. L’approvazione del Regolamento premia l’azione dell’Associazione degli industriali sardi e delle aziende che costituiscono l’Associazione produttori liquore mirto di Sardegna tradizionale. Il Parlamento europeo ha approvato il regolamento sulla definizione, designazione, presentazione ed etichettatura degli alcolici. In particolare, vengono aggiornate le norme sulle indicazioni geografiche con l’inserimento del mirto di Sardegna. soddisfazioneSi tratta di un successo per la Confindustria sarda e per le aziende che, nel 1994, avevano promosso l’Associazione produttori liquore mirto di Sardegna tradizionale, attualmente costituita dalla Zedda Piras, Distillerie F.lli Rau e Sa Bresca Dorada. Attraverso un progetto comunitario, che ha visto coinvolti, fra gli altri, l’Università di Sassari e l’Istituto Agrario di San Michele d’Adige, era stato possibile qualificare e identificare il mirto di Sardegna attraverso lo studio del prodotto e la messa a punto di un disciplinare di produzione che esclude l’uso di coloranti e aromatizzanti e sottopone le imprese associate a controlli e analisi sull’intera filiera di produzione.

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 43 - Inserto Estate
Festarch, progettare il futuro 
Dal 29 al 1º luglio nella ex Manifattura tabacchi di Cagliari il primo festival dell’architettura 
A convegno i più importanti studiosi mondiali 
In arrivo Kolhaas, Mendes de Rocha, Zaha Hadid, Herzog, Fuksas, Friedman, Graham e Wolf Prix 
 
CAGLIARI. L’ambiente, il paesaggio, la città e la sua vivibilità. In una parola l’habitat. Le relazioni tra l’uomo e il suo spazio, le implicazioni non solo di tipo materiale ma anche filosofico e psicologico, sono tra i temi di riflessione e analisi di Festarch, primo festival dell’architettura che dal prossimo venerdì 29 giugno al 1 luglio si terrà in un luogo simbolo del lavoro e dell’archeologia industriale: la Manifattura tabacchi, fabbrica da tempo dismessa, passata di recente sotto l’amministrazione regionale. Un grande spazio di ventimila metri quadri caratterizzato da diversi luoghi - anche molto ampi - che secondo la “linea” del Governatore Renato Soru potrebbero un giorno ospitare la cosiddetta Fabbrica della Creatività. Un’area urbana cioè offerta all’arte in tutte le sue manifestazioni. E, naturalmente, anche del futuro di questo ex opificio, in quei giorni se ne parlerà al simposio e probabilmente diverse idee e proposte si potranno confrontare. Ma il festival, la cui direzione artistica è stata affidata a Stefano Boeri (già direttore di «Domus») e allo scrittore Gianluigi Recuperati - ed è realizzato in collaborazione con le facoltà di architettura degli atenei di Sassari e Cagliari e la sezione sarda dell’Inu - ha il vero cuore nel rapporto tra piani paesistici e nuovo rilancio dell’architettura. Un progetto di qualità della vita e dell’ambiente, visti e considerati in stretta relazione tra loro e che, proprio per questo, ha richiesto la partecipazione non solo degli addetti ai lavoro in senso stretto, cioè gli architetti, ma anche di filosofi, designer, fotografi, ma anche scrittori.
 Ecco così la presentazione di piani attualmente “work in progress” a livello internazionale, presentati e offerti a una pubblica discussione per rilanciare quello che è uno dei nodi politici e culturali del futuro della società. Tanto più di una società in cambiamento come quella sarda, dove la relazione tra paesaggio e progettazione necessitano di una continua e nuova messa a punto.
 È quindi di straordinario interesse che nell’arco dello stesso fine settimana a Cagliari si possano ascoltare importanti architetti e progettisti come Rem Koolhaas (tra coloro che lavoreranno alla progettazione di riqualificazione abitativa e ambientale del quartiere di Sant’Elia, a Cagliari), Paulo Mendez de Rocha (vincitore del progetto della realizzazione del campus universitario nell’ex Semoleria), Zaha Hadid (vincitrice del progetto del museo dell’arte nuragica e contemporanea, Betile, che dovrebbe sorgere sul lungomare di Sant’Elia) e Jacques Herzog, tutti e quattro titolari del prestigioso Premio Pritzker. Con loro anche Dan Graham, Wolf Prix, Yona Friedman, Massimiliano Fuksas, Edouard Glissant. Ma anche fotografi di grande lustro come Gianni Berengo Gardin (del quale proprio in questi giorni nel Foyer del Lirico si può visitare una esposizione di scatti realizzati in Sardegna) e Gabriele Basilico, designer come Enzo Mari e scrittori come Daniele Del Giudice.
 Confronto a tutto campo dunque all’interno dell’ex fabbrica dei tabacchi, dove saranno allestiti tre luoghi diversi ribattezzati Manifattura 1, 2, 3 e 4 che accoglieranno i dibattiti come i laboratori, e persino un concerto del pianista di culto della new age italiana, Ludovico Einaudi, di scena domenica 1 luglio con Marco Decimo e Robert Lippok. Altre location prescelte sono quelle dell’Ex Lazzaretto di Sant’Elia e le facoltà di architettura di Alghero e di Cagliari.
 Davvero imponente il numero degli incontri e degli eventi, alcuni dei quali anche in contemporanea. Il via ufficiale alle 9,30 di venerdì è con un dibattito sulle «Dismissioni creative»: un confronto tra centri europei dedicati alla cultura e alle «creative industries», sorti cioè in spazi archeologia industriale e promotori di nuovi processi di sviluppo territoriale. Due ore dopo, alle 11,30, si parlerà di «Giardino planetario: la Sardegna e il “Terzo paesaggio”»: un incontro con il teorico francese del paesaggio Gilles Clement che parlerà della sua ricerca tra impegno ambientale e studio della natura urbana. Il giapponese Kengo Kuma (ore 10,30) racconterà dei suoi progetti tra Tokyo e Cagliari mentre alle 18,30 Hans Ulrich Obrist parlerà di in progetto di archivio digitale. Sono solo alcuni degli esempi di una giornata di un Festival che non mancherà di attrarre e incuriosire per il suo inedito taglio culturale.
Walter Porcedda
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Oristano
Sabato a Sassari la presentazione del libro di Maria Rita Piras edito da S’Alvure 
Archetipi e memorie sul popolo sardo 
 
SASSARI. Succede spesso che l’incrocio fra più discipline scientifiche dia risultati davvero inattesi. Di certo suona strano che un intreccio tra scienza medica, grafologia e archeologia possa portare dei frutti. Invece i sorprendenti risultati degli studi eseguiti dalla professoressa Maria Rita Piras aprono le porte ad una realtà sinora inesplorata.
 Nel libro “Archetipi e memorie. Scrittura arcaica, immagini e rappresentazioni del popolo sardo” (335 pagine, editrice S’Alvure di Oristano), il complesso mondo della scrittura, in tutte le sue varianti, si confronta con il passato. Quello recente e quello molto più antico. L’esplorazione dell’autrice parte dall’esperienza quotidiana nell’ambito lavorativo. Maria Rita Piras, oltre ad essere neurologo nella clinica dell’Università di Sassari, dove è responsabile del laboratorio di neuropsicologia clinica e ambulatorio per le demenze, è anche docente di neuropsicologia clinica nelle scuole di specializzazione di neurologia, psichiatria e geriatria dell’Università di Sassari.
 Sono stati i malati di Alzheimer ad ispirare la sua fatica letteraria, secondo volume della collana Apollo della casa editrice oristanese. E il caso ha voluto che l’opera di Maria Rita Piras trovasse ispirazione proprio nel primo volume della collana, “Sardoa Grammata” dell’oristanese Gigi Sanna.
 Analogie nate sulla base di una semplice osservazione e che hanno al centro la scrittura. Quella dei malati di Alzheimer, che con il progredire della malattia, regredisce sempre di più. Da scrittura complessa si trasforma in messaggio semplice, che per essere lanciato utilizza dei simboli e non più le lettere.
 Il viaggio nella mente dei malati si trasforma così in un’esplorazione della storia dell’uomo, perché quei simboli corrispondono o hanno tantissimi punti in comune con quelli delle scritture arcaiche, compresi quelli dei popoli sardi. Quest’ultimo tema, sul quale c’è un fervente dibattito, era stato riproposto dall’opera di Gigi Sanna a sostegno della tesi, suffragata da qualche ritrovamento archeologico, che gli antichi abitanti dell’isola utilizzassero delle forme arcaiche di scrittura per comunicare.
 La scoperta di una scrittura arcaica in patologie degenerative del cervello come le demenze, suggerisce l’esistenza di archetipi, rappresentazioni universali presenti nelle culture di tutti i tempi e civiltà, all’interno della mente umana. Sono quindi segni di una memoria genetica.
 L’opera verrà presentata al pubblico dall’autrice e dall’editore Silvio Pulisci sabato 23 giugno, nell’aula magna dell’Università di Sassari. S’Alvure intanto sta moltiplicando gli sforzi e a breve verrà pubblicato il terzo volume della collana Apollo, intitolato “I segni del Lossia cacciatore” nuova opera dell’oristanese Gigi Sanna.
Enrico Carta 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Sardegna
Specializzandi, dal Tar uno spiraglio 
Il contestato bando per l’ammissione sospeso dai giudici amministrativi 
 
SASSARI. Si apre uno spiraglio per i neolaureati della facoltà di medicina che non potevano partecipare al bando per l’ammissione per la scuola di specializzazione senza essere in possesso dell’abilitazione dell’esame di stato.
 Ieri il Tar Sardegna ha accolto la richiesta di sospensiva contro il bando che quest’anno prevedeva tale requisito per l’ammissione e che vedeva esclusi gli studenti che si sono laureati tra ottobre dello scorso anno e aprile 2007 e che possono sostenere l’esame di Stato solo il 18 luglio prossimo mentre il Ministero ha fissato la data delle prove scritte per accedere alle selezioni delle scuole di specializzazione per il 3-4 luglio.
 L’accavallamento di date escludeva dalle selezioni tanti studenti per sole due settimane di tempo. Uno sbarramento che riguarda 39 studenti a Sassati, 59 a Cagliari ma che, in tutta Italia, sono complessivamente oltre 1800.
 La protesta, partita da Sassari appunto, si è allargata a macchia d’olio in tutta la penisola. Il ministro per l’Università Fabio Mussi aveva inviato una lettera ai ministri della Sanità Livia Turco e per gli affari regionali Linda Lanzillotta una lettera in cui li invitava a prendere insieme in carico la faccenda, nell’ambito delle rispettive competenze. Prima che però il governo si decida e mentre anche i rettori delle università hanno chiesto al ministero, al quale compete la fissazione delle date sia degli esami di stato che degli esami per l’ingresso nelle scuole di specializzazione, sono intervenuti i giudici amministrativi.
 A sollecitarli gli studenti sardi, rappresentati dall’avvocato Gianmario Dettori, che hanno presentato ricorso al Tar poiché, tra gli altri motivi, la normativa europea non prevede l’iscrizione all’ordine per essere ammessi alle scuole di specializzazione ma la sola laurea.
 La ricaduta dell’ordinanza dei giudici amministrativi sardi la dice lunga: infatti il ricorso è stato ammesso con riserva e il tutto verrà trasferito nei prossimi giorni al Tar Lazio che a questo punto dovrà metter fine a questa confusione legislativa su tutta il territorio nazionale.
Maurizio Porcu
1 -  Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 24
Bilanci. Aumento delle tasse: parlano i dirigenti delle facoltà: «Mancano anche i soldi per la carta»
Il grido d’allarme dell’Università
I presidi: “Ateneo sul lastrico”
Tutti d’accordo sulla necessità di nuovi fondi
Finanziaria sotto accusa. Solo Faa è contrario
 
I soldi, in cassa, non ci sono. Spiccioli, ma non bastano nemmeno per le pulizie. E per la carta, che nell’università è fondamentale. e per quella igienica,necessaria dappertutto. A dirlo stavolta sono i presidi delle facoltà cagliaritane che, all’unisono,affermano: «Siamo sul lastrico». Il grido d’allarme arriva dai vertici dell’ateneo, da coloro che gestiscono i cordoni delle borse. La ricetta per la crisi il Rettore Pasquale Mistretta l’ha già scritta: più tasse per tutti,anche se in proporzione al reddito: ha scatenato il malcontento degli studenti, che invece chiedono tagli agli sprechi e una riduzione dei centri di spesa dell’Università. Per i presidi la situazione è delicata, ma quasi tutti sono d’accordo:servono urgentemente i soldi per andare avanti, si alzi il livello di tassazione oggi tra i più bassi d��Italia, ma si concerti una soluzione con gli studenti,evidenziando prima i vantaggi concreti che ricaveranno dall’aumento delle tasse universitarie.«Purtroppo i tagli della Finanziaria nazionale ci hanno complicato l’esistenza»,lamenta Aldo Pavan, preside designato di Economia e Commercio,«certo, ci servirebbe personale amministrativo qualificato, che conosca meglio le lingue straniere, ma abbiamo bisogno di manutenzione, di pulizie: trovo che sia più giusto però fare lezione in aule sporche che non farle del tutto. Abbiamo un livello di tassazione tra i più bassi d��Italia, ma individuiamo una strategia che miri al negoziato con gli studenti».Più o meno sulla stessa linea di pensiero Alberto Granese, preside uscente di Scienze della Formazione: «La preoccupazione degli studenti è comprensibile», ammette, «tuttavia bisogna riflettere. Dopo i tagli della Finanziaria la mia facoltà ha subito tagli impressionanti, oggi abbiamo difficoltà anche per la carta per il fotocopiatore. Spero tuttavia che si arrivi all’apertura di un tavolo tra le istituzioni accademiche e gli studenti per confrontare le diverse esigenze». Lungo l’elenco dei problemi anche in Ingegneria:«È vero, ci servono i soldi per la manutenzione ordinaria di aule e strumenti e per il personale fisso», denuncia il preside Francesco Ginesu, «ma soprattutto servirebbero laboratori centralizzati per la didattica. La difficoltà economica comunque è il momento migliore per progettare. Sulla vicenda tasse era tutto scontato: sia gli aumenti, sia le proteste. Tuttavia occorrerebbe compensare gli aumenti con borse di studio maggiori per i meritevoli». Gli stessi che chiede Massimo Deiana, preside di Giurisprudenza:«Bene gli aumenti, ma vorrei più attenzioni per gli studenti capaci e meritevoli. Purtroppo oggi l’Università assume nella società un ruolo di ammortizzatore che non le compete e che le costa, intervenga lo Stato o la Regione». Il preside di Scienze Politiche Raffaele Paci chiede di decentrare le tasse alle facoltà per adeguare i servizi alle esigenze degli studenti, mentre è contrario agli aumenti solo il preside Medicina Gavino Faa. «Come si fa a chiedere un aumento a famiglie di studenti alle prese con povertà e precariato», accusa, «trasmettere cultura è anche un dovere sociale per l’Università, occorre introdurre meccanismi di protezione economica per gli studenti meno abbienti».
Ennio Neri
 
La convocazione di SanJust
Il rettore in commissione
“Servizi scarsi”
Carlo SanJust convoca Mistretta in Regione. Entro la settimana prossima. Secondo il consigliere regionale di Forza Italia, la Regione deve intervenire a sostegno dell’Università e degli studenti che protestano contro l’aumento delle tasse universitarie.«C’è un gap di 4 milioni di euro che l’Ateneo deve recuperare a causa del taglio dei fondi statali», dice SanJust, «ma non possono essere certamente gli studenti quelli in prima linea per il risanamento del bilancio dell’Ateneo cagliaritano. Credo che un aumento delle imposte per poter studiare sia elevatissimo rispetto ai servizi che l’Università del capoluogo sardo offre. Nonostante, a parole,ma non nei fatti, lo scorso anno le tasse siano rimaste invariate. Intanto, sarebbe giusto che l’Ersu, da parte sua, predisponga fasce di reddito con scaloni meno elevati».
 

Questionnaire and social

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