Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 July 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 19 – Cagliari
La proposta. L'idea del presidente provinciale dei camici bianchi: più prestazioni nei poliambulatori
La soluzione: aumentare gli odontoiatri nelle Asl
Piras (Università): «Ci vogliono molti soldi, già oggi costiamo troppo»
Dice Mondino Ibba, presidente provinciale dell'Ordine dei medici e degli odontoiatri: «I pazienti tagliano le cure odontoiatriche come tagliano le altre spese». Peccato che la salute sia una cosa e il ristorante un'altra. Detto questo, ammette ufficialmente che «il giro d'affari negli studi è calato di un terzo», perché «c'è la crisi economica, è diminuita la popolazione e sono aumentati i dentisti». Difende in qualche modo la proposta dell'Andi (Associazione nazionale dentisti italiani) che ha chiesto al governo di aumentare l'aliquota delle cure dentali detraibile dalle tasse. «È un modo per aiutare i cittadini, non per ingrassare i dentisti». Domanda: quali cittadini, i dipendenti che guadagnano da 1000 a 1500 euro al mese che l'aliquota non sanno nemmeno cosa sia? Ibba ammette la pertinenza dell'osservazione. «Forse l'unica soluzione è rafforzare le strutture pubbliche». Proposta interessante. Oggi i dentisti sono quasi tutti privati «e i poliambulatori garantiscono solo le prestazioni-base». Significa che se si deve fare un'otturazione o un'estrazione va bene, sempre che si sia disposti ad aspettare, per il resto è quasi buio. Vincenzo Piras, da un anno direttore della scuola di specializzazione in odontoiatria dell'Università, non dice che è una soluzione sbagliata, ma che oggi è inattuabile. «All'Università ci considerano una palla al piede. Perché costiamo molto di più di quanto incassiamo con le tariffe stabilite con i drg». Ergo: bisognerebbe destinare più soldi al settore, ma non ci sono. Un palliativo fu trovato con la protesi sociale. Durò due anni, poi finirono i soldi. «Sarebbe stato meglio pagare un contributo a più persone», dice Piras. Ma è evidente che non è la soluzione. «Un'altra strada per abbassare le tariffe potrebbe essere l'acquisto da parte della Regione a prezzo basso di grandi quantità di materiale». Economia di scala. Inattuabile, però. Non sarà che Piras, che ha anche uno studio privato con 14 dipendenti, porti l'acqua al mulino dei privati? «Sono al massimo della carriera, investo in tecnologia avanzata e fornisco ai miei pazienti un servizio qualitativamente elevato. Siamo in un mercato», aggiunge, «e chi non ce la fa ha la possibilità di andare a lavorare fuori, anche in Tunisia paese con il quale abbiamo costruito una piattaforma di e learning efficacissima». Il fatto è, informa il responsabile della scuola di specializzazione, che si rischia di inflazionare ancora di più il mercato perché «entro il 2006 i posti in scuola di specializzazione a Cagliari e Sassari aumenteranno dagli attuali 20 a 25». Come?, sono troppi (in provincia di Cagliari un dentista ogni 1306 abitanti contro una media di uno a 2000 indicato dall'Organizzazione mondiale della sanità) e si aumenta pure il numero? «Purtroppo contano altri fattori, come il numero di docenti», rivela Piras. Che annuncia: «Proporrò un incontro con i rettori di Cagliari e Sassari per trovare una soluzione regionale al problema». Quanto alla crisi, anche Piras ha la sua versione. «É iniziata anni fa con la crisi delle aziende produttrici di materiale odontoiatrico, che hanno mandato in crisi gli odontotecnici e, alla fine, noi. Ma i primi due anelli della catena hanno chiesto aiuto, ottenendolo, al governo o alle proprie casse, da cui hanno ricevuto contributi, noi ci siano arrivati solo ora». I prezzi? «Se voglio un paio di scarpe buone non le pago 30 euro. O no?». (f. ma.)
 
2 - L’Unione Sarda
Pagina 41 – Cultura
Il viceministro Martusciello e i soprintendenti a confronto sulla valorizzazione del patrimonio culturale
Quanto costa difendere l'identità sarda
Convegno sui finanziamenti per arte e archeologia All'Isola 34 milioni nel quadriennio 2001-2004
È stata la mattina del bicchiere mezzo pieno: i fondi destinati alla cultura e all'archeologia sarde in questi anni, il ruolo che la cultura può giocare come risorsa economica, i progetti da mettere in campo per coinvolgere e attrarre sempre più cittadini, a cominciare dal biglietto unico per i musei italiani. Per ricordare che c'è anche una metà vuota è bastata una frase del soprintendente cagliaritano all'archeologia Vincenzo Santoni: «Osservi bene la diapositiva, onorevole: quella è la sede dove vorremmo trasferire le nostre attività per farla finita con i reperti chiusi nei magazzini. Come vede, soldi ne servono ancora e ne servono tanti». L'onorevole in questione era il viceministro della Cultura Antonio Martusciello, ieri a Cagliari per la tappa sarda del suo "tour della consapevolezza", una lunga escursione nelle regioni meridionali per fare il punto sulle risorse stanziate nell'ultimo quadriennio e sulle opere realizzate. L'incontro si è tenuto nella sala settecentesca della biblioteca di via Università ed è stato moderato da Gianni Filippini, direttore editoriale dell'Unione Sarda, con la direttrice della biblioteca Ester Gessa come padrona di casa. I relatori chiamati a tracciare lo stato dell'arte (oltre che del paesaggio e dell'archeologia) erano i soprintendenti sardi e Gianfilippo Manconi, capitano dei carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale. I finanziamentiI fondi destinati all'Isola dal ministero nel quadriennio 2001-2004, ha detto Martusciello, ammontano a quasi 25 milioni (per l'esattezza 24 milioni e 988 mila euro). A questi vanno aggiunti circa 9 milioni di euro di fondi del Lotto, per un totale di più di 34 milioni. La media degli stanziamenti è di circa otto milioni e mezzo ogni anno anche se in realtà la tendenza è stata all'aumento graduale delle erogazioni. Al saldo Martusciello ha aggiunto lo stanziamento, approvato giovedì dal governo, di 2 milioni e mezzo per il parco archeologico di Capichera, (nel territorio di Arzachena, dove sorgono il nuraghe La Prisciona e le tombe dei giganti di Coddu Vecchiu e Li Golghi) tramite la Arcus Spa, la società che gestisce il cinque per cento dei fondi stanziati dalla legge obiettivo per le grandi infrastrutture. In un'ultima raffica di cifre riepilogative il viceministro forzista (era stato lui a correre per il centrodestra per il municipio di Napoli nella sfida elettorale poi vinta dall'Ulivo con Rosa Russo Jervolino) ha ricordato che sono stati 311 gli interventi finanziati dal ministero nei quattro anni: 62 nel 2001, 66 l'anno successivo, 84 nel 2003 e 99 l'anno scorso. Opere - e cifre - che potrebbero crescere se si puntasse «di più e meglio» sul potenziale economico che il patrimonio storico, artistico e paesaggistico ha grazie al turismo. Secondo una stima del Touring Club Italiano in questo settore i margini di crescita del profitto per le regioni meridionali sono almeno del 35 per cento. I progettiAl consuntivo ministeriale il soprintendente Santoni ha aggiunto una postilla non irrilevante, mostrando grafici alla mano una diminuzione di fondi «drastica» e chiedendo sostegno, come detto, per la sede di via La Plaia, oltre a sottolineare come sia finanziariamente trascurata - rispetto all'importanza che potrebbe rivestire - l'attività dell'archeologia subacquea. Più confortante l'elenco delle attività svolte: quelle di sensibilizzazione culturale per i ragazzi con il coinvolgimento guidato nelle opere di scavo alle mostre, i lavori sui siti più celebri come Barumini (che ha potuto contare su finanziamenti per 800 mila euro) e su realtà di interesse assoluto, come ad esempio le architetture nuragiche di Su Monte, nel territorio di Sorradile. Intensa anche l'attività nella Sardegna settentrionale, tanto in campo archeologico quanto in fatto di recupero e restauro di architetture contemporanee (c'è un progetto di censimento e tutela delle opere più rilevanti, ha annunciato l'architetto Stefano Gizzi) che la Soprintendenza sta avviando con la facoltà di architettura di Sassari-Alghero) e di epoche precendenti. Tra i molti esempi (Santa Caterina, nel centro storico di Sassari, e l'algherese San Michele) spicca il Canopoleno: una struttura che dopo un vigoroso e attento restauro finanziato dal Lotto (tre milioni) ospiterà una pinacoteca di ambizioni regionali, con opere dall'alto medioevo fino ai giorni nostri. Guardie e ladriTra gli investimenti ministeriali - anche se il dicastero è quello della Difesa - c'è anche il nucleo di tutela del patrimonio culturale dei carabinieri. Così il capitano Manconi ha classificato il lavoro dei militari: l'investimento dà i suoi frutti quando gli investigatori riescono a recuperare opere d'arte e reperti che spesso vengono ricettati all'estero. Sono casi tutt'altro che infrequenti, visto che sono 642 gli oggetti destinati al mercato illegale dopo scavi clandestini che i militari sono riusciti a intercettare in questi quattro anni. Un'attività che spesso costringe i carabinieri ad avviare rogatorie (al momento ce n'è una in corso con la Germania, a breve le autorità tedesche dovrebbero far rientrare in Sardegna la refurtiva, che è già stata recuperata), ma dal 2001 fino a oggi gli uomini del Nucleo hanno avuto modo di inseguire le tracce dell'arte e della storia sarde negli Stati Uniti (con quattro manoscritti ritrovati quattro mesi fa a Miami), Gran Bretagna, Giappone. Una dimostrazione in più, se vogliamo, di quanto sia esportabile il patrimonio culturale e artistico sardo.
Celestino Tabasso
 
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 12 – Economia
Promosso dall'Asel Nuovi mezzi informatici: corso per i dipendenti pubblici
Un corso di formazione per dipendenti comunali prenderà il via a ottobre con l'obiettivo di preparare il personale a gestire i nuovi strumenti di governo elettronico. È il progetto Else, predisposto dall'Associazione sarda enti locali (Asel) in collaborazione con l'assessorato regionale al Lavoro: i corsi saranno gestiti dall'ente di formazione Tecnofor, che fa capo all'Università di Cagliari. I partecipanti impareranno a usare la posta elettronica certificata, la firma digitale, il protocollo informatico e le tecniche per la gestione dei siti internet e delle pagine web. Inoltre, apprenderanno l'uso della tecnologia Cad per il disegno tecnico e la progettazione, ma anche a sfruttare i sistemi informativi geografici (Gis) che permettono agli enti di acquisire ed elaborare dati che riguardano il territorio. Previsto anche un corso di inglese on-line. «Questi nuovi strumenti sono in grado di portare un notevole risparmio nelle pubbliche amministrazioni», ha spiegato Michele Cossa, deputato e presidente dell'Asel. «Si pensi al notevole risparmio di carta attraverso la digitalizzazione degli archivi e alla possibilità di affidare a personale interno mansioni che in genere vengono appaltate a società esterne». I Comuni interessati possono presentare domanda entro il 15 settembre: i corsi sono gratuiti. Le iscrizioni possono essere fatte anche sul sito internet www.entinrete.it.
Nicola Perrotti (Unioneonline)
 
 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Fatto del giorno
Un buon voto per le università della Sardegna 
ANTONELLO MATTONE
In ogni tarda primavera i rettori delle Università e i presidi di facoltà di tutt’Italia, come tanti scolaretti, attendono ansiosi i risultati dell’indagine sugli Atenei avviata dal Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario e dall’Ufficio statistica del Ministero per l’Università e la Ricerca. I dati, con la collaborazione del Censis, vengono pubblicati da due quotidiani: «La Repubblica» e «Il Sole 24 ore». Il «voto» agli atenei varia, come il voto di laurea, tra il 66 e il 110 e tiene conto dei seguenti indicatori generali: la produttività, cioé la capacità di far laureare il maggior numero di studenti in corso; l’offerta didattica; lo standard della ricerca; il profilo dei docenti; i rapporti e la cooperazione internazionale. A questi parametri si aggiungono alcuni indicatori di ateneo, quali i servizi (posti alloggio, mense, impianti sportivi) le borse di studio, le strutture (capienza delle aule, laboratori scientifici, biblioteche), internet (funzionalità del sito). Le università vengono divise in tre classi: i mega atenei (oltre i 40.000 iscritti); gli atenei medi (da 20.000 a 40.000 iscritti); i piccoli atenei (da 10.000 a 20.000 iscritti). Nel complesso le università sarde hanno un buon piazzamento, tenendo soprattutto conto che i due atenei isolani hanno uno scarsissimo richiamo (anche per i costi del viaggio). È raro infatti che uno studente meridionale o lombardo si iscriva in Sardegna. Nonostante questo handicap di base, l’Università di Cagliari si è piazzata sesta, con punti 88,8 nella classifica degli atenei medi, guidata da Siena con punti 102,3. La sede cagliaritana è stata valutata con 85 punti per i servizi, 90 per le borse, 88 per le strutture, 92 per il sito web. L’Università di Sassari si è piazzata quarta
nella classifica dei piccoli atenei con punti 93,8 così articolati: servizi 85, borse 95, strutture 105, sito web 98.
 Insomma, per entrambi gli atenei un piazzamento di tutto rispetto che premia lo sforzo dei due rettori, Pasquale Mistretta e Alessandro Maida, nell’aver «modernizzato» le strutture, creato nuovi posti letto, offerto più adeguati servizi.
 Per quanto riguarda le facoltà, Agraria di Sassari si piazza onorevolmente all’ottavo posto (88,6) su 22 sedi. Architettura non è ancora giudicabile. Economia di Cagliari e di Sassari lottano entrambe per non retrocedere (su 49 sedi Sassari è al 24º posto 86,4) e Cagliari al 33º (81,2), così come Farmacia (su 29 sedi Cagliari al 19º 84,8 e Sassari al 23º 83,6), per non parlare di Giurisprudenza (su 45 sedi Cagliari al 27º posto: 80,4, Sassari al 34º: 74,0). Ingegneria di Cagliari su 38 sedi è 26º posto, con punti 80,6. Lettere e Filosofia su 42 sedi, Sassari 14º posto (86,2), prevale su Cagliari 22º posto (84,2). All’opposto su Lingue e letterature straniere, su 18 sedi, Cagliari (14º 83,4) batte, nella lotta tra «poveri» Sassari (16º 79,8). Le due facoltà di Medicina e Chirurgia non hanno entrambe un buon piazzamento: su 37 sedi, Sassari è 27ª (81,4) e Cagliari 29ª (79,4). Scienze della formazione di Cagliari su 21 sedi è 13ª (86,0). Nella classifica di Scienze Matematiche Fisica e Naturali, Cagliari, in quella dei medi atenei, è 16ª su 28 sedi (88,8), Sassari, in quella dei piccoli, è terz’ultima, 13ª su 15 sedi. Scienze politiche di Sassari ha livelli di eccellenza, 7º posto su 28 sedi (90,0), rispetto al 12º di Cagliari,. Infine, Veterinaria di Sassari su 13 sedi si piazza al 7º posto (90,0).
 Certo, i parametri di valutazione (pur discutibili) hanno spinto molti rettori e molti presidi a migliorare l’offerta didattica, a potenziare le strutture, a caratterizzare culturalmente le sedi. Altri riposano sugli allori del passato o sulla neghittosità del presente.
 Per la Sardegna fondamentale risulta il ruolo della Regione nel promuovere quelle attività di ricerca scientifiche e umanistiche che costituiscono un volano per lo sviluppo civile ed economico. L’intervento regionale risulta contradditorio e territorialmente squilibrato, in un rapporto di circa l’80% al polo universitario cagliaritano e il 20% a quello sassarese. Per il distretto biomedico di Pula sono stati stanziati 45 milioni di euro, mentre si attende ancora il finanziamento del distretto agroalimentare di Sassari. I tempi sono maturi per un parziale riequilibrio degli investimenti.
 
 
 5 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
«Pasquale Mistretta va bene, per adesso» 
Il presidente del Consiglio degli studenti spiega i motivi dell’alleanza con il rettore
«Al momento giusto valuteremo i candidati alternativi» 
 CAGLIARI. Gli studenti universitari sono stati i protagonisti vincente della lotta per lo statuto. Il rettore Pasquale Mistretta ha contato su di loro e ha avuto ragione. Con sei voti a favore e uno contrario, gli studenti hanno fatto oscillare il piatto della bilancia in favore del Magnifico, che adesso potrà ancora ricandidarsi e continuare nel suo lugo impero, cominciato nel lontano 1991.
 «Un voto sofferto», Mistretta ha definito così il referendum sul suo lavoro. Un voto che ha provocato contrasti anche neò Consiglio degli studenti. Divisi tra ideologie e scelte strategiche, gli apprendisti della politica universitaria hanno provato fino all’ultimo a mantenere compatti i ranghi. Da una parte c’era chi sosteneva che fosse sbagliato non porre un limite alla durata delle cariche. Dall’altra, la necessità di garantirsi un’opzione nel caso in cui, a maggio, i programmi di altri possibili rettori non dovessero convincere gli studenti, Gianluigi Piras, presidente del Consiglio degli universitari, racconta i retroscena di un voto che li ha portati al centro della scena.
 - Perché sullo statuto vi siete divisi?
 «Le diverse posizioni nascono da valutazioni serie e responsabili che i senatori hanno fatto e che per il nostro Consiglio sono meritevoli di rispetto».
 - Le posizioni. «Da un lato il no alla modifica dello statuto sostenuto da “Studenti a Sinistra”, “Udu” e “Sinistra Universitaria”: loro pensano sia sbagliato non porre un limite alla durata delle cariche a prescindere dal giudizio su quello o l’altro rettore».
 - Sull’altro fronte.
 «Il sì alla modifica sostenuto da “Uniti e Liberi” e “Università per gli Studenti”, per tenere in campo l’opzione Mistretta. Potrebbe rivelarsi utile per ampliare la possibilità di scelta se gli altri candidati non si dimostrassero aperti al dialogo».
 - Ma le alternative a Mistretta esistono?
 «Noi tutti siamo utili ma nessuno è indispensabile. Può sembrare un concetto banale, non lo è. Chiaramente dopo quindici anni di politica mistrettiana può disorientare pensare a un cambiamento. Fra un anno ci confronteremo coi candidati e solo ed esclusivamente sui loro programmi».
 - Due anni fa eravate nemici del rettore. Cos’è cambiato ora?
 «Noi non siamo amici e neanche nemici del rettore, dei presidi o dei docenti. Sono nostri interlocutori, come lo sono i ricercatori e il personale tecnico amministrativo».
 - Questo sarà un anno di propaganda elettorale. «In dodici mesi vogliamo che il rapporto di collaborazione con l’amministrazione universitaria continui a essere produttivo. Quest’anno, grazie all’impegno di tutte le organizzazioni studentesche del Consiglio, abbiamo ottenuto la doppia sessione di iscrizione alle lauree specialistiche. E ci aspettiamo che siano rispettati gli impegni presi».
 - Il ricatto che permetterà a Mistretta di ricandidarsi?
 «Non proprio, crediamo sia anche la sua politica. Nessun aumento delle tasse, nessun numero chiuso esasperato. L’università deve restare aperta a tutti ed essere diffusa nel territorio».
 - E anche più spazio nel Senato.
 «Vogliamo ottenere una maggiore rappresentanza degli studenti negli organi decisionali dell’ateneo».
 - Cosa c’è da cambiare nell’università?
 «Bisogna trovare nuove risorse e fare pressione sulle casse del governo nazionale e regionale. Devono essere coinvolti i privati, perché finanzino e l’università deve restare aperta a tutti»
 - L’antico problema delle tasse.
 «Non deve mai calare l’attenzione verso le fasce più deboli, senza però rinunciare a una formazione di qualità che ci permetta di rendere spendibile la laurea sul mercato del lavoro».
 - Il nuovo problema della ricerca: c’è o non c’è?
 «Sono doverosi maggiori finanziamenti perché i ricercatori fanno la ricchezza di un’università».
 Rettore compreso.
Carla Piras
 
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 30 - Sassari
Dibattiti e studi per celebrare i primi architetti 
I neo laureati si confrontano con le imprese e i sindacati
 
 ALGHERO.Una settimana di studi, incontri e approfondimenti per celebrare i primi laureati in architettura. Il programma ha previsto il seminario «lauree di base: quali mestieri?», una occasione per individuare quale ruolo possono avere queste nuove figure professionali. I lavori sono stati introdotti da Giovanni Maciocco, preside della facoltà, con il contributo di Raffaele Sirica, presidente del consiglio nazionale Architetti; di Linetta Serri, presidente dell’Anci; Francesco Maria Licheri, presidente dell’Upi Sardegna e Gian Giuliano Mossa, presidente dell’ordine degli architetti della provincia di Sassari. Ha coordinato Silvano Tagliagambe, della facoltà di Architettura. Si è svolta anche una tavola rotonda sulle prospettive di occupazione. Erano presenti imprese, sindacati ed enti locali che hanno discusso delle nuove opportunità e del rapporto tra mondo universitario e lavoro. Sono intervenuti Salvo Manca della Cisl Gallura, Antonello Muroni, assessore alla pubblica istruzione di Alghero, Roberto Chironi, funzionario dell’associazione industriali, Mauro Tuzzolino, amministratore di Sviluppo Italia, Luigi Novelli, dello studio Fineco Architects di Shangai (Cina) e Marco Foti, della Astaldi Costruzioni. Interessante l’intervento di quest’ultimo, che ha mostrato un filmato del nuovo polo fieristico di Milano, un’opera realizzata in 30 mesi. Moderatore Arnaldo Cecchini della Facoltà di Architettura.
 L’architetto Luigi Novelli, dello studio Fineco Architects con sede a Shanghai, ha tenuto una conferenza sulle trasformazioni a Shangai dal 1993 a oggi. (s.o.)
 
 
 
 
 

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