Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 March 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 4 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Provincia Medio Campidano - Pagina 49
Auguri all'uomo di scienza e di cultura
Una calorosa accoglienza nell'incantevole scenario di Casa Zapata, a Barumini, ha accolto l'archeologo Giovanni Lilliu nella seconda giornata dei festeggiamenti per il suo compleanno. Dall'alto dei suoi 93 anni, lo studioso che ha impresso una svolta determinante agli studi sul periodo nuragico, ha sorriso davanti alle centinaia di persone che gli sono volute essere vicine. L'accademico dei Lincei non ha mai dimenticato il paese che gli ha dato i natali e la possibilità di emergere grazie alla scoperta de Su Nuraxi. E Barumini gli ha sempre ricambiato l'affetto. Lui continua a stupire tutti con la voce affievolita dall'età, ma capace ancora di concentrare su di sé, l'attenzione di un intero popolo. «Voglio molto bene al mio paese e ringrazio tutti i baruminesi» sottolinea su Professori (così lo chiamano i suoi compaesani), che saluta tutti, stringe la mano, e parla volentieri in sardo, o, meglio, in campidanese. Per l'occasione, la giornata è stata dedicata a una riflessione a voce alta sull'uomo politico, uno dei padri della Sardegna autonomistica, tenuta dallo storico Francesco Cesare Casula, Gianmario Selis, Paolo Maninchedda e Salvatore Cubeddu, coordinati da Giorgio Murru promotore dell'iniziativa e attuale direttore scientifico di Casa Zapata. Ha dato forfait all'ultimo momento per questioni di salute, l'ospite più atteso: l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Giovanni Lilliu, una vita tra studi e insegnamento, è stato ricordato con parole di ammirazione e gratitudine, per le battaglie sull'identità e la cultura dell'Isola, ad iniziare proprio dal riconoscimento della lingua sarda. È stato, infatti, consigliere comunale e regionale della Democrazia Cristiana per due legislature, docente di Antichità sarde, e per 19 anni preside della Facoltà di Lettere a Cagliari. Un lavoro incessante, in cui si è distinto nonostante le forti contrapposizioni, per l'uso ufficiale del sardo nelle scuole e negli uffici. «Un grande intellettuale innamorato della sua terra, che ha ridato voce al popolo sardo» ha rimarcato il sindaco di Barumini Emanuele Lilliu. Da tutti gli oratori, è emerso il dovere morale di far conoscere ai giovani e alle nuove generazioni, l'insegnamento, la cultura, la competenza e l'umiltà di Giovanni Lilliu: «Abbiamo bisogno di punti di riferimento» afferma Salvatore Cubeddu, e, conclude Paolo Maninchedda, «leggendo i suoi libri, si capisce il grande valore di questo grande personaggio della Sardegna». Se Barumini, e la Sardegna, sono conosciuti nel mondo, il merito è soprattutto suo. Ora l'accademico dei Lincei è atteso dalla terza e ultima giornata del programma di manifestazioni, incontri e dibattiti, sulla figura di Giovanni Lilliu scrittore, saggista e giornalista, che si terrà venerdì 30 marzo. Anche stavolta, nella sala convegni della sezione storica del seicentesco palazzo baronale dei marchesi Zapata, che ha custodito tra le sue fondamenta Nurxi ?e Cresia risalente a 3500 anni fa: un'altra grande intuizione del grande archeologo. Vi prenderanno parte Giuseppe Marci docente dell'Università, Paolo Pillonca linguista, i giornalisti Stefano Del Re, Gianni Filippini e Franco Siddi, lo scrittore Alberto Contu e lo storico Manlio Brigaglia, coordinati per l'occasione da Maria Paola Masala. Soddisfatti per la grande partecipazione, gli organizzatori della tre giorni dedicata all' omaggio a Giovanni Lilliu: La Fondazione Barumini Sistema Cultura, il Comune di Barumini e la Provincia del Medio Campidano.
Carlo Fadda

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Cultura e Spettacoli
Filosofia, tra la terra e il mare 
Massimo Cacciari ha presentato a Cagliari il libro del giovane studioso Alessandro Aresu 
Uno ha sessantre anni, la barba folta e lo sguardo di chi è abituato a guardare oltre, cioè a speculare. L’altro di anni ne ha appena 23. E la sua cultura, supportata dalla sicurezza di un uomo maturo, finisce per stridere con un viso da post-adolescente, sebbene coperto dai baffi e da qualche pelo sulle guance. Il filosofo e il suo allievo. Massimo Cacciari, teorico della crisi della razionalità moderna (ma anche pragmatico sindaco di Venezia) e Alessandro Aresu, giovanissimo autore di un saggio intrigante quanto complesso che sabato sera proprio il primo cittadino della «città più bella del mondo» ha presentato in una sala del cinema Odissea, in una serata organizzata dall’agenzia letteraria Kalama e dell’associazione culturale Parola libera. Tutto davanti ad almeno duecento persone (compreso il sindaco di Cagliari Emilio Floris e il presidente della Regione Renato Soru), curiose e un pò ubriacate da tanta intelligenza. Titolo dell’opera, edita da Bompiani e già arrivata alla prima ristampa: «Filosofia della navigazione». Poco più di duecento pagine in cui Aresu che si è appena laureato alla facoltà di Filosofia del San Raffaele di Milano, fondata appunto da Cacciari, e ora studia per la specialistica utilizza la metafora nautica per raccontare il viaggio di alcuni grandi pensatori occidentali, da Platone a Hegel, alla ricerca della verità. Un viaggio per definizione senza meta precisa, «perchè - spiega lo stesso Aresu - se lì approdo fosse presente, allora la navigazione sarebbe inutile, sarebbe uno scherzo che non fa procedere il pensiero, e non un gioco fecondo». Poi l’eterna sfida tra terra (luogo di certezza) e mare (luogo invece rischioso e pieno di insidie), ma irrimediabilmente da affrontare. Una dialettica, quella tra terra e mare, adatta anche a leggere l’attuale crisi politica che assilla il pianeta. Certo, se il maestro si è scomodato per presentare il libro del suo allievo, significa che in questo giovane prodigio ci crede davvero. Cosa che infatti non ha nascosto nel corso della presentazione, annuendo spesso davanti alle spiegazioni di Aresu e premettendo che il suo saggio «è un’opera condotta con grande rigore filosofico e senza nessuna velleità letteraria». Sul palco anche Silvano Tagliagambe, docente di Epistemologia del progetto all’Università di Sassari. «In Sardegna - ha detto - ci sono molte intelligenze che però sono lontane dagli atenei e non riescono a fare emergere la loro forza propulsiva sulla società. Sarebbe un delitto se noi non facessimo di tutto per riportare Alessandro nella nostra università». E lui, il talento, che ne pensa? «Per ora sto a Milano e continuo a studiare». Poi, forse, da buon filosofo-navigatore si farà trasportare dalle onde della sapienza, ma anche «dell’isola dei miei affetti» come scrive nella dedica del libro.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Cronaca
Stasera la presentazione a Palazzo degli Scolopi 
La tessitura in Sardegna in un volume del Banco 
ORISTANO. Sarà presentato questo pomeriggio nella sala consiliare del Comune, a Palazzo degli Scolopi, il volume «Tessuti. Tradizione e innovazione della tessitura in Sardegna», nuova e importante iniziativa editoriale sostenuta dal Banco di Sardegna e dalla Fondazione Banco di Sardegna. L’appuntamento è per le ore 17. Dopo i saluti del sindaco Antonio Barberio e l’introduzione dei due presidenti del Banco e della Fondazione Banco di Sardegna, Antonio Sassu e Antonello Arru, parleranno della pubblicazione Felice Tiragallo e Alberto Caocci, antropologi dell’Università di Cagliari; Franca Rosa Contu, Coordinatore settore Musei dell’Isre; l’economista Marco Vannini dell’Università di Sassari e la tessitrice Wilda Scanu, della Cooperativa Su Trabasciu di Mogoro.
 «Anche in questo volume - si legge in una nota di presentazione dell’evento odierno - in un’ottica interdisciplinare che contraddistingue le precedenti pubblicazioni della collana “Etnografia e cultura materiale”, antropologi, linguisti, storici, economisti e artigiani, danno il loro personale contributo che consente un’approfondita lettura del variegato universo della tradizione tessile in Sardegna. Particolarmente ricco e inedito - prosegue la nota - il corredo iconografico che documenta collezioni pubbliche e private dell’Isola e non solo, unitamente a repertori di immagini d’epoca dei più prestigiosi archivi fotografici nazionali e internazionali: National Geographic, Cartier-Bresson, Alinari, Wagner, Morpurgo, Volta, De Biasi, Pfältzer. Dalle origini remote della tessitura all’oggi - conclude la nota -, il volume edito dalla Ilisso conferma la forte attenzione e recupero di questa ricca cultura con i suoi elementi carichi di proiezioni simboliche, riscopre la tessitura al di là del semplice complemento d’arredo e si sofferma sugli aspetti attuali prospettando nuovi e insospettati sviluppi economici».
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Cronaca
«La psichiatria? Solo per i malati cronici» 
Operatori a convegno sul piano appena varato dalla Regione 
La psicoterapia esce dal servizio pubblico chi la vuole se la paga 
di Alessandra Sallemi
CAGLIARI. Chi è un sofferente mentale? Può essere lo schizofrenico, vale a dire lo «psicotico cronico». Ma ci sono anche coloro che non riescono più ad avvicinarsi al cibo e invece altri che mangiano di continuo. Esplorando la disperazione umana s’incontrano sempre più spesso ragazzini che non vivono l’amore e le amicizie perché non sanno come controllare gli assalti di un mostro chiamato panico. O perché il loro organismo non riesce a frenare l’ansia. Anche se non si è «cronici», si rischia grosso: un anoressico su 4 si uccide.
 Sabato a Cagliari s’è tenuto il convegno promosso dalla Società italiana di psichiatria (la sezione sarda è presieduta dalla docente sassarese Liliana Lorettu) dove operatori universitari e ospedalieri, assieme a rappresentanti delle associazioni delle famiglie dei pazienti e anche a dirigenti del servizio sanitario hanno ragionato per mettere a fuoco alcuni aspetti del piano psichiatrico regionale (è parte del piano sanitario generale) appena licenziato dal consiglio regionale e indicare le criticità riscontrate da chi lavora nel settore. Sabato sono intervenuti tra gli altri il presidente della società italiana di psichiatria Mariano Bassi, la psichiatra Nereide Rudas, il neuroscienziato consigliere regionale di Progetto Sardegna Gianluigi Gessa, il docente universitario Bernardo Carpiniello, il consigliere regionale Pier Paolo Vargiu, il direttore del servizio diagnosi e cura dell’ospedale cagliaritano di Is Mirrionis, Gian Paolo Turri, il rappresentante dei giovani psichiatri Paolo Fanni.
 Tra i problemi che Gessa e Vargiu si sono impegnati a portare all’attenzione dell’assessore regionale alla sanità «affinché - ha spiegato la professoressa Lorettu - si adottino eventuali correttivi nel corso dei provvedimenti attuativi del piano», c’è il tema della scelta operata sui destinatari dei servizi psichiatrici. «Questi servizi - afferma Lorettu, ma l’ha confermato anche il professor Gessa - sono tarati in funzione pressocché esclusiva delle patologie psichiatriche più gravi a scapito delle altre patologie considerate erroneamente minori, ma che di fatto assorbono attualmente buona parte dei dipartimenti di salute mentale». Due terzi dei disturbi mentali presenti nella popolazione quali i disturbi dell’umore, l’attacco di panico, i disturbi d’ansia, l’anoressia ecc, è stato deciso che non non troveranno più risposte nel sistema psichiatrico pubblico. «L’orientamento dei servizi è unidirezionale nei confronti degli interventi socio-assistenziale - è scritto nella nota diramata a fine convegno - a scapito degli interventi farmacologici e psicoterapeutici». Vale a dire quelli necessari nelle patologie minori per gravità, ma le più diffuse al mondo e in Sardegna per numero, nonché le più invalidanti rispetto alla vita normale. «Secondo le linee guida internazionali - dice ancora la docente sassarese - per i disturbi provocati dall’attacco di panico, è indicata la terapia farmacologia cui far seguire la psicoterapia necessaria per rimuovere le disabilità acquisite. Secondo l’orientamento previsto dal piano psichiatrico io vedo il paziente con tale disturbo una volta e poi basta e quindi lo devo rimandare al medico di base. Anoressici e bulimici non potranno che tornare dal medico di base». La psicoterapia, detto in chiaro, chi la vuole se la dovrà pagare interamente di tasca. Così come la visita specialistica ogni volta che ce ne sarà bisogno.
 Liliana Lorettu spiega inoltre che il piano visto nel suo insieme sembra voler allontanare la psichiatria dalla medicina: «La legge 180 di cui siamo orgogliosi e che rappresenta un modello per il mondo intero ha consentito di far uscire i malati dal manicomio separato ed entrare negli ospedali generali. Ora invece - nota la docente - si rischia che il paziente psichiatrico torni a essere curato in luoghi diversi. Il servizio di diagnosi e cura (spdc) deve stare nell’ospedale generale e invece a Oristano è stato portato da un’altra parte». Poi c’è il tema delle risorse finanziarie: dalla lettura del piano gli operatori non hanno ricavato certezze sulla destinazione dei finanziamenti. Questione sostanziale: il piano della salute mentale «presentato come avanzato e innovativo», secondo gli operatori convenuti a Cagliari «ripropone invece un assetto organizzativo ed una modalità operativa già presente nei due precedenti piani regionali per l’assistenza psichiatrica, rimasti in gran parte inattuati proprio per la mancanza di risorse umane e strutturali». Insomma: se anche stavolta il piano non verrà adeguatamente finanziato resterà lettera morta, come è tragicamente successo in passato. Lorettu richiama l’attenzione infine su una questione che riguarda Cagliari: si sta per inaugurare il centro di salute mentale aperto tutto il giorno e tutti i giorni, con sei posti letto, ma uno dei problemi, rilevato sabato, è che si è scelto di farlo nel parco di Villa Clara, l’ex manicomio.
 «E’ senz’altro un luogo bellissimo, ma questo non risolve il problema grave dello stigma - spiega la professoressa Lorettu - che viene riconfermato. Doveva succedere una cosa diversa: che i pazienti avessero questo spazio altrove e che magari quei locali, bellissimi, venissero bene affittati, col ricavato riusato per i sofferenti mentali». Il parco di Villa Clara è un luogo davvero di grande fascino, ma secondo la docente lo stigma non viene cancellato da questo. Suggerisce: «Giri per la città, chieda ai passanti di Villa Clara e ascolti che cosa pensano chi sia il frequentatore-tipo di quel luogo, ai più sconosciuto». 
 

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