Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 July 2007

Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 4  articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  



1 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 12
Ateneo. Da oggi gli studenti diplomati potranno scegliere tra undici facoltà e cento corsi
Università, inizia la corsa all’iscrizione
Emergenza per l’alto numero di abbandoni dopo un anno

Quasi la metà dei corsi di laurea, triennali e specialistica, sono a numero chiuso: gli studenti dovranno affrontare un test di ammissione.

Inizia oggi per gli studenti che si sono diplomati una nuova e difficile prova: la scelta del corso di laurea. Avranno tempo fino al 26 settembre per decidere tra le undici facoltà dell’ateneo di Cagliari. Immatricolazione che, per i corsi a numero chiuso, prevede anche il superamento di un test. In altri casi si dovrà affrontare una prova di orientamento obbligatoria.
VARIETÀ La scelta non è semplice anche perché il manifesto degli studi per l’anno accademico 2007/2008 è molto vario: oltre alle undici facoltà (Architettura, Economia, Farmacia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Lingue e letterature straniere, Medicina, Scienza della formazione, Scienze matematiche, fisiche e naturali, Scienze politiche) ci sono ben 68 corsi di laurea triennale o a ciclo unico (36 sono a numero chiuso) e 32 corsi di laurea specialistica (12 a numero programmato). Per quanto riguarda le lauree triennali abbondano le iscrizioni programmate: Architettura (tre, tutti con posti limitati), Farmacia (quattro su quattro), Lettere (due su cinque), Lingue (tre su tre), Medicina (dodici su dodici), Scienze della formazione (cinque su cinque), Scienze (tre su dieci), Scienze Politiche (due su sei). Nel sito www.unica.it si può consultare l’elenco dei corsi, la scadenza per la presentazione della domanda e il giorno in cui si svolgerà la selezione.
ABBANDONI Il passaggio dalla scuola superiore all’Università è un momento difficile, confermato dai numerosi abbandoni delle matricole dopo il primo anno in Ateneo: ben il 18 per cento nel 2005/2006. Un dato che aveva portato lo scorso anno alla firma di un protocollo d’intesa tra l’Ufficio scolastico regionale e l’Università per mettere in campo una serie d’iniziative per accompagnare i ragazzi nella scelta del percorso universitario più adatto. I risultati dell’accordo si potranno verificare nelle prossime settimane quando si conosceranno i numeri degli abbandoni dell’ultimo anno accademico.
LO SCORSO ANNO Nel 2006/2007 la facoltà con il maggior numero di immatricolazioni (in tutto furono 5.116, 92 in più rispetto all’anno precedente) è stata quella di Scienze matematiche, fisiche e naturali con 686 matricole, seguita da Scienze politiche (649) ed Economia (621). Ingegneria passò dalle 837 immatricolazioni del 2005/2006 alle 589: un calo dovuto alla nascita di Architettura che ha assorbito i tre corsi attirando 288 nuovi studenti. (m.v.)

2 - L’Unione Sarda
Cultura Estate Pagina 107
Inseguendo le fughe di cervelli

In Italia di ricerca non si vive. Secondo il Rapporto sul lavoro atipico della Cgil stilato lo scorso anno, più della metà dei giovani scienziati italiani ha un contratto precario, uno su tre guadagna la miseria di 800 euro al mese quando va bene. Tutti lavorano tra le 38 e le 45 ore settimanali. Strada obbligata per pattuglie di nuove leve della conoscenza è dunque l'emigrazione.
Uno spaccato credibile e documentato del fenomeno "cervelli in fuga" è ora anche in libreria nei titoli della collana "Prospettive" della Cuec: Scienziati di ventura. Storie di cervelli erranti tra la Sardegna e il mondo (146 pagine, 11 euro). Gli autori Andrea Mameli e Mauro Scanu, ricercatori giornalisti, hanno rintracciato in giro per il pianeta una ventina di menti brillanti in ritirata dalla Sardegna. "Senza distinzione d'età e di ruolo", scrivono. Ci sono neo dottori di ricerca e poco più che quarantenni già a capo di equipe di specialisti. Si viaggia dagli Stati Uniti all'Inghilterra, dalla Norvegia al Giappone, dall'Olanda all'Australia.
Carlo Boldetti è scappato da Cagliari dove studiava ingegneria: "I programmi erano datati, c'era poca attenzione per gli studenti". Ha partecipato al programma Erasmus e ha conseguito un dottorato in ingegneria meccanica a Sheffield, Regno Unito. Oggi Boldetti ha 35 anni e progetta componenti per la Formula Uno alla Renault: "Dagli alettoni, alle ruote, dallo sterzo a pezzi del motore". Dopo l'Erasmus, non ancora laureato, è stato assunto per un anno all'Università di Sheffield. Il post-lauream sempre in Inghilterra e subito dopo il lavoro: "Basti pensare che qualche mese prima della fine del dottorato sono stato letteralmente inondato da offerte". Boldetti per ora non ha nessuna intenzione di rientrare in Sardegna e preferisce stare seduto sul pneumatico del bolide Renault, come si vede nel sito web Carloboldetti.com.
Rosaria Piga, cagliaritana di nascita 43enne, ha scelto il Giappone. Anche lei è nauseata "da un Paese carente di persone serie e guidate da principi di onestà e lealtà, da un Paese dove vai avanti solo se sei raccomandato o figlio di". Sarebbe il solito piagnisteo qualunquista se non fosse che Piga, appena fuori dall'Italia, è diventata una ricercatrice di prim'ordine. Laureata in scienze biologiche all'Università di Cagliari, dottorato in patologia generale a Torino, dopo il consueto precariato tra le stanze dei laboratori nostrani, è volata all'Università di Kyoto dove lavora da quasi tre anni ad altissimi livelli. "Mi occupo di stress ossidativi". Ovvero studia fenomeni all'origine di malattie come il cancro, il morbo di Alzheimer, il Parkinson. "Proprio perché è un fenomeno comune a numerose patologie, è importante conoscere i motivi e i meccanismi dei vari tipi di stress", spiega. "Lavoriamo anche sull'uso, le potenzialità e gli eventuali sviluppi in medicina dello Snom", microscopio a fibra ottica che consente di esaminare tessuti di poche decine di nanometri, miliardesimo di metro. Di mettere piede in Sardegna non se ne parla. "Almeno per il momento".
Come Carlo Boldetti e Rosaria Piga ce ne sono tanti altri, specialisti disgustati dall'Università e dai centri di ricerca italiani in viaggio verso mete scientificamente più attraenti. Questa emorragia, difficile da quantificare, è un danno enorme per l'Italia. "Si pensi che per formare uno studente dalla scuola elementare al dottorato di ricerca, lo Stato investe risorse quantificabili in 500mila euro", dice Scanu. Risorse che però sono messe a frutto all'estero. I numeri del personale universitario spiegano perché. In Italia su 18651 docenti di ruolo quelli con meno di 35 anni sono solo 9. L'80 per cento dei professori ordinari ha più di 50 anni, il 40 per cento più di 60. Il nostro Paese attira ogni anno appena 29mila studenti stranieri contro i 40mila della Spagna e i 220 mila dell'Inghilterra. L'Italia investe l'1,1 per cento del Pil in ricerca, esclusi i progetti militari, contro per esempio il 3,9 della Svezia.
Nonostante questo scenario qualche coraggioso rientra. Le ultime 25 pagine del libro sono dedicate a chi c'è riuscito. A Francesco Cucca, Monica Mameli, al compianto Giuseppe Pilia. "Perché il problema è proprio questo", spiega Mameli, "garantire ai ricercatori di fare esperienze all'estero e poi creare le condizioni per farli rientrare". La comunità scientifica è globale, non esistono confini, ma esistono scuole più prestigiose e attrezzate di altre dove uno studioso preferisce lavorare. "Riportare a casa un ricercatore che si è formato in altri paesi, significa restituire un capitale con gli interessi". Per far questo bisogna essere competitivi e occorre un miglioramento strutturale. Il farmacologo Gian Luigi Gessa nell'introduzione al libro conferma: "Sono tornati tanti dei miei allievi e tanti degli allievi dei miei allievi. Anch'io sono tornato e ho costruito una Scuola che ha "filiali" nella penisola". Il merito principale del libro di Mameli Scanu è di portare un contributo al dibattito aperto dal famoso Cervelli in fuga dell'Associazione dottori e dottorandi (Avverbi editore, 2001) con prove concrete alla mano. Le parole da leggere e le facce degli scienziati di ventura da vedere su http://scienziatidiventura.blogspot.com/.
WALTER FALGIO

 

3 - La Nuova Sardegna§
Pagina 23 - Cultura e Spettacoli
Un mondo d’acqua tra la cultura e l’ambiente
Da giovedì a domenica gli studiosi faranno il punto sulle risorse idriche del Pianeta

MARIA GIOVANNA FOSSATI

ORGOSOLO. Non basta dire acqua. Si potrebbe dire acqua cultura e ambiente. Se a questo ci aggiungiamo l’approccio della cultura popolare-fonte di sapere sul prezioso elemento nel quale navigano le sorti del pianeta - e l’aspetto ludico scientifico che genera conoscenze per i più piccoli -, avremo fatto come in un travaso di liquidi, un’operazione di trasferimento e riutilizzo delle conoscenze. Il Festival della Scienza che si svolgerà dal 26 al 29 luglio a Orgosolo, si pone questo obiettivo ambizioso. Tre giorni di incontro dunque tra cultura locale e sapere scientifico che vede l’acqua come filo conduttore. Nel dibattito degli esperti, verrà affrontato il problema delle risorse idriche nel mondo. Una manifestazione alla sua seconda edizione, promossa e organizzata dall’associazione Viche Viche. «La scommessa è quella di riuscire a far parlare la scienza attraverso le forme proprie della cultura locale e attraverso i laboratori di gioco scientifico per bambini - spiega la presidente dell’associazione Francesca Manca - A questo si aggiunge l’importante approccio di esperti e scienziati che ci guidano nel lavoro». Tra i momenti più significativi la realizzazione di un murale scientifico realizzato da adulti e bambini sotto la guida di due maestri come Francesco Del Casino e Pasquale Busca, la gara poetica sui temi della scienza, la passeggiata notturna tra le fontane del paese, il teatro sotto le stelle con gli spettacoli di Bruno Ventura e Raffaello Ugo, ma anche l’appuntamento «Machinas tene abba» (macchine acchiappa acqua) un gioco ispirato alle «Macchine inutili» dell’artista-pedagogo Bruno Munari. Hanno collaborato all’organizzazione, l’amministrazione comunale e l’associazione Googol di Parma, attiva nel campo della comunicazione scientifica, che ha tra le socie tutte donne: fisiche, biologhe, geologhe e astronome: «Un festival come questo - dice Franca Albertini di Googol - è utile perché raggiunge persone di diverse sensibilità. In un paese l’aspetto più importante è quello della partecipazione comunitaria: tutti vengono coinvolti in un dibattito scientifico così lontano dalla vita di tutti i giorni. Il Festival dell’anno scorso a Orgosolo per noi è stato entusiasmante e di difficile realizzazione in centri più grandi dove spesso partecipiamo a conferenze e manifestazioni sia a livello nazionale che internazionale, ma ha lasciato il segno anche a Orgosolo e questo non può che farci piacere: l’eredità è la costituzione dell’associazione Viche Viche».
Tre giorni di dibattiti con la partecipazione di scienziati, tecnici, giornalisti, esponenti dei movimenti contro la privatizzazione dell’acqua in cui si discuterà del problema delle risorse idriche. Tra gli ospiti: Tommaso Fattori dell’associazione italiana per il contratto dell’acqua, Susanna Galloni, ingegnere ambientale, Pietro Greco giornalista scientifico, Giuditta Lecca del Crs4, Rosario Lembo segretario Associazione italiana per il contratto mondiale dell’acqua, Benedetto Meloni dell’Università di Cagliari, Herbert Muntau dell’università di Sassari, Francesco Murgia della Provincia di Nuoro, Sergio Vacca dell’università di Sassari.
L’amministrazione comunale di Orgosolo punta molto sul Festival della Scienza: «Crediamo in questa manifestazione e nella sua formula - spiega l’assessore alla cultura Luisa Muravera- che mira al coinvolgimento delle diverse fasce di età. Il festival si basa su proposte presentate con il linguaggio della scienza, ma spiegata con semplicità, in modo da raggiungere tutti».

4 - La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Sassari
Dura protesta del Senato accademico
«L’accorpamento delle Soprintendenze è un salto indietro di mezzo secolo»

SASSARI. Un no deciso al processo di smantellamento della soprintendenza archeologica della Sardegna settentrionale. Il Senato accademico reagisce con una durissima nota, sintesi di una riunione dai toni accesi, al progetto di accorpare in una unica struttura regionale le due soprintendenze sarde. Nei giorni scorsi il Senato si è riunito per esaminare la situazione e, prima ancora di impegnare il rettore Alessandro Maida «a manifestare decisamente la decisa avversione dell’ateneo contro il progetto», ha condiviso «la vivacissima protesta degli archeologi, degli epigrafisti, dei numismatic, degli operatori dei beni culturali, in merito alla proposta del ministero per la soppressione di una delle due Soprintendenze archeologiche della Sardegna».
I vertici del mondo accademico spiegano in una nota di interpretare «la possibile soppressione della Soprintendenza di Sassari e Nuoro come un grave impoverimento del territorio, come un pericoloso ritorno al passato di mezzo secolo, come una minaccia a danno della stessa Università». «Un significativo vulnus - chiarisce il Senato accademico - che colpirà chi collabora da molti anni in maniera costruttiva e spesso con risultati assai importanti con entrambe le Soprintendenze».
Nella nota si ricordano le convenzioni firmate dal rettore Maida con la soprintendenza di Sassari e Nuoro per implementare le forme di collaborazione nelle attività di ricerca e negli interventi di emergenza. «Tali convenzioni - spiega la nota - estese da accordi firmati dai direttori dei diversi dipartimenti, hanno sostenuto significativi progetti finalizzati alla ricerca, alla tutela, recupero e valorizzazione di complessi e aree di grande interesse culturale delle province di Sassari e Nuoro. Anche attraverso vere e proprie concessioni».
Secondo il Senato accademico, il progetto di accorpamento rischia di desertificare il Nord Sardegna in un momento nel quale sarebbe invece necessario potenziare eportare verso standard europei strutture come il Centro regionale del restauro a Li Punti e i nuovi musei del Nord Sardegna. «Tale atto di riunificazione - chiarisce il Senato - rappresenta un vero atto di abdicazione del ministero su quella complessa rete di controllo e di tutela che le soprintendenze svolgono sul territorio». Dopo avere auspicato un ripensamento ministeriale, il senato accademico manifesta la piena solidarietà agli addetti ai lavori e conferma «la piena disponibilità a collaborare con la Soprintendenza di Sassari e Nuoro per lo sviluppo di progetti nell’ambito della conservazione dei beni culturali e garantendo - oltre ai tirocini didattici - la formazione di studenti, laureandi, dottorandi e ricercatori»

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