Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 April 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 41 – Cultura
Archeologia Gli scavi portano alla luce uno scheletro: è di un ragazzo ucciso 2300 anni fa
L'archeologia si tinge di giallo e svela un delitto avvenuto 2300 anni fa a Ugento, in provincia di Lecce, nei territori che furono dell'antica Messapia, dove in una cava è tornato alla luce lo scheletro assai malridotto di un uomo del III secolo a.C. Gli archeologi non hanno dubbi sulla sua sorte: quell'uomo, di età apparente tra i 18 e i 25 anni, fu assassinato. A rivelarlo è il numero in edicola del periodico Archeologia Viva, che pubblica un ampio reportage. La totale assenza di elementi relativi a un seppellimento, la mancanza di una tomba o del minimo oggetto di corredo funebre, solitamente presente anche nelle più povere sepolture di schiavi e liberti, confermano l'ipotesi dell'omicidio. È chiaro, per gli studiosi, che l'assassino dovette non solo sbarazzarsi, ma anche occultare il corpo della vittima. «Questa scoperta», spiega Francesco D'Andria, direttore della Scuola di specializzazione in Archeologia dell'università di Lecce, «ci permette ora di osservare l'antico popolo dei Messapi, che prima della conquista romana abitava la penisola Salentina, non solo nelle attività artigiane o costruttive, ma anche negli aspetti relazionali, in questo caso oscuri e violenti. Per capire che quest'uomo fu assassinato si sono dovuti incontrare il metodo dell'archeologo e quello del poliziotto». L'uomo giaceva disteso sul ventre col cranio fracassato, è senza uno zigomo e l'osso frontale, mentre la mano destra è all'altezza della spalla e l'avambraccio sinistro piegato sotto le costole. Numerose sono le fratture visibili agli arti superiori, inferiori e sul torace. Il suo corpo, sicuramente percosso con estrema violenza, fu gettato in una cava poi divenuta una discarica. Lo scheletro, infatti, era sotto una montagna di detriti tra pezzi di tegole, ossa di animali, frammenti di anfore. Nello stesso numero del periodico viene presentata anche la scoperta del tempio di Dioniso in Bulgaria. Dopo 20 anni di ricerche sono tornati alla luce i resti di un tempio famoso quanto quello di Apollo a Delfi.
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 6 – Cronaca regionale
Accordo Stato-Regione Aree urbane: quattro città si spartiranno 34 milioni
La Sardegna ha firmato - prima Regione dell'Obiettivo 1 - l'accordo di Programma Quadro Stato-Regione per la riqualificazione delle aree urbane che prevede un finanziamento di 34 milioni di euro. L'accordo è stato siglato a Roma tra gli assessorati degli Enti locali e della Programmazione con i ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture. Saranno finanziati quattro progetti innovativi proposti dai comuni di Alghero, Cagliari, Carbonia, e Castelsardo. Si tratta dei cosiddetti progetti di qualità, nati da una stretta collaborazione tra gli uffici regionali e quelli comunali, che hanno dibattuto a lungo per individuare interventi e soluzioni innovative capaci di incidere positivamente sul miglioramento della qualità della vita nei maggiori centri urbani della Sardegna, prevedendo sia la realizzazione di costruzioni (nuove o da restaurare) e infrastrutture, sia l'attivazione di servizi al cittadino. Il Comune di Alghero, che riceverà circa 6 milioni di euro, ha proposto il recupero e la riqualificazione a fini sociali e culturali del complesso urbano «Lo Quarter». Carbonia avrà invece un finanziamento di 10 milioni circa per il progetto «Carbonia città del Novecento», che punta alla riscoperta e promozione dell'architettura del centro minerario, promuovendo anche un apposito corso universitario. Il Comune di Castelsardo (7,5 milioni di finanziamento) realizzerà il progetto «Portale d'accesso ai luoghi e ai servizi», struttura che ospiterà una serie di servizi per i cittadini. Cagliari, infine, ha proposto il progetto della «Mediateca del Mediterraneo» finanziato con oltre 10 milioni di euro. La struttura sarà realizzata nell'ex mercato di via Pola. L'assessore Gian Valerio Sanna ha messo in rilievo il lavoro svolto dalla Commissione di valutazione, che ha esaminato in tempi record i progetti proposti dai Comuni sardi, e dai funzionari dello «Sportello Osservazione Progetti» che ha assistito dall'apertura del bando i Comuni interessati.
 

3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Oristano
Finanziamenti europei e fondi strutturali, un seminario della Camera di commercio
 ORISTANO. La riforma dei fondi strutturali e i nuovi meccanismi di finanziamento dell’Unione europea saranno approfonditi in un seminario promosso dalla Camera di commercio, previsto venerdì 8 aprile (inizio ore 15.30) nell’aula consiliare del Comune. Interverranno esperti del Centro nazionale di informazione e documentazione europea, della Scuola di direzione aziendale dell’Università Bocconi di Milano e del Formez e rappresentanti delle Regioni Sardegna e Lombardia.
 L’obiettivo è di coinvolgere amministratori e funzionari di enti pubblici in un confronto sui nuovi indirizzi della politica di programmazione regionale per il periodo 2007-2013.
 La partecipazione al seminario è gratuita, ma dev’essere comunicata l’adesione, compilando il modulo disponibile nel sito internet della Camera di commercio, all’indirizzo www.or.camcom.it. Il modulo va poi spedito alla e-mail ilaria.muscas@or.camcom.it o via fax al numero 0783-71978, entro il 6 aprile. Per maggiori informazioni si può chiamare al numero 0783-2143217.
 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Nuoro
LETTERA
La differenza tra psicologo e pedagogista clinico
 In riferimento all’articolo apparso venerdì 25 marzo a pagina 24 della Nuova Sardegna, va detto che la figura professionale della “pedagogista clinica” è sicuramente utile nell’ambito educativo, ma non è assolutamente “prossima alla figura dello psicologo” e non dispone degli stessi e, tantomeno, di più ampi strumenti, così come si legge nel testo dell’articolo apparso sulle pagine della Nuova.
 In altre parole, una “pedagogista clinica” non è uno psicologo, non ha le sue competenze e non può assolutamente sostituirsi ad esso, come in modo certamente involontario traspare dall’articolo. Lo vieta la legge ma, soprattutto, il rischio di un pericoloso equivoco a danno di chi vive veramente un disagio psicologico o esistenziale, così delicato da richiedere l’intervento specialistico di uno psicologo o di uno psicoterapeuta.
 Le attività ed i ruoli specificatamente riconosciuti per legge (e professionalmente acquisiti) da chi è laureato in psicologia clinica (dopo un percorso universitario di anni e tirocini di formazione) e magari specializzato in psicoterapia (un percorso di quattro anni e tirocini di formazione e di autoanalisi), non possono essere confusi o addirittura equiparati alle competenze del “pedagogista clinico” divenuto tale dopo un master di 1500 ore.
 Ciò che le norme consentono agli psicologi (e solo ad essi) si trova nella legge 56 del 1989 sull’ordinamento della professione di psicologo. L’articolo in questione afferma testualmente che la figura della pedagogista clinica “ molto prossima a quella dello psicologo”: si differenzierebbe da quest’ultima perché “il pedagogista clinico si pone in ascolto ed in osservazione nei confronti della persona per scoprirne abilità e potenzialità” e “non usa solo la parola come unico mezzo di comunicazione” come invece farebbe lo psicologo, ma “si avvale anche di metodi pratici”.
 Lo psicologo clinico, in realtà, svolge sia nel settore socio-sanitario (servizio materno infantile, neuropsichiatria infantile, centri di salute mentali, ospedali) che in quello educativo (scuole) attività di terapia, prevenzione, promozione della salute e del benessere per attivare nell’individuo abilità e potenzialità utilizzando tecniche di skill training, metodologie di valutazione e di diagnosi (colloquio clinico, test psicologici, osservazione sistematica, psicoterapia), metodologie centrate sul piccolo gruppo, metodologie di intervento psicosociale (formazione, promozione, attuazione di ricerche).
 Il ruolo dello psicologo è ben più complesso di quanto si è cercato di far apparire. Le persone sono informate e consapevoli di ciò, perché conoscono questa professione, esistente già da più di un secolo, in quanto la ritrovano in ogni ambito: dalla scuola all’ospedale, dal supporto al singolo a quello del gruppo (gruppi di auto-mutuo aiuto per patologie legate all’alcool, alla tossicodipendenza, al disagio giovanile, all’anoressia e bulimia, ecc.).
 In passato, semmai, è stata confuso con la figura dello psichiatra, mai con quella del pedagogista, che invece, sappiamo tutti, è ben altra cosa.
Un gruppo di psicologhe della provincia di Nuoro
 

 
5 – Corriere della sera
Milano: al via il progetto di Veronesi Geni, scuola europea in Italia «Tre miliardi di euro dell’Inail per aiutare scienza e ricerca»
«L’Italia che aveva perso il treno nel progetto genoma ora sarà la prima in Europa a insegnare la medicina nucleare». Umberto Veronesi sintetizza così la realizzazione di una sua idea, nata nel 2000 quand’era appena diventato ministro della Sanità. «L’annuncio di Greg Vender di avere raggiunto con il suo consorzio privato la sequenza dell’intero genoma umano (il consorzio pubblico ci arrivò poco dopo) ci rese felici e al tempo stesso tristi perché l’Italia qualche anno prima, per motivi economici, era uscita dal progetto pubblico internazionale: ogni Paese aderente aveva un tratto di Dna da sequenziare. Così io da ministro pensai al futuro, alle ricadute di queste scoperte, a una medicina sempre più personalizzata perché genetica. Con medici preparati a studiarla e a gestirla. Nacque la Semm ( European school of molecular medicine )». Tra i fondatori l’Istituto europeo di oncologia (Ieo), le università statali di Milano e Napoli, l’università San Raffaele, la Fondazione Airc e Telethon. Due le sedi: a Milano e a Napoli, presso il Tigem-ex Cnr. Veronesi mostra la brochure della scuola: «Rilancerà la competitività della ricerca italiana», dice seduto alla scrivania del suo studio allo Ieo. Uno dei gioielli della triade di una Milano capitale europea della scienza: lo Ieo 2, il centro di ricerca multidisciplinare Cerba e la Semm.
Scusi professore... ma chi paga? «La spinta decisiva è arrivata dal ministro del lavoro Roberto Maroni, grazie all’Inail». Il progetto presentato all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro prevede la realizzazione dell’immobile da parte dell’Ente stesso. La scuola pagherà poi un affitto annuo: pari all’1,5 per cento del valore dell’immobile, più o meno.
Come è possibile questo? È il ministro Maroni a spiegarlo: «Una norma della finanziaria ha modificato le finalità degli investimenti immobiliari dell’Inail, introducendo obiettivi di carattere sociale, scientifico e relativi alla sicurezza. Quelli scientifici puntano a favorire il rilancio di competitività della nostra ricerca. L’altra settimana, io che sono il ministro vigilante sull’Inail insieme al collega dell’Economia Domenico Siniscalco, abbiamo fissato nel dettaglio il tutto: ora sono disponibili tre miliardi di euro, finora congelati al Tesoro, per finalità precise». Quali? Maroni è preciso: «Ricerca, scienza e medicina per immobili come la Semm, lo Ieo 2 e il Cerba. Servizi sociali come asili nido o centri per anziani. Sicurezza: per esempio caserme laddove esiste un’emergenza di criminalità organizzata». I progetti vanno presentati all’Inail? «Certo, che sarà autonoma nel decidere e fissare un affitto annuo. Che può variare dall’1,5 al 4 per cento del valore dell’immobile. Anche se simbolica, un’entrata per l’Inail ci deve essere». Ma per la Semm, per esempio, con quale quota parteciperà l’Inail? «Anche del 100 per cento se non vi sono altri investitori interessati».
Veronesi è soddisfatto. Ribadisce: «Un passo importante per recuperare in competitività e un modo nuovo per avere finanziamenti statali. Ora avremo una sede, un campus dove gli insegnamenti di postgenomica saranno strettamente collegati alla ricerca e alla pratica clinica».
Mario Pappagallo
 

 
6 – Il Mattino
GIOVANI E FORMAZIONE: LE CHANCE PER CHI SCEGLIE STUDI SCIENTIFICI
Il test alla Luiss: il 20% degli studenti è del Sud
Anche per l’anno accademico 2005/2006, la Luiss Guido Carli - l’ateneo con gestione non statale che svolge un servizio pubblico - apre i battenti agli studenti dell’ultimo anno delle scuole medie superiori. Tutti hanno la possibilità di partecipare al test di ingresso per l’Università, ancora prima di aver sostenuto l’esame di maturità. Venerdì 8 aprile alle ore 15 si terrà a Roma e contemporaneamente in molte altre città italiane, la prova di ammissione. Ma entro domani - primo aprile - ci si dovrà prenotare. E lo si potrà fare solo «on line» collegandosi al sito internet: www.luiss.it/provadiammissione. Il test si svolgerà nella regione d’appartenenza o anche nella propria città. Vasta la gamma di offerte per gli studenti: si va dalle scienze politiche all’economia. Giurisprudenza inclusa. Tante le opportunità che vengono offerte a chi decide di far parte dell’ateneo e di mettersi alla prova col test di ammissione: tirocini in Italia e all’estero per una vera e propria esperienza professionale e contatti diretti ed incontri periodici con i dirigenti del personale delle più importanti realtà nazionali e internazionali. Alcuni dati diffusi dall’Università parlano dell’inserimento professionale dei laureati Luiss: l’87% trova lavoro entro al massimo entro i primi sei mesi dal conseguimento della laurea (dei quali il 33,5% in meno di un mese, il 33,8% tra uno e tre mesi e il 19,7% tra tre e sei mesi), contro una media nazionale del 35,4%. Del restante 13%, il 10% continua a studiare. L’88% ritiene la laurea conseguita in Luiss un titolo fondamentale per la propria attività lavorativa. Molti gli iscritti provenienti dal Sud. Il 20%, infatti, è meridionale. Il tasso medio di abbandono degli studenti Luiss è molto basso: appena del 2,7% contro una media nazionale del 28,2%. Il 74% degli studenti è in corso contro una media nazionale del 57%. E ancora. 180 gli iscritti che in media partecipano a semestri di studi all’estero. Duecento le aziende che contattano studenti e laureati per tirocini. Per l’ammissione alla Luiss per il 50% vale il voto che si riporta al test di ingresso e per il restante 50% vale il curriculum scolastico come media del terzultimo e penultimo anno (basta l’autocertificazione). Gli studenti meritevoli con particolari condizioni economiche possono concorrere alle borse di studio regionali di importo variabile. Inoltre, gli studenti idonei alle borse regionali sono esentati, in base alla normativa vigente, dal pagamento del contributo unico. Sempre nell’ambito degli interventi per il diritto allo studio, sono attivi numerosi servizi diretti a tutti gli studenti quali, ad esempio: l’aiuto per la ricerca dell’alloggio (www.luiss.it/bacheca) la mensa, l’ambulatorio medico e la videoteca. Per informazioni: diritto allo studio – viale Gorizia 17 Roma tel. 06.85.225.410 - diritto.studio@luiss.it. La prova per essere ammessi consiste in domande a risposta multipla con scelta obbligata. Le domande sono psicoattitudinali e di verifica della conoscenza corretta della lingua italiana, di alcuni elementi di matematica di base oltre che della storia, della geografia e dell’attualità.
(31.3.05)
 
 
7 -  Il Giornale di Calabria
            “Frenate la fuga di cervelli”
L’attesa visita del presidente della Camera, Casini, al Campus universitario di Germaneto
Il presidente della Camera, Pierferdinando Casini, ha visitato giovedì pomeriggio l’Università Magna Graecia di Catanzaro. Ad accoglierlo è stato il rettore dell’ateneo, Salvatore Venuta. “Alla persona dell’onorevole Casini - ha detto Venuta - si associano il rispetto per l’alta carica dello Stato insieme all’indubbio apprezzamento per il suo equilibrio e per la grande correttezza mostrata nell’esercizio della sua delicata funzione, esempio di come l’assunzione di cariche istituzionali debba accompagnarsi all’abbandono di ogni posizione di parte per assicurare che l’istituzione sia vera rappresentanza dei valori e degli interessi di tutti i cittadini. Il Presidente Casini - ha aggiunto ha mostrato come il rispetto e il servizio delle istituzioni possano e debbano unire quanti hanno a cuore i valori fondanti di una società indipendentemente da posizioni di parte. L’Università casa della cultura, e quindi casa dei valori istituzionali, guarda con grande fiducia a persone quali il Presidente Casini, che aiutano a mantenere alto il senso e il rispetto delle istituzioni in un periodo dove spesso la volontà di interessi pur importanti, ma espressione di una componente della società, lavora per indurre cambiamenti nelle più rilevanti istituzioni che rischiano di trasformarle in istituzioni di parte”. Il presidente Casini, dal canto suo, dopo aver ringraziato Venuta, ha evidenziato che “l’Università di Catanzaro offre una testimonianza preziosa. In pochi anni - ha detto - avete infatti saputo dotarvi di strutture moderne, avete creato un’offerta formativa di qualità, dando vita ad una solida rete di collaborazione con università europee e statunitensi e dimostrando sempre grande dinamismo e profonda determinazione. Una nuova prova di tutto ciò sta proprio nel Campus in cui ci troviamo oggi, che rappresenta l’ultimo traguardo che avete raggiunto per garantire un servizio sempre più efficiente ed in grado di rispondere alle nuove esigenze che il mondo della ricerca richiede, soprattutto sul fronte della interdisciplinarità”. “Questo Campus - ha sottolineato Casini - è certamente un punto di arrivo, ma rappresenta soprattutto un punto di partenza per dare all’ateneo nuovo slancio e nuove prospettive di crescita. Ciò che più ho apprezzato di questa giovane università è la scelta strategica su cui è stata costruita la sua identità e che sono certo le permetterà di raggiungere presto nuovi importanti traguardi: ovvero la scelta di investire su un vasto programma di ricerca in campi di avanguardia come quello delle nanotecnologie, dell’oncologia molecolare, della bioinformatica. C’è un assoluto bisogno - ha poi detto il presidente della Camera - che nel nostro Paese crescano centri di ricerca di eccellenza in questi settori: da un avanzamento anche piccolo degli studi e delle scoperte in questi ambiti dipende la salute, il futuro di tanti uomini e di tante donne. È inoltre fondamentale che questi centri si sviluppino in Italia perché, a causa di una loro effettiva carenza, ancora oggi molti giovani sono costretti ad abbandonare il nostro Paese per poter proseguire la loro formazione scientifica e potersi cimentare nel mondo della ricerca. Si tratta del noto fenomeno della “fuga dei cervelli”, che rappresenta qualcosa di veramente inaccettabile che tutti dobbiamo impegnarci a combattere”. “In questa direzione - ha concluso Casini nel suo intervento al campus di Catanzaro - la vostra università offre un contributo importante che permette, non solo di sostenere un patrimonio scientifico che altrimenti andrebbe forse disperso, ma anche di valorizzare le energie, le passioni e le idee che molti giovani possono mettere a disposizione per orientare la crescita e il progresso del Paese. Il fatto che questo ateneo operi poi proprio nel nostro Mezzogiorno- in un contesto dove non è mai stato facile il cammino dello sviluppo - rende la vostra missione ancora più meritoria ed importante. State realmente creando grandi opportunità per assicurare ai giovani di questa terra di formarsi in un ambiente moderno e di avanguardia e di divenire risorse promettenti per lo sviluppo del territorio”.
 
 
 
8 – Il Messaggero
Assegnati 144 milioni per ricerca universitaria
ROMA - Oltre 144 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca e laboratori pubblico-privati in settori strategici come la salute e l'high tech: diventa esecutiva l'operazione Firb (Fondo investimenti ricerca di base 2003-2004) con l'assegnazione delle risorse da parte del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
 
 

9 – Il Tempo
Ricerca, la Moratti assegna 144 milioni di fondi                                                                         
Premiati i progetti e i laboratori pubblico-privati su salute, innovazione per le imprese e alta tecnologia                                                                                                                                         
di NATALIA POGGI
BOCCATA d’ossigeno per la ricerca italiana. Diventa esecutiva l’operazione Firb, (Fondo Investimenti Ricerca di base 2003-2004) con l’assegnazione delle risorse, 144 milioni di euro, da parte del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. I finanziamenti riguardano 19 progetti finalizzati alla realizzazione e potenziamento dei laboratori d’eccellenza interdisciplinari pubblico-privati (nanotecnologie, biotecnologie, infotecnologie, neurobiologia) e 46 progetti strategici di ricerca focalizzati su "tematiche di grande attualità". «Con questo intervento - ha spiegato il ministro Letizia Moratti - mobiliteremo 4.000 ricercatori e tecnici, di cui 1.800 giovani e coinvolgeremo 30 università e 20 imprese oltre al Cnr e altri enti di ricerca». Il ministro ha sottolineato che il 45% del personale coinvolto è costituito da giovani leve: «Il 25% di loro saranno reclutati con contratti triennali competitivi a livello europeo». Il «training scientifico» interesserà anche assegnisti e borsisti già presenti nelle università. La selezione dei progetti è stata realizzata con procedure «trasparenti e meritocratiche». «Dopo cinquant’anni di finanziamenti a pioggia - ha detto ancora la Moratti - voltiamo pagina concentrando le risorse pubbliche su progetti strategici di ricerca finalizzati a tre obiettivi precisi: migliorare la qualità della vita con interventi per la salute, la sicurezza e l’ambiente, accrescere la competitività delle imprese e realizzare uno sviluppo sostenibile a livello globale». I finanziamenti Firb riguardano settori strategici quali le micro e nanobiotecnologie per la diagnostica avanzata e lo studio di nuove terapie, la bioinformatica, la diagnostica genomica, la farmaceutica ma anche la chimica per l’ambiente e i nuovi modelli organizzativi e tecnologici per le piccole e medie imprese. I centri d’eccellenza sono dislocati in tutt’Italia: da Milano a Roma, Genova, Venezia, Trieste, Catanzaro, Chieti, Lecce ecc. «Vedo enormi potenzialità nei laboratori, nei centri di ricerca, nelle università che realizzeranno i progetti - ha detto il ministro - e sono certa che in questi cantieri di ricerca la consistente immissione di giovani garantirà il successo di tutte le iniziative nell’interesse dei cittadini e del sistema -Paese». Dei 144 milioni di finanziamenti pubblici, 85,2 milioni sono destinati ai 19 progetti dei laboratori di eccellenza e 58,9 milioni sui 46 progetti di ricerca. «In questa maniera prosegue - ha sottolineato Moratti- la nostra politica definita con le Linee-guida del 2002 e con il Programma nazionale per la ricerca approvato nei giorni scorsi».
(31.3.05)                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                                                                 
                                                                                                                             
                                                                                                                             
                                                                                                                             
 
 
 

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