Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 March 2007
Rassegna stampa a cura dell’Ufficio Stampa e Web
Inseriti 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna
 
1 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 56
Allegri ragazzi, c’è un anno di storie
C’è un libro, utile e bello, scritto da una psicoterapeuta inglese, che lo predica fin dal titolo: Raccontare storie aiuta i bambini. Per svariate pagine la studiosa spiega che la lettura di fiabe e favole aiuta in tanti sensi: a crescere, a superare le paure, ad affrontare le difficoltà, ad imparare tante parole nuove, a capire il mondo. Il libro, insomma, per i più piccoli è come il latte: un nutrimento di cui non si può fare a meno. Da qualche tempo a dire questa cosa sono in tanti e chissà che, a forza di ripeterla, non entri in testa a quella percentuale altissima di persone (l’ottanta per cento) che perlopiù ignora i libri. Ai genitori, in particolare, che hanno la responsabilità di allevare teste pensanti e indipendenti. Da sei anni, con un getto continuo di iniziative, li incalza il progetto nazionale "Nati per leggere" ideato da pediatri e bibliotecari. L’idea è persuadere i papà e le mamme che leggere a voce alta per i propri figli fa bene agli uni e agli altri, e rinforza il loro legame. Da questo punto di vista la Sardegna è tra le regioni più attive, anche grazie all’impegno del Centro regionale di documentazione biblioteche per ragazzi della Provincia di Cagliari che da due anni pubblica, nella forma di un calendario, una guida bibliografica per genitori, educatori, insegnanti, utile a orientarsi nella vasta scelta che offre la letteratura per ragazzi. Un anno di storie per bambini-2007 è un calendario che per ogni mese dell’anno propone un percorso di lettura per bambini da zero a sei anni e qualche indicazione per approfondire temi di psicologia infantile, rivolta agli adulti. Realizzato da un nutrito gruppo di lavoro coordinato dalla direttrice del Centro Esther Grandesso, Francesca Succu e Marisa Delrio, e di cui fanno parte numerosi bibliotecari sardi, l’esperta di letteratura per ragazzi Vittoria Negro e la libreria Tuttestorie di Cagliari, il catalogo è stato presentato ieri pomeriggio nell’Auditorium della Regione in un incontro moderato da Teresa Porcella, docente di Letteratura per l’infanzia all’università di Firenze. Dodici mesi di albi illustrati, cartonati, libri di stoffa, classici e novità che accompagnano i bambini in ogni momento della giornata. Per ogni mese gli autori hanno scelto un tema che riguarda da vicino il mondo dei bambini: numeri, opposti, forme e colori; la natura e gli animali; storie e filastrocche; versi per la nanna; la famiglia; l’amicizia; il corpo; il gioco; il cibo e i capricci; le emozioni e i sentimenti; le prime esperienze. Suggerimenti di lettura che valorizzano le piccole realtà editoriali italiane e sarde e, nello stesso tempo, che parlano delle difficoltà e dei disagi dei bambini. Una storia, sia per le immagini sia per il linguaggio metaforico, è tra gli strumenti più utili ai giovanissimi per capire e orientarsi nel mondo. E poi c’è il legame speciale che libro dopo libro si stabilisce tra chi legge e chi ascolta, una relazione di empatia e complicità che aiuta i bambini a sentirsi forti e sicuri. Secondo Franco Dessì, responsabile regionale dell’Associazione culturale pediatri, tra gli esperti che sono intervenuti alla presentazione del calendario, i benefici di una precoce educazione alla familiarità con il libro vanno ben oltre la singola persona. E, secondo alcuni dati, esiste un rapporto tra la crescita economica di una nazione e l’assiduità alla lettura. Certo è che le buone abitudini si acquisiscono da piccoli e giovano in vario modo per tutta la vita. Nel calendario, illustrato dalla disegnatrice sarda Eva Rasano (il progetto grafico è di Ignazio Fulghesu e Ursula Littarru), ad ogni mese sono abbinate anche due filastrocche: una in lingua sarda ? che si richiama alla tradizione - e l’altra scritta dagli autori per l’infanzia Bruno Tognolini e Chiara Carminati. Versi, pro e contro il mese, che cadenzano i mesi, così come i mesi, a loro volta, scandiscono il freddo e il caldo, la luce e il buio, il passo dell’anno, e per gli uomini le cose che si fanno.
Franca Rita Porcu
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 7
Oggi la verità sull’uomo senza nome
Il test del Dna dirà se è il bimbo scomparso a Torpè nel ’74
Oggi è il giorno della verità. L’uomo senza nome che vive a Cagliari tra via Nuoro e via Satta saprà se è davvero Antonello Tuvoni, il bambino di Torpè rapito nel 1974. A stabilirlo sarà l’esame del Dna, commissionato dal nostro giornale, L’Unione Sarda, all’Istituto di Medicina legale dell’Università di Cagliari. Il professor Ernesto d’Aloja, titolare della cattedra, e il suo collega, Roberto Demontis, insieme al laboratorio di tossicologia della Cittadella universitaria di Monserrato, concluderanno questa mattina le contro-analisi e nel pomeriggio comunicheranno l’esito al nostro giornale e ai diretti interessati che si sono sottoposti all’esame genetico, vale a dire Maria Rosa Lai, la sorella di Stefania, madre di Antonello Tuvoni, e uno zio del ramo dei Tuvoni che preferisce per il momento restare anonimo. L’esameI prelievi necessari al test sono stati effettuati direttamente dal professor d’Aloja a Torpè il 12 febbraio scorso. Solo successivamente anche il padre del bambino scomparso, Mario Tuvoni, ha acconsentito a sottoporsi al test, come ha dichiarato all’inviato del Tg tre regionale Antonio Rojch («non riesco più a vivere con questo dubbio e questo tormento», ha detto). Ma ormai gli accertamenti erano già partiti e non si poteva sospendere il procedimento. Se il risultato odierno dovesse accertare che l’uomo senza nome di Cagliari è imparentato per via materna con la famiglia Lai e per via paterna con i Tuvoni, si procederà a un ulteriore esame di paternità. Nei prossimi giorni, infatti, Mario Tuvoni si sottoporrà a Sassari ai prelievi organici. Se l’esito oggi dovesse escludere ogni legame di parentela, in questo caso l’ulteriore test sarebbe inutile. La vicendaLa storia del bambino scomparso e del barbone si è incrociata nel 1988. Un ragazzo di età indefinita che viveva con gli zingari fu arrestato a Cagliari per una serie di furti negli appartamenti e ai poliziotti raccontò di essere stato rapito dai rom che gli avevano imposto il nome di Zoran. Fu liberato e assegnato ai padri Somaschi di Elmas. Da Torpè arrivò Mario Tuvoni, convinto che potesse trattarsi del suo figlio scomparso misteriosamente all’età di tre anni e otto mesi e mai più ritrovato. Senza nessun accertamento genetico, senza nessun riconoscimento ufficiale, lo accolse a casa sua a Torpè dove tutti comunque continuarono a chiamarlo Zoran e dove all’anagrafe Antonello Tuvoni risulta ufficialmente irreperibile dal 28 agosto del 1974, data della sua sparizione. Ci fu una grande festa in Baronia, i familiari furono davvero convinti di riaver ritrovato il piccolo scomparso, che purtroppo non potè riabbracciare la madre Stefania, scomparsa per una leucemia pochi mesi prima. Poi la fuga di un ragazzo che non seppe adattarsi alla vita in famiglia e in un piccolo paese. Zoran, o Antonello Tuvoni come compare nel casellario giudiziario in occasione dei suoi arresti per piccoli furti, da allora ha ripreso la sua vita per le strade di Cagliari, dove è stato praticamente adottato dall’intero quartiere di piazza Repubblica. La veritàDal 24 gennaio scorso il caso è stato riproposto prima dal nostro giornale, poi anche dalla trasmissione di Rai tre Chi l’ha visto?, che ha sguinzagliato sulla vicenda l’inviata Ilaria Mura. La storia sta appassionando tutta l’Italia. C’è un uomo ufficialmente senza nome che vive davanti agli occhi di tutti e che non ha diritto né a una casa, né a un lavoro, né a un minimo di assistenza perché di fatto non esiste. É davvero quel bambino scomparso a Torpè 32 anni e mezzo fa? La risposta oggi, dal suo codice genetico.
Paolo Carta

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Sassari
Il progetto ambientale del Monte Acuto 
Incontro con i presidenti delle province di Sassari e Olbia 
BUDDUSÒ. Sabato mattina, con inizio alle 10, al centro culturale si terrà il convegno sul tema “Progetto ambientale del Monte Acuto”. L’incontro, promosso dalla sesta comunità montana sarà aperto dal sindaco Giovanni Satta, dal presidente dell’ente organizzatore, Maria Antonietta Mazzone, dal presidente della Provincia di Olbia - Tempio Pietrina Murrighile e dalla sua omologa di Sassari Alessandra Giudici. Dopo l’introduzione, la relazione sulla proposta di progetto ambientale sarà tenuta dal professor Giovanni Maciocco, preside della facoltà di Architettura dell’università di Sassari.
 Una scelta non casuale dal monento che il professor Macciocco è stato negli scorsi anni colui che ha predisposto sia l’aggiornamento del piano di sviluppo socio economico della comunità montana che il piano territoriale di coordinamento della vecchia provincia di Sassari. Partendo quindi dai dati acquisiti nei predetti strumenti programmatici, condivisi dagli amministratori del territorio che li hanno approvati, dalla verifica della situazione attuale e dei processi di sviluppo che interessano il territorio del Monte Acuto, oggi diviso tra le Province di Sassari e Olbia - Tempio, verrà proposta una ipotesi quale base di discussione di un nuovo progetto di sviluppo del Monte Acuto. Le emergenze ambientali del territorio sono numerosissime e di qualità di eccellenza e comprendono sistemi montuosi, lacustri, fluviali caratterizzati peraltro da una elevata presenza di compendi forestali su aree demaniali che interessano gran parte dei comuni ricadenti nel petimetro dell’ente comunitario. Uno degli argomenti principali che verrà trattato sarà quello relativo alla valorizzazione dei cantieri forestali che, terminata la fase di ripristino ambientale di aree degradate, devono diventare per le aree interne un volano per uno sviluppo economico poggiato soprattutto sulla valorizzazione ed incremento della risorsa forestale, sulla tutela della biodiversità, sul miglioramento delle economie locali e del turismo ambientale. Il ruolo che le aree forestali dovrebbero avere nell’economia di un territorio montano e gli incentivi, anche economici che la Regione intende porre in campo in questa importante partita per le aree interne, sarà illustrato dall’assessore regionale all’Ambiente, Cicito Morittu. I lavori saranno coordinati da Maria Antonietta Mazzone che illustrerà quale ruolo dovrà avere in questo contesto la nuova comunità montana, in fase di costituzione tra i comuni di Alà dei Sardi, Berchidda, Nughedu San Nicolò, Oschiri e Pattada. (m.f.)
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Cagliari
VILLACIDRO 
Segni dell’uomo sul Monte Linas, il Comune assieme all’Università 
VILLACIDRO. La Giunta comunale, insieme alla Provincia del Medio Campidano e al comune di Gonnosfanadiga, ha approvato e aderito al programma dell’Università e di Italia Nostra per la valorizzazione del Monte Linas. Il progetto - dal titolo “Rilevamenti dei segni dell’uomo nelle Terre Alte” - è destinato a migliorare la produzione culturale del territorio attraverso l’informatizzazione delle schede relative alle rilevazioni sul campo, con la pubblicazione dei quaderni di studio relativi al sistema storico e caratteristico delle carbonaie. Un programma simile era stato già finanziato in passato dalla Regione ma nel 2003 il Club alpino italiano, allora partner, rinunciò al progetto. Con la nascita del Centro di catalogazione regionale, il programma dei “Rilevamenti nelle Terre Alte” ha trovato un referente importante nei due comuni e nella Provincia. (ivf)
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
All’università e alle Commerciali 
Mafia e attualità, due incontri con gli studenti 
SASSARI. Due incontri sulla mafia con gli studenti. In evidenza, giornalisti impegnati con analisi e resoconti dal fronte della criminalità organizzata. Il primo dei due dibattiti si terrà questo pomeriggio alle 17.30 nell’aula magna della facoltà di Scienze politiche, al Quadrilatero di viale Mancini. Il titolo del convegno è «Politica, cittadino e cultura della legalità». Interverranno l’editorialista Francesco La Licata, Ciriaco Davoli (insegnante e consigliere regionale) e la giornalista Liliana Madeo, anche lei della Stampa come La Licata. Coordinerà la sociologa Antonietta Mazzette. L’incontro è promosso dalla libreria sassarese Koinè e dall’associazione Scienze politiche. Il secondo appuntamento è per domani mattina, dalle 10 alle 11, con gli stessi giornalisti, all’istituto Professionale di via De Carolis. È una conferenza, promossa dalla Provincia, che vedrà coinvolte le classi quinte dell’istituto. Tema centrale: «La figura di Giovanni Falcone», la sua lotta contro la mafia, le sue articolazioni e la criminalità organizzata». Sarà presentata la biografia del magistrato, ucciso con la moglie da Cosa nostra nella strage di Capaci. Con osservazioni e analisi delle dinamiche che muovono il mondo della mala nelle diverse culture. Obiettivo: educare alla legalità attraverso una radiografia della complessità del mondo criminale. La scuola, con quest’iniziativa, intende «informare e formare i propri studenti alla piena consapevolezza dei valori civili e sociali». «Partendo dalla considerazione - è scritto in una nota diffusa alla stampa - che i giovani debbano essere educati a cominciare dal quotidiano».
 Francesco La Licata ha cominciato a lavorare nel 1970 per il quotidiano «L’Ora», di Palermo, occupandosi poi delle più importanti vicende criminali siciliane: la scomparsa di Mauro De Mauro, l’assassinio del procuratore Pietro Scaglione, la guerra di mafia e i processi che ne scaturirono. All’inizio degli anni Ottanta è chiamato al «Giornale di Sicilia». Dal 1989 è alla «Stampa».
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Sardegna
Malata di Sla va alla laurea della figlia 
Cagliari: forte commozione nell’aula di Giurisprudenza 
Da 10 anni la donna è inchiodata a letto da una sclerosi multipla 
di Valentina Lo Bianco
CAGLIARI.«Zia Anna, ti piacerebbe andare a seguire la laurea di Maria Antonietta?». E’ cominciata con questa domanda di Rita Matacena, una delle sue infermiere, l’indimenticabile emozione di Anna Meloni, immobile a letto da dieci anni per una sclerosi multipla bilaterale amiotrofica.
Mentre la figlia, Maria Antonietta Pisu, si divideva tra gli impegni familiari e la preparazione della tesi di laurea in giurisprudenza, l’infermiera amica di famiglia che segue ormai da quasi sei anni Zia Anna (come affettuosamente la chiama lei) ha fatto la grande, inimmaginabile domanda. Ha chiesto, forse, quello che la figlia non osava neppure sperare. Avere la mamma accanto in un momento tanto importante: la laurea. Anna Meloni non può parlare, ma con gli occhi comunica molto chiaramente. E le persone che le stanno vicino hanno imparato a capire esattamente il significato di quei piccoli movimenti con le palpebre. Quando Rita Macena le ha fatto la domanda, le ha detto: «Se vuoi andare, guarda il respiratore». La risposta è stata immediata. Lo sguardo che fissava il respiratore, segno ormai convenzionale in famiglia per dire sì. Un sì emozionato ma probabilmente anche preoccupato per le difficoltà pratiche a cui la famiglia sarebbe dovuta andare in contro.
 «Devo essere sincera, dopo averle fatto la proposta - spiega Rita Matacena - ho avuto paura di essere stata troppo precipitosa. Non ne avevo parlato prima né a Maria Antonietta né al marito Salvatore. Invece hanno reagito con entusiasmo».
 Dopo che la famiglia ha accettato la macchina della solidarietà si è mossa senza tentennare. Il gruppo di infermieri del 118, l’Associazione Sos di Quartu, lo staff ospedaliero, Piero Golino-direttore del servizio 118, e, naturalmente, la facoltà di Giurisprudenza, hanno permesso che ieri nell’aula Sulis ci fossero proprio tutti alla laurea di Maria Antonietta. Ed è loro che ha ringraziato quando, ancora visibilmente emozionata, ha detto: «Sono stati tutti disponibilissimi». Isabella Castangia, la docente di Diritto internazionale e relatrice della tesi, dopo la richiesta della ragazza ha convocato una riunione dove, con i colleghi, si è deciso di organizzare una sessione a parte per rendere più agevole la partecipazione della signora Anna. La prima ad entrare nell’Aula Sulis di viale Frà Ignazio, è stata proprio lei. Subito dopo la stanza era gremita di gente. Tutti lì a sostenere madre e figlia. Anche i docenti, di solito piuttosto formali in un incontro solenne come una laurea, si sono ritrovati in grande sintonia con una giornata così speciale. Si è visto quando, rompendo una regola, al momento di discutere sul voto, con naturalezza hanno lasciato che tutti rimanessero nell’aula e si sono riuniti fuori. Poi sono rientrati, a Maria Antonietta Pisu è stata conferita la laurea in Giurisprudenza, sotto lo sguardo infinitamente partecipe di mamma Anna, nell’emozione generale.

Questionnaire and social

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