Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 January 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 5 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Impresa Oggi Pagina 29
Credito I confidi sardi chiedono risorse per prestare garanzie alle società
Più fondi dalla Regione
«Ma vanno rivolti ai consorzi meritevoli»
I confidi si preparano alla sfida di Basilea 2. Il loro ruolo sarà importante: dovranno prestare garanzie "a prima richiesta" in favore delle imprese (la banca, in sostanza, si rifa sull'azienda e sul confidi nel caso in cui il debitore non paghi). Ma per centrare l'obiettivo l'imperativo è crescere, anche attraverso fusioni. Ci stanno pensando il consorzio della Confindustria (Confidi Sardegna) e quello dell'Api Sarda (Sardafidi). L'aggregazione potrebbe avvenire già nel 2007. «Ci stiamo lavorando», spiega Giovanni Cavalieri, presidente di Confidi. «Ce lo chiede Basilea 2, ma anche la Regione». Proprio dalla politica i confidi cercano di ottenere risorse per rimpinzare i fondi rischi dei propri bilanci. «Succede in tutta Italia», continua Cavalieri, «noi invece non vediamo soldi da almeno dieci anni. Se la Regione potenzia i fondi rischi», prosegue, «i consorzi potranno moltiplicare le garanzie prestate, con evidenti benefici per le imprese». Sulla strada delle fusioni, invece, ha fatto passi in avanti la Legacoop. Il suo consorzio (Coop Fidi) si è aggregato con quello di Confcooperative. Il confidi unitario si chiamerà Fidicoop Sardegna e sarà attivo da gennaio del 2007. «Le integrazioni», commenta Riccardo De Lisa, professore di Economia degli intermediari finanziaria all'Università di Cagliari, «sono importanti e sosterranno meglio le aziende con più difficoltà nell'accesso al credito. Sarà però decisivo», continua, «il ruolo della Regione nell'erogare controgaranzie e fondi solo ai consorzi meritevoli». BankitaliaC'è poi un altro tassello che i confidi stanno cercando di sistemare. «Entro il 2007», osserva il numero uno di Sardafidi, Enrico Gaia, «completeremo il processo di accreditamento in Banca d'Italia, per diventare intermediari finanziari secondo l'articolo 107 del Testo unico bancario». La trasformazione migliorerà la qualità delle garanzie prestate. «Bankitalia», prosegue Gaia, «richiede una capacità di intermediazione pari a 75 milioni di euro: Sardafidi ha già raggiunto gli 80 milioni e per fine anno punta ai 100». (lan. ol.)
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
Il caso. Sono a rischio 128 posti a tempo determinato
Policlinico, precari in lotta: «Lavoriamo in prima linea»
Continua oggi la protesta degli ausiliari precari del Policlinico universitario: quattro di loro sono stati indicati per partecipare a un confronto con gli esponenti politici e di partito
"Basta con il personale usa e getta". È solo uno degli striscioni che ha fatto da scenografia al primo giorno di protesta dei 128 ausiliari del Policlinico di Monserrato. Prime vittime del nuovo organico dell'Azienda Mista che potrebbe non includere il personale già esistente seppur a tempo determinato: non vogliono rinunciare ai 920 euro mensili. La protesta è stata organizzata nel giorno dell'incontro sull'approvazione del Piano sanitario regionale. «Non siamo figure qualunque del mondo ospedaliero. Abbiamo un'esperienza fatta di tanto lavoro e serietà che nessuno vuole riconoscerci se pensano di buttarci in mezzo a una strada», dice Stefano Fadda. «Ricordo ancora quando al Policlinico non c'erano neppure i letti nuovi e abbiamo dovuto pulire tutto». Come Fadda tra i primi assunti c'erano anche Giuseppe Pitzianti e Sergio Pisu: «Forse non siamo in prima linea nella sanità rispetto a ruoli più nobili, ma facciamo davvero lavori da prima linea senza risparmiarci per fare sì che tutto funzioni 24 ore su 24 per i pazienti». Quattro dei 120 precari sono stati scelti per il tavolo di confronto: Marinella Spano, Francesco Locci, Gianfranco Angioni, Andrea Pinna hanno incontrato gli esponenti politici e di partito. «L'anno scorso, e molti altri fin dal 2000, hanno partecipato a un concorso pubblico che parlava di tempo determinato senza fissare una data. Vinto il concorso si è passati alla rotazione che per alcuni è durata tre mesi, per altri sei o nove. Ora pretendiamo risposte». Ieri hanno trascorso una giornata e una notte all'addiaccio per denunciare il rischio della perdita del posto di lavoro. Oggi si replica. «Come noi sono in bilico anche medici specialistici e infermieri voluti dall'Università ma con contratti a tempo determinato», dichiarano gli agenti socio-sanitari che turneranno per portare avanti la loro protesta sino alla risoluzione. «Si vive sempre in bilico senza sapere nulla sul futuro», spiegano davanti agli striscioni. «Ma vogliamo capire perché il nostro concorso pubblico non ha determinato inizio e fine del contratto. Quando servivamo tutto era perfetto, ma quando tutto cambierà ci sostituiranno. Il guaio è che per non perdere il posto in graduatoria, vinto con il concorso, non abbiamo partecipato ad altri bandi né fatto altre esperienze. E se arriva un altro concorso chi lo spiegherà che noi stavamo lavorando da anni per i malati e per offrire un servizio ospedaliero che senza di noi non sarebbe potuto andare avanti»? Oggi alle 9.30 i capigruppo dei partiti del Consiglio Regionale incontreranno i lavoratori per ascoltare i progetti dei 128 precari e trovare una soluzione. L'obbiettivo lo spiegano i sindacati: «Fare firmare un ordine del giorno per avere dal Consiglio le risposte e un contratto sicuro».
Beatrice Saddi
 

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Attualità
Al centro dell’incontro il caso dei Policlinici universitari 
Vertice Turco-Mussi 
E dell’assistenza sanitaria si parlerà a Caserta 
«La ristrutturazione dei centri ospedalieri deve rientrare nel capitolo grandi opere del programma di governo» 
ROMA. La situazione dei Policlinici italiani sarà oggetto di un vertice che si terrà domani mattina tra i ministri della Salute Livia Turco e della Ricerca Fabio Mussi. Al centro dell’incontro ci sarà soprattutto il nodo del rapporto tra sistema sanitario e sistema universitario, in modo da poter arrivare - spiega una nota dei ministeri - a un’ipotesi di riforma da discutere con le regioni, le Università e gli altri soggetti interessati. «Ci vediamo per prendere di petto la questione affrontandola alla radice», ha spiegato ieri Mussi, per il quale «oggi c’è una situazione confusa, in cui le responsabilità sono incerte, che deve essere riformata». Lo scandalo del Policlinico romano Umberto I continua a suscitare reazioni.
 Ieri mentre i carabinieri dei Nas entravano in decine di ospedali italiani, l’argomento teneva banco anche tra i ministri più direttamente interessati. E in attesa che i Nas presentino i risultati delle loro ispezioni alla Turco e al presidente del consiglio Romano Prodi, tra le questione da risolvere c’è anche il futuro del principale ospedale capitolino e gioiello dell’università «la Sapienza», che qualcuno ha proposto di chiudere. «E’ una questione di spazi fisici - ha detto Mussi - e quindi di più facile definizione. La vera questione è la natura dei policlinici e quindi i rapporto tra sistema universitario e sanitario». Un’idea più precisa in merito sembra averla Livia Turco: «Molti sembrano concordare sul fatto che sia più economico e funzionale costruirlo ex novo che affrontare una ristrutturazione di quello storico», ha detto il ministro della Salute, spiegando che comunque del futuro del Policlinico si parlerà durante i già previsti incontri con il governatore del Lazio Marrazzo.
 Ma più in generale di ospedali, e non solo di Policlinici, si parlerà domani e dopodomani anche a Caserta, durante il vertice che il governo terrà sulle riforme. Ad annunciarlo è stata sempre Livia Turco che punta a far rientrare anche la ristrutturazione del patrimonio sanitario tra i progetti delle grandi opere. «Un progetto che coinvolga le competenze delle infrastrutture, dell’alta tecnologia, della salute, - ha detto il ministro -. Per gli ospedali e per il territorio. Una rete mirata a rimodernare e ricostruire».
 Sulla vicenda del Policlinico Umberto I ieri è intervenuta anche l’associazione Giuseppe Dossetti, rilevando come in realtà tutti, dal direttore sanitario dell’ospedale, all’assessore regionale alla sanità Battaglia, al tribunale del malato, tutti conoscevano la situazione del nosocomio romano: «Cambiare i vertici regionali renderebbe giustizia e darebbe nuova fiducia ai cittadini».
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
LITE TRA ATENEI 
Cagliari boccia una laurea presa a Sassari 
SASSARI. L’università di Cagliari non ammette a un concorso Siss i laureati in arrivo dall’ateneo sassarese, non riconoscendone i titoli. E neppure la presa di posizione di una preside serve a far cambiare idea al funzionario di Cagliari. Il caso lo denuncia Valentina Pinna, 28 anni, laureata in Lingue che ha sostenuto tutti gli esami di tedesco, ma non può partecipare al concorso per l’ammissione alla Scuola di specializzazione per insegnanti.
 
Pagina 6 - Sardegna
Dottoressa in lingue non ammessa ai corsi per docenti 
La laurea presa a Sassari non ha valore a Cagliari? 
SASSARI. I due atenei della Sardegna parlano una lingua diversa, e a qualche studente, per farsi capire non basta un interprete. Accade, per esempio, che l’università di Cagliari non ammetta a un concorso Siss i laureati che provengono dall’ateneo sassarese, non riconoscendone i titoli. E neppure la presa di posizione di una preside serve a far cambiare idea all’irremovibile funzionario del Capo di sotto.
 Valentina Pinna, 28 anni, sassarese, laureata in Lingue all’università di Sassari, ha scoperto di avere conseguito un titolo che, di fatto, ha una validità provinciale. A lei, che nei quattro anni ha sostenuto tutti gli esami di lingua tedesca, non è consentito partecipare al concorso per l’ammissione alla Scuola di specializzazione per la formazione degli insegnanti, indirizzo Lingue straniere. Alla faccia del riconoscimento europeo dei titoli di studio.
 «Ho fatto questa brutta scoperta la scorsa estate - spiega Valentina Pinna -. Il 24 agosto il coordinatore post lauream dell’università di Cagliari mi ha scritto dicendo che la mia domanda di ammissione al concorso veniva respinta, facendo riferimento al decreto 30/1/1998, n.39».
 In sostanza la domanda veniva rigettata perchè, secondo la segreteria di Cagliari, gli esami di lingua tedesca sostenuti non erano sufficienti.
 A quel punto la preside della facoltà di Lingue di Sassari, Giulia Pissarello, ha scritto al responsabile dell’ufficio post lauream, Andrea Damasco, per sostenere le ragioni della neolaureata. «Nell’indirizzo che ho seguito - prosegue la giovane - il biennio di specializzazione si articolava in due indirizzi: quello Storico-letterario-culturale e il Linguistico-filologico-glottodidattico. Scegliendo quest’ultimo ho dovuto sostenere dieci annualità della lingua quadriennale, ovvero il tedesco, con la relativa prova scritta, e una annualità della lingua triennale con la prova scritta».
 Secondo la preside Pissarello, queste annualità, elencate nella certificazione di laurea come Tedesco I e Tedesco II, devono essere intese a tutti gli effetti come continuazione del terzo e quarto quadriennale degli esami di Lingua e Letteratura tedesca 1 e 2.
 «Forte di questo sostegno - prosegue Valentina Pinna - a settembre mi sono presentata alle selezioni per il corso, ma non mi è stato concesso di partecipare. Un’umiliazione enorme. Non si capisce perchè le due università parlino due lingue diverse».
 Nei mesi seguenti il dialogo tra la dottoressa e l’ufficio post lauream dell’università di Cagliari è proseguito con varie e-mail e una lunga serie di telefonate.
 «A novembre ho presentato un’istanza al rettore di Cagliari - sottolinea l’interessata -. Per telefono mi hanno detto che se ne discuterà nel prossimo consiglio accademico. Intanto però io ho perso un anno e soprattutto non so ancora cosa posso fare della mia laurea. Non riesco a capire come sia possibile che un titolo così importante non possa venire speso neppure all’interno della stessa regione. In sostanza questa laurea è a tutti gli effetti un titolo “provinciale”. Il fatto preoccupante è che dal mio corso stanno venendo fuori altri laureati. Cosa potranno fare con quel titolo? Se le porte per la scuola di specializzazione sono chiuse, è bene che gli studenti vengano avvertiti per tempo e che la non spendibilità del titolo sia nota a tutti. Già al momento dell’iscrizione».
Andrea Sini
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Olbia
Olbia, città della dispersione 
In molti abbandonano i banchi prima del tempo 
SCUOLA Un’indagine del Comune 
OLBIA. Arrivano in quinta superiore trascinandosi una zavorra di insuccessi. Appesantiti da scelte scolastiche sbagliate e orientamenti culturali errati il 60 per cento degli studenti olbiesi si prepara al diploma dopo aver collezionato uno o due anni di ritardo. A fotografare l’istantanea del sistema scuola in città l’Osservatorio comunale permanente sulla dispersione.
 Il gruppo di lavoro coordinato dall’assessore alla Pubblica Istruzione Paolo Calaresu (nella foto) presenterà i risultati dell’indagine sugli istituti cittadini giovedì pomeriggio alle 17,30 nell’auditorium del tecnico Deffenu.
 L’iniziativa fa parte del “Settimo salone dello studente”, tre giornate durante le quali le scuole superiori presenteranno l’offerta formativa ai visitatori con l’obiettivo di orientare le scelte degli alunni della terza media. La vetrina sarà ospitata nel piano terra del palazzo Expò, in via delle Terme. Domani dalle 15 alle 18, giovedì dalle 8,30 alle 13, dalle 15 alle 18 e venerdì dalle 8,30 alle 12 genitori e scolari potranno sbirciare tra gli stand alla ricerca della scuola giusta. I picchi di dispersione scolastica e di insuccesso in città si registrano proprio in corrispondenza delle prime classi superiori. «L’obiettivo del salone - spiega l’assessore Calaresu - è proprio quello di fornire il massimo delle informazioni agli studenti per consentire loro di fare scelte ponderate». La vetrina sarà anche l’occasione per presentare la ricerca condotta dall’Osservatorio comunale e riferita all’anno 2002-2003.
 A differenza della prima indagine che aveva focalizzato l’attenzione solo sugli alunni, il lavoro di quest’anno ha dato voce anche ai docenti. Dal punto di vista del rendimento i risultati non sono molto confortanti anche se il tasso di dispersione, sia alle medie che alle superiori, si è abbassato: dal 2,38 per cento all’1,13 per cento nelle prime, da 10,69 per cento all’8,49 per cento nelle seconde.
 Secondo i docenti sarebbero principalmente due le cause di questi numeri: lo scarso coinvolgimento delle famiglie nella vita scolastica dei figli e gli orientamenti culturali che dominano nella società. L’assessore Calaresu punta il dito anche contro le continue riforme della scuola, fatte sia dal centrodestra che dal centrosinistra.
 «Il mio non è un ragionamento politico - precisa -. Dico semplicemente che il sistema scuola ha bisogno di continuità per uscire da questa crisi».
 Alla presentazione ufficiale dello studio parteciperanno anche la responsabile dell’osservatorio Anna Maria Chessa, il sociologo Matteo Sartor, le psicologhe Laura Deledda e Giovanna Frigo, Anna Burrai, neo laureata in scienze dell’educazione che ha preparato una tesi sul sistema scolastico olbiese. (se.lu.)

Questionnaire and social

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