Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 May 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 35 – Sassari
Il preside contro lo studente provocatore
È nemico della facoltà di Leggi. All'inaugurazione dell'anno accademico ha ridicolizzato la didattica a distanza, parlando di "lezioni al videocitofono", e guai a lui se si avvicina al Quadrilatero di viale Mancini. Giovanni Lobrano, preside di Giurisprudenza, usa parole di fuoco. Quell'attacco gratuito alla teledidattica e alle lezioni in videoconferenza non gli è piaciuto per niente. Nessuno ha nominato Giurisprudenza, ma lo sanno tutti che è l'unica ad aver attivato quel servizio. Perciò si scusi ufficialmente Giuseppe Bertotto, rappresentante di tutti gli studenti dell'ateneo nel consiglio di amministrazione dell'Università, considerato «pregiudizialmente ostile» nei confronti di Leggi. Scuse mai arrivate, Bertotto stia alla larga o verrà considerato anche un irresponsabile e un provocatore. Potrebbe sembrare uno scherzo, invece è tutto scritto e protocollato su carta intestata alla facoltà di Giurisprudenza. Tutto in una lettera che il preside Giovanni Lobrano ha inviato lo scorso 5 maggio al rappresentante degli studenti in senato accademico e per conoscenza al rettore. «In occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico il signor Giuseppe Bertotto ha ironizzato pesantemente sulla didattica a distanza svolta dalla nostra Facoltà», scrive Lobrano. Un attacco ingiustificato, tanto più che «il pensiero del signor Bertotto è opposto a quello degli studenti che dovrebbe rappresentare», insiste il preside nella lettera approvata dal consiglio di Facoltà. A essere precisi, la guerra a suon di carte intestate tra il preside Lobrano e lo studente Bertotto era iniziata già da prima. Il 22 febbraio, quando in un'altra missiva il professore aveva denunciato il fatto, aveva dichiarato la disponibilità a discutere sull'utilità o meno della didattica a distanza e aveva «chiesto comunque le scuse del signor Bertotto per la forma inaccettabile» di quell'intervento fatto davanti al governatore Soru e a una folla incredibile di docenti, autorità, studenti e rappresentanti vari della società civile. Ma le scuse non sono mai arrivate e allora Lobrano e il consiglio di Facoltà hanno deciso di tornare all'attacco, chiedendo al rappresentante degli studenti nel senato accademico di chiedere a Giuseppe Bertotto di non avvicinarsi neanche alla sede di Leggi. «Poiché sono imminenti le elezioni universitarie e la Facoltà si appresta ad attivare in un'aula del Quadrilatero il proprio seggio - è la richiesta - le chiedo di provvedere affinché eventuali attività dei rappresentanti degli studenti nel seggio siano svolte da persone diverse dallo stesso signor Bertotto». Altrimenti, «la sua presenza verrebbe a ulteriore gratuita provocazione». Detto in altre parole, stia alla larga, «anche al fine di evitare situazioni conflittuali nel seggio, con rischio per lo svolgimento delle elezioni».
Gian Mario Sias
 
 
 2 – L’Unione Sarda
Pagina 37 – Cultura
Architetti under 50 tra utopia e disillusione
Alla Triennale di Milano un viaggio nell'affascinante (virtuale) territorio della Qualità
Fino al 12 giugno, alla Triennale di Architettura di Milano, una selezione degli architetti che non abbiano superato i cinquanta anni di età e classificati per provenienza accademica, sotto il titolo ufficiale "Ricerca Formazione Progetto di Architettura ? Architetti italiani under 50". Un criterio non banalmente anagrafico, lontano dalla semplicistica definizione di "giovani architetti", quanto di appartenenza a un paio di generazioni di transizione, di passaggio tra l'epoca delle grandi utopie urbane e l'epoca del pragmatismo e della disillusione alla quale sembriamo ormai destinati. Il quadro presentato è di grande interesse perché consente di valutare, allo stesso tempo, l'influenza del processo formativo, le sue conseguenze sui modi del fare architettura e lo stato delle correnti di pensiero nel panorama dell'architettura italiana contemporanea. E, da questo quadro, emerge immediatamente il profondo mutamento verificatosi negli ultimi decenni nel sistema della cultura, e non solo di quella architettonica. Pur raggruppati per scuole di provenienza, gli architetti che espongono sembrano risentire poco o nulla di questa provenienza, quanto, piuttosto, delle grandi tendenze internazionali che finiscono per prevalere, come direzioni di riferimento, sulla personalità dei maestri direttamente responsabili, nelle facoltà universitarie, della trasmissione del mestiere, delle capacità professionali. Lo star system, il mondo florido dell'editoria, la pratica dei concorsi, sembra imporsi, nell'era della comunicazione e della globalizzazione, sullo scambio personale tra allievo e maestro. Questo non vuole essere un giudizio di merito ma il punto di partenza per una riconsiderazione del mestiere dell'architetto, del suo rapporto con la scuola, con la committenza, con la collettività. Il valore delle opere presentate è molto elevato, sia per contenuti compositivi che per qualità di realizzazione, con una omogeneità territoriale che unisce, senza sostanziali differenze, il Nord al Sud. L'attenzione posta alla forma sostituisce, nella totalità dei progetti, la tensione morale che costituì la velleitaria aspirazione delle generazioni pre e post belliche che hanno preceduto gli architetti che espongono oggi. E, se questo spiazza chi ha attribuito forse eccessivo potere al ruolo dell'architettura negli equilibri sociali, allo stesso tempo riporta la discussione dentro confini disciplinari meglio definiti consentendo una più puntuale verifica tra intenzione e risultato. Abbandonato il terreno delle certezze ideologiche e dell'ambiguità della loro ricaduta sul mestiere, le scelte di campo si spostano verso l'adesione a visioni sempre più pluralistiche e frammentarie della composizione, della tipologia, della morfologia. Il risultato di questo spostamento è la perdita di una identità generale, anche tra architetti provenienti dalla medesima Facoltà, in una Babele di linguaggi che spazia dal rigore archetipale ereditato dalla scuola di Tendenza, fedele ai silenzi metafisici di Aldo Rossi e di Giorgio Grassi, agli eleganti riferimenti al nuovo International style e ai maestri, antichi e nuovi, del movimento moderno. Ma se, al di là dell'appartenenza a questa o a quella tendenza, vogliamo trovare una linea comune tra tutti i contributi alla mostra, indicherei il grande rigore intellettuale che caratterizza ogni progetto esposto, il rifiuto di ogni coup de théâtre compositivo o tecnologico, confermando la tendenza che contraddistingue dal secolo scorso una ipotetica scuola italiana di architettura. Non emergono, così, personalità capaci di rimettere ogni cosa in discussione, di avviare nuove ed impreviste linee di ricerca, di indicare inaspettati orizzonti poetici, ma una riflessione concreta e collettiva fatta di contributi misurati e prudenti. Dalla nostra ottica isolana, e ormai solo apparentemente isolata, è di grande interesse e prestigio la presenza, oltre che di progettisti sardi e di opere realizzate in Sardegna, della Facoltà di Architettura di Alghero, di recente istituzione che, non potendo ancora presentare una selezione di propri laureati, propone i progetti di propri giovani docenti e collaboratori. Si evidenziano i progetti per una abitazione nel centro di Monserrato, di Massimo Faiferri, il restauro della Chiesa parrocchiale del Rosario ad Alghero, di Giorgio Peghin, la sistemazione del sito archeologico di Tharros a Cabras, di Gianfranco Sanna e Sebastiano Gaias, la cripta della Chiesa di San Michele Arcangelo a Sagama, di Francesco Spanedda, la cappella nel complesso di San Giuseppe a Roma, di Adolfo Virdis. E, al di fuori della scuola algherese, i progetti di Efisio Pitzalis, per il giardino pubblico comunale di Aversa, di Andrea De Eccher per il Lazzaretto di Sant'Elia a Cagliari, di Marco Brandolisio, Giovanni Da Pozzo, Massimo Scheurer e Michele Tadini, per il parco telematico di Tiscali a Cagliari, Sa Illetta. Progetti eterogenei per ispirazione ma accomunati dalla capacità di inserirsi ai più alti livelli della dialettica disciplinare internazionale. Il percorso tra le architetture esposte alla mostra milanese "Architetti italiani under 50" rappresenta un viaggio nell'affascinante territorio della Qualità. Viaggio affascinante quanto virtuale, sfortunatamente, poiché questo territorio non coincide con il paesaggio urbano all'interno del quale, quotidianamente, ci muoviamo. La grande assente, nell'immagine complessiva offerta da questa rassegna, è la città. Assente non per responsabilità degli architetti. Né assente per localizzazione delle opere, che pure, in molti casi, alla città appartengono. La città è assente perché essa stessa, e la comunità che la città incarna nelle sue pietre e nei suoi mattoni, sembra vivere, oggi, un distacco incolmabile dalle ragioni dell'architettura. Il più profondo, il più meditato dei progetti di architettura si involve inevitabilmente su sé stesso se la città è incapace di accoglierlo nella configurazione di relazioni tipologiche e morfologiche, antropologiche ed economiche, che la definiscono. Questa è la grande sfida dell'architettura contemporanea, riuscire a rientrare da protagonista nella dialettica della formazione urbana, riappropriandosi della capacità di dialogare con le istituzioni e rappresentarle, sottraendo la città al meccanismo elementare della pura e semplice addizione delle abitazioni. Forse il momento è nuovamente maturo per reintrodurre, all'interno della qualità formale, la tensione morale e civile dell'architetto.
Aldo Vanini
 
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 37 – Cultura
Il centro di documentazione delle donne Una giornata su Eleonora D'Arborea e un affresco inedito a più mani
Una giornata di studi dedicata ad Eleonora d'Arborea all'interno delle celebrazioni su Sa Die de Sa Sardigna. Si terrà giovedì dalle 9,30 alle 13 e dalle 15,30 alle 18 nella sala Nanni Loy dell'Ersu di via Trentino e proporrà, anche attraverso la presentazione di una pubblicazione, un'inedita lettura a più voci della personalità della grande giudicessa, al di fuori degli stereotipi ai quali siamo abituati. A curare giornata e volume, il Centro di documentazione donne di Cagliari che ha accolto con grande interesse la proposta dell'assessore regionale alla cultura Elisabetta Pilia. Presieduto da Annalisa Diaz, il Centro di via Lanusei è un nodo importante della rete informativa nazionale LILITH. Da quasi trent'anni impegnato nella raccolta e nello studio di materiale documentario sulla storia, la cultura e la politica delle donne. Per studiare la Judicissa trasformata in eroina ed eletta ad emblema del popolo sardo in cerca di identità, per delineare la sua figura al di là delle esaltazioni agiografiche e di maniera, ha coinvolto nell'iniziativa altre donne. Donne "sapienti", che hanno cercato di rintracciare il pensiero di Eleonora, le sue relazioni pubbliche e private, il contesto nel quale è maturata la sua esperienza, analizzato il suo tratto nella gestione del potere, ed anche il significato del dolore per la sua morte. Il risultato è un interessante affresco a più mani (Rita Meloni, Maria Teresa Guerra Medici, Barbara Fois, Michelina Masia, Maria Giovanna Piano, Gabriella Da Re e Giulio Angioni) che restituisce l'immagine di una donna sovrana, saggia legislatrice, umana con tutti. Le indicazioni di lettura sono di Grazia Loi. Al dibattito (coordinato da Giovanna Cerina, commissione cultura del consiglio) partecipa anche l'assessore Pilia e il presidente Soru, oltre alle studiose coinvolte e alla giornalista Rai Anna Piras. Per le donne del Centro il momento celebrativo si accompagna alla decisione, meditata nel tempo, di dedicare a Eleonora (alle 19) la sala di via Lanusei nella quale si realizzano gli incontri e si rafforzano le relazioni con le donne e gli uomini interessati a costruire conoscenza.
 
 
4 – L’Unione Sarda
Pagina 19 – Cagliari
Delfini e balenottere al microscopio
Scienziati cagliaritani e tunisini uniti per studiare i cetacei
Dieci giorni in mare per studiare i grandi cetacei, ma soprattutto per verificare quanto i delfini della specie Tursiops truncatus (per intenderci la stessa dell'ormai famoso Flipper) incidano sull'attività di pesca andando a "rubare" triglie e scorfani ammagliati nei tramagli calati lungo la costa. Il progettoL'indagine la condurranno da oggi e fino venerdì 27 i ricercatori del Dipartimento di Biologia sperimentale, sezione Fisiologia generale dell'Università di Cagliari, in stretta collaborazione con i colleghi dell'Istituto nazionale di Scienze e tecnologia del mare della Tunisia. Un progetto di studio coofinanziato dalla Regione e dai programmi dei paesi in via di sviluppo che consentirà di dare risposte certe e di valore scientifico al fenomeno - denunciato da molti anni dagli stessi pescatori - sull'impatto che i piccoli cetacei hanno sulle reti da posta artigianali. Non solo. La biologa«Andremo a indagare anche un tratto di mare del canale di Sardegna dove sono state individuate "cellule" di acqua fredda individuate con il satellite Telegis dell'Università, vaste zone dove la temperatura è inferiore alle aree circostanti e dove è particolarmente alta la presenza di nutrienti e di zooplancton, la dieta alimentare delle balenottere», spiega Federica Maggiani, ricercatrice dell'Università di Cagliari e responsabile scientifica della campagna. «In effetti lo studio sulle balenottere comincerà proprio sul versante sud-occidentale della Sardegna, al largo dell'isola di San Pietro, mentre quello sui piccoli delfini e la loro interazione sugli attrezzi da pesca partirà praticamente da subito, dalle coste di Cagliari per proseguire lungo i litorali meridionali e verso ovest». Poi ancora verso sud, per raggiungere Tabarca e caricare a bordo i ricercatori nordafricani. Insieme, sardi e tunisini, continueranno a solcare questo tratto di Mediterraneo puntando la lente d'ingrandimento della scienza sui tursiopi ma anche su altre specie come le stenelle, i delfini comuni, i globicefali, i grampi. Mentre potrebbe anche diventare realtà, soprattutto nelle acque profonde al largo di Carloforte, l'incontro con i giganteschi capodogli. Il santuario«Sabato - dice Maggiani - saremo a Tunisi per un seminario sui cetacei, ma subito dopo riprenderemo il mare per continuare la campagna. Siamo convinti che anche il canale di Sardegna e comunque il versante meridionale del Merditerraneo, tra la Sardegna e la costa del Nordafrica sia altrettanto interessante da studiare come quella tra la nostra Isola, la Corsica, la Liguria e la Francia, dove è stato istituito il santuario internazionale dei cetacei. Ebbene, anche se sarà necessario avere una ricca documentazione scientifica per supportare l'idea di un ampliamento del santuario anche al versante meridionale del Bacino, noi siamo convinti che ne valga davvero la pena». Insomma, il veliero dei biologi ha preso il mare. E adesso serviranno dati, dati e ancora dati per capire. Per tentare di scoprire altri segreti che i mammiferi marini si portano dietro nelle profondità del Mediterraneo. Quei comportamenti che hanno per esempio portato i tursiopi a risparmiare energie andando a guadagnarsi il cibo, in modo ben più semplice, nelle maglie delle reti da pesca anziché insidiare i pesci in acqua libera.
Andrea Piras
 
 
 
5 – L’Unione Sarda
Pagina 19 – Cagliari
La migrazione degli squali plumbei
In una baia in Turchia la sala parto dei "grigi"
Non sono rari neppure in Sardegna. Anzi, tra gli squali che ogni tanto finiscono ammagliati accidentalmente nelle reti da pesca, i "grigi" (Carcharinus plumbeus) sono tra i più numerosi. Maschi e femmine conducono una vita quasi completamente separata, per incontrarsi solo quando è tempo di accoppiarsi. Ma il futuro, per questo formidabile predatore del Mediterraneo e dei mari tropicali e temperati di tutto il mondo, non sembra essere particolarmente favorevole. Per questo due donne, due studiose del "Progetto Medshark", Eleonora De Sabata (coordinatrice) e Simona Clò (responsabile scientifico e ricercatrice dell'Icram), hanno deciso di studiare a fondo la specie per tentare di acquisire sempre maggiori conoscenze indispensabili per la tutela di questi selaci che in età adulta raggiungono di due metri di lunghezza. La spedizione è cominciata domenica e si concluderà il 6 giugno. Di fatto le studiose torneranno in una baia della Turchia che tengono sotto stretta osservazione da ben quattro anni. Una caletta che sembra particolarmente gradita alle femmine del Carcharhinus plumbeus che ne hanno fatto una vera e propria nursery, una sorta di sala parto con tanto di asilo nido. «L'unica - spiegano le ricercatrici - conosciuta in tutto il mondo». L'obiettivo principale della spedizione Medshark 2005 è il "pedinamento" delle migrazioni annuali di tre squali mediante sofisticati strumenti satellitari. Gli esemplari verranno marcati con i "Pop-up tags", potenti chip in grado di registrare le rotte di questi animali in Mediterraneo. «Dopo alcuni mesi - spiegano Eleonora De Sabata e Simona Clò - i tag si staccheranno automaticamente dal dorso degli squali , saliranno in superficie e, mediante la trasmissione dei dati al satellite, comunicheranno la rotta degli squali ai nostri computer». Una sorta di e-mail dagli abissi in grado di descrivere la strada subacquea dei tre selaci plumbei. Quest'anno, poi, al fianco delle due studiose, ci sarà anche Ramon Bonfil, uno dei massimi ricercatori di squali al mondo e membro del World conservation Society e consulente della Fao. A. Pi.
 
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 28 - Sassari
UNIVERSITÀ 
Cresce la preoccupazione tra i laureandi di Architettura
  ALGHERO. C’è agitazione tra gli studenti della facoltà di Architettura di Alghero. Preoccupazione e malcontento serpeggiano tra i prossimi laureandi nei due corsi di laurea attivati in Scienze dell’architettura e Pianificazione territoriale. A poco meno di un mese dalle prime lauree, gli studenti sono già preoccupati per il loro futuro. Sembra infatti che non ci sarà posto per tutti nel biennio di specializzazione, necessario per divenire architetti a tutti gli effetti.
 Solo i migliori con un curriculum del triennio con medie di esami alte potranno ambire a superare la selezione per l’accesso al numero limitato di posti per il biennio di specializzazione.«Quando ci siamo iscritti le cose non ci erano state spiegate in questo modo - scrive in un documento il neo costituito comitato studenti d’architettura - ci era stato riferito che tutti avremmo avuto la possibilità di iscriverci anche al biennio di specializzazione e che l’eventuale test sarebbe stato pro-forma. Oggi non sembra così». C’è da sottolineare che molti studenti hanno scelto Alghero per diventare architetti rinunciando a fare i bagagli per il continente. C’è anche chi è ritornato da Firenze, Genova, Torino per studiare in città dove la neonata facoltà di architettura garantiva e garantisce una preparazione di alto livello. Ora non per tutti sarà possibile ottenere la laurea specialistica in architettura e per molti quindi si preannuncia l’emigrazione in una facoltà della penisola per concludere gli studi. Una vera beffa secondo il Comitato studenti di architettura che non si arrendono e cercano il dialogo. «Se le regole sono queste che vengano applicate solo a chi si iscrive dal prossimo anno accademico - continuano gli studenti - in modo che agli studenti venga illustrata veramente bene l’impossibilità di garantire per tutti la conclusione del ciclo di studi di cinque anni. Per coloro invece che si laureeranno quest’anno e nelle prossime sessioni, visto che le garanzie nel 2002 erano di diverso avviso, venga quindi garantito l’accesso al biennio specialistico.» La protesta degli studenti è solo all’inizio e a breve sarà coinvolto anche il Magnifico Rettore dell’ateneo sassarese, professor Alessandro Maida. (s.o.)
 
 7 – La Nuova Sardegna
Pagina 44 - Cultura e Spettacoli
Cagliari, il grande architetto parla dei suoi progetti su via dei Fori imperiali e sul Campidoglio 
Il Colosseo? È un’incompiuta
Un convegno e una mostra dedicati Carlo Aymonino 
ANDREA MASSIDDA
 CAGLIARI. Avviare una riflessione critica dell’attuale ricerca sul paesaggio in Sardegna, ma anche promuovere l’istituzione di una facoltà di Architettura a Cagliari. Una facoltà di cui si sente sempre più l’esigenza e che nascerebbe - cosa piuttosto insolita - da un’istanza di Ingegneria. Con questi obiettivi venerdì pomeriggio, nell’aula magna del Dipartimento di architettura di via Corte d’Appello, ha preso il via il progetto «Cagliariarchitettura». Primo appuntamento, un convegno al quale hanno partecipato due nomi illustri del mondo dell’architettura e della critica dell’arte: Carlo Aymonino, docente di Architettura all’Università di Venezia, e Francesco Moschini, docente di Storia dell’architettura ad Ascoli e fondatore e direttore della celebre rivista «Aam».
 Aymonino, 79 anni, romano, accolto quasi come una rockstar dai tanti studenti che gremivano l’aula, ha illustrato in particolare i suoi ultimi progetti, non tutti realizzati. Come il «Colosso di Nerone», ad esempio, una mastodontica statua di trentatre metri da sistemare, a Roma, tra il Colosseo e il Tempio di Venere. Oppure la sua rivoluzionaria idea di eliminare, sempre a Roma, la via dei Fori imperiali, l’arteria che collega il Colosseo con la Piazza di Spagna.
 «Quando partirono i lavori di quel grande viale, Mussolini immaginava una Roma con i boulevard parigini, ma senza tener conto della peculiare urbanistica della città - ha detto Aymonino -. Io invece eliminerei quello stradone ricollegando i fori e magari ricostruendo il tempio di Marte Ultore nel Foro di Augusto, recuperando le nicchie semicircolari del Foro Traiano ed effettuando una parziale ricostruzione del Foro di Cesare. L’intera area centrale potrebbe essere dotata di chioschi e servizi in modo da renderla vivibile».
 Per suggellare l’opera, poi, Aymonino propone da tempo di completare l’ellisse esterna dell’anfiteatro Flavio. Il dibattito è più che mai aperto.
 Tra le realizzazioni che invece si potranno ammirare entro la fine dell’anno, c’è la trasformazione di una sala del Museo del Campidoglio. L’intento è quello di dare una sistemazione adeguata all’unica statua equestre di epoca romana: quella di Marco Aurelio.
 «Tutte le altre statue equestri furono fuse - ha spiegato ancora l’architetto Aymonino - mentre questa si salvò perché si riteneva che raffigurasse Costantino, il primo imperatore cattolico».
 Da parte sua, il critico Francesco Moschini ha raccontato l’esperienza architettonica italiana dal dopoguerra a oggi “leggendo” le premesse, il contesto e il ruolo dei lavori di Ayomonino. Sempre per celebrare l’architetto romano, alla Cittadella dei musei di Cagliari è stata allestita una mostra di trenta disegni del maestro relativi a un’attività progettuale che va dal 1967 ai nostri giorni. «Si tratta di preziosi disegni autografi di grande formato, per lo più realizzati a mano libera - sottolineano Alessandra Fassio e Francesco Moschini, curatori dell’esposizione -. Disegni che ben rappresentano la poetica e la scuola di Carlo Ayomonino».
 
 
 
8 – La Nuova Sardegna
 Pagina 10 - Attualità
«Vengo a sapere che l’amministratore quasi fallimentare della Fiat, che ha rotto le ... 
  «Vengo a sapere che l’amministratore quasi fallimentare della Fiat, che ha rotto le scatole per ottenere appoggi politici alla sua elezione a Presidente della Confindustria, è diventato “apolitico”. Così, per imporre ai professori della Luiss uno dei suoi amici quale rettore, dice che “non vuole rettori legati a politici”».
Francesco Cossiga
 
 
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Fatto del giorno
Nell’Università
recuperiamo le persone 
Nonsolonumeridimatricola
  Gentile direttore, l’Università, a livello nazionale e qui a Sassari, attraversa un delicato momento di trasformazione: il succedersi di varie riforme, il proliferare di nuovi corsi e il continuo tentativo di adeguarsi al mercato del lavoro testimoniano a gran voce che il vecchio sistema accademico non è più sufficiente a rispondere ai nuovi bisogni. È urgente cambiare. Ma cosa e in vista di cosa? In questa progressiva trasformazione dell’Università in impresa di mercato è altissimo il rischio di ridurre tutto il contenuto accademico in numeri e cifre: oltre a parlare in termini di Cfu, valutazioni in trentesimi, numero di corsi attivi, le varie facoltà si contendono il primato in base al numero di immatricolazioni annuali.
 Si rischia una generale spersonalizzazione non solo del sapere, ma più ancora dei diretti interessati, noi studenti. Domani si svolgeranno le elezioni universitarie presso tutte le sedi dell’Ateneo sassarese: è un momento privilegiato perché noi studenti possiamo esprimere la nostra voce in ciò che più riguarda la nostra vita e formazione. Prendendo al volo l’occasione che l’Istituzione ci ha dato di poterci esprimere, abbiamo creato una lista di amici desiderosi di impegnarsi. Il nome della lista, Nonsolonumeridimatricola, vuole proprio ribadire la nostra identità, quella di essere persone, non riducibili a cifre, e il primato che l’Università deve restituirci se vuole svolgere il suo vero compito. La nostra lista ha come obiettivo la centralità della persona, non delle associazioni: è venuta su dalla disponibilità di persone che si sono incontrate nelle biblioteche, a lezione, durante le file in segreteria, comunque accomunate da una presenza assidua in facoltà. Lo slogan “sostieni chi è presente” sta appunto ad indicare la necessità che l’Università sia rappresentata da chi la vive sempre, non solo in occasione elettorale.
 Il nostro programma è semplice ma realista, volto a tentar di risolvere anzitutto i problemi reali, quelli che già ci sono, non quelli che forse ci saranno domani. Tra i problemi reali, quelli più urgenti: immediata riapertura della mensa di via Padre Manzella; garanzia e fruibilità dei servizi primari della casa di via Verona (acqua calda, lavatrici, etc.); revisione dei criteri di attribuzione delle borse di studio e degli alloggi. Per quanto riguarda la didattica, spesso trascurata eppure punto focale per la formazione: rendere gli appelli mensili una realtà di fatto; ridefinire l’attribuzione dei Cfu delle varie discipline; lavorare per la ridefinizione dei programmi ancora non conformi alla riforma.
 In forza della urgenza di risolvere questi problemi di assoluta priorità chiediamo a tutti gli studenti di sostenerci andando a votare, non rassegnandosi all’idea che tanto niente può cambiare o che, comunque, si tratterebbe di piccoli obiettivi che in fondo non riguardano i personali interessi. Ci siamo voluti candidare non per la presunzione di essere incredibili, ma con la consapevolezza di essere studenti che si impegnano per rendere la nostra Università più umana.
 
 
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
«Quello studente non entri al seggio» 
E’ guerra tra il preside di Giurisprudenza e uno dei candidati
Avrebbe oltraggiato la facoltà definendo «un videocitofono» i corsi a distanza «Questa è censura» 
 SASSARI. Tutta colpa di un videocitofono. Il paragone fatto dal rappresentante degli studenti tra i corsi universitari a distanza e il campanello ipertecnologico non era piaciuto al preside di Giurisprudenza. Il numero uno della facoltà, Giovanni Lobrano, offeso dalle dichiarazioni fatte dallo studente durante l’inaugurazione dell’anno accademico, aveva messo alla porta il ribelle e in attesa di scuse aveva dichiarato giurisprudenza off-limits per il relatore fuorilegge. Giovanni Bertotto, l’irriverente suonatore di campanelli, domani rischia di non entrare nella sede del Quadrilatero, in occasione delle elezioni universitarie.
 Nel suo discorso Bertotto aveva mosso alcuni appunti contro i corsi di laurea via internet promossi dall’ateneo sassarese. Le tele-lezioni dovrebbero consentire a chi non vive in città di poter seguire le spiegazioni dei docenti dal computer di casa. “Sul web non c’è interazione con il docente - aveva dichiarato Bertotto - e le dispense non si trovano sul sito della facoltà. A un anno dalla loro attivazione le lezioni rischiano di restare dei videocitofoni”. Ma l’accusa di essere delle cyber-schiappe non è piaciuta ad alcuni esponenti dell’ateneo, che hanno investito risorse e pensano di creare anche un master via cavo con la Corsica.
 In una lettera, indirizzata dal preside al rettore, lo studente è definito “persona pregiudizialmente ostile”. La sua presenza il giorno delle elezioni è vista come “un’ulteriore gratuita provocazione”. La forma della performance oratoria è stata giudicata “gravemente offensiva”. Lobrano ha chiesto che il ragazzo, “che ha ironizzato in modo pesante sulla didattica a distanza svolta da giurisprudenza”, gli porga le scuse ufficiali.
 La lettera è stata approvata per due volte dal consiglio di facoltà. Il preside ha ricevuto anche mandato dall’organo dell’ateneo per continuare su questa linea di fermezza.
 Ma la vicenda si complica. Lobrano sostiene di aver ricevuto una missiva di scuse e considera chiuso il caso, Bertotto nega e rilancia. “Non ho offeso nessuno e non devo farmi perdonare per le mie affermazioni. Sarei grato al professor Lobrano se mi porgesse lui le scuse. Ho esercitato il mio dovere di critica in modo costruttivo. Non volevo oltraggiare l’università”. Il preside nella lettera chiedeva che Bertotto, che è candidato nella lista “Forum studentesco”, venisse sostituito per evitare “situazioni conflittuali all’interno del seggio, con rischio per lo svolgimento delle elezioni”.
 Lo scontro tecnologico-istituzionale sembra inevitabile. Il rappresentante scomunicato ha dichiarato che andrà in ogni caso al seggio proibito. “È un mio diritto, ma è anche un mio dovere - continua Bertotto -. Se non lo facessi il voto non sarebbe regolare. Nel discorso fatto durante l’inaugurazione dell’anno accademico non ho mai citato la facoltà di giurisprudenza. Non capisco questo clima censorio”.
 Il preside Lobrano insiste: “Nessun divieto, la sua lettera di scuse mi basta. Per me il caso non esiste, se lui si sente offeso dalle mie dichiarazioni si aprirà un’altra questione”.
Luca Rojch
 
Pagina 21 - Sassari
LA POLEMICA 
«Elezioni da rinviare al 2006» I programmi delle liste
  SASSARI. Le elezioni universitarie si trasformano in battaglia. Colpi proibiti e assalti frontali in una campagna che per ora miete solo vittime. La lista “Progetto lettere e filosofia” lancia pesanti accuse contro i vertici dell’ateneo e le altre coalizioni. Sotto processo è finita la data ballerina del voto. Le urne dovevano aprirsi il 3 maggio. Primo stop. Il rappresentante degli studenti all’Ersu chiede che possano andare ai seggi anche i ragazzi dell’Accademia delle belle arti e del Conservatorio, che utilizzano le strutture dell’Ersu. Lo prevede una legge nazionale del 1990 che la Regione non ha mai recepito. L’assessore Elisabetta Pila dà ragione agli studenti. I comizi elettorali vengono convocati per il 3 maggio. Informati della lettera dell’assessore i vertici dell’ateneo decidono di congelare la data del voto e chiedono una risposta ufficiale dalla Regione. Nella riunione c’erano anche i rappresentanti in carica degli studenti, ma ai candidati di alcune liste, tra cui “Progetto lettere e filosofia”, viene impedito di partecipare. Le urne dovevano aprirsi a giugno. Nuovo stop. Il senato accademico si riunisce una seconda volta e dà il via libera. La Pila invita il rettore a sbloccare il decreto. Il voto viene fissato per il 18 maggio, cioè domani. Ma alle elezioni non potranno partecipare né Accademia, né Conservatorio.
 I rappresentanti di “Progetto lettere e filosofia” sostengono di essere stati emarginati e chiedono un rinvio delle votazioni al 2006 per dare a tutti la possibilità di andare alle urne.
 “Siamo stati esclusi dalla riunione - spiega la rappresentante della lista, Alice Sassu - in cui si decideva il futuro delle elezioni”. Diversa la posizione dell’altra lista “Forum studentesco”. “Nessun ostracismo - spiega uno dei leader, Simone Campus - volevamo che anche Conservatorio e Accademia potessero eleggere i loro candidati”. Il “Progetto lettere e filosofia” punta su un incremento della qualità della didattica, sull’aumento degli appelli e sulla creazione di una assemblea aperta al consiglio del corso di laurea e studenti.
 La lista Nonsolonumeridimatricola nel suo programma chiede la riapertura della mensa di via padre Manzella, la soluzione dei problemi della casa dello studente di via Verona e un nuovo criterio per assegnare le borse di studio. (l.r.)
 
 
 
11 – Corriere della sera
Il titolo accademico a Vasco Rossi
LA LAUREA E LE CRITICHE
La laurea honoris causa conferita l’11 maggio dall’università Iulm a Vasco Rossi è diventata un caso. Un caso milanese, come testimoniano i diversi articoli apparsi sul Corriere , e non c’è stato quotidiano o televisione che non l’abbia commentato. Commenti perlopiù positivi, ma anche qualche critica da parte di alcuni studenti della Iulm ( Corriere , del 13 maggio). I commenti positivi sono scontati: Vasco è un personaggio molto amato da più generazioni. Meritano invece una riflessione, e una risposta, le critiche proprio per la fonte da cui provengono. Due sono in sintesi le critiche e una sola la matrice. Vasco non meritava la laurea perché è un cantante e senza lo spessore culturale di altri cantautori. In più è un trasgressivo, uno che «vuole vivere una vita spericolata» e che non viene considerato un esempio per i giovani. E’ stato quindi scelto solo perché famoso e può apparire ovvia la conclusione: è stata un’operazione pubblicitaria.
Ma Vasco è davvero un cattivo maestro e un personaggio culturalmente insignificante? Nelle cronache si è parlato della presenza di due persone alla cerimonia della laurea di Vasco, Fernanda Pivano e Marco Santagata. La Pivano, critica e scrittrice, ha avuto il merito di tradurre e far conoscere in Italia, oltre a Hemingway, i più grandi scrittori della beat generation, i grandi artisti «maledetti» da Burroughs a Kerouac. Santagata è ordinario di Letteratura italiana all’Università di Pisa e scrittore, vincitore del Premio Campiello 2003. Sia la Pivano sia Santagata sono grandi estimatori di Vasco Rossi e lo considerano un grande artista.
In particolare Santagata, nella sua laudatio ha ricordato come nell’antologia degli ultimi trent’anni del Novecento, appena pubblicata da Alberto Bertoni, Vasco Rossi sia citato, con alcuni cantautori come Fabrizio De Andrè e Francesco Guccini, accanto a intellettuali del calibro di Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini, Aldo Palazzeschi.
Sorpresi? Non è casuale che Vasco Rossi riempia gli stadi non solo di ragazzine adoranti, ma di manager, operai, studenti, professionisti e intellettuali, appartenenti a diverse generazioni. Il suo linguaggio poetico e musicale, il suo stile di comunicazione è evoluto nel tempo ma è rimasto riconoscibile ed efficace: lo ricorda Santagata nel suo articolo sul Corriere dell'8 maggio, che suggerisco agli studenti di leggere.
Certamente Vasco Rossi è molto noto, forse troppo per non insospettire, ma è poco conosciuto il suo valore culturale e, soprattutto, è diverso. Forse troppo diverso come, fatte le debite proporzioni, era stato da alcuni considerato Dario Fo quando aveva ricevuto il premio Nobel.
*Iulm di EMANUELE INVERNIZZI*
 
 
 
12 -  La Repubblica
Affari & Finanza
Sul Web il pensiero di Gobetti I documenti, gli scritti e la rivista "La Rivoluzione Liberale" sono ora disponibili in Rete per la consultazione dagli appassionati di storia
PAOLA FONTANA
I ricercatori, gli studenti universitari o anche i semplici appassionati di storia hanno a disposizione uno strumento in più per conoscere da vicino il pensiero e gli scritti di Pietro Gobetti che, ancora oggi, rappresenta una figura di riferimento nella cultura politica italiana. A quasi ottanta anni dalla sua sospensione, la celebre rivista "La Rivoluzione Liberale" torna infatti a rivivere online, a disposizione di chiunque desideri approfondire la propria conoscenza sugli anni del fascismo e sulla lotta antifascista in Italia nel periodo compreso tra il 1922 e il 1925. Sono quelli anni in cui "La Rivoluzione Liberale" non ebbe vita facile. Più volte sequestrata e oggetto di perquisizioni, fu definitivamente sospesa dal regime fascista nel 1925. Lo stesso Gobetti venne duramente picchiato alla fine del ’25 per morire poi l’anno dopo, a soli 25 anni, in esilio in Francia.
Gli articoli contenuti nei 165 numeri pubblicati durante i 4 anni di vita della rivista sono oggi leggibili in versione integrale sul sito www.erasmo.it/centrogobetti. Un motore di ricerca potente, complesso anche se non del tutto intuitivo, permette di utilizzare una o più chiavi di ricerca combinate tra loro e di avvicinare dunque il testo in differenti modi. E’ possibile, ad esempio, digitare l’autore o il titolo di uno specifico articolo, oppure selezionare un fascicolo e la data di pubblicazione. Per chi si avvicina per la prima volta l’argomento, è forse consigliabile scegliere un argomento tra quelli elencati, ad esempio "guerra e crisi del capitalismo" o "sinistra storica". In questo modo compariranno più articoli, a loro volta ordinabili per data di pubblicazione o per titolo. Con un click sul tasto "ricerca" si ottiene una videata con la descrizione del titolo richiesto, la segnalazione dei legami testuali tra nomi e soggetti e le informazioni relative al fatto che un articolo sia la replica a un altro precedente. A questo punto, due sono le possibilità: l’accesso all'articolo nella sua forma integrale, leggibile e stampabile, oppure la visione dell'intero fascicolo sotto forma di immagine, con l'opzione di poter ingrandire la pagina. Molto utili risultano anche gli indici (degli autori, dei soggetti, dei movimenti politici, dei nomi citati) che permettono una serie infinita di collegamenti nel testo.
Insomma, un meccanismo complesso e ben strutturato sta alla base della "Rivoluzione Liberale" in versione digitale che è stata realizzata modificando il programma ErasmoWeb che viene normalmente utilizzato dalle biblioteche nella gestione dei cataloghi online.
Il Centro studi Piero Gobetti sta anche completando l'acquisizione della biblioteca professionale di Norberto Bobbio, il filosofo di recente scomparso e ritenuto uno dei principali eredi di Gobetti, costituita da un corpus di circa 30mila titoli che è stato mantenuto nella sua organicità. Questa impressionante quantità di materiale può essere visionata online all’indirizzo www.erasmo.it/bobbio.
Il sito contiene anche la bibliografia degli scritti di Norberto Bobbio aggiornata al 2004, e la bibliografia degli scritti più significativi dedicati alla figura e all'opera del filosofo. In entrambe i casi è possibile effettuare ricerche avanzate e consultare direttamente a video il testo stesso di molte opere. Degna di nota è infine la sezione "I grandi dibattiti" che contiene gli interventi di Bobbio sulle più importanti questioni politiche e culturali negli ultimi cinquanta anni, da "Gramsci e la concezione della società civile" alla guerra del Kossovo.
 
 
 
 
 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie