Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 June 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 13 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Lavoro oggi Pagina 35
L'Università e il mondo del lavoro
Corso Una serie di lezioni per facilitare l'inserimento dei laureati nell'attività professionale
 
"Sostegno lauree deboli". È questo il tema del nuovo corso di orientamento al lavoro organizzato dalla Direzione orientamento dell'Università di Cagliari, nell'ambito delle attività previste nel Programma operativo nazionale 2000-2006, "Azione orientamento". Il corso, prevalentemente rivolto a laureati in materie umanistiche, si propone di completare la preparazione del laureato/laureando fornendo competenze sull'imprenditorialità e abilità ormai richieste nella generalità delle occupazioni. L'obiettivo primario che si intende raggiungere è la riduzione dei tempi medi di inserimento del neolaureato nel mondo del lavoro. Destinatari Per l'ammissione sono richiesti i seguenti requisiti; per i laureandi: essere iscritti a un corso di laurea dell'Università di Cagliari; aver superato almeno l'80% degli esami. Per i laureati: aver conseguito la laurea nell'Università di Cagliari; non avere in corso rapporti di lavoro, contratti di formazione-lavoro, tirocini aziendali che rendano impossibile la partecipazione al corso. Finalità Il corso di formazione per l'orientamento al lavoro mira a far acquisire ai partecipanti: competenze relative ad alcuni strumenti operativi (lavoro di gruppo, problem solving, stesura del curriculum); conoscenze trasversali alle tipologie di laurea; schemi logici di percorsi utili a inserirsi nel mondo del lavoro; autonomia nella ricerca, nel reperimento e nell'organizzazione delle informazioni sul mercato del lavoro e sulle opportunità lavorative. Iscrizioni La prima edizione del corso si terrà dal 26 giugno al 20 luglio prossimi e gli interessati dovranno iscriversi entro venerdì, 15 giugno. Il corso, che si svolgerà in cinque giornate, dal lunedì al venerdì, si terrà dalle 14,30 alle 18,30. Le lezioni si svilupperanno nell'arco di cento ore di attività di aula/laboratorio così strutturate. Prima settimana: Laboratorio di Costruzione del profilo professionale. Seconda settimana: Laboratorio di training group. Terza settimana: Laboratorio di comunicazione. Quarta settimana: Testimonianze di impresa. Informazioni Il bando è stato pubblicato nel sito internet http://www.unica.it/pub/19/show. Informazioni si possono ottenere al Centro orientamento di Ateneo, via Ospedale 121, Cagliari, tel. 070.6758406 e nel sito www.unica.it/orientamento, responsabile Luigi Sotgiu, tel. 070.6758401, indirizzo e-mail fsotgiu@amm.unica.it. (eu. ri.)
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano Pagina 19
gonnoscodina
I docenti dell'Università di Palermo ripercorrono i sentieri delle streghe
 
I sentieri delle streghe di Gonnoscodina sono diventati materia di studio per l'Università di Palermo. Ed intanto nel vicino paese di Simala è stata scoperta una compagna della coga "Maria Zara", condannata come lei dal Tribunale dell'Inquisizione. A distanza di un mese non si sono ancora spenti gli echi dell'originale manifestazione organizzata dalla Pro loco di Gonnoscodina: una passeggiata ecologica lungo i sentieri campestri che nel 1500 venivano battuti da Maria Zara per raccogliere erbe destinate alla cura del malocchio. Adesso "Pro is moris de is cogas", questo è stato il titolo dell'iniziativa che ha richiamato un centinaio di appassionati, ha superato i confini della Sardegna. Elsa Guggino, antropologa e docente di tradizioni popolari nella Facoltà di lettere e filosofia di Palermo, è arrivata a Gonnoscodina per incontrare il vicesindaco Palmiro Pilloni, uno degli ideatori de "is moris de is cogas" ed autore della scoperta della figura di Maria Zara, prima sconosciuta in paese. «La professoressa Guggino conosce bene la realtà storica delle guaritrici della Sardegna - ha riferito Pilloni - mi ha anche fatto notare l'assoluta somiglianza delle nostre cogas con le "donni di fora" della Sicilia. I popolani denunciarono come streghe povere donne che preparavano semplici pozioni per lenire i dolori o, nel peggiore dei casi, fatture contro il malocchio». Triste destino che toccò alle "donni di fora" come a Maria Zara, ma anche a Sebastiana Porru di Simala, altra figura di coga scovata in testi e studi vari da Giovanni Orrù di Simala. «Abitava nell'antico villaggio di Gemussi, ora scomparso - ha detto Orrù - venne condannata come sortilega e fattucchiera che aveva stretto un patto col demonio. Anche per lei carcere ed abito penitenziale». La professoressa palermitana potrebbe inoltre essere coinvolta in un convegno sulle coghe della Sardegna che la Pro Loco di Gonnoscodina organizzerà nei prossimi mesi estivi. (an. pin.)
 
