Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 June 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 11 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis Pagina 17
Incontro col commissario Pinna e col rettore Mistretta
A Orbai i sindaci del Geoparco
 
Riparte dal villaggio minerario di Orbai l’attività dei Comuni del Parco Geominerario. A sancirlo sono stati, ieri mattina i rappresentanti della Comunità dei sindaci, il commissario dell’Ente parco e i rappresentanti dell’università di Cagliari. «Un appuntamento importante - ha spiegato Pierluigi Carta primo cittadino di Iglesias e presidente della Comunità dei sindaci - perché si apre un percorso che porterà alla valorizzazione di un patrimonio ambientale, culturale e tecnologico che avrà come protagonista principale il territorio». Nel corso dell’incontro, cui hanno partecipato Giampiero Pinna, commissario straordinario dell’Ente Parco e il rettore dell’Università di Cagliari Pasquale Mistretta, sono state illustrate le modifiche che saranno apportate al decreto istitutivo del parco. «Provvedimenti - è stato spiegato - che porteranno alla "messa in moto" del parco. Il provvedimento stabilisce i criteri per la costituzione del Direttivo (che dovrà essere composto da 3 rappresentanti dei comuni, uno dell’università, uno di nomina ministeriale, uno regionale e un componente che dovrà essere nominato dalle associazioni culturali e ambientaliste». Sono state spiegate anche le finalità del Parco che interesseranno il recupero, la valorizzazione e la gestione scientifica ed economica del patrimonio del parco geominerario cui potrà aggiungersi l’attività di formazione post universitaria nei corsi di ricerca e dottorato di ricerca. Il villaggio minerario di Orbai è stato ricostruito e trasformato in centro turistico e, come ha rimarcato il sindaco Franco Porcu, «la sua valorizzazione passa per il Parco Geominerario». (d.m.)
 
2 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 49
I risultati di un convegno
Malattie autoimmuni in Sardegna: primati e promesse
 
Vittime di fuoco amico. È la sorte cui sono soggette le cellule di un organismo quando vengono colpite dal proprio sistema di difesa, normalmente attivo solo contro le infezioni esterne. Queste malattie si definiscono auto-immuni perché è come se il nostro sistema immunitario sfuggisse a quei meccanismi di controllo che gli impediscono di attaccare i suoi stessi tessuti. Le malattie autoimmuni sono molto numerose. La loro origine è un diabolico intreccio di cause: una complessa matassa di geni predisposti con l’aggiunta di un’esposizione a particolari condizioni ambientali. La conoscenza dei fattori all’origine di queste malattie creerà le premesse per un approccio consapevole alla loro prevenzione e cura. Le terapie attuali per la maggior parte delle malattie autoimmuni sono molto impegnative e a volte dimostrano parziale efficacia. La Sardegna vanta qualche triste primato in questo campo, facendo registrare altissimi valori di incidenza di malattie come il diabete di tipo 1 e la sclerosi multipla. Perché? Si ritiene che le cause risiedano nelle particolari caratteristiche genetiche della popolazione sarda e al suo stesso secolare isolamento. Ma attenzione, ciò non significa che il genoma dei sardi sia destinato sistematicamente a causare condizioni deleterie, basti pensare alle caratteristiche positive, da Guinness dei primati, primo fra tutto l’elevato numero di longevità. Gli stessi fattori genetici che causano le malattie autoimmuni, inoltre, potrebbero in passato avere giocato un ruolo importante per difenderci dalle infezioni. In Sardegna lo studio di questa branca della medicina impegna numerosi laboratori, centri di ricerca e reparti ospedalieri. Un quadro d’insieme è stato tracciato due giorni fa all’auditorium del Parco tecnologico della Sardegna, nel corso del convegno "Malattie autoimmuni in Sardegna, ricerca e risvolti applicativi per il Distretto della Biomedicina". Lo scopo dell’incontro, organizzato da Sardegna Ricerche, era anche quello di favorire l’interazione tra ricerca, impresa e sistema sanitario per lo sviluppo di nuove molecole nella terapia di queste patologie. «Lo dobbiamo in primo luogo ai pazienti», ha spiegato Francesco Cucca, docente di Genetica Medica all’Università di Sassari, da anni impegnato nello studio delle malattie autoimmuni, e la nostra regione ha tutte le caratteristiche per realizzare questi obiettivi». Cosa occorre? «Bisogna identificare in maniera esaustiva i fattori genetici, attraverso analisi ad alta risoluzione del genoma umano, in migliaia di individui sani e malati, per capire dove risiedono le differenze tra chi si ammala e chi non si ammala. Solo adesso questo tipo di analisi, di milioni di punti del genoma per migliaia di individui, sono diventate tecnicamente possibili, ma hanno un costo alto. In questo modo verranno delucidati i fattori causali delle malattie cosiddette multifattoriali, diabete, sclerosi multipla, asma, ipertensione, infarto e tante altre. Siamo a una transizione storica nelle conoscenze acquisite dalla nostra specie». Dal gene al farmaco, quanto passa? «Più aumenta lo spessore delle nostre conoscenze, maggiori sono i punti d’attacco per la messa a punto di nuovi farmaci. Ma il passaggio non è per niente banale».
Andrea Mameli
 
3 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 50
Domani a Cagliari il saggio del giornalista Giancarlo Bosetti
Spin, i trucchi della politica in tv
 
"Spin: trucchi e tele-imbrogli della telepolitica" (Marsilio) è il saggio del giornalista Giancarlo Bosetti che sarà presentato domani a Cagliari alla presenza dell’autore. L’appuntamento è per le 18 nella sala conferenze dell’Associazione della Stampa Sarda in via Barone Rossi 29. Dopo i saluti del presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti Filippo Peretti e dell’Assostampa Francesco Birocchi, a parlare con l’autore del rapporto fra politica e informazione televisiva saranno Clementina Casula, docente di sociologia all’Università di Cagliari, il giornalista della Rai Paolo Piras e il consigliere regionale Paolo Maninchedda. Coordina il dibattito Vito Biolchini. L’iniziativa è organizzata dall’Ordine dei Giornalisti della Sardegna (in collaborazione con l’Assostampa) che in questo modo vuole offrire ai suoi iscritti e anche a tutti i cittadini una occasione di dibattito e confronto sui temi dell’informazione. "Spin" in inglese significa effetto e sta a significare la modalità attraverso cui i politici riescono a comunicare le cose in modo favorevole a se stessi, cercando contemporamente di nuocere ai propri avversari. Nel suo libro Bosetti svela e analizza tutti i trucchi che la politica americana ha utilizzato per nascondere le scomode verità della guerra in Iraq, ma non trascura le logiche perverse che spesso regolano l’informazione politica. Con "Spin" Giancarlo Bosetti riprende ad occuparsi di informazione tv: nel 1994 aveva dato alle stampe (con Karl Popper) "Cattiva maestra televisione". Direttore e fondatore di Reset, scrive per Repubblica e insegna Giornalismo politico alla Sapienza.
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 16
università
Firmato un accordo con i carabinieri del Ris
 
Oggi, alle 11,30, nell’aula magna dell’università verrà firmata una convenzione di ricerca tra il raggruppamento carabinieri Investigazioni scientifiche e il dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica. Alla sigla dell’accordo presenzieranno il comandante del raggruppamento, generale di brigata Nicola Raggetti, e il rettore dell’ateneo, Pasquale Mistretta. Questa convenzione consentirà agli uomini del Ris di Cagliari e ai ricercatori del dipartimento di Ingegneria elettronica di studiare e sviluppare nuove tecnologie nell’ambito dell’analisi computerizzata delle impronte digitali, e si pone quale primo e significativo esempio di una collaborazione che potrà estendersi ad altri settori delle scienze forensi.

