Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 April 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 18
Studenti a lezione nell'inferno di Magistero
Per seguire le lezioni, gli studenti disabili devono essere aiutati da professori e colleghi che li prendono di peso e li trasportano giù per le scale. E ancora: dal soffitto cadono calcinacci, mentre sul pavimento, tra i banchi, camminano le blatte. Scandaloso? Eppure, a sentire i professori e il personale amministrativo della Facoltà di Scienze della Formazione, non è altro che la pura verità: «È così, purtroppo: alcune aule hanno grossi problemi di sicurezza e di igiene. Spesso dalle pareti cadono pezzi di intonaco, i servizi igienici sono in condizioni disastrose. Con le ultime piogge, i locali - che sono poco sotto il livello stradale - si sono allagati. È una situazione da terzo mondo», lamenta il coordinatore amministrativo della Facoltà, Filippo Spano. I problemi riguardano soprattutto un'ala del Magistero, composta da tre aule. È qui che i 6.000 iscritti seguono gran parte delle lezioni, in condizioni che loro stessi giudicano vergognose. Impossibile, per chi è costretto su una carrozzina, arrivare da solo in classe: una trentina di gradini sono un ostacolo insormontabile. E allora diventa indispensabile l'aiuto dei coetanei o, come succede spesso, dei professori: «Non c'è alternativa: gli studenti portatori di handicap (circa un centinaio nella facoltà) non potrebbero altrimenti assistere alle lezioni. Queste aule non sono mai state ristrutturate, mentre negli ultimi 15 anni il resto del Magistero è stato adeguato ai nuovi standard. Da poco il Rettore ha fatto un sopralluogo per rendersi conto della situazione. Anche se non è solo un problema di ammodernamento e barriere architettoniche: è preoccupante anche l'igiene. Non c'è mai stata, perlomeno di recente, nessuna disinfestazione contro le blatte, che siamo costretti a combattere con l'insetticida. Nei bagni e nei corridoi pendono una serie di ragnatele. Più che aule di Facoltà, sembrano degli scantinati». Questo lo sfogo di Antioco Floris, professore di Storia del Cinema. Per i lavori necessari all'adeguamento delle aule, secondo una prima stima commissionata dall'ateneo, sarebbero necessari circa 200.000 euro. Un preventivo troppo salato per le casse dell'Università di Cagliari, che deve fare i conti con altre priorità. E allora? «Il Rettore ha dato disposizione di eliminare solo le situazioni di emergenza, come le infiltrazioni d'acqua e altri problemi di sicurezza. Per il resto bisognerà aspettare», aggiunge il coordinatore Filippo Spano. E aspetteranno soprattutto gli studenti, disabili e non, costretti scontrarsi con barriere architettoniche e condizioni di sicurezza preoccupanti. Tutto questo, nonostante sia una delle Facoltà con il maggior numero di iscritti.
Michele Ruffi

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Olbia
Venerdì l’iniziativa del ministero della Previdenza sociale e della prefettura 
Lavoro nero, una tavola rotonda 
OLBIA. La battaglia contro il lavoro nero parte dall’università. Il ministero della Previdenza Sociale e la prefettura di Sassari scendono in campo per la sicurezza e con la Regione e la facoltà turritana di Economia promuovono la prima conferenza di studi su questo tema. Questo venerdì alle 9,15 l’aula magna dell’aeroporto costa Smeralda ospiterà il convegno «Legalità e sicurezza sul lavoro, un impegno comune per un valore non negoziabile». Il problema del lavoro nero è particolarmente sentito in Gallura. Le morti bianche e gli incidenti sul lavoro hanno raggiunto cifre preoccupanti in una provincia che registra un boom edilizio. I cantieri spesso vengono allestiti senza rispettare le norme di sicurezza.
 All’incontro parteciperanno tra gli altri il prefetto di Sassari, Salvatore Gullotta, il rettore dell’università di Sassari, Alessandro Maida, il docente Carlo Marcetti, il presidente dell’autorità portuale, Paolo Piro, il presidente della Confindustria del nord Sardegna, Massimo Putzu. Moderatore del convegno, il giornalista Rosario Cercaro. Le conclusioni saranno affidate all’assessore regionale Maddalena Salerno. (se.lu.)
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 29 - Sassari
«Ingegna» sotto la Mole di Torino 
È il logo degli universitari sardi che studiano in Piemonte 
«A disposizione dello sviluppo tecnologico della nostra isola tutte le conoscenze acquisite» 
MARTIS. Succede da sempre. Sin dai tempi delle due grandi guerre e un po’ a tutti quelli che si sono trovati a svolgere il servizio militare in “continente”. Tra sardi ci si intende subito. Si cercano, si individuano e subito, anche se provengono da centri lontanissimi fra loro e spesso anche sconosciuti, nasce una sorta di innata solidarietà (qualcuno dice che sia un tipico atteggiamento di tutti isolani).
 Un’intesa, un’unione ferrea difficilmente riscontrabile fra altri corregionali. Un comune “richiamo ancestrale” ha colpito anche i numerosi studenti sardi che frequentano la facoltà di ingegneria del Politecnico di Torino che, cercandosi, incontrandosi, solidarizzando fra loro hanno dato vita ad una vera e propria associazione di studenti sardi. Il sodalizio si chiama “Ingegna”, in pratica l’acronimo contratto di “Ingegneri di Sardegna”. Nato lo scorso anno da un’idea di alcuni studenti di ingegneria con il proposito iniziale di creare un gruppo di studenti e di neolaureati che potessero mettere a disposizione le conoscenze acquisite con gli studi per lo sviluppo tecnologico della nostra isola. «Il nome però - spiegano gli studenti - potrebbe trarre in inganno perché farebbe pensare che solo gli ingegneri ne possano far parte. Invece della nostra associazione possono far parte tutti gli studenti fuori sede e contiamo di allargare l’adesione partendo ovviamente dagli altri grossi poli ingegneristici italiani. “Ingegna” si propone di sviluppare diverse attività che possano essere di aiuto ai soci e agli studenti ma senza perdere di vista il nostro progetto di sviluppo tecnologico della Sardegna».
 Fra i punti chiave dell’associazione c’è la creazione di una comunità virtuale ed è gia attivo un sito internet (www.ingegna.org) dotato di forum per interagire e scambiarsi opinioni e suggerimenti. «Con la nuova concezione di mobilità è utile avere una sorta di sede virtuale per tenere uniti i soci - spiegano - e la nostra mailing list servirà a rafforzare e render più immediati i contatti e consentirà di offrire un unreciproco supporto didattico tra soci».
 Tra i progetti c’è anche la creazione di un periodico dell’associazione in cui ognuno dei soci potrà esprimere le sue idee e proporre idee innovative e che sarà anche il megafono dell’associazione. “Ingegna” vuole anche essere una sorta di bussola per le matricole sarde che si affacciano al mondo universitario ma si farà anche promotore di eventi di carattere culturale come mostre e conferenze a carattere scientifico che abbiano sempre al centro la Sardegna così da muovere discussioni su tematiche di tipo energetico, imprenditoriale, industriale per creare impresa e tecnologia nell’isola e magari anche opportunità lavorative. Insomma un vero “vivaio” di giovani studenti da cui le aziende possano attingere e sopratutto a cui le istituzioni possano guardare. «Abbiamo uno spirito regionale che ci contraddistingue dagli altri - confessano i soci - e per questo ci vogliamo impegnare a fondo in questo progetto così da mettere a disposizione della nostra isola le nostre esperienze e le nostre conoscenze». Per contattare l’associazione su internet: info€ingegna.org, ma anche attraverso l’attuale presidente Andrea Lai (andrea-lai@libero.it), telefono 349.6339033 e Claudio Tedde (studente di ingegneria di Martis): claudiotedde@tiscali.it, telefono 328.7368287.
Mauro Tedde 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Sassari
Tbc, allarme alla mensa Ersu 
Un migliaio di universitari si è sottoposto al test 
SASSARI. Maxi controllo antitubercolosi alla mensa universitaria di via Dei Mille. Dopo il caso della lavoratrice risultata positiva alla Tbc lo scorso febbraio, un migliaio di studenti, nelle ultime settimane, si è sottoposto al test della tubercolina negli ambulatori allestiti nei locali dell’Ersu. Ma i controlli fatti fino a oggi hanno dato esito negativo. Per gli studenti nessun pericolo.
 Lo scorso dicembre, una dipendente della mensa gestita dall’Ersu, era stata ricoverata alla clinica Tisiologica. La donna, che comunque non si occupava della preparazione dei cibi, aveva i sintomi tipici della tubercolosi, ma i primi test avevano dato esito negativo. Probabilmente perché era stata colpita da una forma della malattia «atipica». Soltanto a febbraio, quando la donna aveva effettuato nuovi controlli nel reparto di Pneumologia, era risultata positiva. Immediatamente erano stati sottoposti a controlli i parenti della paziente, e successivamente i suoi colleghi di lavoro. Nessuno di loro era stato contagiato. La lavoratrice ammalata di Tbc, fortunatamente, grazie alle cure è guarita senza conseguenze.
 L’Azienda sanitaria locale di Sassari, d’accordo con l’Ersu, per precauzione e per scrupolo all’inizio di marzo ha deciso di estendere l’indagine agli studenti che frequentano i locali di via Dei Mille.
 Alla porta dell’edificio che ospita la mensa è stato così affisso un annuncio, per invitare gli studenti a sottoporsi ai controlli con il Tine test. Per non creare allarme tra gli universitari, nell’annuncio non veniva fatto alcun riferimento alla lavoratrice ammalata di Tbc. Il controllo, in ogni caso, per l’azienda sanitaria è di routine. Periodicamente, infatti, vengono eseguiti teste nelle scuole elementari. Al primo piano della mensa sono stati così allestiti due ambulatori temporanei, dove i medici della Asl n. 1 hanno eseguito centinaia di test.
 Alcuni studenti sono risultati positivi al Tine test. Per questo, sono stati sottoposti a ulteriori indagini. Per diversi i controlli si sono limitati a una radiografia al torace, che ha escluso che fosse in atto la malattia. Per un paio di studenti, invece, nei quali erano state notate macchie nei polmoni, per scongiurare il contagio della tubercolosi è stato necessario eseguire una Tac. Fortunatamente nessuno di loro è risultato essere ammalato di Tbc.
 È possibile risultare positivi al test della tubercolina non solo se si ha in atto la malattia, ma anche se si è entrati in contatto con il virus senza ammalarsi. Risulta chiaramente positivo, inoltre, chi ha avuto in passato la tubercolosi.   
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Sassari
DOMANI ALL’UNIVERSITÀ 
Incontri sulla salute: «Donna e uomo, un solo cuore?» 
SASSARI. Domani alle 17,30 nell’aula magna dell’Università si terrà il terzo degli incontri sul tema della salute organizzati dal Banco di Sardegna con la collaborazione della Scuola di Dottorato in Scienze Biomediche, Indirizzo Farmacologia di genere dell’ateneo cittadino. “Donna e uomo, un solo cuore?”: è la domanda da cui si parte per discutere l’argomento del giorno, ovvero le differenze fisiologiche tra lei e lui. Le donne sono colpite da infarto più avanti negli anni rispetto agli uomini. E quando succede i sintomi sono spesso sottovalutati e le terapie non tempestive. L’idea, purtroppo diffusa, è che le malattie di cuore e l’infarto colpiscano soprattutto gli uomini e non le donne. Invece riguardano ogni anno in Italia 150 mila donne, anche se in età più avanzata degli uomini e costituiscono nell’arco della vita un rischio di morte per una donna su tre. Mentre il cancro al seno, percepito in modo più drammatico, ne colpisce una su otto. Maria Grazia Modena, docente di cardiologia all’Università di Modena e Reggio Emilia, insieme a Annachiara Nuzzo, esperta in cardiologia di genere della stessa Università, spiegheranno perché l’infarto è più fatale per lei che per lui: il mal di cuore si esprime nella donna in modo più subdolo e silente. Gli esami di routine, come l’elettrocardiogramma, danno spesso risultati dubbiosi: non mostrano anomalie a fronte di sintomi. Ma tecniche di diagnosi che funzionano per l’uomo, nella donna possono dare risultati non chiari. Le coronarografie fatte agli uomini, in base ai sintomi e agli esami, danno raramente falsi positivi. Nelle donne, a parità di selezione, sono più alti. I dubbi non fanno che ritardare gli interventi necessari con farmaci, e di controllo in controllo si perde tempo prezioso.
 Il rapporto uomo-donna per l’infarto è oggi di uno a tre. Colpisce però gli uomini in età più giovane: per la donna l’infarto arriva più avanti negli anni, e il rischio aumenta dopo i 60, mentre per l’uomo l’età critica comincia dieci anni prima, ma il primo attacco in una donna è più probabile che sia mortale. Molte donne non manifestano i classici sintomi degli uomini: dolore al centro del petto o al braccio e respiro corto. Alcuni medici pensano che l’infarto al femminile abbia più a che fare con spasmi dei vasi sanguigni del cuore che con blocchi nelle arterie.
 Strutturalmente il cuore e le arterie sono gli stessi nei due sessi ma le arterie nella donna sono più piccole di calibro e lo è anche il cuore, in proporzione con il corpo eppure studi recenti dicono che il sistema cardiovascolare della donna risponde in modo diverso a stress, ormoni, grassi saturi in eccesso, tossine del tabacco. Sarà questa l’occasione per conoscere gli ultimi aggiornamenti della ricerca medica in questo settore, che saranno esposti dalla professoressa Nuzzo.
 Il sindaco Gianfranco Ganau, specialista in cardiologia, e il professore ordinario di Malattie dell’apparato cardiovascolare dell’Università di Sassari Antonello Ganau, introdurranno le relazioni.
 L’incontro è moderato da Chiaramaria Pinna, giornalista della Nuova Sardegna.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 37 - Cultura e Spettacoli
La Sardegna fuori dal cerchio magico della tradizione 
Di Simonetta Sanna esce per la Cuec «La ferita Sardegna» 
di Massimo Onofri
Genitori isolani: e, insieme, tali da rappresentare un pezzo importante della storia del comunismo sardo. La formazione in Germania: col tedesco che diventa presto la prima lingua, o almeno la lingua naturale in cui scrivere i saggi dedicati alla letteratura di quel paese, dall’Illuminismo al Novecento, quindi l’ordinariato di lingua e letteratura nell’università di Sassari e la presidenza dell’associazione italiana di germanistica. E poi: preside della facoltà di Lingue e letterature straniere nello stesso ateneo, direttore del centro linguistico universitario, quindi, dal 2004, consigliere regionale nelle fila della Margherita. Un figlio: delizioso e cosmopolita. Da questo lungo cammino, di studi e responsabilità, arriva ora, per i tipi della casa editrice Cuec, «La ferita Sardegna. Riflessioni di ieri e di domani (160 pagine, 12,00 euro), un libro composito, che raccoglie due anni d’interventi di Simonetta Sanna - dal 2004 al 2006 - su questioni che hanno a che fare col territorio, da una lettera al direttore della Nuova Sardegna alla vera e propria conferenza, dall’articolo, di brute statistiche, al ritratto, come quello, assai bello, sul leggendario ristoratore di Amburgo, ma sardo di Benetutti, Paolino Cherchi: per argomenti che vanno dalla riflessione sui modelli socio-culturali di sviluppo alla politica regionale pura e dura, dalla scuola e l’università al rapporto delle donne con la politica, dall’amministrazione giudiziaria alla legislazione dello spettacolo nell’isola, sino alla letteratura sarda contemporanea.
 Devo a Simonetta Sanna alcune tra le più piacevoli conversazioni avute sull’isola in questi anni: io materialista volgare e non dialettico - come direbbero i marxisti -, disinteressato alla salvezza, lei spiritualista junghiana, convinta ancora del potere salvifico della letteratura. Io, un provocatore, certo, e non disposto a dissimulare la maschile baldanza: ma non ignaro della comicità della sua posizione, accettabile soltanto in chiave di consapevole parodia. Lei, una donna di grande generosità e tenaci passioni: ma non disposta a fare sconti, a nessun interlocutore. Anche nei riguardi della questione cosiddetta femminile: preferendo - il lettore lo vedrà da sé - la categoria junghiana del «femminile» alla speculazione femminista. Se dovessi trovare in questo libro la mia Simonetta, la cercherei qui: «Ma poiché con Paul Feyerabend rimango convinta che persino nelle scienze matematiche gli scienziati operino con congetture che non coinvolgono “un’entità mistica chiamata realtà oggettiva, bensì le relazioni autentiche tra le persone e le cose”, voglio prendere le mosse da quelle esperienze personali che costituiscono il fondamento essenziale delle mie convinzioni».
 Una partenza dalla propria esperienza personale. E un’interiorizzazione della realtà con tutti i suoi conflitti, di modo che il conflitto possa diventare una chiave della conoscenza del mondo, in quanto lo è, prima di tutto, come conoscenza di sé. Magari in vista di un’identità che la Sanna chiama «dialogica»: entro una prospettiva che, in questo libro, vale tanto per l’individuo - e per i suoi approdi di maturità: in un’epoca in cui il modello più efficace per interpretare i consessi degli adulti sembrerebbe, piuttosto, il giardino d’infanzia-, quanto per la stessa Sardegna, ripensata tra certezza di passato e ipotesi di futuro: laddove la speranza va a quei sardi «di ritorno», che hanno introiettato l’esperienza dell’“altro”. Colpisce, nel sottotitolo, tra ieri e domani, la soppressione dell’oggi. La Sanna insiste su questo punto: sicché bisognerà leggerlo come un impegno a non farsi ricattare dal presente, in funzione d’uno sguardo straniato e straniante. Ecco: come potrebbe apparirci la Sardegna, se provassimo a riguardarla senza subire il ricatto del “qui e ora”? Lo scopriamo quando la Sanna si prova a guardare la Sardegna dalla Finlandia in pagine davvero felici, e molto istruttive, che attengono alla scuola, e ad una lucidissima comparazione tra i due sistemi, provocata da certa retorica giornalistica sull’argomento.
 Ne viene fuori ribadita - ed è un punto d’arrivo non lontano da quello del Pasolini degli anni Settanta - che sviluppo economico e progresso civile non coincidono automaticamente, come una certa Teologia della Storia ci ha fatto credere. Il fine sarà quello di lavorare per una «modernità risanata»: appellandosi per questo, sfiduciati dal fatto che il gruppo può diventare presto corporazione o consorteria, se non lobby o mafia, ad un’«alleanza degli irregolari».
 Fondamentale si rivela il dialogo con Antonio Pigliaru di cui si recupera la polemica contro «regionalismo chiuso» e «cosmopolitismo di maniera», per un «regionalismo aperto», che sappia trovare nell’antico - in un antico passato al vaglio d’una razionalità democratica -, un modo nuovo, per la Sardegna, d’essere moderna. Così come a Pigliaru si richiama la vibrante requisitoria sulle responsabilità, ineludibili, d’una classe intellettuale che, non solo sull’isola, latita ormai da tempo. Entro tale prospettiva, d’analisi storico-antropologica, anche la letteratura sarda contemporanea trova il suo posto.
 La mole del materiale è impressionante: ma la ricerca non prevede che ci si interroghi sulla qualità estetica degli scrittori. Eppure ci sarebbe piaciuto sapere quali siano le predilezioni della Sanna: capire perché Salvatore Mannuzzu è un grande scrittore, mentre altri, magari di moda e celebrati sui magazines patinati, di Mannuzzu non valgono l’alluce. In Sardegna, tra i narratori viventi, c’è oro zecchino. Ma anche tanta moneta di vilissimo conio.
 
 
 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie