Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 May 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 - LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 6 - Sardegna
Alghero: ora che c’è l’Università mancano gli alloggi per gli studenti 
Il prossimo anno accademico saranno 650 a frequentare Architettura e Scienze del mare 
ALGHERO. Soltanto qualche anno fa immaginare Alghero Città Universitaria, oltre che turistica, era un sogno. Si pensava alle solite enunciazioni di buoni principi, a progetti destinati a vivere nei cassetti. Ma nel giro di qualche anno quel sogno, di qualità, si è realizzato.
Alla riapertura dell’attività didattica del prossimo settembre, per l’anno accademico 2005/2006, saranno 650 gli studenti che frequenteranno i corsi di laurea di architettura (450) e di scienze del mare e delle produzioni marine (200). E si parla anche della possibilità di corsi di specializzazione in medicina (ortopedia e traumatologia?).
La presenza universitaria nella città catalana oltre a determinare situazioni di prestigio e di legittimo orgoglio, ha indubbiamente provocato favorevoli ricadute anche per l’economia locale.
La città ha risposto a questa importante presenza sul fronte strutturale, anche se con i tempi della burocrazia, e dal prossimo settembre la facoltà di architettura potrà essere ospitata nei locali ristrutturati dell’ex asilo Sella in via Garibaldi. Ambienti spaziosi e funzionali, già consegnati al preside, professor Vanni Macciocco nei giorni scorsi. Si tratta di tre piani per un totale di 1.800 metri quadri, 15 aule per lezioni, attività di laboratorio, servizi e uffici. Ma nonostante questa nuova e importante disponibilità, la facoltà continuerà a essere divisa in due plessi, l’altro è quello dell’ex orfanotrofio di via Principe Umberto. Sta decisamente peggio la facoltà di scienze del mare che è ubicata nel palazzo del Pou Salit, in pieno centro storico, ma chiaramente insufficienti. Si pensi che per l’attività di laboratorio gli studenti debbono raggiungere l’ateneo a Sassari. L’Università ha già proceduto all’acquisto delle attrezzature che al momento sostano in un magazzino in attesa di trovare casa di tipo operativo.
Anche la società consortile per i servizi universitari, organismo di supporto importantissimo per l’organizzazione di tutta la logistica legata all’attività didattica, tarda a decollare. Superate le questioni della statuto, già indicato anche il presidente, il capogruppo di Forza Italia, Gianfranco Becciu, la società in questione continua a restare una scatola vuota o, peggio, un oggetto misterioso.
Tornando ai 650 studenti che frequentano le due facoltà, gran parte dei quali giunge dall’esterno, va segnalato un altro «latitante», l’Ersu.
Gli studenti in questione per quanto riguarda il loro soggiorno in città, sono affidati al libero mercato, alla ferrea logica della domanda e dell’offerta che determina pesanti ripercussioni economiche a carico delle loro famiglie. Non esiste infatti una struttura pubblica in grado di ospitare i giovani, una casa dello studente, e per libero mercato debbono intendersi affitti esosi. Tra l’altro, man mano che si va a regime con i corsi di studio, il numero degli studenti è destinato a crescere e quindi i prezzi di mercato per l’affitto di immobili sono destinati a raggiungere quotazioni selvagge. L’aspetto che determina qualche curiosità e che oltre all’immobilismo dell’Ersu, non si manifesta in città nessuna iniziativa imprenditoriale privata che, in sinergia con Comune e Università, affronti e risolva il problema del soggiorno ad Alghero degli studenti che frequentano le due facoltà, sottraendoli così alle logiche di un mercato sempre più oneroso.
Intrapresa che, tra l’altro, avrebbe anche importanti risvolti di remuneratività dell’investimento.
In questa partita dunque la città catalana si dimostra piuttosto «ingrata» nei confronti del polo universitario: dopo aver brigato a lungo per ottenere l’insediamento delle facoltà, ancora non riesce a soddisfare le esigenze di soggiorno degli studenti.
Gianni Olandi 
 
2 - LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 14 - Cronaca
ARCHITETTURA URBANA 
«Cagliari, una capitale senza idee» 
Una nuova associazione ripensa la città e propone una strada alternativa 
CAGLIARI. Il caso Poetto, con il disastroso ripascimento, e la sabbia puntualmente sparsa per strada? È il tipico esempio di ciò che succede quando gli interventi non sono supportati da studi seri, o quando piuttosto che vedere cosa di bello si può fare realmente si preferisce decidere secondo altre logiche.
 Non si tratta di polemica, il loro è solo un punto di vista che vuol essere costruttivo. Loro sono i giovani dell’associazione d’architettura “Might”, un gruppo di laureandi e neolaureati in Ingegneria, che hanno deciso di promuovere una nuova sensibilità verso le problematiche dell’architettura cittadina.
 Ci sono riusciti nei giorni scorsi alla Cittadella dei musei, in occasione della premiazione di “Kalaritime 2”, concorso fotografico in cui protagonista è stato il paesaggio urbano, con i suoi scorci più insoliti, le tracce del passato a volte dimenticate eppure sempre lì presenti, i dettagli dell’edilizia cittadina, spesso sfuggenti a un occhio distratto. Per la cronaca ecco i nomi dei vincitori, i primi due dei quali decretati da una giuria qualificata, il terzo votato dal pubblico che in questi giorni è andato a visitare la mostra delle 106 foto in concorso.
Il primo classificato è Antonio Barranca, con la foto denuncia sull’incuria del centro storico “Muro maestro”. Secondo posto per Cristian P. Coll, con “Viaggo a nessuna parte”, suggestivo paesaggio cittadino visto da un treno in corsa. Terzo posto invece per Marcello Pilia con la foto, scattata dal colle di San Michele, “Oltre il Castello, pioggia di stelle”.
 Ma al di là del concorso in sé, è la motivazione da cui ha avuto origine a creare attenzione: ‹‹Volevamo vedere - dice Marco Calabretta, presidente dell’associazione Might - come la città è percepita dai cittadini››. Curiosità legittima, dato che per questi giovani il concetto d’architettura è ben diverso da quello canonico: ‹‹Al giorno d’oggi - dice Lucio Altana, altro componente dell’associazione - l’architettura non è più qualcosa che s’alimenta di sé stessa. Noi la vediamo come una materia “fluida”, aperta alla società contemporanea. Una sorta d’antenna pronta a captare i mutamenti sociali››.
 E allora, da questo punto di vista così curioso, ecco uno spaccato della città. L’esempio fatto prima del Poetto non è il solo. Vogliamo parlare del parco del Molentargius? ‹‹Ora comincerà ad operare - osserva un’altra socia, Alessandra Cireddu - ma per troppo tempo tra i vari comuni coinvolti c’è stato disaccordo. Senza contare che si è operato per tasselli, e non in base a un piano organico››. Ancora: il Largo Carlo Felice. ‹‹Poco tempo fa il Rotary club ha lanciato un concorso per la sua risistemazione - dicono dall’associazione - Perché deve intervenire il Rotary, e non ci ha pensato prima il Comune?››.
 Insomma, per la “Might” c’è una cosa che deve essere chiara: l’architettura urbana è qualcosa di serissimo, e perché la città sia davvero un gioiello è necessario che le diverse opere abbiano alle spalle una ricerca seria, che poggino su basi solide, che non siano solo di facciata.
 ‹‹Purtroppo però per Cagliari non è così - commenta Davide Fois - vuole essere capitale del Mediterraneo, ma interventi poco oculati spesso non la rendono neppure la capitale della Sardegna››.
 Che fare, dunque? L’associazione ha pronto un consiglio: ‹‹Bandire - dice - un concorso d’idee ogni volta che ci sia da fare qualcosa ››.
Sabrina Zedda
 
3 - LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 15 - Cronaca
ORANI 
Gemellaggio con la Germania nel segno di narcisi e peonie 
ORANI. Tarda serata di venerdì scorso, visita ad Orani della delegazione tedesca in occasione del gemellaggio del narciso e della peonia, due fiori che caratterizzano rispettivamente, le montagne tedesche della valle dell’Olef, situata al confine con il Belgio, e le cime del Gennargentu e del Monte Gonare. Un gemellaggio all’insegna della natura, teso a valorizzare le zone in cui i due fiori germogliano, organizzato dalla Comunità Montana in collaborazione con le amministrazioni di Orani e Fonni, con la Facoltà di Botanica dell’Università di Sassari, con l’Ente Foreste e con il Club Alpino Italiano. Il sodalizio iniziato nel 2004 si è consolidato nell’aprile scorso, quando la delegazione sarda si è recata a Neuerbach, in Germania, per la 25º edizione della festa del narciso. In questi giorni, invece, una rappresentanza tedesca, guidata dal professor Wolfang Schumacher, docente di Geobotanica all’università di Bonn, è stata ospite nei paesi di Orani e Fonni.
Durante la permanenza ad Orani, il gruppo è stato accompagnato dal professor Ignazio Camarda in un’affascinante escursione lungo l’itinerario naturalistico del Monte Gonare, seguita poi dal pranzo, a base di specialità locali, nel santuario campestre dello Spirito Santo. La delegazione ha potuto visitare inoltre anche alcuni monumenti archeologici della zona, tra cui il nuraghe Urrana. Infine, nel tardo pomeriggio, all’auditorium comunale si è svolto il concerto in cui si sono esibiti il coro Monte Gonare e il gruppo musicale tedesco Eifel, cui sono seguiti i saluti del Franco Pinna e dell’ex Pasquale Sulis, e lo scambio dei doni. La delegazione, che si è dichiarata entusiasta per calorosa accoglienza.
Andreina Zichi
 

4 - CORRIERE DELLA SERA
Da domani al Museo della scienza e tecnologia una settimana con spettacoli, attività interattive ed esperimenti. «Gli studenti saranno i protagonisti»
 Ricerca scientifica in crisi. «Il rilancio deve partire dalle superiori»
In calo le matricole a fisica e biologia, poche offerte ai laureati, fuga dai laboratori. «Bisogna appassionare i giovani, la scuola deve trovare nuove idee»
Poche matricole nelle facoltà di fisica e biologia, aziende che limitano le assunzioni dei ricercatori, dottorandi che fuggono dagli atenei e dai laboratori italiani. La ricerca scientifica dichiara lo stato di crisi. «Pochi investimenti, poco interesse, poche possibilità», denunciano scienziati e presidi di facoltà. E la scuola corre ai ripari. Cercando di appassionare i più giovani al «bello della scienza». Anche Milano ci prova. Con convegni, manifestazioni, dibattiti, premi (mercoledì il gruppo Bracco assegnerà in Assolombarda il riconoscimento «La scuola che ricerca»). E con «Scienza under 18», il progetto educativo che da domani a venerdì sarà ospitato dal Museo della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci.
L’iniziativa, che si pone come obiettivo quello di promuovere il sapere scientifico tra i ragazzi, nasce dall’accordo tra ministero dell'Istruzione e sei scuole di Milano e provincia che hanno fatto della ricerca un elemento caratteristico della loro offerta formativa.
In programma, la presentazione delle esperienze realizzate dagli studenti (in tutto 85 progetti, 106 classi espositrici, 3 mila visitatori previsti), spettacoli teatrali di carattere scientifico, laboratori multimediali e interattivi, esperimenti su biotecnologie tradizionali, avanzate, genetica, microscopia e microbiologia. Il momento più atteso della manifestazione sarà la gara finale di robotica, venerdì alle 14.30: i robot programmati in classe dovranno percorrere una pista superando diversi ostacoli.
«Sarà una settimana - spiega Fiorenzo Galli, direttore generale del Museo - molto divertente. Gli studenti saranno i protagonisti di tutte le attività, vogliamo appassionarli. Questo, poi, è l’anno della fisica: per l’occasione avremo un ospite speciale, Ugo Amaldi».
Sarà proprio Ugo Amaldi, ricercatore del Cern di Ginevra, autore di testi di fisica, a incontrare i ragazzi durante il loro «simposio scientifico»: «Cercherò di trasmettere loro l’idea che senza ricerca non si costruisce la società moderna».
Il ricercatore è durissimo: «Viviamo in una società - dice - che fa primeggiare l’immagine e il guadagno facile rispetto alla difficoltà dell’attività culturale. Quindi: o si risveglia l’interesse dei giovani per la scienza e le sue applicazioni, o non solo non avremo alcun tipo di sviluppo, ma nemmeno cittadini capaci di partecipare a una società scientifica avanzata».
Tra i promotori del progetto, pronti a illustrare agli adulti i lavori svolti durante l’anno, ci saranno anche i ragazzi della scuola media Rinascita, istituto che ha ideato, nove anni fa, «Scienza under 18». Precisa il preside, Piero Calascibetta: «Da sempre cerchiamo di individuare percorsi che migliorino i processi di apprendimento. Da nove anni crediamo in questa iniziativa che nasce da un approfondito lavoro di ricerca».
Anche l’ufficio scolastico regionale partecipa alla manifestazione: «Scienza under 18 - aggiunge il direttore Mario Dutto - è un ottimo esempio di collaborazione tra le scuole. Ed è nostro dovere incoraggiare iniziative del genere. Questo metodo di lavoro, con tante esperienze laboratoriali, può essere una buona soluzione per avvicinare i ragazzi alla cultura scientifica».
Ma Amaldi aggiunge: «Tutti questi progetti dedicati alla scuola vanno bene, ma serve qualcosa di più. Penso a un investimento di lunga scadenza. Non si può pensare che un dottorando guadagni meno di mille euro al mese. Ma finché lo Stato spende lo 0.6 per cento del Pil per la ricerca e l’industria lo 0.4, non si potrà andare molto lontano».
Annachiara Sacchi
 
6 - CORRIERE DELLA SERA
TEATRO
Milano. L’Università Statale celebra i 30 anni del Crt
Sulle sue scene sono passati grandi artisti del teatro, da Kantor a Paolini e altri. Il Crt-Centro di Ricerca per il Teatro compie trent’anni e la Statale di Milano gli dedica una settimana di incontri sul lago di Garda. Tra gli ospiti, con il direttore artistico Sisto Dalla Palma e il professor Paolo Bosisio, Gabriele Vacis, Renato Gabrielli, Elena Bucci. L’archivio storico del teatro è (www.teatrocrt.org). (c.c.)
 

Questionnaire and social

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