Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 May 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 11 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Commenti Pagina 13
sviluppo economico locale
Il fiasco delle politiche per il Mezzogiorno
di Gianfranco Sabattini*
Dopo decenni di interventi condivisi a favore del Mezzogiorno, e attuati nel convincimento che lo sviluppo dell'area meridionale del Paese costituisse obiettivo prioritario della politica economica nazionale, importanti studiosi del problema meridionale, quali Nicola Rossi, Gianfranco Viesti e Carlo Trigilia, sono giunti alla conclusione che le politiche pubbliche meridionali non sono servite ad altro che ad animare e alimentare le campagne elettorali. Questo, nonostante dalla seconda metà degli anni Novanta le strategie di intervento abbiano subito, con l'adozione della nuova programmazione, radicali mutamenti. Se il risultato, in termini macro e microeconomici, non è mutato, occorre chiedersi, ancora una volta, quale sia stato l'errore commesso. Malgrado i mutamenti, infatti, ciò che il Mezzogiorno ha vissuto dalla metà degli anni Novanta ad oggi può iscriversi nella prospettiva della più stretta continuità amministrativa delle strategie di intervento del passato. Ciò che viene individuato come errore è il fatto che non si sia pensato che la nuova programmazione non sarebbe stata possibile se a monte non vi fosse stata una riflessione critica sull'esperienza delle politiche di intervento realizzate nel passato; in particolare, se non si fosse pensato che queste avevano del tutto trascurato la valorizzazione degli aspetti non economici, di quelli istituzionali e di quelli sociali e culturali che caratterizzano il Mezzogiorno. Che fare, allora, per rilanciare la crescita e lo sviluppo dell'area meridionale? Occorre abolire le politiche pubbliche speciali per il Sud, in quanto diverse da quelle che si attuano nelle altre regioni del Paese, oppure occorre puntare sullo sviluppo locale? In realtà, occorre una politica pubblica innovativa, sintesi della rimozione della "specialità" degli interventi e della valorizzazione della capacità dei contesti istituzionali locali, per aumentare la redditività del Mezzogiorno attraverso il miglioramento della dotazione delle necessarie economie esterne materiali e immateriali; attraverso, cioè, il miglioramento di infrastrutture, servizi, ricerca, formazione, qualità sociale e urbana, reti cooperative e propensione a collaborare da parte di agenti privati e pubblici. Con una politica così concepita, sarebbe però necessario "slegare" il Mezzogiorno dalle "vecchie pastoie" con interventi coi quali connettere i diversi segmenti dei sistemi locali meridionali. Il vizio della logica sottostante gli interventi del passato e la proposta di una politica pubblica innovativa per l'intero Sud si prestano a una valutazione critica, sia dell'esperienza negativa vissuta in Sardegna, sia del possibile e auspicabile futuro dell'Isola. Dall'inaugurazione della nuova programmazione, non c'è stato provvedimento di politica pubblica regionale il cui contenuto non abbia fatto esplicito riferimento allo sviluppo locale; ciononostante, i risultati sono sempre stati abbondantemente inferiori alle attese, mentre gli strumenti che avrebbero dovuto fungere da leva della crescita e dello sviluppo, quali patti territoriali e contratti d'area, sono divenuti espressioni di un generalizzato fallimento. In quest'ottica, risultano chiari i limiti di una programmazione dal basso come quella attuata nell'ultimo decennio e reiterata nella formulazione del nuovo Piano di sviluppo regionale adottato dall'attuale Giunta. Mentre diventa evidente ciò che sarebbe stato più conveniente: un coordinamento stretto ex-ante delle scelte locali, perché queste risultassero coerenti a livello regionale, e non si riducesse, invece, tale coordinamento, a una pura e semplice loro rilevazione, delle quali certificare la coerenza solo ex-post con quelle regionali, o peggio, non fosse realizzato attraverso l'"imposizione", a livello locale, di decisioni assunte a livello regionale. Anche se, nell'elaborazione del Quadro strategico nazionale per la politica di coesione 2007-2013, è stato adottato il metodo che in passato ha portato a risultati poco lusinghieri, non è detto che la pubblica amministrazione regionale debba rigidamente omologarsi a tale metodo. Sarebbe opportuna un'apertura verso il basso, verso i livelli di governo locali, attuando di fatto quel decentramento decisionale regionale da sempre auspicato, ma mai realizzato; in altre parole, sarebbe opportuno che il livello di governo regionale, anziché propendere per un eccessivo accentramento del potere decisionale, privilegiasse realmente l'inaugurazione di un nuovo modo di fare politica, implicante un'altra idea della Questione sarda, da risolvere attraverso un coinvolgimento mai sperimentato in passato della società civile regionale. Quest'ultima, allo stato attuale, coerentemente con l'opzione dello sviluppo locale, chiede alla politica non più l'individuazione centralizzata dei settori di intervento, ma le attività che possono presentare ricadute positive su di essi.
*Università di Cagliari
 
2 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 50
Presentazione questo pomeriggio
Attualità di Gramsci: numero speciale di Nae a 70 anni dalla morte
L'attualità di Antonio Gramsci, nel settantesimo anniversario della morte, è il tema del numero 18 di "Nae", trimestrale di cultura. Lo speciale sarà presentato stasera alle 18 a Cagliari, Palazzo Siotto via dei Genovesi 114. Organizzano la Fondazione Giuseppe Siotto, il Centro di Studi Filologici Sardi e la Cuec Editrice. Dopo l'intervento di apertura di Aldo Accardo, presidente della Fondazione, prenderanno la parola Gianni Fresu e Mauro Pala, curatori dello speciale, oltre che autori, conAldo Accardo, Giorgio Baratta, presidente della International Gramsci Society, e altri studiosi, operanti in Europa e nelle Americhe. Chiuderà i lavori Giuseppe Marci, direttore di NAE. Il numero prevede anche alcune Lettere di Gramsci, una poesia inedita di Anna Cristina Serra, un articolo di Umberto Cardia, "Attualità e universalità di Gramsci", pubblicato nel 1991. Illustrazioni di Piero Zedde. Niffoi al "Nanni Loy" Ci sarà lo scrittore oranese Salvatore Niffoi oggi alle 18 nel cineteatro "Nanni Loy", la struttura dell'Ersu in via Trentino 15 a Cagliari. Il romanziere oranese è stato invitato dagli studenti per una chiacchierata a tema libero che avrà come spunto la pubblicazione con Adelphi del suo nuovo libro "Ritorno a Baraule". Dix, Abate e Carlotto Domani alle 20 nel Teatro delle Saline - Viale La Palma, Cagliari - presentazione di "Mi fido di te", il romanzo di Francesco Abate e Massimo Carlotto che la Einaudi manda domani in libreria. Sul palco ci sarà l'attore Gioele Dix, che leggerà alcuni brani del libro e lo presenterà insieme al direttore di Einaudi Stile Libero Paolo Repetti, l'agente letterario Luisa Pistoia e il giornalista Celestino Tabasso. Sardismo e fascismo Domenica 22 aprile alle 18.00, nella Libreria Zonza (ex Cocco) piazza Yenne, a Cagliari, si terrà la presentazione del volume di Maria Dolores Picciau "Tra Sardismo e fascismo. Arte e identità nelle riviste sarde del Novecento" (Zonza editori). Relatore Pietro Rutelli RISIKO Venerdì 27 aprile alle 18, nella sala convegni del Banco di Sardegna di Viale Bonaria, a Cagliari, Giovanni Floris, conduttore della trasmissione Rai "Ballarò" presenterà il suo libro "Risiko". Interverranno con l'autore il filosofo Alessandro Aresu, il segretario dei Ds sardi Giulio Calvisi, il senatore di FI Beppe Pisanu, il coordinatore nazionale della Margherita Antonello Soro e il presidente della Regione Renato Soru. Introdurrà il presidente della Fondazione Banco di Sardegna Antonello Arru. Coordinerà il dibattito il direttore della sede regionale Rai Romano Cannas.
 
3 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 50
Lo scienziato che piantò un seme diventato arbusto
Il genetista ogliastrino Giuseppe Pilia nel ricordo del suo vecchio gruppo di lavoro
Loro dicono di appartenere al "Gruppo Pilia". A significare l'esistenza di una squadra compatta anche se militano in campionati diversi e nonostante l'assenza del coach: il genetista Giuseppe Pilia, stroncato a 43 anni da una malattia giunta ormai a uno stadio inguaribile. A due anni dalla scomparsa, il ricordo dell'opera scientifica del ricercatore di Lanusei è ancora vivo. E con esso la determinazione di quel gruppo a continuare le sue ricerche. L'attività scientifica di Pilia, iniziata nell'87 con il genetista Antonio Cao, si rafforza con la permanenza di 5 anni negli Usa, dove Pilia scopre il gene GPC3, implicato nella sindrome da iperaccrescimento Simpson Golabi Behmel. Rientrato a Cagliari, Pilia fonda dal nulla un laboratorio per lo studio delle malattie monogeniche rare. Sotto la sua direzione il nuovo gruppo scopre l'origine della sindrome Blefarofimosi ptosi epicanto inverso, associata alla menopausa precoce: le mutazioni nel gene FOXL2. Molti di coloro che lavorarono accanto allo scienziato ogliastrino continuano a conseguire importanti risultati scientifici (come l'individuazione del gene alla base della sindrome di Crisponi e di quello implicato nell'asma allergico) a conferma della validità del progetto iniziale. Ne abbiamo parlato con due allieve di Pilia: Laura Crisponi e Manuela Uda, genetiste dell'INN-CNR di Cagliari (l?Istituto di Neurogenetica e Neurofarmacologia, diretto da Antonio Cao). E con Francesco Cucca, docente di Genetica Medica all'Università di Sassari, compagno di lavoro dello scienziato di Lanusei. Laura Crisponi, cosa vi ha insegnato Giuseppe Pilia? «Era preparatissimo, riusciva a semplificare anche i problemi più difficili e aveva un intuito che lo rendeva speciale. Era dotato di un forte carisma, ma ci ha insegnato anche l'umiltà nell'affrontare il lavoro e la necessità della massima collaborazione tra tutti. Per queste ragioni ci ha trasmesso una mentalità vincente: anche l'esperimento meno significativo può essere determinante per l'obiettivo finale». Era un bravo allenatore? «Una delle doti di Giuseppe era riuscire a interpretare gli animi delle persone. Per questo otteneva sempre il massimo dai suoi collaboratori. All'interno del gruppo di ricerca voleva persone con intelligenza indipendente, non suoi cloni. A tutti dava sempre l'opportunità di crescere in maniera responsabile e sentirsi un elemento essenziale del gruppo, in particolare rendendosi autonomo nella organizzazione del proprio progetto di ricerca, sia dal punto di vista scientifico che di gestione e inserimento di nuovi collaboratori. Si circondava sempre di persone leali e motivate, in virtù di una spiccata capacità di raccogliere la fiducia dei propri collaboratori». Amava il suo lavoro? «Il suo entusiasmo era trascinante: Giuseppe ci ha insegnato che la volontà e l'impegno sono i motori della ricerca e che non bisogna mai lasciarsi abbattere. Con lui si aveva sempre l'impressione che niente fosse impossibile. Ci ha insegnato a utilizzare sempre la testa ma anche a lavorare con il cuore. Durante la malattia non ha mai mostrato sconforto, motivando il gruppo con entusiasmo e passione». Manuela Uda, tra le ricerche condotte da Giuseppe Pilia quali stanno continuando a dare frutti? «Giuseppe riteneva lo studio delle malattie rare importante anche per acquisire informazioni utili nel trattamento di patologie molto comuni. Lo dimostra il fatto che la scoperta del gene FOXL2 ha permesso di comprendere i meccanismi generali alla base della formazione dell'ovaio con implicazioni importanti per la cura della sterilità femminile. Un altro successo legato all'intuito di Giuseppe è ascrivibile a uno studio sull'asma allergico in Sardegna: il lavoro che ha visto la collaborazione di diverse figure professionali e di vari centri pneumologici in tutta l'isola è durato quasi 11 anni e ha portato, poche settimane fa, alla scoperta del coinvolgimento del gene IRAK-M nell'asma». Era molto impegnato anche nell'analisi del patrimonio genetico dei sardi? «Tra le sue attività scientifiche riveste un'importanza predominante il progetto ProgeNIA: questo studio dei tratti genetici associati all'invecchiamento, sviluppato con l'Istituto di Sanità degli Stati Uniti (NIA-NIH), è iniziato nel 2001 e doveva concludersi nel 2005. Ma grazie alla generosa risposta della popolazione ogliastrina è stato rifinanziato fino al 2011. Giuseppe ha sempre creduto in questo progetto e ha fatto in modo che partisse da Lanusei, la sua città natale. Anche in questo caso le sue intuizioni stanno dando i primi frutti, con l'individuazione di geni associati a tratti legati all'invecchiamento. L'ultimo risultato riguarda la recente scoperta del gene CRLF1 coinvolto nella sindrome di Crisponi, malattia rara diffusa prevalentemente in Sardegna». Francesco Cucca, cosa rimane di Pilia? «Moltissimo. Quando si gettano molti semi alcuni di questi diventano alberi robusti. Penso alle ricerche in Ogliastra e agli studi condotti dai suoi collaboratori del CNR di Cagliari». Come si lavorava con lui? «Con Giuseppe abbiamo lavorato insieme una ventina d'anni fa. Eravamo carichi di speranze, pieni di curiosità. Tra di noi del gruppo di allora c'era stima e affiatamento. Si lavorava duramente, con una feroce volontà di superare gli ostacoli, e si rideva di gusto. Dagli Usa si era portato un'automobile rosso-fuoco, targata LANU6. Giuseppe era anche questo».
Andrea Mameli
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari Pagina 37
sant'andrea frius
Pranu Sanguni, visita al radiotelescopio
Si chiama "Natura e Hith- teech nel Gerrei, visita al cantiere del Sardinia Radio Telescope", l'iniziativa promossa per domenica a Pranu Sanguni dall'Istituto nazionale di Astrofisica, dall'Università di Cagliari e dai Comuni del Gerrei che hanno patrocinato l'evento. La manifestazione si inserisce nell'ambito della diciassettesima settimana della cultura scientifica e tecnologica, dedicata alla natura e alla civiltà delle macchine. La giornata avrà inizio, alle ore 10, con l'incontro con i ricercatori e i tecnici nel sito di Pranu Sanguni dove è in fase di realizzazione il radiotelescopio, seguirà poi la visita alle strutture e ai laboratori mobili. Il programma prevede inoltre, alle 11, il saluto delle autorità alla stampa. Durante la manifestazione, i visitatori potranno ricevere inoltre delle informazioni e notizie dettagliate in merito allo sviluppo del territorio e le attività scientifiche-tecnologiche previste dal progetto" Sardinia Radio Telescope". (n. p.)
 
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 16
piazza d'armi
Blitz di agenti e carrogrù: rimosse le auto degli studenti
Mazzi di fiori, corone di alloro e verbali della polizia municipale: sono questi i doni che, ieri sera, tanti studenti hanno ricevuto come regali di laurea. Tutti prevedibili. Comprese le multe per sosta in zona rimozione. Ieri era giornata di lauree per la facoltà di Ingegneria. E il caso ha voluto che dalla mattina alla sera i carrogrù del Comune prendessero di mira il piccolo isolato della Facoltà: un quadrato formato da via Marengo, via Peschiera, via Castelfidardo e via Montenotte. Un'area dove ogni giorno regna l'anarchia, a causa dei giovani che posteggiano la propria auto senza rispettare le regole. Nel pomeriggio erano ben due i vigili, su altrettanti mezzi di rimozione, che controllavano lo spazio. Un continuo vai e vieni dal deposito di viale La Playa, dove vengono portate le auto multate. Tra le 15 e le 19 sono stati più di venti i veicoli ad essere puniti con i 38 euro di verbale, ai quali vanno aggiunti i 68 euro per oneri di rimozione. Un problema, quello dei parcheggi dell'università, che si è aggravato da quando lo spiazzo di via Is Maglias, a due passi dalla Facoltà, è stato chiuso per i lavori in corso, costringendo gli studenti a riversarsi selvaggiamente attorno a piazza D'Armi. Non sono solo gli iscritti di Ingegneria: anche gli immatricolati in Lettere e Scienze della formazione, del vicino caseggiato di via Is Mirrionis, vivono lo stesso disagio, trasmettendolo agli abitanti della zona, anch'essi vittime della mancanza di aree di sosta. (st. co.)

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Università. Oggi ultimo giorno di votazioni nei quattro seggi 
Docenti e studenti per l’Ersu 
CAGLIARI. Urne aperte anche oggi all’università per l’elezione dei rappresentanti degli studenti e dei docenti nel Consiglio d’amminstrazione dell’Ersu. Gli insegnanti sono chiamati a scegliere tra Giuseppe Arca, docente nella facoltà d’Ingegneria, e Giancarlo Nonnoi, docente nella facoltà di Filosofia. Gli studenti dovranno scegliere invece tra Paolo Pirino (lista Ichnusa), vicino all’area di centrodestra, e Maurizio Piras (Insieme per l’Ersu) sostenuto da gruppi studenteschi di centrosinistra. Si potrà votare in quattro seggi dalle 8.30 alle 17: l’aula 15 del polo di Monserrato, la sala riunioni della presidenza della facoltà di Medicina nell’ex clinica Aresu, l’aula 2A del corpo aggiunto di Sa Duchessa, l’aula B del dipartimento di Scienze botaniche, in viale Sant’Ignazio. Una volta eletti i due rappresentanti resteranno da assegnare altri tre posti: uno scelto dalla Regione d’intesa con il Rettore, gli altri due dalla maggioranza e dall’opposizione in Consiglio regionale. (sz).
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Cagliari
Tortolì, convegno sulle imprese con il presidente del Banco 
TORTOLÌ. «La finanza delle piccole imprese e i nuovi scenari nei rapporti banca impresa». Questo è il tema di un convegno organizzato dalla Provincia Ogliastra, che si terrà sabato 21, con inizio alle ore 9,30 nella sala convegni del Consorzio industriale di Tortolì-Arbatax. Dopo i saluti del sindaco Marcella Lepori, del presidente della Provincia Ogliastra, Piero Carta, e di altri rappresentanti istituzionali, si darà il via agli interventi. I lavori saranno coordinati dal professor Luca Piras, docente di Finanza aziendale della facoltà di Economia dell’Università di Cagliari.
 Alle 10,30 è prevista la relazione di Massimo Marchesi, della rappresentanza iataliana della commissione europea, che interverrà su «Sviluppo delle Pmi (Piccole medie imprese) e capitale di rischio». Mezz’ora più tardi la parola passerà a Riccardo De Lisa (facoltà di Economia dell’Univrsità di Cagliari) che terrà una relazione su «Nuove regole e condizioni per l’accesso al credito. Il caso delle Pmi».
 Alle 11,45 è previsto l’intervento del presidente del Banco di Sardegna (ex assessore regionale alla Programmazione), Antonio Sassu. Subito dopo si aprirà il dibattito. Alle 13 verranno tratte le conclusioni del convegno «La finanza delle piccole imprese e i nuovi scenari nei rapporti banca impresa», che si terrà nel Consorzio industriale. «Nel quadro delle innovazioni gestionali e di sistema che attraversano le Pmi (piccole e medie imprese) - spiega il presidente della Provincia, Piero Carta - le problematiche di finanza e del credito costituiscono un nodo essenziale della politica di investimento e di crescita del settore. Risulta, dunque, importante urgente un confronto serrato sulla materia, al fine di aggiornare conoscenze e metodi di approccio. Questo è anche quanto si farà sabato». (l.cu.)
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
«Coinvolgere di più tutti i consiglieri» 
Presentata in Comune la fase preliminare del piano strategico 
Analizzati i problemi dell’area cagliaritana e sentiti i soggetti sociali 
di Roberto Paracchini
CAGLIARI. I consiglieri comunali chiedono di essere coinvolti maggiormente, ma tutti ammettono che gli esperti stanno facendo un lavoro attento e rigoroso. Questo, in sintesi, è il frutto del primo incontro tra i tecnici che stanno predisponendo il piano strategico comunale e l’assemblea municipale. Un documento che dovrebbe creare gli scenari di Cagliari per i prossimi dieci o vent’anni.
 Per il momento, ha precisato il sindaco Emilio Floris nella introduzione all’esposizione dei tecnici, è stata ultimata la fase preliminare, di analisi e ascolto. Mariano Mariani (il consulente per l’elaborazione del piano, che è anche direttore del parco di Molentargius) ha illustrato i vari momenti con cui si è proceduto sino ad ora. Innanzi tutto c’è stata una fase di ricognizione che ha fotografato la situazione e individuato i processi che si stanno sviluppando nell’area. Poi sono stati esaminati gli strumenti normativi di azione sovracomunale, per verificarne la portata. Come terzo punto c’è stato il coinvolgimento dei soggetti territoriali (dalla Confindustria ai sindacati, dagli operatori turistici ai vari ordini professionali, dagli addetti alla cultura alle circoscrizioni, dalle banche al terziario avanzato) a cui è stato chiesto: non solo le loro esigenze, ma di prefigurano gli scenari futuri.
 E così sono stati affrontati i problemi della portualità e delle interconnessioni col territorio, delle agenzie di sviluppo, delle facoltà universitarie ecc. ecc. Ora inizierà la fase delle interpretazioni del materiale raccolto, da valutarsi all’interno dello scenario nazionale, europeo, mediterraneo e internazionale. Aspetto, questo, in cui - come precisato da Roberto Camagni (presidente del comitato scientifico del gruppo del piano) - in cui sarà utile e importante l’apporto del Consiglio e dei suoi singoli componenti. Ninni Depau (Ulivo), poco prima, aveva ipotizzato un coinvolgimento delle strutture assembleari. Ma l’importante, ha precisato Camagni è che si mantengano distinti i due livelli: il tecnico e il politico.
 Tra le richieste poste dai consiglieri anche l’esigenza di poter intervenire sulle risultanze finali (Edoardo Tocco, Forza Italia), di valorizzare le risorse della città (Giorgio Cugusi, Ulivo), di allargare il coinvolgimento anche ai semplici cittadini (Massimo Zedda, Ulivo), di ascoltare anche il Coni (Sandro Corsini, Forza Italia), di incrementare il coinvolgimento dal basso (Sandro Vargiu, Riformatori), di coinvolgere il mondo dell’informazione (Claudio Cugusi, Rifondazione) e di inserire le analisi in un contesto più internazionale (Massimiliano Tavolacci, Udc). Domande tutte accolte con soddisfazione da Camagni «in quanto la partecipazione e il dibattito è indispensabile per la riuscita del piano».
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Medici, anche il silenzio è un errore 
Convegno nazionale della federazione sullo sbaglio professionale 
Il luminare dice: 80 volte su cento la causa è il sistema 
di Alessandra Sallemi
 CAGLIARI. Errare è umano, il medico è un essere umano, i suoi errori rientrano nell’elenco delle cose umane. Il problema è che gli sbagli possono essere la pinza lasciata nella pancia del malato, una diagnosi lontana dalla realtà e via elencando le sofferenze prodotte dall’uomo sull’uomo. I medici italiani, guidati da un luminare, han deciso di riflettere sulla formazione dell’errore professionale.
 Gli ordini professionali italiani hanno scelto la Sardegna per avviare una grande campagna culturale, etica e morale con lo scopo di analizzare i comportamenti del singolo e gli schemi organizzativi che producono gli errori ormai sempre più di frequente denunciati dai pazienti. La svolta comincia domani al «T-Hotel» in un convegno nazionale che si apre con una lettura magistrale di James Reason professore emerito di psicologia all’università di Manchester nel Regno Unito, consulente dell’Organizzazione mondiale della Sanità sul tema dell’errore sanitario nonché autore di numerosi saggi considerati altrettante bibbie sugli errori umani in qualunque sistema organizzato operi sulla terra. Reason ha avuto occasione di dimostrare nei suoi studi che il 20 per cento degli errori commessi in sistemi complessi (e la sanità è uno dei più aggrovigliati) è dovuto al singolo mentre il resto nasce da difetti del sistema, tutti documentati. Il singolo, in altre parole, è un terminale che agisce in stato di costrizione e può sbagliare anche per questo. Cattiva organizzazione, risparmio a tutti i costi, carenze di personale, un orario di lavoro prolungato e senza i riposi di intervallo sono tutti fattori che, è provato, danno un robusto contributo alla casistica dell’errore alla fine individuato soltanto come «medico». In Danimarca e in Svezia questa situazione è stata messa a fuoco e risolta con una rivoluzione nell’approccio al problema, la rivoluzione è il «sistema della compensazione senza ricerca della colpa»: se un paziente subisce un danno per errore medico, la struttura di riferimento lo risarcirà interamente. Ieri durante la conferenza stampa tenuta dai presidenti dei quattro ordini provinciali (Agostino Sussarellu, Sassari, Luigi Arru, Nuoro, Antonio Sulis, Oristano e Raimondo Ibba, Cagliari) è stato spiegato con chiarezza che l’appello forte a «superare la mentalità colpevolista» non deve assolutamente essere confuso con la ricerca di una impunità. Anzi: si lavora per cambiare anche l’approccio dell’Ordine a questo straordinario tema e un’idea di ciò si è già affacciata nel codice deontologico quando si afferma (lo spiegava Sulis) che «al medico compete la valutazione e la segnalazione dell’errore» al fine di migliorare il sistema. Davvero tanti i fronti di lavoro: per cominciare la federazione nazionale ha proposto di introdurre il rischio clinico fra le materie studiate nella facoltà di Medicina e nei prossimi tre anni si terranno corsi specifici per medici già inseriti nel sistema con lo scopo di estendere le buone pratiche cliniche.
 Più complesso il sistema, maggiore la possibilità di errore (Sussarellu): in alcune aziende c’è la tendenza a tenere nascosto l’errore, invece questo va dichiarato e studiato (come è stato fatto a Firenze con l’errore sui test dell’Aids).
 Nei sistemi complessi esiste «l’errore latente» (Arru): basta pensare al calo di attenzione che qualunque chirurgo può dichiarare quando per troppo tempo conduce interventi di routine e quel che emerge è come gli errori clamorosi siano una parte minima della massa. Bisogna capire come perché si forma l’errore medico (Ibba), è indispensabile conoscere le cause per porre rimedio. Anche il legislatore può fare la sua parte: dalla federazione nazionale un altro appello a ricalibrare le norme sulla responsabilità attribuita ai medici. Naturalmente, è bene precisarlo, tutto questo non ha nulla a che fare con la pratica medica volontariamente cattiva: la colpa può discendere in larga misura da un sistema che non dà mezzi e possibilità di lavorare decentemente, il dolo discende solo dalla coscienza personale e su questo non ci sono ragionamenti da fare: la legge c’è e ai medici va bene così. 
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
MEDICINA NUCLEARE 
Gara d’appalto dell’università per il servizio diagnostico Pet 
SASSARI. Con una procedura accelerata l’università di Sassari ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il bando di gara per l’affidamento del servizio diagnostico Pet. In sostanza a Sassari, clinica di Medicina nucleare, arriverà il sofisticato macchinario necessario per eseguire tomografie ad alta definizione. Un grande passo avanti per garantire la possibilità a tantissimi pazienti del territorio di sottoporsi a visite per cui attualmente è necessario programmare scomodi spostamenti.
 L’università bandisce una gara chiedendo alle ditte che vogliano partecipare di fornire il servizio comprensivo della macchina, del personale e del materiale necessario alle prestazioni diagnostiche. Insomma, la ditta vincitrice si accollerà le spese relative alla strumentazione e gestirà il servizio per tutta la durata dell’appalto. Dovrà mettere a disposizione il tomografo, un laboratorio di radiochimica, il personale specializzato, i radiofarmaci e i materiali di consumo, la manutenzione, le opere edili e impiantistiche che sarà necessario eseguire per installare il macchinario all’interno di un locale specificamente predisposto per il servizio di medicina nucleare.
 Alla Asl l’onere di acquistare le prestazioni per mille euro l’una (si tratta dell’importo a base d’asta). Sono previste, specifica il bando, 1700 prestazioni (cioè visite) all’anno per una spesa massima pari a un milione e 700 mila euro.
 La durata dell’appalto è di 108 mesi (9 anni) e il tetto di spesa totale previsto dalla Asl per questo servizio è di quindici milioni e 300 mila euro. La data di scadenza per la presentazione delle offerte è il 30 aprile di quest’anno.
 Con il tomografo Pet è possibile esegure esami diagnostici molto più approfonditi di quelli possibili con la Tac. Soprattuto nei casi dubbi un esame del genere può essere provvidenziale per una diagnosi precoce. (g.g.)
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
Studiosi da tutto il mondo, parte il 27 da Ales il programma delle celebrazioni 
Convegni e tavole rotonde 
Confermata per il 30 la visita di Napolitano a Ghilarza 
Ieri l’«Associazione casa natale Gramsci» di Ales, l’«Associazione casa museo Gramsci» di Ghilarza e l’«Istituto Gramsci» della Sardegna hanno reso noto il programma delle «Giornate gramsciane», legate quest’anno alle celebrazioni.
 E’ confermata la visita di Napolitano il 30 aprile a Ghilarza per la presentazione dell’edizione nazionale degli «Scritti gramsciani». Questi gli altri appuntamenti principali. Si comincia ad Ales venerdì 27 aprile nella sala conferenze del Comune, dove, a partire dalle 9.30, si svolgerà una tavola rotonda dal titolo «Dialogo su Gramsci», con Edoardo Sanguineti e Giulio Angioni. Il giorno dopo, al T Hotel di Cagliari, convegno su «Identità e universalità». Alla relazione introduttiva di Eugenio Orrù, seguiranno i saluti del sindaco di Cagliari Emilio Floris, del presidente del Consiglio regionale Giacomo Spissu e del presidente della Regione Renato Soru. Al pomeriggio, relazioni di Silvano Tagliagambe (Gramsci e la scienza), Alberto Granese (Gramsci e la libertà), Bachisio Bandinu (Identità e disidentità), Giovanni Mameli (Gramsci e la letteratura sarda), Sandro Maxia (Gramsci e la letteratura), Paolo Pillonca (Gramsci: sa limba de sa terra), Giulio Angioni (Gramsci e il folklore), Aldo Accardo (Morale, politica, distinzione e responsabilità).
 A Ghilarza, domenica 29 aprile alla Torre aragonese, tavola rotonda dal titolo «Un quadruplice provinciale cittadino del mondo. Gramsci e la Sardegna: autonomia, federalismo, indipendentismo?». Partecipano: Giulio Angioni, Giorgio Baratta, Manlio Brigaglia, Francesco Casula, Francesco Cocco, Lorenzo Palermo
 Ancora a Cagliari, mercoledì 2 maggio al T Hotel, si terrà il convegno «La Sardegna, l’autonomia, la cultura e la lingua». Tra i relatori Nereide Rudas (Gramsci in Sardegna e la Sardegna in Gramsci), Claudio Natoli (Gramsci, il partito, l’Internazionale), Giuseppe Vacca (Dalla grande guerra al secolo americano), Joseph Buttiggieg (Gramsci nel mondo), Carlos Nelson Couthiño (L’universalità di Gramsci), Leonardo Sole (Gramsci: lingue e linguaggio), Giangiacomo Ortu (Gramsci e la letteratura “etnica” sarda) Giorgio Baratta (Gramsci, dalla Sardegna al mondo, dal mondo alla Sardegna), Antonello Mattone (Sovversivi e sovversivismo: note sulla teoria gramsciana del radicalismo sociale subalterno), Guido Melis (Gramsci e la questione sarda), Francesco Cocco (I moti sociali del primo Novecento in Sardegna e la formazione del giovane Gramsci), Derek Boothman (La conoscenza di Gramsci nel mondo), Maria Luisa Di Felice (Il Gramsci di Renzo Laconi), Manlio Brigaglia (conclusioni).
 Giovedì 3 maggio, sempre al T Hotel, dalle 15,30 è in programma il terzo convegno internazionale della International Gramsci Society. Presiede Aldo Tortorella Relazioni di Joseph A. Buttigieg (Università di Notre Dame, Stati Uniti), Dora Kanoussi (Università di Puebla, Messico), Giuseppe Prestipino (Università di Siena) Alle 21.30 proiezione del film «Viaggio nel mondo di Gramsci raccontato da Dario Fo», di Giorgio Baratta a Gianni Amico. Un seconda sessione del convegno si svolgerà a Ghilarza (Torre aragonese) venerdì 4 maggio. Presiede Giorgio Baratta. Relazioni di: Alastair Davidson (Università di Wollongong, Australia), Angelo d’Orsi (Università di Torino), Renato Zangheri (Università di Bologna). Al pomeriggio terza sessione. Presiede Giuseppe Vacca. Relazioni di Carlos Nelson Coutinho (Università federale di Rio de Janeiro), Anne Showstack Sassoon (Università di Londra, Regno Unito), Pasquale Voza (Università di Bari).
 Ancora a Ghilarza, sabato 5 maggio alla Torre aragonese, alcuni dei maggiori studiosi internazionali di Antonio Gramsci discuteranno di «Le lingue, i linguaggi», «Marxismo come filosofia della praxis», «Gramsci nel mondo di oggi» e «Gramsci nelle scuole e nelle altre istituzioni della società civile».
 
 

Questionnaire and social

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