Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 May 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 10 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 11
Università. Oggi l’incontro in Ateneo dopo l’infuocata assemblea tra i 44 direttori
Dipartimenti, resa dei conti col rettore
I responsabili della ricerca: «Tagliati fuori dai finanziamenti»
Tagli ai fondi, locali non a norma, dottorati di ricerca: ogni decisione che riguarda i dipartimenti è calata dall’alto senza poter dire niente
Il mondo della ricerca universitaria alza la voce. Stanchi di essere snobbati da rettore, senato accademico e consiglio d’amministrazione, i direttori dei 44 dipartimenti dell’università di Cagliari chiedono di essere ascoltati. Nell’ultima assemblea, venerdì scorso, il clima è stato incandescente. Per questo Pasquale Mistretta ha deciso di incontrare (oggi alle 16,30 in rettorato) il comitato dell’assemblea formato da sei capi dipartimento. la protesta Sfiduciati e delusi, ma non per questo al tappeto. I 44 docenti, responsabili dei dipartimenti dove si svolge l’attività di ricerca universitaria si sono riuniti per un’amara considerazione: «Abbiamo preso atto - spiega Walter Fratta, responsabile di Neuroscienze - che il rettore da mesi sta ignorando le nostre richieste». A vuoto le lettere, firmate da tutti i capi dipartimento, che sollecitavano un incontro. «Anche l’ultima, a gennaio - ricorda amareggiata Nicoletta Dessì, direttore del dipartimento di Matematica e Informatica, e coordinatrice del comitato - non è servita, nonostante la minaccia delle dimissioni da parte di tutti i capi dipartimento». Forse respirando l’aria di rivolta il rettore, venerdì mattina prima dell’ultima infuocata assemblea, ha comunicato finalmente di essere disponibile a ricevere i sei rappresentanti (oltre a Fratta e Dessì, i docenti Francesco Casula, Sergio Natoli, Antonello Sanna e Francesco Mola) dei capi dipartimento. faccia a faccia Sul tavolo del rettorato ci saranno dei temi importanti. «Non possiamo più ricevere comunicazioni - evidenzia Fratta - che ci annunciano tagli nelle dotazioni o scelte sul nostro futuro senza venire ascoltati». Anche perché la richiesta di costituire il collegio dei responsabili dei dipartimenti è stato proprio Mistretta: «Dopo averci invitato a nascere - commenta Nicoletta Dessì - per avere un dialogo costante ci ha ignorato. Da settembre siamo stati ricevuti una sola volta». La richiesta che faranno è chiara: «Vogliamo essere riconosciuti nello statuto dell’Università», spiegano i responsabili della ricerca. Senza questo passaggio i dipartimenti non potranno mai essere rappresentati negli organi dove avvengono le decisioni sul futuro dell’Ateneo. tagli ai fondi Da quattro anni capita così che i fondi destinati dall’amministrazione ai dipartimenti vengano dimezzati: «Siamo la sede della ricerca - sottolinea la coordinatrice - e dovremmo essere supportati degnamente. Invece assistiamo impotenti a un taglio continuo delle risorse economiche. Nel nostro caso quattro anni fa ricevevamo settantamila euro. Oggi siamo arrivati a ventimila». Stesso scenario negli altri dipartimenti: «Le spese di gestione - fa sapere Fratta - sono dieci volte superiori alla dotazione. Per coprire i costi dobbiamo attingere ai finanziamenti che riusciamo a reperire noi, sottraendoli di fatto alla ricerca». E mentre le facoltà organizzano la didattica nell’Università (e sono presenti in senato accademico e nel cda), i dipartimenti, cuore pulsante della ricerca, non hanno alcuna rappresentanza subendo, in modo impotente, la linee politiche decise dal rettore, dal senato e dal consiglio d’amministrazione. l’emergenza I capi dipartimento poi hanno molti oneri, ma di onori neanche l’ombra. I locali dove si svolge attività di ricerca, spesso, non sono a norma e la responsabilità amministrativa e penale è a carico dei direttori di dipartimento (che non hanno alcuna indennità). «Chiediamo di essere ascoltati - ribadiscono Fratta e Dessì - prima che vengano prese le decisioni. Siamo la sede dei dottorati di ricerca e della scuola di specializzazione. Emarginare i dipartimenti significa ignorare la ricerca». La parola oggi passa al rettore.
