Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 January 2007
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
Rassegna Stampa di venerdì 28 gennaio 2005
1 – L’Unione Sarda
Pagina 15 – Cultura
Folla all'università di Cagliari per la laurea Honoris causa
Dai bimbi, i maestri, i lettori: grazie, professor Bernardini
Naturalmente, ci sono tanti bambini. Seduti in cerchio, davanti allo scanno del magnifico rettore, in attesa di vedere da vicino il maestro più famoso d'Italia. Ne hanno sentito parlare, soprattutto hanno letto le sue storie, le hanno trasformate, capovolte, scomposte, recitate, tradotte in lingua sarda. Come piace a lui, e come ha insegnato a fare ai suoi numerosissimi allievi sparsi per l'Italia. Certamente ci sono i maestri che lo conoscono, che hanno letto i diari delle sue esperienze scolastiche, che condividono il suo modo di fare scuola, e lo ripropongono nelle loro classi, anche se i tempi e i bambini sono diversi, e lui ha smesso di stare in cattedra già da alcuni decenni. E poi ci sono i docenti universitari che apprezzano la sua opera e il suo impegno nella scuola e nella società e lo additano a modello. In prima fila, i suoi amici del Movimento di cooperazione educativa, al quale è stato iscritto per molto tempo, e che hanno richiesto l'assegnazione del riconoscimento. L'aula magna del Rettorato di Cagliari, in via Università, è affollata, e c'è chi è venuto da lontano per congratularsi con il professor Albino Bernardini, che ieri mattina, all'età di 87 anni, ha conseguito Honoris causa la laurea in scienze della Formazione primaria. Un filo di commozione nei suoi occhi azzurri, e forse più che per la pergamena, consegnatagli dal rettore Pasquale Mistretta, per l'affetto e la stima che le persone, in processione, gli comunicano. Una cerimonia informale per la presenza dei bambini, certo, ma anche perché il maestro di Pietralata porta con disinvoltura il tocco e la toga e sotto la giacca indossa il maglione: assieme agli occhiali di celluloide, uniforme di battaglia contro ogni convenzione e incrostazione ideologica. Lo ha ribadito, col suo stile piano ed efficace, nella sua tesi "Riflessioni sulla scuola di base", letta dal figlio Francesco, con la quale Albino Bernardini ha ripercorso la sua straordinaria esperienza di educatore. Un'avventura iniziata nel lontano 1943, quando al rientro dal fronte incontra i primi bambini che, come dice lui, non lo lasciano più andare. «Motivato da una fede civile sul grande sul grande compito educativo di una scuola impegnata a costruire e ad educare alla democrazia», il maestro originario di Siniscola lavora in alcuni centri della Sardegna, prima di essere trasferito a Roma, dove insegna per qualche anno nella borgata di Pietralata. Quest'ultima e quella a Lula, nella Barbagia di Nuoro, sono esperienze particolarmente difficili per Albino Bernardini, che racconta in due bellissimi libri, tuttora assai letti e amati: Un anno a Pietralata, diventato un film con la regia di Vittorio De Seta, e Le bacchette di Lula con la prefazione di Gianni Rodari. Il grande scrittore per l'infanzia è uno tra gli amici più cari di Bernardini che a Roma ha l'opportunità di arricchire la sua esperienza professionale. Conosce e frequenta Lucio Lombardo Radice, Dina Bertoni Jovine, Mario Lodi e molti altri che si impegnano per una trasformazione radicale della scuola italiana in direzione di una maggiore centralità degli allievi, e, in particolare, dei più svantaggiati. Albino Bernardini si iscrive al Movimento di cooperazione educativa che promuoveva le istanze della "pedagogia popolare" di Célestin Freinet, di cui segue a lungo le vicissitudini. Visita le scuole di molte regioni italiane impostando «pratiche didattiche motivate e coinvolgenti». Tra un incontro e l'altro, scrive libri per l'infanzia: La banda del bolide, Le avventure di Grodde, Tante storie sarde, Il palazzo delle ali, fino all'ultimissimo, Un viaggio lungo trent'anni. Storie che i bambini di oggi continuano a leggere e a riscrivere come hanno fatto i 35 bambini del plesso "Predu Murta" di Oliena, presenti alla cerimonia con i docenti e i genitori, o gli alunni della scuola Santa Caterina che hanno animato una delle sue famosissime "storie senza finale" e gli hanno fatto dono di un libro. L'amministrazione comunale di Siniscola invece gli dedicherà un convegno a fine marzo, perché come dice Marta, la dolcissima nipotina di dieci anni, nonno Bernardini è una persona speciale, un maestro che racconta favole bellissime e «non strilla tanto come i miei maestri».
Franca Rita Porcu
 
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 15 – Cultura
Shoah Oggi a Cagliari lo storico Enzo Collotti
È in programma stasera a Cagliari l'iniziativa "I lager e la Shoah in Italia e in Europa" con la partecipazione di Enzo Collotti, Tristano Matta e Alessandro Portelli. Appuntamento alle 16 nell'aula magna del corpo aggiunto delle facoltà umanistiche, a Sa Duchessa a Cagliari. Organizza il Dipartimento di studi storici dell'università di Cagliari, l'Istituto sardo per la storia della resistenza e dell'autonomia e l'Istituto tecnico industriale Scano. Enzo Collotti è uno dei massimi storici della Germania e della resistenza europea. «Non perdere occasione per ricordare la Shoah e non demordere: l'antisemitismo è ancora vivo». Questo l'invito dello studioso da cui prenderà spunto la tavola rotonda di stasera. Spiega Collotti: «Il ricordo non deve essere svuotato e ritualizzato ma integrato dalla conoscenza fondata su solide basi scientifiche. Altrimenti si sconfina nella strumentalizzazione politica e si compie un altro crimine: quello dell'ignoranza e della mistificazione». Perché - Collotti ne è certo - equiparare gulag e olocausto significa non affrontare la realtà.
 
 
3 – L’Unione Sarda
Pagine 1 – 19  Cagliari
 
Cagliari. Libro antisemita: indagato il professore
 
Inchiesta della Procura: istigazione all'odio razziale. Il libro sequestrato in tutta Italia
Testo antisemita, indagato il docente
Istigazione all'odio razziale. E' il reato contestato al professor Pietro Melis che ieri ha ricevuto un'informazione di garanzia emessa dal sostituto procuratore della Repubblica del tribunale Danilo Tronci, che ha aperto un'inchiesta sulle frasi intrise di antisemitismo contenute nel testo del docente di Storia e filosofia alla facoltà di Scienze della formazione. Su disposizione del magistrato ieri gli agenti della Digos hanno sequestrato in facoltà 165 volumi del testo intitolato "Scontro tra cultura e matacultura scientifica: l'occidente e il diritto naturale" pubblicato negli annali della facoltà e firmato dal docente. Il sequestro è stato disposto perché il testo «contiene idee fondate sull'odio razziale con implicito incitamento alla commissione di atti di discriminazione per motivi razziali e religiosi». Il sequestro è stato disposto su tutto il territorio nazionale. Interrogazione al senatoIl caso è rimbalzato anche a Palazzo Madama proprio nel giorno della commemorazione della Shoah. Ieri i senatori Ds Massimo Brutti, vicepresidente del gruppo, Luciano Modica e Fulvio Tessitore, hanno depositato un'interrogazione sulla vicenda. «Il docente di Storia della filosofia della Facoltà di Scienze della formazione - è scritto nel documento - è autore di uno spregevole saggio che contiene affermazioni offensive e ingiuriose quali "Il cosiddetto tempio ebraico era in realtà un grande mattatoio, dove i cosiddetti sacerdoti cospargevano continuamente l'altare di sangue degli animali ancora vivi" e ancora - è scritto nell'interrogazione - "è giusto dichiararsi antisemiti nei confronti degli ebrei credenti, né ci si può dolere del fatto che questi siano finiti nelle camere a gas"». «Secondo quanto riportato dai più importanti quotidiani nazionali, alla fine del mese di dicembre 2004 - è scritto ancora nel testo dell'interrogazione - Pietro Melis ha inviato lo scritto a Riccardo Di Segni, rabbino capo della comunità ebraica di Roma, con una lettera non firmata nella quale è scritto: «Il mio saggio, inviato a 140 biblioteche italiane e straniere, sia come marchio indelebile sulla vostra pelle per ciò che ho scritto nelle pagine 12-16. Sulla base del diritto naturale non dovrebbe essere reato giustiziare un ebreo credente o un islamico». Il rabbino capo della comunità ebraica di Roma ha chiesto spiegazioni al rettore dell'Università di Cagliari, Pasquale Mistretta, che assieme al preside, ai docenti e al personale amministrativo della facoltà si è subito affrettato a prendere le distanze da tale inqualificabile e vergognoso comportamento. È da ritenersi assolutamente inverosimile il fatto che questo «saggio» sia stato adottato dalla Facoltà di scienze della formazione dell'Università di Cagliari come testo universitario, di approfondimento di Storia della filosofia e quindi come testo di esame per gli studenti. Su stessa ammissione del preside della facoltà, nessuno era a conoscenza del fatto che un simile volume, contenente dichiarazioni che calpestano elementari principi di civiltà e di rispetto dei diritti umani, fosse stato adottato dalla facoltà quale testo di esame. A tale proposito è stata avviata un'inchiesta interna per accertare come sia potuto succedere che una simile pubblicazione finisse negli annali dell'Università». I senatori dei Ds chiedono di conoscere i risultati dell'indagine interna ancora in corso, auspicando che la stessa si concluda il più presto possibile. Vogliono anche sapere «quali provvedimenti siano stati assunti o debbano essere assunti nei confronti dell'autore di uno scritto nel quale si manifesta un'evidente e ripugnante istigazione all'odio razziale e nei confronti di eventuali altri soggetti istituzionali che abbiano promosso o deciso l'adozione di questo scritto come testo sul quale gli studenti sono chiamati a sostenere l'esame».
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
 Nel giorno della Memoria esplode il caso del docente cagliaritano che giustificò le camere a gas
 Sequestrato il libro antisemita
Professore indagato per incitamento all’odio razziale
Da Auschwitz arriva un forte avvertimento dei sopravvissuti allo sterminio Mea culpa dei Savoia
 CAGLIARI. È stato sequestrato in tutta Italia il libro con duri passi antisemiti del docente universitario cagliaritano Pietro Melis. Al professore è stata notificata un’informazione di garanzia per discriminazione razziale dal sostituto procuratore Danilo Tronci. Il sequestro è avvenuto proprio nel giorno dedicato al ricordo dell’Olocausto, celebrato ieri ad Auschwitz.
 
 
Pagina 9 - Sardegna
E il prof. antisemita finisce sotto inchiesta
 Cagliari: la procura apre un fascicolo, la Digos sequestra il libro di Pietro Melis
CAGLIARI. Incitamento all’odio razziale, etnico e religioso. Con questa ipotesi di reato Pietro Melis, il docente cagliaritano della facoltà di Scienze della formazione da giorni al centro di polemiche per le sue prese di posizione antisemite, da ieri è iscritto al libro degli indagati della procura della repubblica di Cagliari. Il magistrato che ha aperto l’inchiesta, il sostituto Danilo Tronci, ha anche disposto il sequestro in tutto territorio nazionale del libro nel quale sono contenute le sue affermazioni razziste.
 Gli agenti della Digos della questura hanno già sequestrato nella facoltà di Scienze della formazione 165 volumi dell’opera incriminata dal titolo: “Scontro tra cultura e metacultura scientifica: l’Occidente e il diritto naturale”. Il libro, pubblicato negli Annali dell’università di Cagliari e fatto adottare agli studenti che preparano l’esame di storia della filosofia, di cui Melis è insegnante, sarà sequestrato anche in tutte le biblioteche nazionali alle quali è stato inviato dal docente. Se l’ipotesi di accusa formulata dalla procura sarà confermata anche dai giudici, Melis rischia una condanna sino a tre anni di carcere.
Il provvedimento della magistratura arriva dopo giorni di polemiche, interrogazioni parlamentari e dure prese di posizione. Nel libro sotto accusa, sul quale gli studenti di Scienze della formazione sostengono un esame, Melis ha scritto testualmente: “È giusto dichiararsi antisemiti nei confronti degli ebrei credenti, nè ci si può dolere del fatto che questi siano finiti nelle camere a gas”. Melis ha inviato il suo libro anche al rabbino capo della comunità ebraica di Roma, Riccardo di Segni, con una lettera di accompagnamento nella quale rincara la dose: “Il mio saggio, inviato a 140 biblioteche italiane e straniare, sia come marchio indelebile sulla vostra pelle per ciò che ho scritto nelle pagine 12-16. Sulla base del diritto naturale non dovrebbe essere reato giustiziare un ebreo credente o un islamico”.
Il caso sollevato da un’interrogazione dell’ex capogruppo di An al Parlamento, Gianfranco Anedda, alla quale ne sono seguite altre due di parlamentari Ds, ha avuto immediate ripercussioni con la richiesta di immediati provvedimenti nei confronti del docente. Melis per niente disposto a fare retromarcia ha replicato: “Non accetto lezioni morali da nessuno”.
 
 
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
 «Polo veterinario fermo per colpa dell’Università»
Secca replica del sindaco dopo le accuse del rettore Maida
E monsignor Atzei smorza le polemiche: «Io amo questa città»
 
 SASSARI. «Prima di parlare, sarebbe meglio informarsi». Nanni Campus risponde in modo duro alle accuse lanciate al Comune dal rettore Alessandro Maida. «L’Università aspetta da un anno e mezzo che Palazzo Ducale approvi il progetto per la realizzazione del polo veterinario - aveva detto -. Un ospedale per animali e un centro servizi che attendono di sorgere in un’area di proprietà dell’ateneo».
 Il sindaco passa al contrattacco. «La pratica è ferma in assessorato Urbanistica perché manca la documentazione - spiega il primo cittadino -. A giugno del 2004 è partita una richiesta di integrazione all’ingegnere Gaeta, responsabile dell’ateneo. A metà dicembre è stata presentata una parte dei documenti, ma non sono arrivati nelle nostre mani carte fondamentali, come la relazione geologica. Le norme urbanistiche devono essere rispettate da tutti, anche dall’università».
 Campus comunque lascia una porta aperta per la trattativa sull’ex mattatoio. L’università vuole l’edificio per spostarci una parte delle facoltà di lettere e lingue. «Ne possiamo discutere - continua il sindaco -, ma tutti si devono ricordare che è un bene del Comune».
 Maida aveva scelto la presentazione del nuovo padiglione della facoltà di matematica, fisica e scienze naturali per lanciare il suo j’accuse contro Palazzo Ducale. E aveva scelto una platea d’eccezione, tra gli invitati anche l’arcivescovo Paolo Atzei.
 Ma il monsignore oggi sembra volere smorzare i toni, dopo aver strigliato una città assente. «Il richiamo che ho fatto è un atto di affetto - spiega Atzei -. La mia è una dichiarazione di amore verso Sassari. Università e chiesa possono diventare i motori propulsivi della rinascita. Solo se si resta uniti si può avere una svolta, solo se si esce in mare aperto e non ci si perde nelle secche dei vari partiti Sassari potrà essere di nuovo grande».
 L’arcivescovo alla fine dell’intervento mette in fila tutti i professori, credenti e agnostici, e fa recitare una preghiera che conclude con un sassarese «a zent’anni».
 A illustrare gli sforzi dell’ateneo per la creazione di strutture efficienti è il preside di facoltà Bruno Masala. «L’università inaugura il suo polo scientifico nella facoltà di matematica, fisica e scienze naturali. Il progetto è del 1973, ma i lavori sono finiti da poco». È stato creato un laboratorio linguistico all’avanguardia con 25 postazioni multimediali, dotato di kit satellitare e videoproiettore. «L’intervento ha dato un nuovo aspetto ad altre aule - dichiara il preside della facoltà Giovanni Micera -. Ogni giorno quasi ottocento studenti frequentano le sale». Ma l’università investe anche in cultura, l’aula magna della facoltà è stata arricchita da un trittico realizzato dal pittore Gigi Angioy.
Luca Rojch
 
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
 LA CURIOSITÀ
 Nel trittico della Cavalcata ritratti rettore e preside
 
 SASSARI. Al momento dell’inaugurazione qualcuno ha sgranato gli occhi. Neppure il rettore si aspettava di diventare un suonatore di tamburo. Nel trittico raffigurante la discesa dei Candelieri, alto tre metri e largo almeno sei, Alessandro Maida è ritratto «armato» di bacchette e grancassa. Accanto a lui, eternato nel ricordo, regge il gonfalone il preside della facoltà di Scienze, Bruno Masala.
 Ma nell’aula delle stranezze anche le tende ricamate nascondono un segreto.
 Al centro dei drappi, creati da un’artigiana di Dorgali, si staglia il simbolo dell’Università di Sassari. Forse alla signora, arrugginita in latino, non suonava l’ultima parola del motto dell’ateneo sacerensis universitas turritana e così ha pensato bene di cambiarla in turritanae. Saranno anche più rare di un Gronchi rosa, come ha detto il rettore Maida, ma in molti osservando le originali tende non sono riusciti a trattenere un sorriso. (l.r.)
 
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Oristano
 SOLARUSSA
 L’architettura del passato guarda verso il futuro: studiosi a confronto sulle case in mattoni crudi
 SOLARUSSA. La terra cruda, materiale di costruzione fra i più antichi, impiegato in una vasta area del Mediterraneo sino alla seconda metà del secolo scorso, con tecniche costruttive collegate alle caratteristiche morfologiche del suolo, all’ambiente e al contesto culturale, è caduta pressoché in disuso.
 Le vecchie e antiche abitazioni in ladrini (mattoni di fango misto a paglia), spesso attorniate da moderne abitazioni realizzate in blocchetti in calcestruzzo o in “poroton”, preservano il loro sussiego ed ostentano, nonostante le evoluzioni edilizie e architettoniche, il loro fascino e le loro umili origini.
 Ma queste abitazioni (che comunque secondo le fonti Onu costituiscono a livello mondiale la dimora per circa tre miliardi di persone) possono avere un avvenire? Esiste la possibilità e la prospettiva di un possibile utilizzo e reimpiego della terra cruda in chiave moderna? Sono questi solo alcuni degli interrogativi che dovranno essere discussi nel corso del convegno internazionale in programma oggi e domani in paese, all’interno della “Casa Sanna”, antica e suggestiva abitazione, realizzata in ladrini, che tuttora costituisce il simbolo dell’antica casa padronale campidanese.
 Ebbene al convegno promosso ed organizzato da Comune, Regione, Università di Cagliari e dalla “Associazione nazionale Città della terra cruda,” sono attesi fior fiore di relatori provenienti da diverse aree del mediterraneo, rappresentanti sia del mondo accademico e scientifico che a quello tecnico e professionale, con l’intento di delineare piani e precise strategie di azione che consentano, attraverso nuove linee operative di salvaguardare, recuperare e riscattare il valore dell’architettura di terra, sia in termini di conservazione che di nuova costruzione.
 Nel corso della “due giorni” di dibattito saranno messi a confronto studi condotti in diversi centri universitari, esperienze e lavori condotti in diverse aree del Mediterraneo. Insomma un’occasione e una sfida importante, che potenzialmente può consentire di dare un notevole contributo per reimmettere a pieno titolo nel mercato edilizio questo mondo costruttivo e dare un apporto vitale al paesaggio urbano e rurale che ha in questo elemento uno dei suoi caratteri di valore. Durante la sessione mattutina è prevista la presenmza del presidente della Regione, Renato Soru; dell’assessore all’Urbanistica, Gianvalerio Sanna e di quello ai Beni culturali, Elisabetta Pilia. Una presenza che non dovrà essere soltanto di rito ma che è finalizzata anche a verificare ed esaminare possibili provvedimenti legislativi e amministrativi, già discussi nel parlamento nazionale e in altre realtà regionali.
 

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