Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 April 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 17 – Cagliari
Università. Lunedì l’assegnazione delle nuove 15 aree di gestione
Decolla il nuovo corso dell’Ateneo
L'ateneo cagliaritano si riorganizza ed entro lunedì saranno assegnate le quindici aree dell'amministrazione universitaria. Scalpitano i quindici dirigenti che hanno vinto il concorso, tra i timori di essere spostati di area ci competenza e la speranza di essere assegnati a un ufficio piuttosto che a un altro. Ieri, nella seduta del consiglio di amministrazione, si è chiuso l'iter burocratico del riordino delle attività amministrative. Ora si aspetta solo l'ufficializzazione da parte del rettore delle nomine. Il nuovo assetto, approvato dal Cda dell'ateneo, prevede un prospetto con quattro grandi coordinamenti: Relazioni esterne, Attività amministrative, Didattica, Personale. Quindici le aree che compongono i coordinamenti. Tra gli uffici più importanti ci sono soprattutto quelli che interessano gli studenti, e il funzionamento della macchina universitaria. Con il nuovo progetto si introduce la Direzione per le relazioni e le attività internazionali: oltre ai progetti europei (Erasmus, Leonardo, Tempus e Alfa) sarà cura dell'ufficio sostenere la ricerca internazionale, e chiudere protocolli d'intesa e convenzioni con le Università internazionali. L'area per le Relazioni con il territorio e lo sviluppo avrà il compito di dialogare con gli interlocutori regionali, in particolare con imprese private, centri di ricerca e il Parco scientifico e tecnologico Polaris, oltre alla ricerca di fondi nelle misure del Por Sardegna. Resta, ma da solo, l'Ufficio per l'orientamento e l'occupazione (informazione sui corsi di studio, stage, e aiutare nell'inserimento lavorativo i laureati), mentre avrà autonomia quello per la comunicazione e la multimedialità (relazioni con il pubblico, sportello telematico, sito Internet dell'ateneo). Tasse, segreterie studenti, spese di finanziamento, contatto con le dieci facoltà: queste le funzioni importanti che controllerà la direzione per il coordinamento delle attività amministrative decentrate. Sempre per gli studenti, quelli laureati, sarà di aiuto l'Ufficio per la didattica e le attività post lauream, mentre tutto quello che riguarda la ricerca sarà di pertinenza dell'area della ricerca scientifica e dei progetti finalizzati. Anche le biblioteche e le aule informatiche saranno gestite da una direzione indipendente. Completano la rivoluzione amministrativa universitaria la Direzione finanziaria, per le opere pubbliche e gestione del patrimonio, per i contratti e le forniture di beni e servizi, per il reclutamento e la gestione del personale, per lo sviluppo delle risorse umane, per gli affari generali, legali e i servizi elettorali, per le reti e i servizi informatici. Ora manca solo l'abbinamento delle aree con i dirigenti.
Matteo Vercelli
 

 
2 -  La Nuova Sardegna
Cagliari
BOCCIATO
Pellegrini non sarà professore
 CAGLIARI. Intervenuto due settimane fa a un convegno all’Auditorium di piazzetta Savoia, l’assessore comunale alla cultura Giorgio Pellegrini ha fornito al pubblico un dato fondamentale: «Ho tremila libri, non so più dove metterli». Ebbene: la lettura o il semplice possesso di tremila volumi non è bastata all’assessore espresso da Alleanza nazionale per superare il concorso che doveva finalmente portarlo da associato sulla cattedra di Storia dell’Arte contemporanea. Resterà ricercatore, farà le sue chiarissime lezioni e gli studenti continueranno a chiamarlo professore, un titolo che non è riuscito a raggiungere. L’ambitissima cattedra è andata a Giuliana Altea, i cui titoli hanno convinto la commissione più di quelli presentati da Pellegrini. L’assessore alla cultura non ha avuto neppure la consolazione del posto d’onore: prima di lui anche una collega, considerata outsider. Insomma: terzo, malgrado l’ampiezza sconfinata («i libri hanno una loro fisicità» aveva osservato acutamente al convegno) della sua biblioteca personale.
 Invitato a fare l’assessore dal sindaco Emilio Floris su esplicita indicazione di Alleanza nazionale, Pellegrini aveva sorpreso il mondo accademico accettando di far parte dell’amministrazione. Lui, aspirante cattedratico appassionato di architetture del ventennio e seguace di Marinetti, sembrava lontanissimo dall’idea di confrontarsi con problemi così miseri come i contributi alle imprese dello spettacolo e i concerti di capodanno. Niente di più sbagliato: preso possesso dell’ufficio, il professore ab aeternis in pectore si è dato da fare su ogni fronte, compreso quello aeronautico. Memorabile l’allestimento della trasvolata di Roland Garros su Cagliari, un evento ai più ignoto di circa ottant’anni fa che l’assessore ha voluto ricordare senza badare a spese. Poi apprezzabili mostre d’arte visiva e una comprensibile riluttanza a occuparsi di scartoffie d’ufficio. Con tremila libri esposti in casa, il pensiero dev’essere quello di tornarci quanto prima possibile. (m.l)
 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 – Sassari
Il professore venuto da Framura e diventato sassarese doc... o quasi
 
“Framula quasi ferra mula, perché le vie sono aspre e sassose..”. Così scrive nel 1537 Agostino Giustiniani riprendendo l’interpretazione toponomastica data da Jacopo Bracelli qualche decennio prima. Forse Dante ha presente la nostra costa quando dice ‘Tra Lerici e Turbia la più diserta, la più rotta ruina...’. Vediamola, questa rotta ruina. Le falesie del Porticciolo alle quali si abbarbicano nelle valli più incise impenetrabili leccete, poi una lunga spiaggia, poi un’insenatura scavata nella verde serpentinite, ed infine scogliere di giganteschi cuscini di lava rossa, estrusi milioni di anni fa da migliaia di metri sotto il livello del mare. Ma risalendo dal mare il paesaggio si fa di un’infinita dolcezza. Incontreremo l’ulivo e la vite, ma anche il fico e il limone e ovunque si trovi acqua una miriade di orti, spesso minuscoli. Ed infine, nella conca di monte Serro, un maestoso castagneto, l’unico in tutto il levante quasi a strapiombo sul mare”.
 Il levante è il Levante ligure. E Framura, che oggi è un paesino con poco più di settecento abitanti, è il paese da cui erano scesi a Genova, prima di andare per i mari di mezzo mondo a cercare fortuna, gli antenati di Mario Da Passano, l’amico sassarese di adozione che abbiamo perduto in questi giorni. In quel borgo di strette mura (fra mura come vicoli di campagna) i genitori di Mario tornavano quattro mesi all’anno. E Mario ci ha passato lunghi pezzi d’infanzia. Il paese dell’infanzia non è un paese come tutti gli altri. Ti resta appicciato dentro, è come un grembo che anche solo a pensarlo, da lontano, sembra ti accolga come l’abbraccio della mamma. Di quello, forse, più che di Genova aveva nostalgia Da Passano. Raccontava storie del paese molto divertenti, e forse si divertiva anche ad inventarle. Quella che gli piaceva di più ricordava che a qualche miglio da Framura c’è Passano. E di lì venivano certi conti da Passano che, raccontava Mario, ogni tanto dicevano di essere cugini della sua famiglia: e la sua famiglia, proletaria per nascita, biografia e scelta ideologica, si rifiutava di riconoscere la parentela.
 Da Framura - ma, meglio, dall’Università di Genova - Mario Da Passano era venuto ad insegnare Storia del diritto italiano nel 1974. Era a Sassari da quasi una vita: soprattutto se la vita è breve come quella che il destino gli ha riservato. Sassarese la moglie, sassarese il figlio, sassaresi tanti colleghi che sono stati con lui a insegnare a Scienze politiche (ma non lo avevano dimeticato i colleghi di Genova, che sono venuti in tanti ai suoi funerali, né i colleghi di ogni altra parte d’Italia, vicini in tanti modi in un momento come questo). Sassarese era quasi per nascita, per l’ironia con cui guardava il mondo: del resto, dice che nel dna dei sassaresi ci sono le tracce di quei genovesi che vennero a comandarci con podestà e cumpagnones dopo averci fatto firmare, nel 1294, una convenzione che diceva: “E che a nessun pisano sia permesso di abitarci”. Aveva una sua scrivania nel grande appartamento di Casa Segni dove ora sta il Dipartimento di Storia: lavorava dietro una sfilata di libri, guardava il mondo come da una pacifica trincea. Di lui si dice già che non abbia bisticciato con nessuno, mai detta una parola cattiva su un collega. Forse sassarese non gli era riuscito di diventare del tutto.
 
 
 
  
4 – Corriere della sera
LOS ANGELES
L’annuncio: «Realizzata la fusione fredda»
Creata la fusione a freddo. Forse. La Ucla, Università di Los Angeles, ha annunciato di aver riprodotto in laboratorio la fusione nucleare a freddo, anche se, dicono gli autori dell’esperimento, la quantità di energia prodotta è ancora troppo poca per rispondere ai bisogni energetici del Pianeta. Nonostante ciò, secondo gli esperti, l’esperimento della Ucla può essere considerato credibile: «Hanno usato un metodo provato e vero: non ci sono misteri fisici», ha detto David Ruzic, professore di ingegneria nucleare e plasmare dell’Università dell’Illinois. Nell’esperimento della Ucla, gli scienziati hanno messo un cristallo in grado di generare un forte campo elettrico in una camera vuota riempita solo di gas deuterio. Poi, lo hanno riscaldato: il campo elettrico che si è creato ha generato un irradiamento di atomi carichi di gas che hanno colpito un bersaglio vicino, imbottito di altro gas. La fusione a freddo c’è stata quando alcuni degli atomi del gas attivati dal cristallo si sono scontrati e fusi con quelli del gas del bersaglio e insieme hanno prodotto dei neutroni. L’esperimento però non ha creato maggiore energia di quella iniziale, cosa che avrebbe reso la scoperta una enorme conquista. «Raffineremo la tecnica - ha sostenuto Seth Putterman, uno degli autori dell’esperimento - per realizzare ad esempio generatori portatili di neutroni da usare nell’estrazione del petrolio o nel controllo di bagagli e merci negli aeroporti».
 
 
 
6 -

Questionnaire and social

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