Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 August 2005
UFFICIO STAMPA
Università degli Studi di Cagliari
 1 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 32 - Inserto Estate
La mostra fotografica all’aeroporto di Elmas
Fisica: scoperte e strumenti esaltati in vortici di colori
CAGLIARI. Dalla struttura del Dna ai cristalli di silicio fino all’unico esemplare in Sardegna di liquefatore di elio: una macchina costituita da un cilindro giallo che permette di raggiungere i 270 gradi sotto zero e costa poco meno di un milione di euro. Dal gelo si passa agli strumenti ipersofisticati dei fisici nucleari e ai calcolatori degli specialisti dell’ateneo cagliaritano che collaborano con il Cern di Ginevra. Tutti sotto scatto. In un vortice di colori e sfumature intriganti. Macchine e apparecchiature all’avanguardia attraversate e bloccate da luci e prospettive. In breve, quella firmata da Antonio Sana è una suadente carrellata fotografica. L’artista cagliaritano espone le immagini realizzate per l’Anno della fisica allo scalo di Elmas.
Trenta pannelli da un metro per 1,30 sulla ricerca, i mezzi, i confini, il fascino della fisica. A un secolo dai moniti di Albert Einstein, con il patrocinio dell’Unesco, la disciplina dei cervelloni riscopre se stessa con una serie di iniziative culturali. Il dipartimento di fisica dell’ateneo cagliaritano ha commissionato la mostra per «trasmettere all’esterno dei nostri laboratori il grande fascino della materia», dice il professor Francesco Casula. E dopo il vernissage alla Cittadella dei musei, l’esposizione è da qualche giorno alla sala partenze dello scalo di Elmas.
«Un’esperienza stimolante e gratificante», spiega Antonio Saba. Il fotografo ha raccontato la vita quotidiana dei ricercatori e dei docenti di fisica del campus di Monserrato «pensando al World Year of Physics 2005, a questa sorta di mondo magico, semplice e invalicabile al tempo stesso». I trenta flash offrono un fremito particolare. L’artista, con esperienze a Los Angeles e New York, è stato definito dai critici autore di uno stile a metà tra pop e psichedelico.
Le immagini, il progetto grafico è di Stefano Asili, sono accompagnate da una didascalia chiara ed esaustiva. In breve, «La bellezza della fisica» è una mostra che coinvolge. Esperti e profani. «L’estetica dell’archeologia industriale, il futurismo e la pop art sono i riferimenti a cui ho ispirato le foto: ritrarre il lavoro dei docenti universitari è stata una sfida esaltante, ricca di colpi di scena, capace di offrire nuovi spunti in continuazione», aggiunge Antonio Saba. Le immagini, basate un sapiente uso di tecniche raffinate, svelano il lavoro quotidiano del dipartimento di Fisica. E gli danno un’anima.
La mostra, che comprende anche alcune strumentazioni e vari pezzi del museo di fisica del campus di Monserrato (sito web: www.dsf.unica.it/museo) è all’aeroporto di Elmas fino al 30 settembre. Poi, dal 15 ottobre, e fino al 15 novembre, i pannelli rientrano alla Cittadella dei musei di Cagliari.
Mario Frongia
 
