Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 April 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 18 – Cagliari
Iniziativa. L’ex docente di Pedagogia ha dato vita a un comitato: «Ecco le emergenze»
La prof tira le orecchie alla città
Elisa Nivola: «Scollamento fra società e amministratori»
Per trent’anni ha insegnato pedagogia all’Università. Andata in pensione, Elisa Nivola ora non interroga più gli studenti, ma se stessa sul mondo che le sta attorno e sul che fare per migliorarlo un po’. Insieme ad altri ha dato vita a un comitato che vuol incentivare il dibattito su Cagliari e dintorni, stimolare gli amministratori spingere verso una "gestione comunitaria del territorio". Sperano di riuscirci coinvolgendo i consigli di circoscrizione, gli assessorati, l’università e organizzando dibattiti, conferenze o seminari «sui temi della qualità della vita nel territorio, nelle realtà familiari e socioassistenziali». Il primo passo è stato un appello «a quanti nei partiti politici, nelle istituzioni educative, nelle attività artistiche e culturali, nel sostegno ai soggetti deboli e nel coordinamento delle politiche ambientali hanno occasioni e informazioni utili ad allargare la partecipazione e arricchire la comunicazione sull’opportunità e necessità di praticare la cittadinanza attiva e di coltivare forme di democrazia di base» Tanta voglia di discutere proprio a un mese dal voto: i tempi sanno di operazione elettorale. «Nessuna intenzione di cercare voti. Siamo un gruppo affiatato, persone di età diverse e esperienze comuni che vogliono una società che si sappia ravvedere e riavvicinarsi ai temi della vera democrazia. Questo è il nostro intento, senza alcuna ombra né di politica e tanto meno di partito». È un gran fiorire di comitati, gruppi e sottogruppi di opinione: sta rinascendo la voglia di partecipazione dal basso? «Per alcuni versi sì. Spesso sono originati da motivi di dissenso e anche da questo si può partire. Ritengo sia un fenomeno interessante e che possa indicare dei percorsi di riforma della politica» Il bello e il brutto, quel che funziona e i monumenti cittadini all’inefficienza. «Per sua fortuna, Cagliari è ancora bellissima dal punto di vista paesaggistico e ambientale. Me ne sono resa conto giorni fa, scendendo a sera dal colle di San Michele: vedevo quelle bellissime distese di mare punteggiato di luci di fari, di barche. Ha ancora delle meraviglie di attestazione archeologica e antropologica. Però, purtroppo, ha avuto in questi anni siti totalmente trascurati. Per altri, come il Lazzaretto, bisogna dare atto di un buon recupero. Tuttavia questo non basta a farne una città vivibile: le strutture della vita sociale sono nelle strade, nell’evitare gli ingorghi, nelle scuole». La città e il suo mare: un rapporto ingrigito come la sabbia del Poetto? «Dovrebbe essere una fonte di gioia, di rapporti educativi, come le scuole di nuoto, di vela, di canottaggio. I cagliaritani e, soprattutto, chi viene dall’interno trascorre una vita intera senza riuscire a sapere cos’è veramente il mare se non per quella smania di correre al Poetto che crea una società di massa. Non si può pienamente godere dei beni naturali senza una loro elaborazione culturale. Penso poi alla grande disavventura del ripascimento e mi auguro che i cittadini possano contribuire a progetti per rimediare al disastro». Gli errori e gli orrori del passato? «Errori ce ne sono stati tantissimi, soprattutto l’assenza di attenzione, di servizi: mi colpisce ancora il non vedere in giro le guardie civiche, anche quando il caos è totale non c’è mai uno che controlli. Permane l’attitudine dei vecchi amministratori a fornirsi più di clientele, di grandi famiglie, restando corpi estranei rispetto alla comunità. Pesano gli errori del passato, il distacco drastico tra la città e chi la governa» Veniamo al presente: pregi e difetti del sindaco Emilio Floris. «Rispetto alla vicenda di Tuvixeddu mi pare abbia dato poco ascolto ad autorevoli interventi. Il progetto di "Cagliari capitale del Mediterraneo" mi sa di ricorso ad argomenti un po’ troppo altisonanti per poi trasformarli tranquillamente in tutt’altro come, appunto, nel caso di Tuvixeddu. Trovo incoerente questo modo di procedere. Ha anche, probabilmente, dei bravi assessori ma tutti insieme tendono a trincerarsi nel ruolo, riducendo la città alla parte di chi deve starsene a guardare. Secondo me, è un atteggiamento poco comunicativo». Vede delle emergenze? «Tantissime. Crescono sempre più le solitudini degli anziani, le disaffezioni dei ragazzi verso gli studi. Conosco bambini e adolescenti e vedo che, purtroppo, Cagliari non ha una scuola di qualità che sappia svolgere una funzione all’esterno, diventare scuola di quartiere dando il buon esempio. Credo vi sia una grande emergenza educativa perché ci sono troppi giovani disoccupati, troppo tentati da un modernismo consumista. Per riassumerle tutte in una si può dire che c’è da ricostruire il tessuto sociale e creare dei luoghi culturali motivanti. La scuola, innanzitutto, ma anche le biblioteche, le ludoteche o altri servizi che aiutino al confronto e alla crescita. Oggi se ne sente la mancanza». La città come lei la vorrebbe? «Vorrei in ogni quartiere dei punti di richiamo alla vita pubblica senza che tutti se ne restino chiusi in casa, ciascuno per i fatti suoi ma anche con le sue disperazioni. Mi piacerebbe una cittadinanza attiva, ma non la si può creare dal nulla. Servono operatori sensibili, non indaffarati a far politica ma nel sentimento dell’abitare, nella coscienza del vivere insieme nel diffondere la passione della partecipazione.»
Stefano Lenza
 
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 30 – Cultura
Convegno. Giovedì a Cagliari una conferenza-spettacolo
Amartya Sen, sviluppo e libertà
Benessere, sviluppo e qualità della vita. Ma soprattutto libertà di esprimere le potenzialità della globalizzazione limitandone l’impatto negativo sulla vita quotidiana. Superato il modello dell’homo oeconomicus interessato soltanto al perseguimento del proprio vantaggio personale, la teoria innovativa del premio Nobel per la pace Amartya Sen sarà al centro della conferenza-spettacolo organizzata per giovedì dall’associazione cagliaritana di teatro-danza "Tascusì". Si comincia alle 16 nell’aula A della facoltà di Economia di Cagliari con il dibattito "Sviluppo, libertà e giustizia nel pensiero di Amartya Sen", poi alle 21 al Piccolo Auditorium di piazza Dettori culture a confronto con lo spettacolo Capabilities. Nel pomeriggio, a parlare dei cambiamenti in atto nel nostro tempo, sia a livello individuale che sociale, e dei relativi risvolti etici, saranno Luigino Bruni dell’Università di Milano Bicocca e Pier Luigi Sacco (IUAV Venezia) dopo l’introduzione di Vittorio Pelligra (Università di Cagliari). «Superando la barriera alta, quanto artificiosa, dei linguaggi specialistici ? spiega la coreografa della compagnia Rossana Luisetti - con l’Università, abbiamo cercato un’occasione di riflessione e approfondimento sul cambiamento culturale in atto. L’esempio di Sen indica quanto fecondo possa essere un approccio che integri rigore scientifico e profondità di valori, precisione analitica e profondo impegno civile». Capabilities è l’esibizione, già in scena lo scorso novembre, che porterà sul palco le riflessioni di semplici cittadini attraverso la poesia, la danza e la teatralità del gesto. Ora però il discorso si è allargato e ha aperto le porte al confronto. Tra etica ed economia viaggerà dunque il dibattito con gli esperti e poi l’esibizione di danzatori e attori arriverà dritto al cuore del pubblico, non solo degli accademici. In scena con Rossana Luisetti anche il ballerino Roberto de Azevedo e la poetessa, attrice per un giorno, Bruna Milia nei panni di una nonna di Manila che vende liriche. Per dimostrare che non c’è incompatibilità tra culture diverse ecco la nostalgia di un danzatore extracomunitario che incontra una donna occidentale imprigionata da un rete metallica, bimbi che sdrammatizzano la violenza attraverso il gioco, le foto di Roberto Salgo e bottiglie di plastica che invadono la platea. Metafore di vita quotidiana.
Grazia Pili
 
 
3 – La Nuova Sardegna
Cagliari
Cittadini in pista contro il governo
‘La Costituzione dev’essere difesa’
 CAGLIARI. Un comitato cittadino per la difesa della Costituzione. Per scuotere le coscienze e prepararsi a una lotta contro il Governo. Dopo mesi di lavoro portato avanti in sordina, il Comitato cagliaritano per la difesa della Costituzione ieri è uscito allo scoperto, e si è presentato ufficialmente: gli aderenti, tra associazioni e liberi cittadini, sono già oltre un centinaio, e ancora, assicura il presidente, Francesco Sitzia, c’è spazio per chiunque voglia unirsi a loro. Obiettivo dichiarato è difendere la Carta costituzionale, continuamente minacciata dagli attacchi del Governo. L’ultimo, intollerabile, è arrivato lo scorso 15 ottobre, quando il disegno di legge del Governo sulla riforma costituzionale, ha trovato l’appoggio anche della maggioranza in seno alla Camera dei deputati. Così, dopo la devolution, arriva anche un rafforzamento della posizione del premier, accompagnato da un ruolo di minor rilievo per Parlamento e Capo dello Stato. Può tutto questo essere tollerabile? No, dice il Comitato. «Quel testo - dice Francesco Sitzia - stravolge pesantemente la Costituzione della Repubblica». «Non è una questione di destra o sinistra - avverte Sitzia - Siamo contro chiunque voglia demolire le strutture del pluralismo, dell’eguaglianza, della libertà e della partecipazione. I cardini del nostro assetto costituzionale». Nei prossimi giorni il Comitato (che a livello nazionale è presieduto dall’ex presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro) promuoverà diverse iniziative di sensibilizzazione. La prossima è una conferenza-dibattito prevista giovedì al Banco di Sardegna: parteciperà anche il direttore della rivista “Democrazia e diritto” Umberto Allegretti. (s. z.)
 
 

 
4 – Corriere della sera
PAVIA «Porte aperte alle aziende»
«Del doman non c’è incertezza»: è lo slogan utilizzato dall’ateneo pavese per pubblicizzare su cartolina postale la settima edizione di «Porte aperte alle imprese», uno dei due appuntamenti annuali organizzati dal Centro orientamento universitario dell’ateneo pavese per aiutare gli studenti nella scelta all’inizio e al termine del percorso di studi. L’iniziativa, promossa in collaborazione con l’Unione industriali, metterà in contatto studenti, laureandi e neolaureati con il mondo delle imprese di settori diversi. A partire dalle 9.30 di venerdì saranno oltre trenta le aziende di livello internazionale o piccole e medie pronte a mettersi «in mostra». «Sono due - commenta il rettore Roberto Schmid - i momenti critici nella vita di uno studente: la scelta del corso di studi e l’ingresso nel mondo del lavoro. È sempre più importante far loro conoscere tutte le possibilità connesse con la loro scelta e prepararli a farsi delle proprie idee». E l’ateneo pavese lancia un concorso: frasi famose «truccate» da lanciare su cartolina. (d. me.)
 
 
5 – Corriere della sera
Catania ha scelto un condottiero magnifico
DAL NOSTRO INVIATO

CATANIA - Ha scelto un condottiero «magnifico» il centrosinistra in Sicilia. Piazzando al vertice dell’Ulivo l’autorevole rettore dell’università di Catania, Ferdinando Latteri. Ma è polemica perché l’identikit del nuovo presidente della Federazione regionale chiamata a battersi per l’elezione di Enzo Bianco a sindaco di Catania è quello di un potente «nato» nella vecchia Dc, benvoluto dai notabili d’un tempo, poi transitato in Forza Italia e rafforzatosi negli anni con Berlusconi.
Non è un cambio di casacca dell’ultima ora, né una scelta legata alle Regionali della scorsa settimana. Perché il volto rassicurante di questo signore dagli occhi azzurri campeggiava già l’anno scorso sui manifesti elettorali delle Europee. L’aveva convinto proprio l’ex ministro dell’Interno Bianco a candidarsi per Strasburgo, strappandolo alle assidue frequentazioni di un altro ex inquilino del Viminale, l’azzurro Claudio Scajola.
La scelta di piazzarlo al vertice di un siculo quadrumvirato composto dai segretari regionali di Margherita, Ds, repubblicani europei e socialisti ha però scatenato qualche mal di pancia all’interno dell’Ulivo. Malumori richiamati ieri anche dall’ Unità che ha dato fiato ad alcuni elettori anonimi, contrari ad una nomina «senza neanche una riunione o un’assemblea» perché questo «impedisce al futuro di nascere».
Una posizione durissima inserita in un dibattito dove tutti temono il trasformismo, ma nello stesso tempo tirano la giacca agli uomini di centro perché lascino la coalizione del Cavaliere e preparare in Sicilia l’effetto domino contro lo spettro del famoso «61 a 0».
«Ma perché scrivono adesso, se Latteri si è candidato con noi l’anno scorso e non è stato eletto per un pelo alle Europee?», borbotta il segretario dei Ds in Sicilia Angelo Capodicasa replicando ai «compagni anonimi» dell’ Unità . Una corsa allora arrestata dal trionfo di Claudio Fava, concorrente diretto di Latteri, oggi lieto della scelta: «E’ un bene che il Magnifico resti nel centrosinistra, ma non amo i cambi di casacca e spero che l’Unione non diventi la lavatrice per candeggiare qualsiasi notabile».
Una frecciata forse riferita alle avances di un altro «colonnello» della Margherita, Rino Piscitello, addirittura al segretario uscente dell’Udc, Raffaele Lombardo, legatissimo al presidente della Regione Totò Cuffaro, entrambi per mesi in crisi con Follini e «quarantenni». Si torna a temere il trasformismo, ma scatta Sergio D’Antoni, anche lui transfuga dal centrodestra: «Quando si passa dalla maggioranza all’opposizione, come per Latteri, vuol dire che prevale una consapevole scelta di campo, altro che trasformismo».
La fila di chi spera e tratta il grande passo s’ingrossa. Ne sa qualcosa il gran regista della Margherita Totò Cardinale, l’ex ministro che ha lavorato per Latteri presidente: «Controlliamo caso per caso. Non ci interessa il gotha che governa il centrodestra. Accendiamo un faro per farci vedere da quel popolo di elettori malamente traditi dalle promesse riformiste di Berlusconi».
Perplesso il leader di Rifondazione, Francesco Forgione: «Rischiamo di snaturare il carattere alternativo dell’Unione con certe scelte, con l’appello di Rutelli oggi e di Piscitello prima». Ma Cardinale tranquillizza tutti accendendo il «faro» chiamato Latteri.
Felice Cavallaro
 
Fernando Latteri, nato nel 1945, è professore ordinario di Chirurgia presso la facoltà di Medicina a Catania. Eletto deputato nazionale nel 1987 e nel 1992, è stato componente delle commissioni Cultura e Sanità della Camera. Nel 2000, e poi per il triennio 2003/2006 è stato eletto Rettore dell’Università di Catania.
 

6 – Il Tempo
La nuova Università stenta a decollare
di ELISA MASOTTI
RIETI. Sindacati e associazioni si stanno cominciando a stancare del comportamento «unilaterale» messo in campo dalla Provincia di Rieti. Duri richiami sono arrivati nelle ultime settimane dalla Cisl, dalla Cgil, dagli imprenditori, ma a quanto pare, la giunta Melilli tira dritto per la sua strada senza ascoltare nessuno. Che fine ha fatto la concertazione promessa dal centro-sinistra, si chiedono Raccogli (Cisl) e Manzini (Cgil). E le priorità? Su industria, infrastrutture, formazione e università, l’Amministrazione Ulivista preferisce non prendere una posizione e rimandare a vita. Mercoledì 13 aprile, ad esempio, non si costituirà il nuovo Consorzio Universitario di Rieti. Quella che era una data definita «intoccabile» dalla politica dei mesi scorsi ha fatto la fine di tutti gli altri precedenti appuntamenti (nel cestino) e la «Sabina Universitas» continua ad arrancare. I soci promotori, nei proclami ufficiali, hanno deciso di allargare ulteriormente la base societaria e quindi dal notaio, rinvii permettendo, si dovrebbe andare non prima del 14 maggio. Sono ormai oltre due anni che si parla di avvento del Consorzio Universitario ma, tra una tornata elettorale e l’altra, tutte le scadenze sono poi state sempre disattese. Chissà che anche l’ultimo esito amministrativo del Lazio non abbia contribuito nella scelta dell’ennesimo rinvio. «Siamo sempre più convinti che la Fondazione Sabina Universitas debba allargarsi o trasformarsi in Società Consortile Universitaria - ha osservato recentemente il prof. Leoni, storico fondatore del decentramento de La Sapienza su Rieti - ma è il percorso messo in campo che mi preoccupa. La politica dovrebbe fare un passo indietro e lasciare più spazio a chi l’università la vive tutti i giorni. Servono investimenti massicci e programmi pluriennali di sviluppo, basta con gli slogan e i personalismi». Rieti ha tutte le carte in regola per consacrarsi, definitivamente, come città universitaria ma sono i tempi allungati che rischiano di compromettere l’intera iniziativa. Ormai altri centri del Lazio come Civitavecchia, Viterbo, Pomezia, Frosinone, Latina hanno già fatto passi da gigante nella direzione universitaria, mentre in Sabina si discute ancora sugli equilibri di potere.  (11.4.05)              
 
 
8 -   Il Tempo
RIVELAZIONE Il futuro Papa dissentì dal relatore della sua tesi sulla dottrina della chiesa
FIRENZE — Il futuro papa Wojtyla, al momento della discussione della tesi di laurea, dissentì dal suo relatore. Lo ha raccontato padre Giovanni Schellens, allora segretario dell’ Angelicum, l’ università in cui studiò il giovane Karol Wojtyla, allora ventisettenne. «Il futuro papa - ha detto Schellens che oggi vive nel convento dei padri domenicani a San Domenico di Fiesole - non si è laureato col massimo dei voti. Aveva scritto una tesi su "La dottrina della fede secondo San Giovanni della Croce", ma aveva dissentito su un particolare dal suo relatore, padre Garrigou-Lagrange. Per questo si laureò con Magna cum laude e non con Summa cum laude». .(11.4.05)                                                                                                       
 

Questionnaire and social

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