Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 April 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’UNIONE SARDA
Nuoro e Marghine - pagina 37
Studenti a scuola di impresa
Lezioni a contatto con Università e Assindustria
Macomer. Presentato ieri al Tecnico il corso Ifts aperto a venti allievi
Coniugare conoscenza teorica e cultura dell'impresa, studio e pratica del lavoro. Con questo spirito l'Istituto Tecnico commerciale di Macomer, la facoltà di Scienze politiche di Cagliari, l'Associazione industriali della provincia di Nuoro e l'Ente scuola edile nuorese hanno ideato il corso Ifts (di formazione tecnica superiore) per l'amministrazione economico-finanziaria e la gestione delle piccole e medie imprese. Il corso, che si terrà all'Itc di Macomer, è destinato a venti allievi che acquisiranno competenze nella gestione delle imprese alternandosi fra lezioni frontali sulle specifiche materie di studio e percorsi mirati alla messa in pratica delle competenze acquisite. Attraverso la conoscenza del tessuto produttivo del territorio e 480 ore di stage finale, il corso punterà a colmare il gap che spesso si realizza fra il mondo della formazione e quello del lavoro. A garantire la riuscita dell'esperienza, anche la partnership della coop sociale Lariso di Nuoro che, da anni impegnata in progetti analoghi, partecipa al comitato scientifico che ha costruito e monitorerà i risultati ottenuti. Il responsabile dell'università, il professor Giuseppe Puggioni, durante la presentazione dell'iniziativa avvenuta, ha sostenuto l'importanza di queste esperienze formative: «La partecipazione ai percorsi Ifts, per il livello qualitativo della proposta formativa, consente di acquisire crediti per chi voglia proseguire nello studio universitario. È inoltre uno strumento che consente ai partecipanti di sperimentare immediatamente nel mondo del lavoro le competenze acquisite». Per Andrea Fiori, della Lariso e coordinatore didattico del progetto, «il corso ha lo scopo di far acquisire strumenti che mettano gli allievi in condizione di proporsi al mondo delle imprese con un'autonoma professionalità capace di essere spesa in un mercato del lavoro attento a questi nuovi percorsi formativi. Non è un caso che, partner dell'esperienza, sia anche l'Associazione industriali della provincia di Nuoro che, oltre a garantire la propria presenza nel comitato scientifico, sarà riferimento per l'individuazione delle imprese in cui realizzare lo stage di fine corso». La figura professionale che uscirà dal progetto, sarà quella di un esperto capace di relazionarsi col management aziendale assicurando un supporto tecnico per lo sviluppo strategico dell'azienda e la sua gestione economico-finanziaria. Il percorso formativo dei singoli allievi sarà personalizzato e potrà rafforzarsi nelle aree della contabilità d'impresa, della sua organizzazione e della gestione commerciale. «Oltre al monitoraggio interno ? ha sottolineato Raffaele Franzese, preside dell'Itc e direttore del corso - terremo viva l'attenzione degli organi di informazione per pubblicizzare i risultati ottenuti dal progetto e confrontare la ricaduta che il percorso formativo avrà sul territorio e sulla sua economia».
Luca Contini
 
2 – L’UNIONE SARDA
Spettacoli e Società - pagina 46
Cerimonia per il Blasco: dottore honoris causa
Vasco Rossi sarà dottore: a decidere di conferirgli la laurea honoris causa è stata la Iulm. Lo ha annunciato il rettore della Libera università di Lingue e Comunicazione, Giovanni Puglisi. Fondata nel 1968 a Milano, come primo e unico ateneo italiano dedicato alla comunicazione in tutti gli ambiti di applicazione, la Iulm conta circa novemila studenti. Blasco (nella foto) diventerà dottore in Scienze della comunicazione: la cerimonia è fissata, impegni della star permettendo, per il 12 maggio.
 
3 – L’UNIONE SARDA
Nuoro e Provincia - pagina 33
Allarme del presidente del Consorzio
«Cagliari ci scippa il corso specialistico»
Vorrebbe definirlo uno scippo, un nuovo schiaffo alle zone interne, un'ennesima riprova della vocazione centralista dei due grandi poli universitari sardi. Ma Bachisio Porru, presidente del Consorzio universitario di Nuoro, evita le dichiarazioni di guerra e riesce (a stento) a contenere la sua rabbia, facendola passare per «voglia di confronto, costruttivo e non distruttivo». Il nodo del contendere si ingarbuglia con ciclica frequenza: in ballo non ci sono solo di corsi di laurea specialistica, nuovi indirizzi, risorse e organizzazione. In gioco c'è la più grande e complessa questione dei rapporti con gli Atenei che, attraverso i loro corsi di laurea gemmati, hanno fatto nascere i consorzi universitari in tutta l'Isola. «In questi giorni si decide una parte importante del nostro futuro ? dice Porru ? guardiamo con attenzione alle decisioni che il Senato accademico e il Rettore dell'Università di Cagliari prenderanno a proposito dell'istituzione, a Nuoro, di un corso di laurea specialistica in Scienza dell'amministrazione e sviluppo locale. Si tratta di una decisione attesa, promessa a più riprese e ormai quasi dovuta ai nostri studenti». Ma sulla quale, circolari ministeriali alla mano, aleggerebbe l'ombra di un dietrofront che avrebbe del clamoroso. A circoscrivere i termini della "manovra" è lo stesso Porru: «Ogni anno a Nuoro 150 ragazzi del territorio si iscrivono al corso di laurea di primo livello. Terminato il primo ciclo di studi molti di loro vorrebbero conseguire la laurea specialistica. Oggi come oggi la Facoltà di Scienze politiche di Cagliari riesce a organizzare, nella sede centrale, corsi aperti massimo a sette studenti e, in genere, almeno quattro sono di Nuoro. Proprio prendendo atto di questi numeri e considerando che in lista d'attesa ci sono altri 92 laureati nella nostra sede, lo stesso rettore Mistretta aveva più volte, e pubblicamente, preso l'impegno di far partire la specializzazione a Nuoro già da quest'anno accademico». E invece? «Invece oggi ci si trincera dietro una disposizione ministeriale che, in base a non meglio identificati "criteri minimi", non consentirebbe l'apertura in contemporanea di corsi sia a Cagliari che a Nuoro. Ma se il problema è davvero questo ci chiediamo cosa si aspetti a decidere di tenere le lezioni solo in Barbagia. I principi dell'efficienza e del decentramento, tenendo conto dei numeri, non possono che far propendere per questa possibilità». I destinatari delle lamentele di Porru non siedono solo sulle comode sedie del Senato accademico, ma stanno accomodati tra le super-accessoriate poltrone in dotazione agli uffici della Giunta regionale: «Il presidente Soru, nella sua campagna elettorale, ha parlato tanto di università diffusa e valorizzazione dei poli culturali, ora deve dare seguito alle sue enunciazioni. E che dire dell'assessore Pigliaru? Lui insegna in quella facoltà, dovrebbe conoscere la situazione alla perfezione». Fin qui la questione della laurea specialistica, con la speranza che la vertenza possa risolversi prima ancora di aprirsi. Perché dal Consorzio di Nuoro sono già pronti ad aprire nuovi fronti: su tutti l'atteso avvio del corso di Scienze infermieristiche, da anni promesso e mai attivato. Anthony Muroni
 
4 – L’UNIONE SARDA
Cronaca di Cagliari Pagina 23
L'accusa dell'ex: al Civile lavori irregolari
«Signor sindaco, le sarei grato se volesse confermarmi se è normale il fatto che l'Azienda Usl numero 8 possa essere, tramite i suoi progettisti, il soggetto proponente un progetto edilizio e contemporaneamente il soggetto che assume l'iniziativa e la responsabilità tecnica di una variante al piano urbanistico per rendere attuabile il progetto stesso». Firmato Giampaolo Marchi, cioè l'ex assessore all'Urbanistica. Che a due mesi di distanza dal blitz in consiglio comunale, quando si accomodò in tribuna e distribuì volantini con denunce di presunte irregolarità nella ristrutturazione del San Giovanni di Dio, torna sull'argomento con un dossier di 12 pagine in cui ribadisce formalmente e dettagliatamente le stesse denunce. E ne aggiunge altre, più gravi. Marchi 2, la vendetta. Il plico, protocollato il 12 aprile, è indirizzato al sindaco, al presidente del consiglio, ai capigruppo di tutti i partiti politici, al segretario generale, al coordinatore d'area dei servizi urbanistici e al dirigente dell'edilizia privata. Un documento al veleno, una resa dei conti. L'ex assessore, docente alla facoltà di ingegneria, rileva presunte irregolarità nella delibera, come la sistemazione di un Bancomat nel prospetto dell'ospedale disegnato da Gaetano Cima, vincolato come patrimonio storico-artistico. Poi accusa il sindaco di non averlo difeso in due circostanze importanti. La prima è un presunto ricatto da parte dell'ex direttore generale della Asl 8. «Un giorno, davanti al sindaco, si discuteva di quel progetto. Io ero contrario, lui mi esortò ad andare avanti, così avrei scongiurato blitz dei vigili sanitari negli uffici comunali. Tutto questo», scrive Marchi, «è avvenuto nella sede comunale di via Sauro alla presenza dei dirigenti dell'assessorato all'urbanistica e dell'edilizia privata, senza che il sindaco mi difendesse, tanto che lasciai la seduta». Un episodio simile, lo scontro con il rettore Pasquale Mistretta per l'opposizione di Marchi alla sopraelevazione di alcuni edifici della facoltà di ingegneria, determinò qualche tempo dopo le sue dimissioni. Marchi ora fa capire che tutto aveva un senso, che c'era l'obiettivo di eliminarlo. La prova sarebbe nel fatto che uno dei co-progettisti dell'intervento all'ospedale civile da lui contrastato è Gianni Campus. Il suo successore all'assessorato. «Il suo non fu affatto un ruolo marginale perché trattandosi di un intervento di ridefinizione delle caratteristiche architettoniche dell'edificio, la competenza professionale dell'architetto è per legge esclusiva». Campus, per inciso, non commenta. Commenta il sindaco. «Non entro nel merito delle osservazioni tecniche e, per il resto, dico che io e Marchi avevamo già parlato di queste cose. Ma evidentemente c'è, da parte sua, un desiderio di rivalsa nei confronti del suo successore. Inoltre lamenta scarsa protezione da parte mia in occasione di un episodio in cui si alzò molto la voce e quando si alza la voce succedono due cose: chi la alza fatica a collegare lingua e cervello e dice cose sbagliate e chi ascolta non sente bene ciò che si dice. Detto questo», conclude il sindaco, «il fatto che Marchi ne parli ancora non mi fa piacere». (f. ma.)
 
5 – L’UNIONE SARDA
Cronaca Regionale - pagina 14
Giunta Il collocamento cambia volto: pronto il piano
La riforma dei nuovi uffici per l'impiego dovrà aspettare a domani. Ieri è saltata la riunione della Giunta regionale che avrebbe dovuto discutere anche la proposta dall'assessore regionale al Lavoro, Maddalena Salerno. Secondo quanto previsto dall'esecutivo il decreto darà vita a una rete di sportelli dislocati in tutto il territorio, alla diretta dipendenza dall'assessorato regionale del Lavoro. Il nuovo ordinamento andrà a sostituire i vecchi uffici del collocamento. La riforma era stata elaborata dall'assessorato e proposta già da febbraio scorso alle organizzazioni sindacali e agli enti locali. Alle varie riunioni erano presenti oltre ai rappresentanti dell'Upi (Unione province italiane) e dell'Anci (associazione nazionale dei comuni), anche le associazioni di categoria, le associazioni datoriali. Nelle settimane scorse l'assessore Salerno ha portato a termine un ciclo di incontri con le singole associazioni coinvolte nel progetto di riforma per migliorare e verificare i contenuti del decreto da portare all'attenzione dell'esecutivo regionale. In ogni caso, prima dell'approvazione, il presidente della Giunta Renato Soru in accordo anche con l'assessore Salerno ha richiesto di verificare la possibilità di modificare il testo con le recenti osservazioni sollevate da Confindustria e da parte dell'Università. Un passaggio ulteriore che potrebbe far slittare di qualche tempo l'approvazione in Giunta. Il decreto di riforma degli uffici per l'impiego dopo il via libera dell'esecutivo dovrà approdare in Consiglio. E qui si annuncia un passaggio lineare, senza grosse modifiche e cambiamenti visto appunto l'accordo raggiunto nella fase della concertazione.
 
6 – L’UNIONE SARDA
Cronaca Italiana - pagina 5
Papa Benedetto XVI: «Io, operaio nella vigna del Signore»
Figlio di un poliziotto, il nuovo pontefice ha 78 anni ed è nato in Baviera Raffinato teologo, ha combattuto gli scismi e difeso i valori della Chiesa
Nelle sue prime parole ai fedeli si è definito «un umile operaio nella vigna del Signore», ma l'invettiva lanciata, nella Via Crucis, contro la «sporcizia» all'interno della Chiesa e l'evocazione della finestra «della casa del Padre» da dove il vecchio Papa guarda e benedica la sua Chiesa, che ha commosso tutti i fedeli, fatta durante i funerali di Giovanni Paolo II, mostrano che l'uomo Joseph Ratzinger è ben diverso dallo stereotipo che il suo incarico gli ha cucito addosso. Uomo sorridente e pronto alla battuta, Papa Benedetto XVI è conosciuto in tutto il mondo come grande teologo, tutore per incarico di Giovanni Paolo II della fede cattolica. È rispettato e amato dalla gente che vive intorno a San Pietro: vestito dell'abito nero dei sacerdoti, passeggia quotidianamente, a piedi, per il rione Borgo. Una semplicità di modi che ha finora caratterizzato la sua vita. Così, anni fa, invitato in Perù, dopo aver parlato degli aspetti antropologici della libertà cristiana, visitò le zone povere dei pueblos jovenes e celebrò la messa in una bidonvilles. «No, io non sono il grande inquisitore. Essere ritenuto tale è la cosa che più mi amareggia», ha detto. Eppure, nei ventiquattro anni nei quali è stato il prefetto del dicastero vaticano, il cardinale Ratzinger è stato spesso apostrofato così. Di certo il suo ruolo di responsabile della retta dottrina cattolica ne identifica gli atti con i grandi pronunciamenti, ma anche con i grandi scontri avvenuti all'interno della Chiesa cattolica dal 25 novembre 1981. Joseph Ratzinger è nato a Marktl am Inn (Passau) il 16 aprile 1927. Ha trascorso gli anni dell'adolescenza a Traunstein, ha anche fatto il soldato, richiamato negli ultimi mesi del secondo conflitto mondiale nei servizi ausiliari antiaerei. Terminata la guerra nel 1951, anno in cui, il 29 giugno, veniva ordinato sacerdote e iniziava la sua attività di insegnamento, studiò filosofia e teologia nella università di Monaco e nella scuola superiore di Filosofia e Teologia di Frisinga. Appena quattro anni dopo otteneva la libera docenza. Ma è nel 1962 che il professor Ratzinger ebbe una delle svolte della sua vita. In quell'anno l'allora arcivescovo di Colonia Joseph Frings lo volle come suo consulente al Concilio Vaticano II. Una scelta che allora provocò qualche polemica, perchè Ratzinger era considerato troppo progressista. Al Concilio, Ratzinger partecipa alle riunioni di preparazione degli interventi dei cardinali progressisti sui documenti in elaborazione. Nell'ambiente teologico diviene celebre. Ma quella che sembrava una brillante carriera ebbe un improvviso sbocco pastorale. Con una scelta che stupì, Paolo VI lo nomina arcivescovo di Monaco. Era il 24 marzo 1977: il 27 giugno di quello stesso anno Ratzinger veniva creato cardinale. Nel 1981, intanto, Giovanni Paolo II lo aveva chiamato in Vaticano come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Così il cardinale Ratzinger diventava il tutore dell'ortodossia cattolica. Ma anche in questo ruolo ha continuato a scrivere: sono moltissime le opere di questi anni, fino a Senza radici. Europa, relativismo, cristianesimo, Islam, scritto insieme con Marcello Pera, presidente del Senato. L'incarico ha messo Ratzinger di fronte a tutte le «cause» di dottrina cattolica. Ci furono gli scontri con i teologi «di sinistra» - per quanto il termine è applicabile nella Chiesa - in primo luogo quelli della teologia della liberazione, come padre Leonardo Boff. I nodi dello scontro sono soprattutto ecclesiologici, ossia riguardano la concezione della Chiesa e del potere all'interno di essa, ma l'attenzione dell'opinione pubblica si concentra sull'aspetto politico, ossia sulla vicinanza di padre Boff e in genere dei teologi della liberazione agli ambienti della sinistra, anche rivoluzionaria, dell'America latina. Ratzinger interviene. Il 6 agosto 1984 esce il primo documento vaticano intitolato Su alcuni aspetti della teologia della liberazione. Poi è lo scisma di monsignor Marcel Lefebvre a impegnare il Ratzinger. Disse amaro: «Una delle scoperte fondamentali della teologia è che gli scismi si possono produrre unicamente quando nella Chiesa non si vivono o non si amano più verità e valori della fede cristiana». Da questo suo atteggiamento nasce l'interpretazione malevola che si dà a un suo auspicio di una restaurazione nella Chiesa. Nella stessa chiave religiosa, Ratzinger ha cercato le risposte anche a temi di attualità «laica». Così, per lui, il motivo di fondo dei disastri ecologici va cercato nel fatto che «non si percepisce più la natura come creazione divina, ma piuttosto come materiale da sfruttare a piacimento»; il ricorso alla droga si spiega come «la pseudomistica di un mondo che non crede, ma che pure non riesce a liberarsi dell'assillo del paradiso». Alle origini del terrorismo vede «un'attesa messianica trasferita in fanatismo». Così sostiene che «ci sono due valori morali essenziali che sono alla base della vita dello stato: il rispetto della persona, sempre, e quello della famiglia che non è un prodotto istituzionale. A sostenerlo ormai rimaniamo noi Chiesa, ancora protagonisti di questo spazio di libertà». Nel 2002, quando compì 75 anni, offrì le sue dimissioni, chiedendo di poter tornare in Baviera ai suoi cari studi. Giovanni Paolo II le rifiutò e lo lasciò al suo posto. Forse pensava già alla scelta che i cardinali in conclave avrebbero fatto di lì a non molto.
 

7 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 1 – Cagliari
IL RICORDO
È scomparso un grande ricercatore
È mancato dopo lunga malattia, a soli 43 anni, Giuseppe Pilia, Dirigente di ricerca dell’Istituto di neurogenetica e neurofarmacologia (INN) del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR). Giuseppe nacque a Lanusei il 4 marzo 1962 e iniziò la sua carriera a Cagliari nel 1987 presso il predetto istituto collaborando attivamente con il Prof. Antonio Cao, direttore dell’Istituto. Successivamente egli si recò per approfondire i suoi studi, all’Istituto CNR di genetica e biofisica di Napoli, ove iniziò una proficua collaborazione con Michele D’Urso, Direttore di ricerca di quell’Istituto. Dopo 1 anno di soggiorno a Napoli, Giuseppe trascorse un lungo periodo di 5 anni a St. Louis, all’Università di Washington per approfondire le sue conoscenze di genetica molecolare sotto la guida di David Schlessinger, direttore dell’Istituto di microbiologia di quella Università e del “Center for Genetics in Medicine”. In quegli anni Giuseppe affinò le sue capacità di ricercatore nel campo della genetica molecolare e partecipò alla costruzione della mappa fisica del cromosoma X individuando, tra l’altro, il gene responsabile di una sindrome malformativa multipla: la Sindrome di Simpson-Golabi-Behmel. Di ritorno a Cagliari, Giuseppe organizzò un modernissimo ed efficiente laboratorio di genetica molecolare presso l’INN ospitato dall’Istituto regionale per le microcitemie ed individuò un gene responsabile di un’altra sindrome malformativa la “Blefarofimosi ptosi ed epicanto inverso (BPES)”, che, in taluni dei casi, si associa ad insufficienza ovarica primitiva, aprendo così un importante capitolo di studi delle basi molecolari dell’insufficienza ovarica primitiva. Nell’agosto del 2003 Giuseppe vince il concorso di Professore associato in Pediatria. Successivamente Giuseppe cominciò ad interessarsi anche di malattie poligeniche (quelle malattie che dipendono dall’effetto di diversi geni e fattori ambientali) e particolarmente dell’Asma allergico, raccogliendo, con la collaborazione di tutti i centri che nell’isola si occupano di Asma allergico un vasto numero di famiglie sufficiente per intraprendere la ricerca dei geni implicati, traendo vantaggi dalla omogeneità della popolazione sarda. Nella stessa linea di indirizzo, iniziò una collaborazione con l’NIH, (il Dipartimento nazionale di medicina degli Stati Uniti d’America) ed organizzò a Lanusei un laboratorio (localizzato in una Scuola fornita dal Comune) per il mappaggio di tratti genetici legati all’invecchiamento dell’uomo: la rigidità e la elasticità arteriosa ed il profilo della personalità. Per questa ricerca sono stati finora valutati ed esaminati 6000 individui provenienti da Lanusei, Ilbono, Elini, ed Arzana. Queste ricerche sulle malattie polifattoriali sono ancora in corso. La loro rilevanza internazionale si deduce anzitutto ricordando che, per la loro importanza, sono interamente finanziate dall’NIH per la cifra di 1 milione di euro annui per 6 anni. Giuseppe Pilia è stato un ricercatore di grande talento, intuito e curiosità ed un organizzatore attento ed inesauribile. Tutti coloro che l’hanno avvicinato gli hanno voluto bene per le sue doti umane di schiettezza e onestà. La Sardegna perde con Giuseppe Pilia un suo grande ricercatore, che avrebbe potuto contribuire a fare conoscere ancora meglio la Sardegna nel mondo.
Antonio Cao
Pediatra e genetista
 
8 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 4 – Olbia
Troppi infarti miocardici in Gallura
Zappadu: un motivo è legato ai domiciliati non residenti
Meeting cardiologico: nell’aula dell’università i migliori specialisti
OLBIA. Riflettori puntati sulla cardiologia e sulle malattie cardiovascolari. E attenzione concentrata in due direzioni: la situazione in Sardegna e le nuove tecniche cardiochirurgiche affrontate da un team di specialisti del Villa Torri di Bologna. Temi discussi sabato pomeriggio, nell’aula magna dell’università dell’aeroporto, nel corso del meeting cardio-angiologico organizzato dal reparto di terapia intensiva e servizio cardiologia dell’ospedale di Olbia. Il primario, Piero Zappadu, ha aperto i lavori con un’analisi degli infarti miocardici acuti. Che, nel territorio della Asl n. 2, a fronte di una popolazione di 135mila abitanti, sono 174.
Un dato da spiegare, questo. «In Sardegna - ha chiarito Zappadu - il parametro è il seguente: un infarto miocardico acuto ogni mille abitanti. Nella nostra azienda sanitaria, dunque, ci sono 40 infarti in più, rispetto alla media. E non sono affatto pochi. Il motivo? L’affluenza di turisti e, soprattutto, i domiciliati non residenti. Le uniche altre città (e quindi Asl) della Sardegna dove gli infarti sono sempre superiori alla media sono quelle di Cagliari e Oristano ma, in questi casi, il dato deve considerare la migrazione di pazienti che arrivano dal Medio Campidano. I numeri risalgono al 1999 (ma non ci sono ulteriori dati aggiornati) e fanno parte - precisa Zappadu - di uno studio del Reims, registro epidemiologico infarti miocardici Sardegna».
Per l’ospedale privato accreditato di alta specialità Villa Torri di Bologna ha parlato un’équipe di esperti tra i quali Gian Luigi Gardini, responsabile del centro di fisiopatologia cardiovascolare e radiologo vascolare della stessa struttura. «La tendenza - ha spiegato - è di offrire al paziente la possibilità di evitare la chirurgia. E le nuove metodiche di intervento vanno proprio in questa direzione. Ebbene: con l’interventistica cardiologia o vascolare riusciamo a raggiungere tutti gli organi del corpo umano senza lo stress che il paziente avrebbe con un’operazione. Una definizione per far capire il nostro lavoro: noi siamo idraulici che devono eliminare eventuali ostruzioni all’interno dei tubi dell’organismo (il sistema arterioso)».
Poi i dettagli. Gardini ha illustrato le strategie terapeutiche più innovative per il trattamento delle stenosi delle arterie carotidi con la metodica degli stent (reticelle metalliche), le correzioni delle dilatazioni dell’aorta addominale (aneurismi) con le endoprotesi, e il trattamento dei singoli restringimenti delle arterie degli arti superiori o inferiori sempre col ricorso ai palloncini (angioplastica) integrati dall’ausilio delle reticelle metalliche attualmente disponibili con caratteristiche tecniche per i vari distretti vascolari. La parola è poi passata agli altri medici del Villa Torri: Marco Bongiovanni si è soffermato sulle angioplastiche coronariche, mentre Peppino Pugliese ha illustrato l’esperienza chirurgica che il centro bolognese ha maturato in questi anni. Sempre di strategie chirurgiche, ma in modo più approfondito, ha parlato anche Corrado Bentini. Tra i moderatori Paolo Vargiu, dirigente medico dell’Unità di terapia intensiva cardiologica dell’ospedale olbiese.(s.p.)
 
9 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 4 – Olbia
BREVI
CONFERENZA. Distretti industriali
La realtà dei distretti industriali: è questo il tema di un incontro che si svolgerà oggi alle 11 nell’aula magna dell’università, all’aeroporto Costa Smeralda. Introdurrà i lavori Carlo Marcetti, mentre li coordinerà Susanna Zucchelli (amministratore delegato della Geaser). Relatore Giancarlo Sangalli, presidente Cciaa Bologna,
 
10 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 8 – Olbia
ISTRUZIONE
Il Gauss come opportunità per una formazione completa
TEMPIO. È l’unica scuola della Sardegna in cui si può conseguire il diploma di Abilitazione all’esercizio dell’arte ausiliaria di odontotecnico, valida per l’iscrizione all’Albo professionale. Chi frequenta il Gauss, scuola che ha ad Asti la sede centrale e a Tempio una sezione staccata, può però conseguire anche il diploma di qualifica in operatore meccanico del settore odontotecnico, senza dover necessariamente completare i cinque anni di studio e sostenere alla fine l’esame di Stato.
Operativo a Tempio e nel nord Sardegna da vent’otto anni, il Gauss di Tempio, scuola legalmente riconosciuta, si ripresenta all’utenza con un piano di studi in linea con le richieste ministeriali. Nel curriculum dello studente che sceglierà di frequentarlo ci sono infatti le materie dell’area comune (italiano, storia, matematica, informatica, inglese, diritto, economia, scienze della terra, fisica) e quelle dell’area di indirizzo (disegno, modellazione, anatomia, fisiologia, scienza dei materiali dentali, gnatologia, chimica). L’orario settimanale delle lezioni prevede interventi per il sostegno, il recupero e l’approfondimento, e la possibilità di seguire un corso di approccio ad una seconda lingua europea, in questo caso il francese. L’offerta formativa del Gauss punta soprattutto sulle prospettive occupazionali che la qualifica triennale, ma soprattutto il diploma quinquennale potrebbero aprire. Dopo i 5 anni di frequenza, sarà infatti possibile accedere a tutte le facoltà universitarie, con qualche chances in più forse per quelle di indirizzo sanitario, il cui ingresso è spesso regolato attraverso una rigida selezione.
Giuseppe Pulina
 
11 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 29 – Sassari
Un laboratorio sul Monte Lisiri per conoscere meglio i vulcani
ITTIREDDU. Ritorna d’attualità la creazione del parco geominerario nel vulcano spento del «Monte Lisiri», dotato di strutture per la didattica e per il disimpegno logistico. Il consigliere comunitario uscente del Monte Acuto, Gianmario Cherchi, richiede, ancora una volta, l’intervento dell’esecutivo e della presidente Maria Antonietta Mazzone, già disponibile per la realizzazione dell’importante struttura di significativo interesse culturale, con ricadute per il turismo e il sistema socio-economico.
Infatti, ha suscitato interesse fra gli studiosi e gli studenti della facoltà di scienze naturali e geologiche di alcune università italiane e straniere, che hanno programmato visite bimestrali con i cavatori ittireddesi, sempre a disposizione nel disporre dei rispettivi siti in cui è possibile l’accesso ai non addetti ai lavori.
Il cono vulcanico, dell’era quaternaria, dispone anche di rocce di mantello e olivina, minerali del gruppo dei silicati, componente di molte aggregazioni eruttive di colore verde, è stato visitato, recentemente, da un folto gruppo di studenti tedeschi e austriaci, che hanno sostato per una giornata intera, all’interno delle cave, ove si estrae la pietra pomice per l’edilizia. A seguire, è stata la volta di una settantina di studenti del dipartimento di scienze della terra dell’università di Genova, guidati dal prof. Luigi Carobene, assistito dal prof. Ginesu dell’ateneo sassarese. «La visita è stata particolarmente importante e interessante sul piano didattico - ha detto il prof. Carobene - per la spettacolarità della parete vulcanica, che non ha eguali in Italia per la stratificazione, in cui è possibile vedere tutti i momenti dell’eruzione. Sul piano dell’apprendimento è stata significativa per comprendere i fenomeni vulcanici legati al magmatismo oligo-miocelico della Sardegna. L’importanza geologica del sito vulcanico, porterà, senz’altro, alla creazione di un parco geo-vulcanologico. La zona - dice Carobene - diventerebbe anche una meta per il turismo «archelogico-didattico» nell’ambito della più ampia valorizzazione del territorio logudorese. Si spera che le istituzioni interessate, con in prima fila il Comune di Ittireddu, recepiscano l’opportunità nel raccogliere l’invito degli studiosi dell’aperrtura di un laboratorio sperimentale.
Maria Giovanna Cerchi
 
12 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 1 - Oristano
BREVI
Premiazione all’Ept
Si svolgerà domani alle 10, nella sala riunioni dell’Ept, in piazza Eleonora, la cerimonia di premiazione dei vincitori delle borse di studio bandite dall’Ente provinciale per il turismo al fine di onorare la memoria di Graziella Del Pin, primo amministratore dell’Ept oristanese dal 1974 al 1979. Borse di studio destinate a redattori di tesi di laurea in lingua italiana sul turismo in Sardegna sostenute da studenti nati o residenti in Sardegna o da figli di emigrati sardi. Alla cerimonia parteciperà anche l’assessore regionale al turismo Luisanna Depau.
 
13 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 44 - Cultura e Spettacoli
ANNIVERSARI
La longevità del Don Chisciotte Conferenza all’università di Sassari
SASSARI. Ha 400 anni ma non li dimostra. A distanza di quattro secoli, Don Chisciotte della Mancia non perde il suo tratto dominante, quello di andare incontro all’avventura, di partire per cercare il senso delle cose. Continua a rivivere in altre figure della letteratura mondiale, persino nella Madame Bovary di Flaubert. La longevità di questo cavaliere errante mai fuori moda è stata indagata da Corrado Bologna, professore ordinario di Filologia all’Università di Roma Tre, nella conferenza organizzata dal Dipartimento di scienze del linguaggio dell’Ateneo sassarese in occasione del quarto centenario del «Don Chisciotte» di Cervantes, pubblicato nel 1605.
«Che cosa fa sì che questo libro viva tanto a lungo?». Tramite la lettura e l’analisi di alcuni «Gesti del Chisciotte», Bologna ha sottolineato la permanenza nel tempo di quella che egli chiama «figura prototipica, alla base di altre figure letterarie». Quasi una declamazione in versi la sua, la recitazione di un attore appassionato, in piedi davanti al pubblico. «Questo personaggio - ha detto - ha avuto tante interpretazioni. Dopo il romanticismo è stato preso sempre più sul serio». Lo studioso non rinnega l’ironia di Cervantes, ma la mette un po’ da parte per appoggiarsi, invece, alla riscrittura meno tenera che ne fa Miguel de Unamuno in «Vita di Don Chisciotte e Sancio» di cui Bologna stesso ha curato la ristampa per la Bruno Mondadori Editore.
«Che cos’è questa cavalleria spirituale che Cervantes e Unamuno hanno prodotto a distanza di 300 anni l’uno dall’altro? Se per Cervantes Don Chisciotte è un pazzo, per Unamuno è un cavaliere dello spirito». Il filologo definisce Don Chisciotte «un albeggiatore, un signore dell’alba che ci invita a scegliere noi stessi». «Il cavaliere del sapere che ci fa savi con la sua follia» si alza prima che il sole sorga, prima che l’avventura arrivi, per riscoprire il mondo come se non lo conoscessimo, come scrive di fare anche Paul Valéry nei suoi «Cahier». Ribattezza le cose, dà alle cose vecchie nomi nuovi. «Cervantes ha inventato il primo grande romanzo moderno - ha continuato Bologna -. Flaubert scrive che Don Chisciotte segna il passaggio dall’antico al moderno. E’ personaggio imbevuto di libri, che viaggia nel mondo attraverso simmetrie. E’ prototipo pronto a farsi altro, soprattutto è sogno di libertà». Suggestioni e nuovi spunti di lettura sottolineate anche dai docenti Laura Luche e Stefano Brugnolo, moderatori della serata.
LETIZIA VILLA
 
14 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 21 – Sassari
DEMOCRAZIA
Un dibattito all’università
SASSARI. «La democrazia è morta: W la democrazia», guerra globale, costituzione violata, diritti sociali e civili: è il tema dell’incontro dibattito promosso da Megachip Sardegna per venerdì 29 aprile alle 17,30 nell’aula magna dell’università. Interverrà Giulietto Chiesa, giornalista e deputato al Parlamento europeo. Partecipano Al Mustensseria, Amerindia, Arci, Manifesto. Magistratura democratica, Amici del Manifesto.
 
15 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 10 – Sardegna
Nuoro, l’università teme di perdere un corso
Anche Cagliari vuole la facoltà di scienze dell’amministrazione
NUORO. Arriva l’ora della verità per l’Università nuorese. Nei prossimi giorni il senato accademico di Cagliari deciderà sul futuro del corso di specialistica in Scienze dell’amministrazione. E con il corso, anche sulle prospettive di un ateneo che aspira da tempo a una sua autonomia. Ma il guaio è che per la costituzione del nuovo «corso specialistico» per laureati concorrono due candidati: insieme a Nuoro infatti c’è anche Cagliari.
«Ma mentre l’ateneo nuorese - precisa il presidente del consorzio barbaricino Bachisio Porru - concorre con ben 93 laureati, quello di Cagliari ne presenta soltanto sette». Insomma i numeri sembrano avvantaggiare l’Università barbaricina, ma i «requisiti minimi» su cui tende a orientarsi il ministero (numero docenti e dotazioni) potrebbe favorire Cagliari.
«A questo punto allora - continua Porru - il problema diventa politico, anche perché Nuoro è gemmata con Cagliari, e occorre decidere politicamente se decentrare o meno in base alla domanda. Una domanda che da noi è fortissima, con 93 laureati, mentre da loro quasi non esiste». Inoltre ci sono sul tavolo gli impegni assunti pubblicamente davanti agli studenti barbaricini dallo stesso rettore Paquale Mistretta (nella foto) che in due distinte occasioni ha garantito il corso specialistico per Nuoro.
Infine il presidente del consorzio barbaricino ricorda anche l’impegno di Renato Soru, presidente della Regione, che ha messo al centro della sua attenzione programmatica l’università nuorese.
«Questo è dunque il momento - conclude Bachisio Porru - per passare dalle parole ai fatti, magari aprendo un tavolo di concertazione per decidere sull’università diffusa nel territorio e sulla razionalità della spesa».
La palla, dunque, adesso passa alla Regione e al senato accademico di Cagliari, prima che il ministero decida sulla base dei freddi «requisiti minimi».
L’università pubblica nuorese nel volgere degli ultimi anni è diventata una realtà concreta con i suoi cinque corsi di laurea e circa 1500 iscritti. Il trend è in continua ascesa, manca soltanto una facoltà per arrivare all’autonomia. E il «corso specialistico» che si rivendica potrebbe essere un passo in avanti verso l’obiettivo.(n.b.)
 
16 – IL MATTINO
La laurea alla musica
La laurea honoris causa che la facoltà di Lettere dell’università Federico II conferirà domani a Riccardo Muti si arricchisce, rispetto alle tante onorificenze che il maestro ha raccolto in Italia e nel mondo, di un singolare valore aggiunto, che solo questa città e quest’istituzione potevano darle: la calda colorazione mista d’affetto e di orgoglio che accompagna la riaffermazione solenne delle radici schiettamente napoletane dell’illustre artista. Negli anni fondamentali della sua formazione, Riccardo Muti frequentò infatti, dopo quelle del liceo Vittorio Emanuele e insieme con quelle di San Pietro a Majella, anche le aule della nostra facoltà di lettere, che presto tuttavia lasciò per trasferirsi a Milano.
Renato Di Benedetto
 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie