Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 July 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 - La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Cagliari
«Telelaureati» in turismo 
Sant’Anna Arresi, università a distanza: due neo dottori
  SANT’ANNA ARRESI. Due neo-dottori grazie all’Università a distanza. Ieri mattina, presso la sede della facoltà di Economia, a Bologna, si sono laureati due studenti che hanno completato i loro studi attraverso il corso teledidattico di Economia e Management dei Servizi Turistici, operativo ormai da qualche anno a Sant’Anna Arresi. I nuovi laureati sono: Francesca Murgia, di Giba, la quale ha presentato una relazione di politica economica del turismo, trattando, in particolare, il tema: “I beni pubblici nel prodotto turistico”. Tiziana Diana, di Carbonia, ha preferito, invece, occuparsi di geografia del turismo. La sua relazione ha affrontato un argomento spesso all’attenzione degli enti pubblici e degli operatori turistici del Sud-Ovest sardo: «Come affrontare il problema della destagionalizzazione nel Sulcis-Iglesiente attraverso la valorizzazione del territorio». Le due studentesse hanno raggiunto un brillante risultato finale a testimonianza della loro serietà ed impegno ma anche dell’efficienza di una scuola che ha consentito, nel breve volgere di qualche anno, ad una decina di giovani del territorio di ottenere la laurea. La scuola di economia e management dei servizi turistici è nata circa cinque anni fa quasi in sordina ed è andata avanti nonostante lo scetticismo di qualcuno. I risultati sono arrivati quasi subito perché la materia è interessante ed è strettamente legata alle peculiarità ed alle prospettive di sviluppo del territorio. A tutto ciò si aggiunge la validità di questa formula d’insegnamento a distanza. Gli allievi seguono le lezioni in audio conferenza o attraverso altri supporti audiovisivi ed informatici. Un tutor li segue durante tutto il corso degli studi e gli esami si svolgono a Sant’Anna Arresi.
 Tutto questo consente di ridurre i costi e la scuola diventa accessibile anche ai meno abbienti.
Enrico Cambedda
 
 
 
2 - La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
Un nuovo ospedale per la città 
Sindaco e rettore d’accordo: potenziare strutture e ricerca
Presentato il libro di Eugenia Tognotti sul SS. Annunziata 
TONINO MELONI
 SASSARI. La polemica nella sanità non poteva non emergere nel convegno che si è tenuto martedì pomeriggio nell’aula magna dell’Università per la presentazione del libro della professoressa Eugenia Tognotti sulla storia dell’ospedale SS. Annunziata di Sassari, di cui già si è parlato qualche giorno fa su questo giornale. L’argomento, tuttavia, è stato solo sfiorato, e in termini molto garbati. E’ successo quando il rettore Alessandro Maida, rispondendo al sindaco Gianfranco Ganau, che aveva definito «un problema storico» i rapporti conflittuali tra Ospedale e Università, ha fatto presente che il piano di riorganizzazione della sanità nell’isola «è un’occasione per riflettere e per costruire».
 Sul tema, anche se brevemente, sono poi intervenuti il preside della facoltà di Medicina, Giulio Rosati, e il direttore di Clinica medica, Giuseppe Delitala. Il libro, che racconta le vicissitudini dell’ospedale cittadino, nato nel Quattrocento per iniziativa di una confraternita, soprattutto come ricovero di derelitti ed emarginati che vi trovavano cibo e un riparo, ha dato dunque spunti per analizzare i problemi della sanità di oggi e il rapporto tra sanità e società locale. E fa capire anche come l’assistenza medica, che ha potuto progredire e svilupparsi dopo essere passata da mani religiose al potere laico, presenti ancora antichi problemi.
 Il convegno, coordinato dal professor Manlio Brigaglia che ha colto l’occasione per riferire interessanti particolari inediti, si è svolto in una sala gremita. Col rettore Maida e il sindaco Ganau, era presente buona parte del corpo accademico della facoltà di Medicina: i professori Giulio Rosati, Giuseppe Delitala, Maria Stella Mura, Andrea Montella, Salvatore Rubino, Ida Mura, Antonio Farris, Eusebio Tolu, Nanni Campus, Antonello Malavasi e numerosi altri, tra cui il prorettore Attilio Mastino e i professori Paolo Puddinu, Mario Atzori, Stefania Zanetti e Margherita Satta. Tutti hanno avuto parole di apprezzamento per il libro, che ha comportato un attento lavoro di ricerca sia negli archivi locali, sia attingendo a documenti conservati a Torino, Roma e in altre città. Un impegno che ha permesso all’autrice di raccontare una interessante microstoria che rispecchia la più generale storia della ospedalità in Italia, come ha detto il professor Vittorio Sironi, prestigioso storico della Medicina, docente dell’Università Bicocca di Milano.
 Il sindaco Ganau, che evidentemente ha letto il libro con interesse, ha fatto notare come la municipalità, dopo essersi sostituita al potere religioso, abbia sempre dimostrato di tenere nel giusto conto il problema dell’assistenza medica. E si è detto convinto che «oggi la città ha bisogno di una nuova struttura che risponda alle richieste della gente». Una dichiarazione che, ovviamente, ha trovato d’accordo il rettore Maida, il quale ha aggiunto che lo sviluppo avuto dalla città rende palese la necessità di locali che, insieme all’assistenza, permettano di accogliere anche l’attività di ricerca, che è alla base dello sviluppo della medicina». E ha aggiunto: «L’ospedale si avvia a diventare un luogo di eccellenza. Qui si sono formati e continueranno a formarsi bravi medici e la ricerca avrà sicuramente spazi e attenzioni sempre maggiori».
 Sono poi intervenuti il professor Salvatore Mannuzzu, che ha portato il saluto della Fondazione del Banco di Sardegna, e il dottor Lenzotti, della Asl, che si è detto convinto che un’azione comune nella sanità è indispensabile per la tutela dei cittadini. Concetto ribadito dal preside Rosati, che ha sostenuto che «ospedalieri e universitari in fondo sono accomunati da un unico amore: quello per la medicina, appunto».
 Il professor Giuseppe Delitala ha osservato, invece, che ancora permangono problemi di cui si parla nel libro. «Per fortuna, ha dichiarato, è cambiata l’assistenza medica, che nell’Ottocento era praticamente un optional. Oggi le conoscenze sono maggiori e certamente più alta è la preparazione dei medici. Occorre però migliorare le strutture».
 Molto seguito l’intervento di Maria Stella Mura, direttore di Malattie infettive, che ha raccontato la sua lunga esperienza nell’edificio di piazza Fiume, augurandosi che presto si possa traslocare in locali più idonei.
 Oggi il vecchio ospedale realizzato 160 anni fa in piazza Fiume sta per andare in pensione. Considerato il pregio architettonico, che il rettore Maida non ha mancato di mettere in evidenza, è allo studio un suo nuovo utilizzo. Non bisogna dimenticare, però, che quell’ospedale significò un avanzamento per la sanità a Sassari. Soprattutto in termini di risposta ai bisogni della gente, che non vide più nel nosocomio un’anticamera di morte, ma un luogo di cura e di speranza.
 
 
3 – Corriere della Sera
La Sapienza, porte aperte
con lezioni sotto le stelle
«L'università deve essere un luogo di socializzazione dei cittadini di Roma e dei quartieri vicini all'ateneo». Così il rettore della Sapienza di Roma, Renato Guarini, ha presentato il «Villaggio 700 Sapienza». All'interno della manifestazione «Notti d'Estate alla Sapienza» si celebreranno i 700 anni dell'ateneo. Da domenica prossima al 17 luglio ogni sera, dalle 20.30 fino a notte fonda la Sapienza aprirà le sue porte a chiunque voglia seguire lezioni sotto le stelle. Sono molti gli argomenti che verranno affrontati e fra questi astronomia con il telescopio, cardiologia, arti marziali e danza, matematica e cartoni animati, capire l'economia. Inoltre, Paolo De Bernardis, il fisico che nel 2000 ha condotto l'esperimento in Antartide che ha portato alla conferma della teoria del Big Bang, parlerà dell'origini dell'universo.
 
 
 
4 – Corriere della Sera
Lo smog e i motori «puliti»
UN FUTURO A IDROGENO
È illusorio immaginare che Milano, come è divenuta la capitale della moda, diventi in futuro anche la capitale della ricerca sull'idrogeno? L'idrogeno è l'unico vettore energetico «pulito» in grado di sostituire i prodotti petroliferi nei trasporti stradali, aerei e marittimi. Presenta importanti «difetti»: non esiste in natura e pertanto va prodotto, è (e sempre sarà) più costoso e più difficile da trasportare e da immagazzinare a bordo di un veicolo rispetto a ogni altro carburante (a pari energia immagazzinata), è (giustamente) ritenuto pericoloso (infiammabile, può formare miscele esplosive). Soprattutto, non esistono (né in Italia, né in ogni altro Paese al mondo) le infrastrutture per produrlo, trasportarlo e distribuirlo in quantità adeguata. La loro realizzazione richiederebbe grandi passi avanti tecnologici e investimenti enormi. Nonostante tutte queste difficoltà, la posta in gioco (la qualità dell'aria, la salute del pianeta) è così alta, che in tutto il mondo ferve l'attività di ricerca sulle tecnologie appropriate per consentire la transizione alla «hydrogen-plus-electricity economy». Che ruolo può giocare Milano? Le potenzialità offerte dal territorio milanese sono enormi: non si può dimenticare che a Milano hanno sede i più importanti operatori italiani di ricerca nel settore elettrico (il Cesi) e nel settore idrocarburi (Enitecnologie), un’ università tecnologica (il Politecnico, ove è attivo un coordinamento fra i Dipartimenti coinvolti con le tematiche energetiche su temi interdisciplinari di ampio respiro, quali le tecnologie dell'idrogeno), un gran numero di qualificate società di ingegneria energetica (Snamprogetti, Foster Wheeler Italiana, Enel Power, Techint, ecc.). Anche il tessuto industriale milanese è di prim'ordine: sono attive importanti industrie che maneggiano idrogeno da decenni (Sol, Sapio), è milanese la società (Nuvera) leader in Europa nelle celle a combustibile polimeriche. Sia il Comune di Milano (che, con le società controllate Aem e Zincar, è il promotore delle iniziative a Bicocca), sia la Regione Lombardia, che ha tempestivamente lanciato un «tavolo dell'idrogeno», hanno dimostrato grande sensibilità a queste problematiche.
La prospettiva più affascinante è che vada in porto il progetto, noto come Pms (Polo della mobilità sostenibile), che prevede l'insediamento ad Arese (nell'area industriale che è stata sede dell’Alfa Romeo) di un complesso coordinato di laboratori e industrie in cui ricercatori di diversa estrazione (universitari, di enti di ricerca, di industrie) operino per fornire soluzioni nel breve, medio e lungo termine al problema della mobilità. Se l'iniziativa avrà successo, Milano potrebbe diventare una delle più importanti cittadelle di ricerca dell'idrogeno, e attirare ricercatori e studiosi da tutto il mondo. È un'occasione irripetibile, che non va sprecata.
*Politecnico di Milano
di ENNIO MACCHI*
 
 
 

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