Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 January 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 8 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis Pagina 24
I mille volti della dispersione scolastica
A volte le scuse per disertare le lezioni sono banali, del tipo "non ho più voglia di studiare", oppure "i professori non mi capiscono". Ma spesso sono gli stessi genitori a lasciare a casa i figli, perché le condizioni economiche non consentono di mandarli a scuola o per le troppe carenze del trasporto pubblico locale, dai piccoli medaus alle città. Alla fine, per un motivo o per l'altro, risulta davvero preoccupante la percentuale degli abbandoni scolastici che si registra nella Provincia di Carbonia Iglesias: quasi il 25 per cento, contro il 23 per cento dell'intera isola. La Provincia, i Comuni e i presidi delle scuole medie e degli istituti superiori del Sulcis Iglesiente si sono dati appuntamenti ieri al Liceo Scientifico di Carbonia con un obiettivo ben preciso: capire come combattere il fenomeno. Una soluzione semplice e a portata di mano non esiste, ma gli "addetti ai lavori", coordinati dalla Provincia, hanno iniziato a prendere in seria considerazione la necessità di creare sistemi di aggregazione fra scuole. Solo così si potranno avere maggiori possibilità di incamerare i fondi che un bando regionale Por mette a disposizione delle Province per gli interventi contro la dispersione scolastica. Sono in ballo un milione e mezzo di euro, da aggiudicare a patto che scuole ed istituzioni pubbliche non si presentino al bando con singoli progetti ma con programmi comuni e possibilmente affini. È per questo che ieri i presidi, gli assessori alla scuola e gli amministratori provinciali hanno cominciato a ragionare sui tipi di aggregazione che entro questa settimana verranno definiti. Lo hanno fatto sulla scorra delle indicazioni che sono state fornite da Silvano Tagliagambe, responsabile regionale scientifico dei progetti "Campus" e "Unisofia", dell'Università telematica della Sardegna. «È bene che le scuole - ha rammentato il professionista - entrino nell'ordine delle idee che per vincere questa scommessa occorrerà non più creare dei singoli Piani di offerta formativa, ma dei Pof a respiro provinciale». E la scommessa non sarà nient'affatto facile da vincere. I dati in possesso della Provincia rivelano che quasi il 25 per cento degli studenti delle scuole medie e superiori del territorio abbandona gli studi prima di giungere alla fine del percorso didattico. Il dibattito è perciò servito innanzitutto ad evidenziare i motivi principali che provocano l'abbandono dei libri. «Le condizioni economiche e la carenza del sistema dei trasporti fra i grandi centri e i borghi di campagna più isolati - analizza l'assessore provinciale Tiziana Frongia - sono fra le cause più ricorrenti, ma incidono notevolmente fra gli studenti delle superiori anche la necessità di cercare subito un posto di lavoro e la scarsa autostima degli alunni che sfocia poi nella mancanza di concentrazione e di motivazioni». Il lavoro di scuole, Provincia e Comuni non sarà quindi così semplice. Per abbassare la percentuale di dispersione scolastica nel territorio «occorrerà lavorare - conclude l'assessore Frongia - a progetti che vadano alla ricerca degli stimoli culturali e sociali, ma anche sulle singole attitudini caratteriali e scolastiche dei ragazzi maggiormente a rischio: investire su di loro è investire sul nostro futuro».
Andrea Scano
 
2 – L’Unione Sarda
Lavoro oggi Pagina 37
CONCORSI
Posti disponibili a Cagliari per differenti specializzazioni
L'Università assume ventuno tecnici laureati
L'Università di Cagliari assumerà, a tempo indeterminato, ventuno laureati da inserire nell'area tecnica, tecnico-scientifica ed elaborazione dati. Venti di loro saranno inquadrati con posizione economica D1 e uno con posizione economica Ep1 (per la direzione reti e servizi informatici di Ateneo). Titoli I venti laureati che concorrono ai posti con posizione economica D1 sono distribuiti per specifiche competenze in quindici diverse ripartizioni, per il cui accesso è richiesta una delle lauree indicate qui di seguito: psicologia (specialistica o quinquennale conseguita secondo il precedente ordinamento universitario), economia e commercio e scienze politiche ad indirizzo economico (vecchio ordinamento), scienze economiche o dell'economia e della gestione ambientale (triennali), scienze dell'economia o economico-aziendali (specialistiche); scienze biologiche (vecchio ordinamento o specialistica), chimica (vecchio ordinamento), scienze e tecnologie chimiche (triennale), scienze chimiche (specialistica), fisica (vecchio ordinamento, triennale o specialistica), chimica industriale o ingegneria (triennale, specialistica o vecchio ordinamento), ingegneria civile (vecchio ordinamento o specialistica), ingegneria civile e ambientale (triennale), matematica e geologia (vecchio ordinamento o specialistica), scienze geologiche o ingegneria per l'ambiente e il territorio (specialistica o vecchio ordinamento). Selezioni Per partecipare alla selezione per l'unico posto messo a concorso con posizione economica Ep1 (da destinare alla direzione reti e servizi informatici di Ateneo) è richiesto come titolo di studio il diploma di laurea specialistica in informatica, ingegneria o fisica. Inoltre, i candidati devono possedere una specifica qualificazione professionale che attesti almeno due anni di attività lavorativa in enti pubblici o nel settore privato nel campo delle telecomunicazioni (di cui almeno un anno con attività di progettazione oppure di direzione lavori). Domande Le domande di partecipazione alle selezioni, redatte in carta semplice, secondo lo schema allegato ai bandi (debitamente sottoscritte e indirizzate al Magnifico rettore dell'Università di Cagliari, settore concorsi, via Università 40, 09124 Cagliari), devono essere inviate entro lunedì 29 gennaio. Le domande possono essere presentate direttamente a mano negli uffici del Settore concorsi dell'Ateneo, siti in Cagliari in via Università 40, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13; oppure spedite per raccomandata. In questo caso la data sarà confermata dal timbro dell'ufficio postale. Informazioni Gli avvisi dei due bandi di selezione sono stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale 98 di venerdì 29 dicembre 2006. I testi integrali, unitamente ai moduli di domanda e agli altri allegati, sono affissi all'Albo ufficiale dell'Ateneo, ma anche consultabili nella pagina concorsi del sito internet www.unica.it.
Giuseppe Deplano
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 46
Indagine in carcere
Screening Tbc: metà dei detenuti risulta positiva
Il quaranta per cento dei 103 detenuti ospiti del carcere di Alghero e alcuni agenti della polizia penitenziaria sono risultati positivi al test della tubercolina. Non è stato invece rilevato alcun caso di tubercolosi. I dati sono emersi dallo screening effettuato dall'équipe di medici della Clinica di malattie infettive dell'Università di Sassari su richiesta del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Un'indagine ormai frequente in tutti gli istituti penitenziari soprattutto da quando la gran parte della popolazione carceraria è formata da extracomunitari o comunque da immigrati. Il passo successivo all'accertamento della positività dei detenuti alla tubercolina sarà l'approfondimento diagnostico. Tutti cioè saranno sottoposti a radiografie del torace per individuare eventuali focolai. Nel caso venissero individuati casi di Tbc verranno isolati nel reparto della Clinica di malattie infettive. Nei prossimi giorni i medici, in considerazione anche dell'allarme che si è creato soprattutto fra il personale del carcere, contano di effettuare incontri di informazione sanitaria. «Non c'è alcun motivo di preoccupazione, altrimenti avremo già adottato le misure previste in questi casi» ha detto uno degli infettivologi che ha partecipato allo screening. «Possiamo dire che la situazione riscontrata ad Alghero è nella norma, nonostante l'alta percentuale di positività possa indurre qualcuno a conclusioni allarmanti, ed è comune a quasi tutti gli istituti di pena. Sassari compreso». Ed è per questo che l'Amministrazione penitenziaria ha stipulato convenzioni con strutture sanitarie specializzate, come la Clinica di malattie infettive: «l'importante è testare con regolarità i detenuti con screening preventivi finalizzati ad individuare anche casi di epatite C, Aids, malattie sessuali. Solo così - sostiene l'infettivologo - possiamo scongiurare qualsiasi tipo di contagio anche nel caso in cui venisse riscontrato un caso conclamato di qualsiasi tipo di patologia». L'emergenza Tbc nelle carceri risale ormai ad alcuni anni. Nel settembre del 2004 i medici penitenziari si riunirono a Roma per discutere del problema. Allora su una popolazione complessiva di oltre 56 mila detenuti 10 mila erano risultati positivi al test per la tubercolosi.
Gibi Puggioni
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 47
Sassari. Valutazione immobili: bloccati 75mila euro
I costi esagerati della Commissione: la Regione boccia i progetti dell'Ersu
Quella commissione non s'ha da fare. L'Ersu di Sassari stanzia 75mila euro per coprire i costi di una nuova commissione tecnica per gli alloggi universitari, ma la Regione blocca tutto. Tutto parte da un bando pubblico con cui l'Ente per il diritto allo studio chiedeva che gli venissero offerti degli stabili da trasformare in nuove residenze per gli studenti universitari. Negli uffici dell'Ersu sono arrivate sette proposte, fra cui una del Comune di Sassari che offre l'ex hotel Turritania. Le buste con le offerte sono ancora in attesa di risposta. E la commissione proprio di questo dovrebbe occuparsi. Nelle intenzioni del Consiglio di amministrazione dell'Ente, per valutare la bontà delle proposte pervenute è necessaria un organismo ad hoc. Per questo nell'ultima variazione al bilancio 2006, il Cda aveva inserito 75 mila euro, alla voce, «spese per costituzione commissione valutazione offerte acquisizione nuove residenze universitarie». Voce depennata dall'assessorato regionale alla Pubblica istruzione, che ha dato il via libera alla variazione al bilancio, ma senza le spese per la commissione tecnica. Ok alla spesa di 180 mila euro per il personale, 3mila per gli organi dell'Ente, 68mila per le spese generali, 45mila per partite di giro, 38mila per gli incentivi agli studenti, 80 mila per la realizzazione del progetto Internet. Ma per quei 75 mila euro che avrebbero dovuto coprire i costi della commissione, niente da fare: per la Regione non possono essere iscritti a bilancio. Ora l'Ersu dovrà cambiare programmi, e affidare la valutazione degli immobili al personale tecnico interno all'Ente. Proprio ieri pomeriggio il Consiglio di amministrazione si è diviso sulle finalità di una eventuale commissione. Per una parte dovrebbe semplicemente stimare il valore delle strutture, per altri dovrebbe addirittura valutare in toto le offerte prevenute e indicare quelle su cui dirottare i 4 milioni di euro a disposizione per acquistare gli edifici. (v. g.)  

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Fatto del giorno
Se n’è andato il presidente che volle l’industria nell’isola 
CAGLIARI. Efisio Corrias, “il presidente della Rinascita”, è morto ieri alle 18,35 nella sua casa cagliaritana al quinto piano di Largo Gennari. Avrebbe compiuto 96 anni il 31 maggio. Figlio di un maresciallo dei carabinieri di Senorbì, era nato a Bagno di Romagna il 31 maggio 1911. Presidente del Consiglio regionale dal 1953 al 1958, ha guidato la Regione (giunte di centrosinistra con i sardisti e soprattutto con monocolori democristiani), dal 1958 al 1966. È stato presidente del Cagliari calcio dello scudetto, quello mitico di Gigi Riva. Eletto senatore per il collegio di Cagliari è stato (1970-1973) anche presidente del Cis (Credito industriale sardo).
di Giacomo Mameli
 Nell’ultima intervista rilasciata due anni fa alla Nuova, nel salotto della sua modesta casa cagliaritana di Largo Gennari, sotto Monte Urpinu, Efisio Corrias aveva insistito non poco sul suo credo politico più radicato: quello dell’industrializzazione, “motore fondamentale per far crescere la Sardegna, ieri come oggi”.
 Si cercava invano di parlare di attualità nazionale e regionale, si accennava ai commenti domenicali di Eugenio Scalfari su Repubblica, gli mancavano “molto” i commenti di un altro grande cattolico come lui, quelli di Carlo Bo sul Corriere della Sera (“erano lezioni di vita”). E poi anche l’amarcord dei successi del Cagliari di Gigi Riva rossoblu Rombo di Tuono. Sì, qualche commento extra si poteva strappare, ma lo faceva a malincuore, perché tornava al suo tema preferito, cone fosse un economista classico di fine Ottocento: l’industrializzazione, la modernizzazione di un’isola “ancora troppo legata all’agricoltura, alla pastorizia e al commercio”.
 Non aveva dubbi, come vent’anni dopo avrebbe fatto Mario Melis il sardista: “L’Isola può riscattare se stessa soltanto se avrà imprenditori più coraggiosi, se produrrà di più, se esporterà di più, se del suo mare farà un punto di forza non di debolezza”.
 Era stata una bella mattinata di fine maggio, poco prima della semplice festa in famiglia per i suoi 93 anni. E sembra di rivederlo, alto ed esile, a braccetto con le figlie Maria Rosaria e Paola, passeggiare tra piazza Palestrina e via Pergolesi. Stringe molte mani, risponde ai saluti, ai “complimenti” dei passanti. A chi gli chiede “come va presidente?” risponde con un sorriso e tre parole “Come Dio vuole”. E poi a casa, nel salotto, a sfogliare i giornali, a guardare la tv, a passare decine di minuti al telefono con un altro ex presidente di Regione, Giovanni Del Rio che abita a un centinaio di metri, nella zona di piazza Repubblica.
 Cattolico praticante come il padre Salvatore e la mamma Maria Intina di Bolotana, si forma a Cagliari dai Gesuiti alla Congregazione Mariana di San Michele, frequenta il liceo classico Dettori (“sì, quello di Antonio Gramsci”), si laurea in Giurisprudenza. A celebrare il matrimonio con la signora Maria Massa (scomparsa lo scorso novembre) è monsignor Ernesto Maria Piovella.
 Durante la seconda guerra mondiale comanda la compagnia esterna a cavallo di Dolianova e quella dell’Annunziata a Cagliari.
 La Sardegna di allora? “Erano anni tristi, economia di sussistenza, paesi senza luce né acquedotti, mancavano le scuole, pochi ospedali, c’era un abisso con i paesi della Romagna”.
 La scuola è quella dei Gesuiti. Rigorosa. Politica sociale, attenzione alle fasce deboli, è Efisio Corrias a fondare le Acli. Il fascismo è sconfitto, l’Italia torna alla democrazia. Si arriva al 1948, l’anno dell’Autonomia. La Sardegna è soprattutto democristiana. Presidente della Regione è Luigi Crespellani (Dc), a guidare il Consiglio c’è il sardista Anselmo Contu. Nella prima Giunta del dopoguerra Corrias diventa assessore alle Finanze, c’è da organizzare il “governo della neonata Regione”, non c’è un soldo. Il capo di gabinetto, Mario Massa, compra le prime scrivanie “con i soldi prestati dal rappresentante del Governo romano”. Ma la Sardegna ribolle. La malaria non è stata debellata, le faide imperversano, il banditismo è feroce, rapine e stragi in Barbagia, in Ogliastra vengono uccisi quattro carabinieri nell’assalto a un furgone portavalori. “Avevamo sì l’Autonomia ma come potevamo, in quelle condizioni, cambiare le cose?”.
 La svolta si ha con la richiesta di un Piano straordinario per la Rinascita. Roma dice sì a parole, nei fatti non sborsa una lira.
 “Noi chiedevamo finanziamenti aggiuntivi, il Governo centrale ci proponeva quelli sostitutivi, cioè nulla. Era stata una battaglia dura, anche all’interno della Democrazia Cristiana”.
 La Regione stenta a muovere i suoi primi passi, molti partiti nazionali mal sopportano la “specialità” conquistata dalla Sardegna “anche se nulla aveva a che fare con quella siciliana”. Anni di rodaggio difficile. “Roma voleva elemosinare e basta. Contrastare Palazzo Chigi non era facile neanche per noi democristiani”.
 Riemerge il passato, Corrias fa lunghe pause, poi dice: “Ma non dovevamo combattere solo con Roma. In Sardegna bisognava contrastare un individualismo esaperato, il parafulmine di tutto e di tutti era diventata la Regione. Che non aveva un soldo”.
 Il Piano di Rinascita diventa una richiesta di popolo. Soprattutto dei politici e dei sindacalisti. Al centro del Piano c’è la parola industria. A chi gli ricorda che viene definito “il presidente dell’industrializzazione” risponde: “Questo mi fa piacere. Non sono neanche oggi un pentito dell’industria. Mi farà piacere essere ricordato come il presidente che ha voluto le industrie. Qualche errore ci sarà stato, ma senza quelle poche industrie staremmo tutti molto peggio. Io e tutti i consiglieri regionali di quegli anni, di tutti i partiti, sapevamo che dovevamo far uscire la Sardegna dalla cultura pastorale, contadina e mercantile. Era necessaria l’industria. C’era in tutte le regioni, noi eravamo gli unici esclusi. Per ottenerla ci siamo battuti con forza”.
 Un presidente che fa gioco di squadra: “Pietro Melis il sardista era stato uno degli industrialisti più convinti. Anche Piero Soggiu, l’avvocato di Ghilarza. Melis citava in Giunta la rivoluzione industriale inglese che - ci ricordava - ha cambiato l’Europa”. Non abbonda in citazioni. “Dei politici del mio periodo ricordo Giovannino Del Rio, Paolo Dettori e Pietro Soddu. Dettori insisteva molto sugli investimenti in cultura, lo ossessionavano gli alti tassi di analfabetismo”.
 E dei “rivali” politici?
 “Ricordo Umberto Cardia, uomo di ottime letture, intelligenza viva, correttezza massima”.
 E altri? “No, non ricordo, ma sono vecchio. Ma quelli che ho citato hanno lasciato una traccia”.
 Parla piano, pesa le parole. Lo stesso stile traspare da un’intervista che negli anni ’60 gli aveva fatto lo scrittore Giuseppe Dessì per Radio Sardegna e che la Rai ha riproposto recentemente. Non parla volentieri della cronaca politica. “Non conosco bene le vicende di quella locale e regionale”. E quella nazionale? “Il livello si sta abbassando, è molto difficile coglierne il senso etico, il diritto privato prevale su quello pubblico. Più che politica la definirei interesse o somma di interessi”. Ricorda le sue prime dichiarazioni programmatiche come aveva fatto in un libro-intervista con Vindice Ribichesu: “Per me, per noi, per tutte le forze politiche lo sviluppo si poteva ottenere con la crescita industriale per ottenere la massima occupazione ed elevare il livello sociale dell’Isola”. Industria eternamente al primo posto. “Più Autonomia per più industria”, aveva ripetuto anche negli ultimi incontri.
 Quale Autonomia, presidente?
 “Quella che noi ci sappiamo conquistare e siamo in grado di governare. Oggi i soldi sono di più. Anche la Rinascita di domani dipende da noi”.
 
Pagina 2 - Fatto del giorno
Soru: «Autonomista convinto» 
Pisanu: con lui prime battaglie sul Piano di Rinascita 
LE ALTRE REAZIONI Eugenio Orrù: ero del Pci ma ne rispettavo la correttezza 
CAGLIARI. «Efisio Corrias è stato protagonista di un periodo importante della politica regionale, affermando il valore dell’autonomia nei confronti dello Stato centralistico». Così il presidente Renato Soru commenta la scomparsa dell’ex dirigente Dc. «Corrias - prosegue Soru - ha immaginato una Sardegna affrancata dal sottosviluppo attraverso il primo Piano di Rinascita».
 «Prese allora l’avvio - aggiunge Soru - il grande processo di modernizzazione della nostra isola. Attorno a questo progetto fu possibile unire l’impegno e la speranza dell’intera collettività regionale». Soru ha anche espresso «sincera partecipazione al dolore dei familiari».
 Vivo e diretto il ricordo di Beppe Pisanu: «La notizia della morte di Efisio Corrias mi tocca e mi addolora profondamente. La sua figura è legata alla mia giovinezza politica in Sardegna e alle prime grandi battaglie per il Piano di Rinascita». «Corrias - aggiunge l’ex ministro degli Interni - fu sicuramente tra gli uomini politici che contribuirono a dare dimensione nazionale alla questione sarda e poi a farla valere con grandi atti politici concreti, quale fu il finanziamento straordinario per lo sviluppo economico e sociale dell’isola». Al ricordo personale e alla valutazione politica Pisanu aggiunge il giudizio storico: «Assieme ad Antonio Segni, Corrias fu il politico che segnò una fase di ascesa della Sardegna sulla scena nazionale. Non dimentichiamoci che fu anche il presidente del grande Cagliari: la conquista dello scudetto fu uno dei segni forti della ascesa civile e politica della Sardegna in campo nazionale».
 Da un altro versante arriva la reazione di Eugenio Orrù, storico dirigente del Pci e oggi presidente della sezione sarda dell’Istituto Gramsci: «Con Efisio Corrias - dice Orrù - abbiamo militato su opposte sponde politiche, in tempi in cui i contrasti erano radicali. La sua leadership si è affermata in un periodo, quello della prima elaborazione del Piano di Rinascita, che ha segnato una svolta nella storia recente dell’isola. Gran parte di ciò che oggi è la nostra regione, nel bene e nel male, dipende dalle scelte che furono fatte allora e dal processo di riforme che Corrias contribuì in maniera decisiva ad avviare». «Pur nella differenziazione anche netta delle posizioni - prosegue Orrù - ho sempre avuto modo di apprezzare la grande statura intellettuale e morale di Corrias e la sua assoluta correttezza nei rapporti sia personali sia politici». Orrù fa confronti con il presente, con la qualità dei ceti dirigenti isolani di oggi: «Quello di Corrias era proprio tutto un altro stile. Lui aveva una caratura politica, intellettuale e morale che ai nostri giorni non sempre si ritrova».
 Tutto sul piano storico il giudizio di Antonello Mattone, direttore del Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari: «Corrias è stato presidente della giunta regionale dal 1958 al 1966. Il primo esecutivo da lui presieduto, un bicolore Dc-Psd’Az, rappresentava un passo importante nella direzione di una piena realizzazione, anche in Sardegna, della linea fanfaniana di apertura ai socialisti. Era un iniziale, prudente, spostamento a sinistra dell’asse della politica regionale e avviava la fase preparatoria della grande stagione che avrebbe portato all’elaborazione del Piano di Rinascita. Non a caso nella prima giunta Corrias entrò come assessore Paolo Dettori, che poi, da presidente dell’esecutivo, porterà a pieno compimento la strategia di progressivo allargamento delle basi della partecipazione democratica alla vita politica e istituzionale dell’isola». «Pur dentro i limiti di un sostanziale moderatismo - prosegue Mattone - Corrias aveva molto vivo il senso degli interessi collettivi, era animato da una visione della politica che manteneva al centro alcuni grandi valori ideali e sapeva esprimere una robusta capacità progettuale. La discussione che portò alla definizione del Piano di Rinascita lo vide protagonista, in un clima di confronto anche aspro, ma insieme di forte tensione intellettuale e morale».
Costantino Cossu 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Policlinico, uno scatolone di precari 
Non si placa la protesta a Monserrato, oggi assemblea sotto la Regione 
Il parco contrattisti rischia di restare fuori dall’azienda mista 
CAGLIARI. Ieri il rettore ha diramato un comunicato stampa per rassicurare gli «agenti sociosanitari» che al policlinico universitario, da quando esiste, si sono prestati a ogni servizio simil-infermieristico e ora rischiano di essere spazzati via dalla nascente azienda mista. Il rettore Pasquale Mistretta si è sbilanciato in una promessa: «... conto di far concretizzare le istanze dei lavoratori al tavolo dell’azienda mista». Oggi i 128 si riuniranno alle 12 sotto il consiglio regionale per dibattere della loro sorte con i consiglieri regionali. Ma il rettore dovrà dire come intende impegnarsi anche per gli altri precari del policlinico: i medici a contratto che assistono i pazienti, fanno i tutor degli studenti, mandano avanti gli ambulatori.
 Sui cosiddetti ausiliari: «La nostra richiesta è che venga riconosciuta loro la formazione fatta in tutti questi anni idonea, oggi, a svolgere gli atti professionali da sempre compiuti. Chiediamo che siano inseriti in un sistema di tirocinio perché si arrivi a formalizzare la loro competenza professionale». Altrimenti nessuno di loro può sperare di essere inserito in un’azienda mista Regione-Università che potrebbe avvalersi degli ausiliari dell’Asl 8 ai quali sono stati fatti i corsi di formazione necessari, titolo ora indispensabile per il riconoscimento economico e professionale. «Chiederemo all’università quali mansioni sono state svolte da loro in questi anni - dice ancora Pirarba - in modo che sia sancito ufficialmente cos’hanno fatto davvero: venivano assunti soltanto come addetti alle pulizie». Ma non sarà l’unico problema del policlinico che dovrà essere portato al tavolo dell’azienda mista. Finora il policlinico non è mai stato presentato come un problema in se’: a proposito di azienda mista hanno tenuto banco i dissapori tra ospedalieri e professori universitari, le preoccupazioni degli ospedalieri del San Giovanni di Dio per il destino della struttura più vecchia della città, il toto-direttore che dovrà gestire la nascita dell’azienda mista, le nomine dei direttori dei dipartimenti, mai una volta che si sia toccato il tasto «policlinico». Nell’ufficialità se ne parlava soltanto in occasione delle inaugurazioni di nuovi edifici, la percezione generale era che la struttura di Monserrato fosse una scatola pronta da conferire nell’azienda mista. Invece, in queste ultime settimane, stanno saltando fuori problemi sconosciuti ai più. Come quello del parco medici a contratto che lavorano per 1.200 (aggiornato di recente a 1.500) euro al mese, non hanno diritto a ferie, malattie, maternità (qualcuno ci riesce, ma per grazia ricevuta dal direttore della struttura), assicurano le prestazioni ambulatoriali i cui utili vengono ripartiti interamente tra i professori universitari. I medici a contratto sono rimasti impigliati nell’organizzazione fortunosa del policlinico per un destino baro: studenti della facoltà, interni dei reparti, si sono laureati a ridosso dell’apertura del bellissimo ospedale e, col contratto libero professionale di alta specializzazione, hanno cominciato nel più grande entusiasmo. Oggi si capisce bene che i bilanci fatati del policlinico (mai in rosso, mai un appunto pubblico) dovessero molto a questa forza lavoro precaria e capace. Il gruppetto di 50 si divide tra assistenza ai malati e turni di guardia, senza dimenticare la ricerca e il tutoraggio degli studenti, quest’ultimo lo dovrebbero garantire anche i ricercatori, ma nessuno li obbliga e loro si defilano. L’azienda mista è alle porte e i medici precari non hanno la certezza che il tempo trascorso qui (8 anni) costituisca titolo per passare alla nuova struttura. Non sono universitari nonostante conducano sperimentazione clinica e garantiscano i tutoraggi degli studenti, non sono ospedalieri nonostante mandino avanti le strutture. Un loro pari ospedaliero guadagna tre volte tanto, almeno. Anche loro, per esistere, dovranno mostrarsi pubblicamente in sit in sotto le finestre del consiglio regionale?
Alessandra Sallemi
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 32 - Nazionale
Parla il presidente dei due atenei nuoresi, pubblico e privato 
Russo: l’università avrà nuovi corsi 
«Conflitto d’interessi? No, sono stato scelto come punto d’equilibrio» 
Nino Bandinu
 NUORO. Presidente, allo stesso tempo, dell’università pubblica e privata. Non è una contraddizione in termini? Non c’è conflitto di interessi? Alla domanda Sergio Russo risponde: «Credo di essere stato scelto come punto di equilibrio tra le due realtà».
Appare un po’ contrariato il presidente Sergio Russo, presidente dell’università pubblica oltre che di quella privata, dopo la pubblicazione del suo programma “rivoluzionario” sul futuro dell’ateneo nuorese. Imbarazzato, forse, dai rumori di fondo che provengono dagli ambienti dei consorziati (Comune e Provincia) e dai partiti del centrosinistra, che non sembrano aver gradito il taglio della “privatizzazione” dato al programma, da parte di un presidente che viene dall’Ailun.
 «Avrei preferito - dice infatti con tono dispiaciuto - che il dossier venisse esaminato dalle assemblee e dagli enti consorziati prima che apparisse sulla stampa». Ma i tempi dell’informazione, purtroppo, non coincidono (e meno male) con quelli della politica. Questo anche Russo lo sa, e continua precisando: «La mia era soltanto una proposta, che doveva innanzitutto essere sottoposta a Comune, Provincia, oltre che ai partiti partiti di riferimento. Agli azionisti compete infatti la condivisione, poi la proposta dovrà essere confrontata con le due università di Cagliari e di Sassari».
 Questo il percorso che secondo Russo doveva seguire il dossier, ma così non è stato. Il presidente comunque non ne fa un problema insormontabile. Ciò che conta per lui è il progetto.
 «L’importante - sottolinea - è avere un progetto vero, originale, ambizioso e fattibile. Dovere del Consorzio era quello di elaborarlo e proporlo. E questo è stato fatto. Ora attendiamo». Sergio Russo dunque si mette in attesa, ma il momento non sembra dei migliori.
 Nei giorni scorsi, infatti, il ministro nazionale ha annunciato che non ci saranno nuovi corsi e facoltà per le piccole università di provincia. Nuoro resterà, quindi, tagliata fuori?
 «Va detto che nel riordino preparato dal ministro - precisa Russo - saranno comunque privilegiate le sedi che hanno ragione di esistere, perchè sono sedi hanno storia, progettualità e numero di iscritti. La sede di Nuoro inoltre è stata istituita con una legge dello Stato. I corsi nuoresi sono sì gemmati con Cagliari e Sassari, ma la legge istitutiva è dello Stato. La differenza sta tutta qui e non è poco. Per questo resto convinto che Nuoro potrà contare su un ampliamento della gamma dell’offerta». Che in altre parole vuol dire corsi nuovi e forse una facoltà autonoma. I rumori di fondo però non sono solo su questo. Il mugugno di enti consorziati e partiti è soprattutto sul nuovo «sistema integrato», precisamente pubblico-privato, che propone un presidente che arriva dall’università privata. È una contraddizione?
 «Il problema - risponde Russo - è di una idonea integrazione di due esperienze diverse e di competenze acquisite. Se le une si integrano con le altre, l’offerta ne uscirà più ricca». E sulla doppia presidenza, che dice Russo? «Io credo - conclude - di essere stato nominato per trovare un punto di equilibrio, anche con la finalità di una più alta qualità per l’univerità nuorese. Anche per questo credo di aver proposto il nuovo progetto».

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie