Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 May 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 44 – Sassari
Sassari. In Italia Elena Mazzeo è l'unico professore ordinario donna di Medicina legale
Una dottoressa in prestito all'Fbi
Molti casi di nera risolti grazie ai suoi studi sulla dentatura
Taglio corto e sfilato, capelli castani addolciti da fili di luce, occhi verdi, inquieti. Orecchini leggeri, niente di eccessivo. Poche concessioni alla femminilità, ma essenziali. Nessuno vedrebbe questa bella signora lavorare per vent'anni attorno a un tavolo di autopsia, fare da consulente per l'Fbi, dare un nome a un corpo sfigurato. Prima donnaElena Mazzeo è stata una delle prime donne in Italia a diventare medico legale, ora è l'unico professore ordinario donna di Medicina legale della Penisola. Una vita professionale esplosa in Sardegna, anche se accento e toni rivelano una toscanaccia, di quelle che non le manda a dire. Insegna a Sassari, «ma mio padre ogni volta che rientro a casa mi dice, oh bimba ma che cosa insegni?Babbo, gli dico io, se me lo chiedi a cinquant'anni mi avvilisci. Lui d'altronde voleva che facessi il medico della Asl». Lei invece no, voleva fare il medico legale. Quando una donna si iscrive in medicina si pensa alla pediatria, alla medicina di base. «E pensare che fino a 19 anni avevo terrore dei morti. A 24 invece andai all'istituto di medicina legale. "Fatemi vedere di che cosa si tratta", dissi. "Lei è pazza - mi aveva risposto il responsabile - Non avrà né giorno né notte, è un lavoro schifoso. Non è roba da donne"». Quell'anatomopatologo senza saperlo, aveva suonato le corde giuste e si era ritrovato davanti un mastino. «Mi preparo da sola, pensai». Sacrifici«Per una cosa, quel medico, aveva ragione: le ferie - ride la professoressa - I miei primi cinque giorni di libertà li ho presi dopo quattro anni. Vado in campagna dai miei. Il giorno dopo mi chiama il mio maestro e mi dice "Bene, il tuo giorno di ferie l'hai fatto. Mi hai preparato quel lavoro?". Il suo lavoro era già pronto». Al concorso per la scuola di specializzazione in medicina legale pochissime donne: alla fine aveva sfornato due medici legali. Oggi negli istituti sono in prevalenza donne. «A quei tempi erano stipate nei laboratori. E anche oggi non è semplice imboccare strade che non siano stereotipate: quello universitario è un mondo dominato da figure maschili». Momenti difficili«Il momento più difficile? i primi anni. Facevo il mio lavoro in un reparto di pediatria. Una cosa durissima, hai a che fare costantemente col dolore peggiore. Alla mia sesta autopsia in una settimana, il mio maestro mi aveva tirato via: ora basta, mi aveva detto. E il mio lavoro era proseguito altrove». «Per il resto no, stare in mezzo ai casi di cronaca non mi ha mai creato problemi. D'altra parte - e ride - non ero mica una bambina normale. Da piccola scrivevo libri gialli. Li facevo così incasinati che alla fine non trovavo mai l'assassino». L'FbiDa grande invece qualche assassino lo trova per davvero, o meglio lo trovano gli inquirenti, grazie al suo lavoro, che ha interessato persino l'Fbi. «Ora mi occupo esclusivamente di responsabilità professionale. La collaborazione con l'Fbi risale ad anni fa. Siamo stati tra i primi a capire che mandibola e denti potevano funzionare meglio delle impronte digitali, per svelare l'identità di un corpo irriconoscibile. Avevamo in istituto un odontoiatra. Può essere utile per le autopsie, abbiamo pensato. Negli anni 90 iniziamo a studiare i parametri tecnici, le comparazioni del cranio di persone diverse: alcuni si assomigliavano a tal punto da poter sembrare uguali. Ma i denti no, non esistono due dentature identiche». I denti sono di importanza fondamentale, per riconoscere le vittime di un incendio o di un disastro aereo. È l'unica parte del corpo indistruttibile. Di qui la scheda dell'Fbi che però deve essere supportata dalla raccolta dei dati odontoiatrici: in Italia ancora non esiste. E se non c'è, bisogna muoversi caso per caso e sperare nella fortuna: cioè di trovare il dentista giusto, quello che aveva in cura la persona ora scomparsa. Csi all'italiana«Ma non si parla solo di risolvere omicidi: si pensi alle rapine - svela Elena Mazzeo - Se una telecamera funziona, e un rapinatore lascia intravedere i denti, questo tipo di studi può rivelare l'identità del rapinatore. Un aiuto decisivo può venire anche per i delitti a sfondo sessuale: molte violenze riportano i segni di un morso. È come mettere la firma su un cadavere. Le impronte le puoi cancellare, i segni lasciati da un morso no». «In Sardegna, grazie a due protesi dentarie, eravamo risaliti all'identità della vittima, uccisa e poi bruciata. Di quel corpo, a parte i denti, non era rimasto nulla. Identificarla sarebbe stato impossibile». Mentre la sua padroncina parla, Tina ringhia. Ne ha abbastanza, di quel colloquio in casa sua. Tina è una cagnetta, ma tutti qui in istituto la chiamano il direttore: «L'ho trovata due anni fa al canile e da allora mi segue anche qui». BilanciNessun rimpianto per la professoressa, vita da single ma senza esagerare. «Se mi fermo un attimo penso che potevo fare di più, ma "sono giovane", pensavo, c'è tempo. Poi invece il tempo passa». «La mia vita è questa ma mi piace anche fare altro: adoro stare a tavola, chiacchierare con gli amici. Ascoltare barzellette. E parlare di politica. Mi piace anche camminare sulla spiaggia: rimugino, rimugino poi vengo qua, in istituto. "Mi è venuta un'idea", dico a voce alta. E tutti mi insultano».
Patrizia Canu
 
 
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 44 – Sassari
Un convegno sull'errore in corsia
Un convegno sulla responsabilità del camice bianco, e quindi le difficoltà operative del medici di medicina generale. Si è parlato dell'errore in corsia ma anche delle sue conseguenze in un virtuale caso giudiziario, con tanto di sostituto procuratore, di avvocati e di giudice. Sala gremita, ieri, alla Camera di commercio, al corso di aggiornamento sulla responsabilità medica e gli aspetti giuridici e medico legali che l'accompagnano, direttore del corso la professoressa Elena Mazzeo. Il tema era di quelli scottanti, senz'altro fra i più sentiti nell'ambito della sanità. Il timore di sbagliare, le responsabilità del medico nel contratto collettivo nazionale. E dopo il danno, l'accertamento della colpa nel diritto e nella giurisprudenza: ogni aspetto del problema è stato sviscerato nel corso della giornata, grazie a esperti in camice bianco e togati. Il corso dell'Università di Sassari, Istituto di medicina legale e di medicina del lavoro, è stato reso possibile grazie alla collaborazione dell'Ordine dei medici, degli Ordini forensi di Sassari e Tempio.
 
 
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 19 – Cagliari
Università. In arrivo due nuove mense
Due mense per gli studenti a meno di cento metri dalla facoltà di Ingegneria e dal polo giuridico-economico di viale Fra Ignazio e un punto ristoro nel corso Vittorio Emanuele. L'Ersu si prepara a potenziare il servizio per gli studenti dell'Università di Cagliari, ma anche a introdurre delle importanti modifiche in un settore di vitale importanza. Sono sempre numerosi gli studenti fuori sede che utilizzano mense, così come docenti e personale; si resta sempre più a lungo nelle facoltà e c'è la necessità di razionalizzare il servizio. Per questo accanto a quelle di via Premuda, piazza Michelangelo, della cittadella di Monserrato e della casa dello studente in via Trentino, saranno aperte altre tre mense. Non si sa ancora quali locali (in affitto) ospiteranno quelle di Ingegneria e del Polo giuridico ed economico; sarà la sede dell'Ersu, invece, a riservare una caffetteria per gli studenti che potranno recarsi nel corso Vittorio Emanuele. «Ci siamo trovati di fronte a costi elevati e a un numero di cuochi, dipendenti della Regione, enorme rispetto al servizio erogato ? spiega Sabina Contu, del cda dell'Ersu ?. Così o si aumentava l'offerta oppure si doveva arrivare alla liquidazione dei dipendenti. Si è scelta la prima strada, anche per razionalizzare il servizio. Contiamo infatti di aumentare il numero di persone che si rivolgeranno alle mense Ersu». Nell'ultimo semestre del 2004 in via Premuda sono stati distribuiti circa 173.915 pasti (il 50 per cento gratuiti, per il resto costi che variano da uno a tre euro), mentre nella mensa di piazza Michelangelo si è arrivati a 102 mila. «In entrambi i casi gli studenti più numerosi sono quelli di giurisprudenza, economia, scienze politiche, ingegneria e del polo umanistico di Sa Duchessa ? aggiunge Contu ?. Per questo si è puntato a due nuovi punti ristoro nelle vicinanze di queste facoltà». Sono in corso le istruttorie per completare l'affitto dei locali. «Oltre al servizio mensa si creerà un vero centro di ricreazione urbana ? anticipa il consigliere dell'Ersu ?. Non solo ristoro dunque, ma anche intrattenimento e luogo per socializzare». E in futuro anche il progetto di creazione di bar notturni per studenti universitari, gestiti da cooperative studentesche.
Matteo Vercelli
 
 
4 – L’Unione Sarda
Pagina 25 – Cagliari
università La festa dell'Europa nei locali di via Trentino
Sfida del sapere, studiare da europei: è il tema dell'incontro in programma promosso per domani dall'Area didattica e orientamento dell'Università che si svolgerà nei locali di via Trentino. La manifestazione si divide in due diversi momenti: la mattina, dalle 10 alle 13, si sviluppa la riflessione sul tema della dimensione europea della formazione. La sera, dalle 20 alle 24, ci sarà una serata d'intrattenimento musicale curata da giovani universitari. L'apertura dei lavori è alle 10.20, al cine teatro Nanni Loy di via Trentino, con un intervento del rettore Pasquale Mistretta e l'arcivescovo Giuseppe Mani. Interverranno lo storico Francesco Cesare Casula e Pierre Veerougstraete, responsabile del personale della Selor, una società belga specializzata nella selezione del personale. Si prosegue nel pomeriggio, alle 14 a Villa Asquer, con una conferenza dal titolo: "Il menù della fratellanza globale". Dalle 20, serata musicale di beneficenza con i gruppi Accettiamo di diventare cavalli, Ink Lake, Contrabbanda, Non solo Ippocrate, Le bestie feroci e i Chichimeca.
 
 
 
5 – L’Unione Sarda
Pagina 34 – Provincia di Cagliari
Pula. Ritrovamento archeologico di grande importanza
Dal mare di Nora riaffiora una parte del foro romano
Si pensava che ogni sua traccia fosse andata perduta a causa dell'azione di erosione da parte del mare e che quindi le sue strutture originarie fossero impossibili da rintracciare. Un grande ritrovamento ha però capovolto ogni teoria: l'unico lato sconosciuto del foro romano di Nora è stato individuato e si trova sott'acqua a pochi metri di distanza dalla battigia. La scoperta è stata fatta venerdì dall'equipe di studiosi dell'Università di Padova guidata da Jacopo Sonetto, docente di Archeologia e storia dell'arte greca e romana, con la collaborazione di Andrea Ghiotto e Marta Novello: «La bassa marea ha offerto le condizioni ottimali per il rinvenimento, e un'immersione subacquea, in seguito allo spostamento di pietre e massi, ha portato alla distinzione della struttura», evidenzia Sonetto. Il foro di età tardo repubblicana, che si estendeva a sud verso il mare, superava l'attuale linea di costa e si trovava al di sopra di un terrazzamento, di cui ora si può stabilire il limite. La preziosa testimonianza di età romana è da ricondurre alla seconda metà del I secolo a.C. e consiste in un cavo di fondazione: «In questo preciso punto - prosegue Jacopo Sonetto - si trovava una struttura muraria in blocchi di pietra che, possiamo sostenerlo con assoluta certezza, chiudeva il perimetro del foro». In quest'area è probabile che sorgesse anche una basilica o comunque un edificio dalle finalità simili. Anche se sott'acqua, le strutture del cavo sono visibili e si può seguire il rettilineo del lato meridionale che va a incontrare quello orientale, dove si trovano i resti dell'antico porticato. Un corridoio colonnato è stato infatti riconosciuto da diversi anni e chiude proprio il lato est. Si delinea quindi sempre più chiaramente l'antico impianto del fulcro civile, religioso e commerciale della Nora romana, che era inoltre caratterizzato dalla presenza di due ingressi monumentali, uno dei quali accanto al portico, attraverso cui si accedeva al lastricato della grande piazza. Le nuove scoperte all'interno dell'area forense non si limitano però al solo periodo romano: «I livelli di terreno sottostanti hanno restituito in diversi punti delle strutture di epoca fenicia del VII e VI secolo. Le attestazioni più interessanti sono quelle che si trovano nella zona sud: si tratta di ambienti adibiti forse a magazzini e dei resti di un'imponente muratura realizzati con grossi blocchi di pietra». Anche in altre parti del foro, ad esempio nel lato settentrionale e in quello orientale, sono stati riconosciuti chiaramente livelli di età fenicia: «È estremamente significativo evidenziare che sicuramente le costruzioni fenicie sorgevano su un'area molto ampia e che quindi ci troviamo davanti al più esteso ritrovamento di quel periodo». Sono infatti pochi i centri della Sardegna che hanno restituito impianti abitativi o a destinazione commerciale del periodo dei fenici.
Mariangela Lampis
 
 
 
6 – L’Unione Sarda
Pagina 18 – Cagliari
L'ha assicurato l'Ersu anche se martedì scadranno i contratti per i volontari del servizio civile
«I dieci studenti disabili non resteranno soli»
L'Ersu non lascerà soli i dieci studenti disabili che abitano nella Casa dello studente di via Trentino e che hanno bisogno di una costante assistenza per potersi spostare. Dopo le preoccupazioni espresse dai ragazzi nei giorni scorsi - dovute al fatto che martedì scadranno i contratti per i volontari del servizio civile che li assistono attualmente - sulla questione interviene direttamente Sabina Contu, componente del consiglio di amministrazione dell'ente. L'impegno«Stiamo lavorando per evitare che il servizio si interrompa anche solo per un giorno ? spiega il consigliere - non abbiamo nessuna intenzione di lasciare soli i ragazzi e d'altra parte per noi parlano i fatti. Come gli studenti sanno bene ci siamo sempre distinti per questo servizio. E faremo di tutto per mantenerlo. Certo ci sono da fare i conti con i costi. Un servizio in appalto esterno costa tantissimo, ma se in attesa di un progetto a più ampio raggio ci sarà da ricorrere a questo lo faremo ugualmente. L'idea è quella di puntare sul volontariato europeo, ma la questione è legata anche al fatto che non esista una legge regionale che preveda somme per l'assistenza ai disabili come invece accade nelle altre parti d'Italia, dove le regioni hanno accesso a dei fondi specifici. Vogliamo continuare ad offrire adeguata assistenza a tutti i disabili che abbiamo all'interno dell'Università». RichiesteDal canto loro gli studenti rivendicano i 125 mila euro che l'ente aveva previsto di utilizzare: «Su questa cifra abbiamo esibito il bando ufficiale e dunque stiamo facendo affermazioni incontestate e incontestabili ? sottolineano Pierfrancesco Lostia e Anna Busia - gli obiettori finiranno il proprio servizio entro e non oltre il 10 e il 13 Maggio. Ciò per via delle licenze, riconosciute dalla legge, ancora a loro disposizione. Ribadiamo come già dal primo Gennaio la gran parte di noi versi già in situazione precaria e alcuni, almeno due ragazze, siano senza alcun accompagnatore. Il dieci e non il venti maggio questa situazione sarà identica per tutti». Difficile se non impossibile invece che, come richiesto dai ragazzi in una recente lettera inviata all'Ersu, gli venga riconosciuto un sussidio di 500 euro da gestire in prima persona per un accompagnatore: «Una soluzione da adottarsi fino alla fine di Luglio - avevano proposto - e che è certamente più conveniente di tutte le altre in senso economico e di sicurezza». I fondiSabina Contu su questo non è possibilista: «Sarebbe disuguaglianza nei confronti degli altri. Questi ragazzi hanno già una borsa di studio e se diamo altri fondi per loro dovremo farlo per tutti. Ci stiamo ponendo il problema in modo serio e vogliamo pensare a tutti i disabili dell'Università non solo a dieci. Ogni anno si spendono 100 mila euro per l'assistenza di 8 disabili, una cosa che vogliamo continuare a fare ma in modo organico risolvendo i problemi alla radice e non andando avanti con provvedimenti tampone. Se hanno tolto gli obiettori non è certo colpa nostra. Siamo in carica da un anno e subito ci siamo accreditati con successo per avere questo servizio. Ora scadranno i contratti ma stiano tranquilli che l'assistenza continuerà nel migliore dei modi». Gianluca Zorcolo
 
