Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 March 2005
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
Ufficio Stampa

 
1 – L’UNIONE SARDA
Pagina 15 – Cultura
Addio Kenzo Tange, architetto del futuro
Ha lasciato il suo segno a Roma, Napoli, Bologna «Ci ha fatto sentire cittadini del mondo»
«Ci sono ancora molte cose che vorrei portare a termine. Spero di non ripetere le cose che ho fatto... questa è la mia prossima sfida». A 91 anni Kenzo Tange, il grande architetto giapponese morto ieri a Tokyo, conservava ancora intatta la fantasia del progettista testimone - e protagonista - del passaggio del Giappone dalle rovine del dopoguerra al benessere attuale. Il segreto era forse in quello che più spesso amava ripetere: «Ogni progetto è un trampolino per il successivo...». Nato nel 1913 ad Osaka (così afferma il suo sito ufficiale), crebbe e studiò nella piccola città di Imabari nell'isola di Shikoku. Si laureò in architettura nell'Università di Tokyo nel 1938 quando già si sentiva aria di guerra. Nei successivi quattro anni lavorò nello studio di Kunio Maekawa, uno tra i più importanti discepoli di Le Corbusier, con il quale fondò una sorta di Werkbund giapponese. Nel 1942, in piena guerra, divenne professore all'Università della capitale giapponese dove resto fino al 1946. Del 1955-56 è il progetto per il Parco e il Centro della Pace a Hiroshima che è la sua prima opera significativa, mentre nel 1957 progettò il municipio di Tokyo. Influenzato dalle ultime opere di Le Corbusier, Tange pensò a lui nell'elaborazione del municipio di Kagawa (1958) per il quale usò anche la tradizione costruttiva giapponese. Mix che riprese ed approfondì in opere come il complesso Imabari a Shishoku (1957-1958) e per il palazzo degli uffici dell'agenzia pubblicitaria Dentsu ad Osaka nel 1959. Dopo una breve esperienza di insegnamento al Mit negli Usa, al suo rientro in Giappone nel 1960 realizzò il municipio di Kurashiki che suscitò molte polemiche poichè la costruzione, ipermoderna e svettante nel suo corpo centrale, si inseriva in un tessuto di casupole. Subito dopo si mise al lavoro per il piano urbanistico di Tokyo considerato forse la sua opera più importante: la città si espandeva lungo un asse rettilineo che, partendo dalla terraferma, si sviluppava attraverso l'intera profondità della baia. Del 1964 sono il centro culturale di Ninchan e le realizzazioni per le Olimpiadi di Tokyo (stadio coperto e palazzetto dello sport) che ne fecero uno degli architetti più noti al mondo. Negli anni '70-80-90 le opere di Tange riempiono le città di oltre 20 nazioni: si va dal grattacielo dell'Overseas Bank a Singapore, al progetto di ristrutturazione di Place d'Italie a Parigi, all'Istituto di architettura e Urbanistica di Orano in Algeria e nel 1987, a 74 anni, vince il Pritzker Price, prestigioso premio. Senza dimenticare però le opere in patria come il Museo d'Arte Yokohama a Kanagawa o quelle, più antiche, per gli uffici della tv a Tokyo o per il centro di comunicazione della regione Yamanashi a Kofu, o ancora il complesso per il nuovo municipio di Tokyo. In Italia, tra l'altro, Tange progettò il centro direzionale di Bologna nel 1975 e quello di Napoli nel 1987 ed lavorò per lo Sdo di Roma. Ricorda Michele Mattei, uno dei professionisti che lavorarono al progetto napoletano, nell'88: «I primi schizzi di Tange avevano tutto il fascino degli ideogrammi giapponesi, poi si giunse al piano definitivo: la migliore ricetta, frutto della sua grande esperienza di cuoco internazionale, per un piatto che non solo fosse saporito in sè, ma anche pienamente appetibile ai napoletani». Tra le scelte vincenti e innovative indicate da Kenzo Tange, il modello di strade sovrapposte per separare il traffico su ruota dal movimento dei pedoni, ma anche la rinuncia a un unico disegno per tutte le architetture del centro. Il giapponese si limitò a prescrivere una serie di direttive principali per garantire l'unità formale dell'insieme, lasciando ai suoi colleghi italiani, e soprattutto napoletani (da Pica Ciamarra a Beguinot, da Pagliara a Capobianco), la progettazione dei singoli manufatti per evitare l'incubo» di decine di palazzi tutti uguali. Il centro direzionale fu visitato nel novembre 1990 anche da Giovanni Paolo II, per la benedizione della chiesa realizzata all'interno del complesso. «Anche il lavoro di un uomo come Tange - ha sottolineato il presidente della Regione Emilia Vasco Errani - ci fa sentire tutti cittadini del mondo, capaci di scambiarci idee ed esperienze. Quella della bellezza e della forma della città trovo sia decisiva per consentirci di vivere bene, in luoghi che possiamo sentire nostri».
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 23 – Nuoro
Università. Emendamento propone tre milioni di euro
Retromarcia della Regione
La giunta regionale fa retromarcia sui fondi per l'università nuorese che grazie a un emendamento potrà contare su tre milioni di euro. La correzione arriva dopo tante sollecitazioni politiche che reclamavano il finanziamento nominativo per il consorzio universitario nuorese, alternativo al nuovo sistema proposto dalla giunta Soru, ovvero quello del fondo indistinto per l'università sarda da cui l'ateneo nuorese avrebbe potuto attingere assieme agli altri. Il testo dell'emendamento, proposto dalla giunta regionale, riassegna fondi specifici a Nuoro benché rispetto a quelli di un anno fa vengano ridotti: il taglio è del dieci per cento. Nel 2004 il consorzio aveva beneficiato di tre milioni 250 mila euro. Ora il contributo si ferma a tre milioni. «Sia la giunta che le forze politiche hanno raccolto evidentemente la nostra sollecitazione per il recupero del finanziamento nominativo al Consorzio. Si trattava di un impegno preso dalla Regione con l'accordo di programma che agli inizi degli anni Novanta ha dato vita all'esperimento del terzo polo universitario. L'emendamento va nella direzione auspicata», commenta il presidente del consorzio nuorese Bachisio Porru. E i tagli del 10 per cento? «Le attività di ricerca saranno commisurate alle disponibilità», aggiunge. Un altro emendamento, presentato dai consiglieri del centrosinistra, propone di destinare un contributo all'amministrazione provinciale di Nuoro per organizzare il premio "Grazia Deledda". Sette esponenti della maggioranza (Eliseo Secci, Siro Marroccu, Antonio Biancu, Stefano Pinna, Antonello Licheri, Carmelo Cachia e Peppino Balia) sollecitano un finanziamento di trentamila euro alla Provincia consentendo così la realizzazione del premio intitolato alla scrittrice nuorese. Entrambi gli emendamenti saranno votati nell'aula del Consiglio. Ma il fatto che sia la stessa giunta guidata dal presidente Renato Soru a presentare quello sull'università fa ben sperare nel successo della proposta una volta che approderà all'esame dell'assemblea.
 
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 23 – Cagliari
Università/1. Approvata la programmazione e assegnati i posti vacanti, esami garantiti
Risorge la scuola di Medicina legale
Il corpo docente si sostituisce al direttore
Risorge la scuola di specializzazione di Medicina legale, grazie al consiglio dei docenti della facoltà di Medicina. Un intervento urgente, per curare un paziente malato dopo le dimissioni del direttore, Pietro Marongiu, e che rischiava il collasso, con l'impossibilità di far svolgere gli esami di ammissioni ad aprile. Ieri l'assemblea di circa duecento professori, riunita alla Cittadella universitaria, ha approvato la nuova programmazione, assegnato i posti di docenza e garantito che in tempi brevi si arriverà alla nomina del nuovo direttore. La decisione spetterà al nuovo consiglio della scuola, che potrebbe arrivare all'elezione prima di Pasqua. Tra i nomi dei possibili successori di Marongiu, Francesco De Stefano e lo stesso Pietro Marongiu. ESAMI SALVIQuel che conta è che la scuola potrà ripartire. «Ringrazio il rettore che ha preso in mano la situazione, chiedendo un intervento immediato della facoltà ? spiega il preside di Medicina, Gavino Faa -, il consiglio ha svolto poi la sua parte, approvando all'unanimità il nuovo programma e le nomine del corpo docente della scuola». Tra le principali novità, l'assenza di Giuseppe Santa Cruz, che ha chiesto, con una lettera indirizzata al preside, di non essere nominato docente. Sostituito anche Antonio Carai, che da tempo aveva manifestato la volontà di non far parte del corpo docente della scuola. «Il nuovo consiglio della scuola ? ricorda Faa ? si riunirà in tempi brevissimi, come richiesto dal rettore, per la nomina del direttore. In questo modo gli esami di ammissione sono salvi. Gli specializzandi che dovevano partecipare possono stare tranquilli». Scampato anche il pericolo del commissariamento, ipotizzato la settimana scorsa dal preside, per cercare di venire a capo della situazione. Qualche garanzia era già stata data da Mistretta, che aveva assicurato che il corso di Medicina legale avrebbe ripreso il suo normale iter. Il prossimo passo sarà la nomina del direttore, che, visto il clima di tranquillità con cui è stata approvata la programmazione didattica, non dovrebbe rappresentare un problema. il TOTO DIRETTOREProprio la programmazione didattica aveva creato notevoli problemi a Marongiu, portandolo alle dimissioni due settimane fa. Erano ancora vacanti alcuni posti (una decina), come tre indirizzi di Giurisprudenza, Medicina del lavoro, Farmacologia e Statistica sanitaria. Le docenze sono in tutto una quarantina. Con il voto di ieri si sono coperti i buchi e sostituiti Santa Cruz e Carai: proprio il corpo docente della scuola (quindici professori universitari), appena ufficializzato, dovrà ora riunirsi per la scelta del direttore. Ovviamente non c'è nessuna ufficialità, ma tra le voci che circolano nell'ambiente il posto dovrebbe essere assegnato a De Stefano o Marongiu. SBOCCHI PROFESSIONALIGli esami di ammissione sono fissati per il 21 aprile e rappresentano per i neo laureati un'opportunità di specializzazione con interessanti sbocchi lavorativi. La scuola è gestita con poche risorse e ha alcuni limiti strutturali (mancano la segreteria, una biblioteca e gli spazi didattici sono ridotti), ma ha sempre dato ottimi risultati, sfornando professionisti della materia. L'anno scorso sono stati un'ottantina i candidati in quella che è l'unica scuola di specializzazione di medicina legale in Sardegna. Due gli indirizzi del corso: uno per gli "strutturati", e uno per i neo laureati. Con uno sbocco professionale certo.
Matteo Vercelli
 
 
4 – L’Unione Sarda
Pagina 23 – Cagliari
Università/2. Da subito guerra di ricorsi per la carica più alta
Una storia di polemiche e veleni
La scuola di specializzazione in medicina legale è nata nel 1995 grazie all'impegno di Sergio Montaldo, che la diresse fino al 2 febbraio del '98, data della sua scomparsa. Suo successore fu Giuseppe Santa Cruz, anatomo patologo, eletto per due mandati triennali consecutivi, e restato alla guida della scuola fino e metà del 2004. Un periodo che fu interessato anche dal ricorso al Tar, da parte di Francesco De Stefano, contro la sua nomina a ordinario di Medicina legale nel 2001 (che non riguarda direttamente il ruolo di direttore della scuola). Tutto nasce dal passaggio di Santa Cruz da un settore scientifico-disciplinare (Anatomia patologica) a un altro (Medicina legale). Passaggio che ha portato al ricorso da parte di De Stefano, professore di ruolo di Medicina legale e "scavalcato" dall'affidamento della cattedra a un anatomo patologo. Un caso che aveva mosso anche la Società italiana di Medicina Legale. Ricorso alla fine accolto, che ha revocato il decreto del rettore Pasquale Mistretta, dell'11 ottobre 2001, per il passaggio di Santa Cruz da Anatomia patologica a Medicina legale (pesava il parere negativo del Consiglio universitario nazionale). Annullata anche la sua nomina alla direzione di Medicina legale a Monserrato. Santa Cruz è rimasto comunque a capo della scuola di specializzazione fino al 2004, quando è scaduto il secondo mandato (il tetto massimo fissato per statuto). Il corpo docente ha eletto all'unanimità Pietro Marongiu, che ha dovuto combattere e lottare con le troppe polemiche sulla programmazione didattica («Mi sono accorto delle difficoltà che c'erano nel lavorare e far crescere il corso, e dell'impossibilità, o quasi, nel lavorare serenamente», aveva detto l'ex direttore). Alla fine la decisione delle dimissioni da parte di Marongiu lo scorso nove marzo, che aveva aperto un momento di instabilità e il rischio di non arrivare a poter svolgere gli esami di ammissione fissati per il 21 aprile. Da ieri, con la nuova programmazione del consiglio di facoltà di Medicina e con la nomina in tempi brevi del nuovo direttore, il corso di Medicina Legale sembra destinato a ritrovare un po' di serenità. (m. v.)
 
 
5 – L’Unione Sarda
Pagina 4 – Cronaca regionale
L'ateneo sassarese: presto le lauree in rete per Architettura e Scienza della formazione
Matrimonio fra la Regione e le Università
Sei milioni e mezzo di euro per formare 650 dipendenti della Pubblica Amministrazione alla tutela dell'ambiente e del paesaggio. La Regione investe ( fondi Por) per «dare gambe alle politiche che riguardano il territorio che ha intrapreso e che continuerà a portare avanti». Lo ha affermato l'assessore al Lavoro, Maddalena Salerno, presentando il corso che vedrà impegnati tecnici comunali e funzionari regionali degli Uffici di tutela del Paesaggio. Gli insegnanti verranno messi a disposizione dalle Università di Cagliari e Sassari che, consorziate, si sono aggiudicate il bando che riguarda l'alta formazione. 442 ore di lezione, comprese visite guidate e stages in Italia e all'estero, partiranno a settembre, e termineranno a dicembre del prossimo anno. Il "piano di studi" prevede , tra l'altro, diritto dell'ambiente e del paesaggio, progetto del paesaggio urbano, di quello costiero e di quello rurale, centri storici, paesaggio e turismo, riqualificazione ambientale, la valutazione di impatto ambientale. «Lo scopo principale ? ha detto il rettore dell'ateneo cagliaritano, Pasquale Ristretta ? è insegnare a " vedere" a questi tecnici, spesso accusati di incultura, andare oltre metri cubi e metri quadri. Vorremmo imparassero un nuovo modo di progettare, e di valutare il rapporto natura-ambiente-paesaggio». Silvano Tagliagambe, in rappresentanza dell'Università di Sassari, ha sottolineato l'importanza della formazione per tutta la vita, e della forte integrazione tra i due atenei sardi. «L'accordo con la Regione è l'anticipazione di quello che avverrà con il bando per l'università telematica, presto ultimato. Riguarderà la facoltà di Architettura. Scienza della formazione pubblica e Scienza della comunicazione». Assente alla presentazione di ieri mattina, anche Soru ha espresso soddisfazione per l'intesa con le Università, e definito il paesaggio «un bene che va tutelato e interpretato, occasione di lavoro per i professionisti che si stanno formando nelle università per il futuro, e già da oggi impegno per i dipendenti pubblici senza i quali non si possono attuare le politiche di sviluppo che stiamo delineando nei territori».
Fr. Zocch.
 
6 – La Nuova Sardegna

Pagina 7 - Cagliari
 
Monteponi centro ricerche ambientali
 
Sì dal ministero degli Esteri Intanto parte un corso Forgea
 
 
 
 
 
 
 IGLESIAS. E’ arrivato finalmente il riconoscimento dal ministero degli Esteri per trasformare Monteponi in Centro di ricerca ambientale. Dopo anni di intenso lavoro, non senza sacrifici e diffidenze, il governo nazionale ha confermato alla Regione la disponibilità a promuovere Monteponi, sulla falsa riga di Trieste. Ieri mattina Fausto Del Rio, capo gabinetto dell’assessorato regionale all’Industria e Gianluca Serri, segretario dell’assessore Rau, hanno fatto un sopralluogo a Villa Bellavista per rilanciare il vecchio progetto.
 La visita ispettiva, secondo indiscrezioni, ha fornito le giuste indicazioni ai due funzionari regionali inviati sul posto per verificare l’attendibilità del piano elaborato a suo tempo. Ora è arrivata la concreta possibilità di effettuare il salto di qualità che poerterà grandi benefici alla crescita del territorio. Artefici di questo successo sono senza dubbio Carlo Muntoni, docente di fisica, Gianmarco Corbani, direttore del Forgea, che hanno creduto nell’iniziativa. I due inviati della Regione hanno visionato i locali, i compendi immobiliari delle ex società minerarie e il dinamisno culturale che sta vivacizzando Monteponi sede universitaria da quasi due lustri.
 Proprio in questi giorni Monteponi è nuovamente al centro delle attenzioni di alcuni paesi che si affacciano sul Mediterraneo con un corso di formazione “Ambiente e Economia” organizzato dal Forgea International. I primi passi di questo percorso culturale e di ricerca sono stati avviati nel 1988 quando l’Ics-Unido e Forgea hanno proposto il primo master sul tema Tecnologie per la valorizzazione e riciclaggio di minerali e rifiuti industriali. Subito dopo sono seguiti altri corsi e non meno di 100-150 ricercatori di paesi in via di sviluppo industriale, ogni anno, hanno risposto con richieste di partecipazione. L’impegno e l’alto riconoscimento dimostrato dalle autorità politiche di Algeria, Marocco, Egitto, Tunisia. Siria e altri hanno indubbiamente influenzato il ministero degli esteri che, proprio in questi giorni, ha interessato la Regione sarda per far assugere Monteponi a centro di eccellenza nella ricerca ambientale.
 I due funzionari hanno mantenuto il massimo riserbo sull’iniziativa ma ormai il progetto è entrato nella fase operativa. A questo ultimo corso partecipano: Raihana Haddad, Abdelmadjid Kermadi, Louaifi Merzouk, Bandali Mohamed Moukloud, nadia Torai Slimani, tutti dell’Algeria; dall’Egitto: Mohamed Fawzy Alam El Din. ibtessan Youssif Hendawi, Engy Mohamed Shehata; dal Libano: Daial Barakat, Fadi Comair, Hasan Mahmoud Hamdam; dal Marocco: Said Boucetta, Nadia Boukhrissa, Mohamed Ddich,; dalla Siria Waseem Al Imam. Abdelmottaled Ouederni (Tunisia) e infine della Turchia Sezer Ayse Goktan, Yasar Ziya Pala,Bakir karasu. Si parlerà di interazione tra economia e ambiente naturale, di conflitto tra l’uso delle risorse, limiti dello sviluppo e analisi economica per l’ottimo uso delle risorse naturali secondo la distinzione fondamentale tra le risorse rinnovabili e risorse non rinnovabili. E il Parco geominerario di Monteponi è in grado di offrire alcuni spaccati sulla pessima gestione delle miniere. «Il riconoscimento giunto dal ministero degli Esteri - ha commentato Gianmarco Corbani - premia il lavoro svolto in questi anni e ci incoraggia a proseguire con maggiore slancio. Saranno poi i ricercatori che partecipano ai nostri corsi i migliori sponsor dell’iniziativa». Al bando di partecipazione hanno risposto 60 ricercatori ma solo 20 domande sono state accolte.

 
 
7 – La Nuova Sardegna

Pagina 2 - Nuoro
 
La giunta Soru «salva» l’università
 
Pronto un emendamento al bilancio con 3 milioni di euro
 
 
 
 
 
 
 NUORO. L’università nuorese, per il momento, è salva. La giunta regionale con un suo emendamento al bilancio in discussione ha corretto il tiro, e il taglio si è ridotto al lumincino. Ma ciò che è più importante e che le risorse destinate all’ateneo barbaricino ora escono dal limbo del fondo indistinto per assumere piena titolarità. «Il patto è stato rispettato», commenta soddisfatto Bachisio Porru.
 L’emendamento aggiuntivo riguarda l’articolo 9 e presdipone con chiarezza tre milioni di euro a favore del Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale. Il taglio si riduce quindi a poco meno del 10 per cento della risorsa originaria. Un segno positivo, comunque. Perchè dentro questa decisione c’è un significato politico molto importante: cioè quello del riconoscimento diretto della titolarità specifica del fondo annuale per l’ateneo nuorese. Cosa che prima non c’era, visto e considerato che tutto era confuso nel cosiddetto fondo indistinto, con un taglio compolessivo del 30 per cento.
 Ma veniamo al testo dell’emendamento aggiuntivo presentato dalla giunta regionale: «In sede di prima applicazione - dice - della presente disposizione e nelle more di un comlessivo riordini delle sedi universitarie decentrate, nonchè della valutazione dei risultati dalle stesse conseguiti relativamente alle attività svolte, la dotazione del fondo di cui alla presente lettera a e per l’anno 2005 è riptatita come segue...». E giù la cifra di tre milioni di euro per l’università nuorese.
 «Come annunciato durante l’incontro con l’assessore Pigliaru - afferma soddisfatto Bachisio Porru, presidente del consorzio - un primo importante risultato è arrivato pur restando un 10 per cento in meno».
 Ciò che conta in questa fase per Porru è che «sia stato onorato» l’accordo di programma e il patto politico intercorso tra le parti. Anche perchè, insomma, prima il cosiddetto fondo inditinto non rispettava nè patto nè accordo.
 Le risorse previste nell’emendamento alla legge finanziaria per il 2005 della giunta regionale ora andranno ad affrontare le spese e i costi per i servizi tecnici, ausiliari e amministrativi dell’università barbaricina.(n.b.)

 
 

 
8 – Corriere della sera
Ogni anno in Italia sono un milione: la loro associazione pubblica un vademecum all’Urbe, ma poi, a gruppi, eleggono i ritrovi preferiti
I ragazzi di Erasmus, tutti scuola e discoteca Non solo studio per gli universitari stranieri: pub e dj session, con inviti via Internet
Un paio d’estati fa un piccolo film indipendente accese i riflettori sul mondo poco conosciuto degli «studenti Erasmus», ovvero sulla realtà dei giovani europei che vivono esperienze in altri Paesi Ue grazie apunto al programma di scambi universitari Erasmus. Anche a Roma questa comunità è numerosa e coesa, abbastanza organizzata e, soprattutto, unita nella voglia di vivere al meglio le mille opportunità che offre la Capitale: di studio ma anche di divertimento. Al grido di tutti per uno-uno per tutti, gli appartenenti al mondo Erasmus sono solidali, operativi. Sono studenti girovaghi che hanno ottenuto il contributo per un soggiorno di studi all'estero. Liberi, intraprendenti e emancipati, arrivano nella Città Eterna dopo aver sottoscritto l'adesione all'AsE (associazione studenti Erasmus). Attraverso l’organizzazione trovano soluzioni per alloggi, trasporti, consigli su burocrazia, lezioni universitarie e intrattenimento. La potente rete dell'Erasmus non trascura i dettagli. E anticipa risposte alle necessità dei giovani. Loro, i ragazzi, vivono in una specie di zona protetta: quando arrivano, nella maggior parte dei casi, l'associazione ha già provveduto ad una stanza in ostello, o negli appartamenti «non ufficiali». C’è pure un vademecum che li mette in guardia contro lungaggini burocratiche, difficoltà spostamento con mezzi pubblici (su questi due punti con polemiche non velate da parte degli autori del manuale, verso il Comune). La guida fornisce informazioni sull'assistenza medica, gli atenei universitari e gli orari delle lezioni, i luoghi di aggregazione degli studenti Erasmus, e, addirittura, sui piani tariffari più convenienti per chiamare il proprio Paese. Insomma questa associazione pensa proprio a tutto, ma gli studenti, di tanto in tanto, rompono le righe e, siccome Roma è un cilindro magico, improvvisano percorsi alternativi.
Alle canzoncine preconfezionate dall'associazione che fanno tanto sigla-villaggio-valtur, preferiscono la musica delle discoteche romane. E alle organizzate mense segnalate da AsE, vengono preferiti i pub. Per gli amici stranieri che studiano a Roma, oltre alle bacheche universitarie, i siti di riferimento sono www.erasmus3.it e www.esm-roma.it (Erasmus student network, La Sapienza)
Nel primo, la tessera d'iscrizione da diritto a riduzioni e il network è ben costruito. Accanto a conferenze e dibattiti, gite, cineforum, discoteche: Piper, LivingRoom, Baja, Saponeria, Chattanooga sono tra quelle dove si organizzano feste Erasmus. Gli inviti? Via internet. In Italia, nell'anno accademico 2002/03 il totale di studenti che hanno beneficiato di Erasmus ha superato il milione. Il Regno Unito, al primo posto tra gli «importatori di studenti», riceve più del doppio degli studenti che invia. Seguono Irlanda, Svezia e Paesi Bassi (40%). E l'Italia manda all'estero un numero di studenti che eccede di circa il 50% quello degli studenti accolti.
Doriana Torriero
 
 
9 – Corriere della sera
Inaugurazione dell’anno accademico 2004/2005 a “La Sapienza”
 
Stamane alle 11, nell’Aula Magna dell’Università «La Sapienza» di Roma, Sabino Cassese terrà la sua «lectio magistralis» nell’inaugurazione dell’anno accademico 2004/2005, a settecentodue anni dalla fondazione dell’Ateneo romano. Il titolo della prolusione, «Universalità del diritto», riflette l’interrogativo posto da Cassese se sia possibile e soprattutto legittimo «trapiantare i princìpi base del diritto» forgiati in Occidente in realtà storiche, ambientali e culturali completamente diverse e se il principio dell’«universalità del diritto» possa implicare la teoria dell’«esportazione della democrazia» attraverso l’uso di mezzi militari (come in Iraq). La domanda è: «Può essere richiesto a tutte le Nazioni di rispettare un unico catalogo universale di diritti dell’uomo?». Cassese conclude che quella dell’«universalità del diritto» può essere una «formula ambigua», a meno che non si voglia rinunciare alla pretesa velleitaria di «redigere codici cosmopolitici» inseguendo semmai l’idea di rafforzare i «legami tra le diverse culture giuridiche nazionali».
Sabino Cassese è professore ordinario di diritto amministrativo nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma. Editorialista del Corriere della Sera , nel 1993 e nel ’94 è stato ministro della Funzione pubblica nel governo Ciampi. Ha fatto parte e presieduto commissioni ministeriali di studio o di indagine e ha diretto una decina di progetti di ricerca e di analisi del Consiglio nazionale delle ricerche. Cassese ha collaborato con l’Ocse alla riforma delle amministrazioni pubbliche dei Paesi dell’Europa centrale e orientale. È stato «Visiting scholar» alla Stanford Law School, all’Università di Berkeley e al Nuffield College di Oxford, oltre che «Fellow» del Wilson Center di Washington e «Professeur associé» all’Università di Nantes e di Parigi 1. Nel 2004 è stato professore alla New York University. Cassese è autore di molti saggi, tra cui La nuova costituzione economica (Laterza 2004), Lo spazio giuridico globale (Laterza 2003), La crisi dello Stato (Laterza 2002), Maggioranza e minoranza. Il problema della democrazia in Italia (Garzanti 1995).
 
 
 
10 – Corriere della sera
ADDII
Il progettista e urbanista è morto ieri a Tokio. Aveva 91 anni Dalla ricostruzione di Hiroshima alla piscina olimpica: la tradizione riletta secondo Michelangelo e Le Corbusier
«Ho avuto due maestri: Michelangelo e Le Corbusier». Amava dire così Kenzo Tange, l’architetto e urbanista giapponese morto ieri mattina a Tokio a novantun’anni per una crisi cardiaca. Con lui il Giappone aveva imboccato la strada della modernità, grazie a lui il mondo aveva imparato a conoscere l’architettura giapponese del dopoguerra (un mix di eleganza orientale, estetica occidentale, nuovi materiali): quella che cercava di coniugare Mayekawa con Michelangelo e Le Corbusier (magari con un tocco di Gropius), quella che avrebbe poi formato allievi come Arata Isozaki o Fumihiko Maki, quella che ora proseguirà (attraverso il figlio Paul) nel megastudio vicinissimo al Palazzo Akasakà, residenza del principe ereditario, o nelle filiali di Parigi, New York, Sydney, Singapore, Madrid. Dove già si sta lavorando al prossimo progetto: il Villaggio Olimpico per i Giochi di Pechino del 2008. Tange era nato il 4 settembre 1913 a Osaka ma aveva trascorso la sua infanzia nell’isola di Shikoku, a Imabari, laureandosi in ingegneria alla Statale di Tokio nel 1938 e cominciando a lavorare nello studio di Kunio Mayekawa («Ho deciso di fare l’architetto dopo aver visto i lavori di Le Corbusier su una rivista»). Le sue prime opere «significative» sono il Parco e il Centro della pace di Hiroshima (1955-56), destinati a diventare «il cuore spirituale» della ricostruzione della cittadina distrutta dalla bomba del 6 agosto 1945. Così il Giappone in qualche modo «risorgeva dalle ceneri della guerra» come staranno poi a dimostrare il municipio di Tokio (1957) e quello di Kagawa (1958), il complesso Imabari a Shikoku (1957-58) e il palazzo della Dentsu a Osaka. Dopo una breve esperienza di insegnamento americana al Massachusetts Institute of Technology, Tange era rientrato in Giappone per realizzare (nel 1960) il municipio di Kurashiki e per firmare il piano urbanistico di Tokio (secondo alcuni la sua opera più importante) che «prevedeva l’espansione della città lungo un asse rettilineo che partendo dalla terra ferma si sviluppava per l’intera profondità della baia».
Il suo modello di architettura, d’altra parte, «era verificabile solo su scala urbana» (più volte aveva detto di non aver mai voluto disegnare la propria casa «perché non voglio che mia moglie e i miei figli se ne possano lamentare»). Con ogni edificio che rappresenta uno dei tanti tasselli «di un discorso spaziale che deve investire l’intera città». Come dimostrano il centro culturale di Nichinan (1964) e quelle strutture (piscine, stadio coperto, palazzetto) per le Olimpiadi a Tokio che fecero di lui uno degli architetti più celebri del mondo e che lo «aprirono» a un linguaggio sempre più internazionale: la cattedrale cattolica di Santa Maria a Tokio (1964) dove venerdì si svolgeranno i funerali, gli uffici della televisione a Tokio (1965), il centro di comunicazione della regione Yamanashi a Kofu (1966-67), la sede della Shizouka (1967-68) e quella Park Tower di Shinjuku (1994) che farà da sfondo alle angosce esistenziali di Bill Murray in Lost in translation .
Il mondo intanto imparava a conoscere Tange, che è stato uno degli architetti più premiati del Novecento: dall’Asahi all’Onoreficenza imperiale al Pritzker (il Nobel dell’architettura) che gli verrà consegnato nel 1987. E imparava anche che il Giappone non era più soltanto la villa imperiale di Katsura e che si poteva reinterpretare quella tradizione magari utilizzando materiali moderni come il calcestruzzo. Non c’era più solo il Giappone per le opere di Tange (oggi sparse per una ventina di Paesi): la Società delle Belle Arti a Minneapolis (1974), il Royal State Palace a Gedda (1982), l’Università Yarmouk ad Amman (1986), il Centro Oub a Singapore (1986), l’Università del Golfo Arabo in Bahrain (1988) e quella di Orano (1989), il Grand Ecran a Parigi (1991), il President International Tower a Taipei (2001). E poi l’Italia: le Torri di Bologna (1967), il quartiere Librino (1971), il Centro amministrativo di Napoli (1995), il Quartiere Affari a San Donato milanese(1990-99) e il progetto per il mai realizzato Sdo di Roma, la cittadella degli uffici che avrebbe dovuto essere costruita tra Pietralata e Centocelle. Da grande urbanista Tange («un piccolo uomo elegante dall’aria delicata che parlava sempre a bassa voce») aveva avuto parole dure per la città eterna: «L’ho visitata almeno centocinquanta volte. Sono innamorato di Roma ma così com’è oggi è destinata a morire. Non c’è più tempo da perdere».
La sua era, in fondo, una saggezza da vero orientale. Che spesso lui sintetizzava in frasi semplici ma efficaci: l’architettura? «deve avere qualcosa che attrae il cuore degli uomini ma anche forme e spazi logici»; il progetto? «è un trampolino per il progetto successivo». Fino a quella che chiude la sua esistenza: il futuro? «ci sono ancora molte cose che vorrei portare a termine. Spero di non ripetermi: questa sarà la mia prossima sfida». E’ stata l’ultima.
Stefano Bucci
 
 
12 – Il Messaggero
 
 
Alla Sapienza il maggior numero di immatricolazioni.
Tor Vergata punta sui rapporti con la Cina
Università, agli stranieri piace romana
 
 
 
Crescono le iscrizioni di studenti di altri Paesi: al primo posto gli albanesi
 
 
 
di ALESSANDRA MIGLIOZZI

La Capitale piace agli stranieri. E non stiamo parlando di turisti, ma di studenti universitari. Nei tre atenei pubblici romani, infatti, sono state centinaia le richieste di iscrizione inoltrate quest'anno da parte di ragazzi non italiani.
Ad approdare nella Capitale non sono studenti in cerca di una scusa per un breve soggiorno all'estero, ma giovani che puntano ad arrivare fino in fondo e a laurearsi nella Città Eterna. Per numero di iscritti, in cima alla lista delle preferenze degli stranieri, c'è il primo ateneo capitolino, la Sapienza, scelto quest'anno da 4724 studenti non italiani. Sono state 718, invece, le iscrizioni registrate a Tor Vergata, almeno fino ad oggi. Dall'ateneo chiariscono infatti che il dato è ancora parziale: con la seconda rata delle tasse in scadenza nei prossimi giorni potrebbero essere confermate ulteriori iscrizioni. Lo stesso discorso vale per Roma Tre che intanto ha già conquistato la fiducia di 860 ragazzi stranieri.
Guardando al numero di Paesi di provenienza è ancora una volta La Sapienza a piazzarsi prima sul podio, accaparrandosi il titolo di ateneo dell'integrazione per eccellenza. Partendo dagli argentini e passando per pakistani, angolani, iraniani e svizzeri si arrivano a contare infatti 165 aree di origine. La comunità più rappresenta è quella albanese con 1235 iscritti. Subito dopo vengono i greci (una presenza sempre più radicata nella Capitale) con 578 studenti, seguono polacchi (222) e rumeni (211). La fama della Sapienza, comunque, tocca davvero tutti i continenti. Nei tabulati degli iscritti stranieri figurano infatti ragazzi provenienti dai quattro angoli delle Terra. Ci sono afgani (7), australiani (12), brasiliani (93), giordani (16), cingalesi (7), thailandesi (5), camerunesi (30) e canadesi (26), per fare alcuni esempi. «E intendiamo accrescere ancora le presenze internazionali nel futuro - anticipa Pietro Lucisano, delegato del rettore per le Politiche studentesche -. Abbiamo chiesto al Sindaco di aiutarci a rendere Roma una città ancora più accogliente per gli studenti stranieri».
E mentre la Sapienza coltiva sogni internazionali, Tor Vergata rafforza i suoi rapporti con la Cina. «Da dieci - fanno sapere dall'ateneo - la Facoltà di Giurisprudenza è in contatto questo paese per lo scambio di ricerche e studi nel campo del diritto». Qualche curiosità sulle scelte di studio operate dai ragazzi stranieri emerge infine dai dati di Roma Tre. Qui la Facoltà più quotata è Lettere scelta da 318 studenti non italiani su 860. Subito dopo viene Economia con 124 iscritti, 91 sono quelli di Giurisprudenza.
In ognuno dei tre atenei per accogliere al meglio gli ospiti provenienti dall'estero sono stati predisposti appositi Uffici Stranieri che si occupano delle pratiche burocratiche e aiutano gli studenti nel loro percorso. Alla Sapienza esistono anche un numero verde, l'800 410 960, e una pagina web nella sezione studenti del sito dell'ateneo.
(22.3.05)
 
 
13 – La Sicilia
CATANIA
universita'
Sit in degli studenti  per il caro tasse

Ieri in piazza Università si è tenuto un sit-in al quale hanno partecipato numerosi studenti per consegnare al rettore e al Senato accademico la petizione che chiedeva il ripristino del vecchio sistema contributivo. Sono state depositate più di mille firme raccolte dal Coordinamento dei Collettivi universitari catanesi.
«Dall'inizio dell'anno accademico in corso, infatti, il primo versamento è stato equiparato per tutti a 250 euro - si legge in una nota del coordinamento dei collettivi universitari - senza tenere conto delle distinzioni di merito e dell'incidenza di questa forma di pagamento per le fasce più deboli degli studenti».
Ieri mattina una delegazione degli studenti è stata ricevuta dal direttore amministrativo a cui sono state consegnate le firme. Nel corso del colloquio si è discusso anche degli aumenti sulla seconda rata e dei due bollettini a 460 euro che molti studenti hanno ricevuto. «Il direttore amministrativo - precisano ancora i rappresentati del Coordinamento dei collettivi universitari - ha sostenuto che si tratta di ripetuti errori di inserimento dati al momento dell'iscrizione on-line. Noi invece abbiamo fatto notare come si tratti di aumenti a carico soprattutto degli iscritti alla laurea specialistica mentre è dalle matricole che ci si aspetterebbe la maggior parte degli errori». Il coordinamento dei collettivi ritiene, inoltre, che questa situazione sia dovuta principalmente alle riforme Zecchino-Moratti e ai tagli operati dalla Finanziaria: «Troviamo assurdo - concludono - che per supplire alle carenze di fondi le facoltà continuino a spremere gli studenti».
L'associazione Acer ha inoltre evidenziato come il problema vada affrontato con urgenza in vista della scadenza del pagamento della rata del 28 marzo.
L'amministrazione universitaria ha assicurato alla delegazione degli studenti che sottoporrà la loro richiesta al vaglio dei propri organi collegiali, Senato accademico e Consiglio di amministrazione, nelle prime sedute utili che si terranno alla fine di marzo.
 
 
14 – La Sicilia
PALERMO
I Tamil fanno festa alla facoltà di Lettere

Tra danze, canti, mostre e testimonianze, la comunità Tamil ha incontrato gli studenti palermitani. Ieri pomeriggio, le atmosfere dello Sri Lanka sono riecheggiate nei locali della Facoltà di Lettere.
Fotografie, video e racconti hanno documentato la tragedia del maremoto del 26 dicembre. Tuttavia, non sono mancati momenti di allegria e di socializzazione tra gli studenti e la comunità Tamil, attraverso gli spettacoli musicali e, persino, attraverso le degustazioni di prodotti tipici del Sudest asiatico. Nell'ambito della manifestazione, l'Università di Palermo ha presentato un progetto per la costruzione di una scuola nello Sri Lanka ed ha avviato una raccolta di fondi in favore della comunità Tamil. «La nostra Facoltà – ha spiegato Giovanni Ruffino, Preside di Lettere – annovera, tra i suoi studenti, diversi ragazzi Tamil ed è tradizionalmente aperta alle comunità di immigrati. Comunque, l'iniziativa è nata dentro tutto l'Ateneo». Secondo Ruffino, «nello Sri Lanka, i Tamil sono in una condizione di subalternità e di marginalità per ragioni politiche. Da qui deriva il timore che possano essere discriminati nella gestione degli aiuti. Per questo motivo, dopo la grande corsa alla solidarietà (sull'onda dell'emozione), da Palermo (città nella quale vive la più grande comunità Tamil d'Italia) nasce adesso un'iniziativa di sostegno e di riflessione».
Alla manifestazione della Facoltà di Lettere hanno partecipato, tra gli altri, Pino Apprendi (Vice-presidente del Consiglio Comunale) e Sergio Cipolla (Presidente del Ciss), entrambi reduci da una missione umanitaria in Sri Lanka. Per aiutare le popolazioni martoriate dal maremoto del 26 dicembre, l'Università degli Studi ha attivato (presso l'agenzia 33 del Banco di Sicilia in viale delle Scienze) il conto corrente 600000167 (le coordinate bancarie sono le seguenti: cin Z, abi 04683, cab 04683).
Il progetto di solidarietà (illustrato ieri pomeriggio) è promosso dal Centro per lo Sviluppo e la Riabilitazione della Donna (CWDR). L'iniziativa è finalizzata alla costruzione di un centro pre-scolare per i bambini dei villaggi colpiti dallo Tsunami. Il progetto interessa il territorio di Kalmunai, nello Sri Lanka.
Pietro Scaglione
 
 
 
 

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