3 – L’Unione Sarda
Lavoro oggi Pagina 35
Tirocini Le risorse rinnovabili nel nuovo Master and Back
Energie alternative
 
"Master and Back", il programma della Regione che consente ai giovani laureati sardi di svolgere percorsi di alta formazione o tirocini in ambito internazionale, si rinnova. Nel nuovo bando, alla luce dell'esperienza maturata sino al dicembre dell'anno scorso, sono stati riorganizzati la guida alla partecipazione, l'articolazione di ciascuna linea di attività e i punteggi di accesso ai vari percorsi. In particolare, sono state individuate alcune aree disciplinari di interesse regionale su cui i beneficiari potranno indirizzare la loro scelta: industria delle energie rinnovabili e tecnologie energetiche; biotecnologie per il monitoraggio e la valorizzazione delle risorse ambientali, marine e terrestri; tecnologie per le costruzioni e il restauro (architettura); information and comunication technologies; bioinformatica, biomedicina e scienze della vita. Gli interessati potranno presentare la propria candidatura scaricando i moduli di domanda così come il nuovo bando, che saranno presto disponibili, dal sito http://www.regione.sardegna.it. (al. co.)
 
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 48
Sulle orme degli antenati
Percorsi di trekking archeologico fra gole e nuraghi
 
Alla scoperta di Muros, della sua storia, delle sue tradizioni e, soprattutto, dei beni paesaggistici e culturali presenti nel suo territorio: è quanto hanno cercato di scoprire i responsabili di un progetto pilota di censimento, di valorizzazione e di promozione condotto da una équipe di ricercatori, guidati da Donatella Rita Fiorino. I risultati della ricerca, che sono diventati un volume, sono stati presentati ieri mattina nei locali del Centro culturale "Don Renato Loria", nel corso di un convegno dal titolo "Territorio e patrimonio conoscere per valorizzare". «L'interrogativo che ha portato alla elaborazione del progetto - spiega Donatella Rita Fiorino - rispondeva alla domanda: "ma cosa c'è a Muros?" ed era finalizzato alla scoperta e alla divulgazione di una ricchezza che non appartiene solo alla comunità locale, ma che deve essere fruita da quanti, turisti distratti o studiosi appassionati, decidano di passare qualche ora in questo territorio». Il lavoro che si è avvalsa di un ricco e qualificato gruppo con la consulenza e la supervisione delle università di Cagliari e di Sassari, della Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici e delle Soprintendenze di Sassari e Nuoro, ha richiesto circa 15 mesi di impegno, nei quali sono stati censiti beni ambientali, archeologici e architettonici, beni materiali e immateriali (enogastronomia e tradizioni popolari), è stato realizzato un catasto informatizzato, sono state elaborate carte tematiche in ambiente per la creazione di percorsi di trekking archeologico ed ambientale, sono stati realizzati pannelli didattici ed è stato organizzato un corso di formazione di 300 ore destinato a 15 giovani di provenienza locale. Dai risultati si è appreso, così, che il villaggio di Muros risale all'epoca dei giudicati, che si pone all'interno della gola scavata dal rio Mascari e che è stato retto, dopo il '600, dai marchesi Martinez di Montemuros. Fra le importanti presenze archeologiche sono da ricordare le Domus de Janas di Rocca Ruja, le tombe dei giganti di Monte Simeone, dei nuraghe di Turricula e Santu Giorzi, dagli ipogei di Badde Ivos, dalle antiche strade romane di Santu Lenardu e Coa de Redulas. «Le ripide pareti calcaree - spiega poi la curatrice del progetto - regalano invece emozionanti percorsi di trekking per chi desidera cimentarsi in impegnativi sentieri montani o esplorare gli anfratti rocciosi e le profonde gole geologiche della Grotta dell'Inferno». Né mancano, fra gastronomia e tradizione artigianale, fede e magia che «affiorano dai tradizionali riti per la cura dei mali e l'abbondanza dei raccolti».
 Giuseppe Florenzano

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Nota polemica della Cisl sull’assetto dirigenziale 
«Ora gli studenti votano coi vertici dell’Ateneo» 
 
CAGLIARI. «E’ incredibile, ma il futuro assetto dirigenziale dell’Università, contestato dai sindacati confederali, è passato con dieci voti favorevoli di cui quattro dei rappresentanti degli studenti, tre voti comntrari e tre astenuti nel consiglio di amministrazione del 31 giugno»: si apre così la nota, estremamente polemica, della Cisl Università sulle ultime decisioni che riguardano l’assetto dirigenziale dell’Ateneo. Prosegue la nota, firmata dal segretario Tomaso Demontis: «E’ chiaro che per gli studenti un riordino vale l’altro e ci saremmo aspettati un astensione e non un voto favorevole ad una pratica per la quale è stato presentato anche un ricorso di Cgil e Cisl al ministero dell’Università».
 Secondo Demontis «i rappresentanti del personale non docente avevano pubblicamente denunciato il metodo inaccettabile con il quale il direttore amministrativo ‘recepiva la volontà’ del rettore nelle more della delibera del Cda. Sicuramente non aspettavano che anche gli studenti condividessero il riordino della dirigenza proposto dalla parte pubblica». Ricordato che «numerosi dirigenti si sono dichiarati contrari al riordino soprattutto per il disastroso e confuso accorpamento e spostamento delle direzioni con personale che viene spostato come un pacco postale».
 Tra l’ironico e il velenoso l’ultimo passaggio della nota sindacale diffusa dalla Cisl: «Prendiamo atto comunque del nuovo corso della politica di Ateneo, che per gli atti fondamentali della sua organizzazione interna può contare sul voto ‘determinante’ degli studenti».
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Depressione, alla ricerca della cura giusta 
In città il congresso nazionale di farmacologia Si parlerà anche di iperattività infantile 
 
CAGLIARI. Il medico di base, o lo specialista, sanno sempre proporre al paziente affetto da depressione la terapia giusta? E, soprattutto, sanno che per “terapia giusta” s’intende non solo quella che va bene dal punto di vista del farmaco prescritto, ma anche quella più idonea dal punto di vista dei tempi? L’argomento, spinosissimo, ma su cui possono essere illuminanti i risultati di alcuni recenti studi, sarà tra i temi al centro del 33º congresso nazionale della Società italiana di farmacologia che, da domani sarà ospitato per la prima volta nell’Isola.
Nel Centro congressi della Fiera internazionale della Sardegna, 1500 partecipanti si ritroveranno per parlare anche di sindrome ipercinetica dei bambini, dell’uso dei farmaci nelle patologie che colpiscono il sistema cardiocircolatorio, e del Chantix, la nuova pastiglia contro il tabagismo.
‹‹Si parlerà anche di psicofarmaci - annuncia il presidente del congresso, Giovanni Biggio - in particolare sarà presentato un nuovo farmaco capace di regolare il ciclo sonno-veglia nei pazienti depressi››. Il dormire troppo, o troppo poco, sono infatti tra i sintomi della depressione: elementi che spesso portano la diagnosi verso questo tipo di patologia, oggi così diffusa, tanto che l’argomento sarà al centro di tre simposi. ‹‹In uno di questi - spiega Giovanni Biggio - sarà presentato un progetto tra Società italiana di farmacologia, Società italiana di psichiatria e Società italiana di medicina generale, in cui si mostrerà il ruolo del medico di base nei confronti del paziente depresso››.
E’ il medico di famiglia, quello più vicino al paziente, il professionista che prima di tutti dovrebbe accorgersi del profondo malessere del suo assistito. Ma è sempre in grado di farlo? E una volta che il paziente comincia la terapia, questa viene portata avanti nei modi dovuti, o piuttosto viene interrotta magari dopo pochi mesi? Rispondere a queste domande è fondamentale, soprattutto alla luce di alcuni protocolli, diffusi negli Stati Uniti, in cui s’afferma che quando la cura è interrotta sorge un rischio di recidiva che può arrivare all’80 per cento.
‹‹Questo perchè - spiega Giovanni Biggio - quando la depressione è curata le cellule del cervello reattive ai farmaci danno risposte positive, migliorando decisamente la situazione››. Il problema è che quando il paziente sta meglio, spesso c’è chi (farmacista, familiari, medico di base) gli consiglia di smettere con la terapia, ritenendo non ve ne sia più bisogno. ‹‹E l’errore è proprio smettere - ammonisce Biggio - Perchè anche se è vero che le cellule sono più reattive, è vero anche che non sono ancora abbastanza rafforzate››. Così ‹‹alla prima difficoltà il rischio è di ricadere nello stato precedente››. Con l’aggravante che aree cerebrali (in particolare l’ipocampo) che controllano ad esempio la memoria o i sentimenti, si atrofizzano, rendendo ancor più difficile il recupero. ‹‹Bisogna capire - avverte Biggio - che il cervello segue le stesse regole delle altre parti del corpo: se per guarire da una frattura devo tenere il gesso tre mesi e lo tolgo dopo una, è chiaro che non mi sto curando bene. Lo stesso ragionamento va fatto nella cura della depressione››.
Un altro argomento che sarà discusso sarà la Sindrome ipercinetica nei bambini (ADHD), in particolare si valuterà se un bambino iperattivo vada davvero curato coi farmaci, e se sì quali sono i più adatti.
La tre giorni di lavori sarà anche l’occasione per presentare un nuovo farmaco contro il fumo, una pastiglia conosciuta negli Stati Uniti col nome commerciale di “Chantix”, che da poche settimane è in vendita anche in Italia.
I partecipanti all’importante appuntamento arrivano da università, enti di ricerca privati, come il Mario Negri, il Cnr, l’Istituto superiore di sanità, industrie farmaceutiche.
Sabrina Zedda 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
CURE 
Le donne e i disturbi del desiderio 
Il tema delicato in un corso nazionale destinato ai ginecologi sardi 
 
CAGLIARI. Il desiderio sessuale di una donna può subire delle modificazione che rischiano di incidere sull’equilibrio femminile, a prescindere dal fatto che la donna abbia o meno una relazione sentimentale stabile. Un aiuto rilevante può arrivare dal ginecologo e giovedì prossimo al T Hotel in via dei Giudicati si terrà un corso dedicato alle disfunzioni sessuali femminili: al loro inquadramento diagnostico e alle strategie terapeutiche per affrontare i disturbi del desiderio.
 Si tratta di una iniziativa della società scientifica Isge (International Society of Gynecological Endocrinology) che ha riunito i più importanti esperti italiani per trattare e discutere con i ginecologi sardi tutti gli aspetti di questa problematica così complessa. «Questo corso - spiega Andrea Gennazzani presidente di Isge Italia e responsabile scientifico del corso - ci permetterà di analizzare le basi biologiche delle disfunzioni sessuali femminili e ci consentirà di illustrarne gli aspetti psicologici e relazionali, di conoscere ed approfondire l’approccio diagnostico necessario a inquadrare i disturbi della sessualità e in particolare quelli del desiderio». Commenta Gian Benedetto Melis direttore della clinica ostetrico-ginecologica dell’università di Cagliari e presidente della Società italiana della menopausa: «I ginecologi della nostra regione (altri 5 incontri si terranno in altrettante regioni italiane) potranno ascoltare le relazioni a proposito degli effetti sulla sessualità della menopausa, sia fisiologica che chirurgica, ma anche dell’evoluzione nel tempo degli aspett della sessualità ed eroticità femminile. Una parte del corso - continua il professor Melis - sarà focalizzata sull’opportunità di usare adegiate dosi di testosterone, ormone di cui è stato documentato anche un importante ruolo sulla funzione cognitiva, per il trattamento della sessualità femminile».
 «Sarà fondamentale - è scritto ancora nella nota - anche illustrare quali sono per medici e pazienti le possibili soluzioni che spaziano dalle terapie psicologiche e relazionali a quelle farmacologiche, in un approccio terapeutico che il medico dovrà costruire in maniera individuale per ogni singola paziente. Chi di noi si è sempre impegnato per il supporto ormonale della donna in menopausa - dice ancora il professore Gennazzani - per il particolare ruolo che la terapia ormonale ha sul trofismo degli organi genitali, sul cervello e su tutti gli altri organi estrogeno-sensibili, sarà ora arricchito nel sapere che la terapia ormonale sostitutiva potrà essere integrata, specie nella menopausa chirurgica, con il testosterone, ormone fondamentale per il desiderio e per una soddisfacente relazione sessuale». Interverranno (oltre Gennazzani e Melis) Jole Baldaroverde, Rossella Nappi, Roberto Todella. Moderatori: Pier Luigi Cherchi, Salvatore Dessole, Anna Maria Paoletti.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Il presidente dell’autorità portuale Granara si congeda col bilancio stampato in brochure 
«Vi lascio un porto turistico» 
Solo un piccolo cenno ai conflitti per aree e tasse 
di Alessandra Sallemi
 
CAGLIARI. Non è ancora pronta la sede del terminal crociere (consegna a luglio), ma è già un luogo bello con un’inedita e molto attraente vista su Castello: è stato lì che, ieri, Antonio Granara ha salutato la città con l’elenco delle cose fatte in quattro anni di presidenza del porto e ha dato il benvenuto al successore Paolo Fadda, «un amico». Fadda è il docente universitario della facoltà di Ingegneria, ex assessore ai Lavori pubblici, indicato dal ministro dei trasporti per la presidenza dell’autorità portuale di Cagliari. Le procedure prevedono ancora un altro passaggio ministeriale, l’approvazione in Parlamento e poi il decreto di nomina.
 Che cosa ha fatto Granara in questi 4 anni? In un libretto di confezione costosa c’è l’elenco delle opere e il plauso del sindaco di Cagliari che auspica la prosecuzione del percorso «che aspettavamo da anni». In sintesi è vero che Granara ha cambiato il volto del porto di Cagliari. Quando è arrivato, in un angolo riparato dagli sguardi della città come Sa Perdixedda, c’era un mondo parallelo che occupava uno spazio grande e sconosciuto con capannoni, palazzine, rimorchi di fatto abbandonati. Quando è arrivato, le banchine del porto erano a misura delle navi che fino a pochi anni orsono rappresentavano la marineria italiana. Anche i fondali non andavano oltre i pescaggi utili negli ultimi decenni e improvvisamente superati dal cosiddetto gigantismo navale. Ma soprattutto, quando è arrivato, il porto costituiva un brutto posto a parte. Altro rispetto alla città, invalicabile anche se non c’era tutta la security arrivata dopo. Con Granara il porto è diventato un grande cantiere. Per un paio d’anni i commenti sui lavori sono stati di due tipi, anzi, tre: si va avanti senza logica; si crea disagio agli operatori; si rende un luogo bello e ordinato ma morto, privo di vita perché è impossibile lavorare in uno scalo senza spazio per le merci. Quando è comparsa la bozza del piano regolatore si è capito che tutto, per anni, è andato verso un’idea, rintracciabile nelle linee guida del comune di Cagliari, di liberare la via Roma dai traffici commerciali per farla diventare un’altare del turismo. L’idea è stata sostanziata nel piano regolatore promosso dal comitato portuale nell’ultimo giorno di mandato (la settimana scorsa). La fortuna di Granara è stato che il sogno del centrodestra (via Roma con i maxi yacht) si è sposato bene col sogno di Soru (attribuirlo al centrosinistra non sarebbe esatto) di inventare un museo nella desolazione della costa dove sfocia il canale di Terramaini, a metà del sentiero mai tracciato di un lungomare via Roma-Sant’Elia. La saldatura è stata il lungomare anche questo «figlio» di Granara che ha trattato con la Marina militare per abbattere il muro del molo Ichnusa e ottenere l’avallo per una passerella che superi la zona militari e depositi i passeggiatori a Su Siccu. Pazienza se tra sindaco e presidente dell’autorità portuale il muro abbattuto e la nascente passeggiata li hanno inaugurati almeno tre volte, due più del necessario. Dunque parte della città e parte della Regione volevano un porto turistico e l’hanno ottenuto, se serviranno dipenderà da ciò che gli operatori (concetto espresso da Granara in forma benevola) sapranno organizzare per attirare gli armatori. Ieri, quasi alla fine del commiato, Granara ha spiegato che presto cominceranno i lavori per scavare il fondale del molo Ichnusa (un suo chiodo fisso) e accogliere in questo modo le navi crociera con dieci, venti piani sopra il ponte; ha annunciato anche che, dopo una firma che lui avrebbe messo alle 13, sarebbero cominciati i lavori per la passeggiata del lungomare.
 E andiamo al porto canale. Nel libretto con la grande foto panoramica del porto, ci sono tutti i lavori fatti nel porto storico (terminal crociere, moli demoliti e moli costruiti, viabilità interna, denti e piazzali, darsene vecchie e nuove) e poi il porto canale. Scavato a 16 metri (dopo anni di attesa), con la banchina di fronte al terminalista dei container finanziata per accogliere le merci che lasceranno il porto ormai turistico. L’avamporto sarà la sede di officine e cantieri navali, le aree sono state destinate a servizi alla portualità. In conferenza un breve cenno al conflitto col Casic, superato grazie al fatto che non si è elaborato un piano sulle proprietà ma per i servizi allo scalo. Altro cenno al conflitto con la Saras, che per un po’ era riuscita a non pagare le tasse portuali, una nota infine sulla ragionevolezza del terminalista che, entrato con un canone-regalo, ha accettato di pagare il dovuto «senza conflitto». «Noi - ha concluso Granara - abbiamo creato le premesse per la grande infrastrutturazione necessaria al porto». Per farne veramente cosa, sarà il mandato della nuova presidenza dell’authority.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
La denuncia della Fendres-Css per via Premuda 
La mensa è in abbandono: «Servono interventi urgenti» 
 
CAGLIARI. La mensa universitaria di via Premuda ha bisogno urgente di manutenzione: infiltrazioni di umidità dal tetto e dal muro di cinta, le tubazioni dell’acqua calda sono ai limiti dell’efficienza. La denuncia arriva dal coordinatore aziendale della Fendres-Css Francesco Puddu, che in una nota diffusa nei giorni scorsi parla di «gravi carenze strutturali, con attrezzature logorate dal tempo o vecchie» oltre che di «generica insicurezza per i lavoratori». Puddu non accusa il personale al lavoro nella mensa, al contrario nella nota viene sottolineato lo spirito di servizio e la disponibilità dei lavoratori. I problemi del servizio - secondo il sindacalista - sono legati all’annuncio di novembre 2005 secondo il quale nella primavera del 2006 sarebbero state aperte nuove mense. Via Premuda quindi era destinata alla chiusura, da qui lo stato di abbandono che oggi però non è più accettabile: è passato un anno e mezzo, le nuove mense ancora non ci sono e gli studenti sono costretti a frequentare i locali di quella vecchia.
 La Fendres-Css chiede «adeguate ed urgenti misure di salvaguardia per i lavoratori in ordine alla tutela della loro sicurezza e al loro diritto di lavorare in modo professionalmente ottimale, senza le emergenze provovate da macchinari che hanno oramai concluso il loro ciclo di vita utile». Puddu sollecita «uno sforzo straordinario, che in parte dovrà essere considerato un investimento per la nuova mensa, per affrontare l’emergenza di via Premuda».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 41 - Sport
Calcio e diritto, da giovedì convegno a Olbia 
L’iniziativa è dell’università e di Sky, presenti Cellino e Galliani 
 
 OLBIA. Calcio e diritto sono un binomio inscindibile. Soprattutto dopo lo scandalo del 2006. Da giovedì docenti universitari e addetti ai lavori saranno protagonisti a Olbia di un’iniziativa in cui il calcio professionistico e le sue regole verranno analizzati da un punto di vista tecnico. Il convegno, organizzato dall’Università con la collaborazione di Sky, Regione Sardegna e Fondazione Banco di Sardegna, si articolerà in tre giornate.
 Si comincia giovedì alle 15 nella sede del Polo universitario di Olbia, dove ai saluti del rettore Maida, seguirà una sessione plenaria su aspetti di carattere generale con Carlo Ibba, Antonio Serra, Alberto Mazzoni e Carmine Macrì. Venerdì alle 9 si terrà la tavola rotonda sui soggetti del mondo del calcio: i relatori saranno Marcello Foschini, Claudio Franchini, Ivan Demuro, Mario Stella Richter e Daniela Memmo. Alle 11:30 seguirà il dibattito sulla giustizia sportiva con Edoardo Frosini, Stefano Azzali, Giovanni Ariolli, Maria Alessandra Sandulli e Ferruccio Auletta, mentre alle 15 si parlerà delle attività economiche collaterali con Giuseppe Morbidelli, Gustavo Olivieri, Vincenzo Zeno Zencovich, Daniele Bianchi e Candido Fois.
 Infine, sabato alle 9.30 al centro congressi Melià il presidente della Lazio Claudio Lotito, gli ad di Milan e Inter Adriano Galliani ed Ernesto Paolillo e il presidente del Cagliari Massimo Cellino, moderati dal giornalista di Sky Fabio Guadagnini, dibatteranno sul futuro del calcio professionistico.
Alessandro Pirina 
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Incontro dibattito alla Camera di commercio 
I problemi dell’educazione tra emergenza e attualità 
 
SASSARI. «Pensare all’educazione significa aprire il mondo alla speranza». Con queste parole di Giorgio Chiosso, professore di storia dell’Educazione all’università di Torino e principale relatore nell’incontro-dibattito «L’educazione oggi: tra Pinocchio e Frankenstein», si può sintetizzare l’importanza della discussione, aperta a vari livelli, sull’educazione. L’incontro, organizzato dal Centro Culturale di Sassari nella sala della Camera di Commercio, ha visto una partecipazione numerosa.
 Presenti insegnanti, dirigenti scolastici, genitori, educatori e studenti. Per circa due ore tutti hanno ascoltato con grande attenzione i vari relatori poi coinvolgendoli, con domande di chiarimento e con testimonianze, nel dibattito conclusivo. E’ stata la dimostrazione di come, anche in città e nel territorio provinciale, il problema dell’educazione sia sentito con vivo interesse e, alle volte, con preoccupazione. Presenti la presidente della Provincia, Alessandra Giudici, l’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Sassari, Antonietta Duce, e il presidente della camera di Commercio, Gavino Sini, che, concludendo i lavori, ha detto: «Sono commosso del fatto che in questa sala si parli di valori».
 Chiosso ha posto in evidenza come: «Nel nostro Paese da una parte esiste un’emergenza educativa e, dall’altra, c’è una sottovalutazione di tale emergenza. Le cause - ha detto il docente - possono essere individuate nel venir meno del senso di appartenenza e del senso di identità (religiosa, politica, geografica), nell’indebolimento del concetto di autorità, confusa con l’autoritarismo, e, infine, nell’oscuramento dell’idea di verità».
 A conclusione del suo intervento Chiosso ha suggerito alcuni punti di riferimento operativi «Bisogna impegnarsi a insegnare a render conto e al coraggio del rischio e della libertà».
 Felice Nuvoli, professore di Pedagogia generale all’università di Cagliari, si è limitato a illustrare le finalità generali dell’educazione attraverso la spiegazione del titolo della conferenza e della sua connessione con l’aiuto alla crescita delle persone sotto tutti gli aspetti.
 «Pinocchio - ha detto - era un pezzo di legno che, contrariamente all’apparenza, dava segni diversi sulla sua natura. Tali segni hanno trovato in Geppetto, figura dell’educatore instancabile e paziente, una ragione aperta alla loro giusta interpretazione. Proprio grazie alle cure di Geppetto, Pinocchio intraprende quel cammino lungo, pieno di cadute, che lo porta alla fine a diventare un uomo. Frankenstein, invece, frutto di una volontà educativa distorta, è il prodotto di un tentativo di creare l’umano perfetto, l’essere migliore, assemblando tra loro pezzi, senza tener conto della visione dell’insieme, e realizzando, perciò, una figura mostruosa».
Roberto Spezzigu 
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Facoltà a numero chiuso, simulazione dei test di ingresso 
 
SASSARI. Sulla scia dell’ormai consolidata attenzione riservata ai suoi attori principali, l’università di Sassari, nell’ambito delle iniziative rientranti nel Progetto Orientamento, ha offerto la possibilità di sostenere alcune prove simulate inerenti l’accesso alle Facoltà a numero programmato dell’Ateneo (Architettura, Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria). L’idea è nata in seguito all’analisi dei risultati, non certo confortanti, conseguiti negli ultimi anni dagli studenti neo-diplomati che hanno sostenuto i test di ammissione relativi all’accesso ai Corsi di Laurea in oggetto. L’iniziativa, avviata già l’anno scorso con il coinvolgimento in via sperimentale, di alcuni istituti superiori, coordinata dal delegato del rettore per l’Orientamento, è stata realizzata dall’Ufficio scuole di specializzazione e dottorati di ricerca - servizio orientamento e dal coordinamento e segreterie studenti. Si è pertanto deciso di proporre alle scuole superiori che ne hanno fatto richiesta, la somministrazione di test, opportunamente rielaborati sulla base di quelli previsti negli anni passati, che simulino la prova ufficiale che gli studenti andranno a sostenere nel prossimo mese di settembre. La grande novità di quest’anno consiste nell’aver esteso la possibilità di sostenere le prove simulate a tutti gli studenti degli istituti che hanno aderito alla IV edizione della manifestazione “Studiare a Sassari: informazione e orientamento all’università”, tenutasi nel mese di febbraio con una partecipazione in costante aumento. Nel corso dell’evento, è stato consegnato a tutti i docenti accompagnatori un apposito modulo, attraverso il quale gli stessi hanno comunicato al personale del centro orientamento i nominati degli studenti interessati all’iniziativa. La prova simulata relativa alle facoltà di area scientifica (Medicina e Veterinaria) si è tenuta il 28 maggio all’aula magna della facoltà di Medicina, mentre quella relativa a Architettura è stata sostenuta il 29, nei locali del complesso didattico della facoltà di Scienze in via Vienna. Il numero dei partecipanti, tra l’area scientifica e quella relativa ad architettura, ha superato i 300 studenti. È possibile vedere i test nel sito www.uniss.it/orienta.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
Grandi fusioni, parla l’economista 
Guiso: al Banco nuovo ruolo della Fondazione 
 
CAGLIARI. Luigi Guiso, il professore di economia dell’università europea di Firenze che ha rifiutato la presidenza del Banco di Sardegna, auspica in una intervista alla Nuova un «ruolo diverso per la Fondazione» (che deve avere compiti di monitoraggio) e ricorda che «nelle fusioni non si concentra solo la parte industriale ma anche il potere».
 
Pagina 7 - Sardegna
«Ruolo nuovo per la Fondazione del Banco» 
«Nelle fusioni non si concentra solo la parte industriale ma anche il potere» 
di Alfredo Franchini 
 
CAGLIARI. Luigi Guiso, docente di Economia all’Università europea di Firenze, ha stabilito un record: nella lunga fila di pretendendi al Banco di Sardegna è stato il primo ad essere nominato senza averlo chiesto, (dalla Fondazione, presieduta da Antonello Arru), e il primo a rinunciare «per non fare il portatore d’acqua». Così motivò il rifiuto senza dire che l’acqua avrebbe dovuto portarla al socio di maggioranza del Banco, la Bper, amministrata da quel Guido Leoni che aveva aperto il fuoco sul presidente designato con interviste che nessun banchiere aveva mai osato fare. Per i sindacati la rinuncia era stata «un duro colpo alle speranze di rilancio del Banco». Luigi Guiso non ci pensa più: «Non mi interessa guardarmi indietro», precisa, «però parlo volentieri dei problemi del credito». Lo intervistiamo a margine di una conferenza che ha tenuto ieri nella sede del Crenos.
  - Tutte le banche hanno vissuto per mezzo secolo sotto la protezione della Banca d’Italia. Poi dagli inizi degli anni Novanta con la legge che abolive le norme stabilite nel 1936 è stata una rivoluzione. Il processo è quasi finito o ne vedremo ancora tante?
 «Il processo di trasformazione è ancora in atto e le fusioni come le ultime tra Intesa-Sanpaolo e Unicredit-Capitalia erano forse inevitabili. Certo non si è tenuto conto dell’impatto che le grandi aggregazioni comportano sul piano locale».
 - Si è detto che sono processi ineluttabili che portano vantaggi alle aziende.
 «C’è una grossa concentrazione non solo industriale ma anche del potere. Il denaro si coniuga ed è correlato con il potere economico. Questo aspetto va tenuto ben presente perché in Italia non ci sono soggetti nel mercato finanziario che possano fare da contraltare alle banche. Mi riferisco ai Fondi».
 - In questa fase le banche comprano tutto, acquisiscono aziende in ogni comparto e per certi versi stanno sostituendo il ruolo che aveva la vecchia Iri.
 «È un aspetto del nuovo assetto del sistema creditizio. Le banche sono diventate universali: possono vendere qualunque prodotto ma possono anche assumere partecipazioni».
 - In passato non era così, c’era un divieto sull’acquisizione di partecipazioni industriali.
 «Le regolamentazioni a cui si riferisce risentivano della crisi degli anni Trenta e in quel modo si voleva rompere il legame banca-industria. Ora però la tecnologia della gestione dei rischi è più sofisticata ed è più agevole diversificare; perciò è più facile assumere le partecipazioni dirette. Solo che, effettivamente, stanno emergendo nuovi problemi».
 Si può dare un nome a questi problemi?
 «Certo, si chiamano conflitti di interessi che vanno monitorati e gestiti. Un lavoro aggiuntivo per autorità e azionisti delle banche».
 - Nella relazione annuale, il governatore di Bankitalia, Draghi, ha detto: «Un sistema finanziario moderno non tollera commistioni tra politica e banche. La separazione sia netta». Si ricorda di quelle parole?
 «Quella frase sorprende per due ragioni. Prima di tutto per la nettezza con cui il governatore fa quell’affermazione e poi perché la mette in chiusura della relazione ed è quindi un’esortazione forte per un sistema in cui il legame sul piano finanziario e politica è ancora lì. Il fatto che lo dica, che lo ammetta, significa che il problema esiste e bisogna superarlo».
 - Ma qual è il fatto nuovo se la commistione affari e politica esiste da sempre?
 «Siamo passati da un sistema pubblico ad uno semi privato. La privatizzazione è stata fatta senza collocare le banche sul mercato, inventando la proprietà che poi sarebbe la Fondazione. Un guizzo di fantasia visto che non si voleva vendere ad azionisti veri, quelli che mettono le mani nel portafoglio»...
 - Lo stesso ministro Giuliano Amato, quando inventò le Fondazioni disse di aver creato un mostro.
 «Ora i mostri, chiamiamoli così, si sono evoluti però il processo non è chiuso. Certo le Fondazioni sono diverse da come erano quindici anni fa. C’è un punto importante: viene loro assegnato un ruolo assimilato a quello dei Fondi che hanno partecipazioni e le banche cercano di ricondurre il ruolo della Fondazione ai compiti propri e cioè la rappresentanza degli interessi locali».
 - Quindi le Fondazioni dovranno principalmente avere un ruolo di monitoraggio?
 «Le Fondazioni hanno un orizzonte molto lungo e il loro interesse non è massimizzare il profitto sul breve periodo ma far rendere al massimo la propria partecipazione. Questo le rende ancora più utili come azionisti di minoranza per controbilanciare gli incentivi dei manager che devono pensare a quadrare i bilanci».
 - La Regione aveva competenze sul credito e disponeva di tre banche (Sardegna, Credito Industriale sardo e Sfirs). In pochi anni ha perso tutto, può recuperare un ruolo diretto?
 «Io non capisco perché una Regione debba avere un ruolo diretto nel sistema creditizio. Nel sistema finanziario ci sono tanti operatori che sono in grado di far bene il proprio mestiere e non vedo quale sia il vantaggio comparato di una regione».
 - E allora che cosa dovrebbe fare la Regione? Così come chiede anche il Consiglio regionale?
 «Dovrebbe preoccuparsi della struttura del mercato finanziario, del tipo di offerta perché è questo il motore importante per lo sviluppo ed è giusto che chi ha responsabilità amministrative si preoccupi che ci sia concorrenza».
 - Ma nella nostra regione gli istituti che venivano dalla penisola o dall’estero hanno sempre finito per fare cartello.
 «La Sardegna ha un assetto peculiare perché il Banco è dominante, ha una quota molto elevata di mercato; anche se c’è da rilevare che negli ultimi anni ci sono stati molti nuovi ingressi. Però se prendiamo il Banco e le quote di mercato, per la Fondazione si apre uno spazio importante che può giustificare anche l’elevata partecipazione nella banca con la necessità di monitorare e controllare il mercato stesso».
 - Nell’isola, comunque, c’è un gran fermento tra le banche cooperative. Ci sono due realtà, (la banca di Arborea e quella di Cagliari), e ci sono quattro richieste da altri territori. C’è da chiedersi però se ci sono altri spazi vitali per poter operare?
 «Il mercato regionale è piccolo però se è in grado di attrarre altri operatori ben vengano. La cosa migliore per far funzionare il mercato è che ci siano nuovi ingressi. Allora se ci sono i numeri e le capacità, il mercato ne beneficia e questo è il miglior antidoto per qualunque cattivo comportamento. Ne beficiano il sistema, i clienti, tutti».
 - A parte la fusione tra i colossi, ci sarà presto l’aggregazione tra Popolare di Milano e la Bper che ci interessa da vicino visto che gli emiliani controllano il Banco di Sardegna. Nascerà una Superpopolare ma che ruolo potrà avere viste le recenti aggregazioni dei colossi nazionali?
 «Si tratta di due grossi gruppi che hanno deciso di operare la fusione in parte proprio in risposta al processo di concentrazione in atto da parte di altre banche. È molto difficile che banche di dimensione media non seguano questo trend perché rimarrebbero almeno in parte fuori mercato e non riuscirebbero a produrre più le condizioni di efficienza maggiore».
 - Ma una fusione così non può comportare problemi e sovrapposizioni?
 «Tutta l’ondata di fusioni e aggregazioni è stata fatta per sfruttare i vantaggi delle dimensioni bancarie ma l’economia potenziale di una fusione, si sa, non è cosa semplice. È un lavoro complesso e ci sono tanti ostacoli da superare. La buona riuscita dipende dalla collimanza tra le banche che si aggregano. La regola è che tanto più sono in sintonia, tanto più sarà facile usufruire delle economie di scala».
 - Più facili le nozze dei colossi, dunque?
 «Le ultime aggregazioni che sono avvenute in Italia segnano un momento importante ed è difficile pensare che ci possa essere un passo successivo senza raggiungere livelli difficilmente tollerabili di concentrazione del credito. Già a questo livello è molto problematico ma bisogna tenere conto che è la dimensione geografica del mercato ad essersi allargata. Devo dire che mi ha sorpreso la dichiarazione del presidente dell’antitrust sull’ultima aggregazione (Unicredit-Capitalia, Ndr): come dire, ha dato il via libera prima che l’istruttoria delle sue indagini fosse stata conclusa».
  - Un’ultima domanda sul tema economico del giorno. Il Rapporto dell’Ocse sul nostro Paese contiene l’invito all’Italia ad usare il «tesoretto» per rientrare dal debito.
 «Il tesoretto non è altro che un guadagno «una tantum» e allora la cosa più sensata è destinarlo a ridurre il debito piuttosto che apparecchiare la tavola per mangiare. Il nostro Paese, purtroppo, ha un fardello enorme rappresentato dal debito e questa è un’occasione per dargli almeno una bottarella. Insomma, non risolverà il problema, però, aiuta. È un buon momento per iniziare a rientrare visto che la fase congiunturale è buona, il Paese è in ripresa e cresce. Mi sembra una buona occasione per rimboccarsi le maniche».
 
 
 
 
 
 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie