Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 May 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 8 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 14
La Giornata dell’economia
«L’area di Cagliari deve fare di più per attrarre turisti»
È l’immagine di un’isola dal tessuto economico articolato e, a tratti, controverso quella che emerge dallo studio presentato ieri alla Camera di Commercio di Cagliari in occasione della Giornata dell’economia. Un quadro che tende a diventare ancora più complesso se si vanno ad analizzare le specificità del settore turistico e si presenta debole soprattutto sul livello delle presenze internazionali. Le cifre vedono ad esempio la provincia di Cagliari collocata nel 2005 al 72° posto della classifica nazionale per capacità di attrazione turistica di stranieri. Dall’estero proviene il 22,1% dei turisti, per una percentuale che si allontana sensibilmente dalla media nazionale (43,1%). Le tasse La presentazione dei dati segue di un solo giorno l’approvazione in Consiglio regionale del disegno di legge sull’istituzione della tassa di soggiorno. Per il presidente della Camera di Commercio di Cagliari Giancarlo Deidda «l’imposta crea certamente qualche difficoltà e quest’anno saranno le imprese a sobbarcarsi gli oneri. Un solo euro in più potrebbe forse rendere la Sardegna antipatica». A parere di Deidda, però, alla tassa corrisponderà un miglioramento dei servizi, per una disponibilità di risorse che dovrà essere veicolata in direzione di una garanzia qualitativa. «I Comuni si stanno assumendo una responsabilità che dovrà coincidere con un onere da spendere e investire al meglio, con promozioni e servizi più diffusi». Lo spirito della tassa è racchiuso nel principio secondo cui «se si decide di applicarla significa che devo garantire maggiore qualità». I flussi Sono state presentate anche le elaborazioni del monitoraggio degli spostamenti su porti e aeroporti. Registra un notevole calo il trasporto marittimo nel sud dell’isola. A Cagliari non arriva neppure a quota 400 mila passeggeri mentre a Olbia, Porto Torres e Golfo Aranci mette in movimento 4,8 milioni di utenti. Cifre in crescita invece per lo scalo aeroportuale di Elmas: 2,5 milioni di passeggeri, destinati a crescere. Le presenze turistiche in Sardegna, a parte i numeri legati alla sfera internazionale, confermano i numeri dello scorso anno. «Risultano anche tassi di crescita in località come Villasimius, dove numerose sono anche le prenotazioni anticipate», rivela sull’indagine previsionale per il 2007 il presidente dell’Ente camerale. Relatori La quinta Giornata dell’economia, che ieri ha animato con discussioni e relazioni tutte le sedi nazionali delle Camera di Commercio, ha concesso anche largo spazio agli interventi di economisti ed esperti del settore imprenditoriale. Giuseppe Usai, docente di Economia e gestione delle imprese dell’Università di Cagliari, ha ricordato la molteplicità dei fattori che influiscono sulle imprese, tra cui la condizione umana, infrastrutturale e tecnologica, oltre all’insularità, da cui deriverebbero maggiori costi e minori ricavi rispetto alle concorrenti delle altre regioni. Massimo Del Gatto e Adriana Di Liberto, dell’Università di Cagliari, hanno trattato rispettivamente la produttività e competitività dell’economia provinciale e le infrastrutture immateriali. Maria Cocco, presidente del Comitato imprenditoria femminile, ha invece affrontato l’argomento delle imprese rosa, in crescita ma notevolmente frammentate e di piccole dimensioni.
Mariangela Lampis
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 23
Domani iniziativa a favore della Sindrome di Crisponi
Cnr, un concerto per la ricerca
Una festa per la scoperta e per salutare il futuro. La ricerca sarda ha fatto centro scoprendo, dopo anni di studi, il gene della Sindrome di Crisponi. Domani alle 19, nel teatro francescano in via Principe Amedeo 44, si terrà uno spettacolo di musica, teatro e danza. I ricercatori dell’Istituto di Neurogenetica e Neurofarmacologia del Cnr di Cagliari, coordinati dalla ricercatrice cagliaritana Laura Crisponi, insieme ai colleghi tedeschi del Cologne center for genomics e dell’Università di Muenster, hanno lavorato insieme studiando il genoma di cinque famiglie sarde e tre turche colpite dalla rara malattia. Il mese scorso hanno identificato quattro diverse mutazioni del gene Crlf1, responsabile  della rara patologia. I finanziamenti che hanno consentito alla ricerca di andare avanti provengono dall’associazione "Sindrome di Crisponi e malattie rare", nata dall’impegno di alcune famiglie sarde, e dalla Regione. Il prossimo passo è trovare una cura. Ventisette i casi conosciuti fino ad oggi, cinque quelli diagnosticati  in Sardegna. La malattia si manifesta fin dalla nascita. Chi sopravvive ha una forte scoliosi che obbliga  a tenere il busto a o a sottoporsi ad un intervento chirurgico.
Maura Pibiri
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Oristano Pagina 23
cultura
"Llibre de regiment" martedì la presentazione
Un’edizione facsimilare e la riproduzione fotografica di tutte le carte del "Llibre de regiment". È questo l’ultimo importante lavoro realizzato dall’Istar in collaborazione con l’Archivio storico comunale. «Si tratta di una pubblicazione che oltre alle riproduzioni, comprende anche la traduzione del testo nelle sue parti latine e catalane», spiega Walter Tomasi, presidente dell’Istar. Il lavoro è stato coordinato da Giampaolo Mele, direttore scientifico dell’Istituto storico arborense ed è stato portato avanti con la collaborazione di Antonella Casula dell’Archivio storico, Antonio Piras della Pontificia facoltà teologica di Cagliari. Ancora hanno contribuito Luisa D’Arienzo, Joan Armanguè e Franca Uccheddu che in passato nella sua tesi di laurea si era appunto occupata del Llibre de Regiment e delle pergamene dell’archivio storico comunale. La nuova opera sarà presentata martedì alle 18 nella sala consiliare del Comune. Dopo i saluti degli amministratori comunali e del presidente dell’Istar Walter Tomasi, Gianni Murgia (Università di Cagliari) terrà la sua relazione. I lavori saranno coordinati da Giampaolo Mele. (v. p.)

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
«Sarà un’altra buona stagione turistica» 
Gli operatori smentiscono la Bit di Milano che ha ipotizzato “una Sardegna in calo” 
di Stefania Siddi 
CAGLIARI. La provincia è fra i fanalini di coda in Europa e non va meglio neanche a Nuoro, Oristano e Sassari. Ma se i dati economici non sono incoraggianti, buone notizie arrivano dal turismo, dove contrariamente all’annunciata stagnazione prospettata all’ultima Bit di Milano, con un calo di presenze intorno all’1.2 per cento, le previsioni degli operatori sono tutte all’insegna della della stabilità. Com’è stato detto e annunciato, con soddisfazione, in occasione della quinta «Giornata dell’Economia» organizzata dalla Camera di commercio e dal suo prsidente Giancarlo Deidda.
 Il turismo è e sarà ancora per molto tempo un settore chiave negli investimenti. Nel 2005 il rapporto fra presenze e arrivi è stato del 4.6 per cento contro una media nazionale del quattro. E lo scarto è tutto merito dell’aumento di posti letto, della migliore qualità dei servizi e dei tempi ridotti per le prenotazioni.
 Il settore però è ancora penalizzato dai collegamenti navali e aerei. Il porto di Cagliari negli ultimi sei anni ha perso ha perso deucentomila passeggeri. Buoni invece i dati sull’aeroporto di Elmas, che nel 2006 ha registrato oltre un milione di passeggeri. Ma il turismo da solo non può bastare a trainare l’economia, a riaccendere gli entusiasmi. Così, nonostante la crescita del Pil pro capite del 5.7 per cento, nel biennio 2003-2005, la provincia di Cagliari è inchiodata al settantaquattresimo posto nella classifica nazionale, restando così solo “una depressa periferia economica” rispetto all’Europa a 25. In Sardegna le cause di questa marginalità non sono legate solo all’isolamento, perché se è vero che ci sono problemi impossibili da risolvere, come l’insularità, è anche vero che ci sono alcuni fattori endogeni su cui fare leva. Per favorire sviluppo, benessere e progresso servirebbe ad esempio un cambiamento culturale che favorisca la cultura d’impresa, un più alto grado di istruzione e la cultura d’impresa al femminile.
 Antonio Usai, dell’università di Cagliari ha evidenziato le criticità legate all’insularità che si traducono in costi più alti e ricavi più bassi per le imprese isolane. Inutile, secondo lui, illudersi che la telematica abbatterà i vincoli geoterritoriali. Bisogna invece puntare su elementi su cui si può agire, ossia i fattori umani, tecnologici e le capacità imprenditoriali. Le imprese però devono imparare una cultura di relazione intra-aziendale ma anche inter-aziendale, e abbandonare la cultura atavica fatta di individualismo, gelosia e sospetto.
 Adriana Di Liberto della facoltà di Scienze Politiche ha messo in luce il divario qualitativo e quantitativo in provincia tra i livelli di istruzione del capitale umano. Ci sono ancora pochi diplomati, pochissimi laureati: «E non siamo neanche pochi ma buoni». Negli ultimi anni però si è per fortuna abbassato il tasso di dispersione scolastica. Ma il paradosso sardo è che i pochi laureati non sempre trovano un lavoro e non sono neanche i più retribuiti. Secondo Andrea Gatto dell’Istituto Tagliacarne il risultato è una perdita di produttività nelle aziende e di competitività nel mercato globale. Bisogna puntare molto anche sulle infrastrutture materiali, ma la spesa pubblica negli ultimi anni è stata inefficace perché ha prodotto infrastrutture inadeguate. Una risorsa è rappresentata dalle imprese al femminile, il 24.7 per cento del totale, affette da nanismo, frammentarietà e difficoltà di accesso al credito. Lo sviluppo secondo Maria Cocco adesso dovrebbe passare anche attraverso la rivoluzione femminile nelle imprese.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Sassari
Quarantatrè laureati in sei anni, bilancio positivo per le facoltà 
Molti studenti stranieri ad Architettura, sfornati i primi superspecializzati nelle discipline legate al mondo marino 
ALGHERO. Sono passati ormai quasi sei anni accademici dall’istituzione in città del polo universitario. Era il novembre 2001 quando i primi trenta studenti iniziavano a frequentare il corso di laurea in Scienze dell’Ambiente e delle produzioni marine. Un corso, unico nel suo settore di applicazione, attivato dalla facoltà di Scienze dell’Ateneo sassarese e portato a battesimo dal presidente professor Nicola Sechi, ecologo marino. Una facoltà per professionisti dell’ambiente marino, biologi del “blu” in grado di gestire le risorse ittiche e per voler usare una frase ad effetto “coltivare il mare” nel senso di allevamento delle specie ittiche commerciabili e per le quali oggi è ormai standardizzato il protocollo di gestione larvale.
 Nel 2004 i primi sette laureati, celebrati in pompa magna nell’aula consiliare di via Columbano alla presenza del magnifico rettore professor Alessandro Maida, del sindaco Marco Tedde e altri amministratori. A oggi il bilancio di questo corso è da ritenersi estremamente positivo: dopo la prima sessione di laurea del 2004 si sono laureati ben 43 giovani, molti dei quali non algheresi che hanno deciso di frequentare questo corso di studi decidendo di stabilirsi ad Alghero. Nel corso degli anni la facoltà ha coinvolto circa trecento ragazzi, un indotto non secondario per la città soprattutto nel periodo invernale. Il corso di laurea in Scienze ambientali e delle produzioni marine è a numero chiuso e l’accesso, previa selezione, è di sole 40 matricole per consentire un agevole utilizzo delle strutture universitarie messe a disposizione. La sede è nello storico palazzo del “Pou Salit” in piazza Duomo accanto alla Cattedrale. Un location di tutto rispetto che però meriterebbe ulteriori spazi per consentire la realizzazione di indispensabili laboratori. Allo stato attuale infatti gli studenti per le attività pratiche e di laboratorio si recano a Sassari nella sede centrale della facoltà. Sempre sul fronte dei risultati raggiunti proprio nelle ultime due sessioni accademiche di febbraio e aprile tre dei primi sette dottori in Scienze del mare, tutti e tre algheresi, hanno conseguito il secondo importante traguardo, cioè il titolo di specializzazione e sono divenuti Dottori Magistrali in Gestione dell’Ambiente e del Territorio con indirizzo chiaramente marino. Ad arricchire l’offerta formativa universitaria cittadina si è aggiunta dopo circa un anno la facoltà di Architettura con numerosi corsi di studi. E ora “Alghero città universitaria” sforna professionisti dell’ambiente marino e urbanisti. Non solo turismo dunque ma anche cultura nella Riviera del Corallo. Ora è tempo che le istituzioni decidano di offrire agli studenti adeguate infrastrutture, a cominciare dalla casa dello studente per migliorare l’offerta anche sul fronte dell’accoglienza.
Sergio Ortu 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Olbia
La matematica diventa un gioco al primo posto c’è il liceo Mossa 
OLBIA. La matematica diventa un gioco. Almeno per gli studenti delle scuole superiori galluresi che hanno partecipato al tradizionale campionato organizzato dalla facoltà di Economia dell’Università.
 Ingegno e intuito le doti richieste per tenere testa a calcoli e deduzioni logiche. Gli studenti del liceo scientifico Mossa, selezionati tra i migliori della scuola, hanno dimostrato di possedere qualità matematiche superiori agli avversari risolvendo in tempi da record il risiko dei numeri. Decisamente una marcia in più rispetto alla concorrenza che gli ha permesso di stracciare la concorrenza. Per loro medaglia d’oro in una mano e due biglietti andata e ritorno per Milano nell’altra.
 Sul secondo scalino del podio sono saliti gli alunni del liceo classico Giuseppe Garibaldi, primi classificati nella competizione disputata lo scorso anno.
 Infine, terzo posto per l’istituto tecnico Attilio Deffenu di Olbia. A questi ultimi sono andati i libri offerti dalla facoltà di Economia e dall’amministrazione provinciale, partner di «Giochi matematici». L’evento è nato tre anni fa con l’obiettivo di avvicinare gli alunni alla matematica con un approccio più ludico e meno accademico. Ma anche per insegnargli a puntare sul ragionamento per risolvere problemi complessi. (se.lu.)
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Oristano
VILLAURBANA 
L’arte bianca sale di nuovo in cattedra 
Sarà un ulteriore passo verso l’avvio del progetto di filiera 
VILLAURBANA. Qui il pane non è un bene di prima necessità: è molto di più.
 Ovvero una tradizione - quella della cosiddetta arte bianca - che è entrata a far parte di un importante progetto che cresce nel tempo. Infatti, da quando il paese è entrato a far parte del circuito nazionale per la valorizzazione del pane casalingo, con l’adesione all’associazione “Città del pane”, è aumentato l’impegno degli amministratori comunali per realizzare diverse iniziative atte a far conoscere il tipico pane locale, ma anche a valorizzarlo in ogni fase della sua produzione.
 E sarà proprio dedicata a una importante fase della lavorazione del pane la giornata di mercoledì. Più precisamente si tratta di un incontro che si terrà presso la “Casa del pane” alle 17, durante il quale Giovanni Antonio Farris docente dell’Università di Sassari in biotecnologie alimentari parlerà della “fermentazione nel pane tradizionale”: «Con questa prima giornata di studio su una delle fasi della preparazione del pane intendiamo avviare azioni di formazione e informazione che sono decisive per l’avvio del progetto di filiera.», dicono dal municipio.
 Dunque, l’incontro di mercoledì è un primo tassello per la realizzazione di un importante progetto e vi potranno partecipare non solo tutte le persone che abitualmente fanno il pane per uso domestico, ma anche chi volesse fare di questa attività un lavoro, per apprendere i segreti dell’arte, insomma: «Siamo molto soddisfatti anche dei risultati registrati durante la fiera campionaria in cui avevamo uno stand nel padiglione riservato ai comuni (Anci) in collaborazione con la società “Creativa” grazie alla quale diversi studenti universitari hanno prestato attività di informazione per i visitatori.», aggiunge il sindaco, Luca Casula, «La tradizione del nostro pane ha avuto un notevole successo.»
 Nel progetto di filiera che si vuole realizzare, quindi, si intende promuovere diverse fasi della preparazione del pane, partendo addirittura da quella della coltivazione della terra dalla quale poi si hanno i prodotti migliori per ottenere alti livelli di qualità.
 E non solo, si intende, anche, mettere in rilievo il lavoro dei mulini, i laboratori per la realizzazione e la vendita del pane tipico locale e soprattutto l’apertura della casa museo che mantiene la sua tipica struttura campidanese e nella quale sono esposte diverse forme di pane e produzioni artigianali locali. (fe.pa.) 
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 30 - Sassari
Dibattito al professionale per il Commercio 
Studenti a confronto su diritto alla vita e obiezione di coscienza 
SASSARI. Eutanasia, accanimento terapeutico, obiezione di coscienza, testamento biologico e, più in generale, diritto alla vita ma anche a una morte che risparmi la persona da inutili sofferenze. Casi come quelli di Piergiorgio Welby hanno richiamato all’attenzione dell’opinione pubblica le questioni legate non solo all’ambito sanitario, ma anche ai delicati ambiti normativi e filosofici. Nel quadro delle iniziative per l’ampliamento dell’offerta formativa, l’istituto professionale per il Commercio di via de Carolis ha promosso un incontro-dibattito riservato alle quarte e quinte degli altri istituti medi superiori. La ricercatrice universitaria Paola Ru, Pietro Sedda, presidente dell’associazione “Scienza e vita”, Eliana Mazzeo, direttrice del’istituto di Medicina legale, e Ermanno Vitale, docente universitario della facoltà sassarese di Scienze Politiche, hanno offerto articolate osservazioni e punti di vista che hanno assicurato preziosi motivi di riflessione. Paola Ru ha passato in rassegna gli aspetti relativi ai significati di eutanasia (dal greco, il significato di “dolce morte”) e al testamento biologico, legato alla volontà e al consenso. Pietro Sedda ha messo in discussione, in prima battuta, il concetto di “dolce morte”, considerandolo in contraddizione con una dinamica che abbrevia la vita attraverso l’intervento di un terzo. «In questo caso il dovere di dare la morte è l’altra faccia del diritto - ha affermato Sedda -. Una volta introdotto il principio si crea il classico piano inclinato, sino ad arrivare a situazioni come quella dell’Olanda, dove l’eutanasia si applica anche ai minori. Si è parlato di eutanasia pietosa. Un’altra contraddizione in termini, se si pensa al ruolo del medico che dovrebbe farsi carico e condividere tutto ciò che è bene per il paziente. Paziente che non si può trattare come una cosa. Ritengo che non si possa rilevare, attualmente, sotto l’aspetto normativo, alcun vuoto di tutela della vita, considerando soprattutto la Costituzione». Eliana Mazzeo ha invitato a riflettere sul fatto che posizioni contrastanti in materia si riflettano poi sul livello legislativo, con difficoltà evidenti nell’emanare una normativa. «Esistono concezioni differenti, tutt’altro che univoche, tra gli stessi medici. E si registrano anche definizioni notevolmente differenti sul termine di eutanasia. Comunque, il dovere primo del medico è curare. Ma cosa vuol dire curare? Può volere dire un intervento chirurgico, una terapia farmacologia. Vuol dire non solo curare la malattia ma anche trattare la sintomatologia del paziente. Si cerca sempre di eliminare la sofferenza del paziente. Ma ci può essere una situazione in cui non si può curare la malattia ma si può trattare la sintomatologia». La direttrice dell’istituto di Medicina legale ha proposto altre osservazioni, ad esempio sul concetto di morte clinica o cerebrale, sulla volontà in riferimento al testamento biologico, sull’obiezione di coscienza del medico. Ermanno Vitale, dichiarando di voler svincolare le sue considerazioni dalla sfera della bioetica, ha concentrato la sua riflessione sulla vita come diritto o dovere. «Le impostazioni a carattere religioso determinano la vita come un dono della divinità - ha osservato il docente universitario -. Da questo punto di vista, peraltro rispettabilissimo, non si ha più la disponibilità di un fatto biologico. Credo invece normale un’ipotesi in cui uno Stato laico debba prendere in considerazione le diverse posizioni e, con un’opportuna legislazione, le diverse fattispecie. E non vedo il rischio del piano inclinato. Ciascuno deve riflettere sul diritto e dovere alla vita, sapendo che l’esistenza umana non è fatta solo di bianco o di nero». (m.d.)
 
 
 

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