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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 January 2005
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
Rassegna Stampa di giovedì 13 gennaio 2005
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Oristano
 Uno studio sul Polo intermodale
 Il Sil Patto territoriale e il Cirem rilanciano l’idea di un coordinamento organico tra le infrastrutture
 
  ORISTANO. In consiglio comunale le forze politiche si dividono sulla collocazione dell’ipotetico polo intermodale nell’ambito del Piano urbanistico. In attesa di una decisione definitiva il Sil Patto territoriale di Oristano e il Cirem (Centro interuniversitario di ricerche economiche e mobilità delle università di Cagliari e Sassari), istituzione nata dalla collaborazione tra il Crimm (Centro di ricerca modelli di mobilità) e il Crenos (Centro ricerche economiche nord sud) hanno cominciato a discutere il problema.
 Il Cirem è stato incaricato dal Sil di elaborare uno studio di valutazione del potenziale sviluppo nodale di Oristano e delle prospettive di realizzazione di una piattaforma intermodale.
 Lo studio è finanziato dal programma aggiuntivo del Patto territoriale (misura 2 “Marketing territoriale delle aree attrezzate provincia di Oristano”).
 Per il Sil hanno partecipato all’incontro il presidente, Antonio Ladu e il vice presidente Salvatore Meli, mentre per il Cirem Italo Meloni, coordinatore del gruppo di lavoro e, nell’occasione, relatore per la parte relativa al settore marittimo in sostituzione del responsabile Paolo Fadda, Roberto Devoto responsabile del settore aereo e Stefano Usai responsabile settore turismo.
 «L’incontro - si legge in una nota - ha consentito di discutere e condividere le linee strategiche per la definizione delle specifiche tecniche dello studio. È stata presentata, infatti, una prima bozza del lavoro e ogni settore è stato inquadrato all’interno del disegno unitario che dovrà portare all’individuazione di diversi scenari e ipotesi di sviluppo integrato territoriale».
 Tra il Sil e il Cirem, nel mese di maggio 2004, è stato siglato un protocollo d’intesa per avviare nel territorio provinciale forme di collaborazione innovative e azioni integrate finalizzate a concreti interventi di sostegno allo sviluppo.
 Gli obiettivi dello studio sono: la verifica dello stato delle infrastrutture di trasporto e uno studio preliminare sulle condizioni essenziali sulle quali fondare la creazione di un efficiente Polo intermodale; l’analisi sul possibile ruolo del Polo intermodale di Oristano all’interno del bacino del Mediterraneo e del sistema generale dei trasporti; lo studio dei possibili modelli gestionali atti ad assicurare la funzionalità delle infrastrutture; l’analisi delle carenze infrastrutturali; lo studio dei possibili effetti indotti sullo sviluppo del sistema produttivo locale; studi analitici sul ruolo del porto e dell’aeroporto all’interno del sistema intermodale complessivo.
 Una nuova riunione, per la fine del mese, allargata agli altri soggetti, stata fissata per raccogliere suggerimenti e osservazioni utili alla conclusione del lavoro.
 
 
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari 
UNIVERSITÀ
 Concorso impossibile per i «cavie-sitter»
 
 CAGLIARI. Soltanto diciassette concorrenti idonei su 330 candidati, al concorso dell’università per i cavie-sitter: è possibile? Se lo chiede la Cisl, che ha chiesto al rettore di annullare la prova per l’assunzione di quattro «stabularisti», cioè gli addetti a topo, coniglie e altre cavie di laboratorio. La protesta del sindacato parte proprio dal numeero minimo degli idonei: troppo pochi, per un concorso che chiedeva come unico titolo la licenza di terza media. E la Cisl - in un comunicato - ha una sua spiegazione sulla stage di concorrenti: i quiz erano complessi, ancora più difficili di quelli al concorso per dirigenti. In particolare: i quaranta test erano a risposta multipla tipo quanti decibel sopporta un ratto, oppure quanti millilitri beve un topo al giorno... Domande impossibili, per concorrenti che dovevano essere in possesso soltanto della licenza media. Ma guarda caso - scrive la Cisl - gran parte dei concorrenti erano laureati in Biologia (inevitabile quando c’è fame di lavoro) e il che vuol dire: quei quaranta quiz erano impossibili anche per i dottori. La Cisl chiede al rettore di annullare il concorso per ragioni di opportunità e legittimità.
 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
 LA SCHEDA
 Discariche di pietra estese su 2400 ettari

 SASSARI. Uno studio specifico a cura del dipartimento di Ingegneria del territorio dell’Università di Cagliari, svolto dal professor Francesco Annunziata, dimostrerebbe i vantaggi economici e ambientali derivanti dall’impiego del rifiuto di cava nella costruzione di infrastrutture stradali. I vantaggi economici sarebbero immediatamente dimostrabili in quanto nella realizzazione di una strada verrebbe usata una materia prima a costo zero. Il materiale di sfrido forma immense discariche di scarti difficili da smaltire. Ci si trova di fronte a un onere sull’attività di cava. Il materiale di scarto, per questo motivo, verrebbe ceduto volentieri e gratuitamente dagli operatori del settore. Da una valutazione di massima fatta dal dipartimento di Ingegneria del territorio dell’ateneo cagliaritano, la realizzazione di una strada con le caratteristiche della Sassari-Olbia verrebbe a costare circa 5 milioni di euro a chilometro, per un totale, considerati i 75 chilometri compresi nel progetto illustrato nel capoluogo turritano, di 375 milioni di euro. La metà della spesa è destinata a coprire i costi di movimentazione degli inerti. In Sardegna le aree adibite a discariche occupano una superficie complessiva di 2.400 ettari. Questo perché a un metro cubo di prodotto corrispondono 3 metri cubi di materiale di sfrido. Moltissime delle cave presenti in Gallura sono ormai dismesse da tempo, altre stanno per chiudere l’attività per la crisi economica del settore. Tutta la zona tra Monti e Luras è costellata di cumuli di materiale di scarto, il cui uso porrebbe rimedio a gravi e ulteriori rischi di danno all’ambiente. E le infrastrutture stradali costruite utilizzando questo materiale si inseriscono perfettamente nel contesto territoriale interessato dai tracciati, con un impatto minore e la possibilità di sistemazione a verde delle scarpate con essenze vegetali tipiche delle nostre zone. (m.d.)
 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
 «Un’ala del Canopoleno può andare all’Ersu»
 
 SASSARI. “Un set per film dell’orrore” è la definizione che Leonardo Marras dà di un’ala del convitto del Canopoleno. Il consigliere parte all’attacco e denuncia che una parte dello stabile è abbandonata a se stessa da anni. «Si potrebbe creare una struttura adatta a ospitare almeno ottanta studenti universitari - spiega Marras -. Sassari perde un’altra occasione per il suo sviluppo. Non si può assistere in silenzio al degrado di un pezzo importante del Canopoleno che non è mai stato utilizzato». Marras rincara la dose e parla di un edificio ormai regno di topi e piccioni dove tutti gli arredi sono andati distrutti.
 «Dovremmo convocare in commissione Cultura il rappresentante del Comune nel consiglio del Canopoleno - continua Marras - e fare sentire la nostra voce. Io sono entrato nell’ala sinistra dell’edificio, che è davvero sinistra, ho potuto vedere con i miei occhi lo stato di degrado. Il pavimento è ricoperto da uno strato di trenta centimetri di guano, tutte le suppellettili sono distrutte, l’ingresso è sbarrato con due tavole inchiodate sui resti di una porta. Basterebbe un accordo con l’Ersu, che da sempre cerca strutture per creare nuovi posti letto per gli universitari fuori sede». Il Comune ha però da poco stanziato 130mila euro e ha finanziato diciannove borse di studio per gli studenti del convitto.
 La polemica si trascina avanti da anni. L’edificio è del Ministero, Provincia e Comune non possono intervenire per risanare uno stabile che non è di loro proprietà. Ora Marras lancia una nuova proposta per superare lo stallo che impedisce qualsiasi intervento e che potrebbe dare una nuova casa dello studente a un ateneo in espansione. (l.r.)

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