Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 April 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Lavoro oggi Pagina 35
OPPORTUNITÀ Da uno studio di Sardegna Ricerche nuove possibilità di lavoro
Anche il computer diventa una miniera d’oro
Il progetto consente di recuperare il metallo prezioso e di contribuire allo smaltimento dei rifiuti informatici
Anche quello che non luccica è oro. È proprio il caso di dirlo. Questo il clamoroso risultato di un progetto sperimentale firmato Sardegna Ricerche che ha messo a punto un metodo semplice, eco-compatibile ed efficiente per il recupero dei metalli nobili dai rifiuti elettrici ed elettronici. Dentro i computer di casa nostra (chi l’avrebbe mai detto?) non ci sono solo un’infinità di programmi e sistemi operativi, ma ben nascosti ci sono anche sedici grammi di metallo pregiato per tonnellata. Lo stesso dicasi per le sim card, quelle dei telefoni cellulari, e anche per le cartucce delle stampanti. Metodologia Il progetto, che è stato realizzato con l’apporto dei ricercatori dell’Università di Cagliari e del Promea e il coinvolgimento di un gruppo di imprese pilota appartenenti ai settori dell’elettronica e del recupero dei rifiuti, ha visto la messa a punto di una metodologia a basso impatto ambientale per il recupero dell’oro e di altri metalli nobili da rifiuti elettrici ed elettronici, basata sulla dissoluzione del metallo nobile con potenti e innovativi reagenti non tossici. Questo obiettivo risponde anche alla direttiva europea 2002/96/Ce sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), che impone l’adozione di tutte le forme di recupero e riciclaggio atte a ridurre le quantità di rifiuti da smaltire. Il metodo è stato brevettato e i risultati sono a disposizione delle imprese sarde che vogliano applicarla industrialmente. Opportunità Il progetto potrebbe essere l’ideale per quelle aziende o quei privati o quei consorzi che si vogliono dedicare al settore dello smaltimento dei rifiuti. In pratica funziona così: si prendono i rifiuti da smaltire, un computer datato ad esempio, e con il brevetto si ricava l’oro dal ferro vecchio e lo si rivende. «Attualmente si è ancora in una fase di progettazione del macchinario», ha precisato Sandra Ennas di Sardegna Ricerche, ma, è indubbio, che si potrebbero aprire nuove porte nel mondo del lavoro per moltissimi giovani sardi. Professionalità Sicuramente le figure professionali che potrebbero trovare spazio sono assolutamente diversificate. Si andrà dagli ingegneri, meccanici e strutturalisti ad esempio nel caso della progettazione dell’impianto, oppure elettrici ed elettronici nel caso dello studio e di un approccio competente rispetto all’oggetto da smaltire; poi potrebbero trovare impiego chimici, biologi, ma anche periti e macchinisti. A trovare spazio in questo settore in crescita e ancora tutto da scoprire saranno sicuramente anche lavoratori meno specializzati quali i braccianti, forza lavoro per il ritiro e trasporto dei rifiuti da smaltire. Insomma, ce ne sarà proprio per tutti, ora basta solo aspettare che si muovano le acque.
Eugenia Rinaldi
 
2 – L’Unione Sarda
Impresa Oggi Pagina 30
Bando promosso da Sardegna Ricerca
Progetti innovativi, incentivi per energia e Ict
Saranno 43 i milioni di euro che, in due anni, verranno destinati alla ricerca e sviluppo tecnologico delle Pmi in Sardegna. È la scommessa lanciata attraverso l’agenzia in house Sardegna Ricerca (ex Consorzio 21) con la presentazione dell’attuazione della Misura 3.13 del Por Sardegna 2000-2006. Una vera e propria scommessa di innovazione tecnologica che vedrà coinvolto il sistema delle piccole e medie imprese esistenti, quelle innovative e le nuove imprese che saranno create dai giovani laureati e dai processi di spin off delle Università. Finora, tuttavia, dei 43 milioni disponibili, solo per 8,5 sono stati pubblicati i bandi di incentivazione diretta delle imprese per due settori strategici per lo sviluppo dell’economia sarda. Distretto tecnologico ICTIl primo bando, scadenza il 5 giugno, con un budget di spesa di 6 milioni di contributi pubblici, aiuta con un contributo massimo di 250 mila euro i progetti di ricerca industriale (intensità di aiuto del 65% delle spese) e di sviluppo precompetitivo (intensità di aiuto: 40% delle spese) presentati dalle Pmi e dai centri di ricerca promossi dalle imprese per lo sviluppo del distretto tecnologico delle Tecnologie dell’informazione e della Comunicazione (Ict). L’obiettivo è quello di imprimere una spinta alle imprese del settore presenti e cresciute in questi anni nel cagliaritano verso la "convergenza" tra le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e quelle digitali e multimediali. Il disegno del distretto tecnologico Ict prevede l’attività di nove laboratori tecnologici su temi che vanno dall’open media center alla produzione di tv multipiattaforma, alla telemicroscopia industriale, al geoweb, al software open source, all’intelligenza d’ambiente e alle applicazioni Ict per la medicina. Energia rinnovabileIl secondo bando, di appena 2,5 milioni di aiuti, con gli stessi massimali e intensità di aiuti del distretto tecnologico, aiuta invece i progetti di ricerca industriale e precompetitiva del solare termodinamico e idrogeno da fonti di energia rinnovabili. Sono inseriti nel bando anche i progetti su fotovoltaico, biomasse e biocombustibili, edilizia sostenibile e i progetti di integrazione dei sistemi e di produzione e distribuzione di energia. Possono presentare progetti le imprese ed i centri di ricerca del settore manifatturiero, delle costruzioni e quelle della produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas e calore. Informazioni nel sito internet www.sardegnaricerche.it. Gabriele Calvisi
 
3 – L’Unione Sarda
Lettere & Opinioni Pagina 15
Le statistiche confermano l’amara esperienza del cittadino medio
Potere e ricchezza sono ereditari
Anche le poltrone della politica
Vorrei sottoporre a Daniela Pinna un veloce ragionamento e vorrei conoscere il suo parere. L’Italia è una Repubblica o una "polimonarchia"? Nel nostro Paese non solo deputati e senatori (eletti formalmente dal "popolo") ma persino assessori e consiglieri comunali stanno sulla poltrona e si tramandano il potere tra padre e figlio o parenti stretti. Quindi per discendenza, diretta o indiretta. Nessun parlamentare/politico si scandalizza. Considerando la Costituzione, pare che l’Italia sia una Repubblica fondata su una "polimonarchia", diffusa e ereditaria.
Marco Palmas - Monserrato
 
Gentile lettore, che il potere, la ricchezza e persino l’istruzione superiore in Italia siano privilegi ereditari è un fatto che il cittadino medio vive sulla propria pelle. Gli specialisti delle scienze sociali hanno impresso a questa consapevolezza i sigilli dell’ufficialità. «In Italia le opportunità di mobilità sociale sono distribuite in modo diseguale e dipendono in misura significativa dalla classe di origine» scriveva già nel 2000 Maurizio Pisati, ricercatore dell’Università di Trento, nel volume "La mobilità sociale in Italia" edito da Il Mulino. «Essere figlio di un medico (cioè avere un origine borghese) oppure di un tornitore (cioè provenire dalla classe operaia urbana) non è la stessa cosa: le probabilità di diventare libero professionista, imprenditore o dirigente - cioè di accedere alle posizioni di vertice della gerarchia sociale - nel primo caso sono relativamente alte (31,2 per cento), mentre nel secondo sono decisamente basse (5,1 per cento). È il paradosso crudele di una società che dà ai ragazzi un’illusione di uguaglianza. A scuola, tutti hanno il cellulare con la videocamera, le sneakers griffate, gli occhiali giusti. Ma presto la vita reale presenta il conto. Secondo il Censis, l’università rimane appannaggio delle classi più alte: su cento studenti, 18 sono figli della borghesia, contro 4 figli di "operai". Così i rampolli dei notai entrano nello studio di papà, quelli degli imprenditori ereditano le aziende e così via. Ciò che le statistiche non raccontano è l’ulteriore umiliazione degli outsider una volta che hanno conseguito a pieni voti lauree e dottorati. Perché, in mancanza di concorsi pubblici seri, restano in balia di un finto mercato del lavoro, dove la rete delle conoscenze pesa più delle competenze. Perciò si rassegnano a cercare occupazione al ribasso o emigrano nei paesi meritocratici. C’è una terza via, antichissima: aggregarsi a un gruppo che si spera vincente. Partiti e sindacati hanno rappresentato, per un certo periodo, un’alternativa alle barriere delle classe sociali tradizionali. Ma rapidamente si sono trasformati in nuovi centri di potere. Arricchendo (si fa per dire) il gioco perverso delle oligarchie d’Italia.
Daniela Pinna
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 22
Altre notizie – 24 ore
Università, borse per laureati
L’Università di Cagliari ha bandito 117 borse di studio, dell’importo totale di 1050 euro più Irap. Il contributo è riservato a laureati che abbiano iniziato o intendano iniziare un tirocinio in aziende private o enti pubblici. Info: via Ospedale 121, Cagliari, tel. 070/6758772-8749.

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Cultura e Spettacoli
Al via a Cagliari un seminario internazionale 
La città come un corpo tra danza, arte e filosofia 
di Andrea Massidda
 CAGLIARI. Studiosi e artisti insieme per un anno con l’obiettivo di indagare sull’immaginario del corpo e delle città, dalle Colonne d’Ercole sino alle coste del Libano. «Spettacoli, installazioni e incontri per giocare con i luoghi attraverso la libertà poetica e il rigore dell’indagine scientifica», spiegano un po’ ermeticamente i responsabili dell’associazione Carovana, che in collaborazione con l’antropologa culturale Gabriella Da Re e con l’arteologo Carlo A. Borghi, per tutta la giornata di oggi organizzano alla facoltà di Lettere di Cagliari il seminario dal titolo «Il corpo e la città del Mediterraneo», prima tappa in Sardegna di un programma itinerante e di rilevanza internazionale (comprende residenze e partnership anche con Istanbul e Beirut) che toccherà vari centri prima di culminare nuovamente in Sardegna, dal 7 al 14 ottobre prossimi. Proprio quando tra Cagliari e Selargius, nel corso di un festival, verranno divulgati i risultati di questo progetto di cooperazione, sostenuto dalla Commissione Europea con il programma Cultura 2000, dando visibilità alle diverse produzioni.
 Durante il seminario di oggi si aprirà un confronto tra riflessione teorica e produzione artistica sui temi del corpo, la città e il Mediterraneo, ambiti interrelati tra loro o indagati distintamente. «Affronteremo la città - spiegano ancora dall’associazione Carovana - come tema ricorrente nella letteratura e nell’immaginario degli artisti e degli intellettuali del Mediterraneo. Dal mito della torre di Babele alla città ideale della “Repubblica” di Platone, alle mappe che disegnano la città utopica di Leonardo Da Vinci o il famoso quadro “La Città Ideale” di Piero della Francesca, fino alla città reale, quella delle attività quotidiane, che cresce organicamente e si adatta a qualsiasi cambiamento umano. La città dei mercati - continuano i responsabili dell’associazione Carovana - quella delle piazze, del disordine e del traffico ma anche della vita che si scorge da una finestra al piano terra, in una sedia fuori della bottega di un barbiere, nel carretto di un venditore ambulante».
 Lunghissimo l’elenco dei relatori. Si parte alle 10 e dopo i saluti istituzionali di Luciano Marrocu, storico e assessore alla Cultura della Provincia di Cagliari, è prevista un’introduzione al seminario da parte di Gabriella Da Re. Di seguito un fiume di interventi di docenti universitari e artisti di tutti i tipi, tra i quali il fotografo libanese Fouad Elkoury e l’architetto turco Korhan Gumus, Antonio Taglierini (coreografo romano) e Silvano Tagliagambe, docente di Epistemologia alla facoltà di Architettura di Alghero. A conclusione dei lavori letture dell’attrice Rita Atzeri e la proiezione di due film: «Polveri di Giordania», di Tommaso D’Elia, e «Welcome to Beyrout», concepito e diretto da Fouad Elkoury.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 12 - Olbia
AGGIUS 
La consulta del gallurese diventerà un centro di ricerca 
TEMPIO. La Consulta intercomunale del Gallurese diviene “Istituto di studi e di ricerca sulla lingua e sulla Cultura Gallurese” e allarga l’orizzonte e le possibilità della sua azione. Il processo di trasformazione, avviato alla fine del 2006 nel corso di una riunione tenutasi all’Icimar di San Teodoro, si è concluso sabato pomeriggio, nella saletta convegni del museo etnografico di Aggius, con l’approvazione del nuovo statuto. Succede dopo dieci anni di attività della Consulta, nata come associazione di cultori di cose galluresi e istituzionalizzata e adottata poi dal comune di Arzachena. Sabato, al Meoc di Aggius, erano convenuti la maggior parte dei rappresentanti dei Comuni facentine parte. Tutti in ogni caso avevano avuto modo di discutere la nuova conformazione della Consulta inviando le proposte al comitato di coordinamento, presieduto da Tomaso Panu. Il quale aveva nel frattempo provveduto a recepirle arrivando a dare forma al nuovo statuto, presentato appunto all’assemblea dell’altra sera. La sua approvazione è avvenuta dopo la lettura da parte di Nino Mannoni e qualche rilievo da parte dei presenti. Il nuovo statuto rafforza lo scopo fondante di promuovere la lingua e la cultura galluresi in linea con l’azione che - a livello, regionale, nazionale ed europea - mira a valorizzare le minoranze linguistiche minacciate da estinzione. Rivaluta inoltre e assicura continuità alla ricca azione svolta sotto la presidenza di Agostino Azara sia sul piano dei diritti per la delimitazione dell’area del gallurese e per il riconoscimento del gallurese come lingua sarda sia sul piano della promozione culturale.
 Trasformando la Consulta in “Istituto di studi e di ricerca sulla lingua e la cultura Gallurese” e ampliandone l’orizzonte e l’azione, il nuovo statuto tende innanzitutto ad allargare la partecipazione, estendendola dal numero dei soci fondatori e dei rappresentanti dei 24 Comuni che ne fanno parte agli istituti d’istruzione, alle associazioni culturali, alle Università e alla nuova provincia Olbia-Tempio. Nel suo nuovo corso la Consulta punta ad allargare il raggio dei propri interventi superando una visione puramente linguistica e letteraria della cultura gallurese per abbracciarne gli aspetti scientifici, economici e sociali. Volontariato e gratuità ma anche una rigorosa apartiticià restano requisiti e caratteristiche indispensabili della partecipazione e dell’attività dei soci.
 L’istituto sarà una Onlus, e ciò per garantire una maggiore efficienza amministrativa che l’istituto dovrà pur avere. La sede legale resta Arzachena ma lo statuto accentua la possibilità, al di là di una stabile per la custodia del corredo librario o altro materiale, di una sede itinerante in ogni comune della Gallura, al fine anche di valorizzare tutte le realtà locali.
 
 

Questionnaire and social

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