ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 April 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
1 – L’Unione Sarda
Pagina 32 – Nuoro e Marghine
Macomer. Osservatorio prezioso, accuse alla Regione
Informagiovani senza fondi, sportelli chiusi in nove paesi
Nel deserto occupazionale hanno spesso rappresentato un'oasi di informazioni e speranze; nel marasma di corsi universitari, bussole utili e maneggevoli. Ciononostante dei dieci sportelli Informagiovani che erano stati attivati nel Marghine soltanto uno, quello di Macomer, continua a rispondere alle richieste degli utenti: la convenzione scade il 31 agosto, poi si vedrà. Nel frattempo dal primo febbraio gli altri nove uffici sono chiusi e due operatori di sportello sono a casa, in stand by. Cosa è successo? I fondi regionali che consentivano il funzionamento del servizio sono esauriti. Buio totale per i 2756 giovani che, in un anno, hanno chiesto lumi agli addetti dei centri, disponibili una volta alla settimana nei paesi con meno di mille residenti (Lei, Dualchi, Birori e Flussio), due in quelli più grandi: Sindia, Borore, Bortigali, Bolotana e Silanus. Un problema del quale nei giorni scorsi il sindaco di Macomer Marco Mura ha investito l'assessore regionale Nerina Dirindin, giunta in città per presentare il piano sociale: «Non è pensabile che la precarietà dei finanziamenti metta in discussione attività valide, programmate per dare preziose risposte ai cittadini». Registri alla mano, il coordinatore del servizio Aurelio Cinellu non ha difficoltà a provare la stretta dipendenza che lega l'utenza alle notizie che il database del centro, le bacheche e l'archivio cartaceo sono in grado di fornire: «Lo sportello di Macomer è stato attivato nel 1992: il primo in Provincia. Da allora ha rappresentato un punto di riferimento soprattutto per chi cerca lavoro». I numeri parlano chiaro: «Lo scorso anno abbiamo registrato 3709 presenze, con punte mensili di 340 utenti. Quali sono le domande più ricorrenti? I giovani cercano occupazione: le richieste in tal senso sono pari al 55,36 per cento. Una cifra che cresce se si aggiunge il 7 per cento dell'utenza interessata ad acquisire informazioni sulla creazione d'impresa. Poi c'è un consistente 20 per cento di studenti che intendono orientarsi sulla scuola, la formazione, l'università o avere moduli di domanda o iscrizione». Un osservatorio prezioso, quindi, per lo studio delle dinamiche sociali e soprattutto giovanili: «Le statistiche sono lo specchio della crisi dilagante: è da tempo che non giungono offerte di lavoro dal territorio. Le proposte vengono da Emilia Romagna, Veneto, Trentino, Piemonte e Lombardia. Il mercato interno chiama soltanto per rispondere alle esigenze stagionali del settore turistico». Manuela Arca
2 – L’Unione Sarda
Pagina 39 – Cultura
Le donne di Sucania e le leggende sarde
Promosso da Sucania, l'associazione di cooperativa internazionale-Fondazione Anna Ruggiu, il V Corso di Cooperazione allo Sviluppo "Le donne nei processi interculturali al principio del III millennio" si avvia a conclusione con una serie di appuntamenti particolarmente interessanti, tutti in programma dalle 16 alle 19 nella facoltà di Economia di viale Fra Ignazio 76. Lunedì 11 spetterà ad Anna Oppo, sociologa dell'Università cagliaritana, parlare di "Donne che lavorano e divisione del lavoro nel mondo globalizzato". Lunedì 18 sarà Carla Pasquinelli, dell'Università Orientale di Napoli, a parlare de "Il corpo delle altre. Diaspora e convivenza multiculturale". Martedì 19 Ada Trifirò, di terre Libere .org, affronterà il tema "La tratta delle donne nel tempo della globalizzazione. Mercoledì 20, infine, Mirta Da Pra Pocchiesa, Gruppo Abele, con "La prostituzione femminile nel terzo millennio". Ultimo appuntamento (ma la data è da definire) con "Le donne del sud del mondo per un commercio equo e solidale", che proporrà testimonianze dirette. Il corso è destinato a studenti universitari, insegnanti, operatori del volontariato. Domani alle 16.30, al Teatro ferroviario di Sassari,verranno presentati i libri "La Sardegna dei Sortilegi", scritto da Franco Enna, Franco Fresi, Gianluca Medas, e la nuova edizione dei "Contos de Foghile" curato da Franco Enna. Interverranno, insieme agli autori, Sante Maurizi e Pier Paolo Conconi. L'iniziativa è promossa dalla Libreria Internazionale Koiné e dalla Compagnia Teatrale La Botte e il Cilindro. "La Sardegna dei sortilegi" mette insieme miti e leggende che, da sempre, hanno fatto dell'isola una terra "diversa", e per molti aspetti misteriosa. "Contos de foghile" ci riporta indietro nel tempo, quando ogni ovile era una casa, ogni gruppo di case un paese, e tutte le case avevano una cucina col focolare.
3 – L’Unione Sarda
Pagina 39 – Cultura
Una giornata letteraria con Laterza e Sinibaldi
Moderatore della giornata letteraria al Piccolo auditorium di Cagliari sarà Marino Sinibaldi, giornalista di Radiotre, conduttore della trasmissione culturale "Fahrenheit". Farà da padrone di casa lo scrittore Giulio Angioni, dell'associazione l'Isola delle Storie. Introdurranno i lavori (che inizieranno alle 9,30) l'assessore comunale alla cultura Giorgio Pellegrini, l'assessore regionale ai Beni culturali Elisabetta Pilia, il presidente della Regione Renato Soru. Relatori della mattina saranno l'editore Giuseppe Laterza, promotore del progetto Presidi del libro ("Passaparola tra i lettori: l'esperienza dei Presidi del libro"), Luca Nicolini, presidente del comitato organizzatore del Festivaletteratura di Mantova ("Un festival come Presidio") e Giancarlo Biasini, pediatra del coordinamento nazionale "Nati per Leggere" ("Leggere è star bene in salute"). Interverranno Mario Argiolas (presidente Associazione editori sardi), Costantino Cossu (giornalista della Nuova Sardegna), Ester Grandesso (Centro regionale di documentazione biblioteche per ragazzi della Provincia di Cagliari), Marina Meini (bibliotecaria di Lodè), Aldo Maria Morace (Università di Sassari) e Giuseppe Podda (edizioni Il Maestrale). Nel pomeriggio si riprenderà (alle 15) con l'editore Carmine Donzelli ("Quali politiche per la lettura"), la docente di Letteratura per l'infanzia all'Università di Cagliari ed editor Giunti Teresa Porcella, ("I senzatetto della lettura") e lo scrittore Salvatore Mannuzzu ("Scrivere da lontano"). Seguiranno con interventi e domande: Aldo Addis (presidente Associazione librai sardi indipendenti), Roberto Cossu (giornalista dell'Unione Sarda), Vanna Fois (Edizioni Ilisso), Cristina Lavinio (Università di Cagliari) e Marina Losappio (Presidi del libro di Bari). Nel foyer del teatro verrà allestita la mostra di libri "Nati per leggere" a cura del Centro regionale di documentazione biblioteche per ragazzi della Provincia di Cagliari. La libreria per ragazzi Tuttestorie sarà presente con una selezione di libri dedicati alla prima infanzia. L'iniziativa è patrocinata dall'assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari. Per informazioni rivolgersi all'associazione L'Isola delle Storie (telefono 333/5362767).
4 – L’Unione Sarda
Pagina 18 – Cagliari
Un college universitario al Seminario
Una parte del seminario diocesano di via monsignor Cogoni verrà trasformato in un college universitario e ospiterà un centinaio di studenti bisognosi e meritevoli provenienti da tutta l'Isola. Ma il responsabile del futuro complesso non sarà il sacerdote-ingegnere Ferdinando Caschili, 48 anni, nominato appena nove mesi fa al posto di monsignor Luciano Ligas. Nei giorni scorsi, a sorpresa, il rettore del seminario ha consegnato nelle mani all'arcivescovo Giuseppe Mani una lettera di dimissioni. E il capo della diocesi le ha accettate. Il sostituto è già stato nominato: è Gianni Sanna, 60 anni, parroco della chiesa di San Luca a Quartu e vicario episcopale per il clero. Ufficialmente le dimissioni sarebbero motivate da ragioni personali, ma tra i corridoi della cittadella ecclesiastica c'è chi mormora di dissapori sempre più aspri tra l'ormai ex rettore e il capo della diocesi. «Nessun problema», ha detto ieri pomeriggio l'arcivescovo Mani, «don Ferdinando Caschili si è semplicemente dimesso, ma resterà assistente generale dell'Azione cattolica». Dall'altra parte, il sacerdote-ingegnere preferisce non rilasciare dichiarazioni e si cela dietro l'assoluto riserbo di atti interni alla Chiesa. Davanti ai silenzi dei protagonisti è possibile solo affidarsi alle indiscrezioni e alle voci di corridoio. L'episodio che avrebbe convinto l'ex rettore a lasciare ? raccontano i ben informati ? sarebbe stata la firma apposta dall'arcivescovo sul documento che sancisce l'accordo col Comune per la nascita del college universitario in un'ala del seminario. Un presunto conflitto di competenze: c'è infatti chi ritiene che il legale rappresentate dell'istituto di via monsignor Cogoni sarebbe il rettore in carica e non il capo della diocesi. Un particolare che ? se verificato ? rischierebbe di rendere impugnabile l'atto siglato dalla diocesi con l'amministrazione cittadina, complicando così la nascita del campus. E nei giorni scorsi è arrivata la nomina del nuovo rettore: don Gianni Sanna, vicario episcopale per il clero (una delle cariche più alte nella diocesi), ha già preso possesso del nuovo incarico. L'arcivescovo, dal canto suo, non vuole nemmeno sentir parlare di polemiche e sottolinea la grandezza del nuovo progetto. «Il nostro college universitario darà la possibilità agli studenti poco abbienti e meritevoli di completare gli studi», ha spiegato Mani, «saremo noi sostenere la loro formazione e diventeremo un punto di riferimento per tanti giovani. Per il momento pensiamo di realizzare una settantina di posti, ma in seguito contiamo di aumentarli». Un passo avanti verso la nascita della Cittadella Ecclestica, la futura centrale operativa dove saranno concentrati i principali uffici diocesani. All'interno del seminario sono già presenti da qualche tempo gli studi di Radio Karalitana, l'emittente della diocesi, e la redazione del periodico diocesano Il Portico. Inoltre funzionano anche gli uffici del tribunale ecclesiastico regionale, l'archivio storico diocesano, l'ufficio missionario, l'ufficio pastorale vocazionale, e la preziosa biblioteca del seminario che custodisce antichi volumi risalenti anche al XV secolo.
Francesco Pinna
5 – L’Unione Sarda
Pagina 20 – Cagliari
università Scuola di Medicina legale: Francesco De Stefano nuovo direttore
Il consiglio della scuola di Medicina legale ha scelto il suo nuovo direttore. Come da pronostico si tratta di Francesco De Stefano, siciliano laureato a Genova, da sette anni docente ordinario di Medicina legale nell'Università di Cagliari. Esperto di genetica forense, tra i più apprezzati professionisti nel settore in Italia, De Stefano ha ottenuto la fiducia del corpo docente della scuola, che lo ha eletto all'unanimità. La riunione del consiglio, presenti sette consiglieri su 13 aventi diritto al voto, è stata indetta dal decano della scuola, Francesco Sanna Randaccio. Nella prima seduta è arrivata la nomina del nuovo direttore (il posto era vacante da oltre un mese, dopo le dimissioni di Pietro Marongiu per dei contrasti emersi durante la fase della programmazione didattica), mentre nella seconda è stata eletta la commissione (composta di cinque professori) per lo svolgimento degli esami d'ammissione, che sono stati fissati per il 21 aprile. «Aspettiamo solo la rettifica da parte del rettore, poi il nuovo direttore e il corpo docente potrà iniziare a lavorare per la parte organizzativa», spiega il preside di Medicina, Gavino Faa. Proprio il consiglio dei docenti della facoltà da lui presieduta, prima di Pasqua, aveva scritto la parola fine a un periodo difficile per la scuola. Dopo le dimissioni di Marongiu si rischiava di non arrivare all'appuntamento degli esami di ammissione in tempo, privando molti neo laureati e medici legali di potersi giocare una carata importante nella loro carriera, viste le ottime possibilità di sbocchi occupazionali che la scuola dà al termine del corso. Invece l'intervento del rettore Pasquale Mistretta, e dello stesso preside Faa, ha permesso di accelerare i tempi, arrivando all'assemblea dei professori della facoltà di Medicina che aveva approvato la nuova programmazione e assegnato i posti di docenza ancora vacanti. Il passo successivo spettava al nuovo consiglio della scuola: la nomina del direttore. Si è arrivati così alla votazione che non ha visto nessuno scontro: l'unica candidatura in piedi era quella di De Stefano, che ha ottenuto l'unanimità dei presenti. Non hanno potuto votare, per una questione tecnica (non aveva ricevuto la certificazione necessaria) i due docenti della facoltà di Giurisprudenza che fanno parte del consiglio della scuola. Ora Medicina Legale è di nuovo pronta a lavorare a pieno ritmo. M. V.
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 40 - Sport
La ‘Scuola dello sport’ diventa realtà
Creerà allenatori, dirigenti e tecnici altamente qualificati
E a San Bartolomeo sorgerà il palazzo delle federazioni
GIANCARLO BASCIU
CAGLIARI. Creare allenatori, dirigenti e tecnici di grande professionalità. Insomma, personale in grado di far fare un vero e proprio salto di qualità alle migliaia di società sportive sarde. È questo l’obiettivo del Coni regionale che, per bocca del suo presidente Gianfranco Fara, annuncia l’avvio entro l’anno (il sogno sarebbe entro i prossimi tre mesi) della Scuola dello sport.
«Oltre a creare figure professionali di un certo spessore, attualmente del tutto assenti - spiega Fara - la Scuola sarà in grado di rilasciare attestati che consentiranno agli iscritti di poter svolgere il proprio lavoro in base a determinati criteri. Per dirla tutta allenatori e dirigenti potranno mettersi in tasca un diploma che neanche l’Isef e la facoltà di Scienze motorie oggi sono in grado di rilasciare››.
L’idea non è nuova. Il Coni regionale, infatti, già tre anni fa fece istanza al Comitato olimpico nazionale per la realizzazione di una Scuola dello sport in Sardegna. ‹‹Roma - continua il neopresidente - deliberò subito in senso positivo. Sinora, però, non si era ancora riusciti a far decollare il progetto per mancanza di fondi. Per la verità il Coni nazionale ci ha dato delle risorse per operare. Finanziamenti troppo esigui, che ci hanno obbligato a chiedere un’integrazione alla Regione sarda. Oggi, finalmente, possiamo dire di essere in dirittura d’arrivo. Il consiglio regionale, sollecitato non solo da noi ma da tutto il mondo sportivo, ha infatti accolto la richiesta e ci dovrebbe elargire al più presto 100 mila euro››. ‹‹Non so se tale somma sia adeguata. Molto dipenderà dalle richieste che arriveranno dalle varie federazioni e quindi dalle società per ingaggiare allenatori, dirigenti e tecnici super preparati. Una cosa certamente positiva è che con questi finanziamenti potremmo fare una scuola dello Sport a livello regionale e non soltanto provinciale. Questo ci permetterà di decentrare anche molto lavoro ai Coni delle quattro province sarde. Saranno loro a evadere le richieste che arriveranno dai rispettivi territori››.
La scuola, anche se restano ancora da stabilire gli esatti criteri, sarà sicuramente a numero chiuso. Come dire: ogni federazione avrà un limite massimo di iscritti. A insegnare saranno prevalentemente docenti sardi ma l’aspirazione di Gianfranco Fara è quella di far sbarcare in Sardegna professori di grande fama «un po’ come avviene nelle migliori università›».
Inizialmente le lezioni saranno ospitate nella sede del Coni di via Fais (nel palazzo dove c’erano gli uffici del Totocalcio).
‹«Si tratta - dice il presidente del Coni regionale - di tre appartamenti, per un totale di circa duecento metri quadri, da ristrutturare. Saranno fatte aule e sale conferenze››.
Di pari passo con la creazione della Scuola dello sport il Coni regionale culla l’idea di una cittadella delle Federazioni sportive. Cittadella, i cui lavori dovrebbero cominciare a breve. ‹‹Abbiamo ricevuto dall’assessorato regionale dei Lavori pubblici un contributo per la progettazione. Quindi è stata indetta una gara pubblica e sono stati consegnati i lavori. Il tutto è stato portato all’attenzione del Comune dove il progetto è stato riveduto e corretto in base alle esigenze del piano regolatore. A seguire la commissione edilizia lo ha approvato all’unanimità e il consiglio comunale ha individuato l’area dove costruire il palazzo. Sarà realizzato a San Bartolomeo. In proposito qualche riserva è stata espressa dall’assessorato alla Pubblica istruzione e Beni ambientali della Regione. Osservazioni sono state fatte anche sulla distribuzione degli spazi. Attualmente, dopo ulteriori modifiche al progetto ci avviamo alla conclusione dell’iter. L’ultimo stadio è il passaggio negli uffici della Tutela del paesaggio››.
‹‹L’idea - ammette il presidente - ci è venuta per dare ordine e visibilità alle quarantuno federazioni sportive, ai Coni provinciali, a quello regionale e alle discipline associate, distribuite senza un criterio sul territorio e quindi non molto individuabili››.
La cittadella sarà composta da un nucleo centrale più tre altri piccoli nuclei. In comune ci saranno sale riunioni, sale convegni, un piccolo auditorium e un grande parcheggio interno.
Inevitabile, in fase di presentazione di questi due ambiziosi progetti, non fare con Gianfranco Fara un bilancio del quadriennio appena trascorso alla guida del Coni regionale. «Il ridimensionamento dei finanziamenti nazionali - spiega il presidente - ci ha tagliato le gambe. La stessa cosa ha fatto la burocrazia. Abbiamo comunque cercato di impostare un certo tipo di lavoro e siamo andati avanti per la nostra strada. Con cento milioni delle vecchie lire abbiamo, erogati da un’apposita legge regionale, siamo riusciti a fare l’albo delle società. Ai raggi X sono finite 1.160 società e circa 110 mila persone fra atleti, tecnici e dirigenti. Si tratta, comunque di un lavoro non completo in quanto molte società non hanno risposto al nostro appello».
«Con altri cinquecento milioni abbiamo cominciato a monitorare l’impiantistica sportiva. Un lavoro fondamentale per mettere fine all’usanza che voleva che al momento dell’erogazione dei finanziamenti il primo arrivato si portasse a casa i soldi e creasse delle strutture completamente inutili e spesso realizzate in realtà dove non c’erano ragazzi e quindi precise esigenze tecniche››.
Sempre a proposito dell’impiantistica, Gianfranco Fara si chiede se sia sempre il caso di creare impianti nuovi o, in qualche caso, sia meglio ristrutturare quelli esistenti facendoli così diventare competitivi e ultramoderni a costi decisamente inferiori.
‹‹Senza contare che ancora oggi ci sono delle discipline prive di impianti. Il baseball, per esempio per vent’anni è stato ospitato in una struttura privata al Cep. Ora, però che il piano urbanistico ha fatto diventare l’area edificabile, la società e i giocatori che praticavano questo sport, sono stati sfrattati. Con la conseguenza che sono costretti a giocare tutte le partite fuori dall’isola. Per non parlare del tiro a volo, privato dell’area che utilizzava al Poetto o del motociclismo i cui praticanti devono inventarsi crossodromi nell’area di Macchiareddu, scaricando camion e camion di sabbia. Infine, ma gli sport senza strutture sono tanti altri, lo sci. I nostri ragazzi vanno a fare tante gare nel resto della penisola, ma in Sardegna, dove non esistono piste in sintetico, non possono allenarsi».
Due parole, infine, anche sul palazzotto dello sport di Cagliari. Palazzetto datato 1967 e che Fara considera abbondantemente superato. «Cagliari - conclude - continua a rifiutare importanti manifestazioni per mancanza di una struttura adeguata. Incontri di un certo livello possono essere effettuati solo a Sassari o nel palazzotto-palestra di Quartu Sant’Elena».
«Oltre a creare figure professionali di un certo spessore, attualmente del tutto assenti - spiega Fara - la Scuola sarà in grado di rilasciare attestati che consentiranno agli iscritti di poter svolgere il proprio lavoro in base a determinati criteri. Per dirla tutta allenatori e dirigenti potranno mettersi in tasca un diploma che neanche l’Isef e la facoltà di Scienze motorie oggi sono in grado di rilasciare››.
L’idea non è nuova. Il Coni regionale, infatti, già tre anni fa fece istanza al Comitato olimpico nazionale per la realizzazione di una Scuola dello sport in Sardegna. ‹‹Roma - continua il neopresidente - deliberò subito in senso positivo. Sinora, però, non si era ancora riusciti a far decollare il progetto per mancanza di fondi. Per la verità il Coni nazionale ci ha dato delle risorse per operare. Finanziamenti troppo esigui, che ci hanno obbligato a chiedere un’integrazione alla Regione sarda. Oggi, finalmente, possiamo dire di essere in dirittura d’arrivo. Il consiglio regionale, sollecitato non solo da noi ma da tutto il mondo sportivo, ha infatti accolto la richiesta e ci dovrebbe elargire al più presto 100 mila euro››. ‹‹Non so se tale somma sia adeguata. Molto dipenderà dalle richieste che arriveranno dalle varie federazioni e quindi dalle società per ingaggiare allenatori, dirigenti e tecnici super preparati. Una cosa certamente positiva è che con questi finanziamenti potremmo fare una scuola dello Sport a livello regionale e non soltanto provinciale. Questo ci permetterà di decentrare anche molto lavoro ai Coni delle quattro province sarde. Saranno loro a evadere le richieste che arriveranno dai rispettivi territori››.
La scuola, anche se restano ancora da stabilire gli esatti criteri, sarà sicuramente a numero chiuso. Come dire: ogni federazione avrà un limite massimo di iscritti. A insegnare saranno prevalentemente docenti sardi ma l’aspirazione di Gianfranco Fara è quella di far sbarcare in Sardegna professori di grande fama «un po’ come avviene nelle migliori università›».
Inizialmente le lezioni saranno ospitate nella sede del Coni di via Fais (nel palazzo dove c’erano gli uffici del Totocalcio).
‹«Si tratta - dice il presidente del Coni regionale - di tre appartamenti, per un totale di circa duecento metri quadri, da ristrutturare. Saranno fatte aule e sale conferenze››.
Di pari passo con la creazione della Scuola dello sport il Coni regionale culla l’idea di una cittadella delle Federazioni sportive. Cittadella, i cui lavori dovrebbero cominciare a breve. ‹‹Abbiamo ricevuto dall’assessorato regionale dei Lavori pubblici un contributo per la progettazione. Quindi è stata indetta una gara pubblica e sono stati consegnati i lavori. Il tutto è stato portato all’attenzione del Comune dove il progetto è stato riveduto e corretto in base alle esigenze del piano regolatore. A seguire la commissione edilizia lo ha approvato all’unanimità e il consiglio comunale ha individuato l’area dove costruire il palazzo. Sarà realizzato a San Bartolomeo. In proposito qualche riserva è stata espressa dall’assessorato alla Pubblica istruzione e Beni ambientali della Regione. Osservazioni sono state fatte anche sulla distribuzione degli spazi. Attualmente, dopo ulteriori modifiche al progetto ci avviamo alla conclusione dell’iter. L’ultimo stadio è il passaggio negli uffici della Tutela del paesaggio››.
‹‹L’idea - ammette il presidente - ci è venuta per dare ordine e visibilità alle quarantuno federazioni sportive, ai Coni provinciali, a quello regionale e alle discipline associate, distribuite senza un criterio sul territorio e quindi non molto individuabili››.
La cittadella sarà composta da un nucleo centrale più tre altri piccoli nuclei. In comune ci saranno sale riunioni, sale convegni, un piccolo auditorium e un grande parcheggio interno.
Inevitabile, in fase di presentazione di questi due ambiziosi progetti, non fare con Gianfranco Fara un bilancio del quadriennio appena trascorso alla guida del Coni regionale. «Il ridimensionamento dei finanziamenti nazionali - spiega il presidente - ci ha tagliato le gambe. La stessa cosa ha fatto la burocrazia. Abbiamo comunque cercato di impostare un certo tipo di lavoro e siamo andati avanti per la nostra strada. Con cento milioni delle vecchie lire abbiamo, erogati da un’apposita legge regionale, siamo riusciti a fare l’albo delle società. Ai raggi X sono finite 1.160 società e circa 110 mila persone fra atleti, tecnici e dirigenti. Si tratta, comunque di un lavoro non completo in quanto molte società non hanno risposto al nostro appello».
«Con altri cinquecento milioni abbiamo cominciato a monitorare l’impiantistica sportiva. Un lavoro fondamentale per mettere fine all’usanza che voleva che al momento dell’erogazione dei finanziamenti il primo arrivato si portasse a casa i soldi e creasse delle strutture completamente inutili e spesso realizzate in realtà dove non c’erano ragazzi e quindi precise esigenze tecniche››.
Sempre a proposito dell’impiantistica, Gianfranco Fara si chiede se sia sempre il caso di creare impianti nuovi o, in qualche caso, sia meglio ristrutturare quelli esistenti facendoli così diventare competitivi e ultramoderni a costi decisamente inferiori.
‹‹Senza contare che ancora oggi ci sono delle discipline prive di impianti. Il baseball, per esempio per vent’anni è stato ospitato in una struttura privata al Cep. Ora, però che il piano urbanistico ha fatto diventare l’area edificabile, la società e i giocatori che praticavano questo sport, sono stati sfrattati. Con la conseguenza che sono costretti a giocare tutte le partite fuori dall’isola. Per non parlare del tiro a volo, privato dell’area che utilizzava al Poetto o del motociclismo i cui praticanti devono inventarsi crossodromi nell’area di Macchiareddu, scaricando camion e camion di sabbia. Infine, ma gli sport senza strutture sono tanti altri, lo sci. I nostri ragazzi vanno a fare tante gare nel resto della penisola, ma in Sardegna, dove non esistono piste in sintetico, non possono allenarsi».
Due parole, infine, anche sul palazzotto dello sport di Cagliari. Palazzetto datato 1967 e che Fara considera abbondantemente superato. «Cagliari - conclude - continua a rifiutare importanti manifestazioni per mancanza di una struttura adeguata. Incontri di un certo livello possono essere effettuati solo a Sassari o nel palazzotto-palestra di Quartu Sant’Elena».
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 41 - Cultura e Spettacoli
Conferenza di Walter Burkert a Sassari
Domani a Sassari, alle 10 nell’aula magna delle Facoltà di Lingue e Lettere in via Roma, Walter Burkert, dell’Università di Zurigo, terrà una conferenza dal titolo: «Una teogonia di “Orfeo” ritrovata. Mitologia internazionale nella Grecia arcaica».
Burkert è uno dei massimi studiosi viventi di religione antica. I suoi libri sono tradotti in taliano e pubblicati dalle maggiori case editrici nazionali. La conferenza che Burkert terrà a Sassari prende le mosse dal Papiro di Derveni, scoperto nel 1962 e pubblicato nel 1982. E’ il più antico dei papiri greci conosciuti, parte di un commento ad una teogonia orfica databile al VI-V secolo avanti Cristo, uno dei testi più significativi ed insieme enigmatici della storia della religione e della filosofia greca.
La conferenza è organizzata con il sostegno del Dottorato di ricerca «Il Mediterraneo in età classica: storia e culture», del Dipartimento di Scienze umanistiche e dell’antichità dell’Università di Sassari, dell’Ente regionale per il diritto allo studio universitario, dell’Associazione Italiana Cultura Classica.
La professoressa Sotera Fornaro, docente di Storia della lingua greca nella Facoltà di Lettere e Filosofia, ha in programma, per stamattina alle 10, nell’aula aula San Simplicio, una lezione preparatoria, sia sulla figura di Walter Burkert, sia sul Papiro di Derveni.
Burkert è uno dei massimi studiosi viventi di religione antica. I suoi libri sono tradotti in taliano e pubblicati dalle maggiori case editrici nazionali. La conferenza che Burkert terrà a Sassari prende le mosse dal Papiro di Derveni, scoperto nel 1962 e pubblicato nel 1982. E’ il più antico dei papiri greci conosciuti, parte di un commento ad una teogonia orfica databile al VI-V secolo avanti Cristo, uno dei testi più significativi ed insieme enigmatici della storia della religione e della filosofia greca.
La conferenza è organizzata con il sostegno del Dottorato di ricerca «Il Mediterraneo in età classica: storia e culture», del Dipartimento di Scienze umanistiche e dell’antichità dell’Università di Sassari, dell’Ente regionale per il diritto allo studio universitario, dell’Associazione Italiana Cultura Classica.
La professoressa Sotera Fornaro, docente di Storia della lingua greca nella Facoltà di Lettere e Filosofia, ha in programma, per stamattina alle 10, nell’aula aula San Simplicio, una lezione preparatoria, sia sulla figura di Walter Burkert, sia sul Papiro di Derveni.
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 41 - Cultura e Spettacoli
Il saggio di Brugnolo su Salvatore Satta
Oggi 17,30, nell’aula magna delle Facoltà di Lingue e Lettere, sarà presentato il nuovo libro di Stefano Brugnolo «L’idillio ansioso: “Il giorno del giudizio” di Salvatore Satta e la letteratura delle periferie» (Avagliano Editore). Introdurranno Massimo Onofri e Giovanna Rabitti. L’iniziativa è promossa dalla Libreria Koiné.
La Sardegna narrata da Salvatore Satta è il prototipo di una realtà condannata dalla Storia, nel quale possono riconoscersi tutti coloro che, a causa di un qualche «progresso», si scoprono improvvisamente superati. Da qui l’universalità del romanzo che il saggio di Brugnolo indaga mettendo a confronto la mitica Nuoro di Satta con altre leggendarie periferie letterarie (la Oblòmovka di Gonciarov, la Sicilia del Gattopardo, la Macondo di «Cent’anni di solitudine»). Percorrendo questi luoghi immaginari, che sono anche e soprattutto i luoghi simbolici del nostro passato, ritroviamo quanto il progresso scarta e rinnega. Veniamo così a sapere cosa gli abbiamo sacrificato e possiamo di nuovo vedere il mondo moderno da lontano, tornando a percepire intensamente la sua terribile magia.
Stefano Brugnolo insegna Letterature comparate all’Università di Sassari. Ha pubblicato tra l’altro: «La tradizione dell’umorismo nero» (1994), «L’alchimia imperfetta: saggio sullopera di Joris-Karl Huysmans» (1997), «La letterarietà dei discorsi scientifici» (2000).
La Sardegna narrata da Salvatore Satta è il prototipo di una realtà condannata dalla Storia, nel quale possono riconoscersi tutti coloro che, a causa di un qualche «progresso», si scoprono improvvisamente superati. Da qui l’universalità del romanzo che il saggio di Brugnolo indaga mettendo a confronto la mitica Nuoro di Satta con altre leggendarie periferie letterarie (la Oblòmovka di Gonciarov, la Sicilia del Gattopardo, la Macondo di «Cent’anni di solitudine»). Percorrendo questi luoghi immaginari, che sono anche e soprattutto i luoghi simbolici del nostro passato, ritroviamo quanto il progresso scarta e rinnega. Veniamo così a sapere cosa gli abbiamo sacrificato e possiamo di nuovo vedere il mondo moderno da lontano, tornando a percepire intensamente la sua terribile magia.
Stefano Brugnolo insegna Letterature comparate all’Università di Sassari. Ha pubblicato tra l’altro: «La tradizione dell’umorismo nero» (1994), «L’alchimia imperfetta: saggio sullopera di Joris-Karl Huysmans» (1997), «La letterarietà dei discorsi scientifici» (2000).
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Olbia
SANTA TERESA
I vincitori della borsa di studio “Vincentelli”
SANTA TERESA. Borse di studio universitarie «Vincentelli»: è tempo di domande relative all’anno accademico in corso. Gli ultimi a meritarla, a conclusione dell’anno accademico 2004, sono stati la dottoressa Valeria Manca per la migliore tesi di laurea in discipline scientifiche e il dottor Alessio Stacconeddu per una tesi in discipline umanistiche. Sapremo dopo l’ultima sessione chi saranno i nuovi neo dottori che l’avranno meritata.
Ed è così che una borsa di studio perpetua e onora la memoria di Andrea e Giuseppe Vincentelli, due possidenti teresini che avevano devoluto la rendita dei loro terreni in quel di Vignola al sostegno degli studi di due giovani del luogo. All’orgine quei terreni sarebbero dovuti andare in eredità al Comune, che a sua volta avrebbe istituito e assegnato le borse, rendendo meno gravosa la carriera studentesca di giovani teresini dalle condizioni economiche disagiate. Per diverse e complesse vicende il lascito andò a finire all’Università di Sassari, che provvede ogni anno ad premiare le migliori tesi di laurea di studenti teresini in discipline sia scientifiche che umanistiche.
Prima dei succitati Valeria Manca e Alessio Stacconeddu sono risultati vincitori della borsa di studio «Vincentelli» Luigi Comunale, Piero Cossu, Paola Sanna, Maria Giovanna Nieddu, Annalisa Cossu, Giovanna Giannoni e Giacomina Paola Giagoni. (t.b.)
Ed è così che una borsa di studio perpetua e onora la memoria di Andrea e Giuseppe Vincentelli, due possidenti teresini che avevano devoluto la rendita dei loro terreni in quel di Vignola al sostegno degli studi di due giovani del luogo. All’orgine quei terreni sarebbero dovuti andare in eredità al Comune, che a sua volta avrebbe istituito e assegnato le borse, rendendo meno gravosa la carriera studentesca di giovani teresini dalle condizioni economiche disagiate. Per diverse e complesse vicende il lascito andò a finire all’Università di Sassari, che provvede ogni anno ad premiare le migliori tesi di laurea di studenti teresini in discipline sia scientifiche che umanistiche.
Prima dei succitati Valeria Manca e Alessio Stacconeddu sono risultati vincitori della borsa di studio «Vincentelli» Luigi Comunale, Piero Cossu, Paola Sanna, Maria Giovanna Nieddu, Annalisa Cossu, Giovanna Giannoni e Giacomina Paola Giagoni. (t.b.)
10 – Corriere della sera
INTERVENTI
E REPLICHE
E REPLICHE
Università: criteri di merito per i docenti Desidero intervenire nel dibattito che il Corriere ha avviato sull’università. Mi pare che non sia stata messa in evidenza la clamorosa mancanza di un rigoroso meccanismo di controllo dell'attività didattica e della ricerca scientifica e di un conseguente «premio» o «sanzione» per i docenti. Invece di riformare i meccanismi concorsuali, il ministero dovrebbe emanare ferree norme per differenziare i docenti che producono buona ricerca scientifica e buona didattica, impegnandosi a farle applicare. Mi pare contraddittorio sostenere che le università possono e devono essere paragonate a imprese private e non utilizzare meccanismi basati su criteri rigidamente meritocratici per i docenti . Finché nelle università italiane sarà silenziosamente tollerata e quindi legittimata un'ampia e perniciosa mistura di grano e loglio, i docenti «produttivi» correranno il serio rischio di poter inevitabilmente cedere ai colleghi mediocri. Ho fatto parte per numerosi anni della Commissione per la ricerca scientifica dell'università di Milano e posso perciò testimoniare quanto sia attualmente difficile poter valorizzare o almeno riconoscere i docenti validi (e talvolta eccellenti) in base agli attuali criteri di valutazione che sono vaghi, troppo elastici e troppo spesso troppo mutevoli. Nelle università anglosassoni con alto numero di studenti stranieri non viene rinnovato il contratto di ricerca e/o di insegnamento ai docenti mediocri: e allora i docenti devono trovarsi un altro posto di lavoro! E' così pazzesco sperare che in un prossimo futuro possa accadere la stessa cosa anche in Italia?
Giuseppe Scalabrino
Ordinario di Patologia Generale Facoltà di Medicina e Chirurgia
Membro del «Centro di Eccellenza per lo Studio delle Malattie Neurodegenerative»
Università degli Studi di Milano
12 – Il Mattino
TRA GLI ESCLUSI IL PRESIDE DI FARMACIA NOVELLINO E IL RETTORE FERRARA
Fuori gioco la società civile, gli elettori bocciano medici e docenti universitari
Non sono piaciuti i cosiddetti «esponenti della società civile» e gli «intellettuali» candidati nel centrodestra e nel centrosinista. Il successo di Bassolino, e il conseguente dimezzamento del listino, ha fatto diverse vittime illustri nel suo stesso schieramento: restano tagliati fuori, infatti, due esponenti della società civile, il costituzionalista Pietro Ciarlo, componente del comitato scientifico della Regione designato da Bassolino e Roberto Racinaro, ex rettore dell’Università di Salerno indicato dalla Margherita. E anche nelle liste non è andata bene a quelli che un tempo venivano definiti gli «esterni»: Nell’Udeur è stato escluso il rettore dell’Università Partenope, Gennaro Ferrara. Nella Margherita, il cappello della lista era composto, oltre che dall’assessore al Turismo. Teresa Armato, da quattro professori universitari, ma tutti sono rimasti molto lontani dal traguardo. Esclusi, dunque, Oreste D’Auria, il commissario della Cri di Napoli, Giancarlo Bracale, ordinario di Chirurgia vascolare della facoltà di medicina della Federico II e presidente della società partenopea di chirurgia; Ettore Novellino, ordinario di chimica farmaceutica e tossicologica presso l’Università Federico II di Napoli, preside della stessa facoltà e presidente della conferenza nazionale dei presidi; Francesco Balletta. ordinario di storia economica e direttore del dipartimento di analisi dei processi economico-sociali dell’università di Napoli e Umberto De Martinis docente di fondamenti di impianti elettrici, al dipartimento di ingegneria. Nei Ds, invece, non ce l’ha fatta Franco Salvatore. professore di biochimica umana alla Federico II. Nell’altro schieramento escluso, naturalmente, Enzo Mirone, docente di urologia presso il policlinico federiciano e presidente del congresso nazionale di andrologia che faceva parte del listino di Bocchino. Ma non è andata bene nemmeno al presidente dell’ordine dei farmacisti Michele Di Iorio che si era candidato in Alleanza Nazionale. E il professore Tito Trocino, ex primario urologo del Cto,è finito in una delle ultime posizioni nella lista di Forza Italia raccogliendo meno di quattrocento preferenze. (6.4.05)
13 – Il Messaggero
In tutte le università della Capitale domani una messa per ricordare Wojtyla
di ALESSANDRA MIGLIOZZI
Il cordoglio per la morte del Pontefice unisce le università romane. Domani mattina alle ore 12 in tutti gli atenei della Capitale sia pubblici che privati saranno celebrate messe in onore del Santo Padre. A Tor Vergata la cerimonia eucaristica avrà luogo in un teatro speciale: quel piazzale della croce dove nel 2000 si riunirono migliaia di giovani per la Giornata mondiale della gioventù. Mentre negli altri atenei le celebrazioni avverranno nelle cappelle universitarie. Alla Luiss la messa sarà presieduta da Monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore dell'Ufficio per la pastorale romana. Durante la liturgia saranno sospese le lezioni per permettere la partecipazione di studenti e professori.
Alla Sapienza e a Tor Vergata le aule rimarranno chiuse anche venerdì. E a Roma Tre, fino alla fine della settimana, saranno sospese le attività sportive: i due impianti dell'ateneo, quello delle "Torri" e lo "Stadio degli Eucalipti" sono stati messi a disposizione della Protezione Civile. (5.4.05)
Il cordoglio per la morte del Pontefice unisce le università romane. Domani mattina alle ore 12 in tutti gli atenei della Capitale sia pubblici che privati saranno celebrate messe in onore del Santo Padre. A Tor Vergata la cerimonia eucaristica avrà luogo in un teatro speciale: quel piazzale della croce dove nel 2000 si riunirono migliaia di giovani per la Giornata mondiale della gioventù. Mentre negli altri atenei le celebrazioni avverranno nelle cappelle universitarie. Alla Luiss la messa sarà presieduta da Monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore dell'Ufficio per la pastorale romana. Durante la liturgia saranno sospese le lezioni per permettere la partecipazione di studenti e professori.
Alla Sapienza e a Tor Vergata le aule rimarranno chiuse anche venerdì. E a Roma Tre, fino alla fine della settimana, saranno sospese le attività sportive: i due impianti dell'ateneo, quello delle "Torri" e lo "Stadio degli Eucalipti" sono stati messi a disposizione della Protezione Civile. (5.4.05)