Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 January 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 18
Ha ricordato i grandi maestri
La commozione di un personaggio schivo
Poche parole, un sincero ringraziamento ai tanti colleghi presenti e un devoto ricordo dei suoi maestri. «Se ho svolto con dignità il mio lavoro, lo devo a loro». Ed ha concluso: «Questo libro e questo convegno mi sembrano davvero troppo. Il giudizio spetta ai miei studenti e a quanti mi sono stati compagni di strada». A quel punto l'atmosfera accademica della celebrazione, nell'austera aula magna del Rettorato, è stata infranta da un caloroso applauso durato diversi minuti. Una vera standing ovation. Come a teatro. E lui, il festeggiato, si è ritrovato come l'attore protagonista sul proscenio a ricevere le congratulazioni del suo "pubblico". La serata era tutta per Sandro Maxia, decano degli studiosi di letteratura italiana contemporanea, in pensione già da qualche anno, ma sempre in campo con nuovi studi e partecipazioni a convegni e seminari. Occasione della celebrazione la presentazione di un poderoso volume a lui dedicato: "La coscienza e il coraggio, esperienze letterarie della modernità" (AM&D edizioni), 864 pagine, 45 autori, con saggi che spaziano dalle grandi opere che hanno segnato la letteratura moderna (Foscolo, Manzoni, Leopardi) ai classici del Novecento (D'Annunzio, Pirandello, Montale, Calvino, Mortavia, Fenoglio, Salvatore Satta, Pasolini, Zanzotto e molti altri). Il volume - edito con la collaborazione del Banco di Sardegna e inviato a tutte le biblioteche delle università italiane - non si ferma all'analisi di scrittori e poeti del passato, ma analizza gli scenari attuali e le prospettive future di «una letteratura che cerca da tempo - come ha sottolineato ieri Romano Luperini dell'università di Siena - di uscire dai confini e dai limiti del provincialismo». Sandro Maxia è stato tra i primi ad approfondire gli studi sugli scrittori del nostro tempo e, non a caso, ha avviato a Cagliari la cattedra di letteratura contemporanea nell'ormai lontano 1969. Dalle sue lezioni sono uscite generazioni di studenti e ricercatori che hanno dato vitalità e impulso alla facoltà di Lettere. All'età di 74 anni (ha tenuto a precisare) Sandro Maxia oggi raccoglie il frutto del suo appassionato lavoro di studioso, docente e dirigente (è stato preside e responsabile del Dipartimento di italianistica). Personaggio schivo e modesto, amato dagli allievi che ha sempre seguito con grande attenzione sino alla laurea, ieri non è riuscito a trattenere una certa commozione davanti al rettore Mistretta, a tanti docenti e studenti. Ha ringraziato tutti sottolineando l'esempio dei suoi maestri: il novantenne Antonio Romagnino, che non è voluto mancare all'appuntamento, il filosofo Antonio Pigliaru che lo chiamò a collaborare alla rivista Ichnusa, e il grande storico della letteratura Giuseppe Petronio.
Carlo Figari
 
Cultura Pagina 18
Università. Celebrata ieri in Rettorato con un convegno e un libro l'attività del professore cagliaritano
Sandro Maxia, una vita per la letteratura
Decano degli studiosi di italianistica contemporanea e autore di importanti saggi, prestigioso docente
 L'occasione del settantesimo compleanno di Sandro Maxia è all'origine dell'incontro di ieri in Rettorato a Cagliari e della miscellanea di scritti raccolti nel bel volume edito dalla AM&D. La corposa serie di saggi firmati da critici, docenti e letterati non è stata progettata nelle sue coordinate temporali, né in quelle tematiche, ma guidata dall'intento di fare emergere possibili relazioni tra l'autorevole studioso e quanti hanno risposto all'invito di contribuire a questo omaggio affettuoso con sentimenti di calorosa generosità. Mediante il linguaggio critico e l'impegno intellettuale si apre un dialogo che travalica la ricorrenza immediata e nel contempo restituisce l'immagine scientifica e umana dell'amico, del collega, del maestro. È bene ricordare che Sandro Maxia è decano degli italianisti contemporaneisti e che ha ricoperto, a partire dal 1969, una delle prime cattedre italiane della disciplina esercitando a Cagliari, per moltissimi anni, l'unico e fondamentale magistero della letteratura italiana moderna e contemporanea, che ha formato in Sardegna generazioni di insegnanti e di studiosi, i quali hanno acquisito strumenti conoscitivi e metodi d'indagine aggiornati e hanno sviluppato una sensibilità e un gusto speciali per la letteratura contemporanea e per i contesti artistici e culturali connessi. Conformi a questa primaria fisionomia dell'insegnante e dello studioso sono le testimonianze che, al di là dei semplici limiti cronologici, delineano nel volume gli scenari della modernità e comprendono, con la stessa necessità, sia i nomi chiave della narrativa e della poesia del Novecento, dagli inizi del secolo fino ai fenomeni letterari dell'oggi; sia nuovissime letture di classici, opere-incunabolo della letteratura moderna. Una carriera didattica e scientifica, peraltro a tutt'oggi creativa e vivace, viene dunque celebrata con l'incontro di ieri e con il volume appena edito. Le ricerche di Maxia hanno passato al setaccio la letteratura italiana. In particolare quarant'anni di critica sveviana hanno ininterrottamente convalidato l'efficacia fondativa della Lettura di Sandro Maxia negli studi su uno scrittore che, anche grazie a quelle pionieristiche analisi, avrebbe conosciuto nella cultura italiana e internazionale la diffusione e l'intelligenza che sono oggi quasi a livello di massa e a cui già lo aveva consacrato, col suo lungo sguardo, una raffinata élite di artisti. Non diverso acume critico Maxia ha mostrato negli studi su Federigo Tozzi, precorrendo risultati che la critica successiva avrebbe poi confermato con l'illuminante individuazione delle letture e dei contesti culturali tozziani. Fiuto da anticipatore, dunque, tanto nel riconoscere gli scrittori più rappresentativi del Novecento italiano e nel metterne a fuoco l'eccezionalità delle esperienze artistiche, quanto nel rilevare l'adeguatezza delle opere alla modernità. Il modello conoscitivo di Sandro Maxia, maestro di pensiero e non di ideologie, restituisce una realtà artistica e non una teoria: gli esemplari studi condotti sulle opere di D'Annunzio, di Montale, di Gadda sono contraddistinti da una tensione critica che, pur rifuggendo dalle semplificazioni, fuga efficacemente le nebbie che spesso nascondono il senso dell'opera al lettore ingenuo, adempiendo a quel compito civile del critico, per cui - come ha scritto Spinazzola - essere aiutati a leggere è un diritto dei lettori. Maxia è uno studioso che esercita l'intelligenza critica con modalità garbate e civili, mai gratuitamente polemiche anche quando, mosso da un costante desiderio di leggere e rileggere, sottopone a fulminanti verifiche sistemazioni critiche canoniche e scontate; l'adesione a paradigmi sperimentati non è mai dimentica dell'eventualità che si possano imprimere nuove e inopinate direzioni alla tradizione interpretativa e che anche monumenti consolidati possano essere minati in nome delle esclusive ragioni del testo. Grazie ad una personalissima sensibilità artistica, fondata su una vasta e solida cultura letteraria e filosofica, alimentata da una curiosità intellettuale tanto antidogmatica quanto ironica e vivace, Maxia è un acutissimo decifratore di segni letterari. Nel suo metodo critico, il testo è sempre al centro di una serie di relazioni che da lì muovono verso serie sempre più esterne, ma rigorosamente considerate nei loro nessi con l'opera letteraria per vagliarne l'apporto mediato di significati che nel testo convergono. Perciò, nel rispetto della dialettica intrinseca all'opera d'arte, fra le componenti strutturale e intertestuale e storica e culturale, ha saputo conservare un atteggiamento intellettuale e uno stile critico egualmente equilibrato, sia durante la stagione critica del materialismo storico - quando è stato fedele al suo maestro Petronio - sia quando invece, discorde da quell'insegnamento, nell'epoca dell'autonomia del significante, ha accolto i principi del formalismo e dello strutturalismo. Anche in quel momento, grazie a maestri come Alberto Mario Cirese, Luigi Rosiello e Gillo Dorfles e a giovani intellettuali come Maxia, l'Università di Cagliari è stata un creativo laboratorio di esaltanti esperienze didattiche e culturali.
Giovanna Caltagirone
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Oristano Pagina 20
Università. Al Chiostro del Carmine riapre la sezione. Prevista una Summer school
Archeosub, un ateneo mediterraneo
Unico corso in Italia, sarà gemellato con Tunisia e Marocco
Le iscrizioni sono bloccate già da due anni, ma il corso di laurea in Archeologia subacquea potrebbe ripartire presto. Sarà l'unico in tutta Italia e a Oristano per frequentare le lezioni dovrebbero arrivare anche studenti tunisini e marocchini. I soldi per riaprire il corso è pronta a tirarli fuori la Regione, che ha deciso di appoggiare la proposta della Provincia e del Consorzio Uno per creare al Chiostro del Carmine un centro di ricerca e studi sottomarini di importanza internazionale. Come minimo a livello mediterraneo. Per mantenere il corso di laurea ci sarà bisogno però di almeno 270 mila euro all'anno e il presidente della Regione, Renato Soru, ha annunciato di essere deciso a sponsorizzare il progetto. Le lezioni di archeologia subacquea erano già partite tre anni fa, ma proprio per la carenza di risorse le iscrizioni sono state bloccate. E ora è attivo soltanto il terzo anno. Il corso è l'unico in tutta Italia, dopo che è stato soppresso quello attivato dall'Università della Tuscia, a Viterbo. Lo stesso corso di laurea, che sarà legato alla facoltà di Lettere e filosofia dell'università di Sassari, a Oristano lo contende Caprera, ma il presidente della Regione ha assicurato nei giorni scorsi che le risorse necessarie saranno destinate al consorzio universitario oristanese. Al quale dovrebbero arrivare anche altri due milioni di euro per mantenere in vita gli altri quattro corsi di laurea che da qualche anno sfornano decine di dottori. Secondo il progetto presentato dalla Provincia, comunque, oltre al corso di laurea, a Oristano dovrebbe nascere anche la Summer School di archeologia subacquea. Una sorta di campo estivo al quale potranno partecipare studenti di diverse nazionalità. «Secondo i parametri ministeriali per dare stabilità a questo curriculum bisognerà assumere sette docenti ? ha spiegato Raimondo Zucca, docente dell'Università di Sassari e primo ideatore del corso di archeologia subacquea - Quattro potranno avere un contratto grazie ai soldi messi a disposizione dallo stesso Ministero, ma per gli altri ci dovrà pensare la Regione». Intanto l'Università di Sassari ha già preso i primi contatti col ministero della Cultura tunisino e con quello marocchino per firmare un protocollo d'intesa così da assicurare la frequenza di studenti magrebini al corso universitario in Sardegna. Nel frattempo gli studenti di archeologia subacquea hanno già contribuito a fare nuove scoperte nel complesso di Nurapolis, sommerso dalle acque dello stagno di Marceddì. Le ricerche non sono ancora completate e altre indagini sono in corso sia nelle lagune oristanesi sia lungo le coste del Sinis, con la collaborazione della Guardia di finanza e del Corpo forestale. A maggio, intanto, a Oristano si svolgerà il primo congresso internazionale di archeologia subacqua nel periodo fenicio-punico. «Questa è un'opportunità di sviluppo legata anche al sistema museale che dovrà essere creato a Oristano ? ha commentato Federica Tilocca, della Cisl.
Nicola Pinna  

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Nazionale
La mappa della svolta radicale nel dossier del nuovo leader 
NUORO. Ecco nel dettaglio lo studio preparato dal presidente Sergio Russo.
 Scenario attuale.Due i soggetti che operano a Nuoro: 1) il Consorzio per la promozione degli studi universitari con 6 corsi di laurea, 1 di laurea specialistica, 1 master di 1º livello; 2) L’Ailun con 2 master e la ricerca nell’ottica applicata. Entrando nello specifico lo studio prende in considerazione il Consorzio pubblico che si suddivide in tre filoni: A) corsi di laurea triennali con 3 corsi gemmati con l’Università di Sassari (Scienze ambientali e naturali con 100 studenti iscritti, Scienze e tecnologie ambientali e forestali con 240 iscritti, e Scienze delle produzioni animali con 16 iscritti) e altri tre corsi gemmati con Cagliari: Amministrazione governo e sviluppo locale con 425 iscritti, Scienze del servizio sociale con 150 iscritti, Scienze infermieristiche con 30 iscritti. B) Corsi di laurea specialistica: con un corso gemmato con Sassari e 10 iscritti. C) Master universitario di 1º livello, con governance multilivello (università di Cagliari, giurisprudenza) e 20 iscritti.
 Ailun. L’ università privata presenta invece Master internazionali post laurea con due corsi: 1) Scienza dell’organizzazione di 12 mesi con 25 partecipanti; 2) Management turistico di 12 mesi con 25 partecipanti.
 Elementi di successo. Lo studio di Russo mette in evidenza nell’università pubblica tre elementi di fondo: buon numero degli iscritti; disponibilità di sedi, strutture e laboratori: e un accordo consolidato con le due università sarde. Mentre dell’Ailun mette in risalto: network internazionale di docenti; capacità attrattiva fuori della Sardegna; elevato e originale profilo scientifico e didattico; e un forte orientamento al mercato.
 Criticità e positività. I problemi seri per l’Università pubblica vengono individuati: in nessuna capacità attrattiva fuori del Nuorese; dupplicazione di corsi nuoresi nelle sedi di Cagliari e Sassari; gamma di offerta didattica ridotta; orientamento dei corsi solo verso il pubblico impiego; e offerta didattica simile alle due università sarde. I problemi di cui soffre l’Ailun sono invece: numero di posti disponibili; e gamma di offerta limitata a due corsi. L’analisi di Russo continua poi con le positività e criticità di scenario. Le prime consistono: in un forte orientamento delle amministrazioni locali allo sviluppo dell’università; nel progetto campus universitario; in una forte qualità del contesto ambientale e antropologico; nel know how consolidato. Le criticità stanno: nelle diseconomie di localizzazione, nella bassa qualità dei servizi collaterali (biblioteche, banche dati, tutoraggio, assistenza etc.), nello scarso appeal della città, nella bassa qualità della logistica per studenti, nel campus da realizzare.
 Conclusioni. Il presidente osserva che i corsi di laurea gemmati presentano: modesta capacità attrattiva fuori dell’area di localizzazione, scarsa complementarietà nel sistema universitario regionale, scarsi caratteri identitari del sistema nuorese, logistica inadeguata rispetto alla domanda, servizi insufficienti.
 Nuovi obiettivi. Vista la situazione ecco gli obiettivi: scelta di percorsi didattici capaci di assistere e orientare il processo di sviluppo dell’area di riferimento, ampliare la gamma dell’offerta formativa e migliorarne la qualità, integrare e internazionalizzare la docenza, migliorare e potenziare la logistica e i servizi complementari, integrare il sistema Ailun-Consorzio pubblico valorizzando il know how acquisito, incrementare l’attrattività al di fuori dell’area di azione, e raddoppiare il numero degli studenti.
 Linee d’azione. Per raggiungere gli obiettivi Russo propone di segire questa strada: qualificare e specializzare l’identità dell’università nuorese con un profilo scientifico tipico ottenuto con percorsi didattici innovativi, allargare l’offerta formativa con nuovi corsi di lauera e/o nuove facoltà, sviluppare attività di ricerca affiancate alla didattica, potenziare i servizi agli studenti, potenziare la logistica, e integrare l’offerta formativa del sistema Consorzio-Ailun.
 Nuovi percorsi. La didattica quindi seguirà questa traccia: al percorso formativo si aggiungeranno gli insegnamenti caratterizzanti dell’università nuorese, gli integrativi saranno orientati al mercato, all’innovazione e all’economia, e costituiranno il tratto distintivo della didattica, con frequenza obbligatoria per gli iscritti ammessi e facoltativa per gli altri studenti; gli insegnamenti integrativi avranno carattere di assoluta eccellenza e internazionalità.
 Ampliamento offerta. Per ampliare l’offerta didattica sono necessari accordi con le due università per nuovi corsi gemmati, nuove facoltà, l’e-leraning e formazione a distanza.
 Attività di ricerca. Queste invece presuppongono una ricerca integrata con i corsi di laurea, coerenza con i fabbisogni del territorio, e collegamento con il Parco scientifico e tecnologico (Consorzio 21).
 Servizi agli studenti. Gli interventi previsti: tutor residenti, biblioteche, centro linguistico, fruibilità internet, borse di studio e prestiti d’onore, residenze per gli studenti, mensa, trasporti, servizi per il tempo libero e culturali.
 Sistema integrato. Lo studio propone un sistema integrato tra Università pubblica e Ailun con: una comune strategia didattica e scientifica, il completamento dell’offerta formativa con master post laurea dell’Ailun, l’utilizzo dei migliori docenti internazionali dell’Ailun per la didattica integrativa dei corsi di laurea dell’università nuorese, inserimento di metodologie innovative comuni, seminari tematici comuni, scambi internazionali per docenti e studenti, e comuni servizi agli studenti.
 Risorse. Lo studio di Russo prevede che i soldi necessari arrivino da Comune, Provincia, Camera di commercio, Regione, Fondazione Banco di Sardegna, ministero, e altri.(n.b.)
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Nazionale
Stabilita la pari dignità tra l’Ailun e il Consorzio che ha fondato l’ateneo barbaricino 
Università, la rivoluzione del presidente Russo 
Abolito il vecchio sistema il nuovo sarà pubblico-privato 
Obiettivi principali: raddoppio degli iscritti e attrattività esterna 
NUORO. L’Università pubblica cambierà pelle. Il nuovo presidente Sergio Russo ha pronto un programma che andrà a rivoluzionare il vecchio sistema e introdurrà novità strutturali. La prima è questa: il nuovo sistema sarà di tipo pubblico-privato con il Consorzio pubblico e l’Ailun come soggetti fondanti e di pari dignità. Un’altra novità per gli studenti ammessi: frequenza obbligatoria.
 Entra Russo, si cambia. E il cambiamento che si profila è eccezionale da ogni punto di vista. Politico, programmatico e strutturale. Lo si capisce dalla copertina del dossier preparato dal nuovo presidente e già approdato nelle sedi dei partiti del centrosinistra perchè comincino a discuterlo. Nel frontespizio campeggiano due loghi: quello del Consorzio pubblico e quello dell’Ailun. Pari dignità, dunque, tra il soggetto fondante dell’università pubblica nuorese e il nuovo soggetto privato dell’Ailun. Il presidente Sergio Russo (che è allo stesso tempo presidente dell’Ailun) propone una vera rivoluzione. Una rivoluzione che si incarica di spiegare in 16 cartelle le quali contengono un’analisi della situazione ereditata, con nuovi obiettivi didattici e programmatici, e risorse che occorre recuperare da vari soggetti.
 Un obiettivo importante previsto nel programma è quello del raddoppio del numero degli studenti iscritti all’università pubblica. Ma per quelli che entreranno nei “corsi integrativi” la frequenza sarà obbligatoria. Un altro obiettivo grosso sarà quello della docenza anche internazionalizzata o di eccellenza. E questo per elevare il profilo della didattica e per dare maggiore capacità attrattiva al polo nuorese. Altra novità sono le attività di ricerca e il collegamento con il mercato e il Parco scientifico e tecnologico della Sardegna (Consorzio 21). Poi tutta una serie di servizi nuovi: come i tutor, che però dovranno essere residenti, centro linguistico, residenze per studenti, mensa, trasporti, biblioteche, e servizi culturali e per il tempo libero. Il nuovo contesto logistico ideale, naturalmente, sarà il campus universitario nella ex Artiglieria.
 Chiaramente per centrare tutti questi ambiziosi traguardi occorreranno ingenti risorse finanziarie. Da dove prenderle? Il programma di Russo prevede anche questo. I soldi arriveranno dal Comune di Nuoro, Provincia, Camera di commercio, Regione, Fondazione Banco di Sardegna, Ministero e altri enti. Ciò presupporrà, forse, l’allargamento del Consorzio universitario. Il programma non dice, invece, se anche l’Ailun metterà a disposizione quota parte dei suoi fondi.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Cagliari
Corsi provinciali di quiz per studenti 
Per la prima volta un ente pubblico istituisce una scuola post diploma per le prove attitudinali 
CARBONIA. Chiamatele prove selettive attitudinali. O, se si vuole, quiz. Sono i meccanismi moderni che costituiscono nella gran parte dei casi il primo ostacolo per l’accesso all’università o ai concorsi per un posto di lavoro. Un prova non sempre legata alla preparazione scolastica e davanti alla quale, senza conoscenze specifiche delle tecniche di svolgimento si è destinati a cadere.
 Lo si è sperimentato anche quest’anno, con gli studenti sardi caduti sul campo per l’accesso a corsi universitari, o le grosse difficoltà di competizione nelle prove selettive di ammissione ai concorsi. Per i prossimi maturati delle scuole superiori della provincia di Carbonia Iglesias, però, i quiz non saranno più un problema o un ostacolo insuperabile. Anzi, è possibile che diventino i più agguerriti concorrenti in prove di questo tipo. Uno specifico progetto, in fase di elaborazione da parte dell’assessorato alla pubblica istruzione della provincia, prevede la creazione di una vera e propria scuola per la soluzione dei quiz. Si chiama «Aggiungiamo valore», e prevede appositi corsi, all’indomani del diploma di maturità, per insegnare ai ragazzi le tecniche di soluzione dei quiz. «Una gran parte delle prove selettive effettuate tramite quiz non è legata alle conoscenze scolastiche - ha spiegato l’assessore Tiziana Frongia -. Ed è proprio su questi che, senza il possesso delle tecniche di soluzione, cade la magior parte dei concorrenti alle prove. In qualche modo possiamo dire che la facilità di soluzione è legata alla conoscenza dei meccanismi logici da utilizzare. Come dire che, scoperto il trucco, i quiz diventano una formalità con difficoltà limitatissime, anche perchè i meccanismi di svolgimento sono in qualche modo standardizzati. Ebbene, il progetto parte proprio da questa constatazione. E vuole mettere a disposizione degli studenti che hanno ultimato il corso di studi alle superiori, la conoscenza delle tecniche di svolgimento dei quiz. Che è un vero e proprio valore aggiunto per chi vuole iscriversi all’università o per chi cerca un lavoro». I corsi sarebbero affidati ad esperti del settore, e mirati proprio agli appuntamenti a cui sono chiamati i neo maturati. In Italia esistono numerose scuole di questo tipo, ma è la prima volta che un ente pubblico, nell’ambito delle sue attività istituzionali si inserisce nel settore creando una sorta di prosecuzione curricolare della attività al di là dell’ultimo giorno di scuola. 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Cultura e Spettacoli
«Science», la ricerca sarda in copertina  
Scoperta all’università di Sassari l’origine di una malattia sessuale 
Il gruppo coordinato da Pier Luigi Fiori ha individuato l’agente parassitario della tricomoniasi, patologia tra le più diffuse 
SASSARI. Il prossimo numero di «Science», la più prestigiosa rivista scientifica al mondo, dedica la copertina e un ampio servizio all’interno ai risultati di una scoperta nella lotta a una delle malattie a trasmissione sessuale più diffuse al mondo, la tricomoniasi. Scoperta nella quale alcuni ricercatori dell’università di Sassari hanno svolto un ruolo determinante. Il loro contributo è stato infatti decisivo per decifrare il Dna dell’agente parassitario della tricomoniasi, il protozoo Trichomonas vaginalis. Si calcola che il microrganismo sia responsabile di circa 170 milioni di casi nel mondo. La mappa del suo patrimonio genetico è ora pubblicata su «Science». Il sequenziamento genetico è stato eseguito da un consorzio internazionale diretto dall’Istituto per la ricerca genomica (TIGR), con la partecipazione di scienziati italiani dell’università di Sassari, coordinati da Pier Luigi Fiori, medico sassarese, 51 anni, che studia questa malattia da oltre quindici anni. Dall’analisi del suo gigantesco genoma, oltre 160 milioni di lettere di codice (paia di basi) e forse addirittura più geni di quello umano, è già emersa una serie di conoscenze che permetteranno di attaccare il parassita su più fronti per trovare una cura per aggredirlo. In parole semplici gli scienziati sassaresi (con Fiori hanno lavorato, tra gli altri, Daniele Dessì e Paola Rappelli) hanno aperto la strada al vaccino contro questa diffusissima malattia.
 Nell’articolo che appare su «Science», spiega la coordinatrice del progetto internazionale, Jane Carlton, stanno venendo alla luce i meccanismi di resistenza messi in atto dal parassita contro l’unico farmaco oggi disponibile, chiamato 5-nitroimidazolo.
 «Studiamo questo microrganismo da diversi anni - spiega Pieri Luigi Fiori - La lettura del suo codice genetico, viste le dimensioni, è stata particolarmente laboriosa e costosa. Questa parte, tecnicamente, è stata svolta negli Stati Uniti, nei laboratori dell’istituto nazionale di sanità. Poi, una dozzina di gruppi di ricerca al mondo hanno lavorato su parti della sequenza, a seconda delle proprie competenze. Noi, come gruppo di ricercatori italiani, abbiamo studiato i geni che servono a provocare la malattia, direi che fondamentalmente abbiamo scoperto delle tossine. Da questo punto si può cominciare a pensare ai vaccini, con i dovuti tempi ovviamente». E chi si occuperà di questo? «Ora, con la pubblicazione dei dati, la ricerca è libera sul mercato, ma anche noi ce ne occuperemo, soprattutto in virtù delle nostre collaborazioni internazionali».
 Il Trichomonas vaginalis è il parassita non virale a trasmissione sessuale più diffuso al mondo. Può spesso essere accompagnato da co-infezioni di gonorrea e clamidia. Si trasmette attraverso rapporti sessuali non protetti; di solito l’infezione non dà sintomi nell’uomo, mentre la donna può sentire bruciore e prurito a livello vaginale. Tuttavia spesso anche la donna è asintomatica, cosa che aiuta il parassita a diffondersi e rende difficile la diagnosi. La trasmissione può avvenire anche durante il parto e può interferire con la gravidanza e può facilitare il contagio dell’Hiv. Oggi dopo una diagnosi, solitamente eseguita tramite analisi di secrezioni vaginali, si somministra 5-nitroimidazolo ma c’è urgente bisogno di nuovi farmaci perchè T. vaginalis sta via via acquisendo resistenze a quello in uso.
 Il sequenziamento del genoma di T. vaginalis è stato un duro lavoro in quanto il parassita è risultato avere un complesso e grande codice genetico, il che indica che ha anche dimensioni cellulari elevate che lo facilitano nell’infezione. Grazie all’analisi del suo Dna sono stati già scoperti possibili geni di resistenza al farmaco e possibili punti deboli da colpire per formulare nuove terapie. Inoltre è stata ricostruita la storia del parassita, probabilmente di origine intestinale, tutte informazioni utili per la lotta alla malattia, concludono gli esperti.

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