Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 April 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

1 – L’Unione Sarda
Pagina 30 – Nuoro
Nuoro. Bocciati i due corsi specialistici, generico impegno solo per Scienze infermieristiche
Università, nuova doccia fredda da Cagliari
Per l'Università di Nuoro arrivano da Cagliari due notizie negative e una interlocutoria. Ieri il Senato accademico si è occupato della spinosa questione dei corso specialistici istituiti nella recente riforma per completare i ciclo di studi dopo la tappa intermedia del triennio della laurea breve. Il quinto anno in Servizio sociale proseguirà regolarmente in città, ma è stata bocciata la proposta del rettore Pasquale Mistretta di attivare il quarto anno per via telematica. L'insegnamento a distanza deve seguire però un inter particolare regolato dalla legge così la proposta è stata gioco-forza respinta, e Nuoro, a quanto se ne sa, ha perso il primo anno di corso specialistico che, si teme, possa preludere a una chiusura definitiva una volta laureati gli attuali studenti iscritti. Niente da fare neanche per l'ultimo biennio di lezioni di Scienza dell'amministrazione che, come il Servizio sociale, dipende dalla facoltà di Scienze politiche. Questo corso ha avuto a Nuoro un clamoroso successo (150 matricole all'anno, circa 500 iscritti e 92 già laureati. Il Senato accademico però si appella all'assenza dei requisiti minimi previsti per attivare il corso specialistico sia in Barbagia che nella sede centrale, salvo poi sfruttare i numeri di Nuoro per poter programmare il ciclo di lezioni proprio a Cagliari. Eppure lo stesso rettore si era impegnato pubblicamente a permettere ai ragazzi di Nuoro di frequentare il master in casa. Ennesima promessa tradita. «Scienze politiche non ha avuto il coraggio di scegliere tra Cagliari e Nuoro», sostiene il presidente del Consorzio universitario Bachisio Porru, «si parla tanto di riequilibro territoriale, ma quando si ha la possibilità di far crescere una zona marginale stranamente la scelta cade sempre sulle aree forti. Non riesco proprio a capire cosa tolga a Cagliari un corso specialistico in più o in meno quando da più parti si dice che quell'Ateneo così centralizzato rischi di scoppiare». Insomma, nel momento in cui l'Università del capoluogo sardo apre tre nuove facoltà, non riesce a decentrare neanche a un corso indispensabile per Nuoro e insignificante nei numeri della realtà-madre. «A questo punto il problema diventa politico», si accalora Bachisio Porru e, soprattutto, deve essere affrontato direttamente dal presidente della Regione». Con gli amministratori locali preoccupati più della campagna elettorale che dei destini della istruzione di alto livello, ai responsabili del Consorzio non resta che rilanciare l'appello a Soru perché concretizzi la proposta di università diffusa lanciata in campagna elettorale. «Il Governatore sia il garante di questo impegno», ribadisce Bachisio Porru: «Chiami a un unico tavolo istituzioni locali e accademiche per programmare certezze e evitare i possibili guasti provocati da università sempre più matrigna». Ad attenuare gli effetti della doccia fredda del no ai due corsi specialistici, dal Senato accademico dell'Università di Cagliari, sempre ieri, è arrivato un impegno per attivare a Nuoro il corso in Scienze infermieristiche. «Un segnale importante ma interlocutorio», conclude Bachisio Porru, «noi abbiamo creato, coinvolgendo anche l'Asl, tutte le condizioni perché si parta. Speriamo che, anche grazie all'intervento del presidente Soru che continuiamo a invocare, di non subire un'altra delusione».
 
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 51 – Sulcis – Iglesiente
Carbonia. Presentato lo studio di un impianto da 700 milioni di metri cubi all'anno
C'è il metano sotto il mare del Sulcis
Il gas verrà ricavato dai giacimenti profondi di carbone
Il metano arriverà dal mare. Milioni, anzi centinaia di milioni di metri cubi di gas naturale rigorosamente made in Sulcis. È l'ultima risorsa per l'Isola in fatto di energia. E proviene dal tanto deprecato carbone. Perché sarà proprio dai giacimenti di lignite che verrà prelevato il metano in grado di dare una mano all'economia disastrata di uno dei territori economicamente più depressi dell'Isola. Si chiama "edificio numero dieci". È uno dei tanti della vecchia miniera di Serbariu che il Comune sta recuperando con un investimento di 18 milioni di euro. È lì che sta prendendo corpo il progetto Enhanced Coal Bed Methane (Ecbm) che significa far emergere il metano dal carbone. Nell'edificio numero dieci ha sede da un paio di giorni il Centro di ricerche della Sotacarbo, una società nata nel 1985 per volontà del Parlamento che già allora pensava a sistemi alternativi di sfruttamento del carbone Sulcis. Il Centro stato inaugurato ieri. Ma diciotto ingeneri reclutati qualche mese fa dalla Sotacarbo sono già al lavoro attorno al progetto che coinvolge l'Enea (socio della Regione nella società), l'Università di Cagliari e l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Ai partner pubblici si è affiancato un privato una società multinazionale del settore che ha già stanziato due milioni di euro per il progetto di fattibilità. «Siamo pronti a metterci al lavoro, attendiamo soltanto le autorizzazioni», ha spiegato il presidente Mario Porcu durante la conferenza stampa organizzata proprio per inaugurare il Centro di ricerche. Ma come sarà possibile estrarre metano dal carbone? La tecnologia non è complicata. Si tratta di iniettare anidride carbonica nei giacimenti profondi (attorno ai 1,500 metri) che si estendono sotto il mare davanti alle coste del Sulcis. Con un processo fisico l'anidride carbonica viene catturata dal minerale che rilascia di metano. Il gas è poi recuperato attraverso altre trivellazioni. Detto così sembra semplice ma si tratta, e questo è l'obiettivo della Sotacarbo, di mettere a punto le tecniche più adatte. In questo modo si otterrebbero due vantaggi: la disponibilità di combustibile pregiato mediante lo sfruttamento di giacimenti di carbone non coltivabili e la possibilità di stoccare nel sottosuolo e in maniera assolutamente sicura l'anidride carbonica. Secondo le prime proiezioni della Sotacarbo dovrebbe essere possibile ricavare dai 350 a 700 milioni di metri cubi di metano all'anno per almeno 15 anni sbarazzandosi di due milioni di tonnellate di anidride carbonica. «I nostri tecnici lavoreranno - ha spiegato Mario Porcu - per mettere a punto un sistema che consenta di ottimizzare il rendimento minimizzando i costi». È con queste premesse che il Centro di Serbariu si appresta a diventare uno dei poli d'eccellenza della ricerca in Sardegna, al quale guarda con interesse, lo ha confermato il presidente Giuliano Murgia, anche il Consorzio 21. Fra quattro mesi l'assessore Giacomo Guadagnini ha promesso che sarà pronto anche il grande edificio per la sede definitiva del Centro.
Sandro Mantega
 
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 17 – Lettere
INFORMATICA SENZA COMPUTER
In facoltà di Lingue a Cagliari La I di Informatica: un caposaldo dell'attuale sistema scolastico, e, a maggior ragione, di quello universitario. Una materia di studio irrinunciabile che per sua stessa natura necessita di attrezzatura a disposizione degli studenti. È possibile fare informatica senza computer? Sì, se ci si affida alla voce narrante del professore, costretto ad arrangiarsi con un proiettore, diapositive e l'unico (scalcinato) computer messo a disposizione dalla facoltà di Lingue di Cagliari. Ma se anche l'unico computer viene a mancare per un guasto, come comportarsi? Le lezioni non possono proseguire. Sarebbe ragionevole da parte dell'Università disporre di un addetto che si occupi di tali situazioni, o eventualmente pagare (verbo quanto mai insidioso) un esterno. L'addetto c'è, veniamo a sapere dopo qualche settimana, ma il suo contratto è scaduto e non ancora rinnovato, pertanto non si occuperà di risolvere la situazione. Il professore si trova ora con le mani legate, incerto sul proseguire le lezioni, e nel contempo privo degli strumenti minimi per svolgere il suo lavoro. Rassegnato, soprattutto. Mi auguro che questa lettera permetta quantomeno ai lettori de L'Unione Sarda di comprendere la situazione in cui versa una delle principali università sarde.
Francesca Meloni Cagliari
 
 

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Cagliari
ILBONO 
Raccolta di firme
per salvare l’Università

Prosegue la mobilitazione degli studenti della sede univeristaria periferica di Ilbono, dove da qualche anno si tengono i corsi (con l’insegnamento telematico a distanza) per il conseguimento della laurea breve (tre anni) in Informatica. «In seguito a decisioni profondamente opinabili - affermano gli studenti che frequentano la sede universitaria periferica ogliastrina - poiché contrarie al futuro sviluppo culturale ed economico di questa di altre zone (la stessa situazione si vive nelle sedi di Sorgono, Iglesias e Sanluri), l’attività didattica sarà svolta nelle sedi periferiche solo per i primi due anni di corso». Il terzo, erogato nelle varie sedi decentrate fino all’anno accademico 2002-2003 «per consentire una maggiore efficacia dell’attività formativa», come viene precisato, si svolge unicamente nella sede centrale dell’Ateneo cagliaritano. Contro questo, hanno già fatto partire una raccolta di firme, appoggiati da alcuni Comuni.(l.cu.)
 
 
  
5 – Il Giornale di Calabria
 
Cattedra “Guarasci” dedicata al giornalismo
 
COSENZA. La Fondazione Antonio Guarasci e la facoltà di Lettere e filosofia dell’Università della Calabria hanno istituito la XXVI Cattedra “Antonio Guarasci” per il 2005 sul tema “Nuovo giornalismo, nuova comunicazione, nuove professioni nell’era digitale”. La cattedra sarà coordinata da Gessica Giglio, responsabile dell’ufficio stampa dell’U.T. Management di Roma. “La cattedra - è scritto in un comunicato dell’Unical - viene realizzata nello spirito di promozione e sviluppo della cultura e dell’educazione in Calabria nella linea del pensiero del prof. Antonio Guarasci, primo presidente della Giunta regionale, ed avrà carattere intensivo nel periodo di realizzazione previsto per il prossimo mese di giugno”. Le lezioni saranno tenute da docenti universitari, giornalisti, comunicatori, responsabili di uffici stampa di enti pubblici e di imprese, nonché da portavoci. La Cattedra è aperta a coloro che sono in possesso di laurea, sia triennale che del vecchio ordinamento, in Scienze della comunicazione, Discipline economiche e sociali, Scienze politiche, Scienze statistiche, Giurisprudenza, Lettere, Storia, Filosofia, Lingue, Mediazione Linguistica, Dams, Scienze turistiche, Beni Culturali. La partecipazione è aperta anche a laureandi e studenti nelle stesse discipline se interessati alle tematiche della Cattedra e dei Seminari; nonché a coloro che già prestano attività di informazione e comunicazione istituzionale, come di impresa, negli enti pubblici nelle strutture private. Sono pure accetti i giovani aspiranti giornalisti che prestano attività lavorativa in redazioni e uffici stampa. La domanda di iscrizione va presentata entro il 31 maggio 2005. Saranno ammessi i primi cento richiedenti in possesso dei requisiti richiesti.
 
 
 
6 – La Sicilia
Università.    Risultati confortanti da uno studio di Swg: entro tre anni spazi per i neo-dottori
Le lauree che danno un posto

Roberto Valguarnera

Rimanere in Sicilia dopo aver tagliato il tanto agognato traguardo della laurea potrebbe non rappresentare più una vana speranza. Strano ma vero, secondo i risultati di uno studio su Università e lavoro condotto dall'Istituto di ricerche «Swg Sicilia», e promosso dall'Ateneo palermitano. Dall'indagine, infatti, emerge che nei prossimi tre anni nella provincia saranno tante le figure di neo dottori che potrebbero trovare occupazione, in particolare quelle specializzate in discipline tecniche, ma non solo.
Nella classifica dei più gettonati, specialisti in gestione d'impresa, esperti aziendali di marketing e comunicazione, programmatori e tecnici informatici, ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni, ingegneri gestionali, specialisti in servizi finanziari e poi tecnici dell'area vendite e marketing, manager del turismo, ingegneri chimici, infermieri. Certo i dati più recenti per ora parlano chiaro, e testimoniano di una vera e propria emorragia di cervelli siciliani verso i lidi "padani". La soluzione, però, secondo i ricercatori esiste e va ricercata nel maggiore coordinamento fra mondo accademico e del lavoro. «Solo attraverso la piena conoscenza del tessuto produttivo locale e dei reali fabbisogni di professionalità espressi dalle aziende – ha sottolineato Enza Capursi, ordinario di Statistica sociale dell'Università di Palermo e consulente scientifico del progetto – l'Ateneo può verificare l'attualità e la capacità di risposta della propria offerta formativa, costretta a confrontarsi con un contesto economico complesso che esprime una domanda di competenze del tutto diversa da quella su cui era calibrato il vecchio sistema».
Come dire che la formazione non può più permettersi di proseguire su un binario parallelo a quello dell'impresa. Ne è convinto il rettore Giuseppe Silvestri che loda l'iniziativa come una «delle più significative. Questa rappresenta un importante punto di vista sulle aspettative che enti ed aziende ripongono nelle strutture universitarie, ma anche uno strumento essenziale ed ineludibile per avviare una riflessione sull'attuale offerta formativa».
Ma quali sarebbero secondo il direttore della Swg, Pietro Vento, i requisiti più richiesti da un'azienda a un neo dottore? «Accanto a una solida formazione di base e al possesso di conoscenze informatiche, appaiono oggi fondamentali alcuni requisiti trasversali: la predisposizione a buoni rapporti interpersonali, forte motivazione al lavoro, la disponibilità a orari e forme contrattuali flessibili. Molto apprezzate, inoltre, conoscenze di marketing e delle tecniche di promozione del prodotto, oltre che competenze ed esperienze specifiche nella gestione ed organizzazione aziendale». Quindi gli industriali cercano competenza in tutti i campi legati alla produzione high tech e alla new economy. «Ritengo fondamentale – ha detto il presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Costanzo – che l'Università di Palermo formi profili professionali con capacità di indirizzo, gestione e direzione delle aziende in grado di affiancare l'imprenditore siciliano alle prese con le nuove sfide del mercato». Imprenditori siciliani e palermitani che, a ben guardare, esprimono preoccupazione per la situazione economica. La maggior parte degli 80 dirigenti e rappresentanti di imprese della provincia intervistati nel corso dello studio si è dichiarato insoddisfatto, anche se i tre quarti scommettono sul futuro e hanno in cantiere nuovi investimenti.
 
 
 
7 – Il Messaggero
Nasce sulla Laurentina la città del Cervello
E’ il più grande polo italiano per studiare il funzionamento cerebrale e debellare molte malattie
 
di LUIGI PASQUINELLI

L’organo più complesso, messo a punto in milioni di anni di evoluzione, bretella di collegamento tra natura e cultura, materia e spirito, che distingue l’uomo da tutti gli esseri viventi circolanti sul pianeta, il cervello insomma, indagherà su se stesso chiamando a raccolta il fior fiore delle cortecce cerebrali italiane ed europee: frotte di scienziati sono già operativi o stanno per diventarlo nella nuova cittadella scientifica voluta dal premio Nobel Rita Levi Moltalcini, spuntata a sud di Roma, tra Ardeatina e Laurentina, che stamattina verrà ufficialmente inaugurata alla presenza delle massime autorità dello Stato e del governo, da Ciampi in giù.
Come funzionano gli emisferi, quali le aree di specializzazione, le degenerazioni dei circuiti nervosi, la funzione dei neurotrasmettitori, vita, morte e miracoli delle circonvoluzioni. Saranno questi gli oggetti d’indagine dei trecento scienziati, alcuni provenienti dall’estero in controtendenza rispetto alla consolidata fuga di cervelli, che lavoreranno per ora su sedicimila metri quadrati tra laboratori, uffici, sale conferenza piantati in un’area di 25 mila destinata nel prossimo futuro a raddoppiare i propri confini. Tre superenti tireranno le fila delle ricerche: l’istituto Santa Lucia, specializzato nella riabilitazione neuromotoria, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, settore neuroscienze, e la fondazione Ebri (European brain research institute) della Montalcini. Un corposo finanziamento da parte della Regione Lazio, quattro milioni e mezzo di euro per i primi tre anni di attività garantiranno un decoroso avvio delle attività. Indagini genetiche, neuroimmunologia, neurochimica, neurofarmacologia, indagini cellulari e chi più ne ha più ne metta: i cervelloni cercheranno di rivoltare come pedalini materia grigia e materia bianca, neuroni e sinapsi ma la ricerca avrà sempre un occhio rivolto alle sue ricadute pratiche, applicative. Le scoperte dovranno contribuire a curare le malattie neurologiche, sinergie con il mondo imprenditoriale e con i circuiti farmaceutici costituiranno il naturale presupposto di tanti, costosi, sforzi. Trecentocinquantamila malati di Alzheimer in Italia, 52 mila nuovi casi di sclerosi multipla all’anno, 400 mila pazienti affetti da Parkinson, e poi ictus, demenze, coree di Huntington, epilessie, tic, eccetera. «Si registra un aumento vertiginoso delle malattie spiega il neuropsichiatra di Tor Vergata-Policlinico Giorgio Bernardi, nel consiglio d’amministrazione dell’Ebri dovute a invecchiamento cerebrale. La terza età diventa sempre più lunga e gli invalidi costano moltissimo allo Stato».
Il Centro Europeo di Ricerca sul Cervello è già il laboratorio neurologico più grande d’Italia, l’unione intende fare la forza e ridurre gli sprechi. «La ricerca dice il presidente del Cnr Fabio Pistella dev’essere finalizzata su obiettivi condivisi, abbattendo steccati e frammentazioni, l’obiettivo è quello di limitare dannose dispersioni». I macchinari utilizzati, dalla Risonanza magnetica nucleare alla Tomografia a emissione di positroni, saranno all’avanguardia. Particolare attenzione, naturalmente, alle neuroimmagini, cioè alla visualizzazione su monitor dell’attività cerebrale. Il consorzio sulla Laurentina funzionerà anche da formazione post-universitaria promuovendo corsi di specializzazione accademica di altissimo livello. La cittadella scientifica verrà diretta dal professor Emilio Bizzi, esperto di Snc (Sistema nervoso centrale) tornato apposta dall’America. Sarà coadiuvato da Antonino Cattaneo che ha lavorato con la Levi Montalcini sul fattore di crescita nervoso.  (20-4-05)
 
 
8 – Il Mattino
San Carlo, tutto esaurito per la laurea a Muti
Dopo gli interventi delle autorità accademiche, la lezione-concerto con l’orchestra Cherubini In programma Haydn e Beethoven
Donatella Longobardi L’appuntamento è per le 17.30, al San Carlo. Ma Riccardo Muti, che torna oggi in città per ricevere la laurea honoris causa in Lettere moderne dall’Università Federico II, arriverà in teatro qualche ora prima. Il maestro ha infatti convocato in sala i giovani dell’orchestra Cherubini per una breve prova della lezione-concerto che terrà durante la cerimonia. In programma la Quinta di Beethoven e la Sinfonia n. 94 in sol maggiore «La sorpresa» di Haydn, la stessa che Muti aveva diretto nell’ultimo concerto napoletano al San Carlo con la Bayerische Rundfunk. Certamente il maestro introdurrà le due sinfonie spiegandone lo spirito e l’interpretazione, ma non è chiaro se ne eseguirà solo dei brani. Nella rigida scaletta diffusa dal Rettorato, infatti, la lezione-concerto di Muti dovrebbe durare circa cinquanta minuti. Solo dopo ci sarà il conferimento della laurea. Nessun intervento «esterno», dunque, solo un rito accademico. La cerimonia sarà aperta da un breve intervento del rettore della Federico II, Trombetti. Quindi è previsto l’intervento del professor Antonio Nazzaro, preside della facoltà di Lettere e Filosofia. La laudatio accademica è affidata al professor Renato Di Benedetto che di Muti è amico dagli anni dei comuni studi musicali alla scuola di Vincenzo Vitale. Un maestro che ha segnato una generazione di musicisti napoletani che si sono fatti strada nel mondo, da Muti a Michele Campanella, Carlo Bruno, Laura De Fusco. Naturalmente il momento più atteso è quello della lectio magistralis di Muti. Una lezione straordinaria, visto che il maestro ha voluto accanto a sé un’orchestra per mostrare le sue doti di didatta. Ma che non è una novità per i suoi fans, visto che anche con la Cherubini qualche mese fa a Piacenza ha inaugurato l’attività del nuovo ensemble con una lezione-concerto. Una formula che gli consente di interrompere l’esecuzione, ma anche di far capire al pubblico come nasce una sua interpretazione. D’altronde la Cherubini è un organismo giovane, fatto di giovani (tutti hanno meno di trent’anni), tutti italiani e di scuola italiana arrivati a far parte della compagine dopo durissime selezioni. Muti li coccola e s’interessa di ognuno di loro e, dopo l’addio alla Scala, li ha chiamati per sostituire parte dei programmi previsti anche al Ravenna Festival, la manifestazione curata da sua moglie, Cristina. E sia la signora Cristina che un gruppo di dirigenti della manifestazione romagnola, di ritorno dalla Libia dove è previsto il viaggio dell’amicizia di quest’anno, saranno questa sera al San Carlo. Un teatro stracolmo, e gli inviti sono andati a ruba. Quelli che resteranno fuori potranno assistere alla cerimonia su un maxischermo montato nell’angolo di piazza Trieste e Trento attiguo al teatro. Ieri mattina era sorto un piccolo giallo perché sembrava che dall’entourage di Muti fosse arrivato un divieto, invece in serata tutto s’è risolto positivamente. Eliminata, invece, la diretta su RaiSat Nettuno. (20-4-05)
 
 
 
10 – Il Tempo
LUISS Pier Luigi Celli verso l’incarico di direttore generale
PIER Luigi Celli potrebbe essere nominato oggi nuovo direttore generale della Luiss, la Libera Università degli Studi di Roma. È in programma infatti una riunione del Cda dell'Università che, a meno di sorprese, dovrebbe scegliere il nuovo Dg e prossimo membro del cda presieduto da Luca Cordero di Montezemolo. Tempi più lunghi invece per la scelta del nuovo rettore, dopo le dimissioni di Adriano De Maio. (20-4-05)                                                                                                                                                            
 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie