Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 July 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 39 – Gallura
Olbia. Convegno di esperti
La rete aeroportuale unica possibilità dello sviluppo futuro
Il futuro degli aeroporti sardi passa attraverso una collaborazione in rete tra Olbia, Cagliari e Alghero per rendere più appetibile il trasporto aereo. È quanto emerso nel convegno di ieri mattina nell'aula magna dell'università di economia del turismo dell'aeroporto Costa Smeralda, dal titolo, appunto, "Il futuro del sistema aeroportuale in Sardegna". Una tavola rotonda organizzata dalla Geasar e dall'università di Cagliari, che ha avviato una collaborazione con tutti gli scali sardi, riuniti sotto forma di società consortile, per studiarne potenzialità e miglioramenti. Soprattutto dopo l'avvento delle compagnie a basso costo, che hanno decuplicato il numero di passeggeri in soli sette anni e che ora richiedono una rivoluzione del sistema di gestione, flessibile, innovativa e di supporto a quei servizi che il low cost, per garantire tariffe sempre più basse, non potrebbe ovviamente fornire. Ma, a quanto pare, la risposta dal punto di vista infrastrutturale sembra decisamente timida. «È risaputo ? spiega Giovanni Da Rios, docente del politecnico di Milano ? che gli aeroporti siano in ritardo rispetto alla crescita del trasporto aereo nel suo complesso. E con la vitalità dei voli a basso costo si rischia di non riuscire a soddisfare la domanda». Il problema, però, è di tutt'altra entità. E a riportare il discorso su un piano di puro realismo è Francesco Annunziata, professore di costruzione di strade, ferrovie ed aeroporti alla facoltà di ingegneria di Cagliari. «La domanda ? dice ? è se esiste un sistema degli aeroporti o dei porti. No, perché il vero concetto di sistema consiste nel fatto che ad ogni struttura vengano affidate delle funzioni e non semplici logiche di concorrenza». Un intervento acceso, quello del docente, che in poco più di un quarto d'ora demolisce i castelli in aria, gli aeroporti stagionali di Tortolì e Fenosu, di cui si potrebbe fare a meno, rivalutando una rete stradale e ferroviaria che colleghi i centri abitati più distanti con i tre scali principali. «Che senso ha ? aggiunge Annunziata ? aprire due nuovi aeroporti quando ne abbiamo tre che non arrivano a funzionare a pieno regime?». Priorità, dunque, la continuità territoriale interna che rivaluti le strade secondarie e le ferrovie regionali, vettori che potrebbero aumentare il bacino di utenza degli stessi aeroporti, in una logica di interconnessione. «Dobbiamo stare con i piedi per terra ? sottolinea Marco Mazzoli, product manager di Meridiana - raggiungere obiettivi fortemente condivisi da tutte le realtà del mercato, realizzare business plan finanziabili e credibili».
Marco Mezzano
 
 

