Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 May 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 11 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Il Sardegna

1 – L’Unione Sarda
Prima pagina
Banco di Sardegna
Franco Farina nominato presidente
Franco Farina, docente di Diritto commerciale, è stato indicato ieri dalla Fondazione per la presidenza del Banco di Sardegna. Nuorese, 66 anni, insegna a Cagliari. Del Banco è già stato vicepresidente.
 
Pagina 5 – Cronaca regionale
Banco, il presidente sarà Franco Farina
Ieri la scelta della Fondazione. E la Bper dà il suo assenso  
Franco Farina, docente di Diritto commerciale, è stato indicato per la presidenza del Banco di Sardegna
Franco Farina torna al Banco di Sardegna questa volta nel ruolo di presidente dopo essere stato dal 1998 al 2001 il vice di Sebastiano Brusco. Lo ha designato ieri il consiglio d'amministrazione della Fondazione che ha voluto dare ufficialità con un comunicato alla delibera assunta intorno alle 14. Il professor Farina, originario di Nuoro, ha 66 anni, è avvocato e docente di Diritto Commerciale alla Facoltà di Giurisprudenza di Cagliari. La sua designazione ha avuto il pieno gradimento della capogruppo, la Banca Popolare dell'Emilia Romagna. Per Ivano Spallanzani, presidente facente funzioni del Banco e presidente della Banca di Sassari «Farina è una persona che gode della nostra stima e che conosce bene la banca. Ora speriamo finisca definitivamente il clamore scatenato dalla vicenda Guiso e si pensi solo a lavorare per il bene del Banco di Sardegna». l'incaricoL'insediamento di Farina non sarà immediato perché é necessario rispettare tempi tecnici fissati dalla legge bancaria. Il primo appuntamento sarà il consiglio d'amministrazione che era già stato convocato per il 29 maggio. In quell'occasione verrà decisa la data di convocazione dell'assemblea dei soci con all'ordine del giorno la nomina del nuovo presidente. La delibera di convocazione dovrà essere poi pubblicata sulla Gazzetta ufficiale quindi è facilmente ipotizzabile che il professor Farina potrà sedere sulla poltrona lasciata libera in modo polemico da Antonio Sassu non prima del prossimo mese. Chi conosce Franco Farina, lo descrive come una persona preparata, estremamente riservata e di grande dirittura morale. Ebbe modo di dimostrarlo quando, nominato assessore regionale tecnico all'Industria nella Giunta guidata da Federico Palomba, andò via sbattendo la porta. Era il 5 aprile del 1995 e la sua fu la sdegnata risposta alle pressioni esercitate dai partiti della maggioranza per la nomina dei manager delle Asl. Nel suo passato politico c'è la militanza nel Partito Repubblicano e la successiva adesione a Federazione Democratica. Ha lavorato in Regione nell'assessorato alla Rinascita come consulente dei programmi di sviluppo. Durante il tracollo della Sir di Rovelli era stato chiamato, in qualità di consigliere di amministrazione della Sir Finanziaria, a concorrere al piano di risanamento del gruppo. L'ultimo incarico assunto all'interno del gruppo Banco di Sardegna è stato la presidenza della Sardaleasing, incarico che ha poi lasciato il 28 aprile del 2005 a Gabriele Satta con cui aveva diviso l'esperienza nel consiglio d'amministrazione della banca. i commentiE proprio Gabriele Satta, che alla vigilia delle grandi manovre per la presidenza veniva considerato uno dei candidati alla successione di Sassu, oggi lo descrive così: «È persona adattissima al ruolo per il quale la Fondazione lo ha designato. Ha un'ottima preparazione e una grande esperienza e possiede doti di rigore e notevole equilibrio. Inoltre, conosce bene la banca. Sono sicuro che saprà guidarla al meglio verso nuovi successi». Romolo Pisano, presidente della Camera di commercio di Nuoro, parla di Franco Farina come di «un amico fraterno»: «Siamo entrambi nuoresi, siamo stati compagni di scuola dalle elementari al Liceo, poi abbiamo proseguito per strade diverse. È personaggio di valore che conosce il Banco di Sardegna come pochi altri. Senza tema di essere smentito», continua Pisano, «posso affermare che è una grande risorsa e che porterà la nostra banca a raggiungere traguardi importanti». i sociDalla Fondazione non arrivano commenti. Il presidente Antonello Arru risponde ad un sms pregandoci di comprendere la sua scelta di massima riservatezza. Dagli ambienti vicini alla Fondazione arriva però una frase stringata ma significativa: «Le valutazioni su Franco Farina sono implicite nella scelta che abbiamo fatto». Qualcun altro descrive il presidente come «uno che non piega la schiena davanti a nessuno, assume le sue decisioni e non se le fa imporre». Insomma, una persona preparata che ha partecipato con grande impegno alla prima fase del risanamento del Banco, durante la presidenza di Sebastiano Brusco, e che ora è chiamato a far crescere ulteriormente l'istituto di credito. Come fece negli anni Cinquanta suo padre, allora funzionario di una banca in fasce, che contribuì alla sua espansione nell'isola. Gibi Puggioni
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 21 – Cronaca di Cagliari
giurisprudenza
Domani la simulazione di un processo penale
Domani alle 9,30 nell'aula di Corte d'Assise d'Appello del Tribunale appuntamento con la Moot Court Competition, ossia la simulazione processuale, organizzata da Elsa Cagliari, l'associazione degli studenti europei di Giurisprudenza. Il meccanismo della competizione riproduce, eliminando le lungaggini processuali, l'iter di un processo. Il Comitato scientifico organizzatore predispone un caso vero e proprio, ogni squadra concorrente deve redigere le memorie difensive di entrambe le parti in causa. A questo punto si procede al sorteggio, con il quale si stabilisce chi sosterrà l'accusa e chi la difesa. La giuria sarà presieduta da Leonardo Filippi, docente di Diritto processuale penale.
 
3 – L’Unione Sarda
Sport Pagina 59
Atletica. Da domani a Cagliari la rassegna regionale che assegna il punteggio per i tricolori
Scattano i societari: Cus e Amsicora cercano la A "oro"
Ci saranno tutti i migliori atleti sardi nel weekend di atletica al Cus Cagliari: da Nicola Trentin ad Aurora Salvagno, da Claudia Pinna a Gavino Dettori. Unica assente Sara Palmas che non ha ancora ottenuto l'ok, dall'Esercito, per gareggiare con la società universitaria. In palio, nella pista di Sa Duchessa, i punti qualificazione per le finali nazionali del campionato societario. Proprio la squadra femminile di casa, guidata dal tecnico Pompilio Bargone, cerca di tagliare il traguardo per disputare ancora una volta la finale Oro: difficile che i 16 mila punti richiesti per garantirsi la vetrina della finalissima di Palermo siano racimolati in questa prima prova. Mancheranno infatti le due straniere, le keniane Jepchumba (nei 3.000 siepi) e Langat (800 e 1.500 metri) che dovrebbero portare punti pesanti. Presenti le altre, tranne la nuorese Sara Palmas (che, per ora, non dovrebbe correre neanche con l'Esercito): Claudia Pinna (nei 5.000), Schutzmann (200 e 400 metri), Meuti (alto), Brogi (lungo e triplo), Barani (100 ostacoli), Cabella (martello), Mannias (peso e disco). In gara anche i nuovi acquisti: Baggioli (400 ostacoli), Capriata (100 metri) e Semerano (asta). In salita la strada per l'Amsicora uomini. Dopo la retrocessine dello scorso anno la società di Ponte Vittorio (che dovrebbe schierare il suo velocista Aliu) deve fare più punti possibili e sperare: dieci dei dodici posti per la finale Oro sono riservati alle prime otto dello scorso anno e alle due vincitrici della finale argento (che devono mettere a segno il punteggio minimo). Gli altri due posti finiranno alle due migliori squadre tra le dodici ammesse di diritto alla A Argento 2007, compresa l'Amsicora. Domani e domenica (le gare iniziano alle 15) saranno presenti anche la velocista algherese Aurora Salvagno con la maglia del Cus Sassari (l'Aeronautica ha concesso il via libera) e l'iglesiente Nicola Trentin nella pedana del lungo con la Jolao Iglesias. Ma sarà l'occasione per vedere all'opera anche le giovani promesse del movimento sardo. La seconda e ultima fase si svolgerà a Sassari il 23 e 24 giugno.
Matteo Vercelli
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro Pagina 20
Fonni
L'antico retablo restaurato torna nella basilica dei Martiri
Una giornata all'insegna della cultura. Con doppio appuntamento: uno dedicato all'arte e l'altro alla storia. Conferenze e mostre, domani a Fonni, nell'ambito degli appuntamenti previsti per la nona settimana della cultura, promossa dal Ministero per i Beni e le attività culturali. Alle 10 e 30, nei locali del convento francescano adiacente alla Basilica dei Martiri, è in programma la conferenza di presentazione del restauro concluso di recente, della tavola della Madonna del Latte, raffigurante in tutta la sua dolcezza la scena di Maria che allatta il Bambino. Scomparto superstite di un antico retablo che sarà restituito alla basilica dei Martiri. Parteciperanno alla conferenza, oltre a padre Pietro Cogoni e al sindaco Tonino Coinu, il direttore regionale dei Beni culturali della Sardegna Paolo Scalpellini, lo storico dell'arte Renata Serra, i funzionari della Soprintendenza Laura Donati e Maria Paola Dettori, il restauratore Pietro Usai. Nel pomeriggio Fonni ritrova il suo passato. Durante il convegno, in programma alle 17 e 30 nella sala consiliare, verranno restituiti al Comune i documenti risalenti al diciottesimo e diciannovesimo secolo ritrovati dalla Soprintendenza Archivistica presso l'Archivio storico, grazie anche all'intervento dell'Università di Sassari. In programma anche un'esposizione di riproduzioni fotografiche di documenti a cura di Maria Bonaria Lai, Giovanna Deidda e Maria Loddo.
Salvatora Mulas

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Nasce alle porte di Sassari la Cittadella del Cnr 
Accentrati i sei istituti, sinergie nelle indagini scientifiche, fondi per 8 milioni 
Si apre una fase più moderna per il lavoro di 150 operatori dotati di una serie di strumenti sofisticati 
di Pier Giorgio Pinna 
SASSARI. Nell’isola la prima Cittadella del Cnr nasce dove ha operato a lungo uno dei pochi italiani Nobel per la medicina, Daniel Bovet. Porta in dote a Sassari investimenti per 8 milioni, più altri per le serre e il verde circostante. Concentrerà i sei istituti che nel Nord Sardegna operano già per il Consiglio nazionale delle ricerche. Con un’economia gestionale evidente. E, soprattutto, con sinergie di lavoro multidisciplinari: attività in grado di rendere più efficaci le interazioni in campi che vanno dalla biometeorologia alla chimica, dalla genetica alle scienze per la protezione degli alimenti.
 La sede della Cittadella è parzialmente già in funzione alle porte della città, nella zona di Baldinca. Si trova pochi chilometri a nord della frazione di Li Punti, vicino alle strade che conducono a Porto Torres. È ospitata nei fabbricati a metà degli anni Settanta realizzati per un nuovo ospedale psichiatrico, poi mai aperto a causa dell’abolizione dei manicomi decisa in tutta Italia con la legge Basaglia.
 La proprietà fa capo alla Provincia di Sassari, che l’ha ceduta al Cnr in comodato per trent’anni per la somma simbolica di cinque euro. Il perché di questa scelta territoriale la spiegano gli stessi dirigenti sardi del Consiglio nazionale delle ricerche: «Se la nostra isola al centro del Mediterraneo è da sempre oggetto d’interesse, la posizione della nuova Cittadella diventa strategica sotto il profilo delle nostre indagini. Basti pensare allo scalo aereo di Fertilia e a quello marittimo di Porto Torres a due passi. O all’eliminazione dei problemi del traffico urbano, che permette collegamenti adeguati verso qualsiasi destinazione». A tutto questo si aggiunge una serie di elementi - naturalistici, umani e storici - che caratterizzano la realtà isolana. «La nostra presenza qui - fanno infatti notare al Cnr - consente di approfondire conoscenze sulle tipicità ambientali e culturali del territorio, utilizzando bene le competenze del personale che opera nel Nord Sardegna».
 Tra breve tempo, una volta che tutti i trasferimenti saranno completati, nella Cittadella lavoreranno insieme centocinquanta fra ricercatori, tecnici, impiegati e altri addetti. Gli operatori sono quasi tutti nati e residenti nell’isola, perlopiù nelle province di Sassari, Olbia, Nuoro. Spesso vengono affiancati da contrattisti e borsisti, incaricati di portare a termine specifici incarichi derivanti da partnership con società private: opportunità da non perdere per molti giovani sardi laureati in facoltà scientifiche. Con una mole di attività complessa e delicata che già in passato ha permesso di far conseguire importanti risultati scientifici su scala internazionale. E con un bilancio complessivo annuale per la gestione che sfiora i dieci milioni di euro.
 «I nostri studi consentono un avanzamento dei progressi in campo medico, chimico, agronomico, ambientale e culturale - sottolineano al Cnr di Sassari - Con questo nuovo progetto ci proponiamo di raggiungere valori assoluti di scientificità: piani volti a ottenere una ricaduta nella regione, la riqualificazione delle imprese e interventi di alta formazione».
 La Cittadella sorge su un’area di venti ettari. Per ora ospita il solo istituto di chimica biomelecolare. Presto accoglierà gli altri cinque canali di ricerca. E così il quadro sarà definito. Specie considerando che a lì vicino, oltre a sedi dell’assessorato provinciale all’Ambiente e a diramazioni dell’ateneo di Sassari, ci sono ulteriori potenzialità per sfruttare sotto lo stesso profilo altre palazzine oggi in abbandono. Una mossa che consentirebbe di trasformare l’intero comparto, vasto più di cento ettari, in un immenso polo scientifico. Nella stessa zona si trovano infatti il Comando regionale dei carabinieri per la tutela dei beni archeologici e il Centro di restauro della Sovrintendenza.
 In attesa di sviluppi, comunque, i passi fatti nelle ultime settimane stanno già rivelandosi molto importanti. Per capirlo è sufficiente riflettere sui risparmi legati al trasloco dalle sedi nelle quali si trovano gli istituti del Cnr, dati in uso dall’università di Sassari o presi in affitto da privati, con «uscite» notevoli che adesso potranno venire destinate alla sola ricerca. Ma basta anche pensare alla maggiore idoneità della Cittadella di Baldinca per laboratori e centri d’indagine ultrasofisticati.
 
Pagina 6 - Sardegna
LE PROSPETTIVE
In passato sono stati conquistati importanti risultati nella lotta contro i tumori 
Attrezzature all’avanguardia 
«Scelte di efficienza per raggiungere altri traguardi» 
Dagli ecosistemi alla genetica 
SASSARI. «È davvero una scelta razionale, del tutto confacente alle prospettive del Cnr nell’isola: darà un rilevante impulso alla ricerca». Mauro Marchetti è il responsabile dell’istituto sassarese di chimica biomolecolare per il Cnr. Livornese, vive nell’isola dal 1976. E così si considera ormai sardo d’adozione, sebbene l’accento riveli le origini toscane. In questa fase è uno dei più convinti sostenitori della svolta nata con la creazione della Cittadella. Ha sempre lavorato per il Cnr e il suo istituto è il primo a far funzionare a Baldinca apparecchiature ultramoderne. Ma certo è l’insieme delle potenzialità che i 150 operatori della struttura sapranno esprimere nel loro complesso che d’ora innanzi farà la differenza rispetto al passato.
 Un passato che ha già permesso al Cnr sassarese di ottenere riconoscimenti internazionali di rilievo, in particolare nella lotta contro i tumori. Questa, nel dettaglio, la mappa delle aree di ricerche attuate dal Consiglio nel settentrione sardo. Attualmente gli istituti si trovano sparsi nelle sedi di Tramariglio, del centro urbano di Sassari (in via Dei Mille, in via De Nicola e nel quartiere di Monserrato, questi ultimi due nelle palazzine di Agraria e Veterinaria), infine a Funtana di lu colbu, lungo la vecchia strada per Alghero. Nei prossimi mesi si trasferiranno tutti nella Cittadella di Baldinca.
 Ma di che cosa si occupano in concreto e chi li guida a livello locale? Quello di biometeorologia studia soprattutto le variazioni climatiche applicate ai sistemi agrari del territorio regionale. Lo dirige Pierpaolo Duce. L’istituto di genetica delle popolazioni è coordinato da Mario Pirastu, lo specialista conosciuto in tutto il mondo per le indagini sui centenari sardi e sui picchi di longevità nell’isola.
 Degli ecosistemi s’interessa invece Roberto Pantaleoni. In questo caso si parla d’indagini mirate specialmente sull’entomologia. Più nel dettaglio, sulle misure per contenere con metodi naturali (cioè senza il ricorso a pesticidi) la diffusione d’insetti nocivi soprattutto per le colture. L’istituto di Scienze delle produzioni alimentari, guidato da Mario Agabbio, segue i fenomeni della biodiversità. Quello per il Sistema di produzione animale in ambiente mediterraneo è coordinato da Salvatore Caredda. Esamima l’adattabilità delle specie vegetali nelle diverse situazioni naturali. L’obiettivo? Migliorare la resa dei pascoli. È poi lo stesso Mauro Marchetti a soffermarsi sull’attività svolta nel suo istituto: «Detto in estrema sintesi, costruiamo nuove molecole - spiega - Sono molecole da utilizzare nelle cure sanitarie: degli esseri umani innanzitutto, ma anche delle piante. In questo senso si sono rivelate importanti le indagini sulla genetica di certi tipi di tumori».
 Quali siano gli effetti pratici è ancora il direttore Marchetti a sottolinearlo: «Noi facciamo un disegno molecolare che va a interagire col bersaglio da colpire. Questa molecola si può sintetizzare e quindi testare sulle cellule ammalate di cancro. In sostanza, se l’esito della ricerca è positivo, si possono ottenere risultati di estremo interesse nella battaglia contro i carcinomi. Tempo fa avevamo individuato una proteina significativa. L’idea di fondo dalla quale partiamo, comunque, è che, per fare un esempio, se s’inibisce una proteina in un processo tumorale al seno, di fatto s’inibisce il tumore al seno».
 La dotazione strumentale della Cittadella del Cnr è all’avanguardia. Munito di apparecchiature scientifiche avanzate, alcune uniche sul territorio, il complesso diverrà ancora più completo e funzionale quando l’intera struttura sarà a regime con la presenza di tutti gli istituti. Già adesso i ricercatori possono comunque contare su un centro telematico avveniristico. Gestisce l’intera rete del Cnr in Sardegna, area cagliaritana compresa, con annesse le diramazioni di ricerca verso Genova, Torino e Milano. In uno dei laboratori è poi collocato un delicatissimo strumento dalle funzioni particolari: è in grado di distillare i solventi già utilizzati (specialmente nell’istituto di chimica biomolecolare), abbattendo i residui al cinque per cento e consentendo quindi il riutilizzo della gran parte per nuovi esami. Un sistema che consente un risparmio di materiali e contribuisce a ridurre in maniera considerevole l’inquinamento ambientale. Sempre a Baldinca, camere aerate con metodi d’aspirazione costante. E perfino un bunker protetto da pareti d’acciaio dello spessore di 5 millimetri, con tanto di vetro antiproiettile e tetto «volante»: nell’eventualità di un’esplosione provocata da una reazione chimica imprevista dà sufficienti garanzie di sicurezza ai tecnici impegnati in pericolose operazioni. (pgp)
 
Pagina 6 - Sardegna
A BALDINCA 
Lunedì una serie d’incontri con i dirigenti nazionali 
SASSARI. L’annuncio sarà dato lunedì: i dirigenti nazionali del Cnr chiariranno in un incontro ufficiale le ragioni che li hanno spinti a creare proprio qui, nella Cittadella di Baldinca, le nuove prospettive della ricerca in quest’area strategica. Se infatti nell’isola operano altri istituti del Consiglio nazionale con base e coordinamento su Cagliari, quella sassarese è in effetti la prima area di ricerca accentrata dell’intera Sardegna.
 E le tre palazzine che in seimila metri quadrati accolgono i punti di raccordo fra i canali d’indagine scientifica, i laboratori e i centri per la ricerca sono perciò un investimento di rilievo. Soprattutto se si pensa al patrimonio di attrezzature e strumenti che sono in grado di accogliere, alle potenzialità d’ampliamento nelle conoscenze scientifiche in un’area di crisi come il Nord Ovest della Sardegna, al futuro sviluppo dell’intera regione.
 Ai lavori di lunedì parteciperanno il direttore generale del Cnr, Angelo Guerrini, e il responsabile della Programmazione operativa, Massimiliano Di Bitetto. Ecco, nel dettaglio, il quadro preciso delle manifestazioni, organizzate naturalmente nella Cittadella tra Sassari e Porto Torres (traversa La Crucca 3).
 Dalle ore 10.30 alle 12.30 incontri col sindaco, Gianfranco Ganau, e col presidente della Provincia, Alessandra Giudici. Dopo le riunioni col personale del Cnr, seguiranno ulteriori approfondimenti: vedranno la presenza di politici e specialisti.
 All’appuntamento sono stati invitati il sottosegretario all’Ambiente Bruno Dettori, il consigliere d’amministrazione del Cnr Luigi Rossi Bernardi, il presidente e il direttore di Sardegna Ricerche (Giuliano Murgia e Francesco Marcheschi), l’amministratore unico di Porto Conte Ricerche (Sergio Uzzau), i presidi delle facoltà di scienze (Giovanni Micera) e di agraria (Pietro Luciano).
 Parteciperanno inoltre i direttori dei dipartimenti del Cnr. Per la Terra e l’ambiente Giuseppe Cavarretta. Per l’Agroalimentare Alcide Bertani. Per la Progettazione molecolare Sesto Viticoli. Per le Scienze della vita Giuseppe Martini. Presenti, infine, i direttori degli istituti del Consiglio nazionale delle ricerche con sede in Sardegna.
 Nel pomeriggio, con inizio alle ore 16, si terrà l’incontro finale della giornata: vedrà la presenza del rettore dell’università di Sassari, Alessandro Maida.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
Banco di Sardegna, tocca a Farina 
La Fondazione designa il docente cagliaritano per la presidenza 
SASSARI. Franco Farina è stato designato dalla Fondazione Banco di Sardegna a numero uno dell’istituto di credito emiliano-sassarese. 66 anni, avvocato famoso, docente di diritto commerciale nella facoltà di Giurisprudenza dell’università cagliaritana, Farina ha già fatto parte del consiglio d’amministrazione del Banco ed è stato vicepresidente della Fondazione. Dal 2002 allo scorso anno è stato presidente della Sardaleasing, la società di leasing del gruppo. Tutte queste esperienze gli consentono di conoscere pregi e difetti della macchina bancaria e dei suoi uomini, ma anche di poter ricucire le divisioni tra il nocciolo sardo dell’istituto di credito e la Banca popolare emiliana, socio di maggioranza. Farina si appresta a governare con un’investitura ampia che abbraccia tutto l’arco costituzionale dopo il placet dell’amministratore delegato della Bper, Guido Leoni.
 
Pagina 3 - Fatto del giorno
Nato repubblicano, vicino ai socialisti. Lasciò la giunta Palomba: partiti invadenti 
La lunga carriera «interna» 
Vicepresidente e consigliere, la fedeltà del Professore 
SASSARI. Nella prima giunta regionale guidata da Federico Palomba, in cui era assessore tecnico all’Industria, si dimise perché non sopportava le pressioni esercitate dai partiti della maggioranza sulle nomine dei manager delle Asl.
 Franco Farina, dice chi lo conosce, non è persona che scenda facilmente a compromessi, se è in gioco il nome dell’istituzione. Un rifiuto che calibra il personaggio accomunandolo a chi gli ha lasciato il passo verso la presidenza del Banco di Sardegna: anche Luigi Guiso, designato prima di lui, ha opposto il gran rifiuto per invadenze altrui, comprese quelle dei partiti. Saranno le radici e l’orgoglio barbaricini: Guiso originario di Bitti, Farina di Nuoro. Ma il messaggio di entrambi, seppure in occasioni diverse, è stato chiaro e inequivocabile.
 Quello su cui il Banco potrà contare è sicuramente la lunga fedeltà di Farina. Il quale a 66 anni, avvocato famoso, docente di diritto commerciale nella facoltà di Giurisprudenza dell’università cagliaritana, si avvia a coronare con un prestigioso incarico un cursus honorum di tutto rispetto. Più che la fedeltà si potrebbe dire la familiarità del professore con il gruppo di viale Umberto: il padre è stato tra quelli che, insieme con Angelino Giagu, contribuì al suo sviluppo facendolo diventare il colosso bancario isolano.
 Ma vediamola, la sua carriera tra riunioni del cda e assemblee dei soci. Già componente del consiglio d’amministrazione uscente, è stato vicepresidente della Fondazione negli ultimi sette anni e nel 2002, viene nominato presidente della Sardaleasing, la società di leasing del gruppo, che lascia poco più di un anno fa. Un’esperienza che gli consente di conoscere appieno pregi e difetti della macchina bancaria e dei suoi uomini, ed è questo sicuramente uno dei suoi punti di forza: gli attriti di questo ultimo mese tra il nocciolo sardo dell’istituto di credito e la Banca popolare emiliana, socio di maggioranza, hanno bisogno di capacità ed esperienza per essere rimossi. Ma Farina è un uomo che sa muoversi con passo sicuro anche nei palazzi della politica. Nato repubblicano, si è poi avvicinato al Partito socialista aderendo in seguito a Federazione Democratica, l’evoluzione dei socialisti di sinistra. Proprio da questo gruppo venne indicato per l’incarico assessoriale nel 1994. Ma precedentemente l’allora presidente della giunta regionale Antonello Cabras lo inserì nella rosa di nomi, consegnata al ministro del Tesoro Barucci, per la designazione dei quattro rappresentanti della Regione nella Fondazione Banco di Sardegna. Sempre con la Regione ha lavorato come consulente dei programmi di sviluppo. Più giurista che economista, ha collaborato alla stesura di alcuni testi legislativi regionali.
 Il nome di Farina, poi, è stato spesso presente in consigli d’amministrazione di diverse società. Tra queste anche l’Editoriale Nuova Sardegna, di cui è stato consigliere dal 1980 al 1992. Il quotidiano, nell’Ottanta, usciva dalla proprietà della Sir e Farina venne chiamato, in seguito al tracollo della società petrolchimica di Rovelli, a collaborare al piano di risanamento del gruppo come consigliere della Sir Finanziaria.
 Ora Franco Farina ha un compito sicuramente non facile. Ma sono in molti a credere che darà una buona prova anche in questa occasione.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Nuoro
Il progetto. La Barbagia si gemella con la Germania 
I tedeschi studiano il Supramonte 
Parte da Orgosolo la visita di un gruppo di docenti teutonici 
ORGOSOLO. La festa della peonia unisce i monti della Barbagia e quelli dell’Eifel, la regione tedesca con cui quattro paesi del nuorese - Orgosolo, Orani, Oliena e Fonni - hanno fatto un gemellaggio con l’obiettivo del mantenimento e la promozione del patrimonio naturale e culturale delle zone montane. A dire il vero il seme che ha fatto crescere la pianta rigogliosa dei rapporti tedesco- sardi, è stato un incontro avvenuto nel 1995.
 Un incontro tra il botanico Ignazio Camarda dell’università di Agraria di Sassari e il collega dell’Università di Bonn, Wolfang Schumacher. Una fitta rete di rapporti ha portato alla collaborazioni tra le due università, ai quali ora si è aggiunta quella altrettanto fitta del livello istituzionale. Il gemellaggio è avvenuto tra i 4 paesi della Barbagia e altri quattro della Germania: Bad Munstereifel, Monschau, Hellental e Netterscheim. Ieri mattina una delegazione di 30 tedeschi tra cui i sindaci dei paesi tedeschi gemellati, docenti universitari e componenti dell’associazione botanica di Basilea, hanno tenuto la loro visita ufficiale in Barbagia.
 La prima tappa è stata Orgosolo dove hanno potuto visitare oltre ai musei di rito: murales, baco da seta e quello naturalistico del gipeto, anche alcuni dei luoghi più suggestivi del Supramonte. Ma prima i saluti in consiglio comunale: «Il valore del gemellaggio è fatto di ambiente cultura e amicizia - ha detto il sindaco di Orgosolo Francesco Meloni - l’incontro tra le due regioni è un momento di arricchimento e di scambio tra le due culture, che può portare a una collaborazione dal punto di vista della tutela ambientale e dell’amicizia. Così come ci auguriamo nascano delle forme di collaborazione in fatto di progettazione sempre nel campo ambientale». Il professor Ignazio Camarda ha spiegato: «È l’incontro tra due territori montani diversi. Loro provengono da un territorio in cui vi è un parco nazionale, mentre da queste parti non esiste una forma organizzata di tutela ambientale. Si punta attraverso questo gemellaggio a dare vita a 4 progetti europei messi in campo dalla commissione tutela ambientale». Oggi la delegazione sarà a Fonni, domani sarà a Orani per firmare un protocollo di intesa sulla tutela ambientale. La visita si concluderà dopodomani a Oliena.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
SEMINARIO 
Prevenire l’osteoporosi, le proposte degli esperti 
CAGLIARI. Osteoporosi, l’epidemia silenziosa. In Italia è l’incubo degli anziani e, in particolare, affligge le donne. I costi sociali e sanitari del male alle ossa sono altissimi. Le stime parlano di oltre 250 milioni di euro in un anno. Di osteoporosi, domani dalle 9 nella sala convegni dell’Hotel Caesar, discuteranno i principali specialisti invitati al seminario «Percorsi diagnostici e terapeutici innovativi in osteoporosi», presieduto da Giuseppe Perpignano. Tra i relatori Giuseppe Delitala e Patrizia Solinas dell’università di Sassari, Francesco Ruiu del San Francesco di Nuoro, Leonardo Sartori dell’Asl di Padova e Gregorio Ibba dell’università cagliaritana. Sul tema sarà presentato un progetto regionale della Croce Rossa sulla prevenzione sin dall’età scolare.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Cultura e Spettacoli
Un libro di Eugenia Tognotti sulla sifilide 
Storia del «mal francese» dal ’400 ai giorni nostri 
SASSARI. Lue, morbo celtico, mal francese. Sono alcuni dei nomi che nel corso dei secoli sono stati attribuiti alla sifilide. Malattia infettiva, antica e misteriosa che la docente e scrittrice Eugenia Tognotti ha descritto nel suo ultimo libro: «L’altra faccia di Venere. La sifilide in Italia dalla prima età moderna all’avvento dell’Aids». Un’opera storica e scientifica, nella quale la professoressa di Storia della Medicina e Scienze umane presso la Facoltà di Medicina di Sassari, ricostruisce l’avvento e l’evoluzione della “lue” in Italia.
 Il volume è stato illustrato nel corso di una conferenza nell’Aula Magna dell’Università, nella quale sono intervenuti Giuseppe Giusti, professore emerito di Malattie infettive presso l’Università Federico II di Napoli; il rettore Alessandro Maida; il preside della Facoltà di Medicina, Giulio Rosati; Antonello Mattone, direttore del Dipartimento di Storia; la direttrice dell’Istituto di Dermatologia, Francesca Cottoni; Maria Stella Mura, dirigente di Malattie infettive. Nel corso della presentazione sono state illustrate le tappe storiche e scientifiche della malattia: dal 1495 (anno di diffusione in Italia) ai giorni nostri, segnati dalla comparsa dell’AIDS (1980).
 «La sifilide - ha detto Giulio Rosati, preside di Medicina - è stata portata in Europa dai marinai di Cristoforo Colombo, ai tempi della scoperta dell’America. Dunque si è diffusa anche in Italia, dove non ha mai risparmiato nessuno, nemmeno i più potenti». Fin da subito la “lue” è stata catalogata come un male oscuro e ripugnante, impossibile da dominare attraverso le tradizionali politiche di sanità pubblica adottate per la peste, il vaiolo e il colera. Il pauroso morbo è stato poi ribattezzato “mal francese” in Italia, dove si manifestò in forma epidemica dopo la discesa di Carlo VIII di Francia nel 1495 e l’assedio di Napoli, ad opera del suo esercito.
 Spesso descritta nei testi medici e scientifici come malattia insidiosa legata al sesso, la sifilide tuttora provoca un sentimento di colpa tra le sue vittime. «Questa malattia - ha spiegato Antonello Mattone, direttore del Dipartimento di Storia - è stata sempre considerata una patologia disdicevole dal punto di vista etico e religioso, perché veniva procurata dai cosiddetti amori mercenari». Eugenia Tognotti dedica, infatti, un capitolo al movimento per il controllo sanitario delle prostitute, considerate le principali colpevoli della diffusione del virus. Come accade oggi per i malati di Aids, nei secoli scorsi le meretrici erano demonizzate per il fatto di possedere e diffondere la cosiddetta malattia della vergogna, che castigava i peccatori.
 Il punto di vista del malato, spesso vittima dell’opinione pubblica, è stato illustrato da Giuseppe Giusti, Professore emerito di Malattie infettive a Napoli. «Bisogna sempre rispettare i degenti - ha detto Giusti - anche quando sono affetti da malattie contagiose come la sifilide». Il dottore ha poi sottolineato l’importanza della penicillina nella cura di questa patologia, che sopravvive ancora oggi insieme con l’Aids. «Sifilide e HIV - ha spiegato Maria Stella Mura, dirigente di Malattie infettive - hanno molti punti in comune, sia dal punto di vista etico, sia da quello sociale. E spesso convivono in uno stesso malato. Basti pensare che tra il 2000 e il 2005, dei 116 casi trattati a Sassari, 8 presentavano entrambe le malattie». A illustrare altri dati relativi all’ambito cittadino è stata anche Francesca Cottoni, direttore di Dermatologia: «Sassari - ha spiegato - ha raggiunto il picco di incidenza nel 1966». Poi c’è stato qualche anno di assenza, o meglio, di silenzio, finché la lue è ricomparsa negli anni’90, soprattutto tra gli omosessuali. «E oggi - come sottolinea Eugenia Tognotti - è una malattia che resiste da ben 5 secoli».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
IL LIBRO 
Il ruolo della letteratura nel dibattito sulla Limba 
L’editore Carlo Delfino ha appena pubblicato «Quale Sardegna? - Pagine di vita letteraria e civile» (360 pagine, 27 euro), volume che raccoglie alcuni dei tanti saggi e interventi scritti da Nicola Tanda nell’arco di circa vent’anni e non ancora raccolti in volume. Saggi che propongono una rappresentazione dell’Isola che corrisponde, in parte, all’immagine che ne danno alcuni scrittori della prima e della seconda metà del Novecento. Scrittori che scrivono in italiano, sardi e non sardi, da Grazia Deledda a Carlo Levi, da Sergio Atzeni a Luigi Pintor, e che scrivono in sardo, da Predu Mura a Pillonca. Troviamo poi Francesco Zedda, Maria Giacobbe e Grazia Maria Poddighe.
 Tanda, professore emerito di Letteratura e filologia sarda all’università di Sassari, affronta la rappresentazione che ciascuno di essi, sardo o meno, traccia dell’isola e dei suoi mutamenti. Altro tema trattato nel volume è quello dell’identità e della lingua sarda, tema caro al professor Tanda («Il ruolo della letteratura nel terzo millennio - Premesse teoriche: lingua, identità, cultura»). Altre sezioni del volume riguardano «Il ruolo dei premi letterari in lingua sarda» e «Narrativa e poesia sarda bilingue».
 
1 – Il Sardegna
Pagina 35 - Regione
Banco, la Fondazione ha deciso: sarà Farina il nuovo presidente
Credito. Dopo un lungo stallo e il fallito pressing su Guiso, l'indicazione pressoché unanime
Il professore è uno di famiglia e riscuote consensi trasversali. Ora la nomina dell'assemblea
Franco Farina è il nuovo presidente del Banco di Sardegna. Dopo due settimane di impasse, e l'irriducibile rifiuto di Luigi Guiso, la Fondazione - azionista di minoranza dell'istituto di credito controllato da Banca popolare dell'Emilia Romagna - ha optato per un nome che riscuote consensi trasversali. Ora il successore di Antonio Sassu dovrà essere nominato ufficialmente dall’assemblea dei soci.
IL PROFESSORE è uno di famiglia. In Sardaleasing (società del gruppo) fino al 2005 e componente del vecchio consiglio d'amministrazione del Banco, Farina è nato a Nuoro 66 anni fa, è avvocato e docente di Diritto commerciale alla facoltà di Giurisprudenza di Cagliari. Ieri, dopo una riunione-fiume, l'organismo guidato da Antonello Arru ha detto sì, con un consenso pressoché unanime e, data la situazione, obbligato. Non si poteva rimandare oltre. L'immagine della banca nell'ultimo periodo è stata messa a dura prova e anche Bankitalia non ha gradito né le dichiarazioni a mezzo stampa degli attori coinvolti, né la battaglia tra i partiti per la spartizione delle poltrone. L'ultimo capitolo è cominciato con l'addio di Sassu alla presidenza. Fine aprile scorso, a Sassari, per l'approvazione dell'esercizio 2006 e la ratifica del nuovo board. L'economista che ha traghettato il Banco di Sardegna durante l'acquisizione da parte del gruppo Bper del 51% del capitale, se n'è andato - come hanno detto in tanti - «avvelenando i pozzi». Ottimi risultati (un utile in forte crescita ma grazie soprattutto a Banca di Sassari) ma forti accuse al “padrone” poco rispettoso di autonomia e accordi. L'ad di Modena, Guido Leoni, rilancia. E tra le altre cose dice che la Fondazione si è scelta il nuovo presidente senza neppure avvertire i soci di maggioranza e che con Luigi Guiso non corre buon sangue. Subito dopo un altro articolo con i dettagli della lottizzazione nel cda. Apriti cielo. In sintesi, la commissione Bilancio del Consiglio regionale sta ancora aspettando che Arru si presenti a dare spiegazioni. Luigi Guiso rimane fuori dalla mischia e, nel giro di 48 ore, comunica che non accetterà l'incarico. Chapeau all'economista per lo stile e il rigore, ma la rinuncia è una bordata senza precedenti. Ci provano in tutti i modi a fargli cambiare idea, interviene anche via Nazionale, ma non c'è verso. Così per diversi giorni la rosa dei papabili è composta da Farina, Gabriele Satta e Francesco Pigliaru. Alla fine l'ha spuntata il primo. Si volta pagina.
 
 
 

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