 
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Domani convegno e concerto a Villa Asquer 
Una festa all’università per sentirsi europei
 CAGLIARI. Allargare i propri orizzonti e le proprie competenze, per essere davvero cittadini europei, e stare bene come a casa anche quando ci si sposta in qualsiasi paese dell’Unione. Saranno questi i temi su cui batterà domani la Festa dell’Europa 2005, il mega evento organizzato dal Settore relazioni estere dell’Università di Cagliari, per festeggiare i 55 anni dell’Europa comunitaria. ‹‹Gli europei di oggi - si legge in una nota del Settore relazioni estere dell’università - per sentirsi a casa propria nell’Europa del lavoro e delle professioni devono sviluppare profondità del sapere e larghezza degli orizzonti nel fare››. Come dire che è necessario acquisire precise competenze linguistiche, relazionali e decisionali.
La giornata di domani comincerà alle 9 e 45 nella sala “Nanni Loy” della casa dello studente di via Trentino. Apriranno i lavori il rettore dell’ateneo, Pasquale Mistretta, e l’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Mani. Poi via agli interventi su temi che passeranno dalla necessità di “Studiare da europei per costruire un demos europeo”, a “Come diventare protagonisti del mercato europeo del lavoro e delle professioni”, passando per l’Europa delle pari opportunità e i giovani europei e la comunicazione.
 Ospiti d’onore saranno alcuni ‹‹testimoni europei d’eccezione››, giovani impegnati ogni giorno nel dare il loro contributo verso lo sviluppo e il benessere sociale degli europei. A partire dalle 20 la festa si sposta nella sede del Settore relazioni estere di villa Asquer, per una serata di musica e divertimento legata alla beneficenza.
 Protagonisti saranno i gruppi: “Accettiamo di diventare cavalli”, “Ink lake”, “Non solo Ippocrate”, “Le bestie feroci” e “Chichimeca”. (s.z.)
 
 
 
8 – Corriere della sera
Ieri in piazza Campo de’ Fiori la prima manifestazione nazionale della categoria
Protesta dei restauratori: «Servono più scuole»
Mille adesioni per sottoscrivere altrettante cartoline da inviare al Ministero dei Beni e Attività Culturali per avere «più scuole di formazione da aggiungere a quelle riconosciute», ovvero l’Istituto Centrale del Restauro di Roma e l’Opificio delle pietre dure di Firenze. Per questo, ieri centinaia di restauratori di Roma e Lazio si sono dati appuntamento in piazza Campo de’ Fiori per la prima iniziativa nazionale pubblica organizzata dai sindacati Fillea Cgil, FilcaCisl e Feneal Uil. Una manifestazione composta e significativa: i restauratori hanno atto valere le loro ragioni, spiegando anche ai passanti le ragioni di una protesta che è legata anche al disinteresse degli organismi che dovrebbero favorire e dfendere la professionalità della categoria.
«Ogni anno in Italia si formano solo quaranta restauratori ufficialmente riconosciuti - spiega Sandro Grugnetti, segretario generale Fillea Cgil Roma e Lazio - ma ci sono altre centinaia di aspiranti professionisti che si formano attraverso corsi non riconosciuti. Per questo noi chiediamo che venga allargato al più presto il bacino di formazione alle Università e alla Regione e che, soprattutto, vengano riconosciuti i crediti di formazione fin qui acquisiti»
«In Italia attualmente ci sono trentamila restauratori - conclude Grugnetti - di cui diecimila solo nella città di Roma. Di questi, l’80 per cento sono donne al di sotto dei quaranta anni. La stragrande maggioranza non ha riconosciuta la qualifica di restauratore. Ma noi diciamo che non è possibile che la formazione al restauro resti appannaggio esclusivo degli Istituti Centrali, agevolando lo sfruttamento di alte professionalità a basso costo».
«Condivido e sostengo le ragioni dei sindacati del settore Restauro - ha detto il vicepresidente della Provincia e assessore alla Formazione professionale, Rosa Rinaldi - che ha portato a indire mobilitazioni in tutta Italia sulle problematiche dei lavoratori del comparto di cui quella romana rappresenta una tappa di tutto rilievo».
 
 
 
 

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