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Cagliari
Nel settantesimo della morte domani una manifestazione nella biblioteca 
Un saggio su Antonio Gramsci 
Esperti a confronto su una figura centrale della cultura 
 
 CARBONIA. Il settantesimo anniversario della morte di Gramsci è occasione per una fioritura di studi - ma la fortuna del suo pensiero, soprattutto all’estero, non è mai cessata - su una figura centrale della cultura italiana. Ne è testimonianza il saggio di Gianni Fresu, «Il diavolo nell’ampolla. Antonio Gramsci gli intellettuali e il partito»: il volume sarà presentato domani nella biblioteca alle 18, con gli interventi di Tore Cherchi e dei docenti dell’università di Cagliari Aldo Accardo e Mauro Pala. L’iniziativa fa parte della manifestazione «La città che legge. Autori e autrici in Biblioteca», a cura del sistema bibliotecario interurbano del Sulcis con il comune di Sant’Antioco, la coop Lilith, la società umanitaria e il presidio del libro. Se si può trovare un’espressione che colga in estrema sintesi il senso dell’opera e dell’attività di Gramsci forse è proprio il «dare voce alle classi subalterne». «Il diavolo nell’ampolla» rappresenta la metafora della dittatura di ferro degli intellettuali, la più persistente delle superstizioni, quella che condanna le masse ad una condizione immutabile e violenta di subalternità; in essa si legittimano tutti i vincoli di comando e obbedienza dell’eterna distinzione tra dirigenti e diretti. Rompere il sortilegio della casta sacerdotale degli intellettuali: l’intera produzione teorica di Gramsci ha quest’aspirazione di fondo, l’intera sua esperienza politica ha questo fine. Il volume di Fresu, co-fondatore del Centro studi della Sardegna “Antonio Gramsci” (di cui è stato anche presidente), ne ricerca la genesi politico-culturale e l’evoluzione filosofica complessiva attraverso lo snodarsi di un percorso intellettuale, unico nella sua ricchezza e pluralità di direzioni.(gdp)
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Nuoro
Convegno sul fenomeno calcio, relatori anche Cellino e Galliani 
 
 OLBIA. Ormai il calcio è diventato un’industria: crea lavoro e muove danaro, tanto. Quello che era solo uno sport amatissimo dagli italiani, è ora diventato una delle attività produttive più dinamiche del nostro Paese. Pertanto, ha bisogno di regole certe e chiare. Soprattutto dopo gli scandali della stagione 2006 che ne hanno quasi irrimediabilmente deturpato l’immagine.
 Con questo proposito l’Università di Sassari, in collaborazione con Sky, assessorato Affari Generali della Regione Sardegna e Fondazione Banco di Sardegna, ha organizzato un convegno su «Calcio professionistico e diritto». La tre giorni di dibattiti e tavole rotonde si svolgerà in aeroporto nella sede del polo universitario, mentre la chiusura dei lavori (in programma sabato mattina) si terrà nella sala congressi dell’hotel Melià. Dopo la registrazione dei partecipanti e i saluti delle autorità, il primo appuntamento è questo pomeriggio alle 16 con una sessione plenaria, presieduta dal docente dell’Ateneo sassarese Carlo Ibba, in cui saranno trattati argomenti di carattere generale, quali il calcio professionistico come attività d’impresa (con Antonio Serra, Università Sassari), le regole del mercato (con Alberto Mazzoni, Cattolica Milano), lo scopo di lucro nelle società calcistiche (con Carmine Macrì, Tor Vergata Roma).
 I lavori proseguiranno nella giornata di domani con tre tavole rotonde. La prima sui soggetti del mondo del calcio, presieduta da Marcello Foschini (Luiss Roma), comincerà alle 9,30 con le relazioni di Claudio Franchini (Tor Vergata) sulla Federcalcio, Ivan Demuro (Università Sassari) sulla disciplina”speciale” delle società, Mario Stella Richter (Tor Vergata) sulla disciplina di agenti e società di intermediazione, Daniela Memmo (Università Bologna) sulle clausole di cittadinanza dei calciatori. Alle 11,30 si parlerà di giustizia sportiva con Stefano Azzali (presidente Commissione Disciplinare Figc), Giovanni Ariolli (Corte costituzionale), Maria Alessandra Sandulli (Roma Tre), Francesco Cardarelli (Iusm Roma), Ferruccio Auletta (Università Federico FedericoII Napoli) ed Edoardo Frosini (Università Sassari). Dalle 15 Giuseppe Morbidelli (Università La Sapienza Roma) presiederà il dibattito sulle attività economiche collaterali al calcio, come il diritto all’immagine (Gustavo Olivieri, Tor Vergata), i diritti televisivi (Vincenzo Zeno Zencovich, Roma Tre, e Daniele Bianchi, avvocato) e la sponsorizzazione (Candido Fois, Università Padova).
 Sabato alle 9,30 calerà il sipario sul convegno con un dibattito sul futuro del calcio professionistico moderato dal giornalista di Sky Alessandro Bonan. Tra i relatori, sono attesi i presidenti di Lazio e Cagliari Claudio Lotito e Massimo Cellino, e gli amministratori delegati di Milan e Inter Adriano Galliani ed Ernesto Paolillo.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Cultura e Spettacoli
Un farmaco per l’altra metà del cielo 
Medicine al femminile, oggi un incontro alla Fiera di Cagliari: parla Flavia Franconi 
 
CAGLIARI. «Negleted Women», intitolava il saggio di una rivista scientifica americana nel 1993. Si riferiva alla pratica comune della farmacologia di applicare alle donne i risultati ottenuti dalla sperimentazione sugli uomini. In pratica, di operare secondo una pretesa neutralità di genere che con la realtà ha sempre avuto poco a che spartire. È allora che nasce, soprattutto grazie alle lotte delle femministe americane, la farmacologia di genere. Oggi, a quindici anni di distanza, non c’è chi dubiti che anche i farmaci - meglio, le loro risposte sull’organismo - sono “sessualmente orientati” e continuare ad ignorarlo costituisce, oltre che una simulazione, una grave danno alla salute di tutti. In Europa e in Italia la questione è piuttosto recente sebbene, in questi ultimi anni, le iniziative si moltiplichino e la Sardegna si stia facendo laboratorio all’avanguardia. Ne è un esempio la tavola rotonda di oggi alle 15 alla Fiera, nell’ambito del 33º Congresso nazionale della Società Italiana di Farmacologia (si terrà sino a sabato) cui parteciperà la sottosegretaria ai diritti e alle pari opportunità Donatella Linguiti. Tra le moderatrici dell’incontro «Farmacologia di genere: dal laboratorio alla società», Flavia Franconi, docente del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Sassari dove è stato attivato il primo dottorato europeo di Farmacologia di genere.
- Professoressa Franconi, cosa si intende per farmacologia di genere?
 «La Farmacologia di genere fa parte di una branca della medicina che studia le risposte ai farmaci in funzione del genere. Uso il termine genere piuttosto che sesso per ricomprendere anche le variazioni sociali che influenzano il sesso: il modo di rapportarsi della società verso un essere di sesso femminile varia, rispetto a quello maschile, fin dalla culla; dunque la risposta biologica varia anch’essa in funzione dell’apporto culturale che giunge dalla società in risposta all’essere maschio e femmina. Per capirci meglio, anche le mamme degli animali hanno un comportamento diverso di fronte a un figlio maschio o femmina».
- Perché è importante distinguere tra i generi?
 «Innanzitutto perché le donne sono le più grandi consumatrici di farmaci. Soffrendo più di malattie dolorose, anche per via delle mestruazioni, consumano più antidolorifici; inoltre un terzo delle donne in età fertile pratica la contraccezione orale mentre il venti per cento delle donne in menopausa si sottopone alla terapia ormonale sostitutiva. Sono vere e proprie terapie i cui effetti interagiscono con quelli di altri farmaci. E anche con i rimedi botanici di cui le donne fanno largo uso. Basti pensare che l’iperico, che è il rimedio più venduto al mondo, può portare alla perdita dell’efficacia degli antifecondativi orali. Man mano che proseguiamo negli studi ci accorgiamo di quanto aumentino anche le differenze di genere e del rilievo che assume l’intero ciclo riproduttivo della donna».
- Quali sono le differenze più evidenti?
 «Sono legate al metabolismo dei farmaci e dunque dipendenti dagli enzimi, più espressi nella donna rispetto all’uomo; inoltre tendenzialmente la donna metabolizza meglio degli uomini».
- Come la società influenza il comportamento farmacologico?
 «Quando le donne vanno dal medico vengono loro prescritti più medicinali che agli uomini, per esempio. E ancora, il modo che la donna ha di riferire al medico è diverso da quello che usa l’uomo e da ciò seguono prescrizioni diverse. Le donne - sempre da uno studio americano - non riescono a soggettivizzare i sintomi, dicono “sto male” e il medico ha più difficoltà a capire la sintomatologia del caso. Inoltre la donna si esprime con più emotività».
- Perché i farmaci sono meno studiati nelle donne?
 «Intanto perché l’analisi di genere è costosa. Bisognerebbe non solo raddoppiare i casi, ma moltiplicarli in funzione della complessità del ciclo riproduttivo della donna e dell’età. Oggi il numero di donne reclutato nella terza fase della sperimentazione è aumentato, ma è inutile se vengono mischiate agli uomini e le statistiche non vengono redatte secondo il genere. Bisogna anche dire che le donne entrano con più difficoltà negli studi clinici, perché hanno da fare: andare tre volte al mese e farsi controllare per chi lavora, ha figli e una casa da gestire è più che difficile. L’impegno, anche secondo le direttive della Organizzazione mondiale della sanità e del Ministero della Salute, deve essere quello di trovare nella società civile il modo migliore perché le donne abbiano accesso alle miglior cure possibili».
- C’è anche una questione etica.
 «Certo, se non si studiano i farmaci nella donna, è etico somministrare quei farmaci alla donna?»
- Quale metodologia si propone, allora?
 «È uno dei punti di grande discussione quello delle linee guida per la sperimentazione di genere. I modelli sperimentali sono da inventare. Sono uscite però le prime linee guida da un recente incontro a Maastricht per le quali bisogna indicare se nella ricerca vengono usate cellule di maschio o di femmina e in quale fase del ciclo estrale, eventualmente, è stato fatto il trapianto. Mentre per ciò che riguarda le donne si richiede un accurato studio del metabolismo dei farmaci nel ciclo mestruale e nelle eventuali terapie contraccettive o della menopausa».
- Ancora non abbiamo parlato di gravidanza.
 «Già, il buco nero. In realtà non sono mai stati studiati i farmaci in relazione alla gravidanza che pure è momento centrale nella vita della donna e per giunta anche di frequente associato alla depressione. In linea generale è giusto evitare i farmaci, ma molte patologie come l’ipertensione o la depressione non lo consentono. Purtroppo oggi si va un po’ alla cieca e non è giusto. Ogni farmaco in gravidanza è una storia a sé per le enormi trasformazioni del corpo della donna e gli effetti sul nascituro. La verità è che curando meglio le donne si curano meglio tutti quanti».
Giulia Clarkson
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Università, Erasmus compie vent’anni 
Dibattito sui meriti del servizio ma anche sui suoi grandi limiti 
 
SASSARI. Una “due giorni” all’università di Sassari per il ventesimo anniversario del progetto di mobilità studentesca europea Erasmus, promossa dalla sezione Esn (Erasmus Student Network) degli iscritti all’ateneo turritano, ha individuato, oltre che i significativi dati attestanti la notevole crescita degli scambi didattici e culturali in campo universitario internazionale, anche alcuni limiti riguardanti la realtà sassarese. Si è dunque dibattuto sul futuro di un’iniziativa che potrebbe migliorare.
 Le critiche circa il mancato accesso ad Erasmus degli studenti di primo anno sono state seguite dalla presa di posizione dei docenti della commissione Esteri della facoltà di Scienze Politiche, ufficializzata dal professor Piero Sanna e seguita dall’autosospensione dai relativi incarichi. Le osservazioni negative si sono indirizzate sul fatto che circa quattrocento matricole di Scienze Politiche siano preventivamente escluse, con il discusso vincolo dei 20 crediti richiesti. Un rigido parametro, che secondo i docenti e gli stessi studenti impegnati nell’associazione Erasmuss (Erasmus Sassari) non ha ragion d’essere. «Ci risulta che l’università di Sassari sia l’unica che pone questo tipo di barriere all’accesso di Erasmus - nota Maria Giovanna Brandano, vicepresidente della sezione Esn dell’università sassarese -. Attualmente, a Sassari, sono 150 le borse di studio concesse. Ma le richieste aumentano. Occorre uno snellimento burocratico delle procedure». Gli scambi avvengono soprattutto con Spagna e Francia. Una novità che prende sempre più piede è l’Est europeo, con partenze e arrivi riguardanti Polonia, Romania e Ungheria. Annamaria è una studentessa di Giurisprudenza proveniente dall’università polacca di Cracovia. «Sto prendendo confidenza con un sistema didattico diverso e questo è un arricchimento. Mi trovo ottimamemnte nell’ambiente universitario di Sassari - dice Annamaria -. Piuttosto, ci sarebbe da migliorare, a mio parere, l’opportunità di aggregazione per noi studenti. Se devo fare il paragone con la mia realtà, quella sassarese non è ancora una città a misura di studente». Sulla stessa lunghezza d’onda Leoncio, studente spagnolo, di Albacete. «Sono iscritto ad Agraria e starò a Sassari per nove mesi. Sto facendo un’esperienza preziosa. In Spagna il corso universitario prevede prevalentemente lavori scritti. Qui è diverso. Per me è un’integrazione. Per quanto riguarda le amicizie e l’aggregazione sono d’accordo con Annamaria. Sassari dovrebbe essere più a misura di studente e più consapevole della sua realtà universitaria». Intanto sembrano arrivare segnali positivi sul fronte del programma Erasmus. Il delegato del rettore, il professor Piero Deidda, ha convocato la commissione d’ateneo per discutere il problema dei 20 crediti che impedisce agli studenti di primo anno di partire all’estero e anche gli aspetti legati ai contributi. Nei giorni scorsi, il Consiglio degli studenti si è pronunciato sull’argomento. «Prima si ha la possibilità di partire - è stato valutato - più sarà ampia l’offerta formativa che uno studente avrà quando si recherà a studiare in un altro paese. Qui le selezioni sono di solito previste in aprile. Entro quella data risulta impossibile, per un iscritto al primo anno, avendo a disposizione una sola sessione di esami, disporre del minimo di 20 crediti richiesti. Col passare del tempo si restringe di fatto il numero di esami che si possono sostenere all’estero. Un problema aggravato dal fatto che molti insegnamenti non vengono poi convalidati al rientro a Sassari».
Marco Deligia
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
Assegni di ricerca dell’università, le domande scadono il 21 giugno 
 
SASSARI. L’università ha indetto una procedura di valutazione comparativa per titoli ed esame per l’attribuzione di 9 assegni di ricerca di durata biennale finanziati dalla Fondazione Banco di Sardegna. Le facoltà interessate sono quelle di Architettura, Lettere, Lingue, Medicina, Scienze matematiche e fisiche, Scienze Politiche. I termini per la partecipazione al concorso scadono il 21 giugno. Sempre l’università ha indetto la procedura di valutazione per l’assegnazione di 2 assegni di ricerca di durata annuale finanziati dalla Fondazione del Banco di Sardegna per la facoltà di Scienze Politiche. Le materie riguardano la nuova autonomia speciale della Sardegna con lo stuido del nuovissimo Statuto e «Democrazia e populismo». Le domande per questo concorso scadono il 21 giugno.
 Altri due assegni vengono assegnati a Scienze Politiche nell’ambito disciplinare della Storia moderna e del Diritto Medievale e Moderno. Anche in questo caso le domande scadono il 21 giugno. Gli interessati potranno ritirare la copia del bando presso l’Ufficio Concorsi in via Macao n. 32 o prenderne visione su Internet all’indirizzo www.ammin.uniss.it/concorsi.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
DOMANI ALLA CAMERA DI COMMERCIO 
Esperti a confronto in un convegno sulla mediazione 
 
