Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 January 2007
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
Rassegna Stampa di mercoledì 12 gennaio 2005
1 – L’Unione Sarda
Pagina 15 – Cultura
I topi alla salvia hanno detto addio alla bottiglia
Scoperto dei farmacologi di Cagliari un nuovo prodotto contro l'alcolismo 
E il topo alcolista diventò astemio con la salvia. Sì, la cara vecchia erbetta del dentifricio e degli gnocchi ha la straordinario potere di scoraggiare i bevitori. Lo ha scoperto un'équipe di Neuroscienze del Cnr di Cagliari coordinata dal farmacologo Giancarlo Colombo. La notizia farà sicuramente piacere al ministro Sirchia che, dopo i fumatori, ha promesso, proprio ieri, di sistemare gli amici della bottiglia. E tirerà su il morale ai ristoratori in gramaglie antifumo, che potranno offrire contemporaneamente vermentino con raviolini burro e salvia. Come dire, il veleno e l'antidoto. Scherzi a parte, sono note da tempo le proprietà terapeutiche della salvia miltiorrhiza, pianta di origine cinese appartenente alla famiglia delle labiate. Il particolare non poteva sfuggire ai farmacologi cagliaritani della scuola del professor Gianluigi Gessa, che ha conseguito straordinari risultati nella ricerca di prodotti in grado di contrastare l'alcolismo. Grazie anche alla collaborazione di topi bevitori (si contano ormai più di trenta generazioni) sacrificati sull'altare della ricerca. Si tratta di roditori con un pedigree ormai consolidato negli anni, allevati a Cagliari, nell'istituto di via Porcell. Sono gli ormai celebri Sardinian alcohol preferring, ceppo geneticamente selezionato proprio per la smodata propensione a bere. Grazie alla loro collaborazione, i ricercatori di Neuroscienze hanno scoperto che la salvia miltiorrhiza ha la proprietà di ridurre il consumo di alcol. In pratica, i ratti sono stati trattati per un certo periodo di tempo con un estratto di salvia, quindi è stato consentito loro di bere dopo un periodo di astinenza di sette giorni. A questo punto sono emerse le caratteristiche antialcol dell'erbetta cinese. Non tutti i topi, per la verità, hanno reagito allo stesso modo: «È stato dimostrato - spiega il professor Colombo - che gli estratti di salvia miltiorrhiza ritardavano l'acquisizione del comportamento consumatorio in ratti che non erano stati precedentemente esposti all'alcol. Inoltre, riducevano il consumo volontario di alcol in ratti che ne avevano raggiunto un consumo stabile, (modello della fase attiva dell'alcolismo umano) e, infine, sopprimevano l'aumento del consumo di alcol dopo un periodo di deprivazione». In soldoni, grazie alla salvia, i topi che non avevano mai bevuto hanno accusato un certo ritardo nell'abituarsi all'alcol; i bevitori incalliti hanno invece ridotto drasticamente la razione abituale sino a diventare astemi. La salvia ha quindi dimostrato una straordinaria proprietà di ridurre ma anche di stabilizzare il consumo di alcol. Così un bevitore abituato a scolarsi una bottiglia al giorno potrebbe accontentarsi di un bicchiere. Traguardo sognato da molti alcolisti, ma ancora è presto per parlare degli affetti del trattamento sull'uomo. Sinora l'équipe guidata dal professor Colombo ha dimostrato che il preparato è assolutamente sicuro, «siamo quindi pronti per iniziare la sperimentazione sull'uomo», annuncia Colombo. E magari si scoprirà che qualche fogliolina di salvia è in grado di ridurre la piaga dell'alcolismo più di leggi tremendissime che sembrano fatte apposta per incoraggiare i vizi. I cinesi, dall'alto della loro antichissima civiltà non hanno mai avuto dubbi sulle straordinarie proprietà curative della salvia. Mentre per gli occidentali doveva stare in cucina, loro l'hanno sempre usata per curare alcune malattie del sangue: cardiopatie, epatiti, emorragie, disturbi mestruali, artrite e insonnia. Un impiego così esteso deriva dal fatto che la salvia miltiorrhiza, chiamata anche danshen, provoca vasodilatazione delle arterie coronariche. Studi in vitro hanno dimostrato che il danshen può ridurre la viscosità del sangue, mentre ad alcuni suoi componenti (come l'acido salvianolico e l'acido rosmarinico) si attribuiscono effetti antiossidanti. Medicina cinese a parte, l'innocente erbetta così amata dagli italiani potrebbe rivelarsi un'arma letale nella lotta contro una delle peggiori piaghe dell'occidente: l'alcolismo. Grazie a un connubio non proprio allettante, ma indubbiamente efficare: topi alla salvia. Lucio Salis
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Sardegna
Nella salvia la soluzione ai problemi di alcolismo
Esperimenti dei ricercatori cagliaritani sui topi
ROMA. La salvia potrebbe rappresentare, in un prossimo futuro, la soluzione al problema dell’alcolismo. I risultati degli esperimenti condotti finora sui ratti sono, infatti, più che incoraggianti ed anche se è ancora troppo presto per cantare vittoria, le premesse ci sono tutte e, nell’arco di pochi mesi, partirà la sperimentazione sull’uomo.
A scoprire le ignote virtù anti-alcol di questa pianta, o meglio di una specie di origine cinese, sono stati i ricercatori dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) di Cagliari, coordinati da Giancarlo Colombo. Le radici secche della Salvia Miltiorrhiza, questo il nome scientifico, sono infatti da tempo largamente usate nella medicina popolare cinese per curare alcune malattie del sangue, cardiopatie, epatiti, emorragie, disturbi mestruali, edema e insonnia. Ma la novità è che questa specie di salvia è risultata appunto efficace nel ridurre il consumo volontario di alcol nei ratti alcolisti di laboratorio, i cosiddetti Sardinian alcohol-preferring (sP), un ceppo geneticamente selezionato proprio per la sua propensione a bere. I ricercatori hanno trattato i ratti con estratti di salvia. Sorprendenti i risultati: la salvia ritardava l’acquisizione del comportamento consumatorio in ratti che non erano stati precedentemente esposti all’alcol, riduceva il consumo volontario di alcol in ratti che ne avevano raggiunto un consumo stabile e, infine, sopprimeva l’aumento del consumo di alcol dopo un periodo di deprivazione. Insomma, quanto basta per dare il via alla sperimentazione sull’uomo: «Entro pochi mesi - ha annunciato Colombo - e una volta effettuate le prove tossicologiche per verificare la sicurezza del preparato a base di estratti di questa specie di salvia».
La sperimentazione sull’uomo, ha precisato il ricercatore, «sarà avviata con studi a doppio cieco su alcune decine di pazienti, per poi allargare il campione nelle fasi successive se i risultati, come crediamo, saranno soddisfacenti».
Il team di esperti si dice comunque molto fiducioso: «I modelli animali utilizzati - ha spiegato Colombo - sono altamente validi e predittivi: riproducono, infatti, aspetti della patologia umana e, in passato, altri tipi di farmaci contro l’alcolismo sono risultati efficaci sull’uomo dopo esserlo stati, appunto, sui ratti bevitori». Il problema però, ha aggiunto, è che «ad oggi, non ci sono ancora farmaci che risultino particolarmente efficaci nella terapia dell’alcolismo e i pochi esistenti uniscono ad una modesta efficacia anche numerosi effetti collaterali, a partire dalla creazione di nuove forme di dipendenza». Problemi che il nuovo prodotto a base di salvia potrebbe definitivamente risolvere, dal momento che sui ratti tale terapia non ha prodotto alcuna dipendenza né effetti collaterali di rilievo. Sui topi bevitori, insomma, il nuovo farmaco sembra essere sicuro.

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