Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 June 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 4 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina Pagina 1
A proposito di riforme
Università e politici, l’Europa è lontana
di Giuseppe Marci
 
Nell’ordinamento universitario il raggruppamento, spiega il dizionario Sabatini Coletti, è un gruppo di discipline per le quali si bandisce un unico concorso. Attualmente, in Italia, di raggruppamenti ce ne sono 360 e il ministero ha avviato un progetto di riduzione del loro numero, giudicato eccessivo. Tale ipotesi non è condivisa da molti docenti universitari che se ne lamentano, come di recente ha fatto il professore Edoardo Barbieri, filologo, studioso di bibliografia e storia del libro, docente all’Università cattolica di Milano. Gli ha risposto il ministro dell’Università e della ricerca che lo ha pubblicamente redarguito, con severità e ironia, spiegando agli italiani di aver voluto, proprio lui, questa riduzione: «Nel resto d’Europa i raggruppamenti sono in genere meno di 100, in Italia 360. Perché? Il sapere in Italia è forse più complesso che in Francia, Germania, Gran Bretagna? No, la ragione è un’altra. Frammentando le discipline, quando si fa un concorso, è un gioco da ragazzi emettere bandi nei quali è già incorporato il nome del vincitore. Astuto. Che poi si chiami l’astuzia "autonomia", conta poco. Sono queste le cose che danneggiano la reputazione dei professori universitari». Oh! Finalmente uno che gliela canta e gliela suona, a questi docenti di poca reputazione che non vogliono entrare in Europa, a nessun costo. Come invece è entrata trionfalmente l’Italia, tutta intera, ammodernando la legge elettorale con meccanismi atti a evitare che le liste elettorali avessero già "incorporato" il nome del vincitore: e difatti, nelle ultime elezioni, gli eletti sono risultati tutti espressione della volontà popolare e nessuno di loro è stato scelto dai vertici dei partiti. Né si potrà dimenticare che anche nel Parlamento europeo i deputati italiani danno prova di sicura fede europeistica: in premio godono di un livello stipendiale superiore a quello dei loro colleghi parlamentari provenienti dagli altri stati membri. Astuto. Come, del resto, indiscutibilmente europeo è il numero dei ministri e dei viceministri che compongono l’attuale esecutivo: appena cento, con ampia rappresentanza femminile e livelli di età sempre più bassi. Questa non è astuzia, è la dimostrazione che vogliamo procedere, con rigore, verso la modernità. Appena un’ombra, duole dirlo, vela l’entusiastica adesione al concerto europeo: i costi del Quirinale e il numero del personale addetto. Viaggiamo su cifre almeno doppie rispetto a quelle di Gran Bretagna e Francia. Ma forse dobbiamo considerare questo fenomeno come appartenente alla sfera di una nostra personale "autonomia": in fondo, mille uomini in armi sul Colle più alto sono anche un omaggio alla memoria storica dell’Italia nata coi mille armati di Giuseppe Garibaldi. Non so e non mi preoccupa se questo danneggi o meno la nostra reputazione ma ritengo, ministro, che sarebbe ora di rimboccarsi le maniche per fare pulizia. Nei raggruppamenti universitari e in tutto il resto.
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 14
Corsi per i test universitari
L’associazione culturale Ischire ha aperto le iscrizioni ai corsi di preparazione per le facoltà universitarie a numero chiuso: Medicina, Odontoiatria, Professioni Sanitarie, Farmacia, Biologia, Informatica. Il corso, della durata complessiva di 60 ore, tratta le materie del test e comprende cinque simulazioni di test da due ore ciascuna e si svolgerà nel periodo che va dal 16 luglio al 1 settembre. Per informazioni consultare il sito internet www.ischire.com o chiamare i numeri di telefono 347/4492783 e 329/1774045.

1 – La Nuova Sardegna
Una nuova ricerca 
Un farmaco contro il Parkinson 
 
ROMA. Un farmaco anti-ipertensione e anti-ictus, l’isradipina, potrebbe rallentare il decorso del morbo di Parkinson, una delle malattie neurologiche più diffuse tra gli anziani. Secondo quanto riferito sulla rivista Nature, il medicinale ha dato risultati positivi nei test sui topolini malati ringiovanendo i loro neuroni danneggiati e ristabilendo la loro funzione. L’isradipina potrebbe essere testata presto sui pazienti, dichiara James Surmeier, il quale ha condotto lo studio alla Northwestern University presso Chicago. Il morbo di Parkinson è una grave malattia neurodegenerativa in cui i neuroni produttori di dopamina (dopaminergici) invecchiano e muoiono, lasciando il cervello a corto di questo importante neurotrasmettitore cruciale per la coordinazione dei movimenti. I pazienti hanno infatti difficoltà sempre maggiori a compiere movimenti anche semplici. Oggi non c’è una vera cura per il Parkinson, l’unico farmaco disponibile è la L-Dopa, che però allevia solo i sintomi.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Cultura e Spettacoli
«E’ nel passato la chiave del futuro» 
Marc Augé al «Marina café noir» spiega il mondo da antropologo 
Lo studioso francese ha tenuto una lezione sulla figura dell’etnologo e l’urbanizzazione globale
«La nostra storia non potrà mai liberarsi dai conflitti» 
 
Marc Augé è stato senza dubbio l’ospite più importante del Marina Café Noir, e probabilmente anche il più generoso. Si è offerto per oltre due ore venerdì mattina all’Università di Cagliari, in una lezione dibattito sul rapporto tra l’etnologo e l’urbanizzazione del mondo, e ancora sabato pomeriggio in piazza Savoia, coordinato dal professor Franco Lai, ha incontrato il pubblico per altre due ore. Si è parlato stavolta del ruolo dell’antropologo in tutti i suoi aspetti, grazie anche alle numerose domande che giungevano dalla piazza gremita.
 E non si è certo lasciato mancare l’occasione di gironzolare con quegli occhi azzurri sempre sorridenti che negli ultimi quarant’anni hanno osservato tutto il mondo e l’Africa in particolare, e si sono divertiti a scrutare in profondità nell’animo degli uomini.
 Dagli anni Novanta poi, una nuova e del tutto originale specializzazione lo ha resto celebre anche ai non addetti ai lavori: quella di antropologo dei mondi contemporanei, con un ciclo di opere che si concentrano sul quotidiano e sul concetto di surmodernità. Libri come “Un etnologo nel metrò”, “Rovine e macerie” e ovviamente “Nonluoghi” sono capaci di raggiungere un pubblico sempre nuovo anche a distanza di quindici anni dalla loro uscita. Lo abbiamo intervistato sui temi e le impressioni che lo hanno coinvolto in questi tre giorni di festival.
 -Lei è un eccezionale osservatore. Cosa ha trovato qui al Marina Café Noir che porterà a casa con se?
 «Ho trovato una manifestazione magnifica, che si svolge dentro il cuore di questa città e che in questo modo mi ha permesso di scoprire la città. E’ perciò un piacere doppio, per me, essere qui. Per non dire poi con quanta cortesia e gentilezza mi abbiano accolto le persone che ho incontrato e soprattutto gli organizzatori a cui vanno i miei complimenti. Conosco bene gli sforzi che si nascondono dietro una manifestazione così».
 L’altra notte l’abbiamo vista gustare con attenzione un’installazione in suo omaggio, che assemblava musica e immagini realizzate da giovani artisti cagliaritani. Che impressiona ne ha tratto?
 «Un’ottima impressione. Tanto dal lato del video, quanto dalla parte musicale, ho potuto apprezzare l’interpretazione, gli arrangiamenti e la grande professionalità di coloro che l’hanno realizzata. Era una vera opera, per quanto mi riguarda, che ha messo in scena le sensazioni di acceleramento e solitudine che un libro ha invece difficoltà a esprimere».
 - Lei ha scritto che dal futuro ci dobbiamo aspettare molta durezza e molta violenza. Questo avverrà anche per quanto riguarda il tema delle migrazioni?
 «Dicendo questo non pensavo soltanto alla migrazione. Intendevo estendere il concetto alla storia in generale, che non può liberarsi mai totalmente dai conflitti, almeno per quanto riguarda l’esperienza dei millenni passati. C’è una violenza che è intrinseca alla natura degli uomini. Si può sperare che venga padroneggiata, ma non credo che si sia giunti ancora a quel momento. Credo altresì che la storia non sia finita, e questo è un aspetto positivo. Capiteranno ancora molte cose nel futuro, tra cui necessariamente ci saranno anche dei conflitti».
 «Certo, per quanto riguarda la migrazione, essa è sicuramente una violenza, oggi. C’è tanta gente che muore nel tentativo di passare da un continente all’altro, e tanti altri aspetti che se ci fermassimo ad analizzare uno per uno dimostrerebbero che la violenza si annida dappertutto».
 - Ma le cose peggioreranno davvero in avvenire?
 «In realtà non credo che il peggio debba necessariamente ancora arrivare. Se guardiamo bene i conflitti sono già in atto, noi possiamo confidare nel progresso, cosa in cui personalmente credo molto. Il punto sta nel capire e domandarsi il perché della violenza».
 - C’è un dato economico che riguarda l’area del Mediterraneo che dimostra come il giro di affari della criminalità è pari, non a caso, al prodotto interno dei paesi in via di sviluppo. Dove si nascondono oggi i pirati?
 «Ci sono molti pirati in giro, senza dubbio, e gli esempi da fare sarebbero innumerevoli. C’è innanzitutto l’assenza totale di moralità dei grandi gruppi multinazionali, che fanno affari e commerciano con qualunque regime politico. C’è tutta l’immoralità che ruota intorno alla questione del petrolio, e via di seguito. Un elenco completo sarebbe eccessivamente lungo, purtroppo».
 - C’è un terzo tema in questo festival che riguarda gli eroi. Chi sono gli eroi oggi, se ce n’è sono?
 «Bisognerebbe sapere innanzitutto cos’è un eroe. Quando ero giovane ricordo che mi facevano svolgere dei temi di filosofia dove ci si chiedeva di distinguere tra il saggio e l’eroe. Il saggio è colui che conosce la verità, o una verità, e la applica. L’eroe invece è colui che non è sicuro di nulla, però agisce lo stesso. Per me dunque, prima di tutto, è eroico continuare a vivere. Potremo cercare moltissime figure eroiche da analizzare, e in tutte troveremo questa componente: l’eroe puro continua a lottare senza sapere perché».
 - Spesso oggi si tende a procedere per dicotomie. Soprattutto il mondo politico parla con categorie nette come buoni e cattivi, ricchi e poveri, bene e male. Stiamo perdendo la capacità di vedere le sfumature che stanno nel mezzo?
 «Sì. Io penso che su questi argomenti, come su altri, bisogna reintegrare il tempo nel pensiero. Ritrovare un po’ di dialettica nei concetti sarebbe certamente un modo per evitare queste divisioni in categorie assolute. Un altro problema molto spesso è quello di affrontare gli argomenti in termini spaziali, un esempio chiaro è la questione del globale e locale. In realtà anche per affrontare questi temi sarebbe utile parlarne in termini temporali. E’ necessario, secondo me, ripensare il passato per poter immaginare il futuro, e sostituire ai concetti opposti di globale-locale, quelli di universale-individuale. Ecco, ora le ho svelato la mia ricetta».
 Augé saluta con una bella risata che restituisce un po’ di ottimismo nel futuro, e si concede paziente al rito degli autografi, alle mille richieste degli studenti fornendo a tutti la sua email e la sua disponibilità.

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