Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 July 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’UNIONE SARDA
Pagina 41 – Cultura
Scoperta la tomba di padre Vassallo
La chiesa di Santa Croce in Castello restituisce la salma di padre Giovanni Battista Vassallo, fondatore del Conservatorio delle Orfanelle e morto nel 1775 in odore di santità. Il sospetto che la tomba del gesuita si nascondesse sotto il pavimento dell'edificio religioso era stato espresso da tempo dagli archeologi che si erano occupati degli scavi dopo che erano emerse due cripte e diverse sepolture a fianco e davanti dell'altare maggiore. Poi la conferma nei giorni scorsi con la scoperta di una lapide a lato dell'altare maggiore con un'iscrizione che fugava ogni dubbio perché conteneva il nome di padre Vassallo con il luogo di nascita (Dogliani, Cuneo), l'età al momento della morte (84 anni), la data della morte (1775) e il motivo del decesso (probabile ictus). Un'equipe formata dalla direttrice degli scavi Donatella Mureddu della soprintendenza alle Antichità, dall'archeologa Carmen Locci, da Maria Gerolama Messina della Soprintendenza ai Beni artistici, e dall'antropologa Rosalba Floris dell'università di Cagliari, ha proceduto alla ricognizione della tomba posta nella cripta scavata diversi metri sotto il pavimento. La tomba in muratura si presentava scoperta con lo scheletro di padre Vassallo scomposto e mischiato a detriti e ai frammenti in legno residui probabili della copertura del sarcofago. «Dobbiamo fare delle indagini per appurare se la tomba sia stata profanata in passato» spiega Donatella Mureddu. Durante le opere di restauro dell'edificio religioso erano venute alla luce oltre cinquanta sepolture forse di gesuiti e, a sinistra e a destra dell'altare, due cripte tra le quali quella che contiene con molte probabilità le spoglie del gesuita Giovanni Battista Vassallo. Sono stati individuati anche dei muri forse residui di abitazioni appartenenti all'antico quartiere ebraico smantellato nel 1492 quando era in atto in tutto il regno di Spagna la cacciata degli ebrei. La chiesa di Santa Croce fu eretta a metà del XVI secolo proprio sopra l'ex sinagoga e affidata ai gesuiti che la tennero fino al 1773, anno in cui fu soppresso l'ordine. Nel 1809 l'edificio di culto passò in mano dell'Ordine Mauriziano che ristrutturò la chiesa modificando il presbiterio originale quadrato in quello attuale semicircolare, cambiando pavimentazione e modificando le cappelle laterali. Fu così che la lapide e la tomba di padre Vassallo furono coperte e la loro presenza dimenticata nel tempo. Il gesuita Giovanni Battista Vassallo nacque a Dogliani in Piemonte nel 1691 da una nobile e ricca famiglia, arrivò in Sardegna subito dopo i Piemontesi (1720) e imparò anche il dialetto sardo che impiegò nel Vangelo, cosa gradita dai fedeli che affollarono sempre le messe da lui celebrate. Quando morì la sua fama di santità si era già sparsa per la Sardegna e la gente tentò di smembrare addirittura il corpo per impossessarsi di preziose reliquie. Padre Vassallo espresse il desiderio di essere sepolto nella chiesa di Santa Croce, lasciata dai gesuiti proprio due anni prima per l'abolizione del loro ordine, con l'abito del clero diocesano (a cui aveva aderito dopo la soppressione della Compagnia di Gesù) caratterizzato da tanti bottoni e con sopra la veste da gesuita che per tanti anni aveva usato. Le autorità ecclesiastiche decisero di accontentarlo ed eseguire una sepoltura superiore che consisteva nel chiudere il simulacro con tre chiavi una delle quali è custodita tuttora nell'arcivescovado. Proprio il ritrovamento dei bottoni di quella veste talare potrebbero oggi darci la certezza che quei resti ritrovati siano effettivamente di padre Giovanni Battista Vassallo.
Sergio Atzeni
 
 
 

2 -  LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 31 – Inserto Estate
Oxford-Cambridge, dal Tamigi al Cala di Volpe
Oggi la Pommery Cup di canottaggio, riedizione del palio remiero inglese
«Ma non si tratta di un fatto politico, piuttosto è stanchezza di fronte agli scempi della globalizzazione»
PORTO CERVO. Oxford e Cambridge. Ovvero: le migliori scuole del Regno Unito. Quelle più esclusive, più ricercate. Oxford e Cambridge. Ovvero: la sfida a remi per la supremazia fra le due università. Una tradizione britannica radicatissima. Che, oggi, per la prima volta nella storia, avrà come location non l’isola dominatrice dei mari, ma la Gallura, la baia del Cala di Volpe. Si chiama “Pommery Cup”, è organizzata dalla Marina di Porto Cervo (gruppo Colony Capital, società proprietaria della Costa Smeralda). E’ la prima volta, in assoluto. Parteciperanno il circolo Canottieri Aniene di Roma, una selezione della Campania e gli equipaggi di Oxford e Cambridge, appunto. La regata internazionale di canottaggio (in otto) verrà disputata oggi, ore 19, al Cala di Volpe, con il supporto del Comitato sardo della Federazione italiana canottaggio, che patrocina l’evento assieme al Coni. La distanza sprint (500 metri) sarà unita alla nuova formula di gara: i quattro equipaggi si scontreranno a cronometro con inversione di corsia e accesso (per somma dei tempi) di tre sole barche alla finale. Il tutto davanti a un pubblico numeroso. L’Aniene (fratelli Mornati, Dentale, Leonardo, Verzotti, Tizzano, Hauber, Dezi, tim. Iannuzzi) è per oltre metà l’equipaggio che ha partecipato all’ultima prova di Coppa del Mondo in Svizzera; la Campania (Giuseppe Abbagnale, Tramontano, Mulazzani, Massimo, De Vita, Gabriele, Cerullo, Caropreso, tim. Di Capua) imbarca una formazione azzurra reduce dal meeting di Lucerna, oltre al plurititolato olimpico e mondiale Abbagnale e all’inimitabile “conduzione” di Peppiniello Di Capua. Oxford (Corron, van Maltzahn, Morris, Liwski, Coode, Grubor, Foster, Callow, tim. Duglan) e Cambridge (Moore, Curtis, Archer, McNuff, Champion, Ellender, Williams, Smith, Wearne, tim. Oag) hanno a bordo sia medagliati olimpici che partecipanti all’ultracentenaria Boat Race sul Tamigi.
 
 
3 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 8 - Cagliari
Calasetta, università telematica: ci sono dieci nuovi laureati
CALASETTA.Dieci nuovi laureati dell’università telematica di Calasetta, appendice della facoltà di Economia dell’università di Bologna, dove l’8 luglio gli ex studenti hanno ricevuto il titolo a coronamento del corso di studi. Ecco i nuovi dottori in economia aziendale: Bernardetta Aversano e Elena Fois di Calasetta, Tiziano Boi, Roberto Corradini, Claudio Dessì, Roberta Garau, Felice Lisa, Clara Ortu, Francesco Piras, Vincenzo Zappalà che invece provengono dai paesi del circondario e perfino da Oristano. Alla facoltà di Calasetta sono iscritti diversi militari della guardia di finanza, che ha stipulato un accordo con l’amministrazione per consentire al suo personale di ottenere il titolo di studio. Sono ormai 52 i laureati del corso di Calasetta dall’apertura dei corsi nel lontano 2001 e oltre 110 gli iscritti. ‹‹Credo che possiamo dirci senza dubbio orgogliosi - dice il sindaco Remigio Scopelliti - per questo importante risultato». L’università è ospitata nei locali del Centro Velico.(c.f.)
 
 
4 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 1 - Oristano
Nubi sul futuro dell’università
C’è incertezza sulla continuità di alcuni corsi già avviati Al Consorzio Uno minimizzano: «Non si tratta di soppressione»
IL CASO Rimane il nodo dei finanziamenti
ORISTANO. È sicuramente una brutta notizia per gli studenti dell’università oristanese. Il prossimo anno accademico partirà senza i primi anni di due corsi di laurea. Coloro infatti che si iscriveranno alla laurea specialistica di Economia manageriale non potranno frequentare a Oristano. Il primo anno del corso, infatti, si svolgerà unicamente a Cagliari.
 Stessa cosa per il corso di Archeologia subacquea, che prosegue, ma soltanto per gli iscritti al secondo anno. Al Consorzio Uno, ente gestore dell’Università oristanese, tendono a ridimensionare la notizia. «Non c’è stata alcuna soppressione. La continuità dei corsi iniziati è assicurata e, comunque, le notizie più precise si avranno solo alla vigilia delle iscrizioni», dice Luisa Carcangiu, responsabile dell’ufficio Management didattico.
 Sarà, ma la mancanza totale di certezze, a meno di un mese dalla data di inizio delle iscrizioni, non sembra affatto un buon segnale. La responsabile del management ostenta comunque serenità. Dice: «Economia manageriale è una laurea specialistica. Il fatto che, contrariamente allo scorso anno accademico, il primo anno si svolga soltanto a Cagliari non è sinonimo di soppressione. Il corso proseguirà e chi vorrà iscriversi potrà comunque farlo».
 Diversa la questione per Archeologia subacquea. Sebbene anche in questo caso dall’Ateneo la risposta sia identica: «non c’è alcuna soppressione nell’aria», di fatto, per il 2005-2006 non è previsto il primo anno di corso. «La continuità di questo primo corso è comunque garantita - dice il professor Raimondo Zucca, coordinatore del curriculum - avviato lo scorso anno, il corso terminerà nel 2006/2007. Nel frattempo politici locali, e lo stesso Ateneo sassarese dal quale il corso dipende, si stanno attivando per trovare i finanziamenti necessari a continuare anche per il futuro». Finanziamenti del ministero dell’Istruzione, che dovrebbero insomma garantire la permanenza, anche in futuro, di uno dei tre corsi di laurea, che assieme a quello della Università della Tuscia e di Archeologia navale, che l’Ateneo di Bologna tiene a Trapani, sono presenti in Italia. Il timore è che l’esperienza rischi di esaurirsi in un solo triennio. Davvero poco, considerato l’enorme patrimonio archeologico della Sardegna.
Michela Cuccu
 
 
5 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 1 - Oristano
LA CURIOSITÀ
Laurea a distanza in robotica per gli studenti dell’Itis Othoca
ORISTANO. Una laurea a distanza in ingegneria mecatronica al Politecnico di Torino: è l’opportunità che dal prossimo anno avranno gli studenti dell’Itis Othoca.
 Si tratta di una laurea in una particolare branca dell’ingegneria: la robotica.
 Questa opportunità è il frutto di un accordo tra la scuola, l’università torniese e il Consorzio Nettuno. I dettagli dell’iniziativa saranno illustrati lunedì prossimo nel corso di una conferenza stampa dai dirigenti della scuola e dai responsabili del progetto.
 
 
6 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 2 - Oristano
Arriva il coro dell’università di Valladolid
PALCOSCENICO D’ESTATE
ORISTANO. Sarà il Coro spagnolo della Universidad di Valladolid l’ospite di prestigio della IV rassegna “Incontros Musìcales Orìstanesos” in programma sabato. La Corale, formata da 46 componenti, e diretta dal maestro Josè Martin Gonzales, arriverà venerdì per il gemellaggio con il Coro e orchestra Città di Oristano che organizza il tradizionale appuntamento estivo, diretto dal maestro Massimo Dotto. L’appuntamento è fissato per le ore 21 e 30 nella piazza della Cattedrale. (s.l.)
 
 
7 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 20 - Sassari
«Sanità, vogliamo essere coinvolti»
Le organizzazioni sindacali si esprimono sul piano della Dirindin
Perplessità sul ruolo dell’università e sulle ricadute del progetto sulla cittadinanza e sui lavoratori
di Gabriella Grimaldi
SASSARI. «Tutti i piani in teoria vanno bene, è necessario invece capire quali saranno le ricadute soprattutto sulle fasce più deboli». E poi dubbi e osservazioni sul ruolo dell’università nei servizi sanitari, sulla formazione dei medici e sull’organizzazione della futura azienda mista. È questo il succo di una prima riunione convocata dalle segreterie confederali territoriali sul piano sanitario regionale presentato di recente dall’assessore Nerina Dirindin. Le rappresentanze dei lavoratori chiedono anche di essere maggiormente coinvolte nella discussione del futuro della sanità.
«Il ruolo del sindacato - commenta Piero Cossu della Cgil - deve essere quello di sollecitare una discussione che abbia un fondamento unitario. Vogliamo svolgere un compito da mediatori in una fase piuttosto delicata». Le organizzazioni sindacali affermano tuttavia che «dall’approccio iniziale è emerso un giudizio articolato, positivo per i contenuti e le filosofia cui il piano si ispira dopo 20 anni dall’ultimo varato dalla regione che tiene conto dei bisogni di salute della comunità sarda senza per questo nascondere preoccupazioni e perplessità che detto strumento per la sua complessità suscita».
 In particolare, Andrea Ruiu della Cisl, sottolinea che «una sanità di qualità deve passare attraverso il confronto», ed esprime un dubbio: «Che tipo di servizi potremo avere e con quali sacrifici?». Il riferimento è al ruolo che, in una razionalizzazione del sistema andrà ad assumere l’università. «La facoltà di Medicina e Chirurgia - si legge nel documento espresso dall’assemblea sindacale - deve essere posta nelle migliori condizioni per concorrere a fornire la più adeguata assistenza ai cittadini, la più alta e qualificata formazione di medici e personale sanitario e la più avanzata ricerca scientifica».
 «La preocupazione - conclude Arnaldo Melissa della Uil - è che questo piano appare come un’operazione di tipo ragionieristico. Però, direi che per il momento il giudizio è sospeso. Chiediamo comunque di essere coinvolti in maggior misura nel progetto di una nuova sanità, con un occhio di riguardo, oltre che ai bisogni dei cittadini, alla tutela dei diritti dei lavoratori».
 Un’ultima osservazione riguarda il futuro dei presidi ospedalieri di Sassari, Alghero e Ozieri: «Rappresentano e devono costituire ancora di più altrettante appropriate sedi di cura, in quanto dotate di importanti e riconosciute professionalità. Servizi ai quali dovranno rivolgersi i cittadini del territorio».
 Infine, le segreterie confederali hanno deciso di avviare una serie di incontri, iniziando con l’università di Sassari per proseguire con i sindaci di Sassari, Alghero e Ozieri in quanto presidenti della Conferenza dei sindaci e concludere nel mese di settembre con la Provincia e la direzione della Asl n. 1.
 Nella prima decade di ottobre verrà convocata l’assemblea unitaria dei consigli generali per una valutazione conclusiva del piano e la formulazione delle osservazioni che dagli incontri e dall’assemblea potranno scaturire, «per rivendicare un’attuazione rispettosa e adeguata del piano integrato alle esigenze della Provincia».
 
 
8 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 16 - Sardegna
Oristano
Sviluppo locale Tesi di laurea da premiare
ORISTANO. E’ andato a un giovane neolaureato in lettere di Oristano, Emanuele James Scano, con una tesi dedicata al «Territorio marino della provincia di Oristano» il primo premio del concorso bandito dalla Camera di commercio di Oristano per le migliori tesi di laurea su argomenti inerenti all’economia locale e al sistema di imprese provinciali. Scano riceverà 1.600 euro e il suo lavoro verra’ pubblicata dalla Camera di commercio di Oristano. Secondo posto, invece, per Maura Mura e per la sua tesi sull’invecchiamento biologico della vernaccia di Oristano. A lei andrà un premio in denaro di 1.200 euro. Sono stati undici quest’anno i concorrenti al concorso della Camera di commercio, giunto alla seconda edizione. Il presidente della commissione giudicatrice, il professor Raffaello Pompei dell’Universita’ di Cagliari, ha spiegato come quasi la metà delle tesi proposte fossero dedicate al turismo. Lo ha sottolineato il commissario della Camera di commercio di Oristano Piero Franceschi, che ha ricordato le diverse iniziative in essere per lo sviluppo del comparto turistico provinciale. Sul turismo si è soffermata anche la tesi vincitrice, un compendio del territorio litoraneo dal quale emergono significativi elementi di valutazione, tra l’altro, sulle politiche di sviluppo sostenibile, sulla pesca (la flottiglia di pescherecci di Cabras rappresenta un terzo di quella sarda), sulla portualità e sulle servitù militari.
 
 
 
09 – IL CORRIERE DELLA SERA
RICERCA E BUROCRAZIA
Scienziati stranieri in fuga: ci trattate da clandestini
LA FUGA DEI CERVELLI
Lo scienziato clandestino. La ricercatrice americana, numero uno nel suo lavoro, che attende da mesi di entrare in Italia. Progetti di alto valore scientifico bloccati dalla burocrazia. Codici e codicilli che ostacolano la sperimentazione. Nasce da una sequenza infinita di intoppi, rifiuti e cavilli legislativi l’appello che alcuni dirigenti dei più importanti centri di ricerca medica milanese lanciano alle autorità: «Aiutateci ad accogliere i ricercatori stranieri». Qualcuno ha già gettato la spugna: «Ospitare ricercatori extracomunitari - spiega Giulio Cossu, direttore dell’Istituto di ricerca sulle cellule staminali del San Raffaele - è diventato un incubo. Non ne chiamerò più, perché non posso tenere una segretaria impegnata un mese sulla pratica per un permesso di soggiorno».
I ricercatori extracomunitari a Milano sono qualche centinaio. La legge prevedrebbe una corsia preferenziale per il loro ingresso. Il lavoro è ritenuto di «alta utilità sociale». E la loro permanenza, nella gran parte dei casi, non va oltre i 12 mesi, al massimo qualche anno. Ma la norma che facilita la concessione dei permessi di soggiorno viene interpretata in modo non univoco.
Così le pratiche vanno per le lunghe, fino al caso estremo del ricercatore dell’Ifom, tempio europeo della ricerca per sconfiggere il cancro (sede in via Adamello, zona Ripamonti), che lavora da gennaio pur essendo per legge un clandestino. L’ufficio immigrazione della questura si è attivato per esaminare la pratica e permettere al ricercatore di continuare i suoi studi.
Dietro il caso specifico si apre però lo scenario più vasto che include il dibattito sulla fuga dei cervelli dall’Italia: «La ricerca è senza confini - continua Cossu - non esiste la fuga, ma lo scambio. Il problema è che a fronte di molti giovani milanesi che vanno a studiare e lavorare all’estero, non riusciamo ad accogliere altrettanti ricercatori stranieri».
Strutture carenti. Borse di studio da miseria. E ora, dal varo della legge Bossi-Fini, una serie interminabile di ostacoli burocratici per l’ingresso degli extracomunitari: «Con queste regole non prenderemo più nessuno - conclude Cossu - il mio laboratorio è penalizzato dal fatto di non poter assoldare giovani che provengono da università prestigiose». Il riferimento è a Paesi come Stati Uniti, Giappone, Australia, India e Cina.
Guardando le statistiche, si scopre che i ricercatori stranieri negli istituti scientifici italiani sono circa il 2 per cento, contro il 10 del Belgio e il 15 dell’Inghilterra. «Abbiamo un tasso di internazionalizzazione tra i più bassi d’Europa», spiega Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche Mario Negri.
A maggio il vice direttore scientifico dell’Ifom, Marco Foiani, lanciò l’allarme: «Facciamo un’enorme fatica per assicurare ai ricercatori stranieri l’ingresso in Italia, alcuni rinunciano per la mole di procedure e impegni burocratici che dovrebbero affrontare per trasferirsi a Milano». L’Ifom accoglie il 30 per cento di stranieri sui 350 ricercatori. Da mesi, due impiegati lavorano a tempo pieno solo per occuparsi di queste pratiche.
Gianni Santucci
 
10 – IL CORRIERE DELLA SERA
La vittima aveva 22 anni. Gli investigatori: forse movente sentimentale
Studente ucciso all’università L’assassino spara otto volte
Bologna, agguato dopo un esame di matematica. Preso l’omicida
L’ha osservato a lungo, in silenzio, sbirciando dall’uscio dell’aula di matematica mentre, chino sul piccolo banco, assieme ad altri sette universitari Riccardo risolveva il compito di meccanica razionale due. Finalmente l’ha visto alzarsi e consegnare il foglio, l’ha visto avviarsi verso l’uscita tirando un sospiro di sollievo e, solo a quel punto, s’è preparato a uccidere. Un piccolo balzo indietro per spostarsi nel corridoio e non farsi notare dall’amico, quindi ha sfilato dalla cintola una pistola semiautomatica calibro 9 per 21 e ha messo il colpo in canna con un rapido movimento delle mani. Un attimo ancora e il settimo piano della facoltà di Matematica di Bologna, un grande palazzo che si affaccia su Piazza di Porta San Donato, accanto ai viali che abbracciano la città, è diventato un inferno.
VITTIMA - Riccardo Venier, studente modello di 22 anni, una vita dedicata alla matematica e al violino, è crollato sotto una gragnuola di colpi sparati da poco più di un metro. E’ crollato senza vita ricoprendo il suo sangue, Riccardo. E Domenico Bottari, l’assassino, 32 anni, messinese, non ha smesso di fare fuoco fino a quando non ha svuotato l’intero caricatore, otto colpi, quattro o cinque a segno. «Gli volevo bene, non volevo farlo» ha confessato lui stesso alla polizia, e forse proprio perché accecato da questo «bene» inteso a modo suo e non corrisposto è arrivato a uccidere. Erano passate da poco le 18, ieri, quando la calma di un pomeriggio d’esami s’è trasformata in incubo. Grida, spari, ancora grida, ancora spari. Professori che ordinavano ai ragazzi di chiudersi dentro, di non uscire dalle aule. Persino il direttore del dipartimento di matematica, Giovanni Dore, seduto in direzione, quattro piano sotto, ha sentito i colpi di pistola ed è corso a vedere. Terrore puro in quell’ala di università un po’ defilata, mentre la polizia e i carabinieri, convinti di avere a che fare con un folle omicida asserragliato da qualche parte, armi in pugno circondavano tutta la zona.
URLA - Troppo tardi, però. L’assassino, una laurea in matematica presa proprio a Bologna, un master di specializzazione e tanto amore per la musica, s’era già defilato. A piedi aveva raggiunto la stazione ferroviaria e la vicina caserma della Polfer. «Ho sparato, ho sparato, aiutatemi, non volevo fare del male a nessuno» ha detto al primo agente che gli si è parato davanti. Gli hanno chiesto dove, quando, perché? Ma lui è rimasto in silenzio. Poi è bastata una telefonata alla centrale operativa e s’è scoperto che quel giovanotto dall’aspetto gentile aveva detto la verità: aveva appena ucciso uno studente di 22 anni alla facoltà di matematica, poco lontano. Così l’hanno portato in questura e interrogato tutta la notte.
Si conoscevano bene, la vittima e l’assassino. La musica, la matematica, Internet, i programmi informatici erano comuni passioni. Riccardo era originario del paese di Gianni Morandi, Monghidoro, dalla madre Placida Staro, musicologa di fama, aveva ereditato la passione per il violino che suonava in giro per le valli dell’Appennino Bolognese. Il patrigno l’ha saputo dalla tivù che Riccardo era stato ammazzato all’università.
LA FAMIGLIA - Domenico Bottari, dieci anni più grande, abitava a Scaletta Zanclea, Messina. «E’ partito per Bologna domenica scorsa - racconta il fratello Giovanni - non sapevo avesse una pistola, non so chi sia Riccardo... Mio fratello va spesso a Bologna... Dio mio che cosa ha fatto...».
Sta forse nel blog di Domenico, ricco di immagini, pensieri e link per omosessuali, la soluzione dell’assassinio all’università. Tra la musica da lui composta, l’amore per Bach e la sua terra, la Sicilia, c’è anche una foto di Riccardo Venier da ragazzino. Sta leggendo un libro. «Assomigliava a un ragazzo, ma era molto di più...» recita la didascalia scritta da Domenico. Oggi suona come un epitaffio. Biagio Marsiglia
 
 
 

11 – MARKET PRESS. info
MEDITERRANEO
STANCA: “ITALIA CERNIERA DIGITALE CON L’EUROPA” 
Milano, 13 luglio 2005 – “L’italia rappresenta la cerniera digitale tra l’Europa ed il bacino del Mediterraneo”. Lo ha detto Lucio Stanca, ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, concludendo a Milano la seconda giornata della Terza Conferenza Annuale del Laboratorio Euro-mediterraneo, dove ha ricordato che “il nostro Paese, che da oltre 15 anni è il più convinto sostenitore, anche nella Nato, della cooperazione nel Mediterraneo, può svolgere un ruolo altamente propulsivo nello sviluppo delle relazioni e dei commerci attraverso l’uso di tecnologie digitali per promuovere il libero scambio, oggetto del processo di Barcellona, e favorire un riequilibrio socio-economico tra le due sponde. Inoltre”, ha aggiunto Stanca, “il nostro Paese ha attribuito al Mediterraneo un ruolo centrale nello sviluppo delle politiche di trasferimento di esperienze e modelli di gestione digitale della Pubblica amministrazione, ossia l’e-Government”. Dopo aver ricordato che “il nostro Mezzogiorno ha il ruolo di un Nuovo Nord di una più vasta area mediterranea di cooperazione”, il ministro ha messo in evidenza una serie di iniziative tese a valorizzare e potenziare questo nuovo scacchiere internazionale. In particolare, tra le molte attività, c’è l’Università Euro-mediterranea a Distanza, per realizzare nuovi corsi di laurea, master e formazione professionale, promossa dal Miur e co-finanziata dal Comitato dei Ministri per la Società della Informazione, presieduto dallo stesso ministro Stanca, con una dotazione di 1,5 miliardi di €. È una iniziativa che si inserisce nel Progetto Mediterranean Network of Universities (Med Net’u) volto a costruire una piattaforma di rete basata anche su tecnologie satellitari per la diffusione di contenuti sia su tv che su Internet; una piattaforma didattica multilingue ed un canale tv satellitare per lezioni accademiche, nonché un unico ambiente di apprendimento a distanza per il mondo arabo. Per quanto concerne l’Iniziativa e-Government per lo Sviluppo, decisa su iniziativa italiana al G8 di Genova per “esportare” tecnologie digitali per la modernizzazione della Pubblica amministrazione al fine di realizzare la ‘good governance’, Stanca ha ricordato che “ il nostro Paese, con la sua leadership, sta attuando 23 progetti in 16 Paesi con il sostegno dell’Onu, Banca Mondiale e Banca Interamericana di Sviluppo ed “ha in atto un forte impegno italiano specificatamente nella cooperazione mediterranea”. A tale proposito, Stanca ha elencato i diversi progetti italiani nell’area e che riguardano i settori dell’e-Accounting (ammodernamento del sistema di contabilità pubblica per migliorare l’efficienza e la conformità agli standard internazionali) in Giordania, Marocco e Albania; di e-Procurement (revisione e riorganizzazione dei sistemi di acquisto di beni e servizi) in Giordania, Libano, Marocco e Tunisia; di Govnet (fornitura di applicazioni e servizi di posta elettronica, gestione documentale ed applicazioni informatiche per la Rete di Governo) in Albania; di e-Taxation (ammodernamento dell’Agenzia delle Entrate per incrementare la rapidità e l’efficacia dell’azione sul territorio) in Macedonia. Il ministro ha precisato che “si tratta di progetti che hanno un valore di alcune decine di milioni di €”. Un altro dei fronti su cui l’Italia è in prima linea è quello della logistica dei trasporti. “Grazie ad un accordo con Spagna e Portogallo per l’impiego in questo settore degli strumenti digitali, si punta a far tornare il Mediterraneo ad un ruolo baricentrico nei traffici commerciali internazionali diventando un grande hub tecnologico con una piattaforma da allargare agli altri Paesi del bacino”. A conferma del grande impegno italiano per il Mediterraneo, Stanca ha inoltre ricordato che “nell’ultimo Consiglio dei Ministri Ue della Società dell’Informazione, in Irlanda, per conto del nostro Paese ho sostenuto fortemente il processo di dialogo euro-mediterraneo”. Infine, riferendosi al Vertice mondiale dell’Onu sulla Società della Informazione, previsto a Tunisi nel novembre prossimo, il ministro Stanca ha confermato che “siamo tutti impegnati a trasformare ogni divario digitale fra i Paesi in una opportunità digitale per tutti”.-
 
 
 

12 – IL MESSAGGERO
Calano Filosofia e Matematica, crescono Medicina, Scienze umanistiche e Farmacia. Il rettore: «Le studentesse sono più motivate» 
Matricole, gli ingegneri battono gli architetti
Cinquemila iscritti in meno all’università La Sapienza. Le donne ormai in maggioranza 
di FABIO ROSSI
Un ateneo con meno iscritti ma con una componente femminile sempre più folta, che consolida la maggioranza “rosa” nella principale università romana. È la radiografia della Sapienza che esce dai dati definitivi su matricole e iscritti dell’anno accademico 2004/2005. I numeri, per intenderci, depurati dai “rinunciatari”: quelli che si iscrivono a una facoltà a inizio anno e poi abbandonano subito, senza pagare nemmeno la seconda rata delle tesse annuali.
Gli iscritti totali, in sostanza, sono diminuiti di cinquemila unità, passando dai 151 mila dell’anno accademico 2003/2004 ai 146 mila del successivo. Ma le donne sono arrivate a quota 85.304, surclassando gli uomini, fermi a 60.701. «Un dato che conferma una tendenza in atto da tempo - spiega il rettore dell’ateneo romano Renato Guarini - Le donne spesso riescono meglio nella carriera universitaria perché hanno un metodo di studio migliore e, soprattutto, sono più motivate». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Mario Morcellini, preside di Scienze della comunicazione: «Non solo le donne diventano sempre più numerose - sottolinea Morcellini - ma riscontriamo anche una maggiore capacità di applicazione e risultati migliori di quelli dei loro colleghi».
Facoltà per facoltà, i dati relativi alle immatricolazioni mostrano come cambiano nel tempo i gusti, o meglio l’orientamento, dei giovani che scelgono la Sapienza. Alcune facoltà perdono iscritti per la concorrenza di altri atenei, per l’introduzione del numero chiuso o perché perdono attrattività tra gli studenti. Tra le facoltà in calo di iscritti ci sono, per esempio, ci sono Architettura, Filosofia, Scienze matematiche e Scienze della comunicazione. Altre facoltà, invece, sono in crescita, come Medicina, Ingegneria, Scienze umanistiche, Farmacia, Studi orientali. Altre ancora, nonostante gli anni, si mostrano “sempre verdi”, come Giurisprudenza, Economia, Lettere, Scienze politiche.
Il numero delle donne è in aumento in quasi tutte le facoltà, con dati particolarmente significativi in facoltà come Farmacia (785 immatricolazioni nel 2004/2005 contro le 632 dell’anno precedente), Ingegneria (790 contro 724), Lettere (1.782 contro 1.514), Medicina 1 (1.875 contro 1.630), Psicologia 1 e 2 (2.440 contro 1.725), Scienze umanistiche (1.435 contro 1.277).
Tra le facoltà in calo c’è Architettura. A Valle Giulia nell’ultimo anno sono stati immatricolati circa mille studenti in meno (1.680 contro 2.665). Alla facoltà “Ludovico Quadroni”, invece, nel 2004/2005 sono stati immatricolati 715 studenti contro gli 801 dell’anno precedente. Drastica diminuzione degli immatricolati a Filosofia, 537 contro 842. Scienze matematiche nell’ultimo anno ha perso 677 iscritti (10.463 contro 11.140). Dato che si riflette nel calo delle immatricolazioni: 2.443 contro 2.894.
Scienze della comunicazione nell’ultimo anno conta 11.495 iscritti contro i 12.956 dello scorso anno. Le immatricolazioni sono state 1.129 mentre nel 2003/2004 furono 1.667. I dati si spiegano con l’introduzione del numero chiuso (da 800 posti si è passati a 300). Diverse le facoltà che fanno registrare un considerevole aumento di studenti. Medicina 1 nell’ultimo anno ha aumentato il numero degli iscritti di circa 1.000 unità (12.133 nel 2004/2005 contro gli 11.159 dell’anno precedente). Situazione simile a Medicina 2, la facoltà legata all’ospedale Sant’Andrea: gli iscritti sono passati da 1.377 a 1.702.
Cresce il numero degli studenti immatricolati a Ingegneria cresce: 3.357 nell’ultimo anno accademico contro 3.139 nel 200/2004. Leggera diminuzione invece nel numero di iscritti complessivi: 15.917 nel 2003/2004, 15.504 nel 2004/2005. Aumento delle immatricolazioni anche a Scienze umanistiche (2.054 contro 1.845), Farmacia (1.216 contro 916), Studi orientali (510 a fronte di 414); Lettere e filosofia (2.666 contro 2.242), Psicologia 1 (1.639 contro 1.136), Psicologia 2 (1.477 contro 1.157). Pur con numeri inferiori sono cresciuti anche gli immatricolati di Giurisprudenza, Economia, Scienze politiche, Scienze Statistiche, Sociologia.
 
13 – IL MESSAGGERO
Diminuisce la presenza maschile nell’Università: le donne sono 25 mila in più
Roma, “La Sapienza” si veste di rosa
ROMA Un ateneo più “magro” (cinquemila iscritti in meno nell’ultimo anno), ma sempre più “rosa”, con 85 mila donne contro 60 mila uomini. È la radiografia dell’università La Sapienza di Roma, la più grande d’Europa, che deriva dai dati definitivi sulle iscrizioni e immatricolazioni per l’anno accademico 2004/2005. In crescita Ingegneria, Medicina, Scienze umanistiche e Farmacia, mentre diminuiscono gli iscritti di Architettura, Filosofia e Scienze matematiche. «Le donne fanno più carriera all’università - spiega il rettore Renato Guarini - perché sono più motivate».

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