2 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 2 - Cagliari
Cento giovani ambasciatori dell’integrazione
Provengono da cinque continenti e andranno alla scoperta della Sardegna
CAGLIARI. A vedere l’aula Consiliare del comune così gremita di giovani, c’è da rimanere di stucco: occhi a mandorla, occhi scuri come la pece, occhi di un chiaro che quasi ci si specchia dentro. E ancora incarnati pallidissimi, che fanno a pugni con quelli mori dei giovani seduti qualche scranno più in là. Sono i centonovanta giovani arrivati in questi giorni da tutto il mondo grazie alla robusta rete di rapporti internazionali dell’associazione studentesca Terra di Mezzo 2000. Staranno in città sino al 16 agosto, per un’esperienza unica che sventola la bandiera dell’integrazione con quella dell’abbattimento di ogni barriera culturale.
A fare gli onori di casa nelle sale del consiglio comunale sono stati l’assessore alle Politiche giovanili Edoardo Usai, e quello al Decentramento, Alessandra Zedda. Ma c’era anche Christian Solinas il presidente dell’Ersu, l’ente regionale per il diritto allo studio, che ha messo a disposizione dell’iniziativa la Casa dello studente di via Trentino: «Incontrare i giovani qui in comune ha un significato speciale - ha detto Solinas - Vuol dire che tra amministrazione, Ersu ed associazioni studentesche si sta instaurando una collaborazione preziosa». Preziosa per chi punta sulla mobilità giovanile, e per chi vuole, come l’Ersu, che a livello europeo l’università diventi un polo d’attrazione. «Nelle università degli Stati Uniti - ha detto Solinas - oltre mezzo milione di studenti sono stranieri. Con un fatturato annuo importante per le economie locali. Noi dobbiamo puntare allo stesso obiettivo». Chissà, forse tutti questi calcoli non c’erano ieri nelle menti dei giovani ospiti, impegnati piuttosto a scattare qualche foto ricordo seduti dove solitamente siede il sindaco. «Questa volta molti ragazzi non hanno potuto essere qui - ha detto con una punta d’amarezza Gianluca Frongia, presidente di Tdm 2000 - Abbiamo una serie di protocolli d’intesa che ci permettono contatti con diverse università, ma con paesi considerati a rischio come la Giordania, la Palestina o l’Algeria non abbiamo potuto combinare niente». Risultato: le molte richieste arrivate da quei paesi non è stato possibile accontentarle. Eppure, a guardarsi intorno, lo spaccato di mondo che si presenta è più che interessante: Jue Hjun, un ragazzone di vent’anni alto alto e con addosso una pazza voglia di conoscere le altre culture è arrivato dalla Corea, e qua si sente in un altro mondo: «Da noi non abbiamo la libertà di costumi che avete voi - dice, col viso ancora stupito per la meraviglia - In Corea il contatto fisico tra persone, come una stretta di mano per salutarsi, è praticamente tabù». Diverse le considerazioni di Alex, 26 anni, arrivato da Barcellona: «Giro per la città e vedo le tracce lasciate da secoli di dominazione spagnola - dice - Parlo con la gente e mi sembra di stare a casa. Ci sono persino i colori della mia squadra (il Barcellona, ndc)».
Per Agnesa e Albiona, due belle ragazze arrivate dal Kosovo, stare qua, lontane dal loro paese è quasi un miracolo: «Ottenere i visti è un’impresa - raccontano - Tra noi e i ragazzi italiani la differenza più netta è proprio questa: noi non possiamo viaggiare liberamente».(s.z)

3 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 1 - Olbia
CONVEGNO
L’illuminazione esalta i siti culturali
OLBIA. L’illuminazione come strumenti di valorizzazione dei beni culturali sarà il tema del convegno di portata internazionale che si svolgerà a Olbia nel mese di settembre. Una tavola rotonda organizzata dall’Associazione italiana di illuminazione (Aidi) in collaborazione con il dipartimento di architettura dell’Università degli studi di Cagliari e patrocinata dal comune di Olbia, nel corso della quale sarò presentato il progetto di illuminazione del pozzo sacro di Sa Testa, fiore all’occhiello dei siti archeologici di Olbia.
Il convegno dal titolo “Monumenti in luce: valorizzazione e gestione per un turismo culturale e sostenibile” sarò diviso in due sessioni. Nella prima sarà affrontata la problematica progettuale dell’illuminazione nei beni culturali e sarà presentata la proposta progettuale di illuminazione del pozzo sacro di Sa Testa. La seconda parte dell’incontro sarà invece dedicata al tema della gestione dei siti affinché possano essere visitati dal pubblico anche la sera: una fruizione che, associata a una concomitante organizzazione di eventi proporrebbe lo sviluppo di un turismo alternativo a quello costiero.
L’obiettivo della giornata di studi, l’8 settembre all’Hotel Luna Lughente, è quello di riunire progettisti specializzati in illuminotecnica, dirigenti regionali, provinciali e comunali che veda la proposizione di progetti da parte dei primi e la valutazione della fattibilità da parte dei secondi. (se.lu.)

4 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 8 – Olbia
La “Consulta” premia i giovani neolaureati
ARZACHENA. Un concorso per tesi di laurea sulla molteplice realtà della Gallura. Lo ha indetto la “Consulta Intercomunale Gallura” per dare attuazione ai suoi fini istituzionali di salvaguardia e valorizzazione della lingua, della cultura e delle tradizioni e di ogni altro aspetto specifico e caratterizzante questo lembo di Sardengna.
Il concorso prevede un primo premio di 1000 euro, un secondo di 750 ed un terzo di 500. Esso è aperto alla partecipazione di neolaureati che presentino la domanda entro la fine dell’anno accademico in corso e comunque non oltre il 30 novembre, con copia della tesi e curriculum alla Consulta, che ha sede istituzionale ad Arzachena, in via P.Dettori, 52/A. Qui (telefono 333.2173834) potranno esser attinte ulteriori informazioni sul concorso.
Le tesi saranno valutate da una commissione nominata dalla Consulta e costituita da membri di comprovato valore scientifico ed esperti nelle discipline trattate nelle tesi. Il campo di ricerche nel quale gli studenti laurendi si saranno cimentati sarà il più vasto possibile, spaziando dagli aspetti geografici, storici, economici, sociali, linguistici ed ambientali della Gallura.
Oltre che incrementare la ricerca, la Colsulta intende arricchire il Centro di documentazione sulla cultura gallurese istituito presso la sua sede di Arzachena.
Qui infatti è confluito, sotto forma di testi, dischi, video ed altre forme espressive, tutto quanto è stato fino ad ora pubblicato sulla Gallura. La nuova provincia Olbia-Tempio se lo trova così già pronto per qualsiasi utilizzo.
Tonio Biosa 
 
 

5 – IL MESSAGGERO
Lettere al giornale
Lauree facili
Gentile Signor Gervaso, sono una ragazza di ventiquattro anni che, dopo quattro e mezzo di studi e sacrifici, l'11 marzo di quest'anno, si è laureata con il massimo dei voti.
Vorrei esprimere una personale opinione circa il conferimento della laurea honoris causa a personaggi dello sport e della musica leggera, come mesi fa è avvenuto per Vasco Rossi e Valentino Rossi.
Credo che la laurea honoris causa dovrebbe essere un riconoscimento dato a persone le quali, sia a livello scientifico che culturale, hanno contribuito alla crescita del Paese (per citare un esempio, lo scienziato Alphonso Diaz l'ha ricevuta per il suo contributo alla ricerca spaziale mondiale).
Mi domando allora com'è possibile che, invece, venga data a persone che non solo non hanno il giusto grado d'istruzione, ma che con cultura e scienza proprio non c'entrano niente (beninteso che, personalmente e artisticamente, non ho niente contro di loro).
Credo che si possano ritenere soddisfatti di ricevere parecchi soldi per le loro attività e, inoltre, per i premi e i riconoscimenti delle loro rispettive categorie (per non parlare, poi, degli sponsor).
Ora dobbiamo anche sorbirci Valentino Rossi pavoneggiarsi con il cappellino di laureato e avvalersi della qualifica di dottore?Per non parlare di Vasco Rossi che, all'apertura del suo tour, ebbe a dire: "Sono venuti in settantamila ad ascoltare un neolaureato e poi dicono che i ragazzi non amano la cultura". Ma di che cultura si parla?
Mi sembra veramente una cosa fuori luogo, per non pensare ai risvolti educativi di questa faccenda. Cosa s'insegna ai ragazzi di oggi? Che, per ottenere certi riconoscimenti, una persona non deve studiare, ma semplicemente prendere una moto e andare sui circuiti da corsa? Non è che le piccole università (come quella di Urbino) ne approfittino per farsi pubblicità, per ricevere soldi e finire sui giornali?
Lasciamo che ogni categoria occupi il proprio spazio. Io, personalmente, pur avendo una bella voce, non mi sognerei mai di salire sul palco di Sanremo per ritirare un premio.
Una dottoressa con autentica laurea – Roma
Cara "dottoressa con autentica laurea", come darle torto? Ma i tempi cambiano e chi non si adegua è un codino, un reazionario, un antiprogressista. Come lo siamo noi due, lei ed io, che, forse sbagliando, pensano che la laurea, anche quella honoris causa (questa, forse, più delle altre) vada conquistata. E non con un bel sorpasso e un bell'acuto, con una bella frenata o un bel refrain, vincendo un campionato del mondo o un festival internazionale. No: per meriti culturali, scientifici, giuridici.
Valentino Rossi è un supercampione delle due ruote, forse il più straordinario dai tempi del mitico Agostini. Si è cucito sull'esile petto non so quanti galloni mondiali. Ma non è solo il più bravo: è anche il più fantasioso, il più simpatico, il più alla mano. Ironico e autoironico è l'antitesi di Michael Schumacher, che non ride mai o, quando ride, ride freddo, raggelandoti.
Vasco Rossi è un fior di cantante e la sua voce è riconoscibile fra mille. Piace ai giovani, ma anche ai meno giovani, e un suo concerto fa più pubblico di un derby di calcio.
Che studi i due Rossi abbiano fatto, non lo so. Forse, sono diplomati; forse, no. Quel che so è che, digiuni di studi universitari, non avevano, e non hanno, alcun titolo culturale per meritare un riconoscimento così prestigioso. Qualcuno lo ha proposto, altri hanno caldeggiato la richiesta e, alla fine, eccoli dottori. Dubito che abbiano brigato per diventarlo, in altre, e ben più lucrose, faccende affaccendati. Gli hanno offerto su un piatto d'argento queste greche e loro le hanno accettate. Avrei fatto la stessa cosa.
Ciò non toglie che certi onori, dispensati con tanta disinvoltura e con tanto cancan a un asso della moto e a un cantante di grido, diventano, agli occhi di chi ha studiato davvero e la laurea se l'è sudata, un po' meno onori.
A ciascuno il suo. A Valentino Rossi, il podio più alto; a Vasco Rossi, il disco d'oro (o quello di platino, se c'è). Ai due Rossi un pomposo cavalierato o una solenne commenda, ma niente di più. Negli aurei recinti dell'accademia posto per loro non dovrebbe esserci. A meno che, appesi al chiodo la moto o il microfono, Valentino e Vasco non tornino sui banchi di scuola, non frequentino l'università, non diano gli esami, non discutano la tesi, non prendano la laurea. Ma perché dovrebbero farlo, visto che questa già ce l'hanno in tasca. Anzi, in fronte. Dottori già lo sono. A quando professori?
atupertu@ilmessaggero.it
 
 

 
6 – IL GIORNALE DI CALABRIA
Docenti universitari, incontro promosso dal Movimento “Fermiamo la Moratti”
Un contributo sullo stato giuridico dei docenti universitari è stato dato dall’incontro promosso, dal Movimento “Fermiamo la Moratti”, che si è svolto nella sala stampa dell'aula magna dell’Università della Calabria e che ha visto la partecipazione di numerosi ricercatori e non solo. Durante la manifestazione, i ricercatori hanno puntualizzato le loro intenzioni circa il prosieguo della protesta contro il DDL Moratti. Ad aprire il dibattito è stato Gianfranco Trotta, rappresentante CGIL Calabria, il quale ha sottolineato la necessità di un confronto aperto con gli studenti. Le ragioni della protesta riguardano non soltanto i ricercatori, ma anche i docenti, il personale tecnico – amministrativo, gli studenti, ed è proprio in virtù di ciò che bisogna essere uniti contro l’approvazione del DDL. L’intervento più accorato è stato quello di Paolo Pugliese, rappresentante dei ricercatori nel Consiglio di Amministrazione dell’UniCal. “Il disegno di legge della Moratti – ha sostenuto - è sinonimo di inutilità della figura del ricercatore. Tra i docenti universitari 20 mila sono ricercatori, persone valide con un bagaglio culturale non indifferente. L’approvazione di tale DDL comporterebbe l’assunzione di docenti universitari non idonei al ruolo che andrebbero a ricoprire”. In sostanza, il corpo docente subirebbe un pericoloso calo culturale. Pugliese ha, inoltre, denunciato un ulteriore fattore di rischio: i rettori, spesso, affermano di voler sostenere i ricercatori proponendo al Ministro tutte le richieste emerse dalle assemblee. Nella realtà dei fatti, però, negli incontri con la Moratti, tali proposte non vengono presentate. La ragione è che l’approvazione del DDL conferirebbe ai rettori un potere e un controllo sugli atenei mai avuti in precedenza. “Le figure dei docenti – ha dichiarato Pugliese – non possono essere precarizzate. Si rischia di commettere lo stesso errore fatto con Enrico Fermi, che non volle giurare fedeltà al fascismo e partì per gli Stati Uniti. La ricerca deve essere libera – ha continuato il rappresentante dei ricercatori – e deve valorizzare i docenti culturalmente formati”. Rossella Morrone ha posto ulteriormente l’accento su ciò che, a suo parere, rappresenta l’inizio della precarizzazione in cui versano oggi i ricercatori italiani: la riforma 3+2. È bene essere consapevoli di questo, anche se, ormai, l’unica cosa che resta da fare è affrontare la realtà dei fatti, lottando affinché il DDL non venga approvato. Rossella Morrone ha riportato anche una frase del Rettore dell’Università della Calabria, Giovanni Latorre: “ L’UniCal ha voluto bene ai ricercatori”. Un affetto che è servito a impiegare i ricercatori come docenti, il che implica il vantaggio di retribuirli con uno stipendio inferiore. "Se questa è la mentalità di tutti i rettori - ha affermato - c’è da preoccuparsi". A seguire, è intervenuta Gilda Catalano, ricercatrice della Facoltà di Economia, la quale ha sottolineato quello che l’UniCal sta facendo per supportare la protesta. In primo luogo ha illustrato come intendono muoversi i presidenti dei corsi di laurea della Facoltà di Economia, cioè presentando le proprie dimissioni al Preside della Facoltà, prof. Giuseppe De Bartolo. Gilda Catalano ha anche reso nota la pressione dei ricercatori sul Senato Accademico, affinché si pronunci riguardo alla questione. In ultimo, ma non meno importante, la promozione di diverse assemblee, che mirino a diffondere le motivazioni di un clima così aspro e che servano a portare un supporto concreto alla protesta. L’obiettivo è coordinare tutti gli atenei del Sud, che pagherebbero delle conseguenze durissime se il DDL passasse. Gilda Catalano ha, infine, parlato del giorno di protesta contro il Ministro, il No Moratti Day, previsto per il prossimo 15 novembre. Dal dibattito è emersa la scarsa informazione degli studenti in proposito. Sono state alcune studentesse della Facoltà di Economia a denunciare tutto questo, proponendo di organizzare delle assemblee allo scopo di far conoscere il più possibile lo stato di agitazione in cui si trova il nostro ateneo. È necessario che tutti siano consapevoli della condizione in cui si verrebbero a trovare i ricercatori dopo un’eventuale approvazione del DDL e, quindi, sensibilizzare il più possibile il mondo studentesco.
Concettina Baratta
Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione
Tirocinante presso Ufficio Stampa Università della Calabria
 
 

Questionnaire and social

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