Matteo Vercelli
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 11
Cariche elettive, rinviata la seduta del Senato accademico
Modifica statuto, accordo distante
Dopo la prima fumata nera è nell’aria un altro tentativo di modifica dello statuto dell’Università. Ovviamente sotto la lente d’ingrandimento gli articoli che disciplinano la durata delle cariche di rettore, presidi e componenti del consiglio d’amministrazione. Le voci davano per certo che il Senato accademico si sarebbe riunito mercoledì. Invece la riunione è stata rinviata alla prossima settimana. L’ultima puntata nella telenovela delle modifiche dello statuto risale al mese scorso. All’ordine del giorno spuntarono le votazioni per correggere due articoli (il 68 e l’82) su durata delle cariche di rettore e presidi di facoltà. Quando si intuì che il voto poteva essere negativo mancò il numero legale (per l’uscita dall’aula di alcuni senatori accademici) e la seduta saltò. Nelle settimane successive ci sono stati incontri per verificare le condizioni favorevoli per una nuova discussione, e approvazione, delle modifiche. Che, visto lo slittamento della seduta del Senato accademico allargato, non sono state trovate. Domani invece si riunirà il Senato accademico con la discussione, tra le altre cose, dell’offerta formativa e dei corsi a numero chiuso. Un argomento sul quale i rappresentanti degli studenti promettono di dare battaglia: «Siamo contro ogni limitazione del diritto allo studio - spiega Maurizio Deiana del gruppo Università per gli studenti - anche perché l’introduzione del numero chiuso va contro i dettami del ministro dell’Università». (m.v.)
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 11
sicurezza
La denuncia: «Molti edifici non a norma»
Al rettore Pasquale Mistretta, in questo periodo, non mancano i grattacapi. La nomina del manager dell’Azienda mista, i problemi sulla ricerca, lo stato di agitazione del personale non docente. Da poco si è aggiunto anche quello sulla sicurezza negli edifici dell’Ateneo. I rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza hanno più volte sollecitato la definizione di regolamenti e direttive per l’avvio del processo di messa a norma di tutte le strutture dell’Università. Incassato un anno fa l’impegno del rettore oggi tornano alla carica evidenziando che «gli impegni presi dall’amministrazione sono rimasti sostanzialmente disattesi». Nuove strutture ed edifici ristrutturati continuano ad essere non a norma. «Facciamo solo alcuni esempi - denunciano i rappresentanti Giampaolo Mura, Luigi Porqueddu, Antonio Sabeddu, Marilena Tore e Francesco Raga - citando l’assenza di certificazione di prevenzione incendi per la ristrutturata aula magna di Ingegneria e per la nuova biblioteca unificata di Monserrato. Tutte le strutture inoltre sono prive del documentazione di valutazione dei rischi, obbligatorio per legge. Rileviamo - concludono - che l’amministrazione intende rimanere fuori da ogni ipotesi di rispetto delle norme sulla sicurezza». (m.v.)
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia Ogliastra Pagina 45
Seui. Montarbu apre ai turisti
Studiosi sul Trenino verde alla scoperta dei Tacchi e del Parco che verrà
Si è conclusa a Seui al termine  di  un viaggio di studio a bordo del trenino verde e l’inaugurazione del centro visite di Montarbu il convegno scientifico organizzato dall’Università di Cagliari sul tema "Il paesaggio naturale e umano dei tacchi d’Ogliastra". Durante il seminario tenuto nella giornata di sabato a Ulassai ben trenta relatori, docenti universitari e studiosi di settore coordinati da Felice Di Gregorio, hanno affrontato la problematica dei tacchi sotto gli aspetti più diversi: patrimonio geologico e  geodiversità, caratteristiche ambientali, siti archeologici, storia degli  insediamenti umani, le valenze  ambientali e paesaggistiche quali fattori  per lo sviluppo sostenibile del territorio dei tacchi. Il futuro Parco dei Tacchi ha un’estensione potenziale di 13 mila ettari. Il sindaco di Ulassai, Giovanni Soru, nel corso del suo intervento, ha annunciato di aver messo a  disposizione fin da ora 3.600  ettari  di terre comunali per un progetto che, si è  augurato, possa coinvolgere oltre ai quattro paesi del rio Pardu anche  Tertenia, Perdas, Seui e Ussassai in Ogliastra, Esterzili, Sadali e Seulo nella  provincia di Cagliari. «Le popolazioni montane comprese nel parco dei Tacchi - ha commentato Piero Carta  presidente della Provincia - hanno tra  le mani  uno strumento decisionale  importante per decidere sul proprio futuro. L’assetto del Parco verrà regolato da una legge speciale regionale e i sindaci insieme alla Provincia ne  saranno gli unici gestori. La Regione  ha già stanziato i primi 8 milioni di euro  mentre altre opportunità di sviluppo giungeranno con i bandi Por e con le nuove politiche messe in essere dall’Ente Foreste».  La gran parte dei territori del Parco dei Tacchi ricade tra le aree date in gestione dai comuni all’Ente Foreste «L’Ente - ha spiegato il presidente regionale Carlo Murgia - si avvia ad abbandonare il ruolo esclusivo di  gestore dei cantieri e di erogatore  di stipendi per abbracciare quello della  multifunzionalità  tramite interventi nel  settore dell’assetto idrogeologico, sfruttamento energetico delle  biomasse prodotte nei cantieri, certificazione  di  qualità per i boschi e la loro apertura ad attività integrate compatibili». L’affidamento ad una cooperativa di Seui, S’Eremigu, della gestione del centro visite di Montarbu, del museo e dei bungalow per 20 posti letto è solo il primo segnale  di una svolta epocale».
Nino Melis
 
5 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis Pagina 16
Iglesias. Riconoscimento all’Università del Sulcis
Il sostegno della Provincia all’Ausi
L’Ausi, l’associazione per l’Università del Sulcis Iglesiente potrà contare anche sul sostegno della Provincia di Carbonia Iglesias: il Consiglio, venerdì sera, ha approvato all’unanimità la proposta sostenuta dall’assessore alla Pubblica istruzione, Tiziana Frongia, e arrivata in aula al termine dei lavori portati avanti dalla commissione competente presieduta da Mariangela Rapetti. Un voto unanime che è l’ennesima dimostrazione di quanto l’Università, che ha sede a Monteponi, sia ormai diventata patrimonio di tutto il territorio. «È un segnale importante di appartenenza al territorio - commenta l’assessore Frongia - un giusto riconoscimento per il lustro che l’Università porta a tutta la Provincia, consentendo ai giovani di scegliere facoltà di eccellenza e offrendo forti possibilità occupazionali. La Provincia - aggiunge Tiziana Frongia - collaborerà ancora alla crescita e a migliorare il modello di offerta dell’istruzione superiore nel territorio». Già nei mesi scorsi la Provincia aveva erogato in favore dell’Ausi un contributo straordinario pari a 10 mila euro. «L’associazione - conclude l’assessore - si trasformerà in consorzio per garantire in maniera più adeguata la forma di partecipazione che coinvolgerà tutti i comuni della provincia e nuovi soci come il Geoparco». (c. s.)
 
6 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro Pagina 43
Nuoro. Oggi e domani
L’università incontra cinquecento studenti delle scuole superiori
Continuano le giornate dell’orientamento per fare conoscere agli studenti delle scuole superiori l’offerta formativa dell’università di Nuoro. I consigli dei corso di laurea in Scienze ambientali e in Scienze forestali organizzano per oggi e domani due appuntamenti che seguono quello di giovedì scorso. Obiettivo, far conoscere le opportunità per conseguire una laurea e una formazione universitaria all’avanguardia sotto casa. Molti giovani hanno accolto la manifestazione di giovedì con successo. Si prevede che nell’arco delle tre giornate circa 500 studenti si rivolgeranno all’università per avere informazioni sui due corsi di laurea e sulle principali attività didattiche e di ricerca che si svolgono in città. Le presentazioni saranno effettuate da docenti e ricercatori delle due facoltà.  L’iniziativa, con inizio alle ore 9.30, si terrà nei locali di Sa Terra Mala e Carta Loi, sedi dell’università di Sassari da cui sono gemmati i due corsi di laurea. Il programma prevede gli interventi di Giovanni Micera, preside della facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali, Pietro Luciano, preside della facoltà di Agraria di Sassari, Nicola Sechi, presidente del consiglio del corso di studi in Scienze ambientali e naturali, e dell’architetto Sergio Russo, presidente del consorzio nuorese per l’università, e di altri docenti e ricercatori impegnati nella didattica. Dopo la presentazione, gli studenti (si prevede l’afflusso di oltre 150 ragazzi per giornata) verranno divisi in due gruppi che si alterneranno nella visita alle due strutture di Sa Terra Mala e Carta Loi. È in programma anche un servizio navetta che garantirà il trasferimento dai due istituti universitari degli studenti che potranno così conoscere nell’arco della giornata i laboratori, le biblioteche e gli altri servizi creati per un’offerta formativa più adeguata alle esignze del mercato del lavoro e alla marcata vocazione ambientale del territorio. Nelle due strutture universitarie nuoresi gli studenti suddivisi ulteriormente in gruppi di circa 30 persone parteciperanno ad esercitazioni in laboratorio ed ascolteranno l’illustrazione delle varie attività didattiche e di ricerca che si svolgono ormai da anni. Conclusa la visita il gruppo da Sa Terra Mala sarà accompagnato a Carta Loi e viceversa, in modo tale che tutti gli studenti possano partecipare alle attività in programma. Nel pomeriggio di oggi è previsto un concerto musicale offerto dai gruppi "Istentales" e "Su Nugoresu".
Luca Urgu (Unioneonline)
 
7 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 9
La vita oltre la morte, trapianti e informazione
La vita oltre la morte: è la prodigiosa sorte di un organo trapiantato. I numeri indicano un costante aumento (in Italia nel 2006 sono stati eseguiti 3190 trapianti, contro i 1083 del 1992) e oggi, oltre gli organi (cuore, reni, fegato, polmoni, pancreas e intestino), il trapianto riguarda anche pelle, ossa, tendini, cartilagine, cornee, valvole cardiache e vasi sanguigni. Tutti possiamo essere donatori, ma lo siamo realmente solo dopo la morte, ovvero come indica la legge che regola la donazione degli organi nel momento in cui il nostro cervello, a causa di lesioni irreversibili, smette di funzionare: la morte encefalica. Lo ha ricordato Paolo Pettinao, coordinatore regionale delle attività di prelievo e trapianto, intervenendo al convegno organizzato sabato nella sede dell’Ordine dei giornalisti dall’azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari in collaborazione con il Centro regionale trapianti: «Il medico, nel formulare la diagnosi di morte encefalica, ha un compito clinico che a sua volta rappresenta un valore etico e un obbligo legale. La legge italiana, una delle prime al mondo, protegge il medico e il paziente.» Nella classifica per regioni la Sardegna è ai primi posti per numero di donatori. In base ai dati forniti dal Centro, nel 2006 i donatori sardi sono stati 31,9 per milione di abitanti, contro una media nazionale del 36,6 e solo 17 sardi su 100 negano il consenso a donare i propri organi. Rispetto al dato del 2005 la Sardegna risulta la regione che ha visto calare più di tutte l’opposizione alla donazione. Nei primi 3 mesi del 2007 nell’Isola sono stati effettuati 27 trapianti, lo scorso anno furono in tutto 100, e 97 nel 2005. I dati sono incoraggianti, tuttavia (come ha sottolineato la giornalista del Sole 24 ore Barbara Gobbi) è indispensabile mantenere alta l’attenzione sul tema: in Italia, nei primi tre mesi del 2007, si è registrato un calo del 10% del numero di donazioni. Anche per questo Enrica Villa (Centro nazionale trapianti) ha sottolineato l’importanza di informare correttamente in merito alla donazione, e ha annunciato il varo di una serie di iniziative istituzionali, in occasione della campagna nazionale di sensibilizzazione alla donazione e trapianto di organi e della settimana della donazione (che va avanti fino a domenica prossima), a sostegno della cultura della donazione di organi. Le attività vanno dalla distribuzione di materiale didattico per studenti e insegnanti delle scuole ai seminari rivolti agli studenti universitari, dal concorso per giovani registi dedicato ai cortometraggi alle attività formative per i medici di medicina generale, dal numero verde trapianti (800-333033) al sito www.trapianti.ministerosalute.it Ma il convegno di Cagliari ha messo a confronto medici e giornalisti anche con la scopo di migliorare le reciproche relazioni. Perché se è vero che l’offerta di informazione dedicata è vasta (nel 2005 i mensili di salute in Italia hanno superato il milione di copie vendute) la principale fonte informativa anche per i temi sanitari è costituita da radio, tv e quotidiani. La dichiarazione della volontà di donare gli organi è regolamentata dalla legge 91 del 1999 e dal decreto ministeriale dell’8 aprile 2000. L’articolo 4 della legge 91/99 introduce il principio del silenzio assenso, in base al quale ogni cittadino maggiorenne deve dichiarare la propria volontà sulla donazione dei propri organi e tessuti, dopo essere stato informato che la mancata dichiarazione di volontà è considerata quale assenso alla donazione. Tuttavia tale principio non è ancora in vigore: in questa fase transitoria, la manifestazione della volontà è regolamentata dall’articolo 23 della stessa legge che introduce il principio del consenso o dissenso esplicito. Tutti i cittadini hanno l’opportunità (non l’obbligo) di esprimere la propria volontà. Oggi se un cittadino non esprime la propria volontà la legge prevede la possibilità per i familiari di opporsi al prelievo. Per i minori sono sempre i genitori a decidere, ma se uno dei due è contrario, il prelievo non può essere effettuato.
Andrea Mameli  

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Cronaca
C’è il decreto: Murru manager all’azienda mista 
Il presidente della giunta ha firmato il decreto Un nome gradito a ospedalieri e universitari 
Già direttore generale di Nuoro e Oristano ora è preside di liceo 
di Alessandra Sallemi
 CAGLIARI. Venerdì il presidente della giunta Soru ha firmato il decreto che nomina Pietro Paolo Murru direttore generale dell’azienda mista Regione-Università. Sessantun’anni, negli ultimi 16 si è diviso tra sanità e scuola: ora è preside al liceo scientifico Alberti di Cagliari, dopo aver diretto l’Asl di Nuoro e quella di Oristano. Torna a fare sanità in una situazione nuova: l’azienda mista è tutta da costruire.
Tutti i nodi a lungo denunciati e che hanno avuto la loro parte nei ritardi accumulati (la Sardegna è l’ultima regione italiana a formare le aziende miste per la facoltà di Medicina, altrove sono in funzione da quasi vent’anni) adesso confluiranno in mano sua. La differenza rispetto al passato è soltanto una, ma sostanziale: proprio tutti a Cagliari, ora, vogliono l’azienda mista.
La volontà però, in questo caso, non avrà l’effetto magico di sciogliere i nodi per favorire il risultato perché certi problemi si potranno risolvere solo con l’accettazione da parte di alcuni di soluzioni davvero lontane dai personali desideri. Per dirla chiara: non si potranno fare tanti dipartimenti quante sono le aspettative degli universitari di andare a dirigerli, non si potrà moltiplicare il personale per riuscire a far stare tutti esattamente dove si vorrebbe lavorare, non si potrà trattenere letti in strutture diverse dal Policlinico e tutte le branche di un’azienda mista universitaria dovranno essere disciplinate negli orari, nei carichi di lavoro e di competenze, con chiarezza di attribuzione di compiti. La parità raggiunta sulla carta (il protocollo d’intesa da cui nasce l’azienda mista) tra la componente universitaria e quella ospedaliera riguarderà i carichi di lavoro, i turni, le guardie notturne, per le domeniche e i giorni festivi. Dovrà essere indicato con chiarezza quale potrà essere il contributo alla ricerca da parte degli ospedalieri e quale l’impegno nell’assistenza ai malati per gli universitari. Finisce un’era e il nuovo direttore generale ha il compito di promuovere il funzionamento della struttura.
 Un problema non di scarso peso è questo: gli universitari si troveranno a dipendere per una larga parte della propria attività dal direttore generale. Non sarà più come succedeva con le convenzioni, dove gli universitari mantenevano una sostanziale libertà organizzativa. Le tappe adesso risultano ravvicinate. Entro pochi mesi il direttore generale dovrà presentare il piano che indicherà con precisione quali saranno le dimensioni dell’azienda: quantità di personale, distribuzione di questo, suddivisione dei dipartimenti ecc. Una volta individuati i dipartimenti bisognerà decidere delle direzioni e delle vicedirezioni, forse uno degli scogli più impegnativi e non a caso il nome di Murru, tra le altre ragioni, è stato segnalato anche dall’Università per le sue riconosciute capacità diplomatiche. Il passato professionale di Murru potrebbe essere una garanzia anche per gli ospedalieri che finora sono stati nel dubbio se optare per l’azienda mista o restare a lavorare nell’Asl 8. Le scelta di Murru, in altre parole, probabilmente funzionerà da incentivo per chi non avrebbe avuto difficoltà ad andare a lavorare nel Policlinico ma temeva un possibile mancato bilanciamento di poteri tra una componente e l’altra.
 Un problema a scadenza immediata è l’edilizia: il Policlinico non ha ancora un padiglione che doveva già essere pronto e non ha neppure i finanziamenti per il blocco successivo. Ma di recente la Regione ha annunciato l’arrivo di cospicui finanziamenti extrabilancio da destinare anche a opere di edilizia sanitaria: se il manager sarà rapido ad attrezzarsi dei progetti, i soldi per finire il Policlinico sulla carta ci sono già. Ed è facile che questa campana possa essere suonata perché non è un mistero l’interesse della Regione per lo svuotamento dell’ospedale San Giovanni di Dio, da trasformare in una cittadella universitaria.
 Infine, la capacità diplomatiche del nuovo direttore generale potrebbero servire a intessere buoni rapporti coi vicini di casa, l’Asl 8 e l’azienda di alta specialità Brotzu.
 Un tema che potrebbe finire sul tavolo comune è la rete ospedaliera da allestire per i più piccini. Nascerà l’ospedale per il bambino tra Microcitemico e Oncologico con un ponte di rapporti già in costruzione verso il Brotzu e l’intenzione di avviare un organizzatissimo pronto soccorso pediatrico. Ma l’Università ha deliberato per conto suo affinché nasca un centro materno infantile a Monserrato col trasferimento qui della clinica Macciotta e dell’ostetricia e ginecologia universitarie. Le due entità sembrerebbero destinate a non incontrarsi sul piano delle relazioni professionali e questo viene ritenuto un errore strategico e organizzativo. C’è chi dice che Murru sia il manager giusto per promuovere il dialogo.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
LA RIFLESSIONE DI NICOLA TANDA 
«Patrimonio da riconquistare» 
THIESI. Quando prende la parola Nicola Tanda, professore emerito dell’Università di Sassari e presidente del concorso thiesino giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione, l’uditorio si concentra nell’ascolto. Da molto tempo e in molti luoghi, ormai, a partire dal certamente più famoso che pure presiede, quello di Ozieri voluto dal compianto Tonino Ledda, si assiste a questo evento.
 Come al premio Ozieri, voluto dal compianto Tonino Ledda e poi animato a meraviglia da Antonio Canalis, le riflessioni del Professore nelle giornate conclusive dei premi letterari in limba rappresentano non solo e non tanto un bilancio ma un vero e proprio programma di lavoro per aggiustamenti in corso d’opera.
 «La lettura di Clara Farina ha fatto capire che la poesia si legge lentamente», dice Nicola Tanda. Che poi si pone un problema: come la recitavano i nostri antenati? «I sardi di ieri la cantavano», risponde. «Più difficile è il racconto. Bisognerebbe che voi aveste la pazienza di prendere il registratore e di ascoltare qualche vecchio o qualche vecchia che racconta le fiabe di una volta. Se ascoltate queste fiabe capite come deve essere letto quel racconto. La lingua ha dei procedimenti suoi che riguardano proprio la lettura e noi dobbiamo fare in modo che quel racconto venga letto nella maniera in cui raccontavano loro».
 A questo punto il professore illustra il concetto con una similitudine accessibile a tutti: «La poesia non è una birra che si beve in una volta: è un liquore, unu filuferru che non si può buttare giù rapidamente ma va bevuto piano piano».
 Ancora: «Occorre fare in modo che le parole, fatte di suoni, producano le emozioni che portano dentro di sé. Se farete questo, la poesia verrà fuori meglio». Un altro esempio, stavolta illustre: «Ungaretti parla della guerra e riflette sul fatto che tutto è distruzione, intorno. Dov’è la distruzione vera? Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro. Ma è il mio cuore il paese più straziato».
 Nasce spontaneo un applauso e il professore conclude con la poesia di Antonino Mura Ena sulla parola poetica viva di cui si diceva sopra. E aggiunge: «Il grande patrimonio della lingua sarda è che tutti sapevano non solo capire la poesia fatta bene ma la sapevano fare. È una perdita che stiamo cercando piano piano di riguadagnare. Perciò diventa molto importante sapere bene una lingua. Siamo stati per anni nella situazione che non ne sapevamo bene neanche una: né la sarda, né l’italiana, né l’inglese che vi vogliono insegnare. La lingua madre è importantissima, è la lingua degli affetti, la più importante per formare la personalità. Dobbiamo recuperare la lingua non per parlare solo in lingua sarda ma perché attraverso il sardo noi ricuperiamo la nostra identità, la nostra personalità».
 La considerazione conclusiva Nicola Tanda la riserva alla lingua parlata: «Siamo vissuti sentendo ripetere un detto latino: verba volant, scripta manent (le parole volano, gli scritti restano). Non è vero, ricordatelo. Prima di tutto bisogna capire il suono delle parole, la funzione che il suono esercita per arrivare alla coscienza di sé: questa è la poesia, la forma di comunicazione più alta - conclude il Professore -. Insegna a conoscere noi stessi, quello che siamo, non quello che ci vuole far diventare la società dei consumi».
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Cronaca
Il personaggio. La ricercatrice ha ripercorso attraverso alcuni testimoni gli ultimi cinquant’anni di Montevecchio 
Dalla Barbagia in onda su Radio tre 
Daria Corrias, nuorese, racconta in 10 puntate la storia delle miniere 
di Antonio Bassu
 NUORO. Va in onda tutti i giorni, dal 30 aprile scorso, dal lunedì al venerdì, su Radio 3, le trasmissioni che raccontano gli ultimi 50 anni delle miniere di Montevecchio. Al microfono della nuorese Daria Corrias, sono le donne e gli uomini che per tanti anni hanno lavorato nel ventre della terra, soprattutto durante le grandi guerre.
 I servizi giornalistici, articolati in 10 puntate, vanno in onda, tutti i giorni (fino all’11 maggio), dalle 14,30 alle 15, su Radio Rai 3. Daria Corrias dice che il lavoro su “Miniere” è un affresco vocale, raccontato dalle donne. «Tra le eccezionali testimonianze quella di Ersilia, cernitrice, che oggi ha 98 anni, e che ha lavorato in miniera dal 1924. Raimonda, il cui marito è rimasto incastrato in miniera per 17 giorni, riferisce dello sciopero del 1961 come il più brutto della sua vita, quando la miseria penalizzava tutti, facendo fatica a trovare l’essenziale. È solo grazie alla lotta dei minatori e delle loro mogli - dice la Corrias - se si riuscì a ottenere condizioni di lavoro più umane. La miniera di Montevecchio, dalla quale si estraevano blenda, galena, piombo, zinco e argento (il filone era lungo 15 km, percorsi da 100 km di gallerie), chiuse i battenti il 18 maggio del 1991, dopo un mese di occupazione del “pozzo Amsicora”».
 Daria Corrias ha raccolto 22 testimonianze tra Guspini e Montevecchio, ripercorrendo a ritroso, con emozione e professionalità, un pezzo di storia eroica della Sardegna. Oggi il distretto minerario di Montevecchio fa parte del “Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna”, che nel 1997 l’Unesco ha dichiarato patrimonio culturale dell’umanità. Le miniere, da sempre, sono state, per questo tipo di lavoratori, fatica e durezza. Esprime in modo oltremodo efficace l’inferno dei vivi il poeta Giuseppe Ungaretti dopo un viaggio in Sardegna negli anni Cinquanta. Ma chi è Daria Corrias? È una nuorese che da 3 anni collabora con Radio Rai 3, dopo aver conseguito la laurea in filosofia, con orientamento antropologico, a Perugia. Oltre a dare consulenze redazionali si occupa di regia e montaggio, sceneggiature, realizzazione di cortometraggi e servizi fotografici etno-antropologici nell’area Himalayana dove ha ricoperto le mansioni di ricercatrice scientifica, pal. È stata redattrice web-radio del programma radio-internet e di “Golem”, su Rai Uno, di Gianluca Nicoletti. 

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