3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Nuoro
«L’università di successo è la nostra» 
Presentati ieri i nuovi locali costruiti a Funtana Buddia
Russo: «Dimostriamo che Nuoro può avere capacità attrattiva»
  NUORO. L’Ailun cambia sede, acquista un edificio progettato per accogliere gli studenti, e già questo, dice Sergio Russo, è il segno che la libera università nuorese ha vinto la scommessa fatta dodici anni fa, quando è partito il primo master post laurea internazionale in scienza dell’organizzazione. Ma la scommessa si rinnova. Perché, nonostante i tagli dei fondi regionali, l’Ailun si propone come modello di studi «capace di attirare a Nuoro e in Sardegna studenti provenienti dalll’esterno», per dirla ancora con le parole del presidente dell’associazione.
 Via Pasquale Paoli, quartiere Funtana Buddia. L’edificio semicircolare, bianco candido, si fa notare. Intorno è ancora un cantiere ma è facile immaginare un prato verde, fiori, alberi. Quando tutto sarà sistemato, l’aspetto “universitario” sarà ancora più forte. Da due settimane, è la sede della libera università privata nuorese. Mille e 500 metri quadri, modernissimi, contro i 950 della vecchia sede di viale della Resistenza. Gli arredi sono ancora in fase di sistemazione, ma nelle aule si lavora. Venti studenti di scienza dell’organizzazione e venti del master internazionale nel settore turistico, tutti con laurea, seguono i corsi tenuti da insegnanti provenienti soprattutto dalle università statunitensi, anche se non mancano docenti inglesi, australiani, addirittura cinesi. Nomi di prestigio scaglionati nel corso dell’anno. Come Dominick Salvatore, per esempio, economista di livello internazionale e consulente di Onu, Banca mondiale e Fmi. O come Michele Fratianni, della Indiana University, o, ancora, l’ex ministro Piero Barucci e tanti altri.
 Il cambio di sede (e il suo acquisto) è un momento importante per l’Ailun che ieri ha presentato il nuovo edificio agli organi di informazione. Insieme a Sergio Russo, l’assessore provinciale Lorenzo Palermo (che fa parte dell’associazione), il direttore Gian Luca Deriu.
 Prima la presentazione degli edifici e dei corsi, che comprendono anche progetto europeo sulla rete ottica mediterranea finanziato dall’Unione europea e che vede l’Ailun collaborare con istituti francesi, spagnoli, cretesi e israeliani. Poi le riflessioni. «Dopo dodici anni - spiega Russo - abbiamo una sede attrezzata per far fronte a richieste sempre più numerose». Nell’ultimo anno, sono state 238 a fronte dei 40 posti disponibili. «Pur nella piccola dimensione - commenta Russo - l’Ailun è un’esperienza innovativa e di successo. La domanda è costante e rilevante, inoltre porta decine di persone a Nuoro dalla penisola e da fuori provincia. Questa capacità attrattiva è un fatto rivoluzionario. Se avessimo capacità organizzativa ed economica, potremmo ampliarla. Ma dobbiamo far fronte al taglio dei fondi regionali, passati da un milione a 800mila euro».
 Russo spiega la filosofia dell’Ailun: «Vogliamo formare una classe dirigente sensibile al mercato, creare la cultura dell’impresa (e non solo della pubblica amministrazione), creare un flusso verso quest’area che rompa con lo spopolamento numerico e culturale, creare una miscela di sviluppo duratura con l’apporto di altre culture e altri mercati». C’è anche lo spazio per una riflessione sul rapporto con l’università statale. «Concorrenza? No - risponde il presidente dell’Ailun -, i nostri sono corsi post universitari. Tuttavia, non è con l’università di campanile che si cresce. Vale per tutta le nostre università sarde: non sono attrattive come non lo sono tutte quelle del Mezzogiorno. Soddisfano solo una parte dei sardi perché altri vanno a studiare fuori dall’isola. Non siamo in competizione con l’università, c’è bisogno di arricchire il sistema. L’Ailun dimostra che lo si può fare. Non facciamo pubblicità, la gente viene perché abbiamo ottenuto riconoscimenti nel circuito scientifico internazionale e perché funziona il passaparola». Un bel tema su cui dibattere. (a.se.)
 
 

4 – Corriere della Sera
L’università si apre alla città con il suo «Villaggio». Guarini: «Vogliamo diventi una tradizione»
Sapienza, 700 modi di fare festa
Concerti, danza, cabaret curati dagli studenti per i sette secoli dell’ateneo
«Fantasia e cultura al potere». Sì, il vecchio slogan è stato «ritoccato» quanto basta. E nell’ultimo anno su quest’idea hanno lavorato novanta studenti della Sapienz: per creare «Villaggio 700». Dieci ettari di concerti, convegni, cabaret, danza e sport organizzati, con il patrocinio del XX Municipio, per il compleanno del settecentenario ateneo. Tutti rigorosamente a ingresso gratuito. Tutti gestiti dai futuri dottori. «Ho pensato di arricchire i 50 stand con veli e drappi colorati di 3-4 metri», dice Lorenzo, laureando in Architettura. «Con i colleghi di Scienze della Comunicazione abbiamo poi deciso dove e come affiggere i manifesti pubblicitari e predisporre l'accoglienza del pubblico che, per l'importanza degli ospiti, sarà anche extra-accademico». Il villaggio si anima ogni sera, dalle sei e mezzo, con un programma ricchissimo. Spazio allo sport (con possibilità di usufruire di campi da calcetto, basket, tennis e di un'area per le attività ginniche), alle lezioni di danza e alla cultura. Ogni sera convegni e tavole rotonde su temi sociali, politici e di attualità. E concerti. E’ già toccata a Cristina Donà, al Centro studi musical di Franco Miseria.
Stasera alle undici ci saranno Francesca Barbagallo e Sandro Fratta con il musical «Torre di cristallo». Domani sera alle sette e mezzo, la presentazione del libro di Antonio Ranalli «Nomadi 1965-2005. Canzoni senza patria e senza tempo» e, per il cabaret, Fabrizio Fontana. Lunedì, alle dieci e mezzo, i Velvet. Ogni sera, da mezzanotte in poi, discoteca con i dj di RTL 102.5. «Il Villaggio nasce con l'intento di rafforzare il rapporto tra il mondo accademico e gli studenti - dice il rettore afferma Renato Guarini - attraverso un punto d'incontro che sappia coniugare momenti culturali e di svago. Abbiamo voluto abbinare il divertimento e la riflessione - continua - auspicando che il Villaggio diventi una tradizione dell'estate romana studentesca, non un fuori luogo, ma anzi una formula quanto mai appropriata di centralità, di incontro-confronto e di scambio».
L'università si apre dunque alla città e all'estate romana, come evidenzia Mario Morcellini, preside di Scienze della Comunicazione: «Il segnale particolarmente significativo è che questa assoluta novità venga trainata da un'iniziativa per il settecentenario interamente organizzata dagli studenti, con il convinto e sostanzioso appoggio dell'ateneo. L'università torna a proporsi come luogo di produzione e di consumo culturale e come centro di aggregazione sociale, frequentato dai giovani, ma non solo. In fondo si tratta di funzioni che sono inscritte nel codice genetico dell'istituzione universitaria, sebbene affermare la centralità delle università nella fabbrica della cultura non è né facile né scontato». Fino al 10 luglio. CUS, v. di Tor di Quinto 64. Info: www.villaggio700sapienza.it, telefono 06.22755014.
Luana Silighini
 
 
 
5 – Corriere della Sera
Cara Maria Latella, all’università ho ricevuto questo ...
Cara Maria Latella, all’università ho ricevuto questo volantino. Come studente fuori sede sono molto interessato ai contenuti e spero che, se lei pubblicherà la lettera, qualcuno vorrà rassicurarci perché per una famiglia del Sud, con un solo stipendio, mantenere un figlio all’università, a Roma, è quasi impossibile. Se devo essere sincero, non ho capito molto del contenuto del volantino, può aiutarmi? Grazie
Marco B .
«Il nuovo rettore della Sapienza Guarini si sta accingendo a firmare con Pulcini (...quello dello scoppio del collettore della Marranella) un contratto quadro che prevede l’acquisto da parte della Sapienza di 40 mila metri quadri di edifici fuori terra alla cifra di 3.700 euro al metro quadro, più 20 mila metri quadri di autorimesse a 1.500 euro al metro quadro. Si tratta di prezzi da capogiro, anche in considerazione del fatto che con l’esproprio il Comune avrebbe pagato i capannoni diroccati al masssimo cinquanta euro al metro quadro. Pulcini ha l’autorizzazione a realizzare in proprio, nella stessa area, diecimila metri quadrati di servizi che destinerà a bar, ristorante, drugstore, banca, posta ed alloggi per gli studenti che affitterà a peso d’oro. Un contratto di stralcio prevede la ristrutturazione entro nove mesi, giusto in tempo per le elezioni, degli edifici prospicienti via del Portonaccio, da cui si ricaverebbero aule per l’università... L’intera bozza di accordo è piena di ipotesi e di clausole, come quella dell’affitto a venti euro al mese a metro quadro di tutte le aree che l’università non dovesse riuscire ad acquistare subito per mancanza di finanziamenti. Cosa fa il Comune? (...) La Sapienza deve realizzare un insediamento universitario d’avanguardia, con procedure chiare e trasparenti, a misura di studente...
Comitato di quartiere Pigneto-Prenestino, Centro sociale occupato ed autogestito ex Snia Viscosa, Cobas Sanità università e ricerca Policlinico».
Neppure io, gentile Marco, ho capito bene che cosa suscita la protesta dei comitati e centri sociali che firmano il comunicato. Se è il timore di futuri affitti troppo alti per gli appartamenti da destinare agli studenti, è giusto indagare. All’estero gli studenti hanno affitti adeguati al loro status, a Roma, a Siena, a Bologna, no.
mlatella@rcs.it
 
 
6 – Il Tempo
IL disegno di legge sulla docenza universitaria prevede oltre 10000 nuovi posti di ricercatore.
IL disegno di legge sulla docenza universitaria prevede oltre 10000 nuovi posti di ricercatore in tre anni. Lo ha spiegato ieri il ministro dell'istruzione, ricerca e università Letizia Moratti, precisando inoltre che, in relazione al disegno di legge sul reclutamento e sullo stato giuridico dei professori e dei ricercatori universitari approvato dalla Camera dei deputati e attualmente all esame del Senato, «verranno valutate, come peraltro è già stato fatto nel corso dell'iter precedente, le ulteriori eventuali osservazioni e proposte della comunità accademica». In una nota il ministro ribadisce che «non vi sono nel disegno di legge né sanatorie né ope legis. Si creano invece le condizioni per una massiccia immissione nelle università di giovani ricercatori che potranno rimanere all'interno degli atenei, su autonome decisioni delle stesse università, fino all'acquisizione della maturità necessaria per l accesso alla docenza». «I ricercatori a contratto — prosegue la nota — si affiancano agli attuali assegnisti. Per questa nuova figura le università potranno utilizzare una quota dei 430 milioni di euro aggiuntivi già stanziati per le università dalla legge finanziaria 2005, e le risorse dei programmi di ricerca finanziati dal Ministero attraverso gli specifici fondi Prin, Firb, Far e i fondi comunitari. Ciò comporta una previsione, nell arco di tre anni, di oltre 10.000 nuovi posti, più garantiti e meglio retribuiti». «A questi — ha spiegato ancora il ministro — si aggiungeranno i posti che le università decideranno di assegnare ai ricercatori nell ambito del turn-over complessivo, che nel prossimo triennio sarà di 3.000 unità». Il ministro, infine, ha sottolineato «la necessità di giungere ad una rapida approvazione del testo, con il quale vengono introdotte precise regole per i concorsi nazionali, che eviteranno il verificarsi o il ripetersi di inconvenienti; e conferma la volontà del Governo di dare attuazione graduale al nuovo sistema di valutazione previsto dal disegno di legge, con l’obiettivo di razionalizzare e dare efficienza ed efficacia al sistema universitario». (1.7.05)
 
7 – Il Tempo
Ora il rugby si studia all’Università
di ALESSANDRO FUSCO
 IL RUGBY va a scuola, anzi, meglio, all'Università. Con una operazione senza precedenti al mondo la Federazione italiana patrocina, insieme con altri organismi internazionali del più alto livello il primo Master Internazionale in rugby promosso da un gruppo di lavoro il cui motore organizzativo fa capo al prof. Valenti della Facoltà di Scienze Motorie di L'Aquila. Il progetto ha lo scopo di intraprendere la formazione di quadri dirigenziali per il rugby, sia dell'area tecnica che di quella manageriale, attraverso un percorso formativo al più alto livello. Il master prevede partnerships universitarie con il Buckinghamshire Chilterns University College in Inghilterra e con l'Universitè Paris XII in Francia. Ciascun partecipante dovrà frequentare un modulo didattico da 30 crediti presso uno dei tre atenei, più un altro modulo da 15 crediti presso uno degli altri due a scelta.Il master prevede anche stages formativi presso società di primo livello in Italia, Francia e Inghilterra. «Ci muoviamo assecondando l'enorme tasso di crescita del nostro sport in termini di seguito ed interesse. Il master, che sosterremo con tutte le forze, dovrà formare i quadri che si troveranno a gestire questa crescita cominciata con la partecipazione al torneo delle 6 Nazioni». Il costo per i partecipanti sarà di 2000 euro, per chi volesse saperne di più ci si può rivolgere al sito www.scienzemotorie.univaq.it. Il rugby italiano continua a crescere, non solo sul campo. (1.7.05)
 
 
 
 

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