Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 September 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Cronaca
Floris: «Comprare Tuvixeddu? Si può trattare»
Sì all’idea-Milia e sintonia piena con Soru ‘per una città più bella’
 
MAURO LISSIA 
 
CAGLIARI. Il sindaco è d’accordo con Graziano Milia, le aree fabbricabili di Tuvixeddu si potrebbero acquistare. Di più: la prossima settimana Emilio Floris incontrerà i rappresentanti di Iniziative Coimpresa per capire se è possibile aprire una trattativa, sull’intera superficie in mano al privato o una parte. Pacato come sempre, Floris sembra determinatissimo: «Stiamo lavorando alla città del 2010 e del 2020, in questo quadro mettere il colle a disposizione della città è una cosa che ci interessa molto».
 - Sindaco, quella di Milia non era dunque solo una provocazione. L’operazione si può fare...
 
«Attenzione, c’è un accordo di programma firmato e ci sono tutte le concessioni edilizie. Non le ho firmate io ma le hanno firmate la Regione e l’amministrazione comunale che ha preceduto la mia. Come sindaco ho il dovere di rispettarle perché il privato ha i suoi diritti legittimi. Fino a questo momento non c’è nulla di nuovo».
 - Ma qui si parla di raggiungere un accordo, con il privato. Un accordo libero, che preveda la vendita a prezzi di mercato delle superfici edificabili e l’acquisto da parte di un ente pubblico per realizzare un grande parco sull’area archeologica, senza ville, palazzine e case dello studente...
 
«Se alla volontà di acquistare corrisponde quella di vendere io andrei avanti. Perché quando qualcosa non viene costruita i cittadini non possono che esserne felici. Se l’operazione si potesse fare sarei il primo a gioirne, perchè a me sta a cuore il futuro di questa città».
 - Lei parla come Soru. Adesso siete in perfetta sintonia...
 
«Credo che, come me, Soru abbia intenzione di costruire una città per le generazioni che verranno, una Cagliari nuova e più bella. Su questo non possiamo che essere in linea: io lavoro per questo da molti anni».
 - Facciamo finta che Iniziative Coimpresa abbia davvero voglia di vendere, d’altronde i suoi rappresentanti hanno detto che una trattativa è possibile. Servirebbero settanta milioni di euro. Chi li mette? La Provincia?
 
«Beh, intanto non so se davvero Milia possa spendere l’intero ammontare degli avanzi di amministrazione, non so se in consiglio provinciale troverebbe un consenso generale. Comunque i soldi non sono il problema principale, se la Regione è d’accordo e il privato ha la volontà di sedersi a un tavolo per trattare il discorso si può aprire. Io sono favorevole e disponibile».
 - Nascerebbe un grande parco urbano con al centro un’area archeologica di importanza mondiale. Sarebbe un passo importante verso quell’immagine di città turistica che finora è rimasta sulla carta.
 
«Sì, ma ripeto: l’Università ha le sue esigenze e ha bisogno degli edifici compresi nel progetto, il privato potrebbe avere la volontà di andare avanti nella realizzazione. Ma certo, potrebbe anche non essere così. E’ un discorso che merita di essere approfondito e lo faremo».
 - Ne avete già parlato?
 
«Guardi, una cosa è il progetto di massima, una cosa la fase esecutiva. Quando si apre il cantiere e si comincia a costruire possono esserci momenti di verifica, sui quali è sempre possibile discutere serenamente. L’accordo di programma c’è e il comune è tenuto a rispettarlo, su questo non si discute. Ma con il consenso di tutti i firmatari, compreso naturalmente il privato, si può anche modificarlo».
 - In questo caso modificare significherebbe ridurre...
 
«L’importante è che si creino le condizioni per una ridiscussione globale del progetto. A quel punto si vede come proseguire. Il parco c’è già, è passato al comune con il sistema delle cessioni in cambio delle aree. Si potrebbe pensare a come ampliarlo e renderlo ancora più accogliente. Ripeto: tutto o quasi tutto dipende dalla volontà del privato e dall’evoluzione che si vuole dare al progetto in fase di discussione. Bisogna parlarne e lo faremo molto presto. Credo la prossima settimana».
 - La strada nel canyon però, quello stradone tanto avversato dagli ambientalisti, si dovrebbe fare comunque?
 
«Il primo tratto è stato appaltato, i lavori partiranno... ma attenzione: è una strada necessaria per alleggerire il traffico in una zona dove le esigenze sono destinate a crescere».
 - Allora bisogna ringraziare Milia che ha lanciato un’idea importante...
 
«Beh, la Provincia non ha firmato l’accordo di programma e può dire quello che vuole. Ma se il proposito è di fare qualcosa di bello per questa città la mia amministrazione non si tira certo indietro. L’interesse è di lavorare per i cagliaritani, quelli di oggi e quelli che verranno nei prossimi decenni».
 
 
 
2 - Il Tempo
Università Andreotti al master su Mattei
TERAMO — Enrico Mattei e la politica euromediterranea dell'Italia: sarà questo il tema con cui Giulio Andreotti aprirà il Master sul Medio Oriente, promosso dall'Università di Teramo, e intitolato - nel centenario della nascita proprio al grande manager fondatore dell'ENI. Le iscrizioni scadranno il 15 settembre. «Il nostro obbiettivoè duplice dice il prof. Claudio Moffa, ideatore e direttore del Master da una parte, nel ricordo di Mattei,il connubio fra professionalità e coscienza civica, e dall'altra offrire ai giovani, nella prospettiva della pace, un approccio multidisciplinare e critico alla complessa realtà del Medioriente». Il master destinato alla formazione in vari ambiti professionali politico-diplomatico, giornalistico, ONG, economia, immigrazione e turismo - prevede oltre ai classici stages, seminari e momenti di dibattito su alcuni grandi nodi della storia della regione: dall'archeologia biblica ai tre monoteismi, dalle letture dell'11 settembre alle cause della guerra d'Iraq, alla questione dell'informazione
 
 
 
3 - Il Tempo
Inverno in Antartide, successo italiano
BRASIMONE — Nella nuova base antartica italo-francese «Concordia» durante l'inverno la temperatura può scendere fino a 70 gradi sotto lo zero e l'aria è rarefatta come se, anziché a quasi 3.300 metri di quota ci si trovasse almeno a 4.000, e si è completamente isolati, ma i due ricercatori italiani che hanno trascorso lì il primo inverno di una spedizione italiana in Antartide hanno superato molto bene la prova. Il bilancio provvisorio di questo primo inverno immersi nel buio e in isolamento (nella base Concordia si trovano complessivamente 13 persone, considerando i ricercatori francesi) «è assolutamente positivo. I ricercatori italiani stanno reagendo molto bene», ha osservato il consulente per gli aspetti psicologici del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), capitano di vascello medico Antonio Peri, docente di e-health dell'università di Camerino. Tuttavia per il giudizio definitivo si dovrà aspettare novembre, quando i ricercatori avranno affrontato il colloquio con lo psichiatra.
 
 

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