SASSARI. Domani alle 9,30 nella sala conferenze della Camera di Commercio in via Roma si terrà una giornata di studio dal titolo «Costruire la responsabilità: percorsi di mediazione».
 L’iniziativa, che chiude la seconda edizione del Master Universitario di I livello in “Tecniche di Mediazione e Procedure Alternative di Risoluzione delle Controversie”, è promossa dalle cattedre di Filosofia del Diritto della facoltà di Giurisprudenza, dalla Scuola dottorale in “Diritto ed Economia dei Sistemi Produttivi” dell’Università di Sassari, dal Dipartimento di Scienze giuridiche, dalla Camera di Commercio e dall’ Ersu di Sassari.
 Il tema trattato è quello della mediazione dei conflitti, intesa come strumento pacifico ed extragiurisdizionale di risoluzione delle controversie, ampiamente diffuso e impiegato in ambito internazionale.
 La mediazione si declina in tutti gli ambiti della conflittualità sociale, da quello scolastico a quello lavorativo, da quello sociale a quello familiare per arrivare fino all’ambito penale, dove ormai sono in atto sperimentazioni su tutto il territorio nazionale, compresa la nostra città.
 Il convegno prevede la partecipazione di numerosi studiosi ed esperti della materia. Moderatore sarà Giovanni Cosi, professore ordinario di Sociologia del diritto dell’università di Siena.
 Relatori saranno: Fausto Telleri dell’università di Sassari («Mediazione come Educazione»), Michelina Masia dell’università di Cagliari («Conflitto e mediazione nella tradizione sarda»), Adolfo Ceretti dell’università di Milano Bicocca («Percorsi del riconoscimento: i rei»), Susanna Vezzadini, dell’università di Bologna-Forlì («Percorsi del riconoscimento: le vittime»), Maria Antonietta Foddai dell’università di Sassari («Costruire la responsabilità in una società complessa»).
 Al pomeriggio sono previsti gli interventi degli studenti del master in Tecniche di mediazione dell’università di Sassari, ai quali seguiranno quelli dei responsabili degli enti che praticano presso le loro strutture la conciliazione e la mediazione e presso i quali gli studenti hanno svolto il tirocinio: Camera di Commercio, Direzione Provinciale del lavoro, Ufficio per la Mediazione dei Conflitti di Bologna e Centro per la Mediazione Pacifica dei Conflitti della provincia di Sassari.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Medicina: entro novembre esami per gli specializzandi 
 
ROMA. Il rischio di perdere un anno, per i medici specializzandi, sembra scongiurato. Dopo la protesta partita da Sassari di tutti i neolaureati, oltre 1800 in Italia, per restare nell’ambito regionale 39 a Sassari e 59 a Cagliari, è intervenuto il ministro dell’Università con una lettera che sollecita «di far tenere alle Università gli esami per l’ammissione alle scuole di specializzazione per l’anno accademico 2007/2008, entro il prossimo mese di novembre». La richiesta è contenuta in una lettera scritta ieri al ministro della Salute, Livia Turco, al ministro per gli Affari Regionali e Autonomie Locali, Linda Lanzillotta e al presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, Vasco Errani. Mussi inoltre ha ricordato che il fabbisogno di medici specializzandi deve essere stabilito triennalmente ed ha invitato, in ogni caso, ad utilizzare per il prossimo anno accademico il numero di 5.000 specializzandi.
 La protesta è nata il mese scorso a causa di una «svista» del ministero che rischiava di lasciare i neo-laureati sfaccendati per un anno intero. Questo perchè quelli che hanno discusso la tesi tra ottobre 2006 e aprile 2007 possono sostenere l’esame di Stato il 18 luglio. Il Ministero, però, aveva stabilito che per accedere alle selezioni delle scuole di specializzazione occorre l’abilitazione, e ha fissato le prove scritte di ammissione il 3-4 luglio. Gli studenti sassaresi si erano rivolti al preside Giulio Rosati, al rettore Alessandro Maida e al presidente dell’ordine dei medici Agostino Sussarellu. «Se il ministro dell’Università Fabio Mussi non farà un passo indietro e rivedrà le incongruenze nelle date, sosterremo l’esame di Stato il 18 luglio ma saremo tagliati fuori dalle selezioni per le scuole di specializzazione fissate il 3 luglio. Basterebbe far slittare questa data per dar la possibilità anche a noi di partecipare al concorso», dicevano. Il ministero è corso ai ripari quindi le università potranno svolgere gli esami di ammissione alle scuole di specialiazzazione prima di Natale. 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie