Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 April 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 13 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Il Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
Alla scoperta della Sella del Diavolo
Nuove passeggiate, in attesa di entrare nelle zone militari
Il progetto. Comune, Esercito, Marina e Università: un accordo per valorizzare l’area
Grazie al finanziamento di 500 mila euro lavoreranno, come guide, cinque ragazzi di Sant’Elia che hanno seguito un corso universitario
Cinque percorsi per le escursioni sulla Sella del Diavolo, accompagnati da giovani guide. In attesa che l’intera area venga smilitarizzata, gli amanti delle passeggiate naturalistiche potranno cimentarsi nei nuovi sentieri, puliti e messi in sicurezza. È il risultato del protocollo d’intesa firmato da Comune, Esercito, Marina e Università e finanziato con 500 mila euro grazie ai fondi della legge 37. Ora si aspetta la dismissione dell’intera Sella del Diavolo per utilizzare la seconda parte di finanziamento: due milioni di euro. le guide«Grazie agli accordi con i militari - ha detto il sindaco Emilio Floris - uno dei migliori panorami su Cagliari è sempre stato a disposizione dei cittadini. Ora abbiamo unito l’aspetto ambientale a quello occupazionale: grazie a questo protocollo cinque ragazzi avranno un lavoro». I nuovi sentieri (individuati e tracciati dal consorzio universitario guidato dal docente Mauro Ballero) saranno aperti a tutti e si potrà avere una guida preparata rivolgendosi alla cooperativa sociale Sella del Diavolo: «I ragazzi, tutti di Sant’Elia - ha sottolineato Ballero - hanno seguito un corso universitario di cento ore. Daranno informazioni preziose su una zona che ha delle specie vegetali e animali uniche». la bonificaIl finanziamento è servito per lo svolgimento del corso, la formazione della cooperativa, la pubblicazione di un libro sulla Sella del Diavolo (curato da Ballero e da Gerolamo Solina), la bonifica dell’area (già pulita dai rifiuti leggeri, mentre la settimana prossima una ditta specializzata si occuperà delle carcasse d’auto e di alcuni resti d’amianto) e la sistemazione dei sentieri. Le guide saranno già a lavoro in occasione di Monumenti aperti (gratuitamente). i militariAlla presentazione c’era anche il comandante militare della Sardegna, il generale Sandro Santroni: «Il progetto conferma che grazie ai militari l’ambiente è rimasto intatto, preservando le ricchezze naturalistiche della zona». Sui tempi per le dismissioni delle aree impossibile fare previsioni: «C’è l’impegno del governo, ma ci sono dei passaggi burocratici da rispettare», ha detto Santroni. opposizione«È pochissimo. Non basta predisporre un itinerario concordato con l’Esercito». A margine della conferenza cinque consiglieri d’opposizione (Ben Amara, Perra, Cugusi, Depau e Zuncheddu) hanno polemizzato sull’iniziativa, chiedendo che vengano restituiti al più presto ai cagliaritani «i due milioni di metri quadrati di parchi naturali e palazzi sottratti alla città».
Matteo Vercelli
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro Pagina 20
Campus, accuse della Cisl
La mancanza di notizie certe sui tempi di realizzazione del campus universitario nell’area dell’Artiglieria in viale Sardegna e della caserma nella ex polveriera di Pratosardo, hanno indotto la Cisl funzione pubblica a parlare di promesse disattese. «Anni di ritardi e disattenzioni - si legge in una nota del sindacato - hanno creato l’ennesima incompiuta cittadina. Sono passati ormai dieci anni dall’Accordo di programma firmato dal Comune e dal Ministero della Difesa ma né il campus universitario né la nuova caserma dell’Esercito sono stati realizzati. Si parla inoltre di bonifica dell’area di Pratosardo ma i tempi non saranno brevi». Diverse le responsabilità di questa situazione di stallo - secondo la Cisl - a vari livelli e imputabili a diversi soggetti. Nel frattempo la vecchia caserma di viale Sardegna continua a degradarsi ed i lavoratori sono costretti a vivere in un ambiente precario. Il sindacato funzione pubblica della Cisl ha auspicato, pertanto, che «Comune ed amministrazione della Difesa si attivino affinchè l’Università e la nuova caserma possano diventare realtà per il territorio nuorese». «Abbiamo avuto di recente su questo argomento un incontro al comando militare della Sardegna - afferma ancora la nota Cisl - e per la prima volta abbiamo perso l’ottimismo che ci ha sempre contraddistinto e che ci ha convinto che prima o poi campus e caserma sarebbero diventati realtà. In quella sede per la prima volta sono state espresse riserve, sia pure di natura personale, sui tempi e sui modi di attuazione del progetto. Perciò abbiamo chiesto un tavolo di concertazione fra Comune, Università, vertici militari e politici e organizzazioni sindacali per avere chiarimenti sulla strategia che gli Stati maggiori della Difesa intendono portare nell’area di Nuoro. La posizione unitaria espressa dal comando regionale della Difesa è quello di ottenere, nell’immediato, la salvaguardia dei posti nella base logistica e, nel medio termine, la realizzazione della nuova caserma». Il Comune, come è noto, ha fatto tutto quanto doveva per la realizzazione del progetto, compresa la gara d’appalto per la costruzione della caserma di Pratosardo che è stata vinta da un’impresa di Cagliari.
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis Pagina 25
I segreti di Montessu su internet
Viaggio virtuale nella necropoli
Un fuoco illumina l’ingresso di una piccola cavità nella roccia. All’interno, ombre scure proiettate sulle pareti incise da spirali, corna e altri strani simboli. Una sparuta platea assiste in silenzio ai gesti lenti, rituali di un uomo, forse uno stregone. Fuori, sotto un cielo stellato, un filo di fumo svela la presenza di un villaggio più a valle. Montessu, scene di vita quotidiana di una comunità ai piedi di una necropoli prenuragica rupestre di più di cinquemila anni fa. Uno spaccato virtuale, a portata di mouse, di un passato che Villaperuccio ha tutta l’intenzione di far conoscere e rendere accessibile a quanti più visitatori possibili. Spot in digitale per «promuovere il territorio e uno dei più bei tesori archeologici della Sardegna», ha spiegato il sindaco Antonello Pirosu. Se la campagna di interventi dell’Università di Cagliari (sotto l’egida della Sovrintendenza ai beni archeologici di Cagliari e Oristano) sta provvedendo a riportare all’antico splendore diverse domus de janas dell’antica necropoli ai piedi della piana di Terrazzu, il Comune di Villaperuccio è impegnato in una campagna di marketing a tutto campo. Oltre a promozioni e interventi per la realizzazione di itinerari ad hoc all’interno del parco archeologico gestito dalla coop Mediterranea di Carbonia, ecco un progetto innovativo per visitare Montessu e fare un tuffo nella storia del territorio. Così, standosene comodamente seduti sul divano o nello studio di casa, si potrà fare un viaggio virtuale in una delle necropoli prenuragiche più grandi della Sardegna. Un’opportunità resa possibile dall’iniziativa avviata dall’amministrazione comunale per la ricostruzione virtuale di Montessu e dintorni. Un progetto da 80 mila euro affidato alla Consultmedia, una società specializzata di Oristano. «L’idea, avviata dalla precedente amministrazione e che stiamo portando avanti - ha spiegato il primo cittadino - consiste nella realizzazione di un sito internet in cui ricreare, con la realtà virtuale, l’ambiente di Montessu cinquemila anni fa e consentirne così la visita a tutti». Ma non solo. A ciò si aggiungono la creazione di dvd (con personaggi a cartoni, per i più piccoli), cdrom, giochi scaricabili da internet a tema e l’elaborazione di un logo, un marchio del «prodotto» Montessu. «Il simbolo scelto è la spirale, ricorrente in numerose domus de janas», ha aggiunto Pirosu. Strumenti che il progetto del Comune metterà in campo per promuovere il sito e, soprattutto, incuriosire anche gli internauti a fare una visita reale alle splendide e ben conservate Sa cresiedda e Sa grutta de is Procus, due delle oltre quaranta «case delle fate» di cui Montessu è ricca. Un sito meta ogni anno di non meno di seimila visitatori e, oltre al progetto di realtà virtuale, al centro di una serie di iniziative di recupero e valorizzazione per migliorarne la fruibilità e incentivare le visite.
Maurizio Locci (Unioneonline)
 
4 – L’Unione Sarda
Commenti Pagina 14
L’eroe dei due mondi
Quel mito che ancora accompagna i sardi
di Assunta Trova*
Un bicentenario, quello della nascita di Garibaldi, del quale molto si parla in questi ultimi mesi; ma, nell’immaginario collettivo, non una ricorrenza retorica e neppure riservata ai soli "addetti ai lavori", come sono state, per molti versi negli ultimi anni, quelle di Carlo Cattaneo prima, di Giuseppe Mazzini poi, mentori sconfitti del risorgimento italiano. Difficile e complesso il percorso dell’integrazione dei sardi nello Stato italiano; alla fine dell’Ottocento, Eugenia Litta, aristocratica milanese, in una lettera inedita a Fiorenzo Bava Beccaris - il comandante della guarnigione che, a Milano, aveva ordinato di sparare sulla folla affamata che cercava pane - sintetizzava i giudizi del sovrano di casa Savoia (era allora Umberto I, il re che pochi anni dopo sarà ucciso dall’anarchico Gaetano Bresci) sulla Sardegna: «S. M. il Re (?) mi parlò con dettaglio della Sardegna, paese primitivo e poetico, ma pur troppo, nei tempi in cui si vive quegli elementi non bastano, e bisogna vedere di tenere in riga i paesi». Eppure, quei "poveri" sardi - forse proprio per i valori ideali che il sovrano tacciava alla stregua di inutili manifestazioni della cultura di un paese, ai quali bisognava rispondere con la forza - molto avevano dato al regno sabaudo prima, italiano poi; spesso da loro erano venute rimostranze e lamentele, ma, quando si era trattato di partecipare al grande moto risorgimentale che avrebbe portato alla nascita dell’Italia, mai era venuta meno la loro partecipazione. Il mito che oggi accompagna i sardi, grazie soprattutto alla letteratura, è quello dei giovani della Brigata Sassari, eroi e martiri non più per la costruzione di uno Stato ma per la sua dignità; eppure, a una riflessione più attenta, l’inizio di quel forte legame ideale è molto più antico; risale al 1848, anno in cui i giovani sardi, alcune centinaia in una regione che aveva poco più di 500 mila abitanti, partirono volontari per i campi di battaglia nel nord Italia, dove si combatteva per la cacciata degli austriaci. Un legame ideale che nasceva dal fatto che, in quei mesi, la Sardegna aveva visto riconosciuta la sua piena partecipazione, con eguali diritti, allo Stato nazionale; eguali diritti ed eguali doveri, dunque. Di lì a poco, con la politica di casa Savoia in Sardegna, un raffreddamento di quegli entusiasmi; eppure, nel concreto, il continuare a sentirsi sempre "italiani"- quando, agli albori dell’unità d’Italia incominciò a diffondersi la voce della cessione della Sardegna alla Francia, uniforme fu, fra i sardi, il loro "grido di dolore", di fronte a quella eventualità - e Mazzini e Garibaldi furono tra i primi a scendere in campo per difendere l’italianità della Sardegna. I sardi, d’altronde, avevano accolto con grande entusiasmo l’arrivo di Garibaldi nella loro terra. Ad altri non sarebbe stato perdonato, nel vissuto popolare, l’incontro di Teano, l’abbraccio di un eroe con un sovrano espressione di una casa regnante che, per quel che riguardava la Sardegna, si fermava - e lo farà per molti anni ancora - a constatare la povertà di una terra, imponeva un forte carico fiscale ai suoi abitanti, e niente, o assai poco, dava in cambio. Ma era, Garibaldi, un eroe romantico, da non coinvolgere nelle consuete logiche politiche - un mito, forse "il" mito per quei sardi - scegliendo la Sardegna come la sua nuova "patria", l’eroe l’aveva in fondo riscattata agli occhi del mondo. Un mito, la cui valenza nazionale non verrà intaccata dal tempo. Oggi, in una società povera di ideali nei quali riconoscersi, va, a parer mio, letta con speranza la grande partecipazione dei giovani studenti italiani, delle scuole elementari, medie e superiori, al concorso indetto dal ministero della Pubblica istruzione e avente per obiettivo proprio quello di far percorrere ai ragazzi l’itinerario dei Mille, con una significativa tappa "fuori programma", proprio a Caprera. Garibaldi, in quella occasione, guidò un esercito di giovani. La loro professione non contava; quello che li univa era solo un ideale, armati soprattutto della loro passione per fare l’Italia. Sono anche oggi giovani quegli studenti e quelle classi - onore ai loro insegnanti - che, poco ligi alle regole che prevedevano un rigoroso percorso attraverso le sovrintendenze scolastiche regionali alle quali era affidato un compito di selezione, hanno deciso di partecipare direttamente e autonomamente. Di fronte ai modelli giovanili che troppo spesso giornali e televisione presentano, a questi giovani attenti e partecipi di quello che è un pezzo importante della storia nobile del nostro Paese: grazie!
*Università di Sassari
 
5 – L’Unione Sarda
Provincia Ogliastra Pagina 25
Lavorerà nel marketing
Da Tortolì a Pechino Un’ogliastrina sulla via della seta
Si è laureata poche settimane fa al Ca’ Foscari di Venezia in Lingue e civiltà orientali, specializzazione sulla Cina, presentando una tesi sul tema: «Il nucleare civile e la Repubblica popolare cinese. Annapaola Pinna, 27 anni originaria di Tortolì, si appresta ora a partire verso l’estremo Oriente, sulle orme di Marco Polo. Nella Cina capolinea dell’antica via della seta l’attende un delicato lavoro di interprete nel contesto delle fiere e degli scambi commerciali, sempre più frequenti tra Italia e la Repubblica popolare cinese. I capelli scuri raccolti dietro la nuca e gli occhi a mandorla conferiscono ad Annapaola Pinna un’aura decisamente orientaleggiante. La neo laureata ha frequentato le scuole dell’obbligo e il liceo classico a Tortolì. La madre, Antonia Monni, è originaria di Urzulei e insegna lettere nelle scuole medie. Il padre, Antonio Pinna, tortoliese doc, fa parte della pattuglia storica dei vigili urbani ancora in servizio. «Ho provato grande gioia e un giusto orgoglio ? commenta il genitore - nel vedere la mia primogenita laureata in un settore così insolito e, le auguro, ricco di prospettive e di grandi soddisfazioni per la sua vita». Davanti alla neo laureata ogliastrina si apre ora la possibilità di mettere a frutto gli studi e le conoscenze linguistiche lavorando nel cuore di un paese antico che si appresta a interpretare un ruolo sempre più importante sullo scenario economico e commerciale del terzo millennio. Sono molti gli imprenditori italiani che hanno scelto il paese dell’estremo Oriente per istallare attività produttive ma i rapporti tra le due nazioni restano sempre caratterizzati da un alto indice di concorrenzialità. Il sogno segreto di Annapaola sembra però riguardare il cuore antico della Cina. «Mi hanno sempre affascinato ? confessa - la sua cultura, il teatro caratterizzato da una forte carica simbolica, la lingua e le tradizioni ancora misteriose dell’estremo oriente. Ovviamente mi piacerebbe avere la possibilità di studiare e approfondire questi aspetti culturali sul posto, anche al fine di metterli in relazione con la cultura e le tradizioni della mia terra d’origine». Per Annapaola le porte del sogno di una vita si sono cominciate a schiudere grazie alla laurea conseguita a Venezia, la patria di Marco Polo e di quanti ne condividono la curiosità e lo spirito d’avventura.
Ni. Me.
 
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 23
Vincenzo Santoni va in pensione: «Ritorno agli studi»
Lascia il Soprintendente
Vincenzo Santoni vent’anni al vertice della Soprintendenza alle antichità di Cagliari e Oristano, prima come reggente e poi con l’ufficialità dell’incarico. Una vita nella polvere dei cantieri archeologici, tra le aule delle università sarde, e le stanze della Soprintendenza sovraffollate di documenti, libri e reperti di ogni genere. Tantissime responsabilità, un lavoro incalzante e senza tregua. Dalla guida delle decine di scavi sparsi nel vastissimo territorio al controllo dei lavori edili in città come Cagliari che, sotto ogni strada del centro storico, nasconde una traccia del suo millenario passato. E poi la responsabilità dei molti musei statali. Fare il soprintendente non è un mestiere semplice, al contrario, è uno di quei lavori da non dormire la notte per una retribuzione non certo adeguata all’incarico. Vincenzo Santoni queste cose le sa benissimo, ma dai primi passi all’interno dell’amministrazione statale negli anni Settanta sino al vertice raggiunto nel 1987, si è mosso sempre con lo stesso spirito di servizio e di rigore scientifico. Spinto da un alto senso del dovere e soprattutto da una passione per l’archeologia che sin da giovanissimo studente lo ha portato a scavare e a studiare le tracce della preistoria e protostoria. Ieri Santoni ha annunciato il suo congedo. Va in pensione al massimo della carriera, ma ha già detto che non si allontanerà dal mondo dell’archeologia. Anzi, avrà più tempo da dedicare alla ricerca e finalmente potrà completare diversi studi. Nel suo ricco curriculum figurano oltre 200 titoli, tra saggi, articoli e libri. Specialista di ambito prenuragico e nuragico, ha fatto numerose scoperte negli scavi di Cabras-Cuccuru S’Arrìu, Suelli, Abbasanta, Barumini, Villanovaforru, Siddi, e più di recente sul sito di Su Monte a Sorradile, sulla scia di prestigiosi predecessori quali Taramelli e Barreca. Personaggio schivo e mite, ha sempre prediletto la linea del dialogo con i colleghi, i dipendenti e i politici, evitando le polemiche e i toni forti. Criticato dai "nemici" che lo accusavano di essere troppo legato alla burocrazia amministrativa, si è sempre difeso nella sincera convinzione di rappresentare lo Stato e quindi l’interesse della collettività, anche nelle battaglie più aspre. Se ne va da Piazza Indipendenza con la soddisfazione di aver svolto il suo lavoro con grande professionalità, lasciando spazio ai suoi validissimi allievi che oggi ne raccolgono l’eredità e gli insegnamenti.
C. F.
 
7 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – Pagina 22
Incontri
Gli studenti intervistano Massimo Fini
«Da sudditi a ribelli: dalla democrazia virtuale alla libertà». È il titolo dell’incontro-dibattito con il giornalista scrittore Massimo Fini in programma domani alla Casa dello studente (ore 19,30, sala Cosseddu) in via Trentino. L’incontro con Fini fa parte del 7° seminario di studi su «uomini e idee politicamente scorretti» organizzato dal Circolo Riscossa europea.
 
8 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 22
24 ore – Altre notizie
Università, master di criminologia
Giovedì 3 maggio, alle 15, nell’aula B della facoltà di Giurisprudenza, verrà inaugurata la seconda edizione del master universitario in Psicologia giuridica e Criminologia, organizzato dalla facoltà di Scienze della formazione, Giurisprudenza e Medicina e chirurgia.

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Cagliari
Prende sempre più forma il progetto di farla diventare l’epicentro del nuovo turismo 
Monteponi diventerà una miniera di cultura 
Il Parco ha stanziato 250mila euro per la ristrutturazione delle sale della foresteria 
«Dobbiamo avere la capacità di valorizzare adeguatamente un patrimonio unico al mondo» 
IGLESIAS. Arrivano altri 250mila euro per la ristrutturazione della foresteria e Sala Aligi Sassu della miniera di Monteponi, che vanno ad aggiungersi ai 100mila stanziati dal Comune e alla spesa per gli arredi. Con la delibera firmata il 23 aprile scorso da Pietro Pinna, commissario straordinario del Parco geominerario, un altro tassello si è aggiunto al progetto dell’amministrazione comunale per riportare a una seconda giovanizza i luoghi dell’attività mineraria. Luoghi che stanno subendo una ristrutturazione funzionale, con sì un occhio rivolto al passato ma tenendo ben presente che è il futuro quello che conta, che è investendo sul futuro che si possono creare nuovi posti di lavoro e nuova ricchezza per il territorio.
 Abbiamo chiesto al sindaco Pierluigi Carta di illustrarci il progetto di rinascita della zona di Monteponi. «Tra il Comune e il Consorzio del Parco è stato raggiunto un importante accordo - esordisce il sindaco Carta -. E quando ai lavori che realizzeremo grazie a questo cofinanziamento, si aggiungeranno quelli previsti dal master plan per l’area intorno a Monteponi, affidato allo studio svizzero di architettura Herzog e De Meuron, potremo veramente valorizzare, senza snaturarlo, il patrimonio storico e ambientale del nostro territorio, che è unico al mondo». Il sindaco Carta poi spiega qualche dettaglio dei lavori che saranno finanziati anche con i fondi del Parco. «Nella vecchia foresteria di Monteponi, per esempio, dove ci sono diverse sale fra cui quella con l’affresco di Aligi Sassu, sarà realizzata una sala riunioni da 180 posti, con impianti moderni attrezzati anche per la traduzione simultanea. Inoltre saranno realizzati gli uffici dell’area di Iglesias del Parco geominerario e della sede della Comunità del parco geominerario. La Comunità, di cui io sono il presidente, può essere descritta come il consiglio comunale del Parco, un’assemblea di cui fanno parte gli 80 sindaci dei Comuni compresi nel perimetro del Parco e i presidenti delle Province. Ma non sarà solo il luogo della burocrazia. Nelle sale dove adesso c’è l’affresco di Aligi Sassu verranno collocati un diorama e un plastico che riproducono l’attività della miniera, e inoltre sarà realizza una mostra permanente con pannelli sempre sullo stesso argomento. In pratica questa sala diventerà il portale del Parco minerario di Monteponi, un punto di accoglienza per i turisti che avranno così la possibilità di avere anche un approccio alla vita miniera. Nella foresteria, che già ospita la foresteria degli studenti universitari, ci saranno nuovi spazi a disposizione dell’università, che si aggiungeranno a quelli di Bellavista». E poi un riassunto generale. «Con l’intervento nella foresteria e con la ristrutturazione delle scuole elementari, di cui sta per essere affidata l’ultimazione dei lavori per una spesa di 100mila euro, si completa la ristrutturazione del comparto di Monteponi, comparto che è stato completamente ridisegnato nell’utilizzo. Sono state asfaltate le strade e rifatti tutti gli impianti idraulici ed elettrici, risistemata tutta la parte verde e completato il progetto che prevedeva la realizzazione di un mini albergo, di un centro benessere e di un ristorante che, una volta ultimati, saranno dati in appalto. E nel caseggiato della scuola elementare sarà realizzato un museo antropologico sull’ambiente minerario, che sarà gestito dalla scuola stessa». Ma per Monteponi non sarà un cambio totale di rotta. «È sbagliato che si privino i luoghi delle attività tipiche del borgo minerario: devono rimanere altrimenti andiamo verso il villaggio fantasma, che sarebbe poi la filosofia della vecchia amministrazione. Invece, con queste modifiche conserveremo l’aspetto museale e turistico, più quello strettamente residenziale, facendo in modo che il contesto sociale di Monteponi non venga travolto dall’attività cittadina. E se le due attività possono convivere la risposta è di qualità migliore». E poi non poteva mancare una riflessione sul futuro. «La storia non si inventa. E chi c’è l’ha la deve usare come catalizzatore di sviluppo. Le miniere non sono più giacimenti di minerali ma vanno viste come giacimenti di cultura capaci di attrarre turisti e di presentare il nostro territorio nella sua unicità e nella sua originalità, rispetto a una proposta massificata. Un patrimonio di modelli e di strutture irripetibile capace di trattenere il turista, che non vuole stare imprigionato ma visitare i luoghi intorno, per diversi giorni».
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Tutti sulla «Sella» ritrovata 
Cinque percorsi naturalistici dall’accordo tra Comune, Regione, militari e ateneo 
Sei giovani hanno formato una cooperativa di guide 
Consiglieri dissidenti: «La giunta non ascolta la vera voce della città» 
CAGLIARI. Per anni, nei ricordi dei cagliaritani è sempre stata una zona misteriosa, quella dove la lotta tra bene e il male s’è conclusa con la caduta di Lucifero che ha lasciato quel profondo solco così simile a una sella.
 D’ora in poi però la “Sella del Diavolo” non avrà più segreti: un anno dopo la famosa “lettera d’intenti” tra Comune, Comando militare autonomo regionale, Comando militare marittimo e Università, ci sono già cinque percorsi pronti per essere attraversati e una cooperativa giovanile addestrata per fare da Cicerone. Tutto merito della prima parte del progetto, partito l’anno scorso con un finanziamento di 516 mila euro (fondi della legge 37 su interventi a favore dell’occupazione), che nella parte del promontorio di competenza del comune ha permesso la bonifica e l’individuzione d’alcuni sentieri, di durata e difficoltà diversa. «Per ora i sentieri sono esterni, non possiamo andare a casa degli altri», ha detto durante l’incontro che ha fatto il punto della situazione Mauro Ballero, del consorzio universitario che partecipa al progetto.
 Un riferimento al fatto che la liberazione dalle servitù militari non è ancora completata, anche se il traguardo appare ormai sempre più vicino. Tanto che, ha detto il sindaco Emilio Floris, «quando le procedure di restituzione alla città dei siti militari saranno completate, saranno messi a disposizione altri due milioni di euro per il resto degli interventi».
 Intanto, la ritrovata Sella del Diavolo comincia diventare godibile anche così: oltre ad essere bonificata, l’area è stata anche messa in sicurezza, sono stati tolti alcuni ruderi (come postazioni antiaeree risalenti all’ultima guerra), sono già in preparazione alcuni percorsi studiati apposta per i disabili, e sono stati pensati la segnaletica e alcuni punti informativi dove sarà possibile anche acquistare libri e dépliant sulla splendida zona naturalistica.
 Il consorzio universitario - formato oltre che dall’Università di Cagliari, da quella di Novara e dalla “Sapienza”di Roma - s’è occupato inoltre della cura e della fruibilità delle specie botaniche, segnalando ciascuna di esse con targhette e cartelloni. Ciliegina sulla torta è poi “La Sella del Diavolo, un paradiso sul Golfo degli angeli”, recente pubblicazione curata da Maro Ballero e Gerolamo Solina. Un’altra importante novità è che sono stati creati sei nuovi posti di lavoro: dopo cento ore di corso formativo all’università alcuni giovani di Sant’Elia sono entrati a far parte della cooperativa “Sella del Diavolo”, col compito di guidare i visitatori nelle escursioni. Si tratta di posti di lavoro che, quando tutto sarà a regime, potrebbero diventare - è stato detto - anche sedici. Tutto rose e fiori, insomma? Non proprio: in un duro comunicato diffuso alla fine dell’incontro, i consiglieri Radhouan Ben Amara (Comunisti italiani), Claudio Cugusi (Rifondazione), Raimondo Perra (Sdi), Marisa Depau (Ds) e Claudia Zuncheddu (Psd’az) hanno evidenziato come «senza ascoltare la voce della città vera, la Giunta Floris s’accontenta di predisporre un itinerario concordato con l’Esercito». Non è questo il senso della battaglia avviata da anni, hanno detto i consiglieri comunali: «Tutti noi - si legge nella nota - chiediamo che siano restituiti ai cagliaritani quei due milioni di metri quadrati di parchi naturali, aree, palazzi e caserme, sottratti senza ragione alla cultura e alla civiltà dei cagliaritani». (s.z.)
 
Pagina 6 - Sardegna
Via le servitù, la Sella del Diavolo diventa un terrazzo sulla città 
CAGLIARI. Cinque percorsi naturalisti sulla Sella del Diavolo che si appresta ad essere liberata dalle servitù militari e a diventare il nuovo fiore all’occhiello di Cagliari. La tappa conclusiva di un percorso cominciato con una lettera di intenti su un progetto dell’Università di Cagliari è stata l’occasione per presentare il futuro del promontorio. Ieri il sindaco Emilio Floris, con il comandante della Regione Militare della Sardegna, generale Sandro Santroni, ed il docente Mauro Ballero, hanno presentato la conclusione della prima fase del progetto di recupero, valorizzazione, e gestione naturalistico-turistica del territorio di Calamosca e Capo Sant’Elia. Con un finanziamento di 516 mila euro sono stati effettuati interventi di bonifica e messa in sicurezza delle aree, dei sentieri e dei ruderi esistenti. Nella fase successiva, con un apporto finanziario di due milioni di euro, è previsto l’allargamento dell’area transitabile.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Tra i tesori della città spunta «Gustacastello» 
L’11ª edizione della fortunata manifestazione 
CAGLIARI. Ventiquattr’ore ancora, giusto il tempo per gli ultimi preparativi, e la città sarà immersa in “Monumenti aperti” la manifestazione organizzata dall’assessorato comunale alla Cultura, insieme alle associazioni Ipogeo e Imago Mundi, giunta quest’anno all’undicesima edizione. L’inaugurazione avverrà domani alle 10.30 nell’ex Manifattura tabacchi, uno dei sette monumenti (in tutto saranno 94 i siti storico-artistici) che quest’anno apriranno per la prima volta. Al pubblico monumenti, musei e percorsi naturalistici saranno accessibili però solo a partire dalle 16, per tutta la serata sino alle 20. Domenica si riprende con orario continuato dalle 9 alle 20, per finirla alle 21 nel conservatorio di musica “Pierluigi da Palestrina” dove lo storico d’arte Philippe Daverio, autore e conduttore della fortunata trasmissione Rai “Passeppartout”, terrà una conferenza sul tema “Gli spazi della memoria”. Numerose le iniziative collaterali in programma, come “Un euro per la cultura”: ciascun visitatore potrà, al prezzo di un euro, acquistare l’ormai celebre guida ai monumenti, contribuendo così al sostenimento della manifestazione. Da segnalare anche “Cultura senza barriere”, una serie d’iniziative pensate per dare anche ai disabili la possibilità di non mancare. Tra queste ci sono le visite guidate per i non udenti, a cura dell’Ente nazionale sordomuti, attive domenica dalle 10 alle 13 in monumenti come l’Orto botanico o l’Anfiteatro romano. Ancora: dal Largo Carlo Felice partiranno due pulmini attrezzati per il trasporto dei disabili, cui s’aggiunge “Amico bus”, in collaborazione tra Ctm e assessorato regionale ai Trasporti, un servizio di chiamata del tipo “porta a porta”. Tra le altre iniziative in programma ci sono proiezioni di filmati sulla speleologia, mostre fotografiche, concerti sparsi per i diversi monumenti, e attività ludiche per i più piccini come i laboratori di lettura per bimbi sino ai 10 anni proposti dall’istituto Sacro cuore. Attesissimo è l’appuntamento di domenica con “Gustacasello”, il pranzo pensato da quattro giovani chef di fama, che in una tavolata per 300 persone allestita lungo tutta via Università offriranno golosi menu. Per partecipare i biglietti sono disponibili sino alle 11 di domenica nel centro culturale Exmà (telefono 070/666399). Da ricordare infine che la due giorni di cultura sarà condivisa da Capoterra che aprirà monumenti quali la chiesa di santa Barbara, quella di san Girolamo e la torre costiera di Su Loi.
Sa.Ze. 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 37 - Cultura e Spettacoli
Al centro la realtà dell’uomo 
La vita delle «persone reali» opposta alle generalizzazioni 
Pubblichiamo l’intervento di uno dei maggiori studiosi internazionali dell’opera dell’intellettuale 
Dal numero della rivista «Nae» dedicato a Gramsci, pubblichiamo uno stralcio dell’intervento di Joseph Buttigieg, docente alla Notre Dame University (Idiana, Usa), uno dei maggiori studiosi mondiali del pensatore di Ales.
di Joseph Buttigieg
Al positivismo e all’idealismo, entrambi di natura sostanzialmente metafisica nonostante le loro differenze, Gramsci contrappone la critica e la filologia (lo studio del particolare). Nelle parole di Gramsci: “La filologia è l’espressione metodologica dell’importanza dei fatti particolari intesi come individualità definite e precisate”. Nella seconda versione della stessa nota: “L’esperienza su cui si basa la filosofia della praxis non può essere schematizzata; essa è la storia stessa nella sua infinita varietà e molteplicità il cui studio può dar luogo alla nascita della filologia”. In un’altra nota osserva: “La innovazione fondamentale introdotta dalla filosofia della praxis nella scienza della storia e della politica è la dimostrazione che non esiste una astratta natura umana fissa e immutabile (concetto che deriva certo dal pensiero religioso e dalla trascendenza) ma che la natura umana è l’insieme dei rapporti sociali storicamente determinati, cioè un fatto storico accertabile, entro certi limiti, coi metodi della filologia e della critica”.
 In diversi casi, nei Quaderni, Gramsci dimostra la misura in cui i “sistemi” o le teorie generali assorbono i fenomeni, annullandone il significato e riducendoli, nella migliore delle ipotesi, a pure curiosità. Un esempio notevole di un influente discorso istituzionalizzato che priva uno specifico fenomeno storico della sua particolarità, e quindi del suo significato, si trova in una nota relativamente antica, che, rielaborata, costituirà la prima nota nel quaderno dedicato alla Storia dei gruppi sociali subalterni. Essa si apre con questa osservazione: «In un articolo pubblicato dalla Fiera letteraria del 26 agosto 1928, Domenico Bulferetti ricorda alcuni elementi della vita e della formazione culturale di Davide Lazzaretti. Bibliografia: Andrea Verga, “Davide Lazzaretti e la pazzia sensoria” (Milano, Rechiedei, 1880); Cesare Lombroso, “Pazzi e anormali” (questo era il costume culturale del tempo: invece di studiare le origini di un avvenimento collettivo, e le ragioni del suo diffondersi, si isolava il protagonista e ci si limitava a farne la biografia patologica, troppo spesso prendendo le mosse da motivi non accertati o interpretabili in modo diverso: per una élite sociale, gli elementi dei gruppi subalterni hanno sempre alcunché di barbarico e di patologico)».
 In altre parole la sollevazione di Lazzaretti è interpretata in modo da cancellarne il significato politico, “inquadrandola” in uno schema già noto, elaborato in seno a un rigido discorso scientifico istituzionalizzato: in questo caso, la criminologia antropologica di Lombroso. La resistenza di Gramsci all’applicazione di modelli universali, la sua insistenza su differenziazione e specificità è alla base del suo rifiuto (decisamente eterodosso per i tempi) del valore paradigmatico della rivoluzione russa - in altre parole del fatto che il rovesciamento bolscevico dello zarismo potesse servire come utile precedente da imitare per sconfiggere il capitalismo nelle democrazie liberali dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti. Esaminando la “guerra di posizione” e la “guerra di manovra”, Gramsci annota: “In Oriente [Gramsci si riferisce alla Russia zarista, n.d.r.] lo Stato era tutto, la società civile era primordiale e gelatinosa; nell’Occidente tra Stato e società civile c’era un giusto rapporto e nel tremolio dello Stato si scorgeva subito una robusta struttura della società civile. Lo Stato era solo una trincea avanzata, dietro cui stava una robusta catena di fortezze e di casematte; più o meno, da Stato a Stato, si capisce, ma questo appunto domandava un’accurata ricognizione di carattere nazionale”.
 Situazioni diverse richiedono analisi e strategie diverse, e l’analisi concreta e specifica delle democrazie liberali porta Gramsci a una comprensione profonda delle strutture di potere complesse, estese, mutevoli, che le rendono duttili. Dall’esame di queste strutture di potere e dalla percezione che il potere nelle democrazie liberali non ha un centro, Gramsci elabora il concetto al quale viene più frequentemente associato: l’egemonia. Benché l’egemonia sia oramai un concetto esplicativo onnicomprensivo, di routine e sempre a disposizione, nei quaderni gramsciani deriva dalla sua resistenza al pensiero omogeneizzante. È precisamente questo che Edward Said riconosce come distintivo della coscienza critica di Gramsci: “La gran parte della terminologia gramsciana - egemonia, territorio sociale, insieme di relazioni, intellettuali, società civile e politica, classi emergenti e tradizionali, territori, regioni, domini, blocchi storici - è una terminologia che chiamerei critica e geografica, piuttosto che enciclopedica o sistematica [...] Il contesto sociale di base per Gramsci riguarda l’egemonia, ovvero il controllo di geografie di abitazione e lavoro che sono eterogenee, discontinue, non identiche e diseguali”.
 Raymond Williams sostiene una tesi simile quando afferma che l’egemonia, in senso gramsciano, “non è, se non analiticamente, un sistema o una struttura. È un complesso in atto di esperienze, relazioni e attività, con pressioni e limiti specifici e variabili... Inoltre (punto essenziale per comprendere il necessario significato del concetto), non si limita a esistere passivamente come forma di dominio. Deve continuamente essere rinnovato, ricreato, difeso e modificato”.
 Se non fosse stato per questa “volontà di ribellione contro i sistemi” e il suo perseverare in una inchiesta in progress e senza un telos, Gramsci non avrebbe mai compreso la cognizione esatta delle complessità, gli aspetti continuamente mutevoli dell’egemonia. Pertanto gli sforzi per trovare un centro fisso (un logos) nei disorganici e multidirezionali progetti di ricerca dei Quaderni sono maldestri non solo perché producono e promuovono versioni e resoconti distorti del pensiero di Gramsci, ma anche perché negano gli aspetti precipui di una coscienza critica particolarmente attinente al nostro tempo.
 L’incisiva critica che Gramsci rivolge a Croce e Bukharin sarebbe di poco interesse o rilievo al giorno d’oggi (se non per gli archeologi delle idee) se non fosse per l’attacco essenziale contro le filosofie universali che la animano. Ciò che più di ogni altra cosa manda in collera Gramsci - una collera che si manifesta a tratti con ferocia nella sua prosa - è lo spettacolo di filosofi e intellettuali che con sicumera spiegano la “realtà” con le loro teorie e sistemi preconfezionati. Possiamo ritenere che la separazione degli intellettuali dalla “gente”, della “conoscenza” dalla “vita” (nel senso proposto da Francesco De Sanctis in «Scienza e Vita», ripetutamente citato da Gramsci) sia il motivo saliente dei Quaderni. Le filosofie universali, le grandi teorie esplicative sono assai seducenti in quanto promettono di spiegare e dare significato ai molteplici fenomeni e alle complessità vertiginose dell’esistenza materiale. L’interesse di Gramsci verso il particolare e lo specifico fu inesauribile. Egli era di fatto un intellettuale, ma non si accontentava del potere esplicativo delle mere teorie. Diversamente da Croce, per esempio, non era appagato dalla contemplazione del mondo con “olimpica serenità”, dalle vette dell’astratto pensiero teoretico. In una lettera a sua moglie Giulia (19 novembre 1928), Gramsci scrive: “In generale, da qualche mese, mi sento più isolato e tagliato via da tutta la vita del mondo. Leggo molto, libri e riviste; molto, relativamente alla vita intellettuale che si può condurre in una reclusione. Ma ho perduto molto del gusto della lettura. I libri e le riviste danno solo idee generali, abbozzi di correnti generali della vita del mondo (più o meno ben riusciti), ma non possono dare l’impressione immediata, diretta, viva, della vita di Pietro, di Paolo, di Giovanni, di singole persone reali, senza capire i quali non si può neanche capire ciò che è universalizzato e generalizzato”. Gramsci restò un lettore vorace senza attenuare il suo entusiasmo verso “la vita di Pietro, di Paolo, di Giovanni, di singole persone reali”. Non si servì mai di “ciò che è universalizzato e generalizzato” per spiegare (o giustificare) il significato del particolare e dello specifico: è questo il tratto distintivo della gramsciana “ribellione contro i sistemi”.
 
 
Pagina 37 - Cultura e Spettacoli
«Sa die de sa Sardigna», l’identità nel segno di Gramsci 
Cerimonia domani a Cagliari con Renato Soru, oggi ad Ales Edoardo Sanguineti e Giulio Angioni 
Speciale onorificenza regionale per Lilliu, Maria Lai, Bernardini e (alla memoria) Francesco Masala 
A settant’anni dalla morte, avvenuta a Roma il 27 aprile 1937 dopo undici anni di detenzione nelle carceri fasciste, la Sardegna ricorda Antonio Gramsci. Domani Sa die de sa Sardigna sarà interamente dedicata al pensatore di Ales. Alle 9 nella sala conferenze del T Hotel, a Cagliari, si aprirà il convegno «Identità e universalità: la scuola per costruire il cittadino governante». Prima dell’inizio dei lavori il presidente della Regione, Renato Soru, consegnerà una speciale onorificenza a quattro grandi vecchi della cultura sarda: Giovanni Lilliu, Maria Lai, Albino Bernardini e (alla memoria) Francesco Masala. Parteciperanno alla cerimonia il sindaco di Cagliari Emilio Floris, il presidente del Consiglio regionale Giacomo Spissu e i rettori delle due università sarde. Dopo l’introduzione di Eugenio Orrù, presidente della sezione sarda dell’Istituto Gramsci, sono previste le relazioni di Silvano Tagliagambe (Gramsci e la scienza), Alberto Granese (Gramsci e la libertà), Bachiso Bandinu (Identità e disidentità), Giovanni Mameli (Gramsci e la letteratura sarda), Sandro Maxia (Gramsci e la letteratura), Paolo Pillonca (Gramsci: sa limba de sa terra), Giulio Angioni (Gramsci e il folklore), Aldo Accardo (Morale, politica, distinzione e responsabilità: alcuni aspetti dell’inattualità di Gramsci).
 Ma il primo appuntamento del programma gramsciano è fissato per oggi ad Ales, alle 9 nella sala conferenze del Comune, dove il poeta Edoardo Sanguineti e lo scrittore Giulio Angioni dialogheranno leggendo Gramsci ognuno a suo modo. Sempre oggi, alle 9 all’auditorium comunale di Ghilarza, saranno premiati gli studenti vincitori del concorso sulla figura di Gramsci bandito dall’Unitre di Abbasanta. Subito dopo, a Casa Badalotti, sarà inaugurata invece una mostra di pittura nella quale saranno presentate anche le 18 opere donate da Ernesto Treccani a Casa Gramsci. Alle 17, la Torre aragonese ospiterà invece l’incontro di Casa Gramsci con le Camere del lavoro di Oristano e di Milano, che saranno rappresentate dai rispettivi segretari, Giampaolo Lilliu e Onorio Rosati. E sempre oggi, a Roma, si apre il convegno «Gramsci e le culture del mondo», che per due giorni vedrà sfilare i maggiori studiosi mondiali di Gramsci.
1 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 30
Flash
CICLO DI SEMINARI
Corsi di orientamento tra università e lavoro
Ripartono i seminari di Orientamento al lavoro organizzati dall’Università in collaborazione con l’Agenzia regionale del lavoro e con il Bic Sardegna. Le nuove edizioni si terranno nella date 14-18 maggio, 21-25 maggio, 28 maggio-1 giugno, 4-8 giugno. Si tratta di venti ore di didattica, esercitazioni, testimonianze. La partecipazione è gratuita. Scadenza delle domande il 9 maggio.  
 

Questionnaire and social

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