Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 January 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 9 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Il Sardegna

1 – L’Unione Sarda
Primo Piano Pagina 3
Cagliari e Oristano, il mare avanza
Scioglimento dei ghiacciai, sono a rischio gli stagni e il Sinis
di STEFANO LENZA
L'ultima scomoda verità arriva dall'Arizona e racconta una Sardegna che rischia di finire con l'acqua alla gola. Un'isola aggredita dal mare che avanza e che potrebbe sommergere larghe fette di terra, invadere stagni e lagune. In collaborazione con il Servizio Geologico Americano, il ricercatore universitario Jeremy Weiss ha elaborato un modello dei riflessi sul pianeta dell'eventuale scioglimento dei ghiacciai. Il dato di partenza non è una catastrofica ipotesi campata per aria, ma una reale diminuzione dei ghiacci della Groenlandia. Con i suoi occhi elettronici che dallo spazio scrutano la terra, la Nasa ha constatato che lo scioglimento procede più rapidamente di quanto si potesse pensare. I dati trasmessi dai satelliti dell'ente spaziale registrano la perdita di circa 240 chilometri cubici l'anno. Questa è una certezza così come il fatto che se si arrivasse a una perdita totale dei ghiacciai della Groenlandia, il livello del mare si innalzerebbe di sei metri. Weiss ha simulato le conseguenze di una simile catastrofe, individuando le zone destinate a scomparire. In Italia sono parecchie, tra cui due in Sardegna: le coste del Golfo di Oristano, in particolare una buona striscia della penisola del Sinis, e lo stagno di Santa Gilla a Cagliari. A parte le brutte e virtuali notizie in arrivo dall'altra sponda dell'Atlantico, l'erosione delle coste è stata studiata a fondo in una recente ricerca dell'Enea che ha indicato otto aree a rischio in Sardegna. Oltre Santa Gilla, nel sud comprende, a ovest, Porto Pino con il Golfo di Palmas e, a est, la foce del Flumendosa con il Colostrai e Murtas. Al centro, sul versante occidentale il Golfo di Oristano e, su quello orientale, la costa di Tortolì. A nord, si teme per lo Stagno di Pilo, la Foce del Coghinas e la Marina di Orosei. In Sardegna, l'Enea ha affidato la ricerca al Dipartimento di scienze della terra della Facoltà di Geologia dell'Università di Cagliari. Coordinati dal professor Paolo Orrù, gli studi sono stati approfonditi in modo particolare a Santa Gilla. Per capire cosa accadrà in futuro si è osservato quanto successo nel passato. Carotaggi nei fondali hanno consentito di ricostruire la situazione in tempi remoti, arrivando sino a novemila anni fa. Allora la laguna era profonda oltre 40 metri e le sponde parecchie miglia più all'interno rispetto alla linea delle attuali. Venendo a tempi più recenti, nell'ultimo mezzo secolo è stato riscontrato un abbassamento del fondale di circa un centimetro e mezzo, mentre l'acqua è avanzata tra un millimetro e uno e mezzo l'anno. Di questo passo, alla fine del ventunesimo secolo, o forse prima, la spiaggia di Giorgino potrebbe essere sommersa mentre lo stagno potrebbe estendersi di parecchio per via dell'invasione del mare. Differentemente dalle ipotesi di Jeremy Weiss, basate su una premessa tutt'altro che scontata come lo scioglimento totale dei ghiacciai, gli scenari delineati dai geologi cagliaritani si basano sull'osservazione di un fenomeno reale e consolidato nel tempo. Con loro hanno lavorato anche gli archeologi. Mettendo insieme i dati sui livelli del mare nelle varie epoche e quelli sulle opere dell'uomo ormai sommerse, si è capita e datata l'inarrestabile avanzata del Mediterraneo. Sott'acqua è finita, ad esempio, parte della città di Nora, ma anche il porto di Santa Gilla dove attraccavano navi puniche e romane. Sul rischio sommersione incide anche lo scontro delle piattaforme terrestri, nel nostro caso quella africana e quella euroasiatica. Dallo scioglimento dei ghiacciai dipende invece l'abbassamento dei suoli nelle fasce temperate. La terra si abbassa per una sorta di compensazione del sollevamento prodotto ai poli dalla diminuita presenza dei ghiacci. All'inizio del Terzo Millennio il timore è che i ritmi di processi naturali vengano sconvolti da mutamenti climatici innescati dal surriscaldamento del pianeta provocato dall'effetto serra. Si sa che l'emissione di gas provoca un aumento della temperatura. L'inquinamento è legato alle attività dell'uomo. Sotto accusa le emissioni conseguenti all'uso sfrenato di combustibili di origine fossile dalla Rivoluzione Industriale in poi. Le ultime ricerche puntano il dito anche sull'allevamento intensivo del bestiame e altri fattori. Quel che invece la scienza non è ancora in grado di prevedere sono tempi e gradi del surriscaldamento. Su un fatto però tutti concordano: intervenire prima che sia troppo tardi.
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 18
Classico e scientifico
Nuovi corsi di liceo, il Convitto nazionale diventerà campus
Il Convitto nazionale di Cagliari si rinnova e apre i nuovi corsi di liceo. È la novità presentata ieri dal dirigente scolastico dell'istituto, Piero Porru, che ha descritto il programma previsto per tutti i nuovi alunni che frequenteranno il Convitto a partire dall'anno scolastico 2007/2008: «Gli studenti che si iscriveranno ai nuovi licei (sia classico che scientifico) saranno "semiconvittori" ? sottolinea Porru ?. L'organizzazione terrà conto delle esigenze degli alunni e delle famiglie, e per questo abbiamo già previsto la creazione di uno sportello didattico, dove gli studenti avranno la possibilità di chiedere ai loro insegnanti tutte le informazioni necessarie sulle materie, corsi di recupero per gli alunni in difficoltà, in modo che possano mettersi alla pari con gli altri, e infine ci sarà il lavoro di gruppo pomeridiano, organizzato dagli educatori delle varie classi». L'obiettivo è quello di creare una sorta di campus, una cittadella scolastica in modo da preparare nel modo migliore i giovani al mondo dell'università: «Il nuovo liceo si avvarrà di laboratori di informatica, artistica e fisica ? continua il rettore ?. I ragazzi, tra l'altro, avranno la possibilità di usufruire di tutte le nostre strutture sportive, che vanno dal campo da calcio regolamentare a quelli di pallavolo e pallacanestro». Il convitto nazionale di via Pintus (esistente dal 1972) ha già due sezioni di scuole elementari e altre quattro per quello che riguarda la scuola media: «Stiamo cercando di limitare il numero delle iscrizioni per garantire la più alta qualità possibile ? prosegue Porru ?. Tutti gli insegnanti che lavorano da noi sono statali, quindi assunti in base alle graduatorie pubbliche». Attualmente ci sono circa 600 ragazzi iscritti al Convitto nazionale di Cagliari, e 54 di questi sono "convittori", il che vuol dire che permangono nella sede storica di via Manno fino al sabato, frequentando le scuole interne (se iscritti alla scuola dell'obbligo) o le scuole esterne (se iscritti alle superiori). Sono ragazzi provenienti da tutte le località della Sardegna, in modo particolare dalle province di Oristano e Nuoro, ma ce ne sono stati alcuni provenienti addirittura dalla Penisola. «Programmiamo ogni anno anche degli scambi culturali con studenti che appartengono ai Convitti delle altre città italiane ? conclude il dirigente scolastico dell'istituto, fondato nel lontano 1848 ?.L'anno scorso i ragazzi hanno potuto ammirare Aosta, mentre quest'anno avranno la possibilità di andare a Venezia». Piercarlo Cicero

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Sardegna
Stefano Zamagni spiega perché le aziende possono guadagnare applicando i principi del codice etico 
Nuova economia, tre regole per l’impresa 
Le industrie devono mettere in programma gli investimenti immateriali 
L’INTERVISTA Più produttività con le conoscenze 
di Alfredo Franchini
 CAGLIARI. La responsabilità sociale dell’impresa è stata al centro di una ricerca del Centro studi dell’Api sarda, l’associazione delle piccole e medie imprese. Al convegno che ne è seguito è intervenuto Stefano Zamagni, docente di Economia politica all’Università di Bologna. Nell’intervista Zamagni spiega i tre motivi per i quali un’impresa farebbe bene anche sul piano dei vantaggi economici a rispettare il Codice etico.
 - E’ possibile per un’impresa essere allo stesso tempo socialmente responsabile e competitiva?
 «È una domanda inquietante perché è evidente che essere responsabili comporta per un’azienda un aumento dei costi ma dobbiamo essere consapevoli che già quando si costruisce un capannone si sta investendo. Voglio dire che la differenza è tra l’imprenditore e il redditiero».
 - Ce l’ha con chi pensa al reddito?
 «Non è questo il problema. L’imprenditore è uno che investe, affronta i costi e poi pensa che avrà un beneficio; alla base di tutto c’è un rischio e nel caso della responsabilità sociale si sta facendo un investimento immateriale. Oggi qualsiasi imprenditore non può non prevedere di investire sul lungo termine nella resposnabilità sociale. Se non lo fa vuol dire che è un redditiero e questo porta alla rovina: la rendita si mangia il profitto e il salario».
 - Tra le due categorie non ci sono alternative?
 «No, c’è solo il moralismo di coloro che dicono: le imprese non devono fare profitti e allora mi metto nei panni dell’imprenditore che dopo un po’ non ne può più».
 - C’è però un imperativo categorico...
 «No, guardi, non sono favorevole all’approccio deontologico. Lasciamo perdere per una volta Kant, dobbiamo dimostrare che la responsabilità sociale è pure conveniente sul piano economico».
 - Basta non confondere l’etica con la filantropia.
 «Sì, molti pensano che la responsabilità sociale dell’impresa coincida con la beneficienza ma non è così. Il filantropo è generoso ma non è socialmente responsabile».
 - Lei ha detto che la responsabilità comporta dei costi. Quali sono?
 «Innanzitutto comporta la modifica dell’organizzazione interna del lavoro per valorizzare il capitale umano. Chi opera in azienda deve sapere che si scommette sul suo lavoro. Poi è importante dare ai clienti e ai fornitori la possibilità di incidere».
 - Una sorta di cogestione?
 «Assolutamente no. È solo la possibilità che si dà agli altri di usare la propria voce. E c’è l’esempio storico di Adriano Olivetti».
 - L’Olivetti è stata un esempio e ora la società non esiste più...
 «E questo la dice lunga. Olivetti progettò la calcolatrice Divisumma e un giorno l’ingegnere capo lo avvertì che un suo operaio, Nicola Cappellaro, stava rubando i pezzi dall’officina e se li portava a casa. Olivetti sentì l’operaio che gli disse: «Me li porto a casa perché l’ingegnere ha sbagliato progetto e io rifaccio da solo gli esperimenti».
 - E non fu licenziato.
 «Ci fu uno licenziato: l’ingegnere capo. Olivetti gli disse: «Ti licenzio, non perché hai sbagliato il progetto, può capitare a tutti, ma perché non hai saputo capire le potenzialità di quell’operaio con la quinta elementare»...
 - E questo come si può attualizzare?
 «Che le persone si devono realizzare e non devono essere umiliate, così come credono, sbagliando di grosso, alcuni imprenditori. E poi bisogna sfruttare le conoscenze di tutti, senza supponenza. Le conoscenze oggi sono o codificate o tacite, queste ultime sono le più preziose».
 - La concezione fordista della fabbrica è davvero così lontana?
 «Necessariamente perché la produttività non può più essere aumentata con le macchine. Le conoscenze codificate sono quelle acclarate, che so, dai libri e quelle tacite si possono avere solo col consenso di chi le possiede».
 - Però le cose vanno diversamente.
 «Sì ma chi no le applica va verso il fallimento. Si dice che l’impresa sia come gli alberi della foresta: cresce meglio se non è sola. E allora far sì che le persone si realizzino sul lavoro è fondamentale, il mobbing distrugge la vita».
 - Lei è contrario agli incentivi. Perché?
 «L’incentivo è un contratto stabilito prima: io ti do, in cambio. Una cosa che sul breve termine è positivo ma distrugge la fiducia. La parola chiave è reciprocità. Quello che funziona sono i premi che rafforzano il vincolo».
 - Il modello Usa però è diverso.
 «Non più. Dopo il caso Enron hanno cambiato. E l’hanno piantata anche con le stock option perché si sono accorti che portano al fallimento».
 - Quindi rispettare determinate norme e diritti conviene anche sotto gli aspetti pratici.
 «Anche per un terzo motivo: l’emergere di una nuova categoria, il consumatore responsabile. Pensi al commercio equo solidale che ha raggiunto i settemila punti vendita».
 - È incoraggiante nell’era in cui trionfa il modello mc donald.
 «Keynes diceva: posso portare il cavallo alla fonte ma non posso obbligarlo a bere. È lo stesso per il consumatore. Vi ricordate il boicottaggio fatto qualche anno fa alla Nestlè? Il consumatore responsabile è una categoria che all’estero esiste già e da noi sta venendo fuori».
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
«Lo sviluppo passa per la ricerca» 
L’analisi di Eusebio Tolu, presidente della commissione accademica 
«L’università riesce ad attrarre fondi, ma spesso i ricercatori non trovano sbocchi nel mondo del lavoro» 
SASSARI. Una collocazione al 35º posto per la produttività scientifica e un inserimento in dodicesima posizione, su 54 atenei, per capacità dei ricercatori di attrarre fondi per i progetti. Sono dati riguardanti l’ateneo di Sassari in un’indagine del quotidiano Il Sole 24 Ore. Un tema sviscerato, in questa intervista, dal professor Eusebio Tolu, titolare, nella facoltà di Medicina, della cattedra di Fisiologia e Bioingegneria dell’uomo e presidente della commissione d’ateneo per la Ricerca.
- Nel suo ruolo, come valuta questi risultati?
 «I riscontri per l’università di Sassari sono abbastanza soddisfacenti. É stato istituito il fondo di Ateneo per la ricerca, il Far, anche allo scopo di consentire ai nostri ricercatori di concorrere ai progetti nazionali e internazionali con una quota di cofinanziamento. Prendendo in esame l’esigenza di internazionalizzazione, sottolineiamo che circa 50 ricercatori sassaresi lavorano all’estero. Molti di loro producono lavori scientifici davvero significativi e pongono le basi per collaborazioni durature e convenzioni con le università di altri paesi. Il vero problema è che una volta rientrati in sede, non trovano adeguata collocazione lavorativa e devono ripartire. Con il programma Visiting Professor, promosso dal nostro ateneo, una ventina di ricercatori di diverse nazioni sono ospiti della nostra università».
- Relativamente alla produttività scientifica è soddisfatto della posizione dell’università di Sassari?
 «Possiamo e dobbiamo sicuramente migliorare in un sistema in cui i finanziamenti alle università verranno erogati non più a pioggia ma in rapporto alla valutazione più o meno positiva. L’università di Sassari, con fondi della Regione, ha emanato un regolamento per l’assegnazione di 20 premi di produttività scientifica, di 5mila euro ciascuno, che si rivolge a quei ricercatori sassaresi capaci, con un lavoro di qualità, di contribuire alla visibilità internazionale dell’ateneo».
- Come valuta la ricaduta economica della ricerca universitaria?
 «L’Italia investe in ricerca meno dello 0,8 per cento del Pil, rispetto al 3 per cento della media europea. Appena lo 0,01 per cento del totale è finanziato dalle imprese. L’imprenditoria italiana, e soprattutto quella sarda e sassarese, non ama rischiare e preferisce una rendita immediata piuttosto che investimenti a lungo termine che, al contrario, potrebbero rivelarsi redditizi. Per favorire il trasferimento tecnologico alle imprese, l’università di Sassari sta facendo sforzi notevoli, rinnovando anche l’anagrafe della ricerca, a disposizione delle realtà imprenditoriali. C’è poi il versante della didattica e della formazione. Purtroppo a Sassari il numero dei fuori corso e degli abbandoni è ancora troppo alto e il conseguimento della laurea avviene mediamente in ritardo rispetto ad altri atenei. Perciò stiamo ponendo più attenzione ai requisiti minimi di accreditamento per attivare nuovi corsi di laureee specialistiche e triennali».
- Cosa significa esattamente accreditamento?
 «Per istituire un nuovo corso di laurea o per mantenere quello esistente occorre avere requisiti minimi che prevedano soprattutto gli insegnamenti ritenuti essenziali. E il Piano sanitario regionale insegna da questo punto di vista. Mi riferisco alle problematiche sollevate dal preside della facoltà di Medicina, il professor Giulio Rosati, circa le funzioni di assistenza essenziali da prevedere nelle istituende Aziende ospedaliero-universitarie sarde. Nel Piano sono previste 11 funzioni a Cagliari e solo 6 a Sassari. Una scelta poco comprensibile dal momento che le strutture essenziali all’accreditamento dei corsi di studio devono essere le stesse in tutte le facoltà di Medicina in Italia. Sono tuttavia sicuro che si terrà conto degli emendamenti suggeriti dalla facoltà di Medicina sassarese. Il Piano sanitario regionale dovrebbe garantire una più equa distribuzione di funzioni e strutture tra le due università isolane».
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Nuoro
Siniscola dice sì all’università a distanza 
Lo annuncia il sindaco Pau Le lezioni forse all’ex Cm 
L’istituzione dei corsi è vista con favore anche dalla minoranza 
SINISCOLA. L’ Università a distanza di Siniscola dovrebbe vedere presto la luce, trasformando in realtà il sogno di centinaia di studenti pendolari, o aspiranti tali, del territorio. Questo annuncia il sindaco della cittadina, Lorenzo Pau, rispondendo al sollecito della lista civica costituita nelle ultime elezioni comunali; cartello desideroso di veder nascere il tempio dell’istruzione quanto prima.
 Ossia seguendo le lezioni quotidianamente senza dover sopportare, tranne che per sostenere gli esami, lunghi spostamenti verso le facoltà di Sassari o Cagliari. Una bella innovazione davvero, quella dell’università a distanza, e che potrà consentire a parecchi discenti di scegliere se trasmigrare in città, con tutti gli oneri del caso, o continuare a studiare a Siniscola. Dando così un taglio netto alle spese.
 La possibilità più che mai concreta di studiare per conseguire la laurea nel capoluogo baroniese mette d’accordo tutte le forze politiche cittadine, entusiasmando in modo particolare la lista civica costituita durante le ultime elezioni comunali. In una lettera rivolta al sindaco Lorenzo Pau, il cartello, attentissimo al progresso della comunità, punta infatti ad accelerare i tempi, individuando sin da ora la sede ideale dove tenere le lezioni: la Comunità montana, ormai prossima alla chiusura. Quale modo migliore, quindi, per sfruttare al meglio questo bene comunitario, composto da decine di locali, se non porlo direttamente a servizio della collettività? «Innanzitutto - si legge nella lettera del manifesto civico - Siniscola si incamminerebbe di nuovo verso una centralità che ha perduto, diventando un epicentro culturale di alto livello. Secondo, molte famiglie potrebbero avvalersi del nuovo servizio risparmiando somme gravose dei propri bilanci e, terzo - conclude la lista, che sin da ora offre la sua collaborazione per la realizzazione del progetto - il costo complessivo di tale iniziativa sarebbe per il Comune davvero irrisorio».
 La proposta lanciata dalla lista civica è stata presa in considerazione dal primo cittadino, anche se le lezioni potrebbero tenersi in altri locali. Ad ogni modo, quel che conta è che la partita per portare a Siniscola l’università a distanza abbia già preso il largo. «Visti i corsi di laurea attivi a Nuoro, Olbia e Budoni - chiosa Lorenzo Pau - stiamo prendendo contatti per poter diversificare l’offerta, facendo salpare una facoltà diversa. Il bacino d’utenza - chiude - è infatti vastissimo e può anche crescere».
 Non resta quindi che attendere, sperando che quanto prima piovano i primi confetti rossi targati Siniscola.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 29 - Sassari
Mostra nei locali dell’ex Orfanotrofio. Oggi una conferenza di Jean-Philippe Garric 
Gli studenti del primo anno di Architettura svelano i segreti della casa natale di Manno 
ALGHERO. Oggi alle ore 19, nei locali dell’Asilo Sella è in programma la conferenza di Jean-Philippe Garric dal titolo «Insegnamento e teoria dell’architettura in Francia in epoca contemporanea». La conferenza è organizzata dalla facoltà di Architettura di Alghero.
 Dal 1995 l’architetto Garric insegna storia, teoria e progettazione architettonica all’«Ecole nazionale superieure d’Architecture» di Parigi ed è presidente del Consiglio di amministrazione della stessa università.. Le sue ricerche sono dedicate alla storia dei libri e della teoria dell’architettura in Francia e all’architettura dei primi dell’Ottocento.
 Fino al 27 gennaio - sempre organizzato dalla facoltà di Architettura - sarà inoltre possibile visitare, nei locali dell’ex Orfanotrofio in Via Principe Umberto, la mostra dei lavori realizzata dagli studenti del primo anno del Corso di Progettazione architettonica, dal titolo «Alghero, un intervento nel centro storico». Gli studenti si sono dedicati alla casa natale di Giuseppe Manno, distrutta dalla guerra e della quale sono ancora presenti in parte le rovine. La rassegna è stata curata dal professor Luigi Snozzi e dai suoi assistenti Claudio Buetti, Claudio Campus, Marcello Congiu e Ayla von Wintzingerode.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Oristano
Tantissimi i concorrenti della decima edizione, di prestigio i nomi dei relatori del convegno 
Il Premio Gramsci riscopre i vecchi fasti 
Erano in tutto 82 gli elaborati esaminati dalla giuria di esperti 
ALES. Serata di gala, quella di ieri, nella sala convegni del municipio per la consegna dei premi ai vincitori del concorso letterario Gramsci giunto alla sua decima edizione. Premiazione preceduta nella mattinata dal convegno di studi “Gramsci, la letteratura, le letterature”, nel corso del quale sono intervenuti lo scrittore Giulio Angioni; Lea Durante dell’Università di Bari; Pasquale Vozza, anch’egli docente dell’Ateneo barese e Giorgio Baratta, presidente della “International Gramsci Society Italia”. Frammisti fra il pubblico gli studenti delle quinte di alcuni degli istituti superiori dell’Oristanese.
 Quindi al pomeriggio le premiazioni del concorso letterario che con i suoi 82 concorrenti - 46 nella sezione prosa e poesia in lingua italiana, 26 nella sezione della prosa e la poesia in lingua sarda e i dieci della la sezione saggi - è tornato al fasto dei tempi migliori. A consegnare i premi sono stati il vicepresidente del Senato Milziade Caprili; il consigliere regionale del Prc Luciano Uras e Giorgio Baratta.
 Per la sezione in lingua italiana la palma d’oro è andata alla raccolta di poesia “Versi controtempo” di Gian Gavino Irde di Cagliari. Il secondo premio è stato assegnato all’opera “Isolamatamara”, una raccolta di racconti di Savina Dolores Massa, residente a Oristano. La giuria, presieduta da Vindice Ribichesu, ha inoltre segnalato le opere “Il prigioniero” di Piera Maria Chessa; “Lady ice” di Francesco del Sole; “Una parola scritta con il sangue” di Gavino Cocco e “Bachis Frau emigrato” di Vitale Scanu.
 All’opera “Portami nella tua veranda” di Vincenzo Angelo Demontis è stato assegnato il Premio speciale della Giuria. Nella sezione in lingua sarda primo premio alla poesia “Limbas”, di Doretta Ardu, emigrata a Torino; seguita da Vania Tanchis con la poesia “Fiore de anima”. Segnalazioni per Rosanna Podda, Gonario Carta Brocca, Giovanni Michele Migali, Gianni Mascia. Il primo premio della sezione saggi è invece andato a “Una possibile intimità: Gramsci, Freud e la psicanalisi” di Maurizio Meloni, giovane studioso di origine sarda che dopo la laurea in filosofia e psicologia ora lavora all’Università di Chicago, negli Stati uniti d’America.
 Palma d’argento a “L’egemonia gramsciana e le relazioni internazionali” di Federica Cocco, giovane cagliaritana che opera per Amnesty International. Quindi le menzioni per Alessandra Ibba, Alessandro Carlucci, Andrea Vargiu e Costantino Paonessa. A chiudere la serata la recitazione di testi di Antonio Gramsci e Tania Schulcht montati da Giorgio Baratta e Lea Durante con effetti scenici di Massimiliano Bomba. (t.s.) 
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Inaugurato il Convitto nazionale di Terramaini 
Un campus studentesco tra rigore, sport e viaggi 
CAGLIARI.Proprio tutti forse non potranno essere accontentati, ma chi riuscirà a iscriversi potrà sentire l’aria nuova di una scuola pensata in modo diverso: istruzione a 360 gradi e una costellazione d’attività extrascolastiche per accompagnare il percorso di vita dalla prima adolescenza sino all’università. Sono i due nuovi licei - uno classico, l’altro scientifico - che a partire dal prossimo anno scolastico saranno attivati nella mega-area del Convitto nazionale di Terramaini: scuole pensate come campus universitari per una formazione che in Sardegna non ha precedenti.
 A illustrare i due nuovi licei (le iscrizioni sono già partite) è lo stesso rettore del Convitto (una struttura che ospita anche due sezioni di scuola elementare e quattro di scuola media), Piero Porru che annuncia: «Nell’anno scolastico 2007-2008 partiremo con una sezione di liceo classico e una di liceo scientifico: l’obiettivo è arrivare pian pianino al nuovo liceo europeo, previsto dal ministero della Pubblica istruzione».
 Tanto per cominciare, una cosa è subito chiara: gli studenti saranno tutti semiconvittori. Significa che a scuola passeranno parecchie ore. Anzi, l’intera giornata: la mattina certo, per le consuete lezioni, ma anche il pomeriggio, sino alle 18.30, che sarà impiegato prevalentemente per le attività extracurricolari. «L’idea caratterizzante poi - prosegue Piero Porru - è quella di un liceo classico dove la prima lingua sia portata avanti per tutti i cinque anni e di un liceo scientifico dove la stessa cosa avvenga invece con la seconda lingua». Spazio dunque, grazie anche alla presenza di un lettore di madrelingua, alla multiculturalità, alla conoscenza delle culture diverse. E spazio anche al rigoroso approfondimento delle altre discipline: è in quest’ottica che ogni aula sarà dotata di un computer con tanto di connessione ad Internet, è per questo che oltre ai laboratori già presenti (come quello di fisica o di informatica) i nuovi licei potranno contare anche su uno di scienze e un altro di chimica. Non solo: i ragazzi, promette il rettore, saranno seguiti a puntino. «Dietro appuntamento - dice Porru - uno o due studenti per volta potranno avere a disposizione un docente per chiarimenti o approfondimenti, mentre i gruppi che abbiano bisogno di attività di recupero saranno seguiti durante il normale orario scolastico». Il tutto sarà infarcito da viaggi d’istruzione dentro e fuori dalla Sardegna, da laboratori teatrali, da cineforum, dalla danza. E ovviamente da tanto sport, tanto più che lo spazio non manca: dei 37 mila metri quadri che ospitano l’intero convitto (di cui 11 mila coperti) quelli dedicati agli impianti sportivi sono ben 26 mila. Insomma, quasi una piccola città tutta per gli studenti, dove, oltre a quello per i libri, l’unico costo (circa mille euro da pagare in rate anticipate) è quello per la mensa che, secondo il rettore, è un vero e proprio ristorante.
Sabrina Zedda   

1 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 27
Flash
Università
Tre milioni dall'Ue per l'orientamento
Un progetto per attività di orientamento agli studi e al lavoro dell'università di Cagliari sarà finanziato dall'Ue con tre milioni di euro. L'ateneo è infatti arrivato ai primi posti in una classifica del ministero nell'ambito del Pon 2000-2006. Il progetto sarà illustrato stamattina dal rettore Mistretta e alla presenza dell'assessore regionale al Lavoro Salerno.

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