Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 July 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 21 – Cagliari
In Consiglio d’amministrazione due proposte per la riscossione delle tasse degli studenti
Università, le Poste sfidano il Banco
Stop al monopolio dell’istituto di credito, via alla concorrenza
Il prossimo 8 settembre il Cda universitario aprirà le buste con le offerte di Poste Italiane e Banco di Sardegna. Soddisfatti gli studenti
 Un duello all’ultimo servizio. Si preparano ad affrontarlo Banco di Sardegna e Poste italiane per la gestione delle riscossioni delle tasse universitarie degli studenti. L’argomento è stato affrontato nell’ultima seduta del Consiglio d’amministrazione dell’Università di Cagliari, e provocherà un piccolo terremoto. Dal 2000 il Banco di Sardegna ha l’esclusiva. Negli ultimi anni sono state numerose le proteste degli studenti: file agli sportelli, scarsa informazione su scadenze e importi, e pagamenti solo in contanti. Adesso, con l’ingresso di Poste nella competizione (per un servizio che all’Ateneo costa sugli 80 mila euro all’anno), la riscossione delle tasse farà certamente un salto di qualità. Il CdaLa conferma è arrivata dalle proposte finite sul tavolo del cda: Poste, Postel spa e Banco di Sardegna (arrivata proprio in extremis). I consiglieri e il rettore si sono dati un mese e mezzo di tempo (la seduta è fissata l’8 settembre) per decidere quale sarà l’offerta migliore per le casse dell’Ateneo e per gli studenti, stufi della combinazione "file agli sportelli - pagamento in contanti". Le proposteIl duello si giocherà sulle novità nel servizio. Poste propone tre prodotti: Prisma (stampa, recapito bollettini e incasso negli uffici postali o nel sito Internet, costo per lo studente un euro), Incassi (compilazione modulo e consegna negli uffici postali, con gestione costi generato nelle segreterie delle facoltà, 1,25 euro) e Porta (pagamento attraverso un portale, costo non specificato). Il Banco risponde con un suo progetto: pagamento elettronico (codice di identificazione per effettuare l’operazione negli sportelli automatici, costo 0,62 euro), tramite Internet (sul sito gestito da una società del Banco, Numera, 2 euro), con addebito su conto, o con il bollettino freccia (pagabile in ogni banca, con un prezzo tra 1 e 1,50 euro). Resta uguale il pagamento allo sportello. A vantaggio del Banco il suo ruolo di cassiere dell’Università, che semplifica i passaggi. I progetti di Poste italiane prevedono un costo per l’Ateneo di circa 80 mila euro, mentre attualmente si pagano 76.380 euro annuali. Gli studenti«Abbiamo ottenuto - commenta Giuseppe Frau, rappresentante di Università per gli studenti nel Cda - con la nostra azione, fatta di istanze, interrogazioni e proposte, di interrompere il monopolio del Banco. Ora valuteremo e voteremo il progetto che interpreta al meglio l’esigenza dei 40 mila studenti di poter avere un servizio moderno».
Matteo Vercelli
  
2 – L’Unione Sarda
Pagina 40 – Gallura
Ottimismo dopo l’allarme sul taglio dei finanziamenti
Salvi tutti i corsi universitari: a Tempio cento iscritti e venti laureati
Gli iscritti sono oltre cento, provengono da tutta la Sardegna. A distanza di pochi anni dall’istituzione, a Tempio il polo universitario conta già venti laureati. Studenti che hanno concluso con ottimi risultati i corsi triennali in tecniche erboristiche e tossicologie degli inquinanti ambientali. Alcuni sono anche riusciti a proseguire la loro esperienza all’interno della struttura universitaria. L’amministrazione comunale tempiese, nonostante le difficoltà e i problemi finanziari, continuerà a sostenere i corsi di primo livello. Nessuna chiusura quindi della sede gemmata della facoltà di Farmacia dell’università di Sassari, anzi i laboratori sono stati dotati di recente di nuove sofisticate attrezzature. Tra l’altro, molti degli iscritti alle lauree triennali, provengono da enti pubblici che collaborano con l’università: Asl, Cnr, Istituto zooprofilattico di Sassari, diversi Comuni e laboratori di analisi. Ai corsi già attivati di giurisprudenza, si aggiungono ora le lezioni in videoconferenza di scienze giuridiche e diritto delle amministrazioni e delle imprese pubbliche e private. Il clima sembra cambiato, rispetto a qualche mese fa. Il vicesindaco Angela Masu, assessore a Pubblica istruzione e servizi sociali, aveva espresso in più di una occasione le sue perplessità per il mancato finanziamento della sede gemmata da parte della Regione. In realtà la giunta Soru non ha tagliato i fondi alle sedi universitarie decentrate. L’assessorato regionale all’Istruzione ha introdotto nuovi meccanismi di assegnazione dei contributi. Il finanziamento di piccole realtà come quella di Tempio non è più automatico, ma risponde a criteri che richiedono innovazione, legami con il territorio e una risposta positiva in termini di iscrizioni. L’amministrazione comunale di Tempio e l’Università di Sassari ritengono di rientrare a pieno in questi parametri. (a. b.)
 
 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
«Azienda mista? Abbiamo salvato il salvabile» 
Soddisfazione, ma solo in parte, per l’accordo siglato di recente con la Regione
Il preside della facoltà di Medicina Giulio Rosati racconta le estenuanti trattative che hanno portato a non escludere del tutto alcune importanti cliniche dell’università cittadina 
di Gabriella Grimaldi
 SASSARI. Soddisfazione? Con riserva. Questa in estrema sintesi la reazione dei vertici dell’ateneo sassarese al ritorno dalla spedizione a Cagliari che ha prodotto un accordo sulla futura azienda sanitaria mista. La riserva, o forse è meglio chiamarla delusione, riguarda i compromessi che rettore e preside della facoltà di Medicina hanno dovuto accettare in un estenuante incontro-scontro con l’assessore regionale Nerina Dirindin per salvare il salvabile della parte universitaria dentro l’azienda. «Abbiamo ceduto per ottenere il massimo», ha detto Giulio Rosati. Ma nei reparti ridimensionati dal progetto c’è malumore.
 In particolare a dermatologia e oncologia dell’università che, ritenuti inutili “doppioni” dall’assessorato regionale, sono stati se non cancellati, relegati in una posizione che sarà tutta da definire con l’istituzione dell’azienda. «Capisco l’amarezza dei professionisti coinvolti in questa riorganizzazione della sanità sassarese - continua il preside della facoltà - ma se si considera il punto dal quale siamo partiti in questa difficile trattativa, abbiamo ottenuto almeno che questi reparti potessero sopravvivere».
 Rosati si riferisce a un passaggio dell’accordo sottoscritto dalle parti (università e Regione, appunto, come prevede la legge) nel quale si sottolinea che «in attesa della revisione del fabbisogno di formazione e comunque non oltre la fine del 2006 è stato chiarito che l’attività didattica in questi settori scientifici non specificamente previsti all’interno dell’azienda mista potrà comunque essere svolta nell’ambito del Dipartimento di medicina interna dell’azienda in maniera integrata e complementare con l’attività della Asl. In questo modo sarà salvaguardata l’attività delle due scuole di specializzazione».
 Una postilla importante per il preside «perchè consente di fare in modo che non vengano cancellate realtà così importanti». In parole povere però, sia dermatologia che oncologia non potranno mai elevarsi al titolo di strutture complesse ma saranno di supporto in un’organizzazione molto più articolata come il Dipartimento, nel quale verrà meno una certa parte di autonomia, soprattutto nella gestione dei posti letto. Un passaggio considerato alla stregua di un contentino dunque da parte dei direttori delle cliniche interessate che «non cambia di una virgola la realtà». «Il fatto che questi due settori si siano salvati - dice Rosati - mi sembra molto importante. Certo, sarà poi il direttore generale della nuova azienda a determinare la collocazione e il futuro delle varie strutture».
 Soddisfazione, invece, almeno da parte dei vertici dell’università, per quanto riguarda cardiologia che resterà in piedi, con la sua unità coronarica, assieme all’omologo reparto dell’ospedale Santissima Annunziata. L’ospedale civile, infatti, costituisce l’altra metà dell’azienda mista con la quale di fatto l’università ha dovuto spartire le strutture. In questo caso quindi è rimasto in piedi uno dei «famigerati» doppioni. «A Sassari - spiega il preside di Medicina - per quanto concerne l’unità coronarica abbiamo poco più della metà dei posti letto rispetto alla media nazionale. Precisamente lo 0,034 contro lo 0,060 di Cagliari e lo 0,050 del resto d’Italia. Chi è vittima di un infarto a Sassari è fortemente a rischio, quindi aveva una sua logica mantenere in piedi le due strutture, quella universitaria e quella ospedaliera, che dovranno lavorare in sinergia». E a quanto pare l’assessore Dirindin ha anche valutato l’opportunità di fare finalmente decollare la nuovissima, costosissima e mai inaugurata, unità coronarica di viale San Pietro in un quadro più ampio di attività di emergenza-urgenza rivolta al territorio.
  
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
I malumori di Oncologia e Dermatologia dell’Università 
«Ma quali inutili doppioni Ci hanno cancellato a tavolino»
  SASSARI. E’ inevitabile che ogni drastico cambiamento comporti degli smottamenti. Il progetto dell’Azienda Mista si porta dietro una scia di malumori. I “doppioni”, gli “inutili”, i “cancellati” non condividono le ragioni dell’esclusione. Si tratta di due reparti delle cliniche universitarie che lavorano da decenni e che hanno rivestito un ruolo importante all’interno della sanità cittadina: dermatologia e oncologia. «Il nostro reparto è il primo nato a Sassari - spiega professor Farris, primario di oncologia - con l’altro reparto dell’ospedale civile ci siamo sempre divisi i pazienti, svolgendo, nonostante le carenze di personale rispetto al numero dei malati, un buon lavoro e ottenendo dei buoni risultati. Ora abbiamo appreso, che per condivisibili ragioni di economicità e razionalizzazione delle risorse, l’oncologia universitaria verrà sacrificata e resterà solamente l’oncologia ospedaliera. O che, in ultima istanza, il nostro reparto verrà inserito all’interno dell’azienda mista nella fascia del 10 per cento riservata all’università. Poi, quando verrà nominato il nuovo direttore, si deciderà anche il nostro destino. Se condividiamo l’esigenza di risparmiare risorse, non capiamo perché viene cancellato un reparto, come quello di oncologia, che invece è fondamentale per Sassari, e che forse necessiterebbe addirittura di un potenziamento. In più restano in piedi altri evidenti doppioni e sprechi». Il caso emblematico, che sta creando notevoli polemiche, è quello di cardiologia. Due unità per gestire le emergenze, costosissime sia sul versante del personale impiegato e dei macchinari, una delle quali attivata ex novo, collocate a poche centinaia di metri l’una dall’altra. Alghero, a suo tempo, aveva fatto una rivoluzione per ottenere l’unità coronarica e avere una copertura del territorio, per le urgenze coronariche, a più ampio raggio. Ma la facoltà di medicina, senza un reparto di cardiologia, non avrebbe mai avuto i requisiti minimi per il riconoscimento europeo. Così sul piatto della bilancia, cardiologia ha avuto un peso enorme. Perfino la politica si è mossa in questo senso, e la cordata dei Ds ha sponsorizzato l’attivazione dell’unità coronarica. Ma, in ogni trattativa, dove si aggiunge da una parte si toglie dall’altra. La ghigliottina è piombata sopra dermatologia. I medici contestano le modalità della scelta: decisioni prese a tavolino, senza considerare in maniera approfondita le attività svolte dai reparti. Anche dermatologia rivendica la sua storia terapeutica.
 «Abbiamo ottenuto riconoscimenti nazionali e internazionali, pubblicazioni su importanti riviste, abbiamo collaborato con ricercatori di chiara fama. Diverse nostre attività non vengono attualmente svolte nel reparto ospedaliero. Perché il Piano Sanitario Regionale cancella proprio noi? Non sarebbe opportuna un’adeguata valutazione comparativa tra il nostro lavoro e quello degli altri reparti ospedalieri? A Cagliari, ad esempio, le funzioni di Dermatologia vengono mantenute nell’azienda mista e altri doppioni, d’altra parte, sono rimasti tali, senza alcuna cancellazione». (lu.so.)
 
 
 
5 – Corriere della Sera
La Moratti, le Poste, i libri e il conflitto d’interessi
Caro Direttore, ho letto con sorpresa e grande amarezza l’articolo a firma Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera del 27 luglio. Voglio pertanto chiarire direttamente ai lettori, che hanno il diritto di essere correttamente informati, lo spirito del Protocollo d’intesa siglato con Poste Italiane, attraverso il quale abbiamo attivato un servizio gratuito di consegna a domicilio dei libri di testo per le famiglie che intendano liberamente usufruirne.
Si tratta di un’iniziativa di grande utilità sociale, con la quale si contribuisce ad alleggerire i disagi di centinaia di migliaia di genitori, costretti spesso a lunghe code in libreria per acquistare e prenotare testi che talvolta non trovano. E’ un’iniziativa che si inserisce in una precisa politica del Ministero tesa al contenimento dei costi dei libri - tra i più alti a livello europeo - che pesano sempre più sul bilancio delle famiglie economicamente disagiate già fortemente penalizzate dal carovita. Ricordo al proposito che da tre anni abbiamo congelato il tetto di spesa per i libri di testo e che ogni anno eroghiamo un contributo di 103 milioni di euro per l’acquisto dei libri da parte delle famiglie meno abbienti.
Richiamo alcuni punti del protocollo siglato con Poste Italiane, che è finalizzato, ribadisco, ad assicurare alle famiglie un servizio più pratico, sicuro ed economicamente conveniente. Anzitutto esso non comporta alcun obbligo né onere finanziario a carico del Ministero e non genera alcuna situazione di esclusiva a vantaggio di Poste Italiane. In altre parole, qualora altri soggetti offrissero analoghi servizi, l’Amministrazione è disponibile a sottoscrivere nuovi protocolli d’intesa. Inoltre sottolineo che, nel rispetto del principio dell’autonomia, spetta esclusivamente alle singole scuole aderire all’iniziativa. Le famiglie successivamente saranno a loro volta libere di usufruire del servizio. I primi riscontri evidenziano un rilevante interesse: finora ha aderito il 20 per cento delle scuole.
Per quanto riguarda l’accordo intercorso tra Poste Italiane e una società terza per l’acquisto dei libri, va precisato che il Protocollo d’intesa non prevede assolutamente le modalità organizzative ed i soggetti che le attueranno, che sono di totale e autonoma responsabilità di Poste Italiane.
Con riferimento infine alle critiche e alle comprensibili preoccupazioni degli operatori della filiera libraria, stiamo avviando in questi giorni con loro momenti di consultazione: sono convinta che da questo confronto possano nascere nuove idee e nuove iniziative che consentano di conciliare le esigenze delle famiglie e degli studenti con quelle degli operatori.
Vorrei ricordare infine all’articolista che anche questa iniziativa, come tutte le altre adottate in questi anni, è all’insegna della massima trasparenza. E che non sono al servizio di nessuno in particolare, bensì del mio Paese, nel pieno rispetto del giuramento fatto nelle mani del Capo dello Stato di «osservare lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione».

Ministro dell’Istruzione, dell’Università
e della Ricerca

Egregio Direttore,
in merito all’articolo pubblicato sul Corriere della Sera di oggi, di Gian Antonio Stella, con il titolo «I libri scolastici in conflitto d’interessi» ritengo utile precisare quanto segue.
Poste Italiane e Ministero della Istruzione Università e Ricerca hanno siglato nei giorni scorsi un accordo per consentire alle famiglie italiane di acquistare i libri di testo della scuole medie e delle scuole superiori prenotandoli con un telefonata o attraverso il sito di Poste Italiane.
Poste Italiane recapiterà a casa i libri prenotati che saranno pagati contrassegno o con carta di credito sul sito, senza alcun onere aggiuntivo per le famiglie. Il servizio viene fornito solo agli studenti delle scuole che aderiscono a questa iniziativa.
L’operatività dell’accordo prevede che uno o più operatori gestiscano con le case editrici le prenotazioni ricevute da Poste Italiane remunerando Poste Italiane per la raccolta delle prenotazioni e per il recapito.
Anche le condizioni generali del servizio pubblicate sul sito www.poste.it dicono in modo esplicito: «sulla base del protocollo d’intesa Poste Italiane - Miur, Poste Italiane si pone quale collegamento tra le stesse famiglie e le società specializzate nella distribuzione dei libri scolastici che intendono aderire all’iniziativa».
Il servizio è quindi aperto ad ogni operatore del settore (società di vendita di libri online, distributore, libraio) a parità di oneri e di condizioni. Con Mondo Libri (di cui Bol è una divisione operativa) Poste Italiane ha avviato una sperimentazione.
Rimanendo a Sua disposizione per qualunque chiarimento, Le invio i miei più cordiali saluti.

Direttore Poste Italiane
Che Letizia Moratti prenda le distanze dalle Poste precisando che «il Protocollo d’intesa non prevede assolutamente le modalità organizzative ed i soggetti che le attueranno, che sono di totale e autonoma responsabilità di Poste Italiane» da una parte rassicura e dall’altra sconcerta. Rassicura perché conferma che lo stesso Ministro si rende conto dell’«anomalia» di avere affidato un servizio come la distribuzione dei libri scolastici (un affare potenziale da 400 milioni di euro e se la risposta è già al 20% siamo a 80 milioni: sedici volte il fatturato dell’azienda benedetta dall’accordo) a una società della Mondadori, cioè di proprietà del Presidente del Consiglio. Sconcerta perché, visto l’ammontare del businness e visti i precedenti conflitti d’interesse, ci saremmo aspettati che un ministro accorto ci mettesse il naso pretendendo almeno la gara d’appalto.
Quanto alle Poste, la precisazione aggiunge peggio al peggio. Proprio le «Condizioni Generali del servizio di vendita e consegna mediante servizio postale dei libri adottati dagli Istituti scolastici per l’anno 2005/2006» (ormai è inutile che vengano cancellate dal sito: è già tutto copiato) dimostrano che non si tratta affatto di una iniziativa aperta a tutti gli editori e tutti i distributori.
Citando il «Decreto Legislativo 22 maggio1999 n. 185 che regola i contratti di fornitura di beni o servizi», le Poste precisano infatti che per "Prestatore del servizio" si intendono le stesse Poste tramite una società propria (Consorzio Poste Contact) e «Mondolibri S.p.A.-Divisione Bol». E’ Bol che nel caso il cliente non perfezioni l’ordine «provvede a restituire l’anticipo». E’ Bol che in caso di «discordanza tra il prezzo indicato al Cliente in fase d’Ordine e quello indicato in copertina» deve restituire i soldi avuti in più «tramite postagiro, bonifico o assegno vidimato emesso da Bol». E’ Bol l’intestatario indicato per i pagamenti online «tramite il sito internet www.poste.it». Dove sono questi fantomatici altri operatori? Se l’iniziativa è così buona come dice la Moratti, come mai non sono stati avvertiti manco con una telefonata? Dovevano venirlo a sapere dall’interrogazione del senatore Passigli e dal Corriere ? Cosa succederebbe, se un accordo così fosse fatto all’estero?
Letizia Moratti

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