Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 February 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 7 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 

1 - L’Unione Sarda
Pagina 16 – Sardi
TOP SECRET SU MASTER AND BACK

«Pitticcu su paccu» Il mitico programma Master and back andrebbe propriamente chiamato Master and pacc. Sono in attesa del contributo a me destinato dal novembre 2006. Inoltre l’affiliazione con il Banco di Sardegna non nasconde le sue pecche. Ogni vincitore deve aprire un conto corrente dedicato nell’agenzia del banco più vicina a lui. Io ho aperto il mio il 31 novembre, una volta avuta la notifica della vincita del voucher da qualche settimana. Ebbene, in due mesi, zero soldi ma ben trenta euro di spese. Ho poi scoperto che il voucher non coprirà il terzo anno del mio dottorato. Come dire, Master and back serve anche a dare una immagine di una Regione reificata che diventa babbo-mamma e si cura dei figli e li fa crescere... pitticcu su paccu!
Matteo Ionta
2 - L’Unione Sarda
Pagina 16 – Sardi
Create dal circolo sardo
Australia-Sardegna Due borse di studio


Promuovere la cultura sarda e italiana in Australia. Questo l’obiettivo della Sardinian cultural association vic. di Melbourne (Australia), realizzato attraverso l’istituzione di due borse di studio. Grazie alla storica collaborazione (nata nel 2001) tra i sardi e la Monash University di Prato (Toscana), è stato istutuito il premio "Travelling scholarship Monash Prato-Sardegna". Nel 2006 vinto da Maria Zeiss che si è aggiudicata il premio per progetto di ricerca Cross cultures, tra Sicilia e Sardegna. In aprile, l’artista verrà in Italia per visitare la zona nord di Cagliari, Milis e Seneghe e studiare l’architettura e i sistemi di impianto di vigneti e oliveti. Quest’anno, l’associazione sarda presieduta da Paolo Lostia, con sede all’interno del Centro Assisi, casa di riposo per anziani italiani, raggiungerà un nuovo traguardo: insieme all’Italian Australian Istitute e La Trobe University consegnerà una borsa di studio destinata a ricercatori che intendano approfondire particolari aspetti storici della presenza italiana in Australia. L’accordo è stato realizzato da un gruppo di lavoro composto da Angelo Ledda, Iole e Vincenzo Marino, Piero Genovesi e Pietro Schirru. «Siamo soddisfatti di queste collaborazioni - conferma Lostia - che daranno come frutto la promozione della nostra Isola e della nostra cultura non solo "per i sardi" in questo continente, ma per tutta la comunità italo-australiana».
 
3 - L’Unione Sarda
Pagina 25 – Provincia Sulcis
Carbonia. Nella vecchia miniera di Serbariu prevista la nascita di centri di ricerca avanzata su energia e ambiente
L’Università: ok al Polo tecnologico
Firmata la convenzione con il Comune e la Sotacarbo
Nasce nella vecchia miniera di Serbariu il Polo tecnologico del Sulcis. Lo prevede la convenzione stipulata tra Università di Cagliari, Sotacarbo e Comune di Carbonia che dà vita a un centro di ricerca avanzata nel campo dell’energia e dell’ambiente.

Dieci pagine, quindici articoli, tre firme autorevoli: il rettore dell’Università di Cagliari Pasquale Mistretta, il presidente della Sotacarbo Mario Porcu, il sindaco di Carbonia Tore Cherchi. È l’atto ufficiale: nasce il Polo tecnologico del Sulcis-Iglesiente. Sarà la casa del futuro, la sede della ricerca avanzata su due fronti strategici: l’energia e l’ambiente. L’ubicazioneIl Polo ha già una sede, la "Grande miniera di Serbariu". A marzo il Comune consegnerà alla Sotacarbo, società per metà dell’Enea per metà della Regione, un edificio di 2.500 metri quadrati. Ospitava il magazzino della miniera di carbone, accoglierà studiosi e tecnici con i laboratori, gli uffici, un piccolo impianto sperimentale nel quale i ricercatori si cimenteranno in un’impresa impegnativa: trasformare il carbone in idrogeno, ossia un combustibile inquinante per antonomasia in uno perfettamente pulito. Altri locali saranno messi a disposizione a breve in quanto il Comune, che, come ha spiegato il sindaco Cherchi «non entra nel sodalizio tra Università e Sotacarbo soltanto per obbligo di firma ma perché intende avere un ruolo attivo», investirà ulteriori risorse per le infrastrutture necessarie. L’UniversitàIl sodalizio tra i Dipartimenti di Ingegneria meccanica, Geoingegneria e Tecnologie ambientali e Ingegneria chimica dell’Università di Cagliari e la Sotacarbo è, peraltro un’esperienza già consolidata. Da tempo è infatti operante un accordo che prevede l’utilizzo di reciproche risorse e competenze per attività di ricerca, consulenza scientifica e di formazione. Peraltro Università e Sotacarbo hanno già in essere una cooperazione nell’ambito di progetti di ricerca di interesse nazionale sulle tecnologie avanzate di produzione di idrogeno dal carbone, sulla formazione di ricercatore e tecnici. La nuova convenzione, se da un lato diventa quello che il rettore Mistretta ha definito «un punto di arrivo perché consolida la presenza dell’Università nel territorio», dall’altro rappresenta l’avvio di un’esperienza i grado di dischiudere prospettive che, per usare sempre le parole di Mistretta «renderanno il Sulcis competitivo a livello nazionale e internazionale nel settore della ricerca». I filoniNei piani del Polo tecnologico non c’è solo l’idrogeno. «Abbiamo progetti in campo per circa 90 milioni di euro», ha annunciato il presidente della Sotacarbo Mario Porcu. Uno di questi riguarda il confinamento dell’anidride carbonica nei giacimenti di carbone profondi. Ma c’è anche in programma la sperimentazione di sistemi di combustione "pulita" del carbone «e con rendimenti superiori del trenta per cento rispetto agli attuali», spiega Porcu. La convenzione firmata ieri individua anche altri filoni: la preparazione di nuove miscele combustibili, la sperimentazione di caldaie a rifiuti con la co-combustione di carbone, la verifica della fattibilità tecnica ed economica dello stoccaggio in sotterraneo delle ceneri e di altri materiali inerti. Le risorseInsomma sarà un Polo tecnologico d’eccellenza nel settore dell’energia e dell’ambiente, ma anche una palestra per la formazione di ricercatori e tecnici visto che l’Università punta molto proprio sull’attività didattico-scientifica da portare avanti insieme alla ricerca. I cervelli, però, non bastano Occorrono anche i finanziamenti. Ebbene il Polo tecnologico parte con una dotazione di circa tre milioni di euro, «ma bisognerà trovare nuove risorse», ha spiegato Mario Porcu. In parte arriveranno dalle casse della Regione attraverso "Sardegna ricerca" ma ci sono anche i partner privati, grandi aziende come l’Ansaldo che sosterranno la ricerca per sfruttarne commercialmente le applicazioni. Per dare gambe al Polo tecnologico, la convenzione prevede anche l’istituzione di un "Comitato di coordinamento delle attività di ricerca e formazione". Ne faranno parte due rappresentanti dell’Università e due della Sotacarbo.
Sandro Mantega

4 - L’Unione Sarda
Pagina 21 – Provincia Nuoro
Supramonte. In assenza di una legge, prima ordinanza in Sardegna per tutelare le piante spontanee
Oliena difende le sue orchidee
Vietata la raccolta di 28 specie vegetali a rischio
Mentre si aspetta una legge regionale e nazionale, si tenta di stroncare il traffico di piante, fiori ed essenze autoctone alimentato anche su internet. Accolta dal Comune la proposta del Centro di conservazione delle biodiversità dell’Università di Cagliari.


Se un tempo erano soprattutto le spiagge paradisiache ad attirare i turisti in Sardegna, ora sono i fiori e le piante a rischio estinzione a muovere un flusso ancora sottostimato di turisti d’altura a caccia di specie rare, compromettendo la sopravvivenza di un inestimabile patrimonio ambientale. Tra le mete preferite dai pseudo naturalisti, il Supramonte, che alimenta, all’insaputa delle popolazioni locali, un traffico clandestino di souvenir preziosi, sponsorizzati anche attraverso i siti internet, tanto nessuno - a parte l’Unione europea - ne impedisce la razzia. L’ordinanzaOliena, con una delibera approvata in Consiglio, ha deciso di dire basta al taglio indiscriminato di Ribes sardoum, Aquilegia nugorensis, Erimus alpinustanto per citare alcune specie, diventando il primo Comune sardo e uno dei pochi in Italia, a dotarsi di un Piano per la tutela, conservazione e valorizzazione della flora autoctona sopperendo a una grave carenza normativa. In materia, infatti, non esiste ancora né una legge nazionale né regionale a oltre trent’anni dalla prima proposta della Società botanica italiana. «Fin dall’inizio del nostro mandato ci siano posti l’obiettivo di tutelare l’ambiente - ha detto il sindaco Francesco Capelli introducendo il dibattito in Consiglio - convinti che queste azioni siano anche un investimento economico». In quest’ottica gli amministratori hanno trovato una sponda nell’Università di Cagliari che ha lanciato una proposta, scaturita da una ricerca sul campo. Multe salate All’ingresso del monte Corrasi verranno sistemati i cartelli con l’elenco delle ventotto specie vegetali autoctone a rischio di estinzione. Chi verrà sorpreso a portarsi via i semi o i rami di una di queste piante dovrà pagare sanzioni salate. «Credo che questo atto sia d’esempio e dimostri che, quando si dialoga e ci si confronta con le popolazioni locali si possano ottenere risultati eccezionali in tempi brevi ? ammette Gianluigi Bacchetta, direttore del Centro conservazione biodiversità dell’Università di Cagliari riferendosi alle polemiche sull’istituzione del parco del Gennargentu ? il nostro staff scientifico sta allestendo la banca del germoplasma con la finalità di catalogare e riprodurre tutte le specie vegetali endemiche rare minacciate o di particolare interesse attraverso il metodo del congelamento». Tutela informataNel sito del Centro, www.ccb-sardegna.it tradotto in quattro lingue e accessibile anche ai non vedenti, si possono trovare tutte le notizie sull’attività, il forum, l’orto botanico virtuale e scaricare un opuscolo in formato pdf realizzato in collaborazione con il ministero dell’Ambiente che verrà presentato a Oliena in una giornata di sensibilizzazione. Le specie per le quali la delibera comunale sollecita un intervento di tutela immediato sono state suddivise in quattro tipologie in base al grado di minaccia. Le specie in questione sono attualmente 28 specie, ma l’elenco potrà essere modificato in base ai risultati del monitoraggio periodico degli esperti dell’Università di Cagliari.
M. B. D. G.

5 - L’Unione Sarda
Pagina 43 – Provincia Cagliari
Pula Al Parco tecnologico master su high-tech

Cinque master diversi indetti da Sardegna Ricerche per trovare lavoro nel mondo dell’high tech e nei centri di ricerca dei settori innovativi della biomedicina e della bioinformatica. I Master 2007, che si svolgeranno a Pula, Iglesias e Alghero, verranno presentati oggi alle 14,30 nel Parco Tecnologico di Piscina Manna. Sono il frutto della collaborazione delle Università di Cagliari e Sassari, del CRS4, e della società Porto Conte Ricerche, con l’obbiettivo di formare almeno un centinaio di giovani da poter inserire nel campo dell’alta tecnologia. I corsi di specializzazioni cominceranno ad aprile, con una articolazione di circa cinque mesi di lezioni in aula e tre mesi di stage, a cui seguirà la stesura di una tesi. Al termine della presentazione dei corsi accademici , è prevista la cerimonia di chiusura del Master in biotecnologie informatiche applicate alla medicina specializzata. (i. m.)



6 - La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Cagliari
Serbariu: la miniera della tecnologia
Intesa tra Sotacarbo e Università per una serie di progetti di ricerca


GIANFRANCO NURRA 


CARBONIA. Inizia a volare alto, la Grande Miniera di Serbariu, e vede ormai profilarsi in maniera concreta la sua aspirazione a diventare l’antenna del Polo tecnologico e della ricerca, con particolare riferimento alle tecnologie innovative per l’utilizzo dell’idrogeno prodotto dal carbone e per l’applicazione di utilizzazioni pulite” del carbone.
Ieri pomeriggio il Rettore dell’Università di Cagliari Pasquale Mistretta, il sindaco di Carbonia, Tore Cherchi, il presidente della Sotacarbo, Mario Porcu, hanno siglato un protocollo di intesa per una collaborazione scientifica in tema di ricerca energetica, che vedrà coinvolte anche grandi aziende nazionali, come l’Ansaldo e l’Enea, che si impegneranno assieme ai tre enti nelle attività di ricerca e sviluppo.
Le iniziative riguarderanno in particolare, oltre alla definizione di nuovi progetti sulle tenologie innovative, anche la sperimentazione di nuove attività didattiche nelle tematiche delle tecnologie di impiego pulito del carbone, e la realizzazione di tirocini di formazione e orientamento nel settore.
«In questo ambito la partecipazione del comune di Carbonia - ha precisato il sindaco Tore Cherchi, - non è formale. Il comune infatti favorirà lo sviluppo del polo tecnologico sull’energia e l’ambiente del Sulcis iglesiente con la messa a disposizione di infrastrutture e finanziamenti appositi. La sede del centro ricerche è stata prevista in uno degli edifici della vecchia miniera incorso di ristruturazione, e per il quale finora l’amministarzioencomuanle ha investito circa quattro milioni e mezzo di euro. Entro qualche mese il centro ormai in fase di ultimazione, sarà una realtà, e diventerà un punto di riferimento mondiale nelle ricerche del settore. In questo ambito la partecipazione attiva dell’Università con i settori della ricerca e del dipartimento di Ingegneria meccanica pone le basi per un progetto scientifico di rilevante valenza in grado di studiare, e realizzare nuove tecnologie e impianti sperimentali».
In pratica, si avvia a realizzazione uno degli obiettivi primari del progetto di recupero della vecchia miniera, già sede del Centro italiano della cultura del carbone, e che si avvia ad essere il polo di eccellenza, di rilievo sovraregionale e sovranazionale.

7 - La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
Così la grande tradizione artigianale e artistica del Belpaese ha cambiato l’«industrial design»
Una parola inglese dal significato italiano
I nostri progettisti protagonisti del mercato senza rinunciare all’inventiva
In Sardegna la scuola potrà rivestire un ruolo strategico nel processo di sviluppo


MANLIO BRUSATIN *

Una barca dura la vita minima di un uomo, «trent’anni»; una casa la vita massima di un uomo, «cento anni»; un oggetto, un oggetto non particolare di affezione dura cento e cinquant’anni, forse di più. Questo diceva un grande designer da poco scomparso, Vico Magistretti.
La parola design significa «progetto» e il design era all’origine una semplice carta quadrettata e disegnata che serviva ai tessitori per tessere il disegno di un tessuto o di un tappeto. Ora il termine design è una delle poche parole inglesi che ha un significato assolutamente italiano. Il design si è liberato da tempo dall’aggettivo industriale che ha assunto un carattere limitativo attribuito esclusivamente all’industria e al mercato. Ora l’oggetto di design si amplia in tutta una dimensione emozionale e senza dimenticare la funzione e l’uso passa attraverso un flusso di comunicazioni, coinvolgendo il soggetto progettista che mette in gioco l’ideazione verso un’utilità che piace o una qualità utile. Qui etica ed estetica vanno insieme, siglando gli oggetti di gusto più che quelli di esibizione o di lusso.
Walter Benjamin, all’inizio dell’era atomica, aveva messo in evidenza come l’opera d’arte fosse entrata nell’«epoca della riproducibilità» considerando la fine dell’originalità e unicità dell’oggetto d’arte tradizionale. Ora invece il prodotto nell’«epoca della comunicazione» sta sempre più riprendendo, nella sua possibile replicazione, un concetto che rimette insieme soggetto/progetto/oggetto soprattutto davanti all’emergente mercato dell’imitazione e del falso, dove ideazione, qualità, sostanza sono sottratte. Questo coinvolge principalmente i prodotti di lusso che in realtà di lusso non sono mancando spesso anche di gusto. Nel processo di falsificazione vengono abilmente truccati tre aspetti della qualità dell’oggetto: l’autore, la materia e l’opera. Il marchio fasullo diventa poi la consacrazione del falso autentico.
All’artigianato tradizionale, a quello della Sardegna in particolare, è sempre stata accordata la nobiltà del prodotto artistico, ma l’artigiano stanziale che produce oggetti di alta qualità esclusivamente nella propria bottega finisce biologicamente per estinguersi, come una specie protetta che però non si riproduce.
Il design italiano ormai da molti anni, partendo dalla grande tradizione artigianale, è riuscito a proporsi nel mercato senza rinunciare all’inventiva e alla qualità. Grazie alla collaborazione intensa tra architetti-artisti e industriali-artigiani, è stato felicemente creato l’oggetto moderno di design italiano che guardava al gusto delle grandi arti soprattutto di fronte al cattivo gusto, al kitsch, che si stava imponendo in gruppi e società che rinunciavano progressivamente alla loro cultura di tradizioni e di valori significanti. Senza dire che con il design le capacità tanto italiane dell’allestimento e dell’istallazione hanno reso le arti visibili, soprattutto fuori dai luoghi di deportazione dell’arte.
Certo anche l’artigianato post industriale si è trasformato, molto spesso rincorrendo l’industria e il mercato senza risultato, oppure sopravvivendo con l’eroismo del singolo artigiano il quale non può nemmeno attingere a sovvenzioni e a finanziamenti regionali perché non ha nessun altro aiutante al di fuori di sé. Ciò significa che un determinato sapere scompare se non può venire trasmesso. Il design può intervenire in una fase postindustriale, meglio in una seconda modernità, riportando il soggetto e l’oggetto a un valore qualitativo che può essere riapprezzato nell’intelligente lavoro speso soprattutto ora, anche con macchinari sofisticati che tagliano il marmo come il corallo e il metallo con un filo di acqua o di luce, senza ricorrere alla fatica di fabbri, scalpellini e orafi che hanno perso gli occhi e la salute.
Le scuole di design hanno senso rinnovato e strategico nelle aree e nelle regioni, in particolare la Sardegna, dove la comunicazione di intrinseci valori dovrà guidare piuttosto che sentirsi subordinata a un turismo che necessariamente deve dirigersi nel rispetto delle qualità ambientali oltre che tradizionali, restituendo il merito a chi di un prodotto d’arte conserva nel luogo il sapere e la volontà di trasmetterlo con la necessaria manualità, considerata sempre più una consapevole attività dello spirito.
Il convegno «Alghero Design» che si inaugura oggi ha lo scopo di tenere a battesimo il corso di laurea in design, il primo in Sardegna, il quale si affianca ai corsi di laurea di architettura e pianificazione, già esistenti. Presenta autorità storiche del design in Italia, come Tobia Scarpa e Dino Gavina, i presidenti di istituzioni altrettanto storiche: Davide Rampello della Triennale di Milano e Carlo Forcolini dell’Adi, oltre ai presidi e docenti delle attuali Facoltà di Design attive in Italia, come Alberto Seassaro per Milano, Medardo Chiapponi per Venezia, Hans Höger per Bolzano; a questi si affiancano rappresentanti dell’arte e della moda, presenti nella nuova didattica come Maria Lai e Antonio Marras, presenti anche membri della Regione come Giulio De Petra. Apriranno il convegno il rettore dell’Università di Sassari Alessandro Maida, il preside della Facoltà di Architettura ospite, Vanni Maciocco e il sindaco di Alghero, Marco Tedde.
La presenza fra i relatori di Gillian Crampton Smith ci suggerisce di annunciare un ulteriore incontro-convegno con la partecipazione dell’associazione nazionale dei grafici (Aiap) molto presente in Sardegna nell’ambito della pubblicità e della comunicazione, dedicato al grande grafico Alan Fletcher, scomparso quest’anno, che ha inaugurato e ideato la linea grafica della Facoltà di Architettura di Alghero, fin dal suo inizio.

* docente di Storia del Design presso la facoltà di Architettura di Alghero











 

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