Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 January 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 2 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
  
1 - L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 16
Il centenario della SFI
Le armi della cultura e l'arsenale dell'ateneo di Cagliari
Carlo Augusto Viano, Pietro Rossi, Francesco Valentini sono tra i protagonisti della cultura italiana del Novecento. Margherita Isnardi Parente, Eugenio Garin, Ludovico Geymonat. Nomi che immediatamente riportano alla memoria opere fondamentali sul pensiero filosofico. «Ebbero tutti la loro prima cattedra a Cagliari nelle facoltà di Lettere e Magistero», ricorda Maria Teresa Marcialis, presidente dello stesso corso di laurea in Filosofia dove nel secondo dopoguerra questi studiosi tenevano lezione. «Nel periodo post-bellico le due facoltà riprendevano vita e si aprivano ai fermenti e al rinnovamento», spiega Marcialis. Erano gli anni in cui Cecilia Dentice d'Accadia insegnava Storia della Filosofia: «Straordinario il fatto che allora, nel 1954, una donna fosse titolare di una cattedra universitaria», ricorda la docente. «A partire dal '48 si assegnavano tesi su Spinoza e Galileo, si allargavano gli orizzonti verso un futuro tutto da edificare e ci si doveva liberare di una eredità troppo compromessa». L'occasione per riaprire questi importanti scenari della storia culturale della Sardegna si è avuta nel corso delle recenti manifestazioni per il primo centenario della Sfi, Società filosofica italiana. La sezione cagliaritana della Società, presieduta da Giancarlo Nonnoi, ha promosso un ciclo di iniziative in collaborazione con la Biblioteca universitaria. Al centro una giornata di studi coordinata dal presidente nazionale Sfi Mauro Di Giandomenico in onore di Alberto Pala e Giovanni Solinas, due tra gli allievi più illustri di quella stagione di rinnovamento descritta dalla Marcialis. Il convegno si è tenuto non a caso nella suggestiva sala settecentecesca della biblioteca cittadina: «Questo è il luogo dove, dal 1764, anno della riforma dell'Università, la filosofia cagliaritana è risorta», dice Nonnoi. Gli antichi scaffali e le alte volte della sala custodiscono numerosi testi filosofici, alcuni dei quali sono stati messi in mostra nell'ambito delle manifestazioni. Una sessantina di titoli prestigiosi delle collezioni della biblioteca universitaria tracciavano un filo rosso attraverso cinque secoli di filosofia italiana. Nel sottolineare l'importanza della condivisione culturale tra soggetti istituzionali diversi, la direttrice della biblioteca Ester Gessa ha spiegato: «La mostra ha il compito di testimoniare la significativa presenza di quelle armi culturali, libri di e sulla filosofia, che erano disponibili in Sardegna, con l'ambizione di dimostrare il rapporto tra libro di filosofia e società». L'incarico di raccontare l'insegnamento della filosofia nelle Università sarde tra Seicento e Settecento e di chiudere il convegno è spettato alla giovane ricercatrice Silvia Conti. «Sino alla metà del XVIII secolo il metodo della dettatura era molto diffuso», illustra Conti, «e gli strumenti di insegnamento consueti erano i trattati che ogni docente componeva all'inizio dell'anno accademico. Tre quarti d'ora dedicati a ricopiare e mezz'ora al commento». Saranno quindi le riforme degli studi sabaude a cominciare timidamente a proiettare gli orizzonti culturali della Sardegna verso i lumi della ragione.
Walter Falgio
 

 
 
2 - La Nuova Sardegna
Pagina 28 - Altre
Il Parco Geominerario e l’Unesco 
L’organizzazione internazionale ribadisce l’interesse per il sito 
Sulla costa l’interesse dei grandi gruppi immobiliari con il placet della giunta regionale 
«Una bellezza stravolgente». E sì che ne hanno visti luoghi di fascino incomparabile. Ma l’emozione che suscita la galassia mineraria sarda non ha confronti in materia. La delegazione dell’Unesco che nei giorni scorsi ha verificato la validità del patrimonio dismesso dalle attività produttive, per il mantenimento nella mappa mondiale dei Geositi-Geoparchi, ha concluso il viaggio con un entusiasmo forse non preventivato. Il riconoscimento nella rete internazionale è confermato. Il verdetto sancisce ulteriormente anche le ragioni della comunità locale del Parco Geominerario, storico e ambientale della Sardegna, l’istituzione nata per tutelare il grande patrimonio di conoscenza che le aree minerarie conservano.
Una battaglia cominciata una quindicina di anni orsono per iniziativa di ingegneri, tecnci, studiosi, appassionati poi approdata nella forma dell’ente Parco Geomineraio. Il timbro che formalizza l’organismo è la Carta di Cagliari che il 30 settembre del 1998 fissa i «principi fondamentali per la salvaguardia del patrimonio tecnico, scientifico, storico, culturale e paesaggistico ambientale connesso alle vicende umane che hanno interessato le risorse geologiche e minerarie della Sardegna». Ne sono componenti l’Unesco, il governo italiano, la Regione sarda, l’Ente minerario sardo, le Università di Sassari e Cagliari, gli enti locali interessati nelle otto aree dell’isola.
Due mesi prima ci fu l’atto ufficiale che proiettò nel mondo quel patromonio: il 30 settembre la Conferenza generale dell’Unesco riunita a Parigi sottoscrisse l’atto ufficiale di riconoscimento del sistema geominerario della Sardegna dichiarandolo «patrimonio dell’umanità».
(gpm)

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