Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 March 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

-versione ridotta per giornata di sciopero nazionale-
 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 23 – Cagliari
Polemica alla scuola di Medicina legale
Il rettore: nessun blocco Ora arriva il commissario
Gli esami per l'ammissione al corso di specializzazione in medicina legale si faranno. Le polemiche e le tensioni all'interno della scuola, che la settimana scorsa avevano spinto alle dimissioni del direttore, Piero Marongiu, hanno portato all'immediato intervento da parte del preside di Medicina, Gavino Faa, e del rettore Pasquale Mistretta. «Ho chiesto il commissariamento della scuola, e il problema sarà affrontato martedì prossimo nel consiglio di facoltà», spiega Faa. Dal rettorato arriva invece la garanzia «che gli esami si faranno, e che questa situazione non lascerà a terra gli studenti». Il rettore ha garantito il suo impegno per risolvere la grana di una scuola che ha prodotto specialisti di primissimo livello, e che dal '98, anno della morte dell'allora direttore Sergio Montaldo, ha vissuto un declino e un periodo nebuloso. Non tanto per i risultati conseguiti, ma per i veleni personali che hanno creato un clima di tensione. La scuola è stata in mano a Giuseppe Santa Cruz per due mandati di presidenza (per statuto non era possibile presentarsi per il terzo anno), per passare poi a Marongiu. Difficoltà gestionali, rapporti interpersonali difficili, tensioni dietro ogni decisione operativa da prendere, hanno portato il noto criminologo a dare le dimissioni lo scorso nove marzo. Si è così aperto un periodo di instabilità, che ha messo a rischio lo svolgimento degli esami di ammissione, fissati per il 21 aprile. La commissione giudicatrice non si è ancora riunita, aprendo le porte all'ipotesi concreta di non poter far svolgere gli esami. Il rettore ieri ha tranquillizzato tutti, e la strada più rapida per sbloccare la situazione è quella indicata dal preside di Medicina: il commissariamento. Dopo si affronterà il nodo del nuovo direttore, che deve essere nominato dai docenti della stessa scuola, e che deve essere un medico legale (categoria med43). Il toto-direttore è già iniziato. Tra i tanti papabili, l'anatomopatologo Francesco Paribello. Altri quelli dell'ordinario Francesco De Stefano, e lo stesso Piero Marongiu. Ovviamente a patto che la situazione diventi facilmente governabile. Dopo il progressivo decadimento di questi ultimi anni è necessario riportare una scuola importante come quella di medicina legale al livello che le compete.
Matteo Vercelli
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 – Sardegna
In Sardegna lavorano nel terziario, quasi la metà sono a Cagliari
Immigrati con laurea o diploma
 
 CAGLIARI. Europeo, di sesso femminile, diplomato e impiegato nel terziario. E’ l’identikit del moderno immigrato, anche in Sardegna, dove il numero degli stranieri regolarmente registrati raggiunge quota 14.893, lo 0,7% del totale degli immigrati nel Paese. I dati sono stati forniti, al Lazzaretto di Sant’Elia, a Cagliari, durante la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2004 della Caritas Italiana, in collaborazione con la Fondazione Migrantes. E’ la Provincia di Cagliari a detenere la quota più consistente dei cittadini stranieri presenti sul territorio con quasi la metà del totale (6.764 unità, pari al 45,4%). A seguire la Provincia di Sassari (37,5%), quella di Nuoro (11,4%) e quella di Oristano (5,7%). Su una popolazione residente di 1.631.880 abitanti gli immigrati costituiscono lo 0,9%, in particolare donne che provengono dall’Europa (42,7%), come Ucraina, Germania, Polonia e Romania, e dall’Africa (31,8%). Si tratta in particolare di stranieri che giungono nell’Isola in cerca di occupazione. La maggioranza degli stranieri è impegnato nel settore alberghiero e della ristorazione. Tanti i diplomati ed i laureati (40%).
 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 52 – Cultura
Luce sui misteri dell’universo
Nuova attenzione ai segreti dell’astronomia nell’Anno della fisica
A Sassari domani sera e dopodomani una serie d’interessanti iniziative
 
Avete spesso sognato di scoprire qualche segreto del sistema solare e non ne avete mai avuto l’occasione? Ora potete farlo. La Sardegna è in primo piano in questo 2005 diventato l’Anno mondiale della fisica (si celebra un centenario del tutto particolare: proprio un secolo fa Albert Einstein mise a punto la sua teoria della relatività). Sassari specialmente è mobilitata in una serie d’iniziative. Scuole, associazioni e organizzazioni di specialisti da domani daranno vita a manifestazioni di richiamo. Per le prossime settimane sono previste visite di approfondimento. E, in aprile, una mostra che dovrebbe richiamare l’attenzione sulla parte di universo conosciuta, suscitando l’interesse anche dei meno esperti.
 Tutti gli interventi di carattere scientifico sono inseriti nel più ampio quadro nazionale e internazionale promosso dall’Unesco. Tante le iniziative. Non solo in Sardegna. Anche in molte città della penisola. Eccone una per tutte: a fine marzo in tutt’Italia uscirà un francobollo da 85 centesimi che le Poste dedicano all’avvenimento. Stampato in 3,5 milioni di esemplari, presenta una vignetta per cultori di scienze: lo schema rappresentativo della creazione di un buco nero, sullo sfondo una xilografia raffigurante la cittadella universitaria di Pavia.
 Ma ecco i particolari delle manifestazioni in programma a Sassari. Innanzitutto, va chiarito subito che le iniziative sono state promosse dall’Associazione per l’insegnamento della fisica e dalla Società astronomica turritana. In secondo luogo, come spiegano due dei loro dirigenti, i docenti Rita Pistidda e Gian Nicola Cabizza, sono stati proprio gli esperti del capoluogo del Nord Sardegna i primi a suggerire quali contenuti dare ai progetti celebrativi. Queste idee sono state poi sposate e fatte proprie dai comitati sorti in altri centri con il medesimo obiettivo.
 A Sassari le manifestazioni indette dall’Aif e dalla Sat sono state organizzate in collaborazione con il Comune e la Provincia con il fine di coinvolgere cittadini e scuole. Di qui, nei dettagli, il programma.
 Domani, dalle 19.30 alle 23, in piazza d’Italia, si svolgerà la «Notte galileiana», una serata dedicata all’osservazione della Luna e di Saturno. L’illuminazione pubblica sarà oscurata per evitare almeno in parte l’inquinamento luminoso. La partecipazione dei cittadini è libera e gratuita. Seguirano altre iniziative alle quali hanno già dato la loro adesione diverse scuole. E, più precisamente, lo Scientifico Spano, il Nautico di Porto Torres, il Classico Manno di Alghero, l’Azuni, il tecnico per industriali e l’istituto d’arte del capoluogo del Nord Sardegna (quest’ultimo ha curato anche gli aspetti grafici).
 Domenica mattina, dalle 9 alle 14, sempre a Sassari, davanti al palazzo della Provincia, si terrà la «Fisica in piazza»: verranno esposti e condotti dagli studenti delle scuole coinvolte numerosi esperimenti. Dal 2 al 17 aprile, invece, si svolgerà al Masedu, in via Pascoli, la mostra «Novità dai confini della galassia». Rassegna dedicata alla migliore produzione (o partecipazione) dell’astrofisica europea degli ultimi 15 anni: 58 grandi pannelli a colori, otto dei quali riassumono l’attività tenuta nell’osservatorio astronomico di Siligo. «I ragazzi dei vari istituti - chariscono ancora Pistidda e Cabizza - lavoreranno attivamente collaborando alla guida dei visitatori alla mostra». Nelle scuole di Sassari seguiranno poi altre iniziative.
 «L’osservatorio astronomico di Siligo continuerà poi a restare al centro di visite guidate - spiega Gian Nicola Cabizza - Con ogni probabilità l’inugurazione ufficiale del centro avverrà alla fine di aprile. Nel frattempo, l’attività, già cominciata da mesi, continuerà incessantemente». «Sin da domani e dopodomani tutti potranno comunque confrontarsi con gli aspetti più affascinanti della fisica e dell’astronomia», è la conclusione di Rita Pistidda.
 
 
4 – La Nuova Sardegna
Olbia
Servizio mensa, un modo per sentirsi più uniti
Gli studenti hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa attivata dall’Ersu
Facoltà di Economia del turismo: un pasto completo per gli iscritti costa da 1,60 a 2,70 euro
 OLBIA. Da alcune settimane gli studenti universitari iscritti al corso di Economia e imprese del turismo hanno un servizio in più: la mensa all’interno dell’aeroporto Costa Smeralda che ospita la loro sede. Gli universitari non devono fare molta strada per accomodarsi a tavola: basta, infatti, scendere le scale mobili, prendere il vassoio e in fila ordinata scegliere le pietanze che il ristorante “Corte Smeralda” (vincitore della gara d’appalto indetta dall’Ersu) ha preparato per loro. Tessera in mano e il pranzo è servito. In poche settimane la mensa ha già servito 60 pasti al giorno.
 Come precisano Alessandro Cossu e Antonio Usai della Sps (che con l’Ersu ha realizzato il servizio) altri duecento ragazzi hanno fatto domanda per la tessera. Per tutti c’è la possibilità di usufruire di un pasto completo a un prezzo che, a seconda della fascia di reddito, può variare da un minimo di 1,60 ad un massimo di 2,70 euro. Il menù comprende: un primo piatto o formaggio o pizza; un secondo piatto o affettato o formaggio o pizza; un piccolo contorno o un’insalatina e il pane; ad ogni consumazione non prevista dalla convenzione stipulata dalla Corte Smeralda con l’Ersu viene applicato uno sconto del 20% rispetto al prezzo di listino. Dal punto di vista burocratico, invece, gli studenti devono presentare domanda alla segreteria per ottenere i buoni pasto: per chi ha un reddito Isee fino a 9.566 euro il pranzo in mensa costa 1,60; fino a 14.350 euro 2,10; fino a 23.916 2,40 e per la fascia più alta, oltre i 23.916 euro 2,70.
 L’attivazione della mensa è stata accolta con entusiasmo dagli studenti perché secondo loro si tratta non solo di un servizio che riduce di molto le spese, ma anche perché contribuisce a creare maggiormente l’ambiente universitario.
 «Non si tratta solo di mangiare - spiegano gli universitari - ma anche di fare amicizia, di scambiarsi opinioni e consigli sugli esami, diciamo che la mensa fa più università». «Il clima universitario? Ultimamente lo sento molto di più» dice Teresa, iscritta al terzo anno, di Budoni. «Sicuramente ha contribuito anche la mensa - aggiunge -, ma anche l’attivazione della biblioteca».
 Prima del 28 febbraio, data di attivazione del servizio, gli studenti se la dovevano cavare con le proprie tasche, anche se godevano di convenzioni con il ristorante. «Ho pranzato quasi sempre in aeroporto - dice ancora Giorgia - e a spese mie dal momento che devo aspettare il pullman per rientrare a casa. Adesso aspetto che mi arrivi la tessera dell’Ersu». Anche per lei la mensa era un servizio che mancava alla facoltà. «Oltre che per il risparmio ci permette di stare più con i colleghi e sentirci più universitari. Qui a Olbia l’ambiente è molto più familiare rispetto a Sassari, così come è migliore il rapporto con i docenti: forse perché siamo pochi, ma ci sentiamo più uniti».
Serena Lullia

Riuscire a trovare casa è un problema
Il mercato degli affitti in città impone prezzi alti per i fuori sede
 OLBIA. Per gli studenti universitari trovare casa non è cosa semplice. Non si tratta certo di una novità: Olbia, sede da tre anni del corso di economia del turismo, si trova nella stessa situazione delle altre città universitarie sarde come Sassari e Cagliari.
 Per un monolocale in centro si arriva a spendere anche 500 euro; i prezzi scendono, invece, se ci si trasferisce in periferia con la possibilità di avere un appartamento con due posti letto, un bagno e una cucina a 350-400 euro; costi ancora inferiori per casupole meno nuove, magari con arredamento, tubature vecchiotte e senza contratto regolare: in questo caso l’affitto può arrivare fino ai 250-270 euro.
 Succede così che molti studenti, dopo aver verificato i prezzi degli affitti in città, scelgono la via della pendolarità quotidiana. «Io sono di Palau - spiega Giorgia, iscritta al terzo anno del corso di economia dopo un’esperienza a Sassari -: all’inizio avevo valutato la possibilità di prendere casa ma, una volta che ho visto i prezzi ho preferito viaggiare quasi tutti i giorni, almeno quando ci sono le lezioni nelle quali ho meno basi».
 Secondo Giorgia in città servirebbe una migliore organizzazione del mercato delle case. «I prezzi sono simili a quelli di Sassari - commenta -, ma a Olbia si incontrano maggiori difficoltà nel trovare un appartamento». Ma se per Giorgia viaggiare è stata una scelta volontaria, per la collega Vittoria, di Arzachena, è stata una decisione quasi obbligata. «Non me lo posso permettere - racconta -: mia madre lavora ma mio padre è stagionale, io non lavoro perché studio e sono a carico dei miei. Nonostante sia un sacrificio, viaggio».
 Marco, secondo anno di università, una casetta l’ha trovata, ma in periferia, alla fine di via Barcellona. «Pago 400 euro e divido l’appartamento con un collega - spiega-: mi è andata bene rispetto ad altre persone, ma il mattino, dal momento che non ho la macchina sono costretto a svegliarmi presto per prendere il tram ed arrivare in facoltà alle 8,30».
 La fine di tante sofferenze, almeno per una parte di studenti fuori sede, potrebbe arrivare con la casa dello studente, di cui però la facoltà risulta ancora priva. Tre anni fa, in corrispondenza della nascita dell’università a Olbia era sta vagliata la possibilità di adibire a casa alloggio l’inutilizzato ostello della gioventù; il sindaco Settimo Nizzi aveva dato infatti piena disponibilità a cedere gratuitamente la struttura all’Ersu, ma il sopralluogo dei responsabili dell’ente aveva messo in evidenza costi di ristrutturazione troppo elevati. Dalla facoltà ci sono timidi segnali positivi in merito, ma per il momento agli studenti non resta altro che attendere. (se.lu.)


Nel bilancio una spesa che incide
Sono 250 i ragazzi costretti a fare la vita del pendolare
 OLBIA. Essere studente pendolare per molti ragazzi che vivono fuori Olbia, significa mettersi in viaggio al mattino quando ancora è buio, combattere il freddo su autobus non troppo all’avanguardia, arrivare dai paesi vicini anche un paio d’ore prima di entrare a lezione. Nel corso universitario di Economia e imprese del turismo, attivato presso l’aeroporto Costa Smeralda, l’esercito degli studenti viaggiatori (al novembre del 2004) è infatti numeroso.
 Infatti, secondo i dati, sono circa 250 ragazzi i pendolari, su un totale di oltre 500 iscritti. Giovani che arrivano, oltre che dalla Gallura, anche dal resto della Sardegna: dalla provincia di Cagliari, dal sassarese, da quella di Nuoro e di Oristano. Per molti di loro i disagi sono evidenti, come per Giorgia, di Palau, costretta a prendere il pullman delle 8 del mattino per frequentare le lezioni delle 11. «Arrivo alla stazione alle 9 - racconta -, poi prendo il tram che mi porta all’aeroporto; per fortuna ce n’è uno ogni quarto d’ora, ma rimango due ore senza fare nulla».
 Per il rientro la studentessa si imbarca sul primo pullman a disposizione, quello delle 14,10 per arrivare a casa, sfinita, alle 15,20: costo giornaliero del suo viaggio 4 euro andata e ritorno più 1,14 per il tram.
 Sara, di Padru, iscritta al terzo anno di università, è un pò più fortunata perché qualche volta ha la possibilità di usare la macchina dei genitori. «Per le lezioni delle 9 sarebbe impossibile prendere il pullman perché dovrei partire alle 6,50, arrivare alle 8 e aspettare un’ora prima dell’inizio della lezione. Quelle dalle 17 alle 19 sono sicuramente le più scomode e infatti non le posso frequentare».
 Per Manuela Asole, di Tempio, la sveglia suona davvero presto, prima delle 6: il suo mezzo parte infatti alle 6:20 e spende giornalmente 2,89 euro. «Più la sovrattassa - dice adirata - di cinquanta centesimi perché non c’è una rivendita nella quale acquistare i biglietti della compagnia con la quale viaggio». «Se le lezioni sono alle 11 - aggiunge la studentessa - prendo il pullman delle 8,15 e arrivo alle 9;15. Certo ci sono due ore di tempi morti, ma ne approfitto per andare in giro a vedere i negozi». (se.lu.)
 

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