Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 September 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

1 – L’Unione Sarda
Pagina 21 – Cagliari
Ricercatori a confronto
Le nuove frontiere: se il computer ha occhi e orecchie
Da oggi alla Fiera: si parla delle nuove strategie antiterrorismo e anticrimine
Immaginate un mondo in cui i computer hanno la possibilità di guardarsi attorno, capire e rielaborare le immagini che ricevono attraverso i loro occhi digitali. Una realtà che non è solo frutto della fantasia di tanti cineasti e scrittori di fantascienza, ma una possibilità concreta, vicina dall'essere realizzata. nuove frontiere
Sarà proprio la capacità sensoriale di una visione artificiale il tema principale della tredicesima edizione dell'Iciap, conferenza internazionale sull'analisi e la rielaborazione delle immagini (International conference on image analysis and processing) che inizia oggi a Cagliari, al Centro della cultura e dei congressi della Fiera di viale Diaz. Prospettive future e nuove frontiere dell'informatica messe a confronto, in uno dei forum internazionali più importanti per studiosi che si occupano delle tecnologie per l'elaborazione e la trasmissione visiva. Tre giorni a contatto con circa 170 ricercatori provenienti da tutto il mondo. l'eventoOrganizzata ogni due anni, a partire dal 1980, Iciap è stata ospitata da tutte le più prestigiose università italiane. L'evento è di grande prestigio per l'Università di Cagliari, che dal '95 vede attivo un gruppo di ricerca, coordinato da professor Fabio Roli, della facoltà di Ingegneria, per il riconoscimento di forme e applicazioni.
APPLICAZIONIDal punto di vista scientifico, i temi trattati saranno l'analisi e l'elaborazione delle immagini digitali, la loro trasmissione, i sistemi di visione e percezione artificiali, il riconoscimento delle persone dal volto e dalle impronte. Saranno illustrati gli studi fatti per permettere a un computer di riconoscere visivamente ciò che lo circonda, come un oggetto o i tratti somatici del viso di una persona. Scommesse ancora da vincere, ma che faciliteranno enormemente tanti campi in cui la tecnologia richiede un intervento sempre più massiccio, come l'antiterrorismo e l'anticrimine. Basta pensare a quanto si semplificherebbe il lavoro delle volanti se delle telecamere fossero in grado di far riconoscere ad un computer automaticamente i numeri di targa delle vetture e confrontarle con uno schedario di veicoli sospetti. O se fosse installato all'aeroporto un sistema che identifica un sospetto più velocemente di quanto potrebbe fare l'uomo, o tramite meccanismi, come gli infrarossi, che superano le possibilità stesse degli occhi degli agenti della sicurezza. Tecnologie già in sperimentazione sia in Italia che all'estero, ma ancora da perfezionare.
Stefano Cortis
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 30 – Oristano
Torregrande. Gessa ha incontrato gli studiosi del Centro Marino internazionale
Un mare di nuovi sbocchi commerciali
«Per la ricerca servono fondi e contatti con le Università»
Attivo da una decina d'anni il Centro ha portato avanti 8 importanti progetti e realizzato un centinaio di pubblicazioni scientifiche. Ieri il professor Gianluigi Gessa ha visitato i 25 ricercatori.
Biologia molecolare marina, ecosistemi costieri, oceanografia. Per molti nomi difficili e formule astruse, per loro sono pane quotidiano. Gli studiosi del Centro marino internazionale di Torregrande da anni sono impegnati in ricerche su ambienti costieri, comportamenti di pesci e altri organismi che vivono sott'acqua. Attività che non si esauriscono nelle numerose pubblicazioni scientifiche (più di un centinaio), ma che mirano alla salvaguardia dell'ambiente e a sbocchi pratici "più commerciali". Ad esempio dare informazioni utili per la gestione del mercato ittico, delineare produzioni alimentari tipiche o di nicchia. «Siano titolari di un brevetto per il riconoscimento della bottarga di muggine del Mediterraneo - dicono dal Centro - rispetto alle produzioni che provengono da oltre Mediterraneo». L'espertoIeri mattina i 25 ricercatori dell'Imc hanno ricevuto la visita di Gianluigi Gessa, direttore del dipartimento di Farmacologia dell'Università di Cagliari. «È un centro che ha tante potenzialità, può crescere ancora e con le sue ricerche portare vantaggi al territorio». Già, ma come? «Fondamentale una collaborazione e un rapporto più stretto con le università sarde», ma per far andare avanti la ricerca sono necessari anche i finanziamenti, privati e pubblici. Gianluigi Gessa, che di solito lavora in altri laboratori «con topi e ratti, cugini dei pesci», osserva comunque che «l'Imc merita un'attenzione particolare anche dalla Regione». Non va oltre e aspetta il dossier sull'attività svolta. ProgettiFinanziati dalla Comunità europea, dal Miur, dalla Regione, da amministrazioni locali e privati, dal 1994 al 2003 sono stati realizzati 8 progetti (quasi tutti di durata triennale) tra cui uno studio sulle condizioni del bacino del Tirso, sullo stato ambientale dell'Area marina protetta Sinis - Mal di ventre. Attualmente sono in corso 10 progetti, alcuni dei quali in collaborazione con università danesi, francesi, spagnole, olandesi e svedesi. Si studiano gli ambienti lagunari, da Cabras a Santa Giusta, i rapporti tra la rimozione della posidonia e l'erosione dei litorali, gli effetti delle aree marine protette sulle risorse biologiche, confrontando 14 zone mediterranee. Le somme necessarie per un progetto variano da 150 mila euro a 200 milioni di euro. La storiaL'Imc nasce come associazione internazionale di ricerca non profit nel 1989 da un ente pubblico e un socio privato. Nel 2002 è stata trasformata in Fondazione: soci fondatori il Comune di Oristano e la società "Mare", tra gli altri soci il Cnr e 4 università e società straniere (Usa, Francia, Giappone, Russia).
Valeria Pinna
 
3 -  L’Unione Sarda
Pagina 18 - Cagliari
pro libera civitate Corso annuale di formazione politica
Sono aperte le iscrizioni al corso annuale ( a numero chiuso) di Formazione politica organizzato da Pro Libera Civitate. Seminari per cui la facoltà di Giurisprudenza attribuisce crediti universitari agli studenti. I relatori saranno prevalentemente docenti universitari, esponenti del mondo della cultura regionale e nazionale, dei partiti di entrambi gli schieramenti e della Chiesa. Per informazioni si può chiamare al 338/6158765 o scrivere alla e-mail federicoibba@proliberacivitate.com. Il coordinamento scientifico è del professor Francesco Sitzia. Gli obbiettivi del corso, secondo il presidente Federico Ibba, sono di «ridare dignità alla politica, troppo spesso vista come espressione di un mondo dove gli interessi materiali e personali rinchiudono l'uomo nel ristretto cerchio del suo egoismo. Le tematiche che intendiamo affrontare sono di natura giuridica, economica, storica, partitica, statistica, sociale ed etica».
 
 4 – L’Unione Sarda
Pagina 19 – Cagliari
Il gay sardo: sposato o clandestino
Una ricerca dell'università rivela il mondo dell'omosessualità
Il pianeta omosessualità fotografato dal dipartimento di Psicologia della facoltà di Scienze della formazione dell'università.
Sposato, figli, una professione normale. Due vite, una ufficiale, l'altra clandestina. E gay. Spesso fa sesso virtuale nelle chat, magari con la web cam. Ama un altro lui ma clandestinamente. Oppure soddisfa i suoi desideri con rapporti prezzolati, in piazza Marco Polo, sotto Ponte Vittorio. O si incontra nei locali gay della città: il Nirvana, il Nautilus, il Go fish, il Fico d'india. l'indagineÈ il profilo di un gay non dichiarato cagliaritano, figura emergente nell'indagine nazionale sull'omosessualità realizzata dal dipartimento di Psicologia della facoltà di Scienze della formazione dell'università cagliaritana. L'autore è Diego Lasio, psicoterapeuta, docente di Psicologia sociale della famiglia e Psicologia delle comunicazioni sociali. Lasio e la sua équipe hanno distribuito questionari a 320 omosessuali (il 75 per cento uomini, il 25 donne) nei principali luoghi di aggregazione e nei siti internet. È emerso un mondo di eterofobi, uomini o donne gay discriminati perché giudicati diversi, che descrivono il contesto in cui vivono «intollerante» e che si chiudono in se stessi o frequentano solo un mondo di simili, l'unico che li rassicura. la famigliaUomini o donne che quasi mai possono contare sull'aiuto della famiglia, la cui accettazione «è maggiore se il figlio è maschio, se il livello culturale è alto e se la città in cui vivono è grande». Genitori che, davanti alla rivelazione dell'omosessualità di un figlio hanno sempre «una reazione di sconforto, dolore, shock, senso di colpa». Tanto più in una città di provincia, piccola, in cui si conoscono tutti e nella quale spesso è meglio far finta di nulla e salvare la faccia. Per questo raramente, nonostante a Sassari esista un'associazione di genitori di omosessuali, la famiglia si rivolge alle associazioni. il giudizio crudele«Per i genitori vengono meno le aspettative sui figli, si teme la critica del vicinato, della rete delle relazioni, in una città dove l'omosessualità viene ridicolizzata nelle conversazioni, è oggetto di battute, è giudicata un vizietto», spiega Lasio. Aspettative sul matrimonio, non sulla carriera. Altrimenti non si spiegherebbe l'atteggiamento dei genitori di quel giovane che si laurea in economia, va negli Stati Uniti a specializzarsi, si ferma lì, intraprende una carriera brillante e prestigiosa. Ma quando torna a casa dai genitori e presenta il suo «amico» scatta il rifiuto. E l'invito a tornare negli Stati Uniti. Lontano da sguardi indiscreti. «Così si accetta di più, perché la gente non vede», dice Lasio. «Spesso non si può contare nemmeno sul supporto psicologico in un luogo dove esistono ancora professionisti che pensano che l'omosessualità sia una malattia da curare e basano la terapia sul ritorno all'eterosessualità attraverso una maturazione sessuale», riferisce l'autore della ricerca. il segretoPer questo la città è colma di gay non dichiarati, uomini e donne che possono vivere la propria vita sessuale solo in clandestinità. «Esiste un vasto mondo sommerso di persone che si incontrano in una chat o ai parcheggi della Fiera». Qualcuno, nella sua attività di psicoterapeuta della famiglia, Lasio l'ha risolto positivamente. Un caso è quello di una madre. Sposata da quattro anni, una figlia, inizia una relazione con una donna. Si separa, la bambina viene affidata a lei. La sua compagna diventa il nuovo papà, lui aiuta questa che chiama famiglia ricostituita ad accettarsi. «È piena la città, di persone così». Ma solo il dieci per cento affronta la realtà.
Fabio Manca

 
 
5 - La Nuova Sardegna

Pagina 7 - Sardegna
Si apre oggi a Cagliari un importante convegno 
Come insegnare al computer a «vedere» come un uomo?
 
 CAGLIARI. Dare la “vista” al computer sviluppando tecnologie che diano alla macchina le stesse capacità sensoriali dell’uomo. E’ l’obiettivo dei lavori della 13ª Conferenza internazionale sull’Analisi delle immagini e dei Processi, che si svolgerà a Cagliari da oggi all’8 settembre. All’incontro, organizzato dal professor Fabio Rolli, docente della Facoltà di Ingegneria, parteciperanno i maggiori esperti mondiali del settore. “I computer sono dei macinatori di numeri - ha spiegato Rolli - velocissimi ma un po’ stupidi e rispetto all’uomo sono ancora molto indietro nelle capacità sensoriali, ad esempio nel riconoscimento dei volti”. La necessità di sviluppare sistemi di sicurezza sempre più affidabili, ha dato un forte impulso alla ricerca in questo campo. “Dopo l’11 settembre - dice Rolli - una miriade di industrie ha proposto nuovi sistemi di sicurezza per riconoscere persone considerate sospette. Ma perchè si raggiungano buoni risultati occorrono ancora cinque anni”.
 Fra pochi anni grazie a nuove tecnologie sarà possibile recarsi al lavoro in automobile leggendo il giornale. Alberto Broggi, dell’Univesità di Parma, presenterà al Congresso un prototipo di automobile in grado di viaggiare con un vero e proprio pilota automatico, grazie ad un sistema di telecamere in grado di valutare distanze e velocità. Anche l’Università di Cagliari è all’avanguardia in questo settore di ricerca. L’equipe guidata da Rolli sta mettendo a punto un motore di ricerca che sarà in grado di agire sui filmati e non solo sui testi.

 
 
 
 
6 - Il Giornale di Sardegna
Pagina 25 - Cagliari
Università. Convegno da oggi a giovedì
 
 
Il Prof. Fabio Roli durante la conferenza stampa
Il computer sensoriale
che “vede” le persone
■ Un giorno i computer potranno vedere. Per comprendere dove può arrivare l’analisi delle immagini da parte delle macchine, 170 ricercatori si riuniscono da oggi alla Fiera per la conferenza internazionale sull‘analisi dell’immagine e sulle sue applicazioni.
La videosorveglianza del traffico e il riconoscimento delle persone sono campi dove questo tipo di ricerca sta facendo passi da gigante. In certi casi il futuro è già realtà, come capita per lo strumento che hanno già in dotazione anche a Cagliari alcune auto di Polizia e Carabinieri. Tra i lampeggianti ci sono delle piccole videocamere che leggono le targhe di tutti i veicoli che si trovano davanti e ai lati del mezzo. L’agente virtuale controlla tutte le auto e, se ci sono targhe già segnalate, dà l’allarme alla pattuglia.
M. Z.
 
 
 
7 -  Corriere della Sera
Arrivano 571 milioni di euro dei fondi Inail per la ricerca ...
Arrivano 571 milioni di euro dei fondi Inail per la ricerca e la sanità milanese. Il ministro del Welfare Roberto Maroni insieme al sindaco Gabriele Albertini annuncia la svolta «che consentirà a Milano di diventare capitale europea della Scienza». Besta, Ieo, Istituto dei Tumori, Humanitas e Università Bicocca otterranno questi finanziamenti per ammodernare le strutture o realizzarne di nuove. «Diamo un senso sociale all’investimento in mattoni», sintetizza Albertini. Da segnalare l’incidente diplomatico con la Regione, non invitata al tavolo dopo le polemiche fra Formigoni e l’assessore leghista Cè: il Governatore si dice stupito, Maroni nicchia. Intanto il mondo della ricerca milanese ringrazia. E rilancia. «Ottima l’iniziativa targata Inail - dice Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri -. Oltre alle infrastrutture, però, bisogna sostenere la ricerca vera e propria».
 
«Ecco i fondi, Milano sarà la capitale della scienza»
Maroni: più di 500 milioni per la ricerca. Albertini dovrà garantire che i soldi vengano spesi bene
Ci voleva il ministro Roberto Maroni. Ci voleva lui, lo hanno ripetuto ieri i big del mondo della sanità milanese, per benedire alcuni istituti che già lavorano in città portando i soldi che servono per rilanciare le loro strutture e i progetti di ampliamento. Il regalo sono 571 milioni di euro e rotti suddivisi in cinque progetti (per il Besta, lo Ieo, l’Istituto dei Tumori, l’Università Bicocca, il polo Universitario di Rozzano-Humanitas) ma accomunati, sottolinea il ministro del Welfare, dall’unica strategia che punta a fare di Milano la capitale europea della Scienza. I soldi provengono dal fondo Inail: «Dopo quattro anni di duro lavoro - spiega Maroni - abbiamo liberato ingenti risorse bloccate malgrado ogni anno l’Istituto assicurativo accantoni 1,5 miliardi di euro. In passato c’erano stati abusi ed episodi su cui è intervenuta la magistratura: abbiamo dovuto cambiare le regole e alcuni uomini e siamo arrivati a questo primo piano a stralcio, che premia le funzioni sociali, i progetti strategici nel campo della sanità, dell’istruzione e della sicurezza». Per Milano, appunto, si punta sulla sanità e Maroni ha invitato il sindaco Gabriele Albertini a fare da garante «perché questi soldi siano intesi e utilizzati come un unico finanziamento sulla città». E non è finita qui: una prossima tranche di fondi, secondo le intenzioni del ministro, «verrà sbloccata entro il gennaio del 2006».
Albertini, che ieri ha ospitato a palazzo Marino il ministro e i vertici degli enti che riceveranno i fondi dell’Inail, ha risposto ribadendo che «non si tratta semplicemente di investire in mattoni le riserve dell'Istituto nazionale, ma di dare ad esse un senso sociale». Entusiasta Umberto Veronesi, direttore scientifico dello Ieo, che ha presentato il progetto per creare un nuovo campus sull’area di via Ripamonti vicina alla sede dell’Ifom (la fondazione di oncologia molecolare): «Con questa svolta nel panorama politico del Paese, Milano potrebbe diventare capitale europea della Scienza». Il campus per la ricerca oncogenomica, che coinvolge Ieo, Ifom, Semm e Università di Milano, è coordinato attraverso la Fondazione Cerba, e consentirà a numerose istituzioni di specializzarsi nei settori della genomica e della medicina molecolare.
Secondo Ivan Colombo, amministratore delegato del centro ricerca dell’Humanitas, «con questa operazione l’Italia sta prendendo l’ultimo treno per la competitività». Colombo ha delineato le finalità del centro Perseghetto, dedicato alla ricerca e alla didattica, che sarà pronto nel 2007 e sorgerà di fianco all’ospedale. Il progetto, che riguarda le immunità e darà lavoro a 300 persone, è stato affidato al professor Alberto Mantovani: un luminare del settore. Pronto anche il disegno della nuova sede del Besta, illustrato dal commissario Graziano Arbosti: «La nuova sede sarà inaugurata nel 2009, sorgerà su una superficie di 42 mila metri quadrati e avrà 257 posti letto, camere di degenza a uno e due letti e spazi comuni».
Allarmata la premessa di Loredana Maspes, commissario dell’Istituto dei Tumori: «Sta crescendo in modo esponenziale la domanda di prestazione dei nostri pazienti». Grazie ai 240 milioni di euro del fondo Inail, però, l’Istituto di via Venezian potrà ristrutturare i locali più malandati, adeguare gli impianti di sicurezza e rispondere alle esigenze dei pazienti aumentando il numero di sale operatorie e migliorando la vivibilità delle camere di degenza.
Soddisfatti anche i rettori di due importanti atenei milanesi. Enrico Decleva si è augurato che «questo possa essere un modo per riprendere e affermare la vocazione competitiva di Milano». Il suo collega Marcello Fontanesi, rettore della Bicocca, ha spiegato come si utilizzeranno i fondi che consentiranno la creazione di un nuovo stabile per le facoltà di Sociologia e Giurisprudenza, che Pirelli Re costruirà su un’area di 20 mila metri quadrati.
Elisabetta Soglio
La scheda
LE RISORSE Sono state sbloccate risorse del fondo Inail: il Besta, lo Ieo, l’Istituto dei Tumori, l’Università Bicocca, il polo universitario Rozzano-Humanitas riceveranno complessivamente 571 milioni di euro per cinque progetti
L’ANNUNCIO
L’annuncio dei nuovi finanziamenti è stato dato ieri dal ministro del Welfare, Roberto Maroni, in un incontro a Palazzo Marino
I PROGETTI
Per il sindaco, Gabriele Albertini, «non si tratta semplicemente di investire in mattoni le riserve dell’Istituto nazionale, ma di dare ad esse un senso sociale»
LA PROMESSA
Secondo le intenzioni del ministro Maroni, entro gennaio 2006 sarà sbloccata una nuova tranche di fondi
 
 
8 – Corriere della Sera
«Giusto investire nei laboratori Ma ora pensiamo ai ricercatori»
I finanziamenti entro il 2006. Garattini: servono anche i giovani scienziati
Bene, bravi. Soprattutto bis. I protagonisti del mondo della ricerca sono soddisfatti dei fondi che l’Inail ha stanziato per rimettere a nuovo le sedi di Besta, Ieo, Istituto dei Tumori, Bicocca e Humanitas. Ma non smettono di battere cassa: per rilanciare il settore ne servirebbe almeno altrettanto. Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, non si tira indietro: altri stanziamenti dovrebbero arrivare entro l’anno. «Si tratta di un’opportunità eccezionale. Per fare ricerca sono necessarie le infrastrutture. Il difficile è proprio finanziare i muri. L’intervento dell’Inail è provvidenziale», plaude Claudio Bordignon, direttore scientifico del San Raffaele.
Per questo giro l’istituto guidato da don Verzè non ha messo niente nel salvadanaio. Del resto l’Inail aveva già finanziato la realizzazione dei nuovi laboratori dell’ospedale. Meglio è andata allo Ieo, che sta costruendo un campus di oncogenomica nella zona Sud di Milano insieme con Ifom, Scuola di medicina molecolare e Università Statale. «Speriamo che il prossimo investimento dell’Inail vada a sostenere la ricerca vera e propria, ne abbiamo davvero bisogno», auspica Pier Giuseppe Pelicci, direttore del dipartimento di Oncologia sperimentale dello Ieo e capogruppo di ricerca presso l’Ifom. Ma i beneficiari delle nuove strutture dovranno pagare un affitto? «Certo che sì», conferma Pelicci. «L’Inail di solito chiede il 3-4 per cento l’anno calcolato sul totale dell’importo finanziato. Ma il ministro questa volta si è impegnato a scendere sotto l’1 per cento. In pratica, poco meno di un milione di euro l’anno per chi, come noi, ha ricevuto oltre 90 milioni di euro».
L’idea dei finanziamenti in cambio di un affitto non piace al direttore dell’Istituto Mario Negri, Silvio Garattini: «Si tratta di locazioni da non sottovalutare quando a dover pagare sono istituti già a corto di fondi. L’iniziativa è ottima ma non basta. Si potrebbe intervenire, per esempio, con esenzioni fiscali e facendo in modo che più giovani scelgano il lavoro del ricercatore».
Le proposte non finiscono qui. «Il Cnr sta morendo, è necessario rilanciare la ricerca di base, magari tramite un fondo statale», ammonisce Alberto Malliani, primario dell’ospedale Sacco, presidente della federazione europea di medicina interna. «Questa dovrebbe essere una priorità anche rispetto alle infrastrutture», aggiunge il professore. Che ha qualcosa da dire anche rispetto ai metodi per l’assegnazione delle risorse. «Per evitare che i fondi vengano assegnati con criteri clientelari, la scelta degli enti che meritano di gestire nuove risorse andrebbe affidata a un panel internazionale di scienziati. All’estero si fa da tempo. Perché in Italia no?».
Rita Querzé
 

Investimenti, prospettive e politica
LE RISORSE E LA GESTIONE
di ARMANDO TORNO
Ieri il ministro Roberto Maroni ha assegnato più di 500 milioni di euro per la ricerca a Milano. Sono i resti dell’Inail (frutto delle trattenute in busta paga). Ogni anno, teoricamente, erano a disposizione ma non se ne parlava perché la distribuzione a pioggia - tipica del nostro Paese, frutto di una politica eternamente basata sui compromessi - impediva la focalizzazione di progetti specifici. I soldi questa volta andranno al Besta, allo Ieo, all’Umanitas, all’Istituto dei Tumori, all’Università Statale. Contribuiranno a fare del capoluogo lombardo un centro di ricerca sanitaria più avanzato. Insomma, codesti soldi si sommano alle possibilità di livello internazionale che già caratterizzano gli istituti milanesi. Un gesto, questo di Maroni, carico di denaro e di significati. Tradotto in termini semplici, ci ricorda che Milano non è soltanto la capitale della moda e del design o di iniziative vaghe legate al pube femminile (come dimostra l’«opera d’arte» dinanzi alla Triennale che ha fatto il prevedibile chiasso), ma è anche una città con 200 mila universitari che ha grandi potenzialità nella nuova fase dell’economia mondiale. Anzi, è il caso di scrivere a chiare lettere che in Italia - inutile girare intorno all’argomento - Milano è l’unica metropoli ad avere strutture competitive di ricerca.
Non possiamo che plaudire all’arrivo di questi soldi. Giungono in un momento quanto mai bisognoso di risorse. Tuttavia è anche logico aggiungere alla lodevole iniziativa l’auspicio di una politica che la governi. A pochi mesi dalle elezioni, sostanzialmente con una campagna elettorale già cominciata e nella quale i nomi si avvicendano e si elidono con una insolita velocità, Milano non ha ancora un candidato ufficiale dei due che dovrebbero gareggiare, inoltre manca ancora di progetti legati a una parte o all’altra, di prospettive, di idee sul suo futuro. La giunta che sta scadendo speriamo che dia alla città, dopo il successo ottenuto dal trasporto del sommergibile, qualcosa di meno ingombrante e più concreto, ma soprattutto piacerebbe ai più conoscere notizie sui futuri amministratori e su quanto hanno in mente.
Speriamo che tutto non si risolva nel budello dei tempi finali, quando nessuno riesce a capire chi e che cosa si appresta a governare Milano. Visto che i soldi ci sono, le potenzialità anche e la voglia di chiarezza si avverte, anzi è diventata un bisogno. Certo, manca in prospettiva soltanto una cosa: la politica.
 
 
 
9 –  Corriere della Sera
UNIVERSITA’
Rivoluzione in azienda con i manager-pensatori
 
L’immaginario collettivo è purtroppo ancora in preda al mito dell’innovazione, vista come unica strada per risolvere i problemi dell’ambiente, della salute, della sicurezza …; ma questo modello ha generato il paradosso dell’efficienza (nonostante i continui incrementi di efficienza, i consumi di risorse complessivi aumentano in misura più che proporzionale con le conseguenze devastanti per il futuro del pianeta che vediamo ormai molto chiaramente) e ancor più incredibilmente il paradosso del benessere e cioè una tendenziale diminuzione del benessere oltre un certo livello di aumento dei consumi. Sembra impossibile modificare l’immaginario collettivo, ma così come se ne è creato uno centrato sulla tecnologia e l’innovazione non si capisce perché dovrebbe essere impossibile crearne uno alternativo. La tecnologia ci ha consentito di accrescere la produttività, di fare di più e più velocemente e, si sa, «il tempo è denaro», frase demenziale di cui non si conosce la paternità, ma che ha rovinato intere generazioni e che, se non sarà presto considerata come frase simbolo di un triste momento nella storia dell’umanità rischia di diventarne l'ultima. Il tempo è infatti l’unica ricchezza che abbiamo e la tecnologia ce lo ha sostanzialmente ridotto perché invece di consentirci maggior tempo libero ci spinge ad aumentare i ritmi del lavoro. Sono molteplici gli esempi di come la tecnologia abbia rovinato l’equilibrio a popolazioni abituate da sempre a prelevare dall’ambiente lo stretto necessario. La mia non vuole essere una denuncia nei confronti della tecnologia, che ci ha facilitato la vita sotto molti aspetti, ma vuole denunciarne la sua assoluta dittatura, sostanzialmente in conflitto con il nostro lato naturale; per questo motivo c’è un bisogno straordinario di manager filosofi. Francesco Bertolini
 
 
 
10 – Corriere della Sera
Inaugurato all’Università il più grande impianto d’Europa
Terremoti in laboratorio
Da Messina all’Irpinia, un simulatore replica i disastri
DAL NOSTRO INVIATO
PAVIA - Il primo movimento è placido. Come quello di un tapis roulant , avanti e indietro un paio di volte. Poi lo strappo: bisogna aggrapparsi alla balaustra d’acciaio. Alla seconda scossa si rischia la caduta. Passano i secondi di sballottamento, e nella mente scorrono immagini di muri crollati, case distrutte, polvere, pianto. È in un hangar nel polo universitario di Pavia, su una piattaforma mobile d’acciaio, che si può rivivere il terremoto dell’Irpinia, 23 novembre 1980, 2.914 morti e 10 mila feriti. Si capisce perché, sperimentando il contatto fisico con una simile forza della natura, case e palazzi non possono restare in piedi.
Il più grande simulatore di terremoti d’Europa è stato inaugurato ieri al Centro di ingegneria sismica di Pavia (Eucentre). La tavola vibrante, 40 metri quadrati, pesa 30 tonnellate ma si sposta con una mano, grazie a meccanismi che riducono l’attrito. È costata 7 milioni e mezzo di euro. La muove un flusso d’olio da 120 litri al secondo. Programmata e azionata, può riprodurre qualsiasi tipo di scossa, quella che ha sconvolto Umbria e Marche nel ’97 (11 morti e 126 feriti), Messina nel 1908 (86 mila morti), i disastri in California, Turchia, Iran. Terremoti da laboratorio: «Qui studiano laureati provenienti da 39 Paesi - spiega il ministro dell’Istruzione e della Ricerca scientifica, Letizia Moratti - tra cui Cina, India, Stati Uniti e Nuova Zelanda: testimonianza che la scuola sismica di Pavia ha una leadership a livello europeo».
Scosse ed effetti. Sul pavimento mobile si possono montare strutture fino a 60 tonnellate di peso. La forza della macchina le farà tremare come fuscelli. Ieri, simulazione del terremoto di Izmit, Turchia: un modello di torre d’acciaio si abbatte al suolo in pochi secondi. «Questo centro - spiega Guido Bertolaso, numero uno della protezione civile - dimostra quanto sia essenziale la prevenzione». La Lombardia non è una regione ad alto rischio sismico, ma l’Italia è il terzo Paese al mondo per numero di morti da terremoto nel ’900: 128 mila vittime. Negli ultimi 25 anni lo Stato ha speso 150 miliardi di euro per riparare i danni da sisma.
Crollato il palazzo dell’esperimento, si concede un giro al pubblico. Venti secondi, aggrappati a una balaustra di tubi, e si scende: «Se fossimo al quinto piano di un palazzo?». Risposta col sorriso, ma drastica: «Semplice, verrebbe giù tutto».
Gianni Santucci
 
 
 
11 – Marketpress.info
 CONFERENZA INTERNAZIONALE SULL'INFORMATICA PER LA TUTELA AMBIENTALE
Bruxelles, 6 settembre 2005 - Dal 7 al 9 settembre si svolgerà a Brno (Repubblica ceca) la 19° conferenza internazionale sull'informatica per la tutela ambientale "Enviroinfo 2005". La manifestazione, organizzata dal Centro di biostastica e analisi dell'Università di Masaryk, si concentrerà sullo scambio di informazioni fra scienziati, pubbliche amministrazioni, aziende pubbliche e private interessate al trattamento delle informazioni ambientali e utenti finali dell'informatica ambientale. "Enviroinfo 2005" rappresenta un luogo di incontro per esperti del settore delle tecnologie di punta che intende migliorare i flussi d'informazione, in Europa e non solo, e la normalizzazione necessari per uno sviluppo sostenibile. La conferenza tratterà un'ampia serie di argomenti relativi ai sistemi di informazione ambientale e illustrerà lo stato dell'arte nei settori di ricerca, sviluppo e applicazioni, con un'attenzione particolare sul tema "Collegamento in rete dell'informazione ambientale". http://www.enviroinfo2005.org
 
 
 
12 -

Questionnaire and social

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