Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 April 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
 
Cronaca di Cagliari – pagina 19
Università- Riunione
Statuto e elezioni: il Senato accademico fissa il calendario
Di nuove regole per l'elezione del rettore non si è parlato, ma il senato accademico allargato si è nuovamente riunito per iniziare ad affrontare le tematiche che riguarderanno la modifica dello statuto. Statuto che sarà certamente aggiornato, ma che prima aprirà un dibattito, con un'attenta analisi delle proposte che saranno messe in campo. Per ora, nella seduta di mercoledì, l'argomento che più attira i curiosi, la modifica del tetto massimo di mandati da rettore, non è stato affrontato. Così come quella relativa ai presidi di facoltà, viste le prossime elezioni di giugno, che riguarderanno alcuni poli accademici (in particolare Medicina, Lettere, Ingegneria, Scienze Politiche). Sono in pochi i presidi ad avere raggiunto i tre mandati, e dunque a non poter più essere candidati, se non si varia lo statuto. Il meccanismo delle elezioni impiegherà poco a mettersi in moto: il decano organizzerà la seduta del Consiglio di facoltà, saranno poi formalizzate le candidature per poi arrivare alla votazione del Consiglio. L'argomento dell'elezione del rettore, è tornata di attualità dopo le dichiarazioni di Pasquale Mistretta, che si era detto pronto a una nuova candidatura, puntando così al suo sesto mandato. Mandato che scadrà nel 2006. È però necessaria una modifica dello statuto, che seguirebbe quella del 2003. Argomento come detto per ora non affrontato nella seduta di senato accademico allargato, ma che tornerà sul tavolo molto presto. In settimana, oltre al senato allargato, si è riunito anche il senato accademico ordinario, che ha ricevuto la comunicazione, da parte del rettore, del via libera per quei concorsi per ordinari, associati e ricercatori, rimasti bloccati per motivi burocratici. Il concorso per 129 nuovi docenti delle tre fasce era stato bandito dall'ateneo di Cagliari a dicembre. A gennaio erano stati pubblicati sulla gazzetta ufficiale circa cento posti, mentre gli altri erano rimasti impelagati nella ragnatela amministrativa. Ora anche i restanti posti saranno ufficializzati nella prossima pubblicazione della gazzetta, entro il 15 maggio. Di vero e proprio concorso, fatto di esami, se ne parlerà a ottobre, quando dovrebbero essere nominate le commissioni e si far sul serio. Nell'ultima seduta del senato accademico sono stati approvati inoltre quattro nuovi master, che andranno a integrare l'offerta formativa dell'ateneo cagliaritano. Questi gli indirizzi: Esperti di pubblica amministrazione in Sardegna (facoltà di Scienze Politiche, master di secondo livello), Linguistica, filologia e letteratura della Sardegna (Lingue, secondo livello), Civiltà urbane in Sardegna (Lettere e Filosofia, secondo livello), Governare multilivello (Giurisprudenza, primo livello). Rinviata al 2 maggio invece la seduta del consiglio di amministrazione in programma ieri. Un rinvio dettato dal lavoro che sta effettuando il nucleo di valutazione per la qualità metodologica dell'offerta didattica e formativa, presieduto dal professor Armando Buccellato, alle prese con scadenze amministrative e quindi urgenti rispetto agli argomenti del Cda dell'Università. Nessuna novità intanto per quanto riguarda l'istituzione delle tre nuove facoltà (Psicologia, Architettura e Biologia): le commissioni di valutazione sono ancora a lavoro. Nelle prossime settimane se ne saprà di più, e tra facoltà, statuto ed elezioni si prospetta un'estate calda per l'ateneo di Cagliari.
Matteo Vercelli
 
2 – L’UNIONE SARDA
Iglesias - pagina 27
Arriva il Cda, ora il Parco può partire
Tutto da fare. Dalle assunzioni al piano economico, continuando poi con l'avvio dei piani per le bonifiche ambientali e i progetti di recupero delle aree degradate. Il Parco Geominerario non può salpare ancora. La constatazione è arrivata ieri sera a Monte Agruxau alla fine della prima riunione del Consiglio di amministrazione, l'organismo che, presieduto dall'ex assessore Emilio Pani e composto da 15 consiglieri nominati dall'Amministrazione regionale, dai Comuni, Province e ministeri. «Abbiamo toccato con mano la totale inefficienza della presidenza e direzione? ha fatto sapere al termine dell'incontro Giampiero Pinna ex presidente dell'Ente minerario sardo e nella scorsa legislatura consigliere regionale ? sino a oggi non è stato speso neppure un centesimo dei soldi disponibili». Che in soldi vogliono dire decine di milioni di euro stanziati dallo Stato per far nascere la macchina burocratica e avviare il suo funzionamento. «La cosa più sconcertante ? ha aggiunto Pinna ? è che non sono stati fatti neppure i passaggi preliminari per far nascere il Parco. Il presidente e il direttore si sono fermati al decreto». Una posizione polemica, che salva però il direttivo «con cui si possono fare molte cose», annunciata anche qualche giorno fa e condivisa pure dalle organizzazioni sindacali. A prendere posizione è infatti l'ufficio per il lavoro della Cgil. «Mi chiedo se siamo davvero all'altezza di far nascere questo Parco e soprattutto di rispondere alle aspettative delle migliaia di disoccupati ? fa sapere Sergio Usai ? anche perché sino a oggi non ci risulta sia stato fatto nulla». Piccola premessa per lanciare un segnale più forte, direttamente al presidente dell'ente. «Chi non è in grado di far funzionare questa macchina faccia un passo indietro ? aggiunge -. Il nostro non è un insulto ma un giudizio politico giacché i disoccupati hanno bisogno di avere risposte subito». La prossima riunione del Consiglio di amministrazione, che prevede un gettone di presenza di 60 euro, è fissata per la prossima settimana. Questi i componenti del Cda. Giampiero Pinna, il giornalista Giacomo Mameli, l'ex sindaco di Arbus Giancarlo Pusceddu, l'ex sindaco Gadoni Nicola Rocca, i rappresentanti dei comuni: Dario Cinus (per il Sarrabus Gerrei), Maria Amisani (per l'Arburese Guspinese), Carlo Plaisant (Iglesias e Iglesiente), Marcello Ghiani (comuni del Sulcis), Giovanni Murru (Provincia di Oristano), Giuseppe Becciu (Provincia di Nuoro), Giovanni Serra (Provincia di Cagliari), Francesca Pulvirenti (nominata dal ministero dei Beni culturali), Egidio Boda (nominato dal ministero delle Attività produttive), Ivano Iai (nominato dal ministero dell'Istruione e università) e Aldo Cosentino direttore del ministero Ambiente ieri assente. (d.m.)
 
3 – L’UNIONE SARDA
Provincia di Sassari - pagina 39
Sassari Contro l'epidemia di blue tongue scendono in campo i professori
Per la battaglia alla blue tongue un coordinamento ad alto livello ha avviato un progetto di studio sull'influenza dei processi infettivi dell'agente responsabile della patologia delle pecore. Svolto in Sardegna, in situazione altamente sicura e controllata, lo studio viene seguito dalle università di Zurigo, Milano e Sassari, in collaborazione con l'Istituto zooprofilattico e gli ordini dei veterinari dell'isola. A coordinare i lavori sono Adriano Aguzzi, dell'università di Zurigo, ad un passo dal Nobel nello scorso anno, e Giorgio Poli, preside della facoltà veterinaria di Milano. «Il progetto va avanti da circa un anno - ha spiegato Giorgio Poli - e si spera di poterlo portare a termine fra qualche mese». Finalità della ricerca è l'eventuale influenza dei processi infettivi sul prione della blue tongue. In pratica si vuole sapere se altre patologie della pecora possano favorire il passaggio dell'agente della scrapie in organi diversi dal cervello dell'animale, con il conseguente pericolo anche per l'uomo. Sui problemi derivanti dal morbo della lingua blu, comunque, il professore Giorgio Poli non ha dubbi: «Dobbiamo chiarirci le idee a tutti i costi sulla blue tongue e su altre patologie - ha spiegato il luminare - ed avviarci alla creazione di una sorta di task force che si dedichi alla lotta a questo dramma». È solo il caso di ricordare lo scarso impegno politico, in questa battaglia: si pensi che allo stato attuale, per la vaccinazione con il vaccino spento sono pronti 260 mila dosi del siero tipo 2 e neppure una dose del tipo 4, che fra l'altro dovrebbe essere iniettato per primo. Di fronte, fra l'altro, ad oltre 4 milioni di pecore che attendono di essere trattate.
Giuseppe Florenzano

4 – L’UNIONE SARDA
Lettere & Opinioni - pagina 13
Senza relazioni non trova lavoro
In Sardegna non basta un curriculum
Sono una giovane professionista che, non avendo trovato lavoro nella propria città, ha scelto (a malincuore) di trasferirsi altrove. Non è bastato il percorso "laurea/master/sequenza-di-tirocini-gratis", che ora è una routine, per inserirmi nel mondo del lavoro cagliaritano. Ora è passato un po' di tempo, ho accumulato skillse vissuto interessanti esperienze personali e professionali: vorrei rientrare a Cagliari. So che il momento non è dei migliori, ma ci sarà pure una posizione vacante... Sono certa che qualcosa, comunque, si muova nella nostra città! Come si fa? Dove sto sbagliando nel dirigere le mie energie per cercare lavoro a Cagliari? Ho mandato una serie interminabile di candidature spontanee; ho risposto a decine e decine di annunci; ho fatto il giro delle agenzie interinali; passo due/tre ore al giorno su Internet per scovare nuove opportunità. Eppure il lavoro per me non salta fuori. Mi sono consultata con qualche amico. Mi è stato risposto che ho scelto canali troppo "formali"; che per trovare lavoro a Cagliari o in provincia la carta vincente è più una solida rete relazionale che un brillante curriculum vitae. E preciso che mi hanno parlato non di "accozzo" ma di "rete relazionale" ? che è ben diverso. Io sono lontana dalla mia città da un po' di tempo e, nonostante gli sforzi, non riesco a raggiungere il mio obiettivo.
Lettera firmata
 
Temo che i suoi amici abbiano ragione, gentile lettrice. Il "curriculum vitae" è un razionale strumento di preselezione, utilizzato nei paesi ad economia sviluppata. E, non a caso, nell'Italia centro-settentrionale. Non serve - o non basta - a Cagliari e, più in generale, in Sardegna. Perché nonostante le punte di eccellenza - dalle nuove tecnologie alla vinificazione - affondiamo i piedi nella premodernità. Nelle piccole aziende che passano di padre in figlio con gli stessi criteri di cent'anni fa, senza investire nell'innovazione o nella managerialità; che vivono o muoiono a seconda che ci sia un'amministrazione amica - al Comune, in Provincia o in Regione - non sono indispensabili le persone competenti, bensì quelle "di fiducia". Consideri la faccenda da un altro lato: nella marea di disoccupati, spesso con ottime credenziali, è umano scegliere chi offre una referenza di più. Non sto parlando dell'accozzo, ma delle conoscenze: anche i grandi gruppi, che altrove hanno gestioni più impersonali, a Cagliari (e non solo) si appoggiano a persone che abbiano, oltre alle capacità, la giusta rete di relazioni. Tutto ciò non è consolante. Ma credo che dalla sua attuale posizione (che mi chiede comprensibilmente di non rivelare) lei contempli proprio questo scenario. Ciò non significa che si debba arrendere: deve tenere duro, farsi strada e, quando potrà, contribuire a cambiare le regole del gioco. Trovare un impiego è sempre più facile per chi ne ha già uno. La rete di relazioni se la può creare attraverso il suo lavoro di oggi, moltiplicando le occasioni di contatto con l'esterno, anche con Cagliari: una persona capace non si scorda, neppure se la si è conosciuta come controparte. L'impegno nelle associazioni di categoria, la partecipazione a convegni e incontri (se si ha qualcosa da dire, e lei ce l'ha): anche questi sono modi per arricchire il proprio bagaglio e farsi conoscere. In bocca al lupo!
Daniela Pinna

5 – L’UNIONE SARDA
Ogliastra - pagina 35
ILBONO
Università a distanza, prosegue raccolta di firme
È stata prorogata al 30 aprile la raccolta di firme a sostegno della protesta del comitato di studenti della facolta di informatica di Ilbono. In un comunicato, inviato ai sindaci ogliastrini e ai presidi degli istituti superiori, il comitato studentesco promotore dell'iniziativa lamenta la scarsa considerazione delle istituzioni sulla vertenza che li vede coinvolti da diverse settimane e invita studenti e amministratori a promuovere la raccolta di firme per ottenere la massima visibilità. A breve sarà quindi possibile firmare in tutti i Comuni e le scuole superiori d'Ogliastra. «Chiediamo una firma in primo luogo per il mantenimento dei servizi essenziali, primo fra tutti l'istruzione» si legge nella nota. Le radici della protesta degli studenti di Ilbono sono da cercare in una decisione del Senato accademico dell'Università di Cagliari che non consente agli studenti di frequentare il terzo anno di corso in teleconferenza, obbligandoli a trasferirsi nel capoluogo. Una decisione che prelude alla chiusura, secondo gli studenti, motivata dall'Università in base a considerazioni a carattere didattico, ma che in realtà nasconderebbe la volontà dell'Ateneo di disinteressarsi progressivamente delle sedi periferiche, complici i recentissimi tagli ai finanziamenti. L'iniziativa era stata avviata il 10 marzo per sensibilizzare opinione pubblica, amministratori e istituzioni sull'importanza del polo di Ilbono e sulla necessità di scongiurarne il declino. A sostegno dell'iniziativa si sono schierate diversi Comuni, primo fra tutti quello di Elini, da diversi anni fiore all'occhiello della formazione a distanza in Ogliastra, con tre facoltà e progetti ambiziosi per il futuro, ma anche di Ilbono, Gairo e Lanusei.
Simone Loi
 

6 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 3 - Nuoro
Il PRIMARIO 
«Noi come i maggiori centri europei» 
NUORO. «In Sardegna abbiamo un know-how pari a quello dei maggiori centri europei. All’ospedale San Francesco operiamo con la chirurgia miniinvasiva tutti gli organi addominali: le colecistectomie sono gli interventi più semplici, ma, per fare qualche esempio, interveniamo su stomaco, pancreas, esofago, ghiandole surrenali ecc. Applicano questa tecnica anche il ginecologo e l’urologo ma direi che in tutto il blocco operatorio c’è attenzione per la chirurgia mininvasiva».
Franco Badessi, originario di Arborea ma algherese di adozione, è al San Francesco di Nuoro da diversi anni. Ha apprese la chirurgia mini invasiva nell’equipe di Paolo Manca. Ora è lui in Sardegna uno dei massimi interpreti di questa tecnica che applica e diffonde in collaborazione con l’istituto di clinica chirurgica dell’Università di Sassari diretta da Giuseppe Dettori.
- Dottor Badessi, la chirurgia mininvasiva cancellerà quella tradizionale a cielo aperto?
«No, è un’altra metodica che, a questo punto, ha vent’anni di vita. Non c’è contrasto. All’inizio è stata accolta con dubbi sulla sua applicabilità ed efficacia. È stato giusto verificare se avesse punti deboli. Ma a questo punto sono stati completamente sfatati».
- È sempre applicabile?
«Purtroppo no. Non è applicabile ai cardiopatici, in caso di insufficienze respiratorie gravi, di aderenze da interventi precedenti, nell’emergenza. Per questo devono essere presenti entrambe le chirurgie. Quella mininvasiva comunque è in continua evoluzione».
- Qual è la situazione in Sardegna e a Nuoro?
«La nostra è una tra le regioni italiane dove la metodica è più sviluppata. A Nuoro ormai gli interventi sono migliaia. In media, sono 5-600 all’anno: un’operazione su due viene eseguita con tecnica mini invasiva».
- Quali sono i vantaggi per il paziente?
«Faccio un esempio, l’operazione al colon: 4 o 5 giorni in corsia e si va a casa. Con l’operazione tradizionale il ricovero era di dieci giorni. Per certi interventi, prima era necessario uno squarcio, oggi bastano pochi piccoli buchi».
- E i costi?
«Il costo delle attrezzature è superiore. Ma se si pensa alla degenza dimezzata e alla ripresa dell’attività lavorativa del paziente, i costi complessivi per la collettività sono molto più bassi»
 
7 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 8 - Cagliari
SOCIETÀ
I corsi dell’Unicef 
L’era dell’etnopediatria 
Assistenza e infanzia nel mondo globalizzato 
CARBONIA. L’etnopediatria (letteralmente: pediatria che tenga conto delle differenze culturali fra i diversi popoli del mondo) è una disciplina destinata ad assumere un ruolo fondamentale nel mondo “globalizzato” e nelle politiche di riassetto dello stato sociale dei paesi del nord ricco e sviluppato. La penultima lezione del Corso universitario “Educare allo sviluppo”, organizzato dall’Unicef e dal 1º circolo didattico, in particolare dalla docente Loredana Gheza, referente cittadino dell’Unicef, ha quindi rappresentato una ghiotta occasione per conoscerne più da vicino le tematiche e i problemi che l’approccio ad esse comporta. “Etnopediatria, infanzia tra due mondi: un approccio metodologico assistenziale”, era infatti il tema dell’appuntamento di sabato scorso, nell’aula magna dell’Ipia, patrocinato dall’assessorato comunale alla Pubblica istruzione: a parlarne il pediatra Carlo Pintor, docente dell’ateneo cagliaritano e direttore di un centro di ricerca e monitoraggio sulla situazione dell’infanzia in Sardegna. Alla base dell’etnopediatria, quasi superfluo dirlo, il dialogo fra i popoli e le culture: un rapporto che soffre, da una parte, dell’assenza di comunicazione fra le due principali agenzie educative della società, vale a dire la famiglia e la scuola, dall’altra dell’incapacità delle società sviluppate, al di là delle ovvietà del “politically correct”, di accettare la diversità, nella duplice direzione dell’intolleranza e della tolleranza acritica. Un dato di fatto che, ha detto il docente, si evidenzia non solo nel rapporto interetnico ma anche nell’atteggiamento nei confronti dei disabili. Tra i diritti del bambino, fondamentale è quello alla salute, senza la quale ogni altro diritto è nei fatti negato: per questo il direttore del corso ha scritto un opuscolo dal titolo “Diario di Sara”, rivolto ad un pubblico per lo più adolescente, nel quale vengono spiegati in un linguaggio facilmente accessibile e arricchito da immagini e disegni, gli articoli più importanti della Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia, che è stato distribuito ai corsisti, per lo più studenti universitari. I problemi sanitari più diffusi sono quelli dell’infibulazione e della circoncisione, della tubercolosi, delle malattie a trasmissione sessuale ed infettive in genere. Così la tutela e capillarizzazione delle norme igieniche, l’erogazione di servizi sociali ancora più efficienti, diventano obiettivo primario per la salvaguardia della salute. Le agenzie famiglia-scuola-pediatria, hanno il compito di dialogare e trovare insieme modi di agire per la garanzia di questi diritti.
Giovanni Di Pasquale
 
8 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 9 - Sardegna
Sindaci e docenti di tredici Paesi presentano nuovi progetti 
Castelsardo ospita per tre giorni la conferenza delle città del Mediterraneo 
CASTELSARDO. Per tre giorni Castelsardo sarà la capitale delle città storiche mediterranee. La Sala XI del Castello dei Doria ospiterà infatti i lavori della “Conference permanente des villes historiques de la Mediterranée”. Alla riunione partecipano sindaci e docenti delle università appartenenti alla Conferenza, fra gli altri: Betlemme (Palestina), Byblos (Libano), Réthymnon (Creta), Lorca (Spagna), e rappresentanti delle Università Birzeit (Palestina), Bari, La Sapienza (Roma), Valencia (Spagna), Torino, IUAV (Venezia), Malta e Sorbonne (Parigi).
La giornata clou si avrà domani mattina, nella sala XI del castello dei Doria, alle ore 9,30 dove sarà presentato il piano regolatore di Betlemme, donato dalla Conferenza Permanente e dalla Regione Lazio alla città palestinese, che lo ha recentemente adottato. A presentarlo sarà il coordinatore dell’equipe internazionale che lo ha elaborato, Mario Docci dell’Università La Sapienza di Roma, che illustrerà come il muro innalzato di recente fra Israele e Cisgiordania, andrà ad incidere sulle scelte di pianificazione adottate.
Tredici i paesi del Mediterraneo che fanno parte della Conferenza delle città storiche, costituita nel 1998, in seguito ad un seminario che si era svolto ad Alghero due anni prima. Per l’Italia, oltre a Castelsardo, le città associate sono: Alghero, Bosa, Anagni, Gallipoli, Mondovì, Sant’Agata dei Goti e Valmontone. La segreteria è curata dall’Isprom, l’Istituto di studi e programmi per il Mediterraneo, mentre la presidenza dell’assemblea è affidata al sindaco di Betlemme e quella della commissione al sindaco di Lorca (Spagna). Nel corso dei lavori verranno affrontate le tematiche relative alle future iniziative da intraprendere su nuovi progetti euromediterranei nel campo della comunicazione e della salvaguardia dei saperi locali.
 
9 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 20 - Sassari
Le novità su epatite e cirrosi 
SASSARI. Si è concluso nei giorni scorsi ad Alghero un corso di aggiornamento sulla cirrosi epatica. È stato presentato uno studio realizzato in Italia sulla terapia dell’epatite C. La cirrosi epatica e le sue problematiche cliniche, invece, sono state al centro di un corso di aggiornamento per medici ed infermieri, che le unità operative di medicina 2 e di chirurgia d’urgenza dell’ospedale civile di Sassari hanno organizzato nei giorni scorsi presso l’hotel Carlos V di Alghero. Si tratta di una malattia che costituisce nelle classi di età tra 25 e 44 anni la prima causa di morte e tra le 5 principali malattie di rilevanza sociale. In considerazione dell’incidenza della malattia e dell’importanza dell’argomento, hanno partecipato al corso oltre 240 operatori sanitari provenienti da tutte le aziende sanitarie della Sardegna. Nel pomeriggio del 7 aprile, a conclusione del corso riservato agli infermieri dal titolo “Il Nursing nella cirrosi epatica: dall’assistenza alla relazione d’aiuto”, e che ha visto la partecipazione in qualità di relatori i medici dell’Asl sassarese, è stato presentato uno studio nazionale sulla terapia dell’epatite C. Il professor Mario Angelico, direttore dell’unità operativa di epatologia dell’università Tor Vergata di Roma e coordinatore dello studio Smiec II (studio multicentrico italiano sull’epatite c), ha presentato i dati definitivi della ricerca che ha coinvolto ben 11 centri epatologici italiani di cui tre sardi: medicina 2 ospedale civile Sassari, ospedale Brotzu e policlinico universitario di Cagliari. Lo studio ha messo a confronto diversi schemi di terapia antivirale dell’epatite C cronica e ha individuato un’associazione di farmaci particolarmente efficace nei pazienti cosiddetti difficili, in quelli in cui la malattia è in fase avanzata e più resistente alla terapia convenzionale. Attraverso lo studio si è evidenziato che tale associazione di farmaci ha consentito di incrementare il successo della risposta antivirale proprio sui malati più difficili, passando da un modesto 9 per cento ad un 39 per cento. Un risultato di grande interesse, anche pratico, se si considera il fatto che una tale risposta arriva proprio dalla categoria di pazienti che maggiormente necessitano di un trattamento efficace ma che, finora, sono stati quelli che meno hanno risposto agli schemi di terapia standard. La giornata dell’8 aprile invece è stata dedicata al corso di aggiornamento sulle complicanze della cirrosi. Diviso in tre sessioni, il corso è stato l’occasione per mettere a confronto le esperienza dei medici e dei professori universitari degli ospedali sassaresi e cagliaritani, su complicanze della cirrosi, infezioni batteriche, emorragie, encefalopatia portosistemica, carcinoma epatocellulare, trapianti di fegato e gestione intra ed extraospedaliera della cirrosi.
 
10 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 20 - Sassari
ARCHITETTURA 
La città? La governo grazie a un portale 
SASSARI. Il 20 Aprile, alle 18,30, nei locali dell’ex Orfanotrofio, in via Principe Umberto ad Alghero, si terrà la conferenza dal titolo «Un portale per il governo della città: la nascita e lo sviluppo di eddyburg.it». L’iniziativa è organizzata e promossa dalla facoltà di Architettura. Partecipa ai lavori l’urbanista Edoardo Salzano. Esplorare, selezionare, ordinare, condividere ciò che piace: questa l’intenzione che ha spinto Edoardo Salzano a costruire, giorno per giorno, un sito sempre più frequentato: un giornale e un archivio di materiali sulla città, l’urbanistica, la pianificazione, la politica, la società. Urbanista, nato a Napoli nel 1930 e laureato in ingegneria civile edile a Roma, è stato professore ordinario di urbanistica del Dipartimento di pianificazione dell’Università Iuav di Venezia.
 
11 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 21 - Sassari
TRASPORTO AEREO
Un convegno a Villa Mimosa
“Trasporto aereo e tutela del passeggero nella prospettiva europea” è il titolo di un convegno, organizzato dalle facoltà di Giurisprudenza e di Economia, dal Dipartimento di Scienze giuridiche e dalla facoltà di Giurisprudenza dell’università di Teramo (insieme al Dottorato di ricerca in diritto ed economia dei sistemi produttivi dell’ateneo turritano), che si svolge da questo pomeriggio dalle 16 e domani dalle 10 a Villa Mimosa. Fra i tanti ospiti il presidente di Air One Carlo Toto e Antonio Attili, considerato il padre della legge sulla continuità territoriale ed attuale consigliere di amministrazione dell’Enac. (f.f.)
 
12 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 21 - Sassari
Chichimeca
Questa sera alle ore ore 18.30 nell’aula magna della facoltà di Lettere i Chichimeca presentano il loro nuovo mini album “Luce-Nur”. La performance live del gruppo introdurrà un dibattito su: “L’ombelico dell’Universo”. Nella serata sarà proiettato un documentario, girato da Claudia Crabuzza fra novembre 2004 e gennaio 2005, della durata di circa 20 minuti. A commentare il video saranno le parole del messicano Alfonso Perez, studioso di spiritualità e di medicina naturale e della storia e cultura delle popolazioni preispaniche. Alfonso Perez conosce e pratica i saperi antichi che le popolazioni indigene si tramandano da secoli oralmente, quei valori e quelle credenze che hanno saputo nascondersi e salvarsi dai conquistatori europei e dai loro evangelizzatori.
 
13 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 15 - Fatto del giorno
La ricerca vista come motore dello sviluppo 
Il sapere è della stessa natura della libertà, insegna Amartya Sen, ed è condizione irrinunciabile dello sviluppo, poiché ne misura la qualità e la sostenibilità sociale ed umana. Dunque, il sapere funziona come mezzo per lo sviluppo. Inoltre, corrispondono a verità l’idea che il sapere sia l’elemento decisivo per la competitività economica dell’impresa, e l’affermazione che la ricerca rappresenti il volano per lo sviluppo socio-economico di un territorio. Tuttavia, se il sapere è vissuto soltanto in funzione dell’ottenimento di risultati economici immediati, non sempre favorisce una reale e duratura progressione dello sviluppo. La nuova Provincia di Sassari, seppure ridimensionata in territorio e in popolazione, ha tante risorse di cui è auspicabile la massima valorizzazione con intelligenza e lungimiranza. Una risorsa particolare, peculiare della provincia di Sassari rispetto a quelle contigue, è rappresentata dall’Università e dal mondo (particolarmente quello giovanile) che ruota attorno ad essa. L’Università, per i suoi compiti istituzionali di ricerca e formazione, nonché di assistenza sanitaria, è il luogo privilegiato dove il sapere e la ricerca possono trovare quel contesto di libertà, creatività e innovazione che sono fondamentali affinché la loro attuazione possa da un lato favorire lo sviluppo economico e dall’altro aumentare la tolleranza e l’apertura verso l’esterno della società. L’Università rappresenta il fulcro attorno al quale si muove la vita di migliaia giovani sassaresi e giovani provenienti dal centro e dal nord della Sardegna, che nell’Università si formano e che spendono in questa città il fiore dei loro anni e non solo. Per questo motivo l’Università deve rappresentare il riferi-
mento culturale per l’attuazione delle politiche del prossimo futuro. Questo è un presupposto di unanime interesse, dal quale Università, Comune e Provincia (col concorso delle imprese e dei privati cittadini) devono partire, stabilendo innanzitutto un patto di reciproca fiducia e responsabilità. A questo deve far seguito una politica seria di promozione della ricerca e della formazione. L’Università, d’altro canto, ha il dovere di utilizzare al meglio le proprie potenzialità, allo scopo di attivare un circuito virtuoso che privilegi lo sviluppo. Da questo punto di vista l’Università rappresenta il crocevia fra il territorio e il resto del mondo. E’ il tramite attraverso cui il territorio riesce a stare in rete con il sapere. Discutere dell’Università come patrimonio dei cittadini diventa allora semplicemente superfluo, ancor più se essa è capace di reclutare al suo interno coloro che, mostrando di esser capaci di saper leggere dentro tradizioni e saperi, ne fanno strumento decisivo di mediazione. Se da un lato è necessario adeguare il ruolo svolto dall’Università alla possibile ricaduta del suo operato sullo sviluppo del territorio, dall’altro deve essere adeguato il livello dell’offerta organizzativo-strutturale.
La realizzazione di questo progetto non può prescindere dal lavoro coordinato di Università, Comune e Provincia di Sassari, centri di ricerca, imprese, sistema creditizio. Questi dovrebbero agire di concerto nell’ambito di un nuovo patto sociale che si propone di potenziare la crescita del sapere, della ricerca e dell’ Alta Formazione, viste come mezzo per tenere insieme le ragioni della competitività. Il potere politico e le imprese hanno il compito di programmare, cioè di indicare gli obiettivi e di assumersi sino in fondo la responsabilità di fare anche i trasferimenti finanziari adeguati. Il perseguimento degli obiettivi, è invece compito dei ricercatori, sulla base di un rapporto serio e condiviso con la comunità scientifica. In altri termini, la programmazione indica cosa bisogna fare, il come è assolutamente affidato all’autonomia delle Università e degli Enti di ricerca, che, per perseguire il programma, devono muoversi con la libertà necessaria per cogliere le opportunità loro concesse. In questo contesto, l’autonomia dell’Università non deve apparire auto referenziale, ma va intesa come una risorsa capace di operare su sistemi di incentivi reali a disposizione dello sviluppo del territorio. La politica dovrà proporre programmi di sviluppo a medio e lungo termine di alto profilo. Sarà premiata la coalizione che saprà interpretare questa esigenza. I ricercatori sono pronti.
Eusebio Tolu
Presidente Commissione ricerca Università di Sassari
 
14 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 45 - Cultura e Spettacoli
Caso Sardegna, le città e i consumi 
Dibattito tra studiosi, giornalisti e operatori del settore turistico 
Martedì 19 a Sassari, nell’aula magna dell’università, il convegno del Centro di studi urbani 
SASSARI. Martedì 19 (e non oggi, come erroneamente annunciato ieri), alle 16 nell’aula magna dell’università, si terrà un seminario di studi sul tema «I protagonisti del consumo e le trasformazioni del territorio, quali regole del gioco?», a cura del Centro di studi urbani istituito di recente all’interno del Dipartimento di Economia, istituzioni Introdurrà i lavori Antonietta Mazzette, docente di Sociologia urbana a Sassari. I relatori saranno: Mirilia Bonnes (docente di Psicologia ambientale a Roma), Alfredo Mela (docente di Sociologia urbana a Torino), Alessia Maccaferri (giornalista del «Sole 24 Ore»), Renzo Persico (presidente del Consorzio Costa Smeralda), Manuela Rafaiani (responsabile delle relazioni istituzionali della Colony Capital Italia di Barrack), Edoardo Salzano (docente di Urbanistica a Venezia). Le conclusioni saranno affidate a Patrizia Patrizi, docente di Psicologia sociale a Sassari. Presiederà Giandomenico Amendola, docente di Sociologia urbana a Firenze.
Il seminario è l’occasione per presentare sia le finalità del Centro di studi urbani sia i primi risultati della ricerca su «I centri del consumo come modalità di organizzazione sociale del territorio e come fattore di mutamento del paesaggio: il caso della Sardegna» (responsabile Antonietta Mazzette), parte della ricerca nazionale su «Le trasformazioni del consumo e del commercio e i loro effetti sull’organizzazione degli spazi e sulle architetture della città e delle aree metropolitane italiane» coordinata da Giandomenico Amendola.
Il Centro di studi urbani ha come obiettivo prioritario l’attività di ricerca «applicata», finalizzata alla conoscenza ed alla riflessione sui mutamenti delle realtà urbane, con riferimento ai temi sociali, psicologici, urbanistici, economici, di marketing urbano e delle relazioni tra cittadini ed istituzioni. La necessità di indagare le complesse relazioni tra urbs (il territorio concreto, la città di pietra) e civitas (le pratiche delle comunità che determinano i mutamenti spaziali) si pone in modo continuo, anche sollevando conflitti, e spesso resta senza adeguate indagini.
Il Centro intende offrire, anche attraverso la stipula di convenzioni e di protocolli di intesa, prodotti conoscitivi di supporto alle politiche urbane, alle decisioni di soggetti pubblici e privati e di soggetti istituzionali che operano in realtà urbane, sia di grandi che di piccole dimensioni, alle associazioni di categoria e sindacali che costituiscono una specificità delle forme di insediamento territoriale. Le aree di intervento, in termini generali, sono: gli effetti della globalizzazione sulle società locali; gli strumenti della pianificazione e di governo delle risorse territoriali; le nuove e le vecchie centralità urbane; i processi di cambiamento organizzativo e istituzionale; la costruzione di indicatori di qualità di vita; la valutazione di impatto di opere e interventi urbanistici. In termini particolari: le forme di agire sociale verso l’ambiente; i parchi in ambiti insulari; il turismo come fenomeno locale e globale; le forme di esclusione e inclusione sociale in ambiti urbani; i centri storici e i processi di rivitalizzazione; i mutamenti urbani e le vulnerabilità individuali e territoriali; la sicurezza dei cittadini; il consumo come fattore di mutamento del paesaggio; la criminalità e gli effetti sul territorio; le politiche giudiziarie e penitenziarie; le condizioni di disagio e di rischio psico-sociale; i soggetti, le azioni e le strategie della prevenzione.
 

15 – IL CORRIERE DELLA SERA
Studenti, boom di abbandoni
Partono i corsi di formazione
Milano. Ragazzi che abbandonano la scuola. Lasciano i banchi delle superiori attratti dal miraggio di un lavoro facile. Che permetta loro di guadagnare subito. Salvo poi scoprire che l’assunzione a tempo indeterminato è un miraggio. E che il futuro riserverà loro solo opportunità di scarso livello professionale. A Milano e in Lombardia i giovani in queste condizioni sono sempre più numerosi. I dati sono stati presentati ieri dall’assessorato al Lavoro del Comune di Milano. In provincia i ragazzi che hanno abbandonato la scuola superiore sono passati dai 3.588 dell’anno scolastico 2002-2003 ai 3.800 del 2003-2004. Un’impennata si è registrata anche in regione: dagli 8.194 casi del 2002-2003 ai 9.420 casi del 2003-2004, più 15 per cento. Durante il primo anno delle superiori il tasso di abbandono si attesta sul 5 per cento. Dal secondo al quarto scende al 3,2 per cento. Il quinto anno l’emorragia è contenuta allo 0,8 per cento degli studenti.
Per affrontare il problema il Comune aveva messo a punto un’iniziativa tre anni fa, quando ancora la situazione degli abbandoni era sotto controllo. Si tratta del progetto Insieme, realizzato in collaborazione con cinque istituti superiori, l’università Milano Bicocca, alcuni centri di formazione professionale e istituti di ricerca (Enaip, Fantanet, fondazione San Carlo, Ial, Irecoop, istituto Iard, Ceref, Centro lavoro Cisl, Satef).
In pratica, gli studenti che si apprestavano ad abbandonare sono stati intercettati dalla scuola. Hanno quindi seguito un percorso di analisi delle competenze e, successivamente, di formazione. In tutto 354 giovani sono stati coinvolti da una prima fase di colloquio. Di questi, 120 ragazzi hanno compilato un bilancio di competenze sotto la guida di un esperto. Per finire, 45 ragazzi hanno seguito corsi di formazione per uno dei seguenti profili: impiegato addetto a paghe e contributi, organizzatore di eventi, caporeparto della grande distribuzione. I corsi prevedevano 200 ore di lezione. Attualmente i ragazzi stanno svolgendo uno stage in azienda. Un’esperienza che per cinque di loro ha già portato all’assunzione.
Il prossimo passo sarà coinvolgere il maggior numero possibile di scuole e, quindi, di giovani. A oggi, infatti, la sperimentazione ha riguardato solo l’istituto tecnico commerciale Schiapparelli-Gramsci, l’istituto superiore Sraffa-Luxemburg, il liceo classico-scientifico Casiraghi di Cinisello Balsamo, il liceo scientifico Bottoni e gli istituti professionali commerciali Oriani-Mazzini e Frisi. «L’obiettivo è utilizzare in maniera estesa questa esperienza - dice l’assessore al Lavoro del Comune, Carlo Magri -. Da settembre potremmo offrire questa opportunità a tutte le scuole superiori di Quarto Oggiaro. Abbiamo già un accordo con la direzione scolastica regionale».
Il progetto Insieme è stato finanziato dalla regione con 990 mila euro, poco meno di due miliardi di vecchie lire. Una cifra consistente per 45 corsi di formazione. «Il fatto è che l’iniziativa non si esaurisce con i corsi - obietta l’assessore al Lavoro -. Dietro, c’è un lungo lavoro di codifica della competenze».
Ri. Que.
 
17 – IL CORRIERE DELLA SERA
LAUREA AD HONOREM
Montezemolo: nessun cinese potrà copiarci
Milano - «Siamo eredi di Leonardo, Michelangelo, Raffaello. Siamo la riconosciuta fabbrica dell’arte, della cultura, del bello. Nessun cinese potrà mai appropriarsi dei nostri marchi italiani, né copiarci Capri e Pompei». Ieri, nella sua lectio in occasione della cerimonia in cui gli è stata conferita la laurea ad honorem in Disegno industriale al Politecnico di Milano, il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo ( nella foto ) si è definito un appassionato del design italiano che «è l’essenza dell’Italia nel mondo». Laurea ad honorem ma anche contestazioni ai cancelli del campus da parte degli operai dell’Alfa Romeo di Arese
 

18 – IL MESSAGGERO
Inglese, l’università comincia alle superiori
L’esame vale per la laurea: sarà convalidato all’iscrizione a Ingegneria, Statistica o Scienze
Domani e lunedì 1.400 studenti dei licei affrontano la stessa prova di lingue che viene proposta a chi già frequenta la Sapienza
 Per diventare matricole a tutti gli effetti dovranno attendere ancora qualche mese: prima c'è da affrontare l'esame di maturità e solo dopo verrà il momento dell'iscrizione nella facoltà prescelta. Eppure 700 studenti delle scuole superiori di Roma (più altri 700 provenienti dal resto del Lazio) si sentono già pronti per il grande salto: l'idea di affrontare una prova d'esame all'università non li spaventa affatto.
Per questo hanno aderito con entusiasmo ad un'originale iniziativa di orientamento promossa dalla Sapienza. Tra domani e lunedì in 1.400 varcheranno la soglia del primo ateneo, diretti nelle aule della facoltà di Matematica. Qui, divisi per gruppi, affronteranno il loro primo esame universitario, con un anno di anticipo e con tanto di voto finale in trentesimi. Un'opportunità che l'ateneo concede ai ragazzi delle superiori per aiutarli a capire da vicino come funziona l'università. La materia con cui gli studenti dovranno cimentarsi è l'inglese: per superare la prova sarà necessario dimostrare di avere buone conoscenze grammaticali e capacità di comprensione dei testi. «I ragazzi dovranno rispondere a trenta domande a risposta chiusa - spiega il professor Giovanni Luciani, docente di lingua inglese della facoltà di Matematica e organizzatore dell'iniziativa -. I test che proporremo loro sono identici a quelli che facciamo fare agli studenti dei nostri corsi scientifici ogni anno».
I primi ad essere messi alla prova saranno i ragazzi romani: l'appuntamento per loro è domani alle 16 nelle aule di Matematica. Lunedì sarà la volta degli altri studenti del Lazio. I 700 alunni capitolini provengono da 56 scuole diverse sparse su tutto il territorio romano. «Per due anni abbiamo fatto la prova in modo sperimentale ed erano le scuole a segnalarci i ragazzi. Questa volta gli studenti si sono iscritti da soli sul nostro sito - spiega il professor Luciani - e l'adesione è stata massiccia».
Tutto è pronto per il grande giorno, dunque. Le schede con le domande sono già in attesa di essere distribuite agli studenti che avranno un'ora e mezzo di tempo per rispondere ai trenta quesiti. Chi lo vorrà fino al momento dell'esame potrà esercitarsi con i test disponibili sul sito dell'ateneo. Una volta svolta la prova, ci vorranno circa sette giorni per conoscere i risultati che saranno messi in rete. Per essere promossi serve almeno un 18. Chi avrà superato l'esame l'anno prossimo, al momento dell'iscrizione, potrà convalidarlo in segreteria. A patto di iscriversi ad Ingegneria, Statistica o Scienze Matematiche Fisiche e naturali, le sole facoltà che considerano valido il test.
Alessandra Migliozzi
 
19 – IL MESSAGGERO
«I numeri fanno sempre paura:
le facoltà scientifiche in crisi, anche se danno lavoro»
Maledetta matematica, che proprio non entra in testa agli italiani. I numeri fanno paura, spesso ribrezzo, già da bambini, passano gli anni e il rapporto con equazioni e divisioni può solo peggiorare. Non attirano le facoltà scientifiche, tant’è che l’anno scorso molte università italiane hanno invogliato gli studenti a iscriversi promettendo il rimborso delle tasse universitarie. «E’ vero c’è una grande crisi che riguarda le materie scientifiche - spiega Marisa D’Alessio, professore ordinario di psicologia ed ecologia dello sviluppo ed ex delegata all’orientamento della Sapienza - le nostre facoltà sono vuote, tant’è che all’ex rettore D’Ascenzo proposi di attirare gli studenti stranieri».
La beffa è che sono le facoltà scientifiche quelle che ad oggi garantiscono un più facile inserimento lavorativo (non a caso le facoltà di economia e ingegneria della Sapienza organizzano proficui incontri con le aziende). Niente da fare, però. «Nessuno si iscrive nei campi produttivi - ancora la D’Alessio - tutti continuano a riversarsi nelle stesse facoltà. Forse la colpa di questo terrore per la matematica - sempre che qualcuno prima o poi voglia affrontare il problema - è anche dei professori che, via via dalle elementari, non riescono a far amare numeri e formule, anzi fanno scappare tutti».
A parte il problema delle facoltà scientifiche, la campagna acquisti degli studenti negli ultimi anni ha coinvolto sempre più tutte le facoltà. A Medicina (dove tanti studenti vogliono iscriversi) e a farmacia per i ragazzi del quinto anno delle superiori si organizzano corsi on line durante tutto l’anno e nel mese di agosto la Sapienza apre loro le porte con lezioni ad hoc». Visite alle facoltà e lezioni simulate si svolgono anche a Scienze della comunicazione, mentre a Lettere e Scienze politiche si tengono dei laboratori specifici per colmare carenze ma anche insegnare già alcune regole della scrittura; mentoring e tutor sono presenti in alcune facoltà come Scienze della formazione e Giurisprudenza. E si sta lavorando a un progetto per presentare le parti piacevoli di alcune materie, specie scientifiche.
«Noi della facoltà di Psicologia organizziamo anche dei gruppi per aiutare i ragazzi e le famiglie, e laddove ci sono contrasti o confusione, a scegliere il percorso giusto. In pratica facciamo terapia di gruppo, prendiamo di mira anche chi è troppo sicuro: chi ripete sin da piccolo che vuol fare un certo mestiere». Visite nelle scuole da parte degli stessi universitari sono già in atto, «orientano le future matricole», anche alcune aziende cominciano ad offrire stage ai ragazzi delle superiori, specie quelle legate al commercio.
Raffaella Troili

Questionnaire and social

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