Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 May 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 7 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna


Pagina 16 - Cultura
Il lavoro ha un cuore antico Cagliari, un secolo di Cgil
Due anni di ricerche, oltre 650 pagine di ricostruzioni e analisi storiche, un corpus documentale di gran mole passato per il setaccio di sedici studiosi: se è vero che «il futuro ha un cuore antico», questo è di gran lunga l’elettrocardiogramma più completo e complesso che si potesse sviluppare. Quella tra virgolette è la frase di Carlo Levi scelta come slogan dell’ultimo congresso dalla Camera del lavoro cagliaritana. Un cuore antico, secolare: è per i cento anni dalla fondazione che l’editore Carocci pubblica un saggio corale - a cura dei docenti di storia contemporanea Giannarita Mele e Claudio Natoli - che ripercorre le tappe della Cgil nel capoluogo, dal movimento operaio nell’età giolittiana alle esperienze degli anni Cinquanta e Sessanta fino allo Statuto dei lavoratori e alla programmazione negoziata, guardando attraverso il prisma sindacale le grandi avventure della storia d’Italia, dalla dittatura alla democrazia postmoderna passando, com’è naturale, per la guerra e la ricostruzione. Dire che questo "Storia della Camera del lavoro di Cagliari nel Novecento" (670 pagine, 46 euro) si legge d’un fiato o «come un romanzo», per usare una delle espressioni più in voga per rassicurare il lettore, sarebbe com’è evidente una sciocchezza. Quando un secolo di impegno sindacale e politico si sedimenta in una ricerca storica scrupolosa non si può avere la pretesa di una lettura croccante d’aneddoti ad ogni pagina, lieve ad ogni passo. In cambio ci si può aspettare senza restare delusi uno sguardo intenso sul nostro passato - in fondo neanche così remoto, a giudicare da quant’è attuale la sua eredità di temi come sicurezza del lavoro e sul lavoro - uno sguardo attento che non trascuri l’accuratezza storica degli episodi e delle figure e al contempo restituisca il mutare di respiro dei periodi che si susseguono, i cambiamenti profondi e anche il valore simbolico dei fatti che espone, la rilevanza di un accadimento oltre la cronaca storiografica. È il caso, ad esempio, delle vicende che riguardarono le sigaraie cagliaritane e la loro sempre più robusta coscienza sindacale: è il tema di uno degli ultimi saggi che compongono il volume, "La fabbrica del fumo. Una fonte d’interesse sindacale: la Manifattura Tabacchi di Cagliari" di Raffaela Angela Ambu e Anna Cherchi. È difficile rileggere i documenti dei primi del nostro Novecento citati dalle due ricercatrici e non pensare al caporalato di Villa Literno, allo sfruttamento della manodopera che gli scafisti elargiscono ogni giorno al nostro sistema produttivo, al lavoro nero d’ingiustizia raccontato da Saviano nel suo "Gomorra". A collegare ai nostri giorni quelle pagine di lotte e di reazioni non sono solo i tassi di sfruttamento della manodopera meno garantita, ma anche fenomeni come il crumiraggio e l’istituzione di sindacati "gialli", filopadronali, creati e coordinati da pseudotutori dei diritti dei lavoratori che non si facevano scrupolo di minacciare, ricattare, piegare i colleghi all’adesione. Eppure proprio da queste pagine dedicate alla "Fabbrica del fumo" si possono trarre indicazioni confortanti per chi crede nella consapevolezza dei lavoratori come elemento di crescita dell’intera società. Nel 1899 la prefettura aveva caldeggiato un ampliamento della Manifattura motivando il suo assenso con alcune rassicuranti considerazioni sul «nessun pericolo di leghe di resistenza e di scioperi più o meno artificiali occorsi altrove ma non temibili qui»: una diagnosi che la storia del sindacato avrebbe smentito in modo netto, vedendo spesso nelle sigaraie le esponenti più determinate e coraggiose di un modo nuovo di porsi nei confronti del lavoro e dei suoi lati oscuri. La loro storia, con le altre tante storie che compongono un affresco sindacale di un secolo cagliaritano, saranno presentate ai lettori oggi pomeriggio alle 16,30 nella sala settecentesca dell’Università di Cagliari. Coordinati da Ester Gessa, ne discuteranno insieme agli autori Antonello Arru, Marinella Cocco Ortu, Enzo Costa, Claudio Natoli, Carlo Felice Casula, Francesco Manconi e Adolfo Pepe.
Celestino Tabasso

L’Unione Sarda
Pagina 18 - Nuoro
Documento al vetriolo: «Sprecati tanti soldi pubblici, ma pochi risultati concreti»
Università, critiche di An alla gestione Russo
Duro attacco di An contro il presidente dell’università nuorese Sergio Russo. «Dopo dieci anni si scopre - si legge in una nota firmata dal presidente provinciale di An Peppe Montesu -, per bocca del pluri-presidente, architetto Sergio Russo, che manca alle università nuoresi un filo conduttore e un progetto con una forte identità. Noi l’abbiamo sempre saputo e denunciato, ci meraviglia non poco sapere che anche il mancato candidato a sindaco di Nuoro e attuale presidente del Consorzio Universitario nonché presidente dell’Ailun, amico stretto dell’onorevole Soro e del presidente Deriu e direttore dei lavori del campus, lo sapesse e non abbia fatto niente per cambiare questo stato di cose». Poi An prosegue: «I soldi per il famoso campus universitario non si sa che fine hanno fatto. Con i finanziamenti pubblici dell’Ailun e del Consorzio, spesi perlopiù per pagare docenti che vengono a Nuoro solo per la trasferta, per le consulenze e gli incarichi agli amici (ma anche compagni) ci si potrebbe mantenere agli studi tutti gli studenti della provincia nelle migliori Università mondiali. In sintesi possiamo dire che l’Università Nuorese, per produrre lauree non richieste dal mercato, spende una marea di soldi con la quale si potrebbe dare titolo e lavoro certo ai nostri giovani, risparmiando ai loro genitori i salassi economici che sono costretti a subire quando decidono di dare ai loro figli una laurea un po’ più quotata». È ora - conclude An - «di abbandonare certi atteggiamenti da sanguisughe delle risorse pubbliche tirati al limite del conflitto di interessi e puntare sul serio su un progetto di Università credibile».

L’Unione Sarda
Pagina 35 - Lavoro
Cnr, 98 ricercatori
Concorso Indetto il bando per numerose discipline

Il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ha messo a concorso 98 posti di ricercatori scientifici: si tratta di 3 posti in scienze informatiche; 19 fisiche; 7 chimiche; 8 in tecnologie dei materiali; 9 in scienze della terra; 8 dell’ambiente; 2 biologiche; 9 fisiologiche, biologiche, biochimiche e di medicina molecolare; 3 tecnologiche e di base per la medicina; 3 in neuroscienze; 2 in scienze mediche; 6 agrarie; 1 in ingegneria civile e architettura; 6 in ingegneria industriale; 2 in ingegneria dell’informazione; 3 in scienze dell’antichità; 1 filologico letterarie, 2 economiche; 1 filosofiche, 2 giuridiche e 1 in scienze sociali. Può presentare la domanda chi ha una laurea in base al vecchio ordinamento (per la tipologia dei corsi di laurea si rimanda alle singole aree di ricerca) e un dottorato di ricerca o abbia svolto attività di ricerca per un triennio all’Università o in altri enti. La domanda va indirizzata al Consiglio Nazionale delle Ricerche, Ufficio concorsi e borse di studio, piazzale Aldo Moro 7, 00185 Roma, e inviata per posta raccomandata entro giovedì 24 maggio. Per informazioni consultare il sito internet http://www.urp.cnr.it/copertine/. (al. co.)

 


 


Pagina 4 - Cagliari
Maracalagonis. Corso
Aperta la scuola superiore di astrofisica

MARACALAGONIS. Domenica ha preso il via nel Cala Arena Village di Geremeas, il primo corso del nono ciclo della scuola nazionale di astrofisica, al quale sono iscritti 83 giovani dottorandi da tutte le regioni d’Italia. Il corso si concluderà sabato e verterà sui seguenti temi: «Oggetti compatti e pulsar» e «Scienze con Alma» la rete internazionale di Radio telescopi in costruzione nel deserto del Cile. Le lezioni sono tenute da docenti dell’Università di Cagliari, Milano e Padova e da ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica e di altri centri di ricerca internazionale. È la terza volta che la scuola si svolge in Sardegna; nel 1999 a Carloforte e nel 2003 a Castiadas.
Nel pomeriggio di domani gli iscritti al corso e i docenti faranno tappa a San Basilio nell’altipiano di Pranu Sanguni dove è in costruzione il Sardinia Radio Telescope, il radiotelescopio tecnologicamente più avanzato in Europa il cui progetto è stato coofinanziato dal Ministero dell’istruzione, dell’Università e della ricerca e dalla Regione Sardegna.
La scuola nazionale di astrofisica ha durata biennale, e si articola su un ciclo di quattro corsi, due per anno, di una settimana ciascuno, per un totale di 120 ore di lezione. Ogni corso verte su due o tre argomenti molto generali, di norma non strettamente correlati. I corsi si svolgono in località sedi di osservatori astronomici o istituti universitari, di volta in volta diverse, anche per dare modo ai partecipanti di interaggiare con le differenti realtà locali della ricerca astronomica italiana.
La scuola si rivolge principalmente agli studenti di dottorato in astronomia e in fisica (con orientamento astrofisico) ed è comunque aperta a tutti i giovani ricercatori interessati. L’obbiettivo finale è fornire ai partecipanti un’occasione per l’approfondimento della loro preparazione universitaria.
Giancarlo Bulla

La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
I dirigenti nazionali del Consiglio puntano sulle specificità scientifiche sarde
L’isola dà più valore alla ricerca
Battesimo ufficiale per la Cittadella del Cnr a Sassari


PIER GIORGIO PINNA

SASSARI. La Sardegna come valore aggiunto per la ricerca. Le numerose specificità dell’isola - dall’ambiente naturale agli studi sul Dna - sono giudicate altrettante risorse-chiave dai responsabili nazionali del Cnr. Ecco perché nel battesimo ufficiale della prima area accentrata regionale, alle porte della città, è stato dato tanto rilievo ai contenuti delle indagini scientifiche fatte dalle nostre parti. «Per noi è fondamentale accelerare i progetti: possono cominciare nell’isola e avere poi valenza internazionale», hanno spiegato i dirigenti arrivati da Roma per il via ai lavori sinergici nei sei istituti del Nord Sardegna.
Un esempio? È presto detto: lo studio genetico sui picchi di longevità nella terra dei centenari. Partito soprattutto da zone come l’Ogliastra grazie all’impegno di uno dei più autorevoli esponenti del Cnr nell’isola, Mario Pirastu, ha già trovato possibilità di analisi e approfondimento. Ma adesso, con la nascita della Cittadella del Consiglio nazionale delle ricerche a Baldinca, lungo la direttrice per Porto Torres, si aprono strade per le multi-disciplinarità. La contemporanea presenza di 150 operatori scientifici nella stessa area, quasi un campus, permetterà chance di sviluppo inedite.
A rimarcarlo, ieri mattina, sono stati parecchi. Prima di tutto il ministro della Difesa, Arturo Parisi, che ha precisato di essere intervenuto, «soprattutto per ascoltare», come sassarese e docente di scienze sociali: «Diversi anni fa avevo seguito l’iter di questo progetto da sottosegretario - ha dichiarato - Allora e adesso immagino questo luogo come un centro che, per la sua collocazione strategica, possa favorire l’eccellenza nella ricerca. Un centro che ci metta nelle condizioni di competere a livello internazionale e di creare una comunità di specialisti capace di aprirsi all’esterno».
Poi è stata la volta del sottosegretario all’Ambiente Bruno Dettori, che a Sassari insegna nella facoltà di agraria: «Per la nostra città e per tutto il territorio centro-settentrionale dell’isola la nascita di questo percorso rappresenta un momento importante di recupero dell’identità scientifica: permette di riscoprire il dinamismo del passato e di contribuire a dare un forte contributo alla ricerca su scala europea».
Il direttore generale del Cnr, Angelo Guerrini, si è detto convinto che il lavoro fianco a fianco di tanti studiosi non potrà non rilanciare le indagini già intraprese nel Nord Sardegna in altri settori vitali: biometeorologia, ecosistemi, scienze delle produzioni alimentari, produzione animale, chimica biomolecolare. «Il nostro obiettivo finale è valorizzare le indagini di alto e altissimo profilo - ha proseguito - In questo momento c’era l’urgenza di aprire qui e subito le nuove strutture. Presto, con il trasferimento di tutti gli istituti, potranno operare in maniera congiunta. Ma per farle agire al meglio è chiaro che ci batteremo per trovare le disponibilità finanziarie necessarie».
Finora sono disponibili fondi per otto milioni di euro. Altri ne sono stati già stanziati per il verde che circonderà le tre palazzine di seimila metri quadrati e per la costruzione di serre collegate all’attività degli agronomi. Altri ancora (circa dieci milioni) sono infine riservati al pagamento degli stipendi e ai servizi di gestione.
Ma è evidente che la Cittadella avrà bisogno di risorse integrate. L’importante, come ha sottolineato il responsabile nazionale della Programmazione Cnr, Massimiliano Di Bitetto, «è canalizzare le aggregazioni d’indagine per sfruttare in maniera ottimale le specificità del territorio sardo e la qualità degli accertamenti scientifici portati a termine sino a oggi». A fare da cicerone nelle sale degli edifici ancora da completare a Baldinca, in questa sorta di pre-inaugurazione, il direttore dell’istituto di chimica biomolecolare, Mauro Marchetti. L’area sorge nella zona alla metà degli anni Settanta destinata al nuovo ospedale psichiatrico sassarese. Non vide mai la luce a causa dell’entrata in vigore della legge Basaglia che abolì i manicomi in tutta Italia. Commenti favorevoli sulle potenzialità della Cittadella sono arrivati da molti addetti ai lavori, interni al Cnr dell’isola oppure ospiti. Ma anche dal sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau: «La mia presenza in questa giornata - ha rilevato il primo cittadino - deriva dal fatto che credo davvero in realtà come queste. Con Porto Conte Ricerche e con le possibilità che il nostro ateneo è in grado di esprimere si può realizzare un programma d’investimenti nel settore scientifico capace di rilanciare il territorio e permetterci una competizione internazionale».
Soddisfatta l’assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Laura Paoni: «Abbiamo messo a disposizione i nostri edifici a Baldinca per rendere possibile un piano nel quale riponiamo fiducia: sono sicura che il rapporto già stretto fra noi e il Cnr ne uscirà rafforzato. La mia idea è che una programmazione come questa, fondata sugli approfondimenti scientifici, sia utile specialmente a far crescere le prospettive per i giovani». Alla visita guidata ha partecipato il prorettore dell’università sassarese, Attilio Mastino, delegato per la ricerca. E anche da lui è giunto un altro giudizio positivo: «Anche il nostro ateneo fa un passo avanti con quest’iniziativa: molti dei nostri ricercatori hanno rapporti di collaborazione intensissima con il Cnr. Di fatto si aprono nuove possibilità per tutti».

La Nuova Sardegna
Pagina 34
Il caso. Per Sergio Russo, presidente del Consorzio, un obiettivo non esclude l’altro
Qualità o quantità? L’Università è a un bivio
Il sogno della Normale barbaricina e la necessità di raddoppiare gli iscritti per andare avanti

NUORO. Moltiplicare il numero degli iscritti. La sfida dell’università nuorese è questa, oramai: portare gli studenti a quota duemila e passa. Gli attuali 1047, insomma, sono troppo pochi. «Troppo pochi per essere una sede importante» aveva detto qualche giorno fa in una intervista alla Nuova il presidente del Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale, Sergio Russo. «Troppi» - tuttavia - «per rinunciare» alla scommessa lanciata nel 1990 con l’istituzione dell’ateneo. Non a caso Russo aveva sottolineato: «Siamo alla metà di un guado».
Subito dopo, il timoniere del cosiddetto Terzo polo universitario, aveva rilanciato: «Dobbiamo puntare al raddoppio, se saremo capaci». Un obiettivo già preso di mira, del resto, sia dal presidente della Provincia Roberto Deriu sia dal sindaco di Nuoro Mario Zidda. Schierati entrambi, da poco meno di due anni fa, a favore della legge dei grandi numeri, della “massa critica”. Ma «se non c’è il supporto di politiche regionali convergenti verso uno sviluppo condiviso, tutto rimane lettera morta» aveva messo in guardia Zidda, nel luglio 2005. Due mesi più tardi, Deriu aveva lanciato la sua provocazione: «Dobbiamo raddoppiare il numero degli studenti, solo allora potremo parlare di presenza dell’università. La qualità? Al momento non è la priorità».
Per il presidente della Provincia, quindi, le carte dell’università si calano sul piatto dei numeri: più quantità, per vincere la sfida, anche a discapito della qualità. E inoltre: «Senza l’autonomia, non c’è futuro» aveva ripetuto Deriu, minacciando le università “madri” di Cagliari e Sassari: investite su Nuoro o noi ci rivolgiamo all’estero, era stato il suo chiaro messaggio. Sergio Russo, tuttavia, pur condividendo la politica di Deriu e di Zidda, punta la nave Consorzio più sulla qualità che sulla quantità.
Raddoppiare il numero degli studenti, sì, ma anche, e soprattutto, «fare qualcosa che ci identifichi - è la sua filosofia -, per qualità e per offerta». Prendendo come modello da seguire la Normale di Pisa, aveva detto Russo nell’intervista alla Nuova. «Dobbiamo essere attrattivi - aveva ripetuto - e quindi per noi la qualità non deve essere una scelta, ma una necessità. Per questo dobbiamo saper offrire qualcosa di più e di meglio». Con una considerazione basilare a proposito dell’autonomia: «Pensare che Nuoro diventi una sede universitaria autonoma è una legittima aspettativa ma oggi non è una prospettiva vicina. Oggi dobbiamo puntare sui contenuti - aveva continuato il presidente del Consorzio universitario - e ampliare il numero dei corsi con una offerta didattica più ricca e dobbiamo avere più studenti. Dobbiamo puntare al raddoppio». Da mille a duemila. Per dare una speranza all’università della Barbagia, che ora rilegge i suoi 17 anni di storia e discute sul suo futuro.

La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Nuoro
Un documento dell’opposizione
«Campus e caserma progetti a rischio»


NUORO. Campus e caserma a rischio, parte un ordine del giorno dell’opposizione.
«La prospettiva della razionalizzazione della spesa in campo militare da parte del ministero - si legge nel documento a firma di Gianni Falchi, Francesco Pili, Roberto Capelli, Paolo Manca, Filippo Cambedda e Pietro Sanna - sarebbe orientata al potenziamento del presidio di Macomer e quindi si fa strada l’ipotesi di abbandono o ridimensionamento della presenza dell’esercito nella sede nuorese».
Il mancato trasferimento nella nuova caserma a Pratosardo, impedirebbe la cessione dell’attuale sede dell’ex artiglieria per il campus. E su questo i consiglieri continuano: «La crescita e lo sviluppo dell’Università nuorese e l’obiettivo di realizzare un polo universitario autonomo, rappresentano l’azione prioritaria del programma politico locale - continuano i rappresentanti dell’opposizione -. A riprova di ciò l’amministrazione ha riservato al capitolo Università un’importanza strategica nella redazione del piano urbanistico comunale ed è pilastro portante nell’ambito dello studio per l’elaborazione del piano strategico comunale».
I consiglieri concludono affermando che «le nuove prospettive del ministero mettono a repentaglio la realizzazione del campus e obbligherebbe a rivedere la scelte programmatiche».(m.g.f.)





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