Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 January 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 5 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 10
Ateneo, biblioteche nel caos
Accedere al prestito dei libri in qualsiasi biblioteca, prenotazione dei testi via Internet, e maggior facilità nel reperire le opere materia d'esame. Sono alcuni dei punti che i rappresentanti del gruppo Università per gli studenti hanno portato all'attenzione della prima riunione della commissione di Ateneo delle biblioteche. Tra le questioni sollevate anche quella dell'accorpamento delle tre biblioteche di Monserrato in una: una soluzione che secondo gli studenti è limitativa. Portavoce delle istanze di chi utilizza ogni giorno le biblioteche dell'Ateneo e che ne conosce quindi pregi e difetti è stata Alessandra Frau. «È necessario», sottolinea la rappresentante in commissione e in Senato accademico, «che gli studenti possano accadere al prestito dei libri in qualsiasi biblioteca. La riforma universitaria dà infatti la possibilità di sostenere esami opzionali in qualunque corso di laurea. Non è possibile che un ragazzo si debba iscrivere a diverse biblioteche: basterebbe, al momento dell'immatricolazione, ricevere una tessera unica valida per qualunque servizio bibliotecario». Altro problema la reperibilità dei testi: «Si faciliterebbe tutto con un sistema di prenotazione telefonico o via Internet», aggiunge Alessandra Frau, «per evitare la lotteria quotidiana a cui si devono sottoporre gli studenti per trovare una delle poche copie disponibili di un testo». Complicato anche trovare i libri consigliati dai docenti: «I professori non informano le biblioteche, che non li acquistano creando notevoli difficoltà agli studenti». Durante la seduta della commissione d'Ateneo è stata richiesta l'introduzione dell'orario continuato almeno in una biblioteca per polo, con il servizio disponibile almeno fino alle 20. Ma anche di rivedere l'idea dell'accorpamento delle tre biblioteche di Monserrato (chimica, fisica e biomedica) in una: «Si ridurrebbero gli spazi, compreso quello della sala letture che sarebbe inferiore ai 330 posti a sedere che ci sono adesso nelle tre sedi». La soluzione per la rappresentante degli studenti è il trasferimento nel nuovo asse didattico della sola biblioteca di biomedica «con un aumento dei posti e un orario di apertura dalle 8 alle 21, dal lunedì al sabato», con il mantenimento delle sedi attuali per chimica e fisica.
Matteo Vercelli
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 11
La protesta degli abitanti
Tra atti vandalici e feste universitarie Is Mirrionis nel caos
Ritorna la paura a Is Mirrionis. Ancora atti vandalici contro le auto dei residenti: dopo le auto date alle fiamme nelle scorse settimane, nei giorni scorsi a essere prese di mira sono state le gomme e la carrozzeria di ben dodici vetture. Danni alla carrozzeria e pneumatici bucati hanno riportato il panico tra la popolazione. Sabato mattina la polizia è intervenuta accertando il fatto dopo le chiamate dei residenti che hanno sporto denuncia. Al malcontento per la situazione caotica del quartiere (nonostante le promesse delle amministrazioni i problemi restano), adesso si è aggiunta una nuova preoccupazione per l'ordine pubblico. La mancanza di controllo, il traffico diventato ormai caotico e la presenza della mensa universitaria hanno trasformato via Premuda da zona sostanzialmente tranquilla in punto nevralgico del quartiere. Qualche giorno fa il Comune aveva escluso la possibilità che tra le nuove case popolari e il quartiere venisse innalzato un muro divisorio; all'interno della stessa amministrazione circoscrizionale, invece, ci sono consiglieri che la pensano in modo diametralmente opposto. «Gli abitanti sono ovviamente impauriti», sottolinea il consigliere della numero 2 Nicola Montisci: «Questo ennesimo atto di vandalismo evidenzia, così come è successo per via Val D'Elsa, la necessità che anche in via Premuda si arrivi a una soluzione». Definita la vicenda sul muro divisorio (tra le nuove case e il resto del quartiere sarà sistemata una semplice rete "orso grill"), restano da risolvere gli schiamazzi notturni e i problemi legati alle feste del giovedì organizzate dagli universitari. I consiglieri comunali Tocco e Piredda, così come altri amministratori della circoscrizione, avevano promesso di risolvere la situazione incontrando il presidente dell'Ersu Christian Solinas. Nel frattempo, però, i problemi sono rimasti. Soprattutto quelli legati al traffico, fattore per cui non è mai stata trovata una soluzione. I parcheggi a disposizione dei residenti sono sempre più rari: capita spesso, infatti, che le persone al ritorno dal lavoro, di pomeriggio o la sera, trovino i posti occupati dagli studenti o dai genitori che vanno a prendere i propri figli all'asilo. Qualcuno tra gli abitanti comincia a perdere la pazienza e i casi di giustizia "fai da te" sono all'ordine del giorno. Tempo fa, sempre tra i consiglieri della circoscrizione, era stata avanzata l'ipotesi di una zona a traffico limitato, con posti assegnati ai residenti. Per evitare ulteriori problemi, quel tempo potrebbe essere ormai maturo. (fe.fo.)
 

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Cultura e Spettacoli
Strage degli armeni, Shoah e foibe: svelate nuove carte segrete 
Per capire l’omicidio del giornalista Hrant Dink in Turchia e l’anniversario della liberazione del lager di Auschwitz 
Sprazzi di nuova luce sul secolo dei genocidi. Grazie all’obiettivo di un osservatore sempre attento alle sfumature e ai dettagli storiografici, le fotografie dei più terribili olocausti del Novecento in Europa vengono messe a fuoco e scorrono in una prospettiva diversa. Una prospettiva coinvolgente e inedita. Tutto in un volume fresco di stampa pubblicato da Jaca Book nella serie «Di fronte e attraverso» sui libri della «Civiltà cattolica». E dunque con un punto di vista particolare che tiene conto della corposa mole di documenti e atti riservati custoditi in Vaticano. L’autore è il gesuita sardo Giovanni Sale. Docente di Storia contemporanea nella Pontificia università gregoriana, si è reso protagonista in passato di altri scoop divulgativi su alcuni dei capitoli più bui dei decenni che hanno preceduto l’inizio del terzo millennio. Sale si trova infatti in una posizione privilegiata che gli consente di analizzare in prima persona e studiare senza mediazioni molti incartamenti di enorme rilievo conservati negli archivi della Santa Sede. E proprio perciò quest’ultima sua opera, come altre che l’hanno preceduta, appare ricchissima. Soprattutto la parte in appendice costituisce un tesoro di note, appunti e documenti in molta parte finora riservati o top. secret Presenta, per esempio, notizie in presa diretta legate ai radiomessaggi di papa Pio XII del 1944 e del 1945, comunicazioni dei nunzi apostolici (gli ambasciatori del Vaticano all’estero), le trascrizioni dei commenti di Radio Mosca circa la politica del pontefice in quegli anni. E ancora promemoria, relazioni, dossier sulle foibe e sui massacri degli italiani nei territori occupati dalle forze titine nella Venezia Giulia e nella Dalmazia. «Il Novecento tra genocidi, paure e speranze»: eloquente fin dal titolo, il volume scritto dal gesuita non si limita alla Shoah, la sistematica carneficina degli ebrei ordinata da Hitler in tutta Europa. Con una visione cronologica delle tematiche al centro della trattazione comincia anzi da una delle stragi di massa maggiormente ignorate. Quella legata allo sterminio di oltre un milione di armeni da parte dell’impero ottomano all’inizio del Novecento. Orrenda escalation di blitz, dettata da motivi nazionalistici, contro una popolazione inerme definita anche il Metz Yeghern, o Grande crimine. Un’apocalisse che ancora oggi continua a venire negata dal governo turco. E che proprio nei giorni scorsi è stata la lontana origine dell’omicidio del giornalista armeno Hrant Dink, tra i più decisi nel rievocare quei tragici fatti del 1916 accusando di Ankara di non aver mai voluto riconoscere le proprie responsabilità storiche. Si parte dal congresso di Berlino e dai primi assalti armati contro le comunità che vivevano in questa regione del Vicino oriente. Per passare poi al colpo di Stato dei Giovani turchi, che, preso il potere, si resero responsabili del primo genocidio del secolo scorso. E concludere le posizioni assunte dalla Chiesa durante questi anni di terrore e morte.
 Mentre si avvicina l’anniversario della Giornata della memoria (27 gennaio) Giovanni Sale spiega nell’introduzione: «Alcuni contributi presentati in questo lavoro sono stati oggetto di un confronto costruttivo con altri studiosi di diversa provenienza culturale. Hanno così contribuito, in qualche modo, ad arricchire il dibattito degli ultimi anni, assicurandogli quel pluralismo di voci e posizioni di cui forse aveva difettato in un recente passato». Le pagine successive sono incentrate sulla carneficina degli israeliti compiuta dai nazisti e costata più di sei milioni di vittime. L’intero secondo capitolo del libro è così dedicato alle modalità attraverso le quali le gerarchie ecclesiastiche, singoli sacerdoti e fedeli affrontarono i drammi della Shoah in Germania e in Polonia, ma anche le tragiche conseguenze delle leggi razziali emanate dal fascismo in Italia. «Qualche autore accusa la Chiesa cattolica di aver fomentato sul piano ideologico l’odio verso gli ebrei e quindi di aver preparato la via dell’antisemitismo», sostiene ancora Sale, che rifiuta queste posizioni ed esibisce documenti top secret che proverebbero il contrario nonostante non convincano la comunità ebraica. In particolare si sofferma sul ruolo di Pio XII e sui rapporti messi in atto dalla Santa Sede per cercare di opporsi alla deportazione dei figli di David che vivevano in Ungheria. La seconda parte del volume, intitolata «Il secolo della paura», è invece riservata alla seconda guerra mondiale (con approfondimenti sulla legittimità della guerra aerea) e al «silenzio di Stato» che per troppo tempo è seguito alle foibe. Di speranza e attesa si parla infine nell’ultima parte: dai radiomessaggi del pontefice del 1944 sulla democrazia a quelli determinati dalla fine del conflitto in Europa, dalla cultura della coabitazione nel Mediterraneo tra cristiani musulmani ed ebrei ai nuovi sistemi di convivenza tra i popoli nel nostro Paese. Il materiale, comunque, non è soltanto di produzione vaticana. Lo studioso cattolico si è basato anche su fonti di provenienza differente con il sistema di verifica incrociata delle informazioni divenuto ormai patrimonio degli storici moderni. «Questi frammenti messi a disposizione non hanno la pretesa di enucleare una sintesi interpretativa delle complesse vicende del Novecento - è la conclusione del gesuita sardo - Alle vicende che ho narrato se ne potrebbero aggiungere naturalmente molte altre. In ogni caso l’intento di queste pagine non è di chiudere, o meglio di concludere una storia appena accennata, ma soltanto di suggerire una pista di lettura nuova, suscettibile di arricchimenti con altri apporti critici».
Pier Giorgio Pinna
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Sassari
Da oggi il seminario di fotografia e tecniche di ripresa televisiva 
SASSARI. E’ in programma da oggi a giovedì 25 gennaio, nell’àmbito delle attività previste dal laboratorio di Televisione del corso di laurea di Scienze della comunicazione, nella facoltà di Scienze Politiche, un seminario di fotografia e tecniche di ripresa televisiva. Il corso sarà tenuto dal telecineoperatore Carlo Garau. Le lezioni sono fissate nel pomeriggio, dalle 16 alle 18, nell’aula magna della facoltà in corso Angioi.
 La nuova sede del Master in Giornalismo è stata allestita in viale Umberto. I nuovi recapiti telefonici sono 079-2823124, 079-276939 (fax) e 079-2859050 (redazione Reporters). (m.d.)
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
«Qui non oziamo e siamo contenti di imparare un mestiere» 
La testimonianza dei detenuti-agricoltori dell’azienda inaugurata cinque anni fa 
ARBOREA. Don Giovanni Usai è nato sessant’anni fa ad Assolo,”il paese del mio cuore, bellissimo fra tutti i centri della Giara”. Il suo esordio come sacerdote lo vede viceparroco a Genoni: e sempre di Giara si tratta. “Una bella popolazione, purtroppo decimata dai fenomeni migratori”, dice. “Proprio agli anni di Genoni risale la mia prima scoperta del dramma della mancanza di lavoro”.
 Cappellano della colonia penale di Isili dal 1982, è dirigente scolastico a Terralba e doppio parroco: di Sant’Anna e di Tirìa. Oltre che deus ex-machina della comunità di “Sassu”. Domanda d’obbligo: dove mai trova il tempo per tutto e come se lo divide, ogni giorno che spunta? Risposta lapidaria: “Mi sveglio con il canto del gallo”.
 Tra le sue passioni, un posto di primo piano tocca alla linguistica. In questo campo don Giovanni ha lavorato a lungo - nei primi anni Novanta - con le Università di Sassari e Cagliari per l’atlante linguistico”ancora fermo al 1936, i tempi del Pellis”. Poi ha abbandonato. Perché? “Diciamo che non si tenevano nel conto dovuto le esigenze della mia terra natale”. Ed è tornato agli ultimi, gli esclusi. Quelli che non hanno strumenti di difesa. Dica la verità, don Giovanni: con gli ex detenuti si sente più realizzato che stando in parrocchia. “Come testimonianza sacerdotale non ho dubbi: sicuramente sì. Però mi sento e sono ancora parroco di Tiria e di Sant’Anna”.
 Ma i ragazzi di “Sassu” - di pelle chiara e di pelle scura - sono più”ultimi” degli ultimissimi parrocchiani. Messo a scegliere, don Usai ripensa a Benedetto.
 Emanuel Ogbonna Ezeh è un giovane nigeriano “felicissimo di stare qui” perché “ho già imparato moltissime cose in materia di agricoltura”. Safina Ingabire è una ragazza del Ruanda, a “Sassu” fa l’educatrice. Inizialmente scherza (“Mi intervisti dopo, ora devo prender posizione per farmi fotografare”), poi racconta la sua storia drammatica di profuga costretta a fuggire precipitosamente dalla sua terra per evitare il massacro. “Sono arrivata in Italia nel 1994, dopo il conflitto etnico avvenuto nel mio Paese (fra Tutzi e Hutu, ndr). Avevo già il diploma superiore in pedagogia. Ho conosciuto don Giovanni attraverso un missionario ruandese, ho perfezionato i miei studi qui da voi per cinque anni, dal 1998 al 2003. Adesso lavoro in comunità e mi trovo bene perché svolgo il mio ruolo di educatrice. Mi occupo di controllare i ragazzi e di aiutarli”.
 Walter Cadeddu è nato in questa zona e viene da Cabras. “C’è stato un periodo in cui ho avuto dei problemi, ho chiesto informazioni sulla comunità di don Usai e sono venuto qui temporaneamente, giusto per organizzarmi. Ma sono rimasto affascinato da questo posto e da circa due anni vivo a ‘Sassu’. Ho sempre fatto il lattoniere e ho messo a disposizione la mia esperienza: quando serve, sono pronto. Ho conosciuto anche il carcere, dove uno è costretto ad oziare per dodici ore. Qui è diverso, per fortuna, e l’ozio non esiste”.
 Dati alla mano, il mega orto dà produzioni abbondanti: carciofi, pomodori, finocchi, zucchine, melanzane, cavoli, patate, meloni, angurie, fragole, peperoni, lattughe di vario tipo.
 C’è anche una fungaia. Si raccolgono le pigne. I prodotti si vendono ai grossisti e in un box del mercato civico di Oristano. Dieci ettari di terra sono coltivati a granoturco, quattro a erba medica. Ora et labora, per l’